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Superati 50mila euro per i cinque smalti del Cofano di Guala Bicchieri

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino è lieto di annunciare che, grazie alla straordinaria generosità di 742 piccoli e grandi donatori, ha superato l’obiettivo di 50.000 € nella sua campagna di crowdfunding, lanciata dal 28 marzo al 31 dicembre 2024 per acquisire cinque ornamenti in smalto di Limoges provenienti dal cofano di Guala Bicchieri, capolavoro identitario della sua collezione.

I cinque ornamenti – elementi metallici con decoro floreale in smalto champlevé – che decoravano originariamente il cofano del cardinale vercellese Guala Bicchieri (1160-1227), saranno acquisiti grazie all’eccezionale contributo di un ampio pubblico di appassionati e sostenitori del patrimonio storico e artistico dei Musei Civici di Torino.

Una raccolta fondi inaugurata dalla generosa donazione di Sir Paul Ruddock, grande collezionista di arte medievale ed estimatore del Museo Civico torinese, e quindi conclusa grazie al significativo sostegno della Fondazione CRT, che da sempre è accanto a Palazzo Madama in tutti i suoi progetti.

 

Il cofano del cardinale Bicchieri, realizzato in legno e decorato con smalti e oreficeria, è uno degli esempi più importanti dell’arte medievale e rappresenta un unicum nella storia dell’arte di Limoges.

Originariamente impreziosito da quaranta medaglioni e numerosi elementi decorativi in rame sbalzato e smalto champlevé, ha visto la perdita di diversi componenti durante la suo lungo e travagliato passato.

A marzo 2024 Palazzo Madama ha lanciato la campagna di crowdfunding con l’obiettivo di acquistare i cinque preziosi frammenti, che per secoli sono stati parte di questo capolavoro della storia, e di riportare il cofano alla sua originaria bellezza. Tali smalti furono verosimilmente trafugati a fine Settecento nel periodo delle guerre napoleoniche – quando il cofano era conservato nella chiesa di Sant’Andrea di Vercelli – e successivamente confluirono nella collezione di Jules Chappée, industriale ed erudito di Le Mans, quindi vennero dispersi dagli eredi e infine approdarono presso l’antiquario parigino che li ha ora messi in vendita.

Con l’acquisizione di queste cinque opere, il museo è ora in grado di restituire una ulteriore parte del decoro originario all’opera, ricollocandole sul retro del cofano, che oggi risulta privo di queste decorazioni.

Il successo di questa campagna è una commovente e profondamente significativa testimonianza della forza e dell’impegno della comunità che sostiene Palazzo Madama e i Musei Civici di Torino“, ha dichiarato Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore di Palazzo Madama. “Grazie alla generosità di centinaia di donatori, non solo aggiungiamo parti essenziali al cosiddetto ‘cofano di Guala Bicchieri’, ma poniamo nuovamente l’attenzione su un momento fondamentale della storia e del farsi d’Europa per il tramite di uno dei suoi grandi protagonisti. Sincera è la gratitudine per i numerosissimi che hanno voluto prendersi il tempo di contribuire a questo importante progetto, dando un senso al concetto di cittadinanza attiva e di memoria”.

I cinque smalti che ora riusciremo ad acquisire considerati da soli sono semplici frammenti della raffinata arte di Limoges nel Duecento, ma la loro importanza risiede nell’appartenere ad un capolavoro, cui ora possiamo ricongiungerli. Il loro riposizionamento sul cofano, a distanza di più di duecento anni, è un’operazione filologica importante che permetterà – come avviene in pittura quando una predella perduta torna accanto alla tavola cui era associata – di poter ammirare il cofano completo di alcune delle sue parti mancanti, così come esso doveva apparire a Guala Bicchieri nel 1220” – dichiara Simonetta Castronovo, conservatrice di Palazzo Madama, che fu già protagonista dello studio e acquisizione del cofano del cardinale da parte della Città di Torino e della Regione Piemonte nel 2004.

Durante tutto il corso del 2024 Palazzo Madama ha organizzato un intenso programma di sensibilizzazione, con incontri, conferenze, laboratori, visite guidate e dibattiti che si sono svolti non solo in museo ma in diverse sedi del territorio piemontese. Un ringraziamento particolare anche allo storico Alessandro Barbero, che ha unito la sua voce a quella di Palazzo Madama per sostenere la campagna.

Il risultato è stato ottenuto attraverso la piattaforma online di crowdfunding Rete del Dono, che ha permesso ai numerosissimi donatori – singoli, gruppi, famiglie, fondazioni e associazioni – di partecipare all’iniziativa.

Nella primavera 2025 Palazzo Madama offrirà a tutti i donatori l’opportunità di vedere in anteprima gli smalti appena acquisiti, in una presentazione in museo riservata ed esclusiva.

