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Forza Italia Giovani: “Più tasse con Chiamparino”

forzaa italiaIrpef, Varaldo (FI): “Arriva la manovra Chiamparino, colpito pesantemente il ceto medio e contraddetto l’impegno di non aumentare le tasse” 

 

“Lo chiede il Governo” così Chiamparino giustifica la manovra varata ieri dalla giunta che porterà i cittadini piemontesi a pagare complessivamente 73 milioni in più. Aumenta pesantemente l’addizionale Irpef, al livello massimo per chi guadagna oltre 55mila euro. Ma ad aumentare è anche il bollo dell’auto ed arriva l’imposta sulla caldaia. Il gettito previsto nel 2015 è di almeno 100 milioni. Fa riflettere che nemmeno un mese fa Chiamparino annunciò che non avrebbe mai aumentato le tasse ed oggi propina ai piemontesi un salasso fiscale. La verità é che per questa politica i cittadini servono solo a fare cassa e devono essere a totale servizio dello Stato. La manovra succhia sangue al ceto medio provocando senz’altro immediate ripercussioni negative sui consumi e sulla nostra economia. I piemontesi sono stufi di essere il bancomat di una regione che ha ancora troppi sprechi all’interno della spesa pubblica regionale”. Lo afferma in una nota Tommaso Varaldo, Coordinatore dei giovani di Forza Italia di Torino.

Torino è come la Cavallerizza Reale

mole cavallerizzacavallerizzacav moleNoi sogniamo una Cavallerizza rimessa a nuovo, destinata ad accogliere eventi di portata internazionale come quelli che hanno appena coinvolto tanti nostri concittadini. Però, al di là di ciò che ci immaginiamo, vorremmo almeno che chi abbiamo eletto per prendere delle decisioni lo facesse

 

Tutti i torinesi conoscono, o dovrebbero, il complesso di edifici che, dal retro del Teatro Regio, si sviluppano a lato di via Verdi e arrivano in via Rossini. Si tratta della Cavallerizza Reale, patrimonio dell’umanità e meraviglioso esempio architettonico di complesso urbanistico per funzioni burocratiche: progettato nel 1673 dal Castellamonte e poi completato con i contributi di personaggi del calibro di Juvarra, Alfieri, Melano e Mosca.

 

Purtroppo la Cavallerizza però si ripropone su giornali e attualità per variegate ed inutili, se non negative, situazioni spesso di degrado: è cronaca il tentativo di vendita di alcune sue parti, andato deserto più volte, da parte del Comune; è cronaca l’occupazione da parte di vari e soliti personaggi di altre sue parti; è cronaca infine l’incendio che la scorsa estate ha danneggiato la struttura.

 

Non è il caso di aggiungersi nella discussione ad infiniti blog, convegni, comitati, atti pubblici, ordini del giorno (dalla Circoscrizione Uno al Comune di Torino, alla Regione Piemonte un po’ tutti i livelli amministrativi ne hanno parlato), ma si può piuttosto provare a fare una riflessione amara sull’edificio, che rappresenta perfettamente un certo atteggiamento (perdente) della Città di Torino.

 

Ci stiamo proponendo come capitale dell’Arte contemporanea; ci stiamo sforzando di inventarci una vocazione turistica, con discreti risultati; ci stiamo quasi convincendo (sì, anche noi “chiusi torinesi”) che il posto in cui viviamo sia bello e meritevole di attenzioni. Eppure ci ricordiamo sempre tutti del fatto che Torino sia stata Capitale del Regno d’Italia, capitale della moda ad inizio Novecento, del cinema poco dopo, della televisione poco dopo ancora… e che tutte queste “invenzioni”, questi “ruoli di spicco” ci siano poi stati scippati da qualcun altro, in breve tempo. Un sentimento un po’ nostalgico ed un po’ risentito, di cui però, come spesso accade in queste situazioni, è da imputare solo al nostro “approccio al patrimonio che abbiamo”.

