ilTorinese

La raccolta rifiuti porta a porta arriva a Borgo San Paolo

È partita la campagna informativa di Amiat Gruppo Iren per l’attivazione del servizio di raccolta differenziata domiciliare “porta a porta” nel quartiere Borgo San Paolo.

L’ulteriore estensione del “porta a porta” interesserà oltre 30.000 mila torinesi residenti nell’area compresa tra corso Rosselli, corso Lione, corso Ferrucci, corso Peschiera, corso Trapani e corso Siracusa.

Come da consuetudine l’attivazione del servizio viaggerà parallelamente e in stretta correlazione con le attività di comunicazione collegate. In questi giorni, quindi, tutte le utenze interessate – domestiche, commerciali o produttive – riceveranno nella cassetta postale, a cura degli incaricati Amiat, materiale informativo dedicato.

Nelle prossime settimane, inoltre, operatori autorizzati e muniti di apposito documento e pettorina di riconoscimento consegneranno casa per casa lo “starter kit”, composto da una biopattumiera, sacchetti compostabili per la raccolta dell’organico, sacchi per gli imballaggi in plastica, calendario dei passaggi settimanali e materiale informativo sul nuovo sistema di raccolta.

A seguire, Amiat inizierà a consegnare i cassonetti previsti per la raccolta differenziata domiciliare, che verranno posizionati negli appositi spazi interni dei condomini, già individuati durante la precedente fase di progettazione.

Infine, per chiarire qualsiasi dubbio del cittadino e permettere agli utenti non trovati durante il passaggio porta a porta di ritirare lo starter kit, dal 4 ottobre al 30 novembre 2019, Amiat attiverà anche un punto info distributivo presso la sede Amiat di via Rio de Janeiro, ingresso dal civico 17/0, tutti i giovedì e venerdì dalle 16.00 alle 20.00 e tutti i sabati dalle 9.00 alle 12.30.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti si invita a visitare il sito www.amiat.it e a seguire la relativa pagina Facebook dedicata “Porta a Porta Torino: nuove attivazioni”.

 

Nuoto. Atleti piemontesi ai Campionati Europei di Riccione

I mesi estivi non sono stati di riposo e di vacanza per i più forti atleti di nuoto per salvamento del Vecchio Continente, ormai pronti per l’appuntamento più importante della stagione. Da martedì 17 a lunedì 30 settembre Riccione ospiterà i Campionati Europei, manifestazione che coinvolgerà nazionali assolute e giovanili, atleti di società e Master. I primi a tuffarsi saranno proprio i Master, martedì e mercoledì mattina impegnati nelle gare in vasca, da mercoledì pomeriggio a venerdì 20 nelle prove oceaniche. Venerdì sarà la prima giornata delle squadre nazionali, che fino a domenica gareggeranno in piscina e che lunedì 23 e martedì 24 saranno di scena sulle spiagge dell’Adriatico. Le cinque giornate saranno trasmesse in streaming sul sito www.federnuoto.it. Gli ultimi sei giorni della rassegna, da mercoledì 25 a lunedì 30 saranno dedicati alle gare Interclub giovanili e Open, con i primi tre giorni in vasca e gli ultimi due in mare.
Sono sette gli atleti piemontesi convocati in nazionale. Nella squadra assoluta ci sono Francesca Cristetti (Rari Nantes Torino), Federico Gilardi (Fiamme Oro/Rari Nantes Torino) e Vittoria Borgnino (Nuotatori Canavesani), in quella Youth Francesca e Valentina Pasquino (Nuotatori Canavesani), Andrea Vivalda e Mattia Faccinti (Sa-Fa 2000 Torino). Responsabile tecnico della nazionale giovanile è Gianni Anselmetti, allenatore dei Nuotatori Canavesani.
Francesca Cristetti e Federico Gilardi, Francesca Pasquino e Andrea Vivalda avevano ottenuto la convocazione già a fine maggio al termine delle gare in vasca degli Assoluti, grazie ai risultati ottenuti proprio allo Stadio del Nuoto di Riccione; Vittoria Borgnino ha ricevuto la chiamata durante l’estate, anche sulla base dei brillanti risultati ottenuti agli Assoluti di prove oceaniche. Stesso discorso per Valentina Pasquino e Mattia Faccinti, selezionati al termine dei Campionati Italiani di Categoria (gare in vasca) di luglio grazie ai risultati ottenuti in quest’ultima manifestazione, agli Assoluti e ai Tricolori di Categoria di prove oceaniche.
Per Francesca Cristetti, Valentina Pasquino e Mattia Faccinti gli Europei saranno la prima esperienza in nazionale, mentre i compagni di squadra hanno già vestito la maglia azzurra. Federico Gilardi, plurititolato a livello mondiale, Francesca Pasquino e Andrea Vivalda difenderanno i titoli e le medaglie conquistate agli Europei di Bruges e Ostend del 2017; hanno preso parte anche ai Mondiali dello scorso novembre, i primi due in azzurro, Andrea nelle gare Interclub. Da ricordare che nella seconda metà di luglio i sette azzurri piemontesi hanno partecipato a un collegiale al Centro Federale di Ostia.
Il nostro comitato regionale sarà rappresentato anche nelle gare Master e Interclub. Tra i “veterani” ci sarà Bruna Ravera (Aquatica Torino), classe 1967 e categoria 50-54, a caccia di nuove medaglie da inserire nella personale bacheca già ricca di podi internazionali. Tra le società in gara a Riccione, infine, ci saranno anche le piemontesi Nuotatori Canavesani e GS Vigili del Fuoco Salza.
L’articolo completo con i link utili per seguire l’evento su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190914200530&area=6

