ilTorinese

Gli appuntamenti della “Domenica di carta”

Domenica 13 ottobre nell’ambito della iniziativa istituzionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali, anche la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, in collaborazione con la sua Associazione Amici ABNUT, apre eccezionalmente le porte del suo auditorium Vivaldi e della sala mostre per

LA DOMENICA DI CARTA 2019

13 ottobre orario 10,30 – 18

Piazza Carlo Alberto 5/A

2 mostre speciali e 2 presentazioni di libri con accompagnamento musicale

 

  • – Ore 11 “ANDARE PER FORTEZZE E CITTADELLE di Paola Bianchi, che ne parla con Carlo Tosco, Politecnico di Torino, e Franco Cravarezza, Direttore del museo Pietro Micca.

Suggestioni musicali a cura di Vanja Contu (arpa) e Maria Valentina Chirico (voce e harmonium).

 

  • – Ore 15,30 “MUSICISTI IN UNIFORME” con l’autore Enrico Ricchiardi ne parlano Cristina Santarelli, Emanuele Manfredi e Maurizio Benedetti.

Con la presenza di: Gruppo storico Marsaglia 1693, Gruppo storico Pietro Micca della Città di Torino, Gruppo storico Reggimento La Marina, Gruppo storico 23 marzo 1849.

Musiche proposte da Venti Sonori (dir. Francesca Odling), ensemble di fiati degli allievi del Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Torino. Conduce la presentazione Michele D’Andrea.

 

  • – 10,30 – 18 “LE MOSTRE”

 

Spartiti e testi di musica” a cura della Nazionale, una ricca selezione di preziosi e rari manoscritti e libri a stampa tratti dai suoi importanti fondi musicali.

Eccezionalmente sarà esposto anche il diario manoscritto nel 1706 da un protagonista anonimo della difesa di Torino nell’assedio “Journalier de la campagne dans le Piemont de l’année mille sept cent six et de la levée du fameux siege de Turin Capitale de Son Altesse Royale de Savoye”,.

 

La misura del tempo”, personale di pittura dell’artista Caterina Cucco, una ampia e interessante raccolta di dipinti della sua produzione, scelti dal critico d’arte Angelo Mistrangelo.

 

Ingresso libero e gratuito

 

INFO: E-mail bu-to.eventi@beniculturali.it e info@abnut.it

Siti: www.bnto.librari.beniculturali.it e www.abnut.it

 

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APPROFONDIMENTI SULLE PRESENTAZIONI

 

ANDARE PER FORTEZZE E CITTADELLE (Il Mulino, aprile 2019)

Forte, fortezza, casamatta, rocca, bastione, cittadella: il paesaggio della penisola è ricco d’innumerevoli strutture difensive sopravvissute a secolari, talvolta millenarie, fasi di riadattamento e riutilizzo. In esse cogliamo il sedimento tutto italiano di architettura e storia militare, ma anche di scienza, arte, cultura e società. Dall’Orlando furioso al Deserto dei Tartari, tanti luoghi del nostro immaginario evocano queste fortificazioni. L’itinerario che ci propongono queste pagine spazia da costruzioni molto antiche (Castel Sant’Angelo) e medievali (San Leo, Castello Sforzesco) a fortezze spagnole (Castel dell’Ovo a Napoli), contro i pirati (Trapani e Ustica in Sicilia), alpine (Fenestrelle), risorgimentali (Gaeta, Peschiera), fino a quelle più recenti del Novecento, senza dimenticare la Cittadella di Torino del 1572, la cui storia è ricordata anche con il manoscritto esposto e scritto da un protagonista anonimo della difesa di Torino nell’assedio del 1706.

Le fortezze e le cittadelle sono il simbolo di un potere, ma anche manifestazione raffinatissima della nascente cultura umanistico-rinascimentale. Con l’uso sempre più ampio delle armi da fuoco, l’Italia si trovò ad essere terreno privilegiato di innovazioni straordinarie nelle tecniche di fortificazione.