 

E’ un problema italiano, non solo locale, ma qui da noi sembra essere un’eccellenza del territorio. La Cavallerizza sarebbe da valorizzare come la Reggia di Venaria (un grande merito del primo Ghigo, portato avanti indistintamente dalla amministrazioni successive) e non dovrebbe costituire un problema. Si discute a volte sulla sua finalità, pubblica o privata, e su quanto le malconce casse comunali non possano permettersela: ma non si centra il problema. La si lascia occupare e stuprare, con concerti e degrado, abbandonandola in un’area che nessuno considera (via Verdi) e che è quasi diventata il “retro” di una via del centro secondaria (via Po) per quanto bellissima.

 

E così noi organizziamo Artissima, Paratissima, Photissima, The Others, mille progetti interessanti e diffusi sul suolo comunale, quando potremmo avere un centro unico e irripetibile (nel mondo) che fonda storia e contemporaneità. Solo un minimo esempio di ciò che potrebbe essere ciò che resta dietro i resti dell’Accademia Reale.

 

Ma ci siamo mai chiesti perché altre città ci abbiano rubato tante nostre creazioni così innovative e meravigliose? Perché offrono di più e ci credono di più. Perché investono e innovano, valorizzando ciò che hanno e non tenendo i soldi in saccoccia. Noi qui, per fare un parcheggio sotterraneo o un grattacielo, siamo arenati nelle discussioni e innamorati di un effetto NIMBY (“not in my backyard) che non ci lascia vedere anche nei ruderi del passato un futuro possibile. Il recupero si deve limitare ad un restauro, ad una diversa destinazione nel caso più ardito, ma sempre e comunque in un eterno processo di confronto tra mille particolarismi.

 

Noi sogniamo una Cavallerizza rimessa a nuovo, destinata ad accogliere eventi di portata internazionale come quelli che hanno appena coinvolto tanti nostri concittadini. Però, al di là di ciò che ci immaginiamo, vorremmo almeno che chi abbiamo eletto per prendere delle decisioni lo facesse. E smettesse di tenere, sempre più cadente, in pieno centro un fantasma che ci ricorda tutti i nostri difetti.

 

Giovanni Vagnone

 

(Foto: il Torinese)

Il venerdì nero dei trasporti: occhio alle fasce orarie

TRAM GMADRELo sciopero indetto dai Cobas coinvolgerà aerei, treni e il trasporto pubblico locale

 

È in programma per tutta la giornata di venerdì 14, in fasce orarie differenti a seconda dei mezzi pubblici,  il nuovo sciopero generale dei trasporti indetto dai Cobas e da altre sigle sindacali (tra cui Usb e Cub) in segno di protesta contro le politiche del governo. Chi dovrà spostarsi con i mezzi di trasporto pubblico andrà incontro a possibili (probabili) disagi.

 

Treni
La mobilitazione riguarderà per l’intera giornata il servizio ferroviario: Trenitalia garantirà unicamente i servizi minimi nel trasporto locale dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21, insieme con alcuni treni a lunga percorrenza.

 

Voli aerei
Incrociano le braccia per l’intera giornata anche i lavoratori del comparto aereo. Nel dettaglio, la protesta degli assistenti di volo di Easyjet durerà 24 ore, quella del personale di Techno Sky dalle 8 alle 12, mentre quella dei dipendenti Alitalia – Cai dalle 12 alle 18.

 

Trasporto pubblico locale
Modalità diverse a secondo delle città, a Torino la protesta influirà sui servizi di Gtt dalle 18 alle 22.

 

(Foto: il Torinese)

Pasticcio Tav, la telefonata di Renzi: “Voglio chiarezza”

Il ministro Lupi: “confermo davanti al Parlamento che le spese sono statie fissate”

 

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Telefonata del Premier Matteo Renzi al senatore Pd Stefano Esposito, di prima mattina: “Ore 7,45,  Renzi in partenza per l’Australia, per chiedermi notizie sulla mia posizione sul tema dei costi Tav”. A scriverlo è lo stesso parlamentare torinese, su Facebook. Dice  Esposito. “Mi ha chiesto entro oggi una nota puntuale e mi ha dato appuntamento, al suo rientro dall’Australia, tra martedi’ e mercoledi’ per fare il punto e chiarire quanto avvenuto. Dopo la pessima giornata di ieri un segnale di attenzione che mi conferma di aver fatto bene a non arrendermi alla superficialita’ sui costi della Torino-Lione.Non posso che ringraziare il presidente Renzi per l’attenzione”. In effetti la vicenda dei costi della Tav è un gran pasticcio.

