ilTorinese

Juvarra, il grande. Un assaggio virtuale della mostra

Oggi, 21 maggio, era prevista alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino  l’inaugurazione della mostra sul grande architetto Filippo Juvarra: una mostra pensata e allestita per presentare al grande pubblico, per la prima volta nella sua interezza, il Corpus Juvarrianum, il più consistente fondo di disegni del celebre artista e dei suoi collaboratori.

La mostra, in collaborazione con importanti enti del territorio e sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, è una delle iniziative dell’anno 2020 dedicato al Barocco ed è stata posticipata all’autunno prossimo.

Come virtuale premessa inaugurale inizia da oggi una serie di suggestioni online sulla mostra e sul Corpus Juvarrianum per accompagnarci all’appuntamento autunnale.

Ouverture: il logo della mostra che sarà il “ritornello” del nostro percorso di avvicinamento nei prossimi mesi.

La musica di sottofondo, di buon auspicio, è la sinfonia La Fortuna in machina, dal primo atto (scena 5) del Giustino di Antonio Vivaldi rappresentato nel 1724 al Teatro Capranica di Roma, per il quale Juvarra firmò qualche anno prima progetti e bozzetti scenografici.

La sinfonia (ms. autografo in Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, ms. Foà 34, cc. 23v-24r) condivide il ritornello con il primo tempo del concerto La Primavera op. 8 n. 1 (pubblicato ad Amsterdam nel 1725, ma probabilmente composto in precedenza) e con il terzo tempo della sinfonia e il coro “Dell’aura al sussurrar” (I/1) della Dorilla in Tempe (1726).

Nuovo ciclo di comunicazioni tematiche della Biblioteca Nazionale Universitaria e della sua Associazione Amici della Biblioteca: al link www.abnut.it/juvarra dedicato all’iniziativa

La Guardia di Finanza scopre falso gel disinfettante

Era venduto come gel antibatterico disinfettante, ma della sostanza liquida contenuta all’interno del flacone si conosce ben poco. 

È quello che ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un intervento in uno store dell’hinterland torinese, gestito da un’imprenditrice di origini cinesi. 

Quando i Finanzieri del Gruppo Orbassano sono arrivati all’interno del punto vendita, centinaia erano i flaconi di “gel disinfettante” posti sugli scaffali a disposizione della clientela, in questo momento storico interessata più che mai a questo genere di articoli.

Le perquisizioni degli inquirenti si sono estese anche ai magazzini della società dove i finanzieri hanno rinvenuto oltre un migliaio di confezioni “dell’antibatterico” poi sequestrato.

Nessuna autorizzazione del Ministero della Salute, nessuna certificazione di conformità, un’etichettatura riportante le indicazioni circa la composizione del prodotto poco chiara. In sostanza, un disinfettante che tale non lo era, tanto da indurre i Finanzieri ad approfondire l’intera vicenda. 

Non solo gel antibatterici, nel corso delle perquisizioni sono anche state rinvenute centinaia di mascherine chirurgiche sprovviste delle opportune certificazioni che ne attestino l’affidabilità quando indossate. 

Ora, per la frode in commercio, l’imprenditrice, una trentenne gestore del market, è stata denunciata alla Procura della Repubblica. Mentre tutti i prodotti sono stati sequestrati.

Verdi: “Fca, prestiti solo con garanzie”

“Il 16 Maggio la multinazionale Fca ha annunciato di voler usufruire delle garanzie statali offerte dall’Italia con il Decreto Liquidità: si tratta di 6,6 miliardi, pari al 25% del fatturato consolidato della Fca Italy”