Palazzo Madama dimostra ancora una volta di essere un punto di riferimento fondamentale per la cultura italiana ed europea, e il successo di questa campagna di crowdfunding conferma l’importanza di collaborazioni e partecipazione per garantire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio dei Musei Civici di Torino. Un patrimonio comunitario. Un patrimonio di tutti.

Tutte le info qui: https://www.palazzomadamatorino.it/it/evento/ritorno-a-casa-il-cofano-ritrova-smalto

“Accademia della Luce”. Riflettori su lo “Scia’Mano” di Luigi Ontani

Al via, alla “GAM” di Torino, il “Public Program” dedicato alla 27^ edizione di “Luci d’Artista”. 

Giovedì 16 gennaio, ore 18

Figura iconica, fra i più influenti e noti artisti italiani a livello internazionale, al bolognese di Vergato (1943) Luigi Ontani, pittore e scultore, padre dei singolari “tableaux vivants” – performances filmate e fotografate in cui lo stesso artista si presenta mascherato di volta in volta da Pinocchio, piuttosto che da Dante da San Sebastiano o da Bacco – degli “oggetti pleonastici” in scagliola e della “stanza delle similitudini”– costituita da elementi ritagliati in cartone ondulato – è dedicato il primo appuntamento pubblico “apripista” alle attività di “Accademia della Luce”, il Public Program curato da Antonio Grulli di “Luci d’Artista”, 27^ edizione. L’incontro (in collaborazione con “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea”, “Fondazione Merz” e “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo”, insieme al “MAO – Museo d’Arte Orientale”, “PAV – Parco Arte Vivente”, “MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile” e “OGR Torino) si terrà giovedì prossimo 16 gennaioalle 18, presso la “GAM – Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta 31, a Torino. Al centro della “tavola rotonda”, il Maestro bolognese e il suo “Scia’Mano”, una delle due nuove installazioni luminose (insieme a “VR Man” del greco Andreas Angelidakis) di “Luci d’Artista 27”.

Legata alla figura universale e “mistica” dello “Sciamano”, l’installazione di Ontani  è composta da un lightbox bifacciale tondo e di grandi dimensioni, in cui le fotografie (utilizzate da sempre e spesso, come in questo caso, “espandendole” in gigantografie) sui due lati sono stampate su un supporto lenticolare. Nelle immagini, sempre in movimento e pronte a mutare in base al punto di vista dell’osservatore, vediamo l’artista impersonare uno “sciamano”, a cui allude con un gioco di parole anche la forma della maschera – realizzata in Indonesia, a Bali, dove Ontani risiede per alcuni mesi all’anno – che richiama una mano. Il soggetto evoca la “tradizione magica” di Torino e la posizione dell’opera, sul bordo nord dei “Giardini Sambuy”, dialoga con il punto in cui aveva sede la libreria e casa editrice “Fogola” frequentata dall’artista in passato e di cui è sopravvissuta un’insegna. Nell’opera di Ontani sono frequenti i riferimenti letterari e, non a caso, la piazza antistante la stazione “Porta Nuova” ha un posto nella storia della nostra letteratura dovuto alla tragica fine (1950) di Cesare Pavese.

In occasione dell’appuntamento con Luigi Ontani, sono stati invitati alla “GAM” un gruppo di critici e intellettuali di altissimo livello e prestigio, dalla storica dell’arte Giulia Giambrone (autrice, nel 2019, del primo saggio interamente dedicato artista, “Luigi Ontani in teoria. Filosofia, estetica, psicoanalisi nell’opera e nell’artista) allo scrittore Emanuele Trevi (vincitore del “Premio Strega 2021”, collaboratore del “Corriere della Sera” che con Ontani ha realizzato libri come quello che racconta il loro viaggio a Bali, “Ontani a Bali”, “Humboldt Books”, 2016, Milano), fino alla curatrice “di casa” Elena Volpato, cui si deve l’inserimento dei primi seminali video (fine anni sessanta) del Maestro di Vergato nella collezione della “Videoteca” della “GAM”, da lei ideata, e la curatela della mostra “Alam Jiwa & Vanitas” nel 2021 nello spazio “Wunderkammer”.

L’ingresso è gratuito. E attenzione … “Luci d’Artista” allunga il passo!

In concomitanza con l’incontro su e con Luigi Ontani e per accogliere gli atleti e gli sportivi che saranno a Torino in occasione del “Torino 2025 FISU World University Games Winter”, l’accensione di tutte le “Luci d’Artista” sarà prorogata fino al 2 febbraio 2025. 

