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Reati in calo del 6,6 per cento a Torino. I dati della questura

I dati delle questura di Torino, resi noti in occasione del 168° anniversario della fondazione della Polizia di Stato, registrano un -6,66%,  di reati tra il febbraio del 2019 e il febbraio 2020, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente

I delitti registrati sono in tutto 112.722 a fronte degli oltre 120 mila del 2018/19 e si tratta in maggioranza di reati contro il patrimonio: il 78% del totale. Ma, a  seconda della tipologia, vi è stata comunque una diminuzione: i furti  50.485 (-10,78%) e le rapine 1.311 (-21,50%) di cui 82 nelle case. In percentuale il calo più consistente riguarda le estorsioni con -29%. I  reati contro la persona sono stati 6.012 (-3,78%), le violenze sessuali  207, gli omicidi 9 e i casi di sfruttamento della prostituzione 43, venti in meno.

La Polizia di Stato celebra il 168° anniversario

Oggi 10 aprile. A causa dell’emergenza Covid-19, il nostro Paese sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia. In questa fase delicata, i valori e l’impegno profuso dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato a sostegno della collettività non hanno alcuna interruzione

(foto archivio)

Ancora più pertinente è, quindi, in questo momento della nostra storia lo slogan “EsserciSempre”. L’attuale scenario di diffusione epidemiologica e le relative alle misure di contenimento e gestione dell’emergenza non consentono che abbia luogo una cerimonia solenne aperta al pubblico. Per tale motivo, è stato previsto un solo evento commemorativo: nel cortile della Questura, alla sola presenza del Signor Prefetto di Torino, Claudio PALOMBA e del Questore di Torino Giuseppe DE MATTEIS è stata deposta una corona d’alloro al cippo dei Caduti nella lotta contro la criminalità e il terrorismo della Polizia di Stato. Immagini e momenti della e della giornata saranno oggetto di post sui canali social della Polizia di Stato e della Questura di Torino.

Isaia nuovo Segretario della Fondazione per la Cultura

E’ stato selezionato tramite avviso pubblico. Una Commissione ha valutato le 27 candidature pervenute individuandone una rosa di 4, di altissimo livello, da sottoporre al Consiglio Direttivo della Fondazione che ha infine affidato l’incarico, della durata di 5 anni.

Alessandro Isaia succede ad Angela La Rotella, Segretario della Fondazione dalla sua nascita, che il Consiglio Direttivo ringrazia per l’impegno e la professionalità nel lavoro dimostrati in questi anni e che da maggio sarà dirigente al Politecnico di Torino.

Alessandro Isaia

Quarantanove anni, laureato in Architettura al Politecnico di Torino, consegue la qualifica di “Esperto in Sistemi di gestione e comunicazione applicati ai Beni Culturali” frequentando il Master della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Nel 2001 è nel Comitato organizzatore della BIG-Biennale Internazionale dei Giovani Artisti di Torino diretta da Michelangelo Pistoletto.

Dal 2002 al 2006 è Manager degli Eventi Culturali per il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, per il quale progetta e coordina le “Olimpiadi della Cultura”.

Nel 2008-2009 è responsabile del settore Comunicazione, Marketing & Web della Fondazione Torino Musei e direttore organizzativo di “T2-Triennale d’Arte Contemporanea di Torino”.

Nel 2014 diventa Project Manager dell’Abbonamento Musei Lombardia Milano. Nel giugno 2017 è nominato Direttore della Fondazione Artea, costituita dalla Regione Piemonte per valorizzare e promuovere il patrimonio culturale materiale e immateriale di Cuneo e della sua provincia.

È docente e formatore in vari master e corsi universitari (fra gli altri: Università Cattolica di Milano, Sole24Ore Business School, IED-Istituto Europeo di Design, Università di Torino, Università di Sassari e Università di Cagliari dove insegna Project Management della Cultura.