L’autrice, Paola Bianchi, insegna Storia moderna nell’Università della Valle d’Aosta. Tra i suoi libri: «Sotto diverse bandiere. L’internazionale militare nello Stato sabaudo d’antico regime» (Angeli, 2012), «Storia degli Stati sabaudi» (con A. Merlotti, Morcelliana, 2017); per il Mulino ha curato «Guerra ed eserciti nell’età moderna» (con P. Del Negro, 2018).

 

MUSICISTI IN UNIFORME.

L’evento è organizzato e presentato dall’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte. Frutto di una poderosa ricerca archivistica è un affresco insolito e suggestivo su due secoli di musica militare sabauda: formazione, vicende, uniformi, organici, strumenti e repertori dei soldati con lo spartito dalla fine del Seicento al 1870.

Un pomeriggio dentro la storia per ricreare – con musiche dal vivo, immagini, filmati, divise storiche e curiosità – le atmosfere, i suoni e la quotidianità dell’Armata Sarda.

L’evento approfondisce la pubblicazione di “Musicisti in uniforme: l’arte dei suoni nell’esercito sabaudo” di Enrico Ricchiardi (Lucca, LIM, 2019).

Tufo&Tartufo, sapori monferrini

         Sabato 12 e domenica 13 ottobre ad Odalengo Piccolo l’edizione numero 26 della rassegna

 

La manifestazione si aprirà nel pomeriggio di sabato 12, con una passeggiata all’imbrunire per godersi le luci ed i colori del tramonto sulle nostre Colline. La camminata si inserisce nel circuito di Camminare Il Monferrato, con la guida professionista di Anna Bruno.

All’Osservatorio i camminatori saranno accolti da un ristoro e intorno alle 17 partirà lo spettacolo sotto cielo e stelle di parole e musica di “Folk Foravia”, di Ricki Avateo e Igor Vazzaz. Lo spettacolo è gratuito e si svolgerà sul piazzale dell’Osservatorio, con possibilità di ristoro “rustico” in loco a cura dei ristoranti locali e servizio bar.

Seguirà la consueta apertura serale dell’Osservatorio Astronomico.

La domenica la fiera, con le consuete bancarelle di artigianato e prodotti enogastronomici, sarà aperta dalle “note” particolari dei “Campanari del Monferrato” in quanto pensiamo che ben si addica ad una fiera di campagna il far riscoprire le vecchie forme di comunicazione di un tempo, quando non si era perennemente connessi e le notizie si coglievano spesso dal suono delle campane con i loro tocchi particolari.

I tartufi verranno esposti sulle bancarelle della Fiera in attesa del verdetto sui migliori esemplari che verrà decretato alle ore 12 dalla giuria del Centro Studi Nazionale sul Tartufo di Alba, la quale assegnerà i premi in denaro in palio.

La presentazione degli eventi fieristici e dei tartufi è a cura di Chiara Cane.

La novità 2019 è che il percorso fiera si snoderà fino in località Serra, con esposizione lungo il percorso dei pannelli dedicati alle Zoofavole di Pietro Giordano illustrate dall’artista locale Monica Triveri.

Nella zona campo sportivo saranno posizionati i volatili de “La Cascina delle Ali”, che effettueranno dimostrazioni di volo libero e spiegazioni didattiche sugli uccelli/rapaci e possibilità di farsi fotografare con i rapaci in pugno, con minicorso di “gestione rapaci” dedicato ai più piccini. Gli orari del volo libero saranno esposti in fiera.

Durante la giornata sarà aperto il locale Osservatorio Astronomico (ingresso libero) dove sarà possibile ammirare le macchie solari attraverso i particolari filtri della struttura, che sarà raggiungibile anche attraverso il servizio navetta da e per la Fiera.

I visitatori potranno approfittare del pranzo con il “Cruciun del Trifolau”, per lasciarsi travolgere dalle specialità stagionali proposte dalla Pro Loco presso la struttura coperta quali agnolotti al burro salvia e tartufo, bollito e torta di mele De.Co e   con i menu tipici dei due ristoranti locali Serra (0141/919155 e Tuais 0141/919196.