Si tratta – dicono gli organizzatori – di una notizia importantissima che testimonia l’evoluzione di ‘Luci d’Artista’ in una vera e propria istituzione per l’arte contemporanea attiva tutto l’anno e l’ulteriore allargamento dei confini temporali della manifestazione. La proroga straordinaria ribadisce il suo ruolo fondamentale nell’accompagnare, ‘illuminandoli’, i grandi momenti della città e della comunità”.

Per info: www.lucidartistatorino.org

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Luigi Ontani: “Scia’Mano” (ph. Andrea Rossetti)

–       Immagine guida “Accademia della Luce”

Affitti brevi, le strutture “fuorilegge” a Torino e in Piemonte

Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del CIN, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA), sia in vigore da più di 10 giorni in Piemonte oltre 5400 strutture è ancora fuorilegge. Torino e Cuneo le città maglia nera con il maggior numero di strutture irregolari. Novara virtuosa.

In Piemonte, infatti, secondo i dati del Ministero del Turismo, ad oggi, delle 25.586 strutture registrate, ancora 5.493 (21%) non hanno richiesto il codice identificativo. “Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – a Torino, sono stati rilasciati 10.882 CIN ma ancora più del 24% delle strutture della città risulta irregolare; così come a Cuneo dove i CIN sono stati 4.774, mentre il 22% è ancora inadempiente. Vercelli conta il 20% di strutture fuorilegge con 556 CIN rilasciati, mentre ad Asti su 1.712 strutture regolarizzate, il 18% non è ancora in regola.” Ad Alessandria sono 1.540 i CIN rilasciati a fronte di un 21% di immobili ancora non regolarizzati. Nel Verbano-Cusio-Ossola sono stati invece 3.932 CIN a fronte di un 18% ancora non a norma. Per chiudere, poi, con Biella che ha rilasciato 610 CIN con il 16% delle strutture fuorilegge e Novara dove il 13% delle strutture è ancora irregolare, con 1.580 CIN rilasciati.”

A queste peraltro vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi è un dato che non sia una generica stima.

Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che “Per un immobile privo del CIN possono arrivare a 8mila euro – spiega l’avvocato Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma attenzione – ammonisce l’avvocato – per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali”

Dati: https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/mappa-italia (agg. 13/1/2025)

Partnership strategica tra la torinese IDT e la spagnola Bigbuy

Brandsdistribution e BigBuy annunciano la partnership strategica per applicare la app made in Turin al customer care dell’e commerce europeo

 

L’è commerce sta vivendo una crescita senza precedenti, con milioni di siti attivi nel mondo.

Solo su Shopify, WooCommerce e Wix ci sono oltre due milioni di negozi attivi a livello globale.

Entro i prossimi tre anni, più del 50 % delle aziende che operano nel settore dell’e commerce adotteranno l’AI per ottimizzare i loro processi e le customer operations, sales e marketing saranno tra le più impattate dall’avvento dell’intelligenza artificiale.

Il mercato dell’AI per e commerce è un’opportunità da $ 21B destinato a un tasso di crescita annuale del 37,3% tra il 2023 e il 2030. Parte da questa convinzione l’accordo stretto tra la piattaforma spagnola Bigbuy e la torinese IDT che mira a dare una svolta democratica all’utilizzo dell’AI nell’e commerce. Sino ad ora l’assistente alle vendite che sfrutta chatbot conversazionali basati sull’AI generativa sembrava una tecnologia irraggiungibile per la maggior parte dei siti, appannaggio esclusivo di grandi catene che in questi mesi hanno dichiarato di essere al lavoro sull’AI. Ora è realtà e la nuova partnership renderà il modello scalabile a livello europeo.

Lo scorso anno la piattaforma spagnola di vendita all’ingrosso BigBuy ha generato un fatturato di 123 milioni di euro con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. Aidify, sviluppata da IDT insieme a un gruppo di ingegneri del Politecnico di Torino, è stata recentemente segnalata tra i 5 migliori strumenti AI al mondo da Generative AI, la più grande community mondiale su Linkedin dedicata al mondo dell’intelligenza artificiale, con oltre 3 milioni di follower tra cui Elon Musk.

Con oltre 500 mila siti e commerce collegati alle loro piattaforme, la partnership mira a standardizzare l’utilizzo di Aidify per gli e commerce al di sotto di 1 milione di euro, portando l’azienda torinese a competere con i grandi player americani e cinesi. Grazie a questa partnership Brandsdistribution e BigBuy mirano a portare l’innovazione del customer care AI a una platea europea sempre più ampia, cambiando il modo in cui gli e-commerce gestiscono le relazioni con i clienti.

 

Mara Martellotta

Autostrada A5, Avetta (Pd): “Il disastro delle festività non deve ripetersi”

Il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) ha presentato un’Interrogazione per avere risposte chiare dalla Giunta regionale sui problemi di viabilità dell’A5.

