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Cresce l’insofferenza verso diktat, esperti e sedicente comunità scientifica

 

Bisogna affidarsi agli esperti, alla comunità scientifica.

All’ennesima proroga degli arresti domiciliari la fiducia del gregge nei confronti dei pastori ha iniziato a scemare. Certo, c’è sempre una maggioranza di terrorizzati, ma l’insofferenza comincia a diffondersi. Anche nelle città più colpite dal virus, più a rischio, aumentano le uscite, il traffico automobilistico e pedonale.

Di quali scienziati fidarsi? Di quelli che sostenevano che in Italia non c’erano rischi e che ora vorrebbero l’ergastolo per tutti gli italiani? Di quelli che litigano in tv sulle statistiche e sulle interpretazioni dei dati? Di quelli che bollano come fake news le ipotesi di cura sostenute da altri loro colleghi? Tutti contro tutti, cure che paiono funzionare all’estero e che restano un tabù in Italia. Cure proposte da scienziati e utilizzate da medici, non da formaggiai. Però alla comunità scientifica del lìder minimo non piacciono…

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Cresce l’insofferenza verso diktat, esperti e sedicente comunità scientifica

CAAT, accessi posticipati: “La sicurezza è prioritaria”

La sicurezza delle persone è la priorità del CAAT. In questo rientra il differimento dell’orario nelle contrattazioni

“La Direzione Generale del CAAT, nell’ambito dei suoi poteri – spiega il suo Presidente l’ingegner Marco Lazzarino – ha assunto la decisione di posticipare l’accesso agli acquirenti al Centro Agroalimentare alle ore 5 del mattino, a partire dal 22 aprile”.

“Questa misura – aggiunge il Direttore Generale Avv. Gianluca Cornelio Meglio –  che rimarrà in vigore fino a tutto il protrarsi dell’emergenza Covid 19, è  finalizzata a separare la presenza fisica dei trasportatori che conferiscono la merce e che accedono al Centro fino alle 5 del mattino, da quella degli acquirenti. In questo modo viene ridotta l’interferenza tra le due categorie e viene, così, contenuto il picco di presenze all’interno del Centro Agroalimentare di Torino. Questo provvedimento rientra, infatti, nell’ambito delle misure necessarie di scaglionamento previste dalla normativa vigente. In chiave temporanea ed emergenziale l’orario di contrattazione viene differito alla fascia oraria 5 am-11 am”.

“Tale variazione di orario – precisa il Direttore Generale  – è stata frutto di un sondaggio sottoposto ai Titolari di Stand ed è stata poi presentata e discussa nell’ambito del Comitato operativo del CAAT, in cui siedono i rappresentanti delle varie categorie, tra cui qualche quelli degli acquirenti, che hanno condiviso la decisione della modifica dell’orario. La comunicazione circa il cambio di orari è poi stata trasmessa a Regione e Comune di Torino, ed anche alle Associazioni di categoria per una condivisione sul merito”.

“Tale variazione di orario – prosegue il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – risponde all’esigenza di garantire la sicurezza dei lavoratori, scopo primario da sempre perseguiti dal CAAT, tanto che, dall’inizio dell’emergenza Covid 19, è stato dato ampio mandato al Direttore Generale affinché adottasse ogni misura ritenuta necessaria ed utile per perseguire questa finalità. A tal fine sono state implementate tutta una serie di operazioni, quali la sanificazione tri-settimanale di tutti gli spazi del Centro, l’introduzione dell’obbligo di indossare mascherine e guanti, accanto a quello di mantenere le distanze di sicurezza, ed il rafforzamento  del personale dedicato a vigilare sulla corretta osservanza delle norme”.

“Sicuramente – osserva Lazzarino – sono consapevole che ogni tipo di cambiamento possa generare disagio nelle categorie che ne sono interessate ma, in questo tempo di emergenza sanitaria, tutti i cittadini sono chiamati a modificare le proprie abitudini per mettere in atto comportamenti responsabili volti alla salvaguardia della salute propria ed altrui. Confido che la comunità degli ambulanti darà prova del senso di responsabilità  e comprenderà  la necessità di adattarsi ai nuovi orari, allo stesso modo in cui i cittadini hanno dimostrato senso di responsabilità nell’adattarsi ai nuovi stili di vita e di lavoro, necessari per la prevenzione in tempi di emergenza sanitaria”.