 

«Il costo finale della Torino-Lione non è ancora determinabile con precisione: ci sono fattori ancora incerti e soltanto quando ci sarà una certificazione si potrà stabilire con certezza». È quanto afferma Marcello Messori (nella foto) presidente del gruppo Fs durante l’audizione alla commissione Trasporti del Senato sui costi  lievitati o presunti tali non si sa della Torino-Lione.

 

Per Messori esiste anche incertezza sui ricavi futuri dell’opera perché l’analisi costi benefici è stata fatta prima della crisi e ora il quadro è cambiato decisamente. Comunque l’opera è tra quelle considerate  strategiche dall’Ue e proprio per questo motivo è indispensabile una certificazione terza per poter chiedere fondi all’Ue.  

 

Sulla necessità dell’opera non ha dubbi il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: “Tra le priorità del Governo c’è la Torino-Lione e confermo che i costi sono stati fissati e che a febbraio-marzo su questi costi Francia e Italia chiederanno il co-finanziamento all’Europa”. Lo ha detto ieri in Parlamento.

Il Comune cerca un palazzo unico (senza costruirne uno nuovo)

palazzo civicoServe un edificio adatto allo scopo, che non necessiti di eccessive ristrutturazioni. Si parla con una certa insistenza dello stabile  di corso Ferrucci, ex Fiat

 

Non si arriverà a tanto. No, il Comune non costruirà come la Regione, un suo grattacielo in cui raccogliere tutti gli uffici e i dipendenti. Ma un minimo di razionalizzazione dei costi è necessaria, in questo clima di crisi nera. E così l’intento di Palazzo Civico è quello di vendere almeno due dei propri palazzi trasferendo  circa 1.500 degi 12mila mila dipendenti municipali in un unico edificio comunale, non ancora meglio identificato.

 

Il Comune ha avviato una «call» pubblica e a partire dai prossimi giorni cercherà sul mercato immobiliare torinese  un palazzo adatto allo scopo, che non necessiti di eccessive ristrutturazioni. Si parla con una certa insistenza dello stabile  di corso Ferrucci, ex Fiat, attualmente di proprietà di Beni Stabili. La Città intende vendere ai privati l’ex Curia Maxima, via Corte d’Appello 10-12,  i palazzia di via San Francesco da Paola 3, via Bazzi 4, piazza San Giovanni 5, piazza IV marzo e piazza Palazzo di Città 7. Tutti edifici prestigiosi in cui trovano sedi principalmente gli  assessorati. Ma i costi di gestione sono diventati davvero proibitivi.

 

Quindi, poichè costruire da zero sarebbe molto più costoso che utilizzare strutture già esistenti Palazzo Civico vorrebbe realizzare il piano nel giro di poco tempo, considerando anche la prossima riforma delle circoscrizioni che dovrebbe portarle da dieci a sei. Con conseguente razionalizzazione degli uffici. 

 

(Foto: il Torinese)

Evasione fiscale, le Fiamme gialle scovano 1 miliardo e 400 milioni

guardia_finanza_Numerosi i casi di frode fiscale compiuta attraverso fatturazioni per prestazioni di servizi inesistenti nel settore degli appalti e delle cooperative di produzione e lavoro

 

Nei primi 10 mesi dell’anno il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Torino ha recuperato un miliardo e 400 milioni a tassazione e circa 150 milioni di euro di Iva evasa. Sono in crescita i fenomeni di ‘treaty shopping’, l’azione fittizia di società intermedie tra l’impresa italiana che eroga dividendi, interessi, royalties o canoni e il reale beneficiario.

 

Verifiche sono state eseguite nei confronti di gruppi che operano a livello multinazionale.Sono state riscontrate,  accanto a comportamenti legittimi e virtuosi, anche pratiche e condotte volte esclusivamente all’ottenimento di vantaggi fiscali non consentiti.