Nel pomeriggio, alle ore 15,30 concerto della banda musicale GB. Viotti di Fontanetto Po, diretta dal maestro Rino Messineo.

In biblioteca P. Odalengi Mostra a cura del Gruppo Astrofili Cielo del Monferrato e Biblioteca del Comune di Brozolo dedicata al 50esimo anno della discesa dell’uomo sulla Luna, titolo “La luna questa s…conosciuta”..

 

 

Info: info@comune.odalengopiccolo.al.it

Sito www.comune.odalengopiccolo.al.it

Facebook FieradeltartufoOdalengoPiccolo

Instagram fieradeltartufo

 

Gli incompetenti in politica sono specchio della società

Riduzione dei parlamentari ? Bufala palese.

Nessuno ci crede e tutti la votano
dicendo dopo che sono stati costretti a votarla.
Tanto, diciamola tutta, è palesemente anticostituzionale.
Qualcun altro ci penserà a svelare la bufala. Per i
pentastellati la faccia è salva. Almeno per ora. Se si
campa così almeno per altri tre anni un lauto stipendio
è assicurato per ministri e sottosegretari. E’ stupendo  vedere il
confronto tra leghisti e pdini.
Tutta colpa dell’ altro: eravate al governo, cavolo
volete? Appunto, eravamo. E ora nel masticare amaro
ci siete voi. Intanto Giggino scende in piazza e con
tricche e tracche balla la tammurriata nera.
Prima ha abolito la povertà. Ora Robespierre è una
pallida controfigura nel rappresentare i cittadini.
Dubitiamo che Di Maio sappia la differenza tra
sudditi e cittadini. Per lui basta aprire il computer,

Casaleggio gli manda le veline ed il gioco è fatto.
Chi sta prendendo il posto di Toninelli al governo
è Bonafede. Vuole fare il sorteggio per scegliere i
membri del CSM. Magari con la lotteria di Capodanno.
Poi abrogare la prescrizione ed abbreviare i processi.
Parole in libertà.
Chi fa tenerezza sono quelli del PD, sperano nel
secondo tempo di recuperare  il
gol subito. Zingaretti sorride sempre.
Intanto l’Europa, anzi gli stati europei, sulla
immigrazione scherzavano. Bel pacco hanno
confezionato. Altro che i confini d’ Europa. Gongola
Salvini. Visto?
Per Torino le piccole cose di pessimo gusto. Luca
Pasquaretta inguaiato per estorsione alla
Sindaca. Innocente? Colpevole? Boh. Una cosa è
sicura: qualche telefonata un po’ “osé” l’ ha fatta alla
Chiara e poi è stato passato alla Laura
Castelli, viceministro per tutte le stagioni governative. Entrambe
seguaci di Giggino. Tutti incollati alla sedia. Se poi l’ anagrafe di
Torino va letteralmente in tilt non c’ è problema. Subito
un premio al principale responsabile: da assessore a
Ministro.
Ultimamente le cose vanno così.
Si va sempre avanti. Il 97 % dei costituenti era
laureato. Ora per essere ministro bisogna aver solo
fatto il venditore di bibite allo Stadio di Napoli.
Se no che democrazia sarebbe. Al più un bel
referendum su una piattaforma inventata da
Casaleggio. Se no che democrazia sarebbe. Un
anno e mezzo fa Grillo e soci hanno chiesto il voto
dicendo che non sapevano e proprio per questo erano
candidamente pronti per governare.
Arrendetivi tutti ! Apriamo il Parlamento come una
scatoletta. Poi per governare non basta urlare. Bisogna
sapere essere formati. Chi sostiene che solo i laureati
possono essere eletti vuole un democrazia per censo.
Ma chi sostiene che è sufficiente essere eletti dice una
bestialità. Una volta ci pensavano i partiti.
Ora non ci sono neppure più i partiti.
Anche la società civile zoppica. Mia figlia Sara sta
preparando l’ esame: Diritto costituzionale comparato.
Dopo la seconda lezione il Docente chiede ai suoi 200
studenti chi conosce la data di promulgazione della
Costituzione Italiana.
Silenzio totale. Lei ed il suo amico Lorenzo lo sanno
ma indugiano. Non vogliono apparire secchioni. Poi
alzano la mano rispondendo 1 gennaio 1948.
Non ci siamo proprio. Il Sapere non è come il passo
in montagna. Il ritmo lo fa il più lento. Esattamente l’
opposto, il più lento deve raggiungere il più veloce.
Questo si chiama selezione meritocratica.
Obbietteranno gli egualitaristi che tutti devono nascere
con le uguali possibilità.
Verissimo e giustissimo. Poi c’ è chi studierà di più
e chi studierà di meno e chi proprio non studierà.
Determinando tre diverse velocità. Francamente
non so bene come risolvere questo impoverimento
culturale. Gli studenti universitari che non hanno
risposto non hanno studiato. Può essere giustificabile
con un artigiano. Per loro è semplicemente
drammatico. Con la curiosità di conoscere quel cretino
che ha abolito l’ educazione civica nelle elementari.
Anche se io che l’ ho studiata quasi 60 anni fa avevo
una fortuna che gli alunni d oggi non hanno. Manco
sapevo cosa erano i telefonini. Manco sapevo che
qualcuno come Casaleggio voleva sostituire il
Parlamento con il web.
Parole al vento. Parole decisamente pericolose. Tanto
quanto un solo uomo al comando. Un solo uomo con
pieni poteri.