Cambio della guardia al vertice dell’Arma

Giovedì 17 settembre  cambio al vertice della Legione Carabinieri Piemonte-Valle d’Aosta, nella storica Caserma Bergia, Via Santa Croce 4 a Torino, che diede i natali all’Arma nel 1814. Alla presenza del Comandante Interregionale Carabinieri “Pastrengo” Generale di Corpo d’Armata Gaetano Maruccia, la cerimonia si svolgerà alle 9,30. Il  cambio della guardia al vertice della Legione avviene  tra il generale di divisione Mariano Mossa e il subentrante, Generale di brigata Aldo Iacovelli.
(foto: il Torinese)

“Il 112 non funziona: disservizi e ritardi”

DA PALAZZO LASCARIS

La denuncia di sindacati e forze dell’Ordine in Commissione regionale.

Disservizi, ritardi, malfunzionamenti. “Si mette a rischio l’efficacia degli interventi a tutela della salute dei cittadini”, hanno denunciato i rappresentanti di sindacati, forze dell’ordine, vigili del fuoco: il numero unico di emergenza 112 (Nue) oggi secondo loro non funziona come dovrebbe. La denuncia è arrivata nella seduta congiunta di quarta e quinta Commissione del Consiglio regionale (Sanità e Protezione civile), riunitesi per l’occasione con la presidenza di Alessandro Stecco.

I sindacalisti – Francesco Coppolella e Stefano Agostinis di Nursind (sindacato autonomo degli infermieri), Claudio Cambursano di Conapo (WWFF), Eugenio Bravo Antonio Perna rispettivamente del Siulp e Sap (Polizia di Stato) – hanno denunciato come i disservizi creati dal numero unico di emergenza persistano malgrado le numerose segnalazioni.

Evidenziate le problematiche del 112 e proposti interventi migliorativi che vanno dalla creazione di sale operative comuni, alla dotazione di tecnologie adeguate, l’eliminazione di passaggi telefonici,  il miglioramento della professionalità degli addetti al servizio e la tempestività degli interventi.

“È proprio su quest’ultimo punto che spesso si determina il salvataggio o meno di una vita umana, a volte pochi secondi in più o in meno risultano essere decisivi”, hanno spiegato.

Attualmente la maggior parte delle richieste di soccorso necessitano alcuni minuti, talora anche dieci, prima che le forze dell’ordine possano recarsi nel luogo indicato.