 

 Il Consigliere regionale del Partito Democratico Alberto AVETTA (Pd) ha presentato un’Interrogazione riguardante i problemi di viabilità che si sono verificati sull’autostrada A5 durante le festività natalizie.

“Le recenti festività natalizie hanno visto un gran numero di “turisti della neve” utilizzare l’A5, ma, purtroppo, come hanno ampiamente riportato gli organi di stampa, non si è trattato certo di spostamenti confortevoli, piuttosto di “viaggi della speranza”. Le testimonianze raccontano di tempi superiori alle 8 ore per la tratta Aosta – Milano e, in particolare, superiori alle 3 ore per percorrere i circa 30 Km che separano, in provincia di Torino, Quincinetto dal casello di Albiano. Naturalmente queste criticità si riverberano sulla viabilità ordinaria e ricadono sulle competenze dirette dei Sindaci e della Città Metropolitana di Torino che sono costretti a subirle. La Regione Valle d’Aosta ha già segnalato con forza il problema al Ministero competente e ha organizzato sopralluoghi sulla tratta autostradale per verificare tempi e modi delle soluzioni in campo. Penso sia necessario ed urgente che le due regioni, Piemonte e Valle D’Aosta, si incontrino per approfondire con la nuova concessionaria autostradale il programma di interventi” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Alberto Avetta.

“L’autostrada A5 rappresenta un’infrastruttura di importanza strategica che collega il Piemonte alla Valle d’Aosta e, attraverso il tunnel del Monte Bianco, alla Francia. Purtroppo, in questi ultimi anni, è stata interessata da parecchi problemi ancora irrisolti: sull’intera tratta, compresa la tangenziale di Torino, sono state evidenziate criticità riguardanti la sicurezza e pertanto la velocità di percorrenza è stata ridotta a 110 km/h; ormai da anni una frana, localizzata nel comune di Quincinetto minaccia il percorso autostradale, causando periodiche chiusure precauzionali del tracciato; lo svincolo per Santhià, oltre ad essere chiuso in una delle due direzioni, continua a essere interdetto al traffico pesante con i TIR che si riversano nelle stradine inadeguate dei comuni canavesani; infine cantieri ordinari riducono la carreggiata a una corsia, causando code soprattutto nei fine settimana e durante le festività. Purtroppo paghiamo le conseguenze di scelte sbagliate. Aver rinunciato alla quota pubblica nella concessionaria autostradale è stato un errore. Oggi ci rendiamo conto di quanto la presenza del pubblico (la ex Provincia di Torino deteneva il 20% della vecchia concessionaria autostradale) garantisse una gestione molto più condivisa con i territori. Mi auguro tuttavia che con la nuova concessionaria autostradale la Regione sappia dialogare in modo costante ed efficace” conclude Avetta.

 

Alberto AVETTA – Commissione Trasporti, Consigliere regionale PD

cs

Dantès tra i vigneti dello Champagne

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“Per me, in tutto il mondo, non esiste un villaggio comparabile con questo. Qui ho vissuto gli anni più belli della mia infanzia…”. Così il regista Jean Renoir descriveva il suo rapporto con Essoyes, paesino dello Champagne situato nel dipartimento dell’Aube nella regione francese del Grand Est. Era lì che i genitori Aline e Pierre-Auguste Renoir, uno dei più famosi pittori impressionisti, acquistarono nel 1896 una casa nella quale, per 30 anni, insieme ai loro figli Pierre, Jean e Claude, trascorsero lunghe estati. Essoyes non è solo il “village des Renoir” perché vi nacque anche Auguste Heriot, fondatore del Grands Magasins du Louvre, diventato l’eroe di Au bonheur des dames, l’undicesimo romanzo di Émile Zola appartenente al ciclo dei Rougon-Macquart. Ancora oggi poche centinaia di persone vi dimorano in un ambiente di semplice bellezza che trasmette pace e di tranquillità tra boschi, vigne e graziose case a graticcio sulle sponde del fiume Ource.

 

E tra queste, in una graziosa casa circondata da vigneti a perdita d’occhio, vive anche madame Jacqueline Grenouille con il suo piccolo yorkshire terrier di nome Dantès. Ogni mattina, al sorgere del sole, il piccolo animale accompagna Jacqueline nei suoi giri tra le vigne dove i grappoli hanno ciascuno il proprio ruolo, dallo chardonnay con la sua finezza e l’eleganza al pinot nero celebre per la struttura e gli aromi fino al pinot meunier, apprezzato per ricchezza e complessità aromatica. Insieme osservano le viti cariche di grappoli d’uva, pronte per essere raccolte e Dantès non perde occasione per annusare con curiosità l’aria profumata dai densi aromi fruttati. Un giorno, mentre correva tra i filari, lo yorkshire si imbatté in qualcosa di insolito. C’era un piccolo scoiattolo che sembrava avesse bisogno di aiuto. Il povero animale era rimasto impigliato in un ramo e non riusciva a liberarsi. Dantès si avvicinò e con le sue piccole zampe, in uno slancio generoso, cercò di spostare il ramo. Dopo alcuni tentativi riuscì a liberare lo scoiattolo che scattò via come un fulmine. Il piccolo terrier non si era accorto che Jaqueline lo stava osservando, sorridendo. “Sei davvero un cane generoso e altruista. Bravo!” esclamò, accarezzandolo. Lui, felice e orgoglioso, scodinzolò.