 

Patrizio Tosetto

Sequestrate 15 tonnellate di profumi contraffatti

Dalla Liguria

NUOVO COLPO ASSESTATO DALL’UFFICIO DELLE DOGANE DI GENOVA 1 E
DALLA GUARDIA DI FINANZA ALLE HOLDING DELLA CONTRAFFAZIONE  A SAMPIERDARENA 
Genova 10 ottobre 2019 – Nel corso delle attività di controllo operate nell’ambito del porto del
capoluogo ligure, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) di Genova 1 e i
finanzieri del II Gruppo della Guardia di Finanza di Genova hanno sequestrato, presso il
bacino portuale di Sampierdarena, un’ingente quantità di profumi.
Il servizio ha tratto origine da un’intensa attività di monitoraggio dei flussi commerciali
marittimi che interessano l’hub portuale di Genova, scenario, negli ultimi tempi, di ingenti
sequestri operati in stretta sinergia da Agenzia delle Dogane e Monopoli e militari della
Guardia di Finanza.
L’attività rientra nella sempre più mirata azione investigativa e di analisi tesa ad individuare
spedizioni illecite potenzialmente pericolose per la salute umana.
All’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Genova, i militari delle
Fiamme Gialle ed i funzionari ADM hanno individuato e sottoposto a sequestro, a bordo della
portacontainer Conti Paris battente bandiera liberiana, un container scortato da
documentazione doganale artefatta, appositamente strutturata per rendere poco
identificabile il tracking del carico illecito.
A seguito dei controlli effettuati su un container proveniente dagli Emirati Arabi e destinato a
Panama, venivano rinvenute 15 tonnellate di confezioni di profumi con packaging del tutto
identico ai prodotti originali del noto marchio della casa di moda italiana Diesel e del profumo
Rumba, quest’ultimo prodotto della nota maison francese Ted Lapidus.

I successivi approfondimenti, effettuati anche avvalendosi delle perizie effettuate dalle
società titolari dei diritti sui marchi relativi alle confezioni intercettate, confermavano la
contraffazione dei profumi, realizzati in assenza di qualsiasi garanzia sotto il profilo sanitario.
Il sequestro ha permesso di impedire l’introduzione nel mercato europeo di una grossa
partita di profumi, potenzialmente dannosi per la salute pubblica che avrebbe sicuramente
alimentato la vendita operata dalle organizzazioni criminali attraverso portali internet allocati
su server esteri e che, anche in considerazione dell’alto livello di contraffazione del
packaging, avrebbero potuto facilmente trarre in inganno il consumatore nazionale e
comunitario mischiandosi tra i prodotti lecitamente commercializzati.
L’illecito business avrebbe fruttato al sodalizio criminale un guadagno di oltre 1.300.000
euro

Le fiamme gialle arrestano pluripregiudicata latitante da due anni

Si è conclusa dopo due anni la latitanza di Z.M., catturata dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine legata ad una presunta truffa nei confronti di un commerciante torinese.

