ilTorinese

Casa Tennis, il programma di mercoledì 13 novembre

Ore 16.30 – 17.30

100% UGI Torino: il calcio e lo sport oltre la malattia

Torino Fc, Casa UGI e l’Ospedale Regina Margherita racconteranno il progetto 100% UGI insieme all’allenatore della squadra UGI 100% e una delegazione del team. Quando si supera la malattia, il cammino verso la normalità è solo all’inizio: il progetto “LosportconUGI” offre a bambini e ragazzi guariti l’opportunità di ritrovare fiducia e vitalità attraverso lo sport, creando un ambiente inclusivo e supportivo. Grazie a collaborazioni con diverse realtà sportive, l’iniziativa promuove percorsi personalizzati, garantendo accesso e integrazione per tutti, anche per chi affronta sfide motorie o cognitive.

Ore 17.30 – 18.30

Salve! con il Generale Mauro D’Ubaldi e Susan Khojasta

Ospiti il Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano, Mauro D’Ubaldi e Susan Khojasta (in collegamento da Firenze), calciatrice afghana. D’Ubaldi, ufficiale di artiglieria corazzata con una carriera ricca di incarichi, ha partecipato a missioni internazionali, inclusa l’Operazione ISAF in Afghanistan. Oggi è Comandante Logistico dell’Esercito. Susan Khojasta è una giovane calciatrice afghana che insieme alle sue compagne Fatema Nama Haidari e Maryam Mehrzad e al loro allenatore Najibullah Nawrozi ha lasciato il paese dopo il ritorno dei talebani, dove lo sport per le donne è stato vietato. Il salvataggio fece parte dell’operazione “Aquila Omnia” e fu un’impresa non semplice, che vide il Generale D’Ubaldi e il Ministero della Difesa attivarsi per salvare loro assieme a migliaia di altre persone: 87 voli in 15 giorni, che hanno permesso di portare in Italia 5.011 persone di cui 4.890 cittadini afghani, tra di loro 1.301 donne e 1.453 bambini. Ora Susan vive a Firenze e gioca per il Centro Storico Lebowski, condividendo una storia di rinascita e resilienza.

Ore 18.30 – 19.30

Stelle del Nuoto: Carlotta Gilli

Nuotatrice italiana classe 2001, ha iniziato a nuotare da giovanissima. Dal 2017 gareggia anche per la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, diventando un astro nascente del panorama mondiale, grazie ai suoi record. Carlotta è affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa che ha ridotto la sua vista da 10/10 a 1/10. Nonostante le sfide, nel 2023 è entrata nel Guinness World Record, dimostrando che la determinazione può superare qualsiasi ostacolo. La sua storia è un esempio di resilienza e passione per lo sport. La campionessa ha conquistato a Parigi 2024 due ori (200 misti SM13 femminili e 100 farfalla S13), un argento (400 m stile libero femminile S13) e due bronzi (100 metri dorso femminile S13 e 50 m stile libero femminile S13).

Ore 19.30 – 20.30

Battere record e pregiudizi con Valentina Petrillo e Riccardo Massidda aka Ava Hangar

Valentina Petrillo, la prima atleta transgender a vestire la maglia di una nazionale italiana in competizioni internazionali dialogherà con Ava Hangar, nome d’arte di Riccardo Massidda, un performer drag originario di Carbonia e attualmente residente a Firenze, dove continua a brillare nel panorama artistico.

CASA GUSTO –  https://www.ticketmaster.it/artist/nitto-atp-finals-torino-casa-gusto-biglietti/1339503

 

Ore 11.30 – 12.30

I tesori DOP e IGP del Piemonte: la Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino, peperone e Brachetto

La Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino DOP rappresenta una vera e propria rarità nell’ambito del patrimonio gastronomico di eccellenza del Piemonte, nascosta in una piccola porzione di territorio a cavallo tra le province Torino, Asti e Cuneo. Verrà presentata in abbinamento ad un altro squisito prodotto del territorio, il Peperone di Carmagnola, in accompagnamento ad un calice di Brachetto, vitigno dell’anno 2024 per Regione Piemonte.

A cura di: produttori della Tinca Gobba dorata del Pianalto di Poirino DOP, Consorzio del Peperone di Carmagnola e Regione Piemonte

 

Ore 13.00 – 14.00

Autunno con Gusto nel Cuneese

La ricca stagione dedicata ai prodotti enogastronomici di eccellenza e al calendario fieristico-gastronomico del Cuneese. Si degusterà una selezione di 3 formaggi tipici delle Alpi di Cuneo in abbinamento a miele/confettura, la polenta bianca con farina di grano tenero e di grano saraceno accompagnata con sugo di Porro Cervere, pane di montagna porri e patate De.Co. di Garessio e la Torta Valcasotto, il tutto in abbinamento a vino delle colline Monregalesi.