“Come presidente del CAAT – conclude l’ingegner Marco Lazzarino – supporto, insieme a tutto il Consiglio di amministrazione, con determinazione le scelte che la Direzione Generale assume a tutela della salvaguardia della salute e dell’incolumita’ delle persone che frequentano il Centro Agroalimentare. La sicurezza è e rimarrà sempre la priorità che il CAAT intende perseguire, nella prosecuzione della sua attività essenziale, in linea con i provvedimenti assunti dal governo centrale e regionale in questo periodo di emergenza Covid 19”.

Pasqua e funerali blindati, 25 aprile “libero”. Ha senso?

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Giustamente il Governo Conte  aveva emesso una circolare per rendere compatibili i festeggiamenti del 25 aprile ad una situazione eccezionale come la pandemia, per evitare assembramenti. Un provvedimento sensato e condivisibile. Si trattava di una linea di condotta fondata sullo stesso principio di  ragionevolezza e di prudenza  che aveva portato ad impedire cerimonie religiose nelle chiese persino a Pasqua il Papa si presentò da solo in una piazza  San Pietro vuota

Un sacerdote è stato multato  domenica scorsa per aver celebrato Messa davanti ad una decina di persone in una chiesa di circa 300 metri quadrati. I funerali sono stati negati anche agli stretti famigliari dei morti con una scelta dolorosa che nessuno ha responsabilmente contestato. L’ Anpi invece pretende che vada fatta un’eccezione per la sua partecipazione al 25 aprile e quindi ha protestato con arroganza. Il governo giallo-rosso ha ceduto e quindi ci saranno manifestazioni ufficiali con possibili assembramenti, senza neppure tra l’altro  considerare l’età media  degli iscritti all’ Anpi. Che Pasqua venga sacrificata sull’altare della sicurezza e che il 25 aprile comporti obbligatoriamente la presenza dell’ Anpi rivela scarso  civismo, mancanza di responsabilità ,rinnovata manifestazione di una concezione monopolistica del 25 aprile che non necessariamente coincide solo  con la storia dell’ Anpi. Il partigianato non è stato solo comunista, ma  espressione di diversi orientamenti politici. Il fatto che non abbia protestato la FIVL che raccoglie gli ex partigiani anticomunisti, la dice lunga su certe prese di posizione egemoniche e prive  di adeguata sensibilità civica. Tra l’altro questa presa di posizione cozza con l’organizzazione di maratone on line per il 25 aprile in cui la parte del leone è quella dell’ Anpi. Dette maratone erano considerate sostitutive delle manifestazioni tradizionali com’era logico prevedere in questa circostanza drammatica.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Coronavirus, in calo i ricoveri in terapia intensiva: 273 in totale. Nuove vittime

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di mercoledì 22 aprile

3.200 PAZIENTI GUARITI E 1.938 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 3.200 (224 in più di ieri): 301 (+32) in provincia di Alessandria, 124 (+13) in provincia di Asti, 152 (+3) in provincia di Biella, 335 (+28) in provincia di Cuneo, 257 (+16) in provincia di Novara, 1.633 (+103) in provincia di Torino, 169 (+11) in provincia di Vercelli, 188 (+18) nel Verbano-Cusio-Ossola, 41 provenienti da altre regioni.

Altri 1.938 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2.598

Sono 74 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 11 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale complessivo è ora di 2.598 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 505 ad Alessandria, 132 ad Asti, 154 a Biella, 196 a Cuneo, 228 a Novara, 1.105 a Torino, 146 a Vercelli, 104 nel Verbano-Cusio-Ossola, 28 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 22.854 (+705) rispetto a ieri le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 3020 in provincia di Alessandria, 1.269 in provincia di Asti, 840 in provincia di Biella, 2.187 in provincia di Cuneo, 2.123 in provincia di Novara, 11.091 in provincia di Torino, 1.014 in provincia di Vercelli, 960 nel Verbano-Cusio-Ossola, 217 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 133 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 273 (-18 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.027.

