ilTorinese

“Moka Noir”, in un film la storia della crisi di pentole e caffettiere

La 19esima edizione del GLocal Film Festival di Torino svoltasi di recente ha ospitato  l’anteprima regionale del documentario “Moka noir: a Omegna non si beve più caffè” del regista svizzero ticinese Erik Bernasconi con la sceneggiatura di Matteo Severgnini, giornalista e scrittore omegnese.

 

La rassegna, ideata dall’Associazione Piemonte Movie che ogni anno porta in sala il meglio della produzione cinematografica piemontese, anche quest’anno ha dato visibilità al cinema “di casa nostra”, contribuendo a dare il giusto spazio a quei film che nel loro percorso hanno incrociato il Piemonte.

In “Moka Noir”, un regista-detective con un’indagine, ironicamente condotta in stile poliziesco, ricerca il colpevole della scomparsa del polo industriale del casalingo di Omegna, sul lago d’Orta. Matteo Severgnini, in una intervista ha dichiarato di aver “sentito il bisogno di narrare ciò che stava accadendo alla mia città. Vedevo e vedo tuttora molta gente tirar sera per le vie di Omegna, e non parlo solo dei pensionati e degliumarell, i vecchietti che osservano i lavori nei cantieri, ma anche di giovani e persone in età da lavoro, e ho cominciato a interrogarmi su questo fenomeno da imputare, ovviamente, alla crisi industriale, alla chiusura delle fabbriche del settore casalingo che hanno fatto la storia di Omegna e dell’Italia intera”. Già qualche anno fa raccontò la vita di Alfonso Bialetti e la sua invenzione in un audiodocumentario della RSI, la Radiotelevisione svizzera intitolato “L’invenzione della mok”, sostenendo come “l’invenzione della moka non abbia modificato soltanto il modo di fare il caffè, ma abbia anche influenzato nel profondo la socialità degli italiani”.

Una storia dalle radici lontane e originalissime. “ La moka venne inventata nel 1933 da Alfonso Bialetti – afferma Severgnini – reduce da esperienze migratorie e ispirato dalla moglie che faceva il bucato con la lisciveuse, l’antesignana della lavatrice; uno strumento, dotato di una sorta di caldaia e di un tubo, il cui funzionamento ricorda in parte proprio quello della moka”. “Moka noir” è stato pensato come una sorta di scatola cinese, come una storia che contiene altre storie e che hanno portato gli autori a pensare al territorio come ad una persona, un tempo in buona salute e dotata di una certa vitalità, che era stato uccisa. A partire da questa metafora è stato quasi naturale costruire il film come un’inchiesta di polizia in stile giallo-noir. Un modo originale per raccontare la storia di una realtà che la crisi ha ridimensionato drasticamente l’economia di quella che un tempo è stata la capitale italiana dell’industria del casalingo. Omegna, conosciuta come paese di pentole e caffettiere che ha dato i natali a Gianni Rodari, ha vissuto l’intero ciclo ascendente di questo settore che segnò per alcuni decenni la storia industriale dell’area attorno al lago d’Orta. Un successo che affondava le sue radici nel boom economico, sui consumi di massa e la competitività in termini di costo del prodotto. Realtà come Bialetti, Girmi, Lagostina e Alessi   dominarono il mercato, entrando nelle case e nelle cucine degli italiani. Le stesse imprese operavano in un distretto territorialmente ben definito e risultavano fortemente ancorate a tradizioni industriali legate ad alcune famiglie che avevano fatto leva sulla capacità inventiva, l’innovativo design e l’abilità manifatturiera per costruire il loro successo. La globalizzazione , la saturazione dei mercati con prodotti di minor qualità a prezzi modesti creò problemi enormi agli elettrodomestici marcati Girmi, alle pentole a pressione Lagostina e alle caffettiere Bialetti   dell’indimenticabile “omino coi baffi”   al punto che , dagli anni ’90 in poila crisi diventò sempre più evidente. Tra le realtà storiche solo Alessi, con un impegno caparbio che accompagna l’assoluta qualità dei prodotti, ha tenuto alta l’immagine e la storia di un settore che un tempo era una monocultura industriale capace di influenzare economia e sviluppo sociale dell’intera zona.