A cura di Regione Piemonte – ATL del Cuneese

Ore 14.30 – 15.30

I tesori DOP e IGP del Piemonte: Murazzano, Roccaverano, Ossolano ed Erbaluce

L’Associazione Alte Terre DOP raggruppa quattro Consorzi: tre di questi sono i Consorzi di tutela dei formaggi DOP Murazzano, Roccaverano e Ossolano. Si tratta di piccole produzioni di eccellenza accomunate, oltre che dalla qualità dei prodotti, dall’esigenza di “fare rete” tra piccole produzioni di montagna del settore lattiero-caseario a denominazione di origine protetta. La degustazione dei formaggi è guidata da Maestri Assaggiatori Onaf. Ad accompagnarli, un calice di Erbaluce, vitigno dell’anno 2023 per Regione Piemonte.

A cura di: Associazione Alte terre DOP e Regione Piemonte

Ore 16.00 – 17.00

I tesori DOP e IGP del Piemonte: alla scoperta del Brachetto, vitigno dell’anno 2024 e della Nocciola Piemonte IGP

Il progetto regionale “Vitigno dell’anno” nasce dall’idea di raccontare e valorizzare i vitigni storici autoctoni del Piemonte; dopo Dolcetto, Cortese, Freisa ed Erbaluce, nel 2024 è stato scelto il Brachetto. Durante la degustazione delle diverse tipologie di Brachetto (spumante, extra dry, rosé e passito) verranno raccontate le caratteristiche storiche e organolettiche del vitigno. In abbinamento, la Nocciola Piemonte IGP in varie tipologie e trasformazioni (tostata, crema e torta), uno dei prodotti che meglio rappresenta l’eccellenza ortofrutticola del Piemonte per una merenda davvero speciale!

A cura di: Consorzio di Tutela Vini d’Acqui, Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte IGP e Regione Piemonte

 

Ore 17.30 – 18.30

Mangébin: la merenda sinoira della tradizione piemontese

Il circuito dei ristoranti della cucina tipica piemontese di Torino e della sua provincia che propongono ogni giorno le ricette tradi­zionali del Piemonte e i vini del nostro territorio per offrire un’esperienza culinaria autentica. Partecipano: Pautasso con la giardiniera, Ristorante Arcadia con lingua di vitello scottata con bagnetto verde e rosso, Porto di Savona con l’insalata di faraona con mostarda di Cremona e senape, Trattoria Monviso con il Budino allo zabaione, l’Enoteca Regionale dei vini della Provincia di Torino e Alessandro Felis, giornalista e critico enogastronomico. A cura di Camera di commercio di Torino, Turismo Torino e provincia, Ascom Torino, Confesercenti di Torino e provincia, Città di Torino

 

Ore 19.00 – 20.00

Extra Vermouth – L’ora del vermouth di Torino e i Maestri del Gusto

I locali aderenti al circuito Extra Vermouth propongono l’autentico Vermouth di Torino accompagnato da una scelta di prodotti tipici del territorio e della cucina piemontese a cura dei “Maestri del Gusto di Torino e provincia”. Due progetti si incontrano per far assaggiare la “Torinesità”.  Protagonisti della serata: La Drogheria, Pastificio Bolognese di Muzzarelli dal 1949 e Rosada dal 1926. A cura di Camera di commercio di Torino, Turismo Torino e provincia in collaborazione con il Consorzio del vermouth di Torino.

 

EVENTI DIFFUSI

via Roma

ore 16.00 – 18.00 – Glenn Folco –

piazza Castello

ore 15.00 – 15.20 – Set 1 D!ps – Musica

ore 15.40 – 16.00 – Set 2 D!ps – Musica

ore 16.20 – 17.00 – Set 3 D!ps – Musica

cargo bike stage (itinerante per le vie del centro)

ore 16.00 – 18.00 – Jonnie – Musica

Carceri, Avs: “Nessuna risposta”

In occasione del Consiglio Regionale aperto alla Polizia Penitenziaria di oggi, le organizzazioni sindacali, gli amministratori e i rappresentanti del mondo penitenziario hanno avuto l’opportunità di esporre le loro preoccupazioni e richieste in merito alla grave situazione che si vive all’interno delle carceri piemontesi.

Tuttavia, le risposte fornite dalla Giunta regionale sono state del tutto insufficienti, non apportando alcuna soluzione concreta alle difficoltà segnalata. Dal momento in cui è stata istituita la regola di dedicare un Consiglio Regionale all’anno al tema della polizia penitenziaria, la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata. A confermarlo sono stati proprio i rappresentanti dei sindacati, che hanno evidenziato come le difficoltà siano aumentate anziché risolversi.