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.818.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 113.930, di cui 58.804 risultati negativi.

Giovane in monopattino investito da auto. E’ in gravi condizioni

Un giovane di 22 anni è ricoverato in gravi condizioni al Cto

E’ stato investito mentre era a bordo di un monopattino elettrico: percorreva via Rosolino Pilo verso il centro quando è stato investito da un’auto,  che viaggiava in corso Lecce  all’altezza di un incrocio con semaforo. Il ragazzo, ecuadoriano, è stato portato in ambulanza  all’ospedale Cto con prognosi  riservata. La  squadra antinfortunistica della polizia municipale di Torino è intervenuta per i rilievi, ed è  ancora da chiarire la dinamica dell’incidente.

Nella Fase 2 il bus si potrà prenotare?

A Torino potrebbero essere  attivati bus su prenotazione, ma non è la sola novità che riguarda il trasporto pubblico al tempo del covid-19

È un’ipotesi allo studio del Gruppo Torinese Trasporti per fronteggiare in sicurezza l’emergenza sanitaria nella imminente (?) fase 2.
Le prossime disposizioni governative, il cui contenuto in parte sta già circolando, prevedono il mantenimento del distanziamento sociale anche sui treni delle metropolitane italiane, dove saranno indicate le distanze da tenere con appositi segni sul pavimento. Sarà possibile viaggiare seduti ma a posti alternati e sui mezzi pubblici bisognerà indossare la mascherina. E’ probabile che i tornelli di ingresso nel Metrò contino le persone fino ad un numero massimo  per evitare sovraffollamento. Gtt dovrà probabilmente aumentare le corse di tram, metro e bus anche a fronte di una presenza minore di passeggeri. Un’operazione certamente pesante per le casse dell’azienda che ha già perso milioni di euro da quando è iniziata l’epidemia.
(foto: il Torinese)

Il significato del 25 aprile è sempre attuale

Niente da fare. Ogni volta che ci si avvicina alla data del 25 Aprile si fanno un sacco di polemiche

Polemiche inutili e pretestuose. Ora la Meloni e La Russa se ne sono inventata una nuova.

Propongo che sia ….. manco loro sanno che cosa hanno proposto. Fanno i guastatori perché non
accettano la Storia, direi proprio l’evidenza dei fatti storici.

Ma con loro ogni sforzo è inutile  e velleitario convincerli con le buone maniere,
controproducente tentare di convincerli con le maniere forti. Sia ben chiaro: maniere forti non
vuol dire violenza, bensì applicazione delle leggi e regole che ci siamo fatti con la Costituzione
italiana, appunto dopo esserci liberati del nazifascismo. Masticano amaro perché non
accettano ciò che è avvenuto ed in particolare le sue conseguenze, cioè la democrazia.

Considerano il nostro un sistema mediocre, e non pensano che possono ancora dire le loro
stupidaggini perché c’ è la democrazia. In fondo li compatisco. Hanno solo rabbia e rancore. E
con rabbia e rancore non vanno da nessuna parte. Viceversa io e tanti altri come me sentono
il sapore, il profumo di libertà che si respira in questi giorni. Libertà per te stesso e per gli
altri. Mentre scrivo un vortice di ricordi. Le mille fiaccolate a cui partecipavo. Le prime da
Pioniere. Giovanissimo non volevo il fazzoletto azzurro simbolo della pace. Ovviamente volevo
quello rosso, ma quello con la Stella. Fantastico e tanto fantasticavo. Mi immaginavo giovane
Partigiano sempre un fuga dai nazifascisti con la piccola piccozza che diventava un fucile
automatico. E l’ incontro con con la letteratura della Resistenza. Il disincantato Beppe Fenoglio
nel Partigiano Jonny. L ‘umantita’ di Elio Vittorini. In Uomini e No il gappista non ha il coraggio
di sparare al soldato tedesco. Ha la faccia da operaio. O i ricordi di Davide Lajolo in la Rossa
Primavera. Dopo essere stato fascista di ritorno dalla Russia decidendo di scegliere di diventare
comunista e Partigiano.