 

Numerose anche le contestazioni in materia di prezzi di trasferimento (transfer pricing), che hanno riguardato rapporti economico- commerciali con Paesi aventi un regime fiscale assai più favorevole di quello italiano (come la Svizzera ed il Lussemburgo). Non sono mancati casi di elusione realizzata attraverso compravendite di titoli, scorrette qualificazioni giuridiche di operazioni contrattuali in materia di imposta di registro ed interposizioni di società create ad hoc per poter, in apparenza legittimamente, rinviare sine die il pagamento delle imposte avvalendosi del principio di competenza in luogo del previsto principio di cassa.

 

Infine, numerosi i casi di frode fiscale compiuta attraverso fatturazioni per prestazioni di servizi inesistenti nel settore degli appalti e delle cooperative di produzione e lavoro.

Nuovo Poliambulatorio a Orbassano

MEDICOEntro fine anno saranno ultimati i lavori A gennaio saranno sistemati gli arredi e le attrezzature sanitarie ambulatoriali e a febbraio ci sarà l’inaugurazione con apertura al pubblico

 

L’ultimo sopralluogo al cantiere del nuovo poliambulatorio si è tenuto ad Orbassano in presenza del Direttore Generale dell’ASL To 3, Gaetano Cosenza, il sindaco Eugenio Gambetta, il Servizio Tecnico dell’ASL, la Direzione lavori e i responsabili delle imprese appaltatrici.Si tratta di un investimento di 6 milioni di euro, di cui circa metà ottenuti in conto capitale dallo Stato e 3 milioni di euro dalla Regione Piemonte. Sarà possibile entro alcuni mesi trasferire i servizi dall’edificio a cinque piani nel quale sono attualmente posizionate la Direzione del Distretto ed il Poliambulatorio in un’unica struttura con un risparmio di 200.000 euro in affitti ogni anno. Il nuovo immobile sarà punto di riferimento per una decina di Comuni ed almeno 100.000 abitanti. Il sindaco di Orbassano, Eugenio Gambetta, al termine del sopralluogo ha dichiarato che “dall’edificio, ormai terminato, traspare una notevole evoluzione nell’erogazione dei servizi sanitari di zona.” 

 

Fonte: ilfarmacistaonline.it

Dalla Fiat alle favelas, quando la rivoluzione è possibile

brasile1La straordinaria vicenda umana del giovane e brillante dirigente torinese che negli anni 70 ha attraversato l’oceano ed è stato presidente Fiat in Brasile e America del sud, artefice della fabbrica di trattori e dello stabilimento auto di Belo Horizonte nel Minas Gerais; ma soprattutto ha dedicato la sua vita ai diseredati delle favelas che sorgevano di fianco alla sua abitazione a Rio de Janeiro

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Quella che sto per raccontarvi è una bellissima storia di coraggio e generosità. Potete leggerla e approfondirla voi stessi nel libro “Una rivoluzione possibile: 50 anni in Brasile tra grande industria e favelas” scritta da Franco Urani, curata dalla figlia Lidia e dal suo compagno Mauro Villone, (Effatà Editrice).

 

E’ la straordinaria vicenda umana del giovane e brillante dirigente torinese che negli anni 70 ha attraversato l’oceano ed è stato presidente Fiat in Brasile e America del sud, artefice della fabbrica di trattori e dello stabilimento auto di Belo Horizonte nel Minas Gerais; ma soprattutto ha dedicato la sua vita ai diseredati delle favelas che sorgevano di fianco alla sua abitazione a Rio de Janeiro. A loro ha portato case, istruzione, sanità; molti li ha strappati a un destino bastardo, intriso di droga, prostituzione, delinquenza e morte. Tutto è iniziato da una frana, vicino a Villa Urani, che ha travolto le baracche e fatto perdere il poco che avevano a 80 famiglie. Altri si sono girati dall’altra parte, lui no. Ha iniziato ad ospitarli, aiutarli, ha creato l’ONG “Para Ti” e il suo lavoro a Vila Canoas, è diventato un progetto pilota a livello internazionale, che ha coinvolto Stati Uniti e Unione Europea. Un modello da imitare, con la realizzazione di: un immenso piano di urbanizzazione, ristrutturazione di oltre 400 case, costruzione di asilo, doposcuola, centro salute, biblioteca e molto altro. Franco Urani  è morto nel 2009, seguito poco dopo dalla moglie (senza il suo sostegno e l’attiva partecipazione nulla sarebbe stato possibile) e dal figlio Andrè, famoso economista.