Criminalità organizzata transnazionale, riciclaggio, falsificazione di monete, fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa e ricettazione. “Spaziava” su tutti i fronti dell’illegalità la donna arrestata, nei cui confronti pendeva un ordine di carcerazione emesso a luglio del 2017 dal Tribunale di Savona.

Una sorta di “regina delle truffe”, persuasiva e fantasiosa nei suoi racconti, al punto da sembrare veri, la donna, 46 anni originaria di Carignano, comune del torinese, aveva già collezionato nel corso degli anni altre denunce per i suoi numerosi reati e, da ormai due anni, aveva fatto perdere le sue tracce.

È stata bloccata lunedì scorso dai Finanzieri del Gruppo Orbassano. I militari hanno sorpreso Z.M. in una strada nel comune di La Loggia (TO). Arrestata, è stata condotta presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Le indagini proseguono per verificare se altre persone, nell’ultimo periodo, siano state raggirate dalla donna.

Nella Ztl centrale si viaggerà a 30 km l’ora

Tra circa un mese nella ztl centrale di Torino potrebbe entrare in vigore il limite dei 30 Km orari. Lo ha annunciato l’assessora comunale ai Trasporti Maria Lapietra nella commissione sulle  linee guida per la micromobilità in sharing di  bici e monopattini elettrici. “Quando sarà realizzata e posizionata la cartellonistica si potrà partire con la Ztl 30 – ha detto – e penso che tra un mese riusciremo a partire”. A proposito del nuovo progetto di Torino Centro Aperto, il futuro  modello di Ztl, non è stata definita una data precisa per il suo inizio. “Tutto è definito per  partire a gennaio 2020. A fine novembre ci sarà  una commissione per fare il punto”, ha spiegato Lapietra.

Il trucco del clown verso la mostruosità della vendetta

Nelle sale “Joker” di Todd Phillips, Leone d’oro a Venezia

 

Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione

 

 

Difficilmente si sarebbe scommesso di poter aggiungere alla filmografia di Todd Phillips – lui, che una quindicina d’anni fa rinverdisce gli irriverenti Starsky & Hutch e allinea poi titoli come Parto col folle e la trilogia di Una notte da leoni – questo Joker che s’è portato via dalla laguna il recente Leone d’oro (forse, qualcuno ha anche scritto, con qualche luccichio di troppo). Non già (o ancora) il Joker con impresso sulle labbra lo sghignazzo di Nicholson o di Ledger, ma il prima, la nascita di quella risata contorta, un tic di malato che si porta quasi cucito addosso un biglietto che la mamma gli ha posto a difesa, scusatemi ma è la mia malattia a spingermi dentro questa maschera delirante, una difesa che vorrebbe proteggerlo da chi lo attacca e lo colpisce senza freno.