Scoprivo che cosa erano i commissari politici avendo un consulente in mio padre. Parlava poco
ed ancora meno di sé stesso. Mia madre mi raccontò che era finito in via Asti e l’oro dei nonni
lo salvò. E il 18 aprile uscito dalla Grandi Motori saltarono le rotaie dei tram e venne organizzato lo
sciopero generale.

Profumo di libertà. Sicuramente il principe dei ricordi è nel 1975. Fiaccolata per il 25
aprile e fiaccolata per Dante Di Nanni. Eroe prima ferito e poi ucciso in via San Bernardino.
Impressionante la testimonianza di Giovanni Pesce capo dei Gap prima a Torino e poi Milano.
Lo ero andato a trovare ed uscendo si accorse dei fascisti che circondavano la casa. Non
intervenne. Sarebbe morto anche lui.

Il corteo partiva da Piazza Adriano.
Una ragazza boliviana ci chiede se poteva sfilare con noi. Minuta, con un viso dolce da indios.
Spiccava una pancia , era incinta. Quando partorisci ?

Due mesi, purtroppo il papà era rimasto in Bolivia, clandestino perché per allora c’era la
dittatura militare. Entrambi erano del partito comunista boliviano clandestino. Dopo il parto?
La sua risposta mi sconvolse. Tempo d’allattamento e poi ritorno in Bolivia lasciando il bambino
ad una cugina a Torino. Non capivo o più probabilmente non volevo capire. Quando capii non
accettai. Lasciava il figlio per raggiungere il marito. Perché?

La risposta fu lapidaria: voglio far crescere mio figlio in una Bolivia libera.
Profumo di libertà. Sicuramente e personalmente non avrei avuto coraggio di fare simili scelte.
Coraggio che hanno avuto i nostri padri e le nostre madri.

Caro Sallusti te devi fare una ragione: anche quest anno, come tutti gli anni e decenni
successivi si festeggerà il 25 Aprile anniversario della liberazione. Magari, anzi sicuramente, un
anniversario diverso dagli altri. Ma non per questo meno importante degli altri. Caro Sallusti
e proprio perché sono passati 75 anni un profumo
sempre più intenso di libertà. Non ci saranno i partecipanti ai cortei di Milano o le
fiaccolate di Torino. Ma ci sarà sempre chi sarà davanti alla Lapide dei Sette fratelli Cervi come
al Martinetto di Torino dove furono trucidati i membri del CLN di Torino.

Ci saranno i Sindaci e rappresentanti delle istituzioni e dai balconi ci sarà sui balconi  chi
vorrà manifestare. I più, nati nella libertà e che vogliono continuare a vivere nella libertà. vogliono
continuare nel sentire profumo di libertà. Ricordiamo e festeggiamo non solo per ieri ma
anche, se non soprattutto per il domani. Mi sento in debito verso mio padre. Mi pare che i miei
infantili sogni abbiano contributo a perpetuare questa libertà. Una libertà che consegno alle mie
figlie. Magari è retorico, ma va bene così, qualcuno è morto per quella libertà e qualcun altro è
morto per impedire questa libertà.

Umana pietà per le morti è altra cosa. Guai se non ci fosse. Ma l’uso politico di questo
sentimento è l’ennesima prova di una destra che non riesce a liberarsi del fascismo. Quello duro
e puro che con il patto di ferro con il nazismo si è posto fuori dalla Storia. Una destra italiana s’intende.

Europea è un altra cosa. Persino quella tedesca che ha reciso ogni legame con quel
tragico passato. Aneddoto raccontato dal Professore Alessandro Barbero.

Era a Francoforte per un simposio.
Nella vetrina di un negozio di filatelia erano esposti dei francobolli del periodo nazista. La svastica
era coperta e dunque nascosta. Una legge vieta la esposizioni in pubblico del simbolo del
nazismo. Australia e Francia hanno promulgato delle leggi che condannano penalmente i
negazionisti che negano l’esistenza dei campi di concentramento.