Marco Travaglini

Confini regionali chiusi ma si protesta se i turisti europei vanno altrove

COMMENTARII  di Augusto Grandi / Il ministro Boccia continua a tener sigillati i confini tra le regioni italiane mentre il lìder minimo tuona (beh, brontola sottovoce) contro gli accordi tra i Paesi europei che aprono i confini per i turisti di tutte le altre nazioni.

Non accetteremo accordi bilaterali che taglino fuori l’Italia”, avverte Conte. E non si capisce se si accorga di quanto sia ridicolo.

Innanzitutto perché gli accordi non sono bilaterali, poiché ormai non riguardano più soltanto Austria e Germania ma coinvolgono la Francia, i Paesi Bassi, la Danimarca, la Slovenia, la Croazia, la Cechia, la Slovacchia, l’Ungheria. In pratica restano escluse solo Spagna ed Italia.

Al lìder minimo hanno dato fastidio soprattutto gli inviti rivolti ai turisti tedeschi di scegliere le “spiagge sicure”, che sarebbero poi quelle sull’altra sponda dell’Adriatico, dunque in territorio attualmente sloveno e croato. Ma Conte ed il dittatorello lombrosiano dovrebbero spiegare come possono pretendere che i turisti europei considerino sicure le spiagge italiane sottoposte ai demenziali provvedimenti governativi…

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Confini regionali chiusi ma si protesta se i turisti europei vanno altrove

Con “Cantieri diffusi” di Fondazione Crt la cultura non si ferma

“L’arte e la cultura non possono fermarsi, neppure in un momento di estrema difficoltà come quello attuale “, il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia ha così annunciato la riapertura , fino al 30 giugno, dell bando “Restauri Cantieri diffusi”, per beni storici, artistici e architettonici di particolare pregio e valore in Piemonte e Valle d’Aosta.

I contributi assegnati dalla Fondazione CRT – fino a 40.000 euro per ogni “cantiere” di intervento – sosterranno il restauro di beni mobili (tele, organi, statue, beni librari, arredi lignei) e beni immobili sottoposti a tutela, per i quali siano stati predisposti progetti definitivi/esecutivi (autorizzati dalle Soprintendenze da non oltre cinque anni) cantierabili entro un anno.

Il bando, pubblicato on line sul sito www.fondazionecrt.it, è rivolto a enti pubblici o religiosi, associazioni, fondazioni, musei, comitati, enti senza scopo di lucro. L’obiettivo è garantire la tutela, il mantenimento e la fruizione del patrimonio storico-artistico del territorio, inserito nel contesto paesaggistico e ambientale, incoraggiando anche il coinvolgimento delle comunità locali attraverso iniziative di raccolta fondi.

“l’intervento della Fondazione CRT contribuisce a salvaguardare beni, ambiente e paesaggio, rafforzando anche il senso di comunità, e concorre significativamente e concretamente alla ripartenza di attività economiche ad alto impatto occupazionale, fondamentali per preservare il tessuto economico-sociale del territorio”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

“Un indotto di 300 piccole e medie imprese è stato attivato nell’ultimo anno con il bando ‘Restauri’ della Fondazione CRT. Questo progetto ha un valore culturale, occupazionale ed economico, perché mette in moto nuovi cantieri che danno lavoro a tanti ‘artigiani della bellezza’ sul territorio: un primo passo per far ripartire il settore nella fase 2”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.

Dal 2003 a oggi 2.600 beni storici, artistici e architettonici sono stati restaurati con il progetto “Restauri Cantieri Diffusi” della Fondazione CRT, che ha stanziato complessivamente 42,8 milioni di euro.

Nascondeva la refurtiva nella stanza da letto

L’inseguimento delle Volanti conduce ad una preziosa scoperta

Era parso molto sospetto che l’uomo, all’alt dei poliziotti, non si fosse fermato. Sabato  pomeriggio, nel quartiere Madonna di Campagna, quello che doveva essere un ordinario controllo di polizia che avrebbe comportato tutt’al più una sanzione per mancata osservanza delle misure anti CoVid-19, porta invece all’arresto di  un cittadino marocchino per ricettazione. Un dettaglio colpisce l’attenzione degli agenti: un pezzo di scotch di colore nero trasforma la prima lettera della targa da “F” a “E”. Sottoposto a controllo, l’uomo presenta diversi precedenti specifici che inducono gli operatori della Squadra Volante ad effettuare una perquisizione del suo domicilio: all’interno della camera matrimoniale i poliziotti hanno rinvenuto ingenti quantità di merce di valore (orologi, diversi monili in oro, occhiali da sole, sacche da golf, macchine fotografiche, attrezzatura medica, attrezzatura edile e meccanica, racchette da tennis, scarpe da donna griffate ed altro). Tra il materiale digitale rinvenuto, una chiavetta usb ed un lettore DVD con all’interno un cd per bambini: grazie alle indagini svolte, i rispettivi proprietari sono stati rintracciati e contattati per la restituzione; erano stati oggetto di furto dalle loro auto mesi prima. L’uomo, un cittadino marocchino di 34 anni qui regolarmente residente, è stato tratto in arresto per ricettazione e resistenza  a pubblico ufficiale.