Buon compleanno, Mole! 130 anni ben portati

Buon compleanno, Mole! Su Instagram la sindaca Chiara Appendino posta una suggestiva immagine della Mole, nel 130° anniversario dall’apertura al pubblico del monumento più torinese di tutti

 

«Il 10 aprile 1889, per la prima volta, si aprivano le porte di quello che sarebbe diventato il monumento simbolo della nostra Città – scrive la prima cittadina. Allo stesso modo, quello straordinario profilo che da 130 anni sovrasta Torino è entrato nel cuore di intere generazioni di torinesi, e di migliaia di persone che vengono a osservarlo da tutto il mondo. Buon compleanno, Mole Antonelliana»

La storia della Mole iniziò nel  1862, quando  la comunità ebraica torinese acquistò il terreno e incaricò del  progetto della sinagoga l’architetto novarese Alessandro Antonelli.  L’edificio si completò parzialmente in  6 anni, fino a un’altezza di 70 metri. Il lavoro dell’ Antonelli non fu però molto  apprezzato dalla Comunità Ebraica  a fronte dei costi aggiuntivi da sostenere per poter completare la struttura che, alla fine, fu venduta al Comune di Torino, mentre  una nuova sinagoga fu costruita nel quartiere di San Salvario. Nel tempo la Mole (la cui guglia fu persino abbattuta da una bufera negli anni ’50!) divenne sempre più il simbolo della città nell’immaginario collettivo. Oggi è sede del Museo Nazionale del Cinema.

Allarme usura in tempo di crisi

“La grave crisi di liquidità causata dall’emergenza Covid-19 è un terreno che anche in Piemonte potrebbe rivelarsi fertile per gli usurai”. La denuncia arriva dal consigliere delegato all’Osservatorio Usura e Sovraindebitamento del Consiglio regionale, Gianluca Gavazza (Lega). “Tale attività potrebbe essere praticata in modo indiscriminato anche dalle organizzazioni mafiose che sfruttano questi difficili momenti –  aggiunge.

“La preoccupazione è forte – spiega il consigliere delegato Giorgio Bertola (M5s) – perché le spese corrono per molti, ma gli incassi molto spesso sono venuti a mancare. In questo senso, ritengo fondamentale e opportuna la decisione del governo nazionale, di garantire crediti sino a 400 miliardi per le imprese italiane. Siano esse micro, piccole, medie o grandi aziende. In ogni caso come osservatorio chiediamo siano segnalati a noi e alle forze dell’ordine tempestivamente”.

“Purtroppo – obietta Gavazza – nel constatare le difficoltà di erogazione dei finanziamenti previsti dal Governo, le mafie arriveranno prima dallo Stato. Sino a oggi le imprese (a tutti i livelli) non hanno alcuna garanzia di ricevere i finanziamenti in tempo utile per il riavvio della loro attività. Si dovranno attendere due mesi tra presentazione delle domande, verifiche e assensi da parte dei soggetti erogatori. L’unica soluzione per contrastare l’intromissione di entità sospette è un’accelerazione dei tempi di erogazione”.

“Gli imprenditori devono avere fiducia nelle istituzioni – conclude Bertola – soprattutto quando lo Stato garantisce i crediti per tutti, come sta facendo adesso l’Italia, in ogni caso ci si deve rivolgere ai canali ufficiali, che assicurano tassi di legge e dilazioni significative. Mai farsi prendere per il collo dagli usurai”.

“Il rischio è che – spiega Gavazza –  se i titolari di partita iva non riceveranno immediate garanzie dallo Stato sui tempi di erogazione, diventeranno “facili prede” essendo  ancora più vulnerabili di quanto non lo fossero già”.

osservatorio.usura@cr.piemonte.it

Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Di Augusto Grandi / Un invito a non disturbare il manovratore, per la maggioranza. Una minaccia, per l’opposizione. Una presa in giro, per il gregge Italia. Perché, in Italia, i conti non si fanno mai. Tarallucci e vino: questo sarà il primo articolo della nuova costituzione.

Perché, se si volesse davvero trovare qualche responsabilità per il disastro attuale, si potrebbe iniziare oggi a valutare il passato. Lasciando da parte chi sta affrontando, bene o male, l’emergenza.

Ma un giudizio sul grigiocrate Monti, e sulla sua irresponsabile squadra, perché deve essere rinviato? Lorsignori non sono impegnati in nessuna attività di soccorso, dunque il loro operato può essere valutato. Magari dai parenti delle vittime morte in ospedali alle prese con gli effetti dei tagli decisi dai tecnocrati; magari dai parenti di chi è morto a casa perché non c’erano posti liberi negli ospedali perché gli ospedali erano stati chiusi…

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Ma i conti con Monti e con chi ha tagliato la sanità, nessuno vuole farli?

 

Il deodorante non copre il profumo di marijuana: pusher arrestato

Gli agenti del Commissariato San Secondo hanno fermato un giovane, poi sanzionato amministrativamente, che aveva da poco acquistato sostanza stupefacente.