Perché non si fanno atti simili anche in Italia? Forse non è nella nostra indole questa
precisazione. Ma è nella nostra indole passione ed emozione di difendere le idee di libertà.
Bene, a volte eccediamo nell’ essere troppo enfatici.

Ripeto testardamente: questo 25 Aprile sarà maggiormente ricordato proprio per le difficoltà
prodotte dalle limitazioni.
Si ricorderà per il profumo di libertà di ieri di oggi e di domani. Per i nostri padri, un po’ anche per
noi e soprattutto per i nostri figli ed i nostri nipoti.

Ruffino (Fi): “Riaprire per filiere, non per Regioni”

Non potendo dare consigli a un presidente del Consiglio che interpella il Parlamento attraverso Facebook, segnalo al presidente Conte che la disputa sulle modalità e i tempi per la riapertura dell’Italia ha esaurito le ultime risorse di pazienza degli italiani, stremati da ben più gravi motivi.

Circondato da legioni di esperti, virologi, economisti, sociologi (a proposito: ma chi paga tutte queste persone e tutte le task force e commissari straordinari che si sono fatte le singole Regioni?), il presidente Conte farebbe bene a sentire qualche esperienza di vita vissuta da cittadini “inesperti” ma ricchi di buon senso. La fine del lockdown e la riapertura cadenzata su base regionale è una assurdità. Le filiere produttive non sempre e quasi mai sono concentrate all’interno della stessa Regione. Bene hanno fatto a ricordarlo il presidente della Lombardia, Fontana, e l’assessore Gallera: se si decide di riaprire l’automotive, non possono riaprire in tempi diversi gli stabilimenti di Melfi, Cassino o Torino poiché molti fornitori provengono da altre Regioni. Una riapertura su base regionale può valere per quelle attività autonome (penso ai parrucchieri o alle palestre) svincolate per loro natura da una filiera produttiva su scala nazionale. Tutto il resto, per non accrescere i già enormi disagi degli italiani, deve riaprire in tutta Italia. Il presidente Conte senta pure gli esperti e i professori, ma poi si affidi al buon senso.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Si riparte da Mirafiori con i prototipi della 500 elettrica

Da lunedì ricomincia seppure in parte l’attività nello stabilimento Fca di Mirafiori a Torino

La produzione riguarderà componenti per il Ducato della Sevel di Val di Sangro e o le preserie prototipali della 500 elettrica. Si tratta di una produzione sicura  nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo  autorizzate dal governo. In queste ore sarà definito il numero dei lavoratori che rientreranno e il loro orario. I sindacati hanno chiesto di implementare il Protocollo sulla sicurezza. Un primo segnale di ritorno alla normalità in vista del superamento dell’emergenza sanitaria.

Povertà e dignità nella Barriera di una volta. E oggi?

Tra corso Giulio Cesare 45 e le ex scuole di via Alessandria liberate dalla polizia, dagli abusivi anarcoidi ci sono a mala pena 500 metri. Alcuni anni fa, tra corso Emilia, corso Brescia e corso Giulio Cesare erano scesi i residenti regolari a manifestare (diciamo in modo robusto) di notte contro spaccio e degrado. Esasperati dal clima di violenza ed intimidazioni. Manco il coronavirus ha fermato questi delinquentelli di antagonisti.

Che poi tanto piccoli non sono visto che alcuni di loro sono stati arrestati e condannati per terrorismo. Tra spinelli e birre e magari altre droghe inneggiano alla rivoluzione per giustificare la loro pochezza. In Barriera di Milano o in Aurora sono di casa e l’ altro giorno, per proteggere due rapinatori hanno cercato di sobillare la popolazione perché si riprendesse la libertà contro il coronavirus. Anzi più precisamente contro lo Stato che impedisce libertà con la scusa del virus.