Ma il giorno seguente, mentre girovagavano tra i vigneti, accadde qualcosa di imprevisto. Un temporale improvviso si abbatté sulla regione, e i fulmini illuminarono il cielo. Jaqueline, preoccupata per i possibili danni alle viti, decise di rientrare a casa osservando il cielo carico di nubi gonfie di pioggia. Dantès non riusciva a smettere di pensare allo scoiattolo e per nulla intimorito dall’inizio dell’acquazzone si allontanò dalla sua padrona e corse verso il boschetto dove aveva incontrato lo scoiattolo. Con grande determinazione si fece strada tra i rami bagnati e le pozzanghere finché non raggiunse l’albero cavo dove di era rifugiato l’animaletto dal mantello bruno rossastro. Lo scoiattolo era lì, spaventato e tremante. Scodinzolava per segnalare un pericolo mentre dal cielo, dopo le saette e il brontolio dei tuoni, pioveva ormai a dirotto. Dantès si avvicinò e abbaiando cercò a modo suo di rincuorarlo. Assecondando il proprio intuito l’animale comprese che poteva considerare quel cagnetto come un amico e si sentì subito in qualche modo rinfrancato e protetto.

Dantès si riparò sotto l’albero ed entrambi attesero che il temporale si allontanasse. Adagio adagio la pioggia iniziò ad essere sempre meno forte e tra i rami le ultime gocce luccicanti lasciarono il posto ai primi raggi del sole che illuminarono la vegetazione. A quel punto i due animali lasciarono il loro rifugio e, in segno di gratitudine, il piccolo roditore decise di accompagnare Dantès fino a casa dove lo scoiattolo venne accolto da Jacqueline sotto la veranda. La donna, osservando il legame speciale tra i due, comprese che i sentimenti non conoscono limiti e barriere, e che anche un piccolo yorkshire terrier può fare la differenza quando si tratta di venire in soccorso a chi si trova in difficoltà. Decise così di celebrare quell’amicizia dedicando ai due una nuova cuvée delle preziose bollicine. E così, a Essoyes e in tutta la zona della Champagne, Dantès e lo scoiattolo diventarono una leggenda da festeggiare stappando in allegria una buona e fresca bottiglia di blanc de blancs.

Marco Travaglini

Vueling la compagnia low cost più puntuale a Torino

Durante l’anno appena trascorso (da gennaio a dicembre 2024), Vueling, parte del gruppo IAG, ha raggiunto un notevole tasso medio di puntualità dell’81,2% nei suoi 223.000 voli operati nell’anno, secondo il rapporto “The On-Time Performance Review 2024” di Cirium.

Un risultato globale raggiunto grazie a prestazioni di livello nei singoli Paesi, Italia compresa, dove ha raggiunto la prima posizione tra le compagnie aeree low cost in 13 dei 15 aeroporti nei quali ha operato nel corso dell’anno. Particolarmente rilevanti sono i risultati sulla puntualità dei voli in partenza a Torino (con un tasso di puntualità del 77,1%).

Infermieri: “Croce e delizia della sanità piemontese”

Riceviamo e pubblichiamo

Croce e delizia nella sanità piemontese riguardo alla professione infermieristica: ogni piccolo passo avanti sembra essere seguito da due passi indietro. Il recente annuncio dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, sull’introduzione della figura del Direttore Socio-Sanitario ha suscitato grande interesse tra gli infermieri, ma questa iniziativa si inserisce in un contesto di luci e ombre. Se da un lato la creazione di questa nuova figura strategica rappresenta un’opportunità di miglioramento significativo, dall’altro emergono preoccupazioni sulle dinamiche di gestione e cooperazione regionale, in particolare per quanto riguarda le notizie provenienti da Azienda Zero e i rallentamenti nelle relazioni istituzionali.

È infatti di questi giorni l’annuncio dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, riguardante l’introduzione della figura del Direttore Socio-Sanitario. Questa nuova figura apicale rappresenta, come sottolinea il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino e del Coordinamento regionale delle Professioni Infermieristiche Ivan Bufalo, un passo cruciale verso un migliore coordinamento tra i servizi sociali e sanitari, promettendo di elevare gli standard organizzativi a livello regionale e di valorizzare le competenze manageriali acquisite dagli infermieri nel campo del management.