Di lì a poco sono riusciti a risalire e a individuare il pusher in via Barletta. Quest’ultimo, un italiano di 27 anni, alla vista degli agenti è entrato in un portone della via.
Quando gli agenti hanno fatto accesso allo stabile, hanno subito percepito un forte odore di marijuana.
Visto che l’ascensore era fermo al terzo piano si sono diretti lì. Una volta giunti al piano, hanno trovato una
delle porte aperte, con all’interno due persone che spruzzavano deodorante. Uno dei due ha consegnato ai
poliziotti sostanza stupefacente, ragione per la quale è stato poi sanzionato amministrativamente. La
sostanza gli era stata ceduta proprio dal ventiquattrenne lì recatosi.
All’interno dell’alloggio, infatti, c’era anche il ventisettenne. Nel suo portaocchiali i poliziotti hanno
rinvenuto alcuni grammi di marijuana. Altro stupefacente dello stesso tipo, una sessantina di grammi, è
stato trovato in un armadio sul balcone dove il ragazzo lo aveva nascosto perché seguito dalla Polizia.
Nel corso della successiva perquisizione a casa del pusher, gli agenti del commissariato hanno rinvenuto
un’altra sessantina di grammi di marijuana. Il ragazzo è stato tratto in arresto per detenzione di sostanza
stupefacente ai fini di spaccio.
(foto archivio)

Coronavirus, Locatelli (Prc-Se): “Diffidiamo a riaprire attività non essenziali”

“Torino è la provincia col maggiore rialzo percentuale di contagiati. Non vogliamo una seconda Valseriana”

“Le insistenze della Confindustria piemontese volte a permettere alle aziende di riprendere le loro attività sono semplicemente ributtanti. La gente si ammala e muore e loro pensano al’andamento delle proprie commesse e dei propri affari” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. Proprio in questi giorni sono state rese note le linee di tendenza del contagio e dei decessi in Piemonte. Se quindici giorni fa la regione cresceva in percentuale più delle altre regioni per infetti e decessi, adesso più di altre realtà fatica a contenere la diffusione del contagio. Mentre i casi di Covid-19 in Italia aumentano del 4% al giorno, in Piemonte allo stato attuale  siamo oltre il 6%. In particolare Torino, con il suo 6,9%, è la provincia che sale più di tutte tra le dieci più contagiate. Tra le ragioni prime della propagazione del contagio, come attestano gli studi in materia, vi sono gli spostamenti e i contatti di lavoro. Per  Ezio Locatelli “in questo contesto di perdurante emergenza sanitaria e di richiesta di sacrifici alla popolazione non è pensabile che gli industriali chiedano di poter agire indisturbati. Già ci sono 5.677  aziende che sono aperte in deroga. Un numero esorbitante che vanifica qualsiasi controllo e azione incisiva contro il coronavirus. E’ già successo in Valseriana che gli industriali abbiamo potuto fare ciò che volevano con l’avvallo o la copertura scandalosa di forze di maggioranza e di opposizione. Le ragioni dell’economia sono state anteposte alla tutela della salute il che ha provocato una vera e propria strage. Diffidiamo dal fare altrettanto a Torino e  in Piemonte”.

Non si può camminare. Ma si deve pensare

Questo nostro popolo come sta reagendo alla crisi attuale? In particolare torinesi e piemontesi? Direi a macchia di leopardo, con una decisa preponderanza delle persone civili. Ad oggi, almeno.

Comunque è difficile ed arbitrario fare una foto nitida della realtà. Verrà il tempo anche per questo. Ora ci accontentiamo di impressioni, di sensazioni e di frammenti d’ informazione.

Anche il web non può e forse non vuole essere oggettivo. Personalmente mi manca la materia
prima che sono le lunghe e solitarie passeggiate per questa nostra città. Passeggiate con la
possibilità del tempo misto al pensiero e al ragionamento. Ora non si può e soprattutto non si
deve passeggiare, ma si può e si deve continuare a ragionare e pensare. Magari sostituire le
camminate con maggiori letture ed approfondimenti. Dai balconi qualcosa si può osservare, ma
fa da padrone il passa parola con telefonini e mail. E poi  le distorsioni e i drammi.

Famiglie che chiedono aiuto al comune e vengono sballottate ad onlus che recapitano pochi
generi alimentari a volte anche marciti. Il comune che esaurisce in poco tempo la disponibilità economica
per i bonus alimentari. O alla Gran Madre troppe passeggiate a go-go e capannelli di non italiani
incuranti di tutto e di tutti. E poi l’assessore al welfare piemontese dà i numeri sbagliati semplicemente
perché non sa leggere i dati dei suoi funzionari.