Arthur Fleck – allontanato da ogni altro essere umano, bullizzato, schiacciato, ridicolizzato per le strade di New York – ha una missione, portare risate e gioia nel mondo, lavora come clown per un’agenzia, come altri suoi colleghi si trucca e distribuisce sorrisi, trascorre le proprie giornate tra i mille tentativi per diventare un grande cabarettista e la cura e l’odio per una madre malata, videodipendente, ancorata ad un passato che ha il suo centro nel ricco magnate Thomas Wayne, che sta per prendere del tutto le redini di Gotham City. Il simbolo del successo, forse la certezza di una paternità rassicurante. Lavora anche davanti all’innocenza dei bambini, Arthur, ma forse portarsi una pistola in ospedale non è una pensata geniale: licenziato, imbocca sanguinosamente la strada della ribellione in una città dove i topi sono lì ad invadere e l’immondizia a soffocare, dove le aggressioni e il malaffare e i soprusi la fanno da padrone, dove le lunghe e fredde scalinate possono essere il giusto palcoscenico per un nuovo numero. Ecco allora che la risata si tinge di un colore violento, ecco che il rossetto attorno alle labbra somiglia troppo al sangue. Qualcuno in una sala cinematografica ride alle piroette di Chaplin sull’orlo del vuoto in Tempi moderni, altri là fuori si camuffano dietro maschere e bruciano e assalgono e saccheggiano in un affresco che si fa totalizzate e si inserisce con prepotenza nelle rivolte del nostro tempo. Un’epoca che vede calare il sipario anche sullo strabenedetto porto sicuro della cura (“siamo costretti a chiudere, ci hanno tagliato i fondi”), per la mente di Arthur né per la sua salvezza c’è più spazio, gli sfottò e i cartelli spaccati in faccia che avevano il sapore della gag hanno lasciato il posto alla rabbia senza ritorno, al portabandiera della sommossa. Tutto è marcio, tutto è in abbandono, bianchi corridoi in centri psichiatrici o studi televisivi: anche l’ultima strizzacervelli, anche Robert De Niro, anchorman che ospita come Letterman, meritano una condanna senza appello.

Nella tensione che accompagna l’intera vicenda, in un film che ha quasi la presunzione della perfezione, Phillips cala con intelligenza – a tratti non l’estro, non la sua “ribellione” registica, forse ci si sarebbe atteso anche da lui uno sgraffignante sberleffo -, ma in modo angosciante e allarmante, le carte della commedia e della tragedia e le sa mescolare a dovere, in perfetta alternanza. Chiaramente Joker appare in maniera straordinariamente stralunata guidato dall’interpretazione tutta da premiare (ma Venezia gli ha preferito il nostro Marinelli e il suo scrittore Martin Eden, per un affaire di giochini di giuria o di norme di regolamento: un Oscar a febbraio?) di Joaquin Phoenix (un applauso per noi all’immedesimazione di Adriano Giannini, ben oltre il comune “doppiaggio”), pianti, disperazione, risate, il grande sfodero del corpo, il parlare degli occhi, i movimenti della bocca, tutto eccelle in un interprete che già in passato ha dato grandi prove ma che qui, nel cammino verso la mostruosità della vendetta, scolpisce un personaggio che non si potrà facilmente dimenticare.

“Mario Lattes artista poliedrico”

In mostra alla Famjia Albèisa la multiforme avventura artistica dell’indimenticato intellettuale torinese

Fino al 27 ottobre

Alba (Cuneo)

Segni e colori come voci urlanti. Dell’anima del corpo della memoria. Segni e colori che seguono vie senza tracce predefinite o pianificate, nel solco di un’espressività corrosiva, tenue e aggressiva a un tempo, fra tentazioni informali e inquiete linearità figurative. Così è la pittura di Mario Lattes (Torino, 1923 – 2001), uomo e artista di assoluta e singolare versatilità. Pittore, incisore, scultore, ma anche acuto editore nonché scrittore e ideatore di significative iniziative culturali, a lui la Fondazione Bottari Lattes (nata a Monforte d’Alba nel 2009 per volontà della moglie Caterina, che oggi ne è presidente onoraria) dedica fino al 27 ottobre – in concomitanza con la nona edizione del Premio Lattes Grinzane – una suggestiva mostra allestita negli spazi della Famjia Albèisa, in via Pietrino Belli 6, ad Alba.