 

Oggi a raccogliere il testimone è la figlia Lidia, insieme al giornalista, fotografo, fotoreporter e operatore umanitario Mauro Villone. In questo periodo sono a Torino per raccontare quello che fanno nella e per la favelas, raccogliere aiuti e presentare il libro.

 

-Lidia Urani: «Mio padre ci teneva molto, credo sentisse la fine vicina e l’ha scritto negli ultimi tre mesi di vita; come l’ha finito è morto. E’ diviso in 4 parti: infanzia e adolescenza a Torino, e le prime esperienze di lavoro; la sua crescita professionale in Brasile; l’esperienza umanitaria che ha coinvolto tutta la famiglia; mentre l’ultima parte è un contributo di mia madre Giuliana. Non siamo  riusciti a pubblicarlo prima perché sono successe tante cose e poco dopo sono morti anche mia mamma e mio fratello. Ma forse questo è proprio il momento giusto, la Fiat è cambiata e credo assuma un valore in più la parte storica del libro, che ricostruisce le vicende dell’azienda in quegli anni. Però, fondamentale è la rivoluzione umana compiuta da mio padre».

 

-Le principali sfide che ha vinto?

L.U. «Fondare la Fiat Brasile praticamente da solo non è stato certo facile. Per ogni progetto sociale ha imparato a dialogare con le persone, le istituzioni e la Prefettura. Negli ultimi 10 anni ha vissuto la malattia in modo incredibile; con grandissimo coraggio, accettazione e senza mai farla pesare agli altri. Ed amava la montagna, che scalava e arrampicava fin sulle cime più alte, sfidando la natura e la stanchezza. Perché lui le sfide se le metteva sempre davanti».

 

-Un bilancio delle cose più importanti fatte in tutti questi anni?

L.U. «Vila Canoas  ha dato a moltissime persone la possibilità di possedere una casa, prima erano  abusive; e non c’erano vie, rete fognaria, idrica, nessuna infrastruttura. L’istruzione è  stata fondamentale: mandare i bimbi a scuola, seguirli e con loro aiutare intere famiglie. Mio padre ha formato tantissime persone, creato lavoro, fatto frequentare dei corsi professionali e per tutte le opere di risanamento sono stati impiegati gli abitanti della favela».

 

– Le cose più urgenti, ora?

Mauro Villone: «Andare avanti con il progetto, trovare i fondi e seguirlo. Oggi la priorità è occuparci degli adolescenti, i più a rischio. Quelli che di colpo, a 12-14 anni, si ritrovano a lavorare nella prostituzione e nel narcotraffico. Ci sono 7 milioni di bambini di strada; il crack si sta diffondendo come un’epidemia e sta devastando interi villaggi. Le crackolandia si stanno espandendo: basta farne uso una volta per assuefarsi e morire nel giro di un anno e mezzo, perché non si avverte più fame, sete, né dolore. In Brasile, poi, muoiono 50mila bambini  all’anno stuprati e  uccisi. Le emergenze sono ancora tante».

 

-L’elite e i ricchi brasiliani fanno qualcosa?

L.U. «Oggi, nel bene e nel male, c’è un governo di sinistra e più assistenzialismo. Prima c’erano grande chiusura e paura; ora, i nostri vicini iniziano a fare timide azioni di beneficenza, ma senza un coinvolgimento personale. Poi ci sono anche grandi disponibilità: come il giovane volontario brasiliano, artista ed attore, che ci sta aiutando molto con i corsi di meditazione per i bambini».

 

-Le favelas quanto stanno cambiando?

L.U. «Ultimamente ci sono interessi economici più forti nei confronti delle favelas: il mercato immobiliare di Rio è molto quotato e parte della classe media ci va a vivere perché costa un po’meno. Arrivano anche stranieri e nascono locali, bar, spazi nuovi».

 

-Tra le vostre tante iniziative, l’anno scorso avete aperto la Guest house “Para Ti” e promosso i viaggi solidali di “Unaltrosguardo”; come sta andando?