Nel suo intervento il Provveditore ha spiegato che per il Piemonte non sono previste nuove assunzioni oltre a quelle già effettuate, nonostante l’organico della polizia penitenziaria sia sottodimensionato soprattutto per quanto riguarda gli ispettori e i sottufficiali. La carenza di personale è un grave problema principale e la situazione è resa ancora più critica dal fatto che molti degli agenti assunti negli ultimi anni sono giovani e con una formazione insufficiente, incentrata principalmente sul contenimento fisico, ma incapace di rispondere adeguatamente alla crescente complessità del lavoro all’interno degli istituti penitenziari.

Preoccupante è l’intervento conclusivo dell’assessora Chiorino: oltre a proporci la consueta propaganda securitaria, che aumenterà il tasso di sovraffollanento, e ad attaccare AVS e Ilaria Salis, vera ossessione di Fratelli d’Italia, non ha fornito risposte adeguate, lasciando irrisolte le problematiche evidenziate da più parti, soprattutto in relazione all’accesso alla sanità per la popolazione detenuta, elemento su cui la Regione può e deve migliorare la vita delle persone ristrette.  Nei nostri sopralluoghi abbiamo rilevato un grave problema per ciò che concerne le visite specialistiche e il trattamento di patologie gravi e dolori acuti, eppure oggi non c’è stato alcun impegno al riguardo da parte della Giunta regionale.

Anche la questione del sovraffollamento è stata al centro dell’attenzione. Le strutture carcerarie piemontesi non sono più in grado di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti né un ambiente di lavoro sicuro per gli agenti penitenziari. Questo porta a un clima di tensione crescente, con episodi di violenza che mettono a rischio la sicurezza di tutti. Recentemente, la casa circondariale di Cuneo è stata teatro di una nuova rivolta, confermando una situazione sempre più insostenibile. Le celle, seppur aperte, non ospitano attività formative o riabilitative, creando un ambiente carcerario privo di opportunità di riscatto per i detenuti e ciò mette a rischio la sicurezza di tutti.

Abbiamo ascoltato molte parole, ma oggi non sono arrivate risposte adeguate. La situazione delle carceri piemontesi è insostenibile e il sistema non può più essere affrontato con interventi superficiali che non affrontano le cause strutturali del problema. È giunto il momento di orientare il sistema penitenziario verso un modello più riabilitativo e meno punitivo, investendo nella formazione specialistica del personale, nel potenziamento del supporto socio-educativo e sanitario e nell’introduzione di mediatori culturali per rispondere alle necessità di una popolazione carceraria sempre più diversificata.

È necessario inoltre ricostruire il patto sociale tra la società e il sistema penitenziario. La pena deve essere commisurata al crimine e deve sempre rispettare i diritti umani dei detenuti, affinché chi uscirà dal carcere possa farlo con la consapevolezza di aver avuto una reale possibilità di reinserimento sociale. Solo così si potrà rompere il circolo vizioso della recidiva e garantire una reale giustizia. Purtroppo, invece, la destra rivendica l’utilizzo del diritto penale per rispondere alle questioni sociali.

Le nostre proposte sono chiare e urgenti. La situazione all’interno delle carceri piemontesi richiede un cambiamento strutturale che metta al centro la sicurezza e i diritti di tutti: detenuti e agenti penitenziari. La Regione Piemonte deve investire in persone, opportunità e diritti, al fine di costruire un sistema penitenziario che non sia più un luogo di abbandono e sofferenza, ma uno spazio di riabilitazione e speranza per il futuro.

Alice Ravinalecapogruppo AVS Consiglio regionale Piemonte
Giulia Marroconsigliera AVS Consiglio regionale Piemonte

Helexia: progetto fotovoltaico a To Dream

Helexia investe per To Dream in un progetto fotovoltaico da 2,1 MWp che evita l’immissione in atmosfera di oltre 600 tonnellate di CO2 all’anno e contribuisce alla valorizzazione degli spazi urbani.

To Dream è un’idea originale che si sviluppa a Torino, su un’area di 270 mila mq tra open mail e parcheggi, in posizione strategica, un concetto inedito di integrazione tra shopping, leisure, servizi, un’operazione di rigenerazione urbana sostenibile che porta al recupero dell’ex area Michelin con un focus rilevante sulla sostenibilità ambientale ed energetica. Per questo Helexia è orgogliosa di aver investito in questo progetto con un impianto fotovoltaico che si compone di due lotti, con una potenza complessiva di quasi 1,7MWp, che garantirà una produzione interna stimata annuale di 2,1GWh di energia pulita. L’intervento di Helexia per il progetto To Dream ha comportato per il complesso commerciale l’installazione di una soluzione energetica sostenibile che non solo supporta le operazioni del sito, ma promuove anche l’adozione di energie rinnovabili su larga scala, contribuendo a ridisegnare spazi urbani per renderli più virtuosi e valorizzare gli spazi altrimenti trascurati, come i tetti inutilizzati.