 

Con l’obiettivo, che già il titolo mette in chiara evidenza, di proporre ancora una volta al pubblico la sintesi di una narrazione pittorica di fascinosa “poliedricità”, la rassegna assembla oltre trenta lavori poco conosciuti e mai esposti ad Alba e nel Cuneese, concentrandosi in particolare su acquerelli, gouache e opere a tecnica mista realizzate su carta. Non mancano gli oli, come il klimtiano – permeato di armonioso erotismo – “Nudo sul tappeto” dell’’85, e le incisioni, con “La rosa” del ’70. Pezzi, questi, più noti al grande pubblico, rispetto alle inquietanti “Marionette” dell’ ’89 o all’accademico “Studio di testa” dell’’84, accanto al cupo “Anfiteatro con nuvola nera” del ’70 e al fantasioso “Soggiorno di via Calandra” del ’78. Opere in cui s’intrecciano sogni, realtà e le personalissime emozioni di un “uomo solitario e complesso”, impegnato a regalarci e a regalarsi racconti spesso intrisi di “quell’epico senso dell’inconcludenza umana” e di quel pessimismo – soffuso ma pesante – propriamente legati alle sue origini ebraiche.

Il tutto attraverso tecniche e linguaggi assolutamente eterogenei, ma accomunati dalla precisa volontà di andare sempre e comunque oltre gli schemi, oltre le categorie, oltre i movimenti. Se infatti è vero che l’iter artistico di Lattes racchiude momenti di ispirazione ora astratta e informale (in particolare nel decennio dagli anni ’50 ai ’60), ora espressionista e simbolicamente visionaria, è pur vero che ogni sua opera mantiene, in tutti i casi, cifre stilistiche e atmosfere narrative del tutto originali. Uniche, fuori dal tempo e libere dalle “mode”. Sono pennelli e colori dati in mano a un fanciullo un po’ triste e ombroso, ma anche talvolta ironico e ricco di imprevedibili fantasie. “Lattes – scriveva, in tal senso, Marco Vallora nel 2008 in occasione di una grande retrospettiva a lui dedicata presso l’Archivio di Stato di Torino – è sempre là dove non te l’attendi, anche tecnicamente”. Realizzata con il sostegno di Regione Piemonte, Comune di Alba, Fiera Internazionale del Tartufo, Comune di Monforte d’Alba e Cantina Terre del Barolo, la mostra è arricchita dall’esposizione di volumi e scritti di Mario Lattes, tra cui romanzi come “Il borghese di ventura” (Einaudi, 1975; Marsilio, 2013), “L’incendio del Regio” (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), la tesi di laurea del ’60 “Il Ghetto di Varsavia” (da considerarsi ancora oggi il più completo e ampio saggio scritto in Italia sull’argomento, ma rifiutata allora da Einaudi e pubblicata solo nel 2015 da Cenobio, a cura di Giacomo Jori) e alcune pubblicazioni di “Questioni”, rivista fondata da Lattes nel 1953, dapprima con il titolo di “Galleria”.

Gianni Milani

“Mario Lattes artista poliedrico”

Famjia Albèisa, via Pietrino Belli 6, Alba (Cuneo). Per info: Fondazione Bottari Lattes tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Fino al 27 ottobre

Orari: dal merc. al ven. 15/18, sab. e dom. 11/18

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Nelle foto

– “Nudo sul tappeto”, 1985
– “Marionette”, 1989
– “Studio di testa”, 1984
– “Anfiteatro con nuvola nera”, 1970
– “Soggiorno di via Calandra”, 1978

 

Il Comune regolamenta l’uso dei monopattini

Su proposta dell’assessora Maria Lapietra, la Giunta Comunale ha fissato le linee guida per l’esercizio dei servizi free floating che prevedono l’utilizzo di biciclette, a pedalata assistita e non, scooter e altri veicoli innovativi a propulsione elettrica. Sono infatti sempre più numerosi i monopattini e mezzi  similari che attraversano la città.

Oltre a regolare la sosta dei mezzi (in affitto o di proprietà), dettando direttive tese a impedirne l’abbandono selvaggio e per disciplinarne il recupero, il documento prevede la creazione di un Tavolo di lavoro con gli operatori interessati alla gestione dei servizi di mobilità in sharing.