M.V. «Il bilancio è positivo, in poco tempo avevamo il tutto esaurito. Quasi 15mila turisti all’anno arrivano in Brasile per i “favelas tour”: un tipo di viaggio solidale, responsabile, molto delicato. Non la visita ad uno zoo di persone, ma un’esperienza culturale ben fatta e di alto livello. Ora stiamo partendo con viaggi di studio e residenze d’artista; è benvenuto chiunque voglia aiutarci e fare attività con i bambini della favela».

 

– Chi vive a Torino e magari non può muoversi, in che modo può contribuire?

M.V.«Aiutandoci a fare presentazioni, perché non vogliamo solo raccogliere fondi, ma creare interesse e partnership con strutture, aziende, organizzazioni. Vorremmo trasmettere  “un’idea”: i nostri progetti non aiutano solo i poveri, ma moltissimo anche noi stessi. Chi dà una mano e fa volontariato riempie la sua vita e lo dico per esperienza».

 

L.U. «Non sempre è facile, ma è stimolante e non potrei più avere un altro tipo di vita. Non inseguiamo un’utopia: “ParaTi” ha davvero migliorato la vita di tante persone. Si può fare; se tutti pensassimo in modo diverso e fossimo più disposti ad aiutare chi non ha nulla, a qualunque latitudine del mondo».

 

Tra le loro iniziative in questi giorni a Torino, anche la Mostra fotografica di ritratti di sciamani  “Huni Kui: il cammino  incantato” (foto di Lidia Urani, curatore Mauro Villone)  a GO-TO GALLERY, Via Bidone 16, Torino, prorogata fino al 20 novembre.

 

Laura Goria

 

Per conoscere tutte le attività sociali di Para Ti: www.parationg.org; Per contatti, email: lidiaurani@hotmail.com  mauro.villone@libero.it

 

Alla libreria “L’ibridabottega”, Via Romani 0/A, Torino  trovate:

-Il libro di Franco Urani “Una rivoluzione possibile: 50 anni in Brasile tra grande industria e favelas” (Effatà Editrice).

-le agende e i quaderni di “13sedicesimi” con le foto di Rio Unaltrosguardo.

-borse, pochette, porta-cellulari ed altri articoli fatti dagli abitanti della Favela con le linguette delle lattine, per il progetto “Madeinfavela-Fashion for change” (apparse su molte riviste di moda).

 

 

 

Libera Critica in Libero Spazio

TFF 2014Dal 21 al 29 novembre 2014 nella sede ARCI in via Verdi 34, un luogo di confronto orizzontale, lontano dai riflettori, dove gli appassionati di cinema possono incontrare i protagonisti

 

Il TFF OFF nasce nel 2011, in occasione della 29esima edizione del Torino Film Festival, con l’obiettivo di offrire uno spazio alternativo di discussione e confronto sul TFF, per dare alla cittadinanza la possibilità si esprimersi e confrontarsi su uno dei principali eventi culturali della Città. Durante le giornate del Torino Film Festival (21 – 29 novembre 2014), il TFF OFF sarà aperto presso la sede ARCI Torino in Via Verdi 34, tutti i giorni dalle 14 alle 18.

 

Lo spazio OFF è stato concepito come luogo di confronto orizzontale, lontano dai riflettori, dove gli appassionati di cinema possono incontrare i protagonisti del Festival e costruire una riflessione critica sulla rassegna, in un flusso orizzontale di saperi e opinioni. Il TFF OFF è uno spazio complementare al Torino Film Festival e allo stesso tempo inedito, dove si incontreranno ospiti del Festival (registi, sceneggiatori, etc) al di fuori delle sale cinematografiche e si proporranno presentazioni di libri, dvd e incontri tematici, con un programma di eventi collaterali al Torino Film Festival che fornirà quindi un supporto logistico alla kermesse cinematografica torinese.Gli eventi si sveleranno man mano, gli ospiti del TFF OFF saranno individuati e coinvolti durante il Festival  in modo parallelo e complementare rispetto al programma del TFF, e saranno diffusi online sui siti:

 

 

Appuntamenti in calendario:

 

SABATO 22 NOVEMBRE

14.00 Proiezione del documentario “Felliniana” di Simone Cangelosi e Luki Massa (Italia, 2010) tributo alla celebre transessuale Marcella di Folco, tra i fondatori del MIT Movimento Italiano Transessuale, sempre presente in tutte le battaglie LGBT, scomparsa nel 2010.