L’ unita di Crisi sta facendo acqua da tutte le parti e non si coordina con il comitato di crisi
scientifico? Per ora una sola certezza: il Piemonte è in controtendenza nazionale con più
morti e più contagi. Peserà negativamente la vicenda delle case di riposo ma non c’è da stare allegri.
Dietro l’angolo l’appuntamento con Pasqua e Pasquetta. Veramente ci sarà qualcuno che vuole
organizzare grigliate? Ma visto che la mamma degli stupidi è sempre incinta meglio prevenire
che curare. Azzardando e semplificando l’80 % del popolo è stato ok ! Il restante no. Da un lato
storie di abnegazione e di solidarietà. Dall’altro di opportunismo ed individualismo. Ma non è
finita, Anzi. Da quello che capisco dovremmo convivere con covid 19 fin tanto che qualcuno non
inventerà il vaccino idoneo. Qui i contrari ai vaccini tacciono.

Sono dimostrazione pratica che l’ideologia nulla ha a che fare con la scienza.
Oggi abbiamo un’altra certezza: con il blocco totale non si può andare avanti ma anticipando
la ripresa si vanificherebbe la ripresa stessa. Ripresa economica e ripresa dei rapporti umani
e sociali. Tutto non sarà come prima ed un minimo di autocontrollo e di regole dobbiamo
continuare ad averlo, sperando che l’ 80% riduca il 20 % e non viceversa. Ma c’è qualcuno che
pensa a come riprendere? Spero ardentemente di sì. Come spero che chi è preposto nel
programmare la ripresa non appartenga al 20 %. Ci vorrà organizzazione. Questo è un fatto
incontrovertibile, come è incomprensibile che noi italiani siamo debolucci. Molti politici sono
preoccupati per la burocrazia. Condivido. Ma, mi pare che la soluzione relativamente semplice è
non farla contare nel momento decisionale. Ad emergenza ci vogliono soluzioni e gestioni
emergenziali. Praticamente commissari regionali e nazionali.

Mio suocero ha 84 anni. Da manovale edile è diventato capo cantiere di grandi opere dallo Stadio
Olimpico di Roma al porto di Manfredonia. Veniva mandato dalla sua impresa per recuperare
tempo e lavoro visto che erano in ritardo per l’ ultimazione dei lavori. Uno con le palle che non
andava tanto per il sottile e che mi ripete con orgoglio che nei suoi 40 anni di lavoro non ha mai avuto
un morto in cantiere. Magari all’inizio non era troppo sopportato da cottimisti e lavoratori edili.
Nel suo DNA non c’ era l idea del consenso ma solo il raggiungimento dell’obbiettivo nel rispetto
delle regole.

Ebbene, soprattutto a tavola mi ha ripetuto: sospendere i lavori in un cantiere è un attimo.
Riprenderli ci vogliono settimane se non mesi. Aggiungo io che ci vuole intelligenza e capacità.
Molto più complesso fare ripartire un’ intera nazione. Ma non vedo strade diverse da questa.
Speriamo, e per quello che ci è dato facciamoci sentire in tutti i modi. Ne va della nostra Torino,
del nostro Piemonte e della nostra Italia. Stando a casa per ripartire il più presto possibile. Lo
dobbiamo in particolare ai nostri figli per il loro futuro, che poi almeno per un pezzetto sarà anche
il nostro.

Patrizio Tosetto

Affitti: “Rifinanziare il fondo di sostegno”

Per Confedilizia il Governo deve dare risposte ai proprietari di immobili

Riceviamo e pubblichiamo

 

Confedilizia sostiene la proposta del Sunia al Governo di “rifinanziare il fondo di sostegno all’affitto, assegnando direttamente ai locatori i contributi, con procedure semplificate e senza orpelli burocratici”.

 

Occorre alleggerire il grave problema dell’emergenza abitativa legata al Covid 19 e da parte del Governo ci devono essere chiare risposte ai proprietari di immobili.

 

E’ fondamentale un massiccio sostegno alla casa. Il Governo dovrà pensare a procedure semplificate con versamenti dei contributi per l’affitto direttamente al proprietario .

 

L’immobile è una risorsa del nostro paese. Il rischio è l’incremento di sfratti a danno di proprietari ed inquilini.