Arte e solidarietà made in Torino

SOLIDO, quando la solidarietà si coniuga perfettamente con lespressione artistica, in un’iniziativa nata a Torino

SOLIDO. In questo termine sono racchiusi due significati complementari, il primo dei quali allude alla solidità, robustezza e resistenza ( che include anche la sicurezza ) ed il secondo a quello della solidarietà, di cui il nome ne rappresenta la radice.

E SOLIDO è, infatti, proprio la denominazione del progetto di solidarietà nato a Torino dalla collaborazione  di alcuni artisti a sostegno degli ospedali torinesi impegnati nel combattere l‘emergenza Covid 19.

Gli artisti partecipano al progetto con le loro opere d’arte, mettendole gratuitamente a disposizione. Coloro i quali desiderano acquistarle devolvono l’intera cifra corrispendente all’opera all’Associazione CMID-ONLUS per le Malattie Rare dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, senza alcuna intermediazione da parte di SOLIDO, che costituisce soltanto una vetrina per le stesse opere d’arte. L’Iban per il pagamento delle opere d’arte è, infatti, quello diretto dell’Associazione CMID-ONLUS.

L’associazione CMID-ONLUS è una Onlus per le Malattie Rare e Malattie Immunoreumatologiche e Nefrologiche complesse e senza diagnosi, con sede legale in via Cernaia 24, a Torino.

Nel contesto dell’emergenza Covid 19, l’Associazione CMIDOnlus utilizza lasciti e donazioni per acquisire i presidi necessari a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori coinvolti nel loro trattamento presso le strutture assistenziali di Nefrologia e Dialisi e di Reumatologia dell’Ospedale Hub San Giovanni Bosco a Torino. Questa struttura è localizzata in particolare nei piani quarto, sesto e settimo del nosocomio torinese, ed ospita ambulatori specializzati e spazi dedicati a terapie specifiche.

Il CMID si occupa, infatti, della gestione ambulatoriale di pazienti affetti da patologie immunologiche e reumatologiche e da patologie rare, della gestione della Rete Interregionale per le malattie rare delPiemonte e della Valle dAosta, e di attività epidemiologiche, digestione dei registri e di analisi farmaco-economica relative alle malattie rare.

Gli artisti che non fanno parte di un circuito riconosciuto, ma che vantano un background artistico, possono, attraverso SOLIDO, godere di un’interessante vetrina, in un contesto di totale trasparenza, non a fine di lucro, e proporre le loro opere ad unpubblico sensibile non soltanto alla bellezza artistica, ma anche alla solidarietà, più che mai preziosa nei momenti difficili di emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando.

Mara Martellotta 

Email unaiutosolido@gmail.com

Fase 2, un aiuto agli oratori e ai Comuni per Estate ragazzi

Due milioni di euro saranno destinati a tutti i Comuni e gli oratori di Torino e del Piemonte per anticipare l’Estate Ragazzi”

Lo stanziamento da parte della Regione Piemonte è stato reso noto dal governatore Alberto Cirio, ospite della trasmissione Storie italiane su Rai Uno.

“Dobbiamo  preoccuparci di far tornare a lavorare le persone – ha detto il presidente – ma non bisogna dimenticarsi mai di poter lasciare i figli quando si lavora. Non tutti hanno la possibilità di pagare una baby sitter, o la fortuna di avere dei nonni, così noi ci siamo posti il problema per primi e abbiamo anche stanziato i fondi per Estate Ragazzi”.