Facciamo un po’ di chiarezza: sebbene la richiesta di prestito è della Fca Italy, dove ha 55mila dipendenti e 16 fabbriche, essa paga in Italia solo le tasse sulla produzione e sulle vendite italiane; mentre i profitti di queste attività vanno all’estero (in particolare in Regno Unito dove ha la sede fiscale) e da lì tornano sotto forma di dividendi agli azionisti. Gli azionisti sfruttano così una tassazione dei dividendi più conveniente rispetto a quella italiana.
Noi Verdi-Europa Verde Torino condanniamo l’elusione fiscale della Fca attuata attraverso la pratica del “profit shifting” (trasferimenti di fondi infragruppo)e chiediamo così condizioni più stringenti:
?piena partecipazione dei lavoratori nelle scelte strategiche dell’azienda
?la condizionalità per Fca di redarre un piano occupazionale di lungo periodo per fornire garanzie ai lavoratori, già provati da anni di cassa integrazione
?impegni concreti nell’aumentare gli investimenti sulla mobilità elettrica e sostenibile, stabilendo un piano di riconversione graduale del settore da inquinante a zero/bassa emissione
?disincentivare la delocalizzazione,  cspostando le sedi legali (ora in Olanda) e fiscali (ora in Regno Unito) a Torino
Non vogliamo un ritorno alle solite dinamiche del passato (toccate con mano durante la crisi del 2008): lo stato come ammortizzatore e salvatore non è più applicabile nell’attuale contesto globalizzato, dove le multinazionali non sono più confinate in un singolo paese.
È per questo che pensiamo vada applicato un nuovo sistema economico per favorire una minore disuguaglianza socioeconomica e una maggiore sostenibilità ambientale.
I commissari dei Verdi / Europa Verde Torino, Antonio Fiore e Angela Plaku

Alghero e Catania le nuove rotte da Caselle

Quest’estate, il nuovo collegamento verso la Sicilia avrà frequenza giornaliera, mentre sarà possibile decollare verso la Sardegna 2 volte a settimana 

Volotea potenzia il suo network, offrendo un totale di 40 nuove rotte nazionali in Italia, Francia, Spagna e Grecia

 Volotea, la compagnia aerea low-cost che collega tra loro città di medie e piccole dimensioni e capitali europee, ha annunciato oggi l’avvio di due nuovi collegamenti in partenza da Torino per Catania e Alghero per l’estate 2020. La nuova rotta per la Sicilia sarà operativa 7 giorni su 7, mentre sarà possibile decollare per la Sardegna 2 volte a settimana. Entrambe le rotte sono già disponibili sul sito www.volotea.com e presso le agenzie di viaggio.
Il nuovo collegamento rientra in un progetto più ampio, che vede la compagnia impegnata nell’ampliare il suo network 2020 con l’avvio di 40 nuove rotte nazionali, 15 delle quali in esclusiva, in Italia, Francia, Spagna e Grecia. In questi Paesi, inoltre, la compagnia punta a intensificare i collegamenti tra le isole e la terraferma, offrendo ai suoi passeggeri la possibilità di raggiungere ancora più comodamente alcune tra le più accattivanti mete vacanziere.
Tutti i dettagli relativi ai nuovi voli sono disponibili da oggi sul sito www.volotea.com.
“Vogliamo continuare a offrire ai nostri passeggeri ciò che sappiamo fare meglio, agevolando gli spostamenti tra città di medie e piccole dimensioni con grande flessibilità e nella massima sicurezza. Siamo orgogliosi di lanciare queste nuove rotte che, in questa fase di ripartenza del comparto turistico e di tutto il Paese, oltre a offrire nuove opportunità di viaggio, rappresentano un messaggio positivo e di speranza. Volotea continua a investire in Italia, supportando il tessuto economico locale. Infine, stiamo valutando la possibilità di incrementare le frequenze su alcune delle nostre rotte domestiche, per permettere viaggi ancora più comodi ai nostri passeggeri” – ha commentato Valeria Rebasti, Commercial Country Manager Italy & Southeastern Europe di Volotea.
“Volotea continua a credere nell’Aeroporto di Torino e la scelta di aprire due nuove rotte in questo periodo dimostra che la compagnia è al nostro fianco per far tornare a volare Torino e il Piemonte. I collegamenti annunciati oggi ci permetteranno di riavvicinare Torino alle due isole maggiori italiane che, sicuramente, saranno anche tra le mete più desiderate per le vacanze di quest’anno. Volotea guarda insieme a noi al ritorno alla normalità e sono pertanto fiducioso sulla ripresa e sul potenziamento dei voli per le altre destinazioni già servite dalla Compagnia. Un segnale positivo per tutti i passeggeri che troveranno un aeroporto preparato e accogliente per continuare a spostarsi in massima sicurezza e tranquillità” – ha aggiunto Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.
Tutte le nuove rotte Volotea sono disponibili sul sito www.volotea.com e nelle agenzie di viaggio