“È necessario cambiare il modello organizzativo – questa la proposta sindacale – azzerando quanto più possibile i tempi d’intervento e investendo nel progetto le necessarie risorse economiche al fine di poter intervenire tempestivamente con l’ausilio di tecnologie avanzate”.

Per l’occasione si è suggerito che uno dei soggetti preposti al perseguimento degli obiettivi indicati potrebbe essere il Politecnico di Torino che detiene il know-how necessario atto a risolvere le criticità.

Si è calcolato che una persona su due nell’Unione europea non conosce il servizio relativo al 112 e che in Italia, dal 1 febbraio 2017 al 31 gennaio 2019, ne hanno usufruito tre milioni e duecento mila persone.

Nel corso dell’audizione sono intervenuti per richieste di chiarimenti Stecco e i commissari Carlo Riva Vercellotti, Angelo Dago (Lega) e Domenico Rossi (Pd).

Lavoro e formazione alla vicesindaco Schellino

Da Palazzo Civico

Al centro del dibattito oggi in Sala Rossa il  nuovo assetto della Giunta. La sindaca Chiara Appendino ha illustrato il riordino delle deleghe in materia di Lavoro.

La formazione professionale, le politiche attive del lavoro, la promozione per l’occupazione giovanile e femminile saranno in capo all’Assessore e Vicesindaco Sonia Schellino – ha spiegato Appendino.

L’obiettivo – ha precisato – è collegare le materie del Welfare al sostegno dei lavoratori disoccupati sia nel sostegno al reddito che allo sviluppo di misure per la rioccupazione, compresa la gestione del Reddito di cittadinanza.

All’assessore Alberto Sacco sono confermate le deleghe attuali, alle quali sono estese le misure di salvaguardia dei posti di lavoro e di sostegno al reddito, le attività di gestione delle crisi aziendali, gli strumenti di salvaguardia salariale, lo sviluppo economico (cassa integrazione e contratti di solidarietà) e il progetto delle aree di crisi che coinvolge il territorio.

I due assessorati dovranno lavorare in piena sinergia – ha concluso – ma non ho dubbi che questo accadrà.IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Stefano Lo Russo (PD): Non abbiamo ben capito l’impostazione della Sindaca e perché abbia tolto le deleghe al lavoro all’assessore Sacco: come potrebbe aumentare l’efficienza? Le deleghe ad attività produttive e strumenti di gestioni delle crisi lavorative storicamente sono sempre state insieme. Speriamo almeno questo permetta all’assessore Sacco di occuparsi meglio delle deleghe rimastegli.

Andrea Russi (M5S): Sono molto contento dello spostamento delle deleghe, al di là dell’ottimo lavoro sinora svolto dall’assessore Sacco. Con la globalizzazione e la grande rivoluzione tecnologica in atto e un numero sempre minore di posti di lavoro disponibili, sono necessarie nuove forme di re-distribuzione della ricchezza, sempre più nelle mani di poche persone. Servono percorsi assistenzialistici – come il reddito di cittadinanza – che accompagnino la ricerca del lavoro.

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Le politiche attive del lavoro concorrono alla piena occupazione ed è difficile distinguere tra chi persegue il mantenimento dell’occupazione con politiche industriali e chi con politiche di welfare e re-distribuzione del reddito. In Europa, il reddito di cittadinanza non è uno strumento per le politiche attive del lavoro, per i 5 Stelle sì. È incomprensibile questa distinzione di competenze nelle deleghe della Giunta.

Maria Grazia Grippo (PD): La mossa della Sindaca è chiara: l’unica politica attiva del lavoro che questa Amministrazione si dichiara in grado di fare è quella di dare attuazione al reddito di cittadinanza. Con questa impostazione, la condizione di disoccupazione rischia di diventare permanente.