Il film è una lunga intervista a Marcella, intervallata da spezzoni di film, in cui lei ricorda con gustosi aneddoti la sua lunga amicizia con Federico Fellini, che la volle come attore, quando ancora lei era un uomo, anche se molto effeminato, in ben sette dei suoi capolavori, tra i quali Amarcord.

La proiezione è un’anteprima della Trans Freedom March, marcia organizzata dal Coordinamento Torino Pride in occasione del TDoR (Transgender Day of Remembrance). La marcia si svolge sempre sabato 22 novembre, a Torino alle 16.30, con partenza da Piazza Vittorio. (www.torinopride.it)

 

 

MERCOLEDì 26 NOVEMBRE

16.00 Presentazione del libro “Dal pixel alla Pixar” con l’autrice Virgilia Bertolotto (Vincenzo Grasso Editore, 2014).

Il cinema di animazione è un genere che promuove le crescenti competenze tecniche di coloro che vi prestano la propria opera e, anche grazie alle strumentazioni sempre più all’avanguardia, le trasfigura in vero motivo di crescita e di perfezionamento stilistico. In questo contesto epistemologico, Virgilia Bertolotto intraprende un percorso critico sfociato nel saggio sul cinema di animazione computerizzata, dall’esplicativo titolo di “Dal pixel alla Pixar”. Attraverso un excursus che prende avvio dalle origini della computer grafica e ne attraversa la storia in modo trasversale, l’autrice si sofferma sull’analisi di tutti i film prodotti dallo studio Pixar. La brillante disamina raggiunge sicuramente il duplice obiettivo di coinvolgere gli appassionati del genere cinematografico, sorprendendoli talora nello scoprire dettagli inediti, e di incuriosire coloro che si avvicinano al cinema di animazione con sguardo vergine o ne avvertono le incantevoli suggestioni.

 

GIOVEDì 27 NOVEMBRE

16.00 Incontro su “Mondo movie” a cura dei Gun Bronthers

Si parlerà del Mondo movie, un “sottogenere” cinematografico nato negli anni 60 dalle menti di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, che deriva dal film documentario e dall’exploitation. Alla scoperta di “Mondo Cane” (film del 1962 che ha inaugurato il genere) e i suoi fratelli, in un viaggio attraverso immagini che hanno sconvolto, diviso ma anche meritato premi e riconoscimenti dando il via, con grande anticipo a livello mondiale, ai filoni dello splatter e del mockumentary.

 

 

VENERDì 28 NOVEMBRE

16.00 Presentazione del libro “Armonie contro il giorno. Il Cinema di Béla Tarr” Bébert Edizioni a cura dell’autore Marco Grosoli.

Il primo libro pubblicato in Italia ad affrontare la vita e il cinema di Béla Tarr, uno dei più influenti e importanti registi degli ultimi trent’anni. Operazione editoriale unica, che riempie un vuoto lasciato vacante, ed inaugura la nuova collana di cinema 24fps (24 fotogrammi per secondo).

Il libro infatti è esaustivo su tutta la produzione cinematografica di Tarr: dal “Macbeth” alle sette ore di “Satantagno”, dalle “Armonie di Werckmeister” all’ultimo “Il Cavallo di Torino”, dopo il quale Tarr si è ritirato dalle scene. Il volume esaurisce e indaga gli aspetti più complessi della poetica tarriana, fornendo gli strumenti necessari per decifrare, decriptare e capire le sue opere cinematografiche. Il volume viene inoltre arricchito dalle interviste in appendice a Béla Tarr, al direttore della fotografia Fred Kelemen e al musicista/attore Mihaily Vig. Appendice a cura di Michael Guarneri, che rende unico nel suo genere questo volume sul cineasta ungherese.