«Se effettivamente verrà introdotta come annunciato dall’assessore sarà davvero un gran passo avanti per la nostra Sanità– sottolinea Bufalo – La figura del direttore socio-sanitario farà da trait d’union  con i sindaci nei distretti e sul territorio per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità, l’avvio di progetti di umanizzazione dei pronto soccorso. Un obiettivo da sempre sperato e che ora potrebbe far alzare di livello il nostro servizio di cura».

A preoccupare invece il Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche sono le notizie che trapelano da Azienda Zero, così come i rallentamenti nelle relazioni istituzionali tra la Regione e il Coordinamento degli Ordini degli Infermieri del Piemonte.

«Se come annunciato  da Lo Spiffero il dott. Pappalardo Pappalardo lascerà il governo della Formazione del personale dell’emergenza e urgenza, che sotto la sua guida aveva raggiunto livelli di indiscussa eccellenza, il Direttore Generale di Azienza Zero Ing. Adriano Leli dovrà evidentemente fare il massimo sforzo per individuare un professionista, auspicabilmente sempre in seno alla professione infermieristica, in grado di dare congrua continuità al rapido processo evolutivo in atto, avviato  da Pappalardo, inerente alle competenze cliniche e alle capacità operative del personale infermieristico, e non solo, nel sistema dell’emergenza territoriale» afferma Bufalo.

Sotto la guida di Pappalardo responsabile della formazione del personale dell’emergenza sanitaria sin dalla fondazione di Azienda Zero, infatti, sottolinea il Presidente: «Sono incrementati esponenzialmente in pochi anni i livelli qualitativo e quantitativo della formazione professionale del personale del 118, precedentemente caratterizzata da grande disomogeneità e frammentazione. Pappalardo ha contribuito alla realizzazione di progetti innovativi per soddisfare i crescenti bisogni di salute, come gli ACAI, e ha costantemente rafforzato reti interprofessionali e interdisciplinari volte a migliorare la risposta sanitaria ai cittadini. Si auspica che la sua partenza da Azienda Zero non comporti un distanziamento tra le istituzioni politiche sanitarie regionali e la professione infermieristica».

Continua Bufalo: «La stessa preoccupazione vale per l’annunciato arrivo di infermieri indiani o da altri Paesi sudamericani o nordafricani. Lungi da noi opporci in maniera pregiudiziale ma questi interventi vanno governati con attenzione e responsabilità, ne va della sicurezza delle persone assistite nonché della dignità dell’esercizio della Professione Infermieristica

Mentre le notizie su cambiamenti interni e rallentamenti nelle relazioni istituzionali tra la Regione e il Coordinamento degli Ordini degli Infermieri del Piemonte si susseguono, Bufalo sottolinea la necessità di un maggiore coinvolgimento degli infermieri nei processi decisionali: «Naturalmente gli Ordini infermieristici rinnovano e rilanciano la loro piena disponibilità ad una collaborazione istituzionale con le autorità politiche e sanitarie della nostra Regione, ma una riflessione è certamente d’obbligo. Soprattutto servono seri segnali di coinvolgimento e, non di meno, serve garantire una adeguata rappresentanza della professione infermieristica nei tavoli consultivi e tecnici della Regione».

Proprio su questi ultimi punti si è registrato un rallentamento del percorso di collaborazione avviato dall’Assessore Riboldi con gli OPI del Piemonte. «La collaborazione sul tema degli Algoritmi 118 è stata onesta, costruttiva e indubbiamente proficua. L’Assessore Riboldi si è impegnato a promuovere un dialogo aperto che coinvolgesse tutti gli attori interessati dal provvedimento e questo ha facilitato una soluzione positiva della questione, che è un risultato soprattutto merito suo. Ora però ci sono temi altrettanto urgenti che hanno un significativo impatto sulla qualità e sulla sicurezza assistenziale che necessitano di essere affrontati. Mi riferisco alla formazione e all’introduzione della nuova figura dell’assistente infermiere e all’annunciato reclutamento di infermieri provenienti dall’estero per far fronte alla grave carenza di personale infermieristico nelle strutture assistenziali della nostra Regione».

A fine novembre 2024, infatti, la Direzione Sanità della Regione aveva convocato un incontro per discutere di queste tematiche. Incontro annullato e non più programmato: «Nonostante le sollecitazioni, siamo rimasti in una condizione di stallo». Conclude Bufalo: «Le innovazioni in tema di assistenza infermieristica introdotte dal legislatore necessitano di valutazioni approfondite propedeutiche a scelte delicate che devono essere intraprese a livello regionale. Lo stesso vale per l’annunciato arrivo di infermieri indiani o da altri Paesi sudamericani o nordafricani. La nostra preoccupazione e che ogni giorno trascorso senza lavorare alle migliori soluzioni risulterà un giorno perso».