Osvaldo Napoli (Forza Italia): Prendo atto della corrispondenza di amorosi sensi tra M5S e PD e, al di là di chi ha le deleghe, l’importante è che vengano esercitate in maniera positiva

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

A cura di Laura Goria

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Delia Ephron “Avviso di chiamata”   – Fazi –   euro 17,50

L’autrice -romanziera, sceneggiatrice, drammaturga e giornalista- è la sorella della più nota Nora Ephron e con lei ha collaborato a vari progetti, tra i quali il film “C’è posta per te” interpretato da Meg Ryan e Tom Hanks.

Dopo il successo del suo precedente romanzo “Siracusa”, ora, con “Avviso di chiamata”, ci incanta e fa divertire con le peripezie della sconclusionata famiglia di Eve Mozell: 44 anni, organizzatrice di eventi a Los Angeles e un padre anziano di difficile gestione. E’ in parte autobiografico, rischiara alcuni retroscena del menage degli Ephron ed ha ispirato l’omonimo film con Meg Ryan e Diane Keaton, (che ne ha diretto anche la regia).

Attraverso la voce narrante di Eve entriamo nelle stanze emotive e affettive del suo nucleo familiare abbastanza disfunzionale. Tutto condito con ampie dosi di humor e scenette anche comiche, ritmo incalzante e uno sguardo affettuoso, ma lucido, sulle dinamiche sottese alla sua famiglia.

La madre si è fatta beccare a letto con un insegnante di biologia e se n’è andata da tempo. Il padre, dalla bottiglia facile, con altalene maniaco-depressive, entra ed esce dai reparti di psichiatria geriatrica, ma continua anche a imbastire strampalate storie d’amore e il matrimonio con la sua infermiera (chissà come andrà a finire).

Poi ci sono le altre due sorelle con le quali il legame affettivo è forte, intriso di confidenze e complicità, ma anche inquinato dallo scaricabarile per quanto concerne l’impegno non indifferente del padre.

Georgia è brillante, decisamente ambiziosa e ha messo la carriera in pool position. Ha scalato il successo fino a diventare direttrice di una famosa rivista di moda e poi ne ha creata una tutta sua a partire dal nome auto celebrativo “Georgia”.

Maddy è invece un’attricetta di soap opera dalla vita incasinata per un’ imprevista gravidanza e relative conseguenze sul fronte del lavoro. Di più non anticipo e vi lascio il gusto di scoprire i caratteri, le rivalità, gli amori, le mete e gli affanni delle tre sorelle che si palleggiano il padre, e i loro complessi rapporti tra New York e Los Angeles.

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Nora Ephron “Il collo mi fa impazzire. Tormenti e beatitudini dell’essere donna”   – Feltrinelli – euro 10,00

Ecco l’occasione per allargare l’orizzonte e leggere anche uno dei libri di successo della sorella Nora Ephron. Scrittrice, regista, produttrice cinematografica e sceneggiatrice di grande successo, nata a New York nel 1941 e morta nel 2012. In eredità ci ha lasciato film cult come “Harry ti presento Sally”, “Insonnia d’amore”, C’è posta per te” ed altre spassosissime commedie romantiche interpretate da attori della caratura di Shirley Mc Laine, Nicole Kidman, Meg Ryan, Tom Hanks ed altre stelle di Hollywood.

“Il collo mi fa impazzire” è del 2006, ma non ha scadenza, perché con leggerezza, profondità e salvifica ironia sciorina tormenti e beatitudini dell’essere donna alle prese con i nonsense della vita e gli anni che incalzano, segnando viso, corpo e anima di tutte noi. Nora Ephron era nata a Brooklyn in una famiglia di brillanti intellettuali ebrei: i genitori erano commediografi e l’avevano chiamata nientemeno che come l’eroina di “Casa di Bambola” di Ibsen. Era cresciuta a Beverly Hills ma amava profondamente New York. Nel libro c’è tutto il suo amore per la Big Apple, attraverso il racconto delle case e delle zone in cui ha traslocato tranche della sua vita (forse le pagine più belle in assoluto). Poi ci sono sprazzi dei suoi matrimoni finiti in sgradevoli divorzi; ad eccezione del terzo ed ultimo con lo scrittore e sceneggiatore Nick Puleggi, durato 25 anni e fonte di serenità.