Marco Grosoli svolge attualmente un post dottorato in Film Studies all’Università del Kent (Regno Unito). Ha curato (insieme a Monica Dall’Asta) una raccolta di saggi sul cinema di Guy Debord (“Consumato dal fuoco: Il cinema di Guy Debord”, Pisa: ETS, 2011) e un’altra(insieme a Jean Baptiste Massuet) sugli usi cinematografici della motion capture (“La capture du mouvement et le modélage de l’invisible”, Rennes: Presses Universitaires de Rennes, 2014). Collabora con varie riviste cinematografiche, tra cui Filmidee.it, Spietati.it, Film Comment.

Michael Guarneri è un critico cinematografico. Collabora con riviste di cinema online e cartacee come La Furia Umana, Débordements e Photogénie (Flemish Service for Film Culture). Il suo cortometraggio Séparation de la critique – A trip with Raya Martin è stato presentato in anteprima al CPH:DOX Festival 2012, nella sezione “Maximalism”. Ha inoltre contribuito al libro Raya Martin, a cura di François Martin Saint Léon e Antoine Segovia, edito da SHELLAC.

Una secchiata d’arte per la Sla

DOCCIAAll’appello dell’AISLA hanno risposto circa cinquanta artisti, e da qui è nata l’Art Bucket Challenge. L’evento si terrà sabato 15 novembre alle ore 21 presso il Teatro “Le Serre” di Grugliasco

 

L’estate 2014 sarà ricordata indubbiamente per il discusso fenomeno dell’Ice Bucket Challenge, la sfida a colpi di secchiate d’acqua gelata che ha visto protagonisti vip di tutto il mondo col nobile intento di raccogliere donazioni da destinare alla ricerca sulla SLA.

 

La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una malattia che colpisce il sistema nervoso in modo progressivo, e il cui epilogo è purtroppo ancora fatale. Trovarvi una cura è di importanza primaria, ed ecco perché tanti personaggi più o meno famosi si sono prestati allo scopo. Tra questi anche Diego Casale e Fabio Rossini, che costituiscono il duo comico torinese dei Mammuth e che hanno risposto alla sfida in modo originale: non solo si sono rovesciati addosso la secchiata d’acqua di rito, ma hanno anche invitato amici e colleghi ad unirsi a loro, per organizzare una serata di intrattenimento aperta al pubblico al fine di raccogliere ulteriori fondi, ponendo così la loro arte al servizio di una valida causa.

 

All’appello hanno risposto circa cinquanta artisti, e da qui è nata l’Art Bucket Challenge.Per sapere qualcosa in più di questa iniziativa a sfondo benefico abbiamo quindi intervistato proprio i Mammuth, che ci hanno raccontato più nel dettaglio il programma della manifestazione.

 

L’evento si terrà sabato 15 novembre alle ore 21 presso il Teatro “Le Serre” di Grugliasco, l’unica struttura in Torino e provincia che si è offerta di ospitare la kermesse a costo zero, permettendo di devolvere in beneficenza l’intero incasso della serata . La sede prescelta, in grado di ospitare 500 persone e già utilizzata per l’organizzazione di eventi internazionali, sarà ulteriormente resa accogliente grazie all’intervento della Juke Box Live che, sempre a titolo gratuito, si occuperà di fornire materiali e supporto tecnico laddove necessario.

 

Sarà inoltre allestito un banchetto presso cui effettuare ulteriori donazioni e dove poter ricevere informazioni su questa malattia ancora poco conosciuta dai volontari dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterali Amiotrofica).Alla serata parteciperanno, oltre a Vincenzo Soverino, vicepresidente dell’AISLA, e ovviamente ai Mammuth, artisti del calibro di Beppe Braida, Franco Neri, Claudio Sterpone, Carlo Pistarino e vari gruppi musicali, tra cui i Dayslived, i Rimozione Koatta, i Bobbysoul, i SoundTruck, Let’s Beat!Tributo Acustico Beatles, i Farinei della Brigna e molti altri.

 

Ricordiamo che il costo del biglietto per assistere alla serata è di 15 euro, e che è possibile prenotare telefonando al numero 3277423350. Ulteriori informazioni riguardanti l’evento possono essere reperite sui siti www.teatroleserre.it, www.mammuth.tv e sul sito personale di Diego Casale, www.diegocasale.it.

 

Chiara Mandich

Maria Ferreri