“Il ciclismo amatoriale tornerà ad essere quello delle origini”

L’agonismo nelle Granfondo, da tanti anni, non accontenta più la massa dei partecipanti. Credo che dopo l’emergenza sanitaria Coronavirus il ciclismo amatoriale possa tornare al cicloturismo, al fare vacanze in bicicletta.

Il bello del ciclismo è la libertà, pedalare fin quando se ne ha voglia, quindi di fatto credo che ci sarà un ritorno a quella che è stata l’origine del mondo amatoriale, seguendo probabilmente le idee che già da tanti anni vengono portate avanti da tante ciclostoriche come l’Eroica”. Sono le parole di Emiliano Borgna, vicepresidente dell’ente di promozione sportiva ACSI e responsabile del settore ciclismo, nell’intervista video rilasciata a InBici Magazine. 

L’ACSI è uno degli enti di promozione sportiva più importanti, ed è per questa ragione che già da adesso si sta ragionando su come possa cambiare il ciclismo delle Granfondo una volta terminata l’emergenza sanitaria: “Quello che abbiamo più a cuore è la salute dei praticanti, dei ciclisti, quindi potremo ricominciare a ripensare agli eventi sportivi solo quando avremo delle regole che saremo in grado di rispettare. Il 2020 non deve però essere considerato come un anno cancellato, in quanto stiamo lavorando con gli organizzatori per avere dei nuovi modelli da poter proporre al fine di organizzare eventi sempre più sicuri e che possano accontentare tutti. Fino a che non ci sarà un vaccino che tutelerà tutti, sarà un’utopia pensare al modello a cui eravamo abituati”.

Secondo Emiliano Borgna, però, questa emergenza sanitaria Covid-19 deve essere un momento per ripensare il modello Granfondo, come ribadito nel corso dell’intervista a InBici.net: “Questo format è stato vincente ma presentava delle problematiche non indifferenti fin dall’inizio. Dobbiamo pensare a un modello che ci possa portare a vivere un ciclismo amatoriale sempre più bello e sempre più partecipato. Forse è un’utopia, ma spero si possa costruire un mondo amatoriale in cui l’agonismo possa essere solo una componente e non la centralità, al fine di vivere un ciclismo più bello”.

Un modello che può essere preso in considerazione è “quello delle randonnèe oppure delle cicloturistiche con le salite cronometrate, modello che all’inizio ha fatto storcere il naso ma che adesso sta trovando molti consensi perché c’è il giusto agonismo e non l’esasperazione. Fanno parte del nostro ente, ad esempio, le gare del Granducato di Toscana che si svolgono tutte in questa maniera, oppure dobbiamo pensare a una manifestazione come la Prosecco Cycling, nella quale tutti sono vincitori”.

Inoltre, secondo Emiliano Borgna, “non è possibile quantificare i danni che il ciclismo amatoriale possa aver subìto durante questo periodo di stop delle gare, in quanto gli eventi di massa muovono migliaia di persone non solo ciclisti ma anche famiglie e bambini, quindi l’evento sportivo diventa un corollario di un evento ancor più grande. E’ difficile fare una stima del danno economico perché abbracciamo un bacino che tocca più livelli, ma credo e ribadisco che dopo questa emergenza potremo sicuramente rivalutare il ciclismo amatoriale, per tornare a vivere delle manifestazioni sempre meno esasperate e più aperte verso la pura e semplice bellezza di andare in bicicletta”.