I problemi tutti al femminile per fronteggiare rughe, capelli spenti, forza di gravità che vince sulle curve del corpo. Nora Ephron, con tonnellate di ironia e spietata cronaca, sciorina i palliativi tentati per rimanere giovani. Pagine amaramente divertenti con frasi come “Secondo il mio dermatologo, il collo incomincia ad “andarsene” verso i 43 anni, e tanti saluti”. Oppure la sentenza difficilmente confutabile “A parte la chirurgia plastica, per il collo non c’è niente da fare, un accidenti di niente. Il collo ti tradisce sempre. La nostra faccia è una bugia e il nostro collo è la verità”.

Lei sapeva scherzare moltissimo sul proprio fisico sostenendo “Uno dei vantaggi del non essere belli è che invecchiando si migliora”. E poi, nel libro, c’è il suo splendido e disincantato modo di affrontare le sfide dell’esistenza, aiutata dalla sua smisurata passione per la lettura, con manciate di aneddoti divertenti… come il suo breve periodo da stagista alla corte di J.F.K.

 

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Jon Fosse “Mattino e sera” – La nave di Teseo –   euro 16.00

Racconto lungo o romanzo breve che sia, quest’ultima opera del grande scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse –più volte in lizza per il Premio Nobel- incanta con la sua profondissima magia. E’ la storia dell’inizio e della fine, della nascita e della morte dell’ottuagenario pescatore Johannes che dialoga con se stesso sui massimi sistemi dell’esistenza. Parla poco con gli altri, ma ragiona molto in silenzio sulla dura vita del pescatore, sul suo amore per la moglie scomparsa, la sua amicizia con Peter (anche lui già morto) col quale si tagliavano i capelli a vicenda per risparmiare. Una vita semplice, iniziata con la nascita, quando Jonathan deve lasciare “il calore della pancia di Marta…e buttarsi nel mondo freddo dove sarà solo…separato da tutti”. All’estremo opposto ci sarà l’addio alla vita quando “alla morte si dissolverà e si trasformerà in nulla, tornerà là da dove viene”.

Impera dunque la domanda sovrana …come sarà dopo? Gli risponde l’amico Peter che gli va incontro nel momento del trapasso e lo guida, spiegandogli che non sembra un brutto posto perché “tutto quello a cui vuoi bene è lì, tutto quello che non ti piace non c’è”. Jon Fosse, da piccolo, è realmente passato attraverso un’esperienza di pre-morte, che in parte lo ha ispirato.

Ha scritto “Mattino e sera” prima di convertirsi al cristianesimo, ma non c’è un sostrato religioso in queste 152 pagine che mettono a nudo come in fondo siano simili gli estremi della vita. Nascita e morte, conflittuali come tutto quello che c’è in mezzo; ma in lotta titanica tra loro nel difficile passaggio da un mondo ad un altro, ammesso che sia poi davvero così.

Il libro è l’ennesima dimostrazione della grandezza di Fosse, considerato l’erede di Ibsen e Beckett, e drammaturgo norvegese più rappresentato al mondo. Ha iniziato a scrivere poesie e racconti quando aveva 12 anni, pubblicato il primo romanzo a 20 anni (“Rosso, nero”) e da allora una lunga carriera costantemente in ascesa, con la scoperta casuale del teatro, dapprima perché aveva la necessità di mantenersi, poi la sua brillante evoluzione in drammaturgo. Oggi quasi 70enne alloggia in un’ala del palazzo reale di Oslo che dall’800 viene riservata a chi ha illustrato la nazione per meriti letterari…un grandissimo onore concesso dalla Corona.

 

Donna muore al ristorante soffocata da boccone di cibo

Una donna, torinese, 69 anni, stava pranzando al ristorante mangiando quando, improvvisamente ha iniziato a sentirsi male. E’ deceduta poco dopo, probabilmente soffocata da un boccone di cibo che le è andato per traverso o stroncata da una reazione allergica. I soccorsi, seppur tempestivi, non hanno potuto salvarla.