“Siamo orgogliosi – ha dichiarato Giovanni Andrea Licata, country director di Helexia Italia – di aver partecipato a questo progetto di riqualificazione urbana che unisce innovazione e sostenibilità. Il progetto di To Dream è una prova concreta di come sia possibile ridurre le emissioni di CO2 e generare energia pulita, integrandosi perfettamente in un contesto urbano. Con questo intervento Helexia Italia non solo supporta il fabbisogno energetico del centro commerciale, ma contribuisce a trasformare in chiave green un’ex area industriale, con conseguente beneficio per tutta la comunità e la città di Torino”.

 

Mara Martellotta

I soliti manifestanti pro Pal questa volta occupano la sede di Leonardo. Crosetto: “Delinquenti”

Alcune decine di manifestanti Pro  Pal hanno sfondato le cancellate della sede torinese di Leonardo, nei pressi dell’aeroporto di Caselle, all’insegna dello slogan “Intifada ovunque”.

Gli  attivisti filopalestinesi denunciano “la complicità di Leonardo nel genocidio a Gaza”  e affermano che l’azienda sostiene l’esercito israeliano.

Alcuni di loro sono saliti sul tetto dove hanno esposto una bandiera palestinese e hanno vergato scritte spray sull’insegna dell’azienda.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scritto su X: “sono pericolosi eversivi, delinquenti e basta”, spiegando anche che i manifestanti avrebbero distrutto e imbrattato gli uffici.

E’ poi intervenuta la polizia che li ha allontanati dallo stabilimento.

La Croce Giallo Azzurra Torino riceve il Certificato Sistema Qualità

L’Associazione ANPAS Croce Giallo Azzurra Torino ha recentemente ottenuto, per la prima volta, il Certificato Sistema Qualità Uni En Iso 9001:2015. Questo riconoscimento definisce i requisiti di un sistema di gestione per la qualità, ed è stato conseguito al termine di un percorso di accompagnamento e supporto da parte del gruppo di lavoro interni del Comitato Regionale ANPAS del Piemonte. L’Audit si è svolto il 9 novembre scorso presso la sede della Croce Giallo Azzurra di Torino, alla presenza del Presidente ANPAS Piemonte Vincenzo Sciortino e dell’auditor Enrico Montabone.

La società Certiquality srl ha eseguito le verifiche necessarie sui processi operativi sulla trasparenza gestionale e amministrativa, sulla formazione di volontari e dipendenti, sulla sicurezza e sulla soddisfazione del personale, valutando numerosi parametri e indicatori. A conclusione di queste analisi, la società ha certificato l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo e gestionale della pubblica assistenza ANPAS.

“Questo traguardo rappresenta un passo significativo per la nostra Associazione – ha dichiarato Santo Bellantone, Presidente della Croce Giallo Azzurra di Torino – la Certificazione di Qualità non è per noi un obbligo, ma una scelta volontaria. Essa riflette la volontà di offrire ai nostri assistiti e soci servizi di alto valore, monitorati e riconosciuti da un ente indipendente. Ci siamo imposti delle regole per ottimizzare i nostri processi e migliorare continuamente la qualità garantendo elevati standard di assistenza. Questo impegno testimonia la nostra dedizione all’eccellenza e alla trasparenza, a beneficio della comunità che serviamo quotidianamente. Ringrazio tutti i volontari e collaboratori che hanno contribuito a questo percorso di crescita e miglioramento continui. Un ringraziamento speciale va anche a Marco Grechi, Responsabile della Qualità della Croce Bianca di Orbassano, che ci ha supportato nel percorso di avvicinamento alla Certificazione, e ad Armando Gotta, Responsabile del progetto Qualità ANPAS Piemonte”.