L’intervista video è disponibile sulla pagina Facebook InBici Magazine, sul canale YouTube InBici Top Channel e sul sito www.inbici.net.

Patriottismo cercasi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Non sono certo un sostenitore di questo governo che giudico inadeguato e politicamente orientato verso impostazioni ideologiche che mi sono  estranee e  lontane. E rivendico anche  il diritto  a manifestare perché senza libertà di manifestare la democrazia muore e il passo tra assembramento e adunata sediziosa può sembrare ad  alcuni forcaioli  non così distante 

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Certo è importante manifestare nel rispetto delle regole fissate per la pandemia. Ma il diritto costituzionale va difeso con le unghie e con i denti, comunque è sempre. Premesso questo, ho dei forti dubbi sulle manifestazioni promosse da partiti il 2 giugno, quasi in alternativa alla parata militare che era un momento unitario per tutti gli Italiani.
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Il Tricolore non va mai usato per scopi di parte e Zingaretti  che all’ improvviso si sente patriota ed invita ad esporre il  Tricolore  fa un’operazione politica per spiazzare il centro- destra che porterà, per la festa della Repubblica,  in piazza il Tricolore. Zingaretti e’ così  lontano dalla conoscenza della  storia  patria da definire il 2 giugno festa dell’Unita’ nazionale. Il 2 giugno è  invece storicamente già di per sè una data divisiva perché la Repubblica nacque  da  un referendum carico di ombre e con uno scarto di voti inadeguato rispetto agli oltre dieci milioni di Italiani che votarono per la Monarchia. Non facciamo  del 2 giugno occasione e pretesto  di altre divisioni e riserviamo il tricolore a manifestazioni che non siano di parte. Inno nazionale e Tricolore vanno rispettati perché sono ciò che resta di un’ Italia a pezzi  e di una storia dimenticata che i giovani non conoscono affatto e che quindi non rispettano. Molti sono figli di una scuola che non insegna neppure il civismo, figurarsi il patriottismo che molti insegnanti giudicano  una fastidiosa retorica. Leggiamo o rileggiamo il “Cuore” di De Amicis, patriota e socialista umanitario, per capire cosa debba essere il  vero patriottismo di cui avremmo tanto bisogno e che nessuno oggi in Italia e’ in grado di generare. Ci riuscì o almeno tentò di suscitarlo il presidente Ciampi, ma anche il suo esempio è oggi molto lontano. Amare la Patria significa identificarsi nella sua storia, guardando a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide. E’ il grande esempio che ci viene dal nostro Risorgimento: da Cavour a Vittorio Emanuele, da Garibaldi a Mazzini. Discorsi vecchi che però andrebbero ricoperti proprio in questi drammatici frangenti. Gli Italiani dopo Caporetto seppero comportarsi in altra maniera, anche quelli contrari alla guerra.  Un altro esempio di come si debba essere italiani. Sventolando quel Tricolore sono morti nelle guerre di indipendenza e nelle due guerre mondiali tanti italiani che meritano rispetto e  nel silenzio solenne e misterioso della morte ci giudicano. Non dobbiamo mai dimenticarlo.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Fondazione Cosso, Miradolo: si riscaldano i motori per l’estate

La programmazione estiva a San Secondo di Pinerolo / Sarà un’estate tutta o quasi en plein air quella che a partire dalle prossime settimane vedrà riavviarsi la programmazione culturale, espositiva e didattica della pinerolese Fondazione Cosso.

Ancora in un momento di grande difficoltà e dopo il lungo lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, la Fondazione – creata nel 2008 da Maria Luisa Cosso e dalla figlia Paola Eynard, salvando dall’abbandono il seicentesco Castello di Miradolo e il suo meraviglioso Parco storico – sta infatti lavorando di buzzo buono per tornare presto ad accogliere i visitatori e le famiglie, cui da sempre è rivolta un’attenzione più che particolare.