Un mosaico di foto per ricordare Stefano Leo

Oggi avrebbe compiuto 34 anni, Stefano Leo, ucciso con una coltellata alla gola a febbraio ai Murazzi del Po di Torino. Per ricordarlo, amici e familiari hanno creato  un mosaico di loro piccole foto che ne creano una grande di Stefano. “Oggi è il tuo compleanno,  noi siamo qui uniti a mettere insieme i tasselli di un puzzle che rimarrà incompleto perché ne manca uno, perché manchi tu. Siamo fatti delle persone che ci hanno voluto bene e che ce ne vogliono: bisogna dirselo più spesso”, scrivono.  Accusato di omicidio è Said Mechaquat, il 27enne marocchino che alcune settimane dopo il delitto si è consegnato ai carabinieri, ai quali ha  detto di aver ucciso il giovane perché “sorrideva, era troppo felice”.

Perseguita la ex moglie. Arrestato dai carabinieri

Dal Piemonte

Nella serata di giovedì 12 settembre, a Villafranca d’Asti, i Carabinieri della locale Stazione congiuntamente a quelli della Stazione di Serrata (RC), su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palmi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di C.C., 43enne di San Pietro di Caridà (RC), in quanto ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie con l’aggravante della recidiva.

Il provvedimento eseguito scaturisce da una denuncia sporta dalla donna presso la Stazione di Serrata (RC) nel dicembre dello scorso anno, a seguito delle continue molestie e minacce poste in essere nei suoi confronti dall’ex marito.

In particolare, lo scorso 7 dicembre, i Carabinieri della Stazione di Serrata (RC), su richiesta della donna, erano intervenuti presso l’abitazione, ove avevano sorpreso l’uomo mentre, brandendo un’ascia, minacciava la donna al fine di costringerla a tornare con lui. Il tempestivo intervento dei militari, pertanto, aveva consentito di evitare più gravi conseguenze, nonché di tutelare e mettere in salvo la donna, poi risultata vittima da tempo di plurime condotte vessatorie da parte del marito.

Sulla scorta degli elementi raccolti, nel febbraio scorso, il G.I.P. presso il Tribunale di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, aveva emesso un provvedimento cautelare con il quale era stato disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi dove la donna svolgeva abitualmente attività lavorativa.

Il provvedimento, tuttavia, veniva in più occasioni violato dall’indagato, il quale, perseverando con la propria condotta violenta, si era reso più volte responsabile di ulteriori reati nei confronti dell’ex moglie.

L’uomo, rintracciato all’esito di ininterrotte ricerche da parte dei Carabinieri astigiani, espletate le formalità di rito, è stato sottoposto in regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, nel Comune di Villafranca d’Asti (AT).

In manette 12 capi ultrà. Ricattavano la Juve per ottenere biglietti

E’ in corso dalle prime ore della mattina una vasta operazione della Polizia di Stato di Torino, coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, nei confronti delle frange ultrà della Juventus. Nell’ambito dell’operazione denominata “Last Banner”, la DIGOS di Torino sta eseguendo 12  misure cautelari nei confronti dei capi e dei principali referenti dei “Drughi”, di “Tradizione-Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli … di via Filadelfia”, indagati a vario titolo per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Sono in corso – con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – 39 perquisizioni con la collaborazione delle DIGOS di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, nei riguardi di 37 fra i principali referenti dei summenzionati gruppi ultrà (ed anche del “N.A.B. – Nucleo Armato Bianconero”), anch’essi indagati nell’ambito della medesima indagine.

L’indagine della DIGOS – svoltasi per oltre un anno – è scaturita da una  denuncia sporta dalla Juventus ed ha consentito al Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino di acquisire incontrovertibili elementi probatori in merito ad una precisa strategia estorsiva posta in essere dai leader dei principali gruppi ultrà bianconeri nei confronti della citata società calcistica.

L’interruzione, alla fine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà ha infatti determinato, sin da subito, una “reazione” dei leader storici, che hanno definito una capillare strategia criminale per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di  forza”  nei riguardi  dellaJuventus.