Vincenzo Sciortino, Presidente ANPAS Piemonte, spiega:”Il conseguimento della Certificazione Uni En Iso 9001:2015 da parte della Croce Giallo Azzurra di Torino rappresenta un grande traguardo per l’intero movimento ANPAS in Piemonte. Questo risultato testimonia l’impegno e la dedizione con cui la nostra rete di pubblica assistenza opera per garantire ai cittadini servizi di qualità, trasparenza e affidabilità. La scelta di aderire a un sistema di gestione della qualità è un atto volontario, che dimostra l’intenzione di miglioramento e di responsabilità verso la comunità. Investire nella qualità e nella trasparenza è essenziale per rafforzare i legami di fiducia tra le organizzazioni di volontariato e le comunità che servono. Ringrazio la Croce Giallo Azzurra di Torino e tutti i suoi volontari per il loro instancabile lavoro e per il contributo che danno quotidianamente al nostro territorio, nonché il team di Certiquality. La Croce Giallo Azzurra, aderente all’ANPAS, conta su 81 volontari, di cui 21 donne, e svolge circa 1600 servizi annui, inclusi trasporti convenzionati con aziende sanitarie locali, servizi d’istituto, emergenze 118 e assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni.

 

Mara Martellotta

Cardioteam, una vela per il cuore

A Torino non c’è il mare ma è tutto torinese il team che ha pensato e realizzato il viaggio di Dulcinea in giro per l’Italia, la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e appena conclusa.

A bordo di una vela storica Cardioteam ha circumnavigato lo stivale portando la prevenzione dell’ictus e dell’infarto – prima causa di morte in Europa – in oltre 30 porti, in mezzo alla gente.

In questa prima edizione 2023-2024 Dulcinea e Cardioteam hanno percorso insieme 1.924 miglia nautiche, da Genova a Trieste, sempre accolti con grande entusiasmo nei porti di approdo.

Tutte le persone dai 50 ai 75 anni che si sono sottoposte a ecocardiogramma hanno ricevuto l’esito del test e una brochure sullo stile di vita da adottare per prevenire infarto e ictus. Nella tenda di Cardioteam Foundation Onlus, allestita per circa una settimana in ogni porto di approdo, è stata fatta formazione su alimentazione, attività fisica, controllo della pressione arteriosa, del diabete e del colesterolo nel sangue.

Dei 3.800 screening effettuati quasi 40 persone sono risultate con una cardiopatia importante, mentre 114 hanno scoperto di avere bisogno di ulteriori visite cardiologiche.

 

Dott. Marco Diena

 

La mission di Cardioteam Foundation Onlus, fondata dal cardiochirurgo torinese Marco Diena e da un gruppo di cardiologi e professionisti forti degli studi scientifici che hanno dimostrato quanto la prevenzione può salvare più vite umane delle stesse cure ospedaliere, è da sempre portare la prevenzione fuori dagli ospedali nei contesti più disparati, dalle piazze ai parcheggi dei centri commerciali.  Dal 2014 ad oggi Cardioteam ha effettuato più di 21.000 screening lungo le strade italiane con il suo Cardiovan  e nel 2023 al Cardiovan di Cardioteam si è aggiunta Dulcinea, una vela storica che ha circumnavigato l’Italia, da Imperia a Trieste, fermandosi in 30 porti per effettuare ecocardiogrammi gratuiti alla popolazione.

 

“Le persone  commenta Marco Diena  si sono salvate perché sono venute a farsi controllare, e la maggioranza dei casi erano soggetti asintomatici! E visto il successo di questa edizione siamo pronti a ripartire nel marzo 2025. Nel nuovo giro ci fermeremo nei porti delle isole minori, territori svantaggiati per ragioni geografiche e logistiche, dove le persone hanno spesso difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere e conseguentemente a tenersi sotto controllo. Siamo certi che riusciremo a sensibilizzare anche i tanti turisti che ogni estate affollano le coste di queste splendide isole. In ognuna delle nostre tappe non ci limitiamo ad eseguire gli ecocardiogrammi, ma, attraverso brochure e materiale informativo, diamo importanti informazioni anche alle tante persone che incontriamo ogni giorno. Questo moltiplica il messaggio e dà forza alla nostra idea: bisogna favorire la prevenzione e far capire quanto è importante. Ictus e infarto secondo l’OMS sono la prima causa di morte in Europa. Nessuno sottovaluti il problema. Fate prevenzione!”

 

Una vela per il cuore è la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e ha come partner la Lega Navale Italiana, un’istituzione storica con oltre 200 basi nautiche. Un viaggio possibile anche grazie alla generosità degli sponsor che hanno creduto in Cardioteam Foundation Onlus: Intesa Sanpaolo, Fondazione Gruppo San Donato, Fondazione Buzzi Unicem, Technoalarm.