Ordine delle Professioni Infermieristiche

cs

I pianeti fantascientifici di Holst con l’OSN Rai diretti dall’americano John Axelrod

 

 

Torna sul podio dell’OSN Rai l’americano John Axelrod, protagonista del concerto in programma all’Auditorium Arturo Toscanini di Torino giovedì 16 gennaio alle 20.30, con replica in diretta su Radio 3. La replica di venerdì 17 gennaio, alle 20, è trasmessa in live streaming sul portale di Rai Cultura.

Attuale direttore Principale Ospite della Kyoto Symphony e direttore Principale della Real Orchestra Sinfonica de Sevilla, Axelrod è apprezzato in tutto il mondo per la sua versatilità ed energia. Con la compagine Rai è stato protagonista di una tournée nel sud Italia nell’estate del 2022, che ha toccato Catania, Catanzaro, Salerno, Matera, Brindisi. Ad aprire la serata sarà il “Rendering”, il restauro realizzato da Luciano Berio tra il 1988 e il 1990 sugli schizzi lasciti da Schubert a proposito della sua Decima Sinfonia, mai completata.

“Erano anni che mi veniva chiesto da varie parti di fare ‘qualcosa con Schubert’- spiegò Berio nelle note alla partitura – e non ho mai avuto difficoltà a resistere a quell’invito tanto gentile quanto ingombrante, fino al momento in cui ricevetti copia degli appunti che il trentunenne Franz andava accumulando nelle ultime settimane di vita, in vista di una Decima Sinfonia in Re maggiore D 936 A. Si tratta di appunti di notevole complessità e di grande bellezza, che costituiscono un segno interiore di nuove strade, non più beethoveniane, che lo Schubert delle sinfonie stava già percorrendo. Sedotto da questi schizzi, decise dunque di restaurarli e non ricostruirli”.

Nella seconda parte del concerto, Axelrod interpreta “The planets”, la suite opera 32 per coro femminile e orchestra scritta da Gustav Holst tra il 1914 e il 1915. In quegli anni il compositore britannico, di mente aperta e curiosa, era particolarmente influenzato dal wagnerismo e dall’espressionismo, e venne introdotto all’astrologia dallo scrittore Clifford Bax durante una vacanza sull’isola di Maiorca. Nacque così la partitura che lo rese celebre e che infuse di mirabile maestria coloristica oltre che di visionaria fantasia. Il successo del lavoro fu tale da rendere una sorta di modello per la musica cinematografica successiva, specie per le pellicole di ispirazione fantascientifica. L’opera, composta da sette movimenti ispirati al significato astrologico dei pianeti del sistema solare, vede impegnato un organico orchestrale enorme che include strumenti come il flauto basso, l’oboe basso, l’eufonio e l’organo.

Nell’ultimo movimento interviene anche il coro femminile del Teatro Regio di Torino preparato da Ulisse Trabacchin. L’ultima esecuzione di “The planets” da l’arte di una compagine Rai a Torino risale al 1957, con Sir John Barbirolli alla testa dell’OSN di Torino della Radiotelevisione Italiana.

 

Mara Martellotta

Se l’aspetto tecnico prevale sulla Storia e la Poesia

Sullo schermo l’ultimo controverso film di Robert Zemekis

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Un vulcano che erutta e la natura che riprende a fiorire, un terreno su cui il magma esplode e gli incendi improvvisi divampano, una corsa di dinosauri e i nativi indiani che cacciano nella foresta vergine. I calessi del Settecento e la figura di Benjamin Franklin, la casa inconfondibile in stile georgiano costruita sul fondo dello stretto sentiero e una piccola casa, accogliente e confortevole, che le cresce accanto, una grande finestra per guardare il mondo che le si snoda davanti. E con lui i secoli e le decadi, incorniciati da una macchina da presa stabilmente poggiata, uno sguardo fisso sul salotto bello, che raccoglie e che accoglie, dove si festeggia il giorno del Ringraziamento o dove per maggiore comodità s’alloggia il padre malato, a riprendere i tanti cambi di divani più o meno antichi più o meno attuali, gli apparecchi tivù e il caminetto, gli alberi di natale e gli addobbi, i paraventi e i tappeti da spolverare e le lampade, le persone soprattutto che passano e s’avvicendano, in special modo tra le ultime generazioni, sino alle soglie del Covid, quelle che l’attraversano con visi e gesti tutti diversi, con amarezze e attimi felici, con aspirazioni e con sogni ormai buttati in fonda a un cassetto, dentro la grande Depressione e gli anni Quaranta dove un aspirante aviatore può dare vita al suo sogno (vedrà lo spettatore con quali esiti) e una coppia bohémien e desiderosa di successo può inventare una comodissima poltrona girevole e ribaltabile o più vicino a noi, dove un padre afroamericano catechizza con grande consapevolezza il figlio alla perfetta obbedienza al poliziotto se fermato ad un controllo di documenti e patente.