In agenda troviamo già numerose attività all’aperto organizzate all’interno degli oltre sei ettari del Parco (1700 alberi, di cui sei monumentali, con circa settanta specie e varietà botaniche diverse) del Castello di Miradolo, sede della Fondazione, “così da garantire –sottolinea la presidente Maria Luisa Cosso – la gestione del pubblico in sicurezza e in termini di distanziamento sociale”. “L’impegno assunto – replica da parte sua la vicepresidente Paola Eynard – per la promozione della cultura del verde e per una riflessione consapevole sulle tematiche ambientali, l’attenzione posta alla progettazione di nuovi paradigmi di relazione e incontro con l’opera d’arte, la ricerca di differenti linguaggi espressivi e performativi sono temi sui quali, in questi anni, la Fondazione ha costruito la propria identità: oggi, il senso di questa continua ricerca assume ancora più significato, per affrontare la ripartenza e provare a costruire nuove modalità di fruizione della cultura”. Ecco dunque, gli appuntamenti già in programma:
Domenica 21 giugno all’alba delle 4.30, il consueto Concerto d’Estate inaugurerà la programmazione estiva e, idealmente, la nuova stagione. Dopo i ripetuti sold out delle precedenti edizioni, la rilettura inedita di “Music for 18 musicians” di Steve Reich, a cura di “Avant-dernière pensée”, tornerà in una veste nuova. Attenzione! Non sono disponibili sedie e il pubblico è invitato a portare un plaid da casa. La prenotazione é obbligatoria.
A giugno riapre i battenti (avrebbe dovuto chiudersi il 3 maggio scorso) la mostra fotografica dedicata all’ “irriverente” Oliviero Toscani. Il grande progetto espositivo, concepito appositamente per svilupparsi nelle sale del Castello e nel Parco, traccia un quadro completo dell’opera di Toscani, dagli esordi alle più famose campagne che hanno caratterizzato il suo stile, dalle immagini iconiche agli incontri della sua carriera, che lo collocano tra i grandi della fotografia mondiale. Il percorso espositivo propone un’ampia sezione all’aperto, con i progetti “Hardware+Software”, “Razza umana” e “Manifesti pubblicitari”, grandi installazioni che dialogano con la natura e con il mutare delle stagioni.
Ogni giovedì del mese di luglio alle 21.30, sarà la volta del Cinema nel Parco con le cuffie e come consuetudine con coperta che il pubblico porterà da casa per accomodarsi sul prato: tutto intorno solo le lucciole e i suoni della natura. La programmazione prevede diverse proposte anche per le famiglie con bambini. Prenotazione, anche qui, obbligatoria.
Un altro obiettivo per i prossimi mesi sarà il consolidamento delle proposte digitali sviluppate durante il periodo di lockdown, a partire dal progetto didattico “Da un metro in giù”, diventato anche digitale e che ora prevede la distribuzione periodica e gratuita di un “Giornale dei Giochi”, quale strumento didattico destinato sicuramente ai piccoli, ma dedicato anche agli adulti. “Unico requisito per partecipare – dicono alla Fondazione – è adottare lo sguardo dei bambini”. Tutti i giochi “Da un metro in giù” creati in queste settimane sono disponibili gratuitamente sul sito internet della Fondazione Cosso ( www.fondazionecosso.com ) e sui canali social, oppure è possibile riceverli tramite la newsletter.
Per info: Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino), tel. 0121/502761.
Gli orari e i giorni di apertura saranno rimodulati, favorendo l’accesso su prenotazione per meglio gestire gli ingressi dei visitatori. Per le prenotazioni: e-mail prenotazioni@fondazionecosso.it
g. m.

Nelle foto
– Il Castello di Miradolo
– Maria Luisa Cosso e Paola Eynard

Linea 2 Metrò: “senza Tabacchi-Pescarito tagliati fuori in 230mila”

“La progettazione della Linea 2 della metropolitana non potrà dirsi completa né sensata senza questo collegamento: ho presentato ordini del giorno in Consiglio Regionale e in Città Metropolitana perché l’area nordest sia inclusa nella mobilità della grande Torino che sarà”

È questo il momento decisivo per la progettazione della mobilità urbana e suburbana di domani: non possiamo concepire una Linea 2 senza il tratto Tabacchi-Pescarito. Tale collegamento con i comuni a nordest del capoluogo, da Borgaro a Chivasso, è imprescindibile per non tagliare fuori i circa 230mila residenti che ne sarebbero serviti.