 

Sostieni Cardioteam: Donazioni onlus, Sostieni Cardioteam Foundation per le malattie cardiovascolari

 

CARDIOTEAM FOUNDATION ONLUS, C.so Quintino Sella, 20 10131 Torino ITALIA
segreteria@cardioteamfoundation.org

Veterinario muore dopo la caduta in bici

Non ce l’ha fatta Luca Ferrero, il veterinario torinese di 54 anni con studio in via Mazzini. È deceduto nella notte al Cto dove era ricoverato in gravi condizioni da mercoledì quando è caduto dalla bici in collina a Pecetto. Era un abile ciclista e ora si cerca di fare chiarezza sull’incidente dovuto a una caduta forse per uno spostamento d’aria causato da una moto e da una vettura che gli sono passati troppo vicino provocando la perdita di equilibrio. Le ferite riportate gli sono state fatali.

Polizia penitenziaria, un consiglio regionale aperto sulla situazione nelle carceri

“È un momento di ascolto e confronto utile che permetterà a tutti di prendere una volta di più coscienza della situazione assolutamente critica nelle strutture detentive della nostra Regione, difficoltà non solo del Piemonte, ma che caratterizzano tutte le carceri italiane”. È così che il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, ha aperto la seduta del Consiglio aperto dedicato alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria.

“In un contesto complesso come quello delle carceri, il lavoro svolto quotidianamente dagli agenti assume un ruolo fondamentale, oggi più che mai siamo chiamati a confrontarci in modo trasparente e costruttivo, ascoltando chi è tutti i giorni in prima linea” ha aggiunto il presidente dell’Assemblea regionale. Gli ultimi dati indicano che le persone detenute all’interno dei tredici istituti detentivi in Piemonte sono 4365 a fronte di 2943 posti, con un indice di sovraffollamento del 148,32 per cento. Per quanto riguarda gli agenti, attualmente in Piemonte sono operativi circa 2900 unità e si lamenta una mancanza di circa 500. Emblematico il caso di Torino, dove a fronte di circa 400 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, manca circa un centinaio di agenti. Tra le problematiche più preoccupanti, quelle legate ai detenuti con patologie psichiatriche, quelle delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), più in generale degli organici del personale e l’inadeguatezza dell’edilizia carceraria.

“Su molte questioni Governo e Regione sono intervenuti nell’ultimo anno: dal supporto psicologico alla formazione, dall’incremento di personale ai protocolli. È fondamentale il supporto agli agenti che garantiscono la sicurezza alla comunità, per cui auspico che si possa dare pieno rilievo al loro lavoro, attivando misure utili allo svolgimento dello stesso” ha ricordato Elena Chiorino, vicepresidente della Giunta regionale, che ha sottolineato come negli ultimi due anni siano stati assunti 180 nuovi agenti per le carceri piemontesi.

Vicente Santilli del Sappe, riferendosi ai disordini di questi giorni nell’istituto di Cuneo, si è soffermato proprio sulle aggressioni fisiche e verbali: “Gira molta droga e i telefonini vengono recapitati con i droni, l’unico deterrente possibile è schermare gli istituti di pena”. Per Maurizio Dalmasso dell’Osapp, sono grandi problemi la mancanza di circa le metà dei comandanti di reparto e l’insufficienza dei funzionari sanitari. “Oggi porto qui anche le conseguenze fisiche della rivolta avvenuta ieri a Cuneo”, ha fatto notare. Secondo Antonio Napoli (Polpen-Uil Pa) la gestione della sanità penitenziaria è critica per l’ottanta per cento dei casi e richiede l’ attenzione della politica.

“Ci sono detenuti facinorosi extracomunitari che non rispettano il sistema penitenziario italiano, dovrebbero scontare la pena nei rispettivi paesi; inoltre permangono i problemi legati alla carenza del personale, così come i turni sono sempre più massacranti” ha denunciato Raffaele Tuttolomondo (Sinappe). Luciano Scidà (Cnpp) si è soffermato sulla realtà di Asti, dove “in un anno sono stati sequestrati oltre 150 telefonini e molta droga all’interno delle celle”. Per Sara Comoglio (Cgil-Fp) “mancano anche molti ruoli intermedi, ciò incide sull’ organizzazione delle strutture”. Vincenzo Ricchiuti (Cisl-Fns) ha espresso apprezzamento per le azioni del Governo verso il personale penitenziario con le risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e l’assunzione dopo anni di nuovo personale.

Luciano Giglio (Uspp) ha posto l’attenzione sulla frustrazione degli agenti con il rischio di burn-out lavorativo, richiamando la necessità di dare ai detenuti maggior impegno quotidiano e formazione professionale in maniera tale da alleggerire il carico emotivo che sfocia in aggressioni verso il personale. Michela Favaro, vicesindaca di Torino, ha fatto cenno ai dati che indicano che in Piemonte si registra il 15% di carenza di personale, che in istituti come quello del capoluogo regionale sale al 20%.