Il loro soggetto rivoluzionario il sottoproletariato, miseria sia economica che culturale. Pronta la condanna dell Appendino ed un assordante silenzio dei pentastellati loro amici (poi mitigato da un documento in Consiglio comunale). Direi di più, di pentastellati che scelgono sicuramente loro contro tutto e contro tutti. Parola d’ordine comune tanto peggio tanto meglio. Ideologia non ben definita e dunque volutamente ambigua. Ci avrebbero pensato i pentastellati nel risanare le periferie. Parole al vento. Ci sono oltre 30 anni di errori da recuperare. Cosa , almeno ad oggi semplicemente impossibile. Non è stato sempre così. 100 anni fa da quelle parti pur essendoci povertà c’era dignità che non trovi in questo presente. Mi si può obbiettare che con la dignità non si campa. Vero, per campare ci vuole soprattutto lavoro. Verissimo, ma il degrado senza lavoro porta alla più totale assenza di dignità. Cosi piccoli furti, lavoro nero e sopravvivenza fanno una tragica e sconsolante differenza. Da piccolo mia madre mi portava tutte le settimane a visitare parenti in via Cuneo e via Bra. Case di ringhiera con i gabinetti al fondo dei balconi.

Forte l’ immigrazione pugliese negli anni ’50. Poi la Fiat con le grandi assunzioni, siciliani calabresi. Ma alla mitica Pizzeria da Cristina in corso Palermo un pizzico di Napoli. Sempre, da quando mi ricordo io. A volte non ci si capiva, a volte tante tensioni. Una volta feci a botte perché volevano rubarmi la bicicletta. Ebbi la meglio, ammirato dagli amici. Ma lo sai con chi hai fatto a botte? No. Con Catrambone il bullo di quartiere. Nel ’75 venne ucciso dalla polizia durante una rapina a mano armata dalla. Ricordo questo sottolineando che anche agli inizi degli anni 70 , come negli anni 60, c’ erano molti problemi di ordine pubblico. Alle elementari mio padre mi portava a Porta Palazzo per comprare l’auroretta. Ci davano ancora il voto per bella calligrafia. Nel negozio sotto casa costava 500 lire. In via Borgo Dora 450 . Pignolo come era le provava tutte. Nel mentre mi guardavo intorno. Nel ricordo, il ricordo che qualcosa non tornasse c’era tutto. Mi affascinava un signore che con le catene sul dorso alzava enormi sassi. Quasi un gladiatore ante-litteram. Spettacolo per raccogliere elemosine. Un emarginato che assurse alle cronache cittadine per la sua estemporaneità. Arrestato per una rissa si schermì: mi hanno pagato quelli di corso Francia, dove c’era la sede del Movimento sociale italiano. Violenza ed emarginazione c’erano allora come ci sono oggi. Sbaglierò ma per allora c’era ancora, magari faticante, il senso del limite. Ora tutto è sbordante. Appunto non esiste più il senso della misura.

Barriera di Milano, zona Aurora e Porta Palazzo sono un unico corpaccione malato, profondamente malato. Alla malattia non ci sono ad oggi delle cure. Qualcosa bisogna fare. In passato tante polemiche su come intervenire. Agli antipodi due tesi. La prima, l’ integrazione culturale e sociale. La seconda, repressione totale e radicale. In mezzo mille sfumature di grigio. Conclusione: difficile vivere da quelle parti. Io ci sono scappato alla fine degli anni ’90 e francamente non ci tornerei più a vivere . Venivo anche un po’ sbeffeggiato da chi, rimanendo, mi accusava di esagerare. In 20 anni le cose sono cambiate sicuramente in peggio ed oggi, chi vorrebbe cambiare non ha le forze per andare. Da lì all’assuefazione è un attimo. Magari volere o credere di fare molto si riduce nel fare poco o niente. Ma qualcosa si deve fare. Cominciamo con la tolleranza zero. Repressione e denuncia dei delinquenti. Non vedo, a breve, nessuna altra soluzione se non partire da qualcosa per raggiungere qualcos’altro. Pena la scomparsa di un intero quartiere che conta 200mila residenti ed anche l’estensione di questo cancro a tutta la città.

Patrizio Tosetto