I fondi per la progettazione della Linea 2 ci sono: spetta alla Civica Amministrazione sbrogliare quei nodi che ancora si interpongono rispetto alla determinazione delle modalità di progettazione e di realizzazione di un’opera strategica anche dal punto di vista della promozione di una cultura della mobilità in grado di offrire alternative credibili all’uso dell’auto privata.

Far giungere fino a Pescarito la Linea 2 della metropolitana costituisce una priorità per l’intero arco collinare, per l’unione NET e per il chivassese. Voler escludere questo tratto dalla progettazione significa non volerlo realizzare.

Ho presentato ordini del giorno in Città Metropolitana e in Consiglio Regionale del Piemonte affinché il tratto Tabacchi-Pescarito sia compreso e previsto nella progettazione definitiva, mantenendo le priorità di realizzazione già espresse dalle Istituzioni territoriali e agendo in coordinamento con i Sindaci dell’area interessata.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte e Consigliere della Città Metropolitana di Torino.

E’ iniziata la raccolta per la banca del plasma

16 i centri in cui sarà possibile donare  per la cura sperimentale dei pazienti affetti da Coronavirus

È iniziata ufficialmente, in Piemonte, la raccolta del plasma per la cura dei pazienti affetti da Coronavirus. La sperimentazione, già avviata nelle scorse settimane a Torino e Novara, parte ora su tutto il territorio piemontese: prende il via, infatti, il Protocollo di ricerca sull’efficacia del plasma nella cura dei pazienti Covid-19 con insufficienza respiratoria.
Il protocollo è stato approvato dal Centro Nazionale Sangue ed è finanziato dalla Regione Piemonte . Al progetto, coordinato dalla Città della Salute di Torino , partecipano tutti i servizi trasfusionali e le Aziende sanitarie del Piemonte, oltre alla Valle d’Aosta , dopo il via libera dei vari Comitati Etici aziendali.
16 in tutto i Centri che compongono la Banca Regionale del Plasma Covid-19 a cui sarà possibile rivolgersi per donare.
Tra i primi a candidarsi il presidente della Regione Alberto Cirio , risultato positivo a marzo al coronavirus e guarito dopo alcune settimane. Oggi, presso la Banca del Sangue e del Plasma dell’ospedale Molinette di Torino, il Presidente è stato sottoposto agli esami preliminari per stabilire se potrà essere tra coloro che avranno le caratteristiche idonee a donare il proprio plasma.
I pazienti, invece, inizieranno ad essere trattati nei primi giorni di giugno , appena sarà disponibile una scorta di plasma sufficiente.
«Avendo superato il coronavirus ho voluto mettermi a disposizione per questa sperimentazione che vede il Piemonte all’avanguardia nella cura con metodi innovativi dei pazienti affetti da Covid-19 – commenta il presidente della Regione Piemonte – . Da oggi raccoglieremo il plasma di tanti donatori e tante donatrici che hanno vissuto il Coronavirus e lo hanno vinto. E credo che questo sia un bel segnale, perché donare il sangue è importante e donare il plasma è altrettanto importante». 
«La Regione Piemonte è all’avanguardia nelle cure con il plasma – sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Icardi – . A Torino è stato approvato il primo protocollo regionale e si sta lavorando intensamente su questo fronte, dopo che a Novara si sono ottenuti risultati incoraggianti con l’applicazione del protocollo del Policlinico San Matteo di Pavia. Ancora una volta, l’esperienza sul Covid ci insegna che per battere questa malattia bisogna fare squadra. Ci vogliono i medici e la Scienza, ma anche i donatori e i comportamenti responsabili di tutti i cittadini. La battaglia non è ancora vinta, ma si sta combattendo su tutti i fronti»
Nella ricerca piemontese, a differenza di altre esperienze finora condotte anche in Italia, verrà paragonato l’uso di plasma dei guariti, cosiddetto plasma iperimmune, con l’uso di plasma di donatori che non hanno avuto contatto con il virus SARS-CoV-2 e con l’uso della terapia medica standard del Covid-19. L’efficacia del trattamento verrà valutata in termini di riduzione della mortalità, di durata della degenza in terapia intensiva e di durata del supporto respiratorio, oltre alle variazioni di numerosi parametri clinici.
I donatori saranno selezionati tra coloro che hanno sviluppato un’elevata concentrazione di anticorpi contro SARS-Cov-2 , ed i principali criteri per avere l’idoneità alla donazione sono i seguenti:
  • soggetti con diagnosi di Covid-19 documentata;
  • risoluzione completa dei sintomi o interruzione di eventuale terapia almeno 14 giorni prima della donazione;
  • negatività del tampone nasofaringeo su due campioni ad almeno 24 ore di distanza dopo 14 giorni dalla risoluzione clinica;
  • età inferiore a 65 anni, se già donatori di sangue (inferiore a 60 anni per coloro che non hanno mai donato) e peso superiore a 50 kg;
  • se maschi, assenza nella storia personale di trasfusioni di sangue; se femmine, assenza di precedenti gravidanze o interruzioni di gravidanza, oltre che di trasfusioni.
I candidati donatori dovranno mettersi in contatto con il Servizio Trasfusionale a loro più congeniale, per residenza o posto di lavoro , allo scopo di venire prenotati per l’esecuzione degli esami preliminari alla donazione di plasma.