Davide Mosso, della Camera penale Vittorio Chiusano: “Nel carcere di Torino ci sono oltre 1.400 detenuti su mille posti, non è rispettato l’ordinamento penitenziario. È inoltre aumentato il numero di detenuti con disturbi psichiatrici senza strumenti per gestirli”. Secondo Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, “le piante organiche scoperte riguardano ruoli intermedi su cui possiamo aspettarci incrementi. Negli ultimi due anni sono stati investiti venti milioni di euro nelle strutture”. Infine, Lina Di Domenico vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) ha spiegato che è stato firmato un protocollo per la prevenzione della salute dei detenuti e per dotare di personale medico gli istituti.

 

Si è aperto quindi il dibattito tra i consiglieri, con l’intervento di Silvio Magliano (Lista Cirio): “Esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo e auspichiamo ulteriori investimenti per incrementare il numero e la qualità delle strutture carcerarie e l’organico della Polizia penitenziaria. È, inoltre, opportuno sfruttare l’esperienza e le iniziative del Terzo settore per creare per i detenuti percorsi lavorativi che, tra l’altro, favoriscono il reinserimento sociale”. Secondo Sarah Disabato (M5s) “Si tratta di un problema urgente, che va affrontato nell’immediato. Anche il presidente Mattarella ha chiesto interventi immediati per affrontare il sovraffollamento nelle carceri e i problemi legati ai suicidi. Ci sono assenze importanti, come quella del Governo, il cui sottosegretario alla Giustizia è, tra l’altro, piemontese, e dell’assessore regionale alla Sanità”.

“La Lega è da sempre, in ogni sede, nazionale e regionale, vicina alle istanze degli agenti – ha affermato Andrea Cerutti (Lega) -. Lo ha fatto lottando per le dotazioni degli strumenti di deterrenza come il taser, lo sta facendo predisponendo le misure necessarie al completamento dell’organico, come previsto nel Decreto Carceri”.  Annalisa Beccaria (Fi), quindi, ha sottolineato “l’importanza del comma 4 dell’articolo 27 della Costituzione, che ribadisce il fine rieducativo del sistema carcerario e della pena per il reinserimento del reo nella società. Un articolo che non sembra trovare la propria efficacia se si considera che negli ultimi quattro mesi in Italia si sono verificate 640 aggressioni di detenuti nei confronti della polizia penitenziaria, 137 sono i poliziotti con oltre otto giorni di prognosi e sono stati 2.877 i casi di ingiuria e resistenza a pubblico ufficiale nelle carceri. Dall’inizio dell’anno, solo a Torino ci sono state 31 aggressioni e 35 feriti”.

Davide Zappalà (Fdi) ha evidenziato il lavoro svolto dal Governo in questi anni, sottolineando che “in Italia ci si sta già muovendo per cercare soluzioni a quelli che sono i due più grossi problemi del mondo carcerario: il sovraffollamento e la mancanza di personale grazie a 250 milioni per l’edilizia penitenziaria, che permetteranno di creare 7.000 posti in più per i detenuti che permetteranno di avvicinarci al traguardo dei 10.000”.  Rievocando quanto avvenuto recentemente al carcere di Novara, Daniela Cameroni (Fdi) ha sottolineato che “donne e uomini della polizia penitenziaria stanno pagando un prezzo altissimo per mantenere l’ordine nelle nostre carceri. Non si tratta solo di una battaglia per la sicurezza, ma per la dignità dello Stato. I fondi stanziati dal Governo per l’edilizia carceraria e le nuove assunzioni nella polizia penitenziaria stanno facendo invertire la rotta”.

Giulia Marro (Avs) ha illustrato le condizioni di vita all’interno delle carceri piemontesi che ha avuto occasione di vistare, evidenziando che “sovraffollamento, celle inadeguate, scarsa pulizia e strutture fatiscenti creano un ambiente di forte tensione, con gravi ripercussioni sulle relazioni tra detenuti e personale penitenziario. È necessario aumentare gli investimenti per la sanità penitenziaria e orientare il carcere verso un modello più riabilitativo e meno punitivo”. Gianna Pentenero (Pd) ha quindi affermato che “è importante avere consapevolezza del ruolo della polizia penitenziaria all’interno di un contesto complesso, che necessita di molti interventi. Assistiamo continuamente a disordini all’interno del carcere, che hanno determinato una situazione difficile per la polizia penitenziaria e più in generale per il personale che vi lavora all’interno. Bisogna scongiurare il più possibile i casi di recidiva, andrebbe posta attenzione per gli interventi previsti quando i detenuti escono dal carcere. Per quanto riguarda la Sanità, sarebbe necessario stilare un Piano sanitario che prenda in considerazione tutto il comparto carcerario”. Nadia Conticelli (Pd) ha dichiarato: “Non siamo insensibili al grido d’allarme emerso dagli addetti ai lavori: è una realtà tragica, che riguarda tutte le persone che vivono e lavorano all’interno del carcere e che nei vari sopralluoghi abbiamo potuto vedere con i nostri occhi. Particolarmente critica appare la situazione del Lorusso e Cutugno, che la stessa città di Torino ha chiesto più volte che venisse abbattuto e rifatto”. L’intervento di Emanuela Verzella (Pd) ha fatto riferimento all’esperienza scolastica, evidenziando che “anche da questo punto di vista i detenuti sono cambiati e sono lo specchio di un mutamento epocale della società post Covid. Le aule dove vengono condotte le lezioni sono piccole, fredde, fatiscenti e spesso prive di spazi adeguati. Un piano straordinario è assolutamente necessario, così come i percorsi di istruzione, soprattutto per i detenuti stranieri che non conoscono la lingua e stentano ad esprimere le proprie necessità e bisogni”.