Questo e altro ancora passa dinanzi all’obiettivo ristretto di “Here” che Robert Zemeckis ha tratto dalla omonima graphic novel di Richard McGuire del 2014, riunendo ancora una volta attorno a sé – dopo il successo planetario di “Forrest Gump” trent’anni fa – l’amorevole cura dello sceneggiatore Eric Roth, delle musiche di Alan Silvestri, della coppia Tom Hanks e Robin Wright. Sono questi ultimi a vivere la storia del signore e della signora Young e della storia che vivono il regista ci fa sapere qualcosa di più, la passione della gioventù e l’amore sul divano sotto lo sguardo divertito del fratello di lui, il matrimonio celebrato proprio in quello stesso salotto e la nascita di una bambina, il lavoro di lui e i festeggiamenti per i cinquant’anni di lei: lei che passerà quasi l’intera esistenza recalcitrante tra quelle mura, a mugugnare, a sognare un luogo diverso, fatto di emancipazione e di completa padronanza. Ricordate la mamma di Forrest? la vita è come una bella scatola di cioccolatini e non sai mai quello che ti capita.

Libertà da quell’altra coppia Young, con le loro manie e loro premure invadenti, i genitori di lui (Paul Bettany, il più convincente di tutti, e Kelly Reilly), Al e Rose, che incrociano una guerra e un Vietnam per il quale l’altro figlio non vede l’ora di partire. Accadimenti e piccole e grandi imprese che sono una manna per un regista come Zemekis che da sempre è stato bravo a intessere nel suo Cinema quelle nuove tecniche che possono fare miracoli. Non soltanto il suo attore feticcio stringeva mani e riceveva onorificenze da presidenti degli Stati Uniti che avevano terminato la loro permanenza alla Casa Bianca oppure languiva nell’isola di “Cast Away” o entusiasmava grazie alla “permormance” o “motion capture” di “Beowulf” e di “Polar Express”: altresì – e siamo già giunti qui al tempo della autocitazione – la terna di “Ritorno al futuro”, Jessica Rabbit o il pilota di “Flight” mostravano un regista che precorreva e di parecchio i tempi. Tutti i processi tecnologici riempiono le facce di Hanks e di Wright, le rendono vive in ogni momento, li guardiamo giovanissimi e li ritroviamo con i tratti invecchiati, dentro una stanza e uno schermo che il regista spezzetta in innumerevoli quanto diversissimi – per posizioni e grandezze – riquadri, in quelle tante occasioni che potrebbero far diventare “Here” il film scoperta dell’anno. Dicevo di miracoli, se la tecnica non arrivasse ad affievolire la Storia, sovrapponendosi ad essa, imbrogliandola, anche impoverendola.

Dicevo potrebbero. È chiaro che il saggezza dell’espediente, la tecnica perfettissima, la ricerca del particolare, l’immagine spezzettata, la frammentazione del Tempo che è il grande protagonista del film, in tutta la sua costruzione e nella sua de-costruzione, possono avvincere, interessare, essere guardati con grande curiosità: ma le tante sottotrame non hanno mai sviluppo – e capiamo benissimo che a Zemeckis non interessa che le abbiano: ma a noi quegli sviluppi mancano -, anche la coppia principale si alimenta di flash, di piccole se non deboli, stringate emozioni, fatte nel momento in cui essi vivono e non oltre, di fatti che potrebbero raddoppiarsi o scomparire e il risultato non cambierebbe. Non è per risollevarci il morale: ma in “Here” resta bella davvero quell’aria di malinconia che circola, quella poesia che già ha commosso altrove e che qui siamo obbligati a ricercarla e a stringercela ben stretta. Pur se claudicante, se “imperfetto” nella sua costruzione, “Here” merita di essere visto, forse soltanto per riuscire a intravedere quel che sarà il Cinema negli anni che verranno (o forse ci stiamo già dentro): merita per quel finale d’emozioni, per quell’attimo che vola alto, con la macchina da presa che finalmente girando su se stessa inquadra ciò che sinora è stato alle sue spalle, permettendosi di uscire da quell’unico spazio, con il piccolo colibrì, che abbiamo visto qua e là nei 100 e poco più minuti, arrestarsi per spiccare di lì a un attimo un volo più deciso. Come faceva la piuma bianca sotto gli occhi buoni di Forrest.