Centri piemontesi della Banca Regionale del Plasma Covid-19

 
Servizi Immunoematologia e Medicina Trasfusionale
Numeri di telefono da contattare donazioni
Banca del Plasma Molinette
011.6334101 – 011.6334109
OIRM – S. Anna
011.3134995 – 011.3134994
ASL Citta’ TO

011.4393205 – 011.4393201 >   trasfusionale@aslcittaditorino.it

ASO S.LUIGI
011.9026036 – 011.9026694
ASL TO3 – Ospedale Pinerolo
AO CN – Ospedale Cuneo

0171.642534 >   sitplasmaimmune@ospedale.cuneo.it

ASL CN1 – Ospedale Mondovì

0174.677183 – 0174.677184 >   simt.mondovi@aslcn1.it

ASL CN1 – Ospedale Savigliano

0172.719918 >   segreteria.simt@aslcn1.it

Ospedale di Asti
0141.485401 – 0141.485405
ASL NO  Borgomanero
0322.848387
AO Alessandria
0131.206417
ASL AL Tortona
0131.865503
VCO Ospedali Verbania/Domodossola

0323.541232 – 0323.541406 – 0324.491363 >   0324.491246

ASL TO4 – Ospedale Ivrea

0125.414810 >   trasfusionale@aslto4.piemonte.it

Ospedale Vercelli
0161.593348 – 0161.593881
Az. USL Aosta
800601000

Cronache della peste. Consiglio di classe

Consigli di classe online. Didattica a distanza la chiamano. Non dico come la definisco io perché, tra i miei pochi lettori, vi sono delle gentili Signore. Comunque credo che si sia capito.

Le riunioni online sterilizzano i rapporti fra docenti. Li rendono tristi. Non impersonali, che potrebbe pure essere cosa buona sotto certi profili. Così, invece, sono solo squallore. I volti si intravvedono appena. Sorrisi forzati. La battuta, il cicaleccio vengono ingoiati dal mostro elettronico. Stai solo assolvendo ad un onere formale. Non hai possibilità di scambiare due parole. Tanto meno quella di sbirciare le gambe di una collega. Che, nell’usuale noia, era comunque una divagazione. E talvolta un piacere estetico…

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Cronache della peste. Consiglio di classe