Roberto Ravello (Fdi) ha fatto notare come spesso ci si interessi dei disagi patiti dalla popolazione detenuta, quindi è anche importante approfondire “l’alta faccia della luna”, vale a dire le difficilissime condizioni in cui lavorano gli agenti. “Migliaia di donne e uomini che servono la nazione e che operano con gravi problematiche. Per questo bisogna trasversalmente apprezzare il lavoro di questa Giunta. Sappiamo che qualcuno parla di repressione e democratura, siamo fieri di essere diversi da loro”. “Ringrazio gli operatori per averci fatto sentire dalla loro viva voce la situazione – ha affermato Mauro  Calderoni (Pd) – e abbiamo capito che rispetto all’anno scorso la situazione non è affatto migliorata. Questo ci fa riflettere sulle responsabilità di chi ha l’onere di governo di questa regione e di questo paese. È conclamato il rischio che la strategia di incremento delle pene per i reati minori, aumenti il sovraffollamento”.

Alice Ravinale (Avs) non ha condiviso la contrapposizione tra benessere degli agenti e dignità dei reclusi e ha spiegato che “l’emergenza totale delle carceri è un problema che coinvolge tutti coloro che sono detenuti o che lavorano all’interno degli istituti”. La consigliera ha anche ricordato che l’uso di psicofarmaci nelle carceri “è cinque volte superiore rispetto a quello normale, si è creata una vera e propria dipendenza e spesso le rivolte avvengono per questo”. Domenico Rossi (Pd) ha poi aggiunto che “i messaggi di chi è intervenuto oggi ci dicono che nell’ultimo anno la situazione è addirittura peggiorata, che mancano le figure intermedie, che le condizioni di lavoro sono disumane e che il sovraffollamento continua: per questo è sbagliato introdurre reati inutili, che servono solo a raccogliere qualche voto facile”.

Vittoria Nallo (Sue) ha ricordato che il ruolo della Regione è anche quello di essere un interlocutore affidabile per chi lavora negli istituti di pena: “C’è una contraddizione tra quanto previsto dal nostro ordinamento e ciò che effettivamente avviene. L’introduzione ideologica di nuovi reati non fa che aumentare la pressione sulla popolazione carceraria”.  Ha concluso Sergio Bartoli (Fi), affermando che “è dovere delle istituzioni migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri. Ho visitato il Lorusso Cutugno ed è indubbio che la situazione sia molto difficile: è urgente ristrutturare le strutture e migliorare l’esistente, prima di pensare a costruire nuove strutture”.

Ha concluso i lavori la replica dell’assessore Chiorino, rispondendo “a chi parla di dati imbarazzanti: si pensi però a quali erano i dati soltanto due anni fa e ai miglioramenti in atto. In generale troppo spesso la polizia penitenziaria è stata dipinta in modo sbagliato ed è innegabile che questo governo abbia riportato il focus su sicurezza e certezza della pena e dignità dei lavoratori. Quindi miglioramento delle dotazioni e rafforzamento del personale. Abbiamo sentito la dottoressa Di Domenico parlare di sovraffollamento delle scuole di formazione, segno che stiamo assumendo molti nuovi agenti. Edilizia penitenziaria: sono stati stanziati 250 milioni di euro per migliorare la situazione e garantire circa 7mila nuovi posti detentivi: il Governo c’è e sta dando risposte concrete, diverse rispetto a quelle sinora proposte. Lo svuotacarceri è stato fallimentare, perché alla fine abbiamo sempre 10mila posti mancanti”. L’assessore ha anche ricordato che in Piemonte sono stati stanziati 19 milioni.