“Potremo così monitorare il servizio complessivo, valutare e concordare azioni volte al suo miglioramento e far fronte a eventuali criticità – spiega l’assessora Lapietra – . In un secondo ‘Tavolo’ – prosegue Lapietra – verranno analizzati i dati sulla circolazione dei dispositivi di micromobilità per i quali abbiamo aderito alla sperimentazione promossa dal Ministero dei Trasporti”.

L’esame dei dati forniti servirà anche per disporre la riduzione o l’aumento del numero dei mezzi massimo stabilito per la composizione delle flotte degli operatori di micromobilità in sharing, inizialmente fissato in 500 unità. Non è invece prevista alcuna limitazione per biciclette tradizionali, a pedalata assistita e scooter.

Nelle piazze San Carlo, Castello, Vittorio Veneto, Carlo Alberto, Carignano e Palazzo di Città la sosta, che nel resto della città dovrà comunque sempre rispettare le norme del codice della strada, sarà consentita solo nelle aree destinate a parcheggio di cicli e motocicli delimitate da apposita segnaletica, laddove esistenti.

Per garantire la rimozione dei mezzi posteggiati irregolarmente o abbandonati, i singoli operatori dovranno predisporre un servizio di call center, pronto intervento e controllo dei dispositivi, attivo 365 giorni l’anno e sull’intero arco della giornata, con personale pronto a rimuoverli o spostarli entro 24 ore dalla segnalazione.

A copertura degli eventuali costi di recupero dei mezzi abbandonati in caso di sospensione e abbandono dell’attività, ogni operatore dovrà poi produrre una fidejussione di 10 euro, nel caso di biciclette tradizionali, bicilette a pedalata assistita, monopattini e segway, e 20 euro, nel caso di scooter, per il numero di mezzi utilizzati.

Tra gli adempimenti previsti per i futuri gestori dello sharing cittadino anche la sottoscrizione di una polizza con massimali di copertura pari almeno a 5 milioni di euro per responsabilità civile verso terzi, includente la copertura dei danni alle strutture e agli utilizzatori del servizio e una seconda, sempre di 5 milioni di euro, per la responsabilità civile personale del conducente.

I servizi in condivisione dovranno, non appena possibile, essere integrati all’interno della piattaforma MaaS (Mobility as a Service), attualmente in fase di sperimentazione a Torino. All’atto dell’adesione ogni operatore metterà a disposizione degli utenti per l’utilizzo del proprio sharing una somma di 5 euro annui moltiplicata per il numero dei mezzi che compongono la flotta.

L’ avviso per l’individuazione degli operatori interessati sarà pubblicato a breve: per le biciclette tradizionali, quelle a pedalata assistita e gli scooter a flusso libero , avrà una durata di 5 anni rinnovabili, mentre per i monopattini e i segway si chiuderà invece il 27 luglio 2021, termine del periodo di circolazione sperimentale.

Danneggia un motociclo e ne ruba i pezzi

Arrestato dagli agenti della Squadra Volante
Un cittadino somalo di 24 anni è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante per furto e
denunciato per oltraggio a P.U.
I poliziotti sono intervenuti nella tarda serata di venerdì scorso in Lungo Dora Napoli poiché
era stata segnalata la presenza di una persona che stava danneggiando le auto in sosta. Giunti
sul posto, gli agenti hanno visto lo straniero armeggiare su un motociclo riverso per terra. In
particolare, utilizzando lo specchietto retrovisore destro del veicolo, l’uomo, dalla plancia del
veicolo, aveva rimosso il tachimetro.
Durante le fasi dell’arresto, il cittadino somalo ha tenuto nei confronti dei poliziotti una
condotta irriguardosa, insultandoli più volte e sputando nei loro confronti, fatto che gli è valso
la denuncia per oltraggio. L’uomo è stato anche trovato in possesso di un frammento di
hashish, illecito per il quale è stato, invece, contravvenzionato. A seguito di accertamenti, è
anche emerso che il motorino sul quale il ventiquattrenne stava armeggiando era stato rubato
il giorno prima.