Ravetti – Furia (Pd): “Il suolo è risorsa non rinnovabile. Il centrodestra rifletta”

“Prima di approvare norme che causerebbero danni al territori”

“Gli articoli del “Riparti Piemonte” dedicati agli interventi di natura urbanistica per agevolare cittadini e imprese e semplificare le procedure, non tengono in considerazione la prospettiva “zero” del consumo del suolo, un scopo che il Partito Democratico sempre perseguito anche attraverso l’approvazione di norme specifiche sul riutilizzo, sulla riconversione e sulla difesa del suolo, un bene importante che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future” affermano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e il Segretario regionale del Partito Democratico Paolo Furia.

“La maggioranza di centrodestra – proseguono gli esponenti dem – ha evidenziato, nella scrittura delle norme urbanistiche per il sostegno post-Covid, la propria natura programmatica che non tiene in nessuna considerazione il rispetto per l’ambiente e la sua tutela”.

“Il suolo è una risorsa non rinnovabile – concludono Domenico Ravetti e Paolo Furia – e riteniamo che sia fondamentale ridurre il fenomeno di un suo uso irreversibile e incentivare la tutela e la cura dei territori. Chiediamo alla maggioranza di centrodestra di riflettere per evitare l’approvazione di un testo che causerebbe molti danni al Piemonte”.

I tifosi granata ringraziano medici e infermieri

I tifosi del Torino hanno ringraziato con uno striscione davanti al Mauriziano i medici e gli infermieri impegnati nella lotta al Coronavirus.

L’iniziativa è degli ultras della Maratona, la curva di torinisti, che ha esposto un lungo striscione all’entrata del pronto soccorso.

“Le parole non servono a niente – è scritto a caratteri granata – se non ricorderemo che avete salvato la vita alla gente.

(Foto: il Torinese)

Caso Pasquaretta -Salone del Libro, sindaca verso l’archiviazione

Archiviazione della posizione della sindaca Appendino nel  procedimento in cui aveva ricevuto un avviso di garanzia per concorso in peculato. Questo sarebbe l’orientamento della procura di Torino sulla vicenda dell’ incarico di consulenza per la Fondazione del Salone del Libro  nel 2017 affidato al suo  portavoce di allora, Luca Pasquaretta (nella foto).

La sindaca, ascoltata dai magistrati, aveva sostenuto  che l’incarico gli era stato assegnato contro la propria volontà. Il  17 febbraio gli inquirenti hanno ascoltato una funzionaria del Comune, la quale ha detto di non avere avuto contatti con la sindaca in quell’occasione e che la Fondazione aveva richiesto la collaborazione di Pasquaretta come supporto organizzativo e non addetto stampa. Pasquaretta per l’incarico ebbe  un compenso di cinquemila euro che poi restituì, ed è tra gli indagati.

Coronavirus, aumentano i guariti in Piemonte. Altri 25 morti e 108 contagiati

Il bollettino della Regione delle ore 18 di martedì 19 maggio

12.676 PAZIENTI GUARITI E 3.737 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 12.676 (+378) rispetto a ieri): 1185 ( +53 ) in provincia di Alessandria, 519 (+24 ) in provincia di Asti, 562 (+ 35 ) in provincia di Biella, 1309 (+32 ) in provincia di Cuneo, 1117 (+79 ) in provincia di Novara, 6660 (+129) in provincia di Torino, 565 (+5 ) in provincia di Vercelli, 649 (+17) nel Verbano-Cusio-Ossola, 110 (+4 ) provenienti da altre regioni.

Altri 3737 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.679

Sono 25 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

In seguito al riallineamento in corso dei dati richiesto alle Asl, sono inoltre risultati ulteriori 22 decessi risalenti ai mesi di marzo e aprile che le stesse Asl non avevano ancora registrato sulla piattaforma informatica regionale.

Il totale è ora di 3.679 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 623 Alessandria, 219 Asti, 185 Biella, 349 Cuneo, 311 Novara, 1.630 Torino, 202 Vercelli, 124 Verbano-Cusio-Ossola, 36 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 29.727 (+108 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.807 in provincia di Alessandria, 1.753 in provincia di Asti, 1024 in provincia di Biella, 2.700 in provincia di Cuneo, 2617 in provincia di Novara, 15.121 in provincia di Torino, 1254 in provincia di Vercelli, 1100 nel Verbano-Cusio-Ossola, 255 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 96 ( -3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1579 ( -10 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 7960.

I tamponi diagnostici finora processati sono 258.489, di cui 143.310 risultati negativi.