ilTorinese

“Dacci 45mila euro o ti facciamo saltare in aria casa e moglie”

carabinieri carLe indagini fanno presumere che la banda abbia agito altre volte in passato

 

Dopo avergli incendiato la carrozzeria e un carro attrezzi hanno minacciato di far fare “un botto solo” alla sua abitazione e alla moglie se lui non avesse tirato fuori 45mila euro, tutti in un colpo solo. Ma non avevano fatto i conti con i carabinieri del Comando provinciale, che hanno arrestato i cinque malviventi “esperti” in estorsione. Le indagini fanno presumere che la banda abbia agito altre volte in passato.

 

(Foto: il Torinese)

Dalla Regione: “Aiuto per gli affitti alle famiglie in difficoltà”

REGIONE PALAZZOLa Giunta regionale ha approvato la delibera che definisce le linee strategiche delle politiche abitative in Piemonte, che coniugano le iniziative con le risorse disponibili e si pongono lo scopo di contenere il disagio sociale

 

“Vengono coordinati e razionalizzati all’interno di un contesto unitario – puntualizza l’assessore alle Politiche sociali, della famiglia e della casa, Augusto Ferrari – interventi finalizzati a dare risposte efficaci ai bisogni dei cittadini piemontesi mediante quattro linee di intervento: il Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, le Agenzie sociali per la locazione, il Fondo per la morosità incolpevole, il Fondo per gli assegnatari di edilizia sociale”.

 

Per partecipare ai bandi è indispensabile l’Isee. “Per rendere omogenee le condizioni preliminari di accessibilità dei cittadini alle singole misure abbiamo ritenuto opportuno – evidenzia Ferrari – adottare l’indicatore della situazione economica quale parametro univoco con il quale individuare i destinatari delle diverse forme di sostegno, pur prevedendo, in ciascuna delle quattro misure, requisiti e criteri differenziati. Tale scelta è stata dettata dal fatto che l’Isee è lo strumento di valutazione che, attraverso criteri unificati, consente di definire la situazione economica tenendo conto della somma dei redditi percepiti, di una quota del patrimonio mobiliare e del numero dei componenti del nucleo familiare”.

 

I bandi collegati alle quattro linee di intervento saranno pronti entro un mese e verranno finanziati con circa 19 milioni di euro, 12 di fondi statali e 7 regionale. “Una cifra importante, che consentirà di affrontare in modo concreto il fabbisogno abitativo – la giudica l’assessore – . Negli ultimi anni, infatti, analizzando la situazione abitativa in Piemonte, si rilevano da un lato la costante contrazione di alloggi sociali destinati alla locazione, dall’altro la sempre maggiore difficoltà delle famiglie in affitto a basso reddito a far fronte alle spese per l’abitare “.

 

(www.regione.piemonte.it)

Quattro donne che hanno fatto la differenza

donne donna La vicepresidente del Consiglio, Daniela Ruffino: “Impegno, rigore, passione nel ricoprire gli incarichi istituzionali in un’epoca in cui le pari opportunità erano meno ‘pari’ di oggi sono, senza dubbio, le caratteristiche che accomunano queste quattro donne piemontesi”. I volumi sono realizzati dalla Consulta femminile regionale

 

“Si richiede alle donne di essere estremamente brave nel mondo lavorativo per poi considerarle normalmente dotate”. Con un tono un po’ amareggiato e d’ammenda, Marco Brunazzi, Vicepresidente dell’Istituto di studi storici Salvemini, ha concluso la presentazione delle quattro nuove biografie della collana “Donna e Donne” della Consulta femminile regionale, tenutasi nei giorni scorsi presso Palazzo Lascaris. Si tratta di mirabili monografie dedicate a quattro protagoniste piemontesi della politica recentemente scomparse: Maria Magnani Noya, Giovanna Cattaneo Incisa, Nicoletta Casiraghi e Angiola Massucco Costa.

 

I volumi, realizzati attraverso ricerche d’archivio ed incontri con persone che hanno conosciuto le quattro protagoniste, si compongono anche di un saggio biografico introduttivo che ne evidenzia i percorsi umani e politici cosicché al lettore venga data la possibilità di conoscere tutte le sfaccettature della vita delle quattro donne.

 

Abile avvocata penalista impegnata anche in importanti processi politici, Maria Magnani Noya viene soprattutto ricordata per essere stata, dal 1987 al 1990, il Primo sindaco donna della città di Torino. Diventata poi parlamentare europeo, dopo essere stata sottosegretaria alla Sanità nel primo governo Craxi, ha rivolto il suo impegno politico nazionale all’attività riformatrice nel campo del diritto di famiglia, dei diritti civili e soprattutto nell’ambito dei diritti delle donne.

 

Nel 1992 anche Giovanna Cattaneo Incisa ricoprì il ruolo di sindaco della città di Torino ed anche se il suo fu un mandato piuttosto breve (da febbraio a dicembre), la città vide una importante trasformazione sotto la sua amministrazione. Eletta per due mandati nel Consiglio comunale di Torino, si occupò, con rigore e passione civile, di temi di scottante attualità quali la crisi economica e le politiche sociali. Terminata la sua “carriera politica”, si dedicò al mondo dell’arte ricoprendo le cariche di presidente della Fondazione Torino Musei e presidente della Galleria civica d’Arte moderna e contemporanea.

 

Parlando di “prime volte” non si può non nominare Nicoletta Varra Orrù Casiraghi che, dal 1985 al 1990, fu la prima donna che ricoprì il ruolo di presidente del Consiglio e della Giunta provinciale di Torino. Di formazione liberale, durante tutta la propria carriera si è spesa con passione ed intelligenza per la tutela dei diritti delle donne, il buon funzionamento degli enti pubblici e l’affermazione di una cultura diffusa delle libertà individuali.

 

E di problematiche riguardanti la tutela dei diritti delle donne e l’affermazione dell’emancipazione femminile, si è occupata Angiola Massucco Costa. Parlamentare per il Partito comunista italiano, tra il 1970 ed 1975 è stata eletta consigliera comunale a Torino ed è stata attiva anche nell’associazionismo e nella Consulta femminile regionale. Ha ricoperto un ruolo di primo piano negli studi di psicologia sperimentale, disciplina cui ha dato un particolare impulso organizzativo.

 

Quattro storie di vita, ma soprattutto quattro storie di donne che con il loro impegno, il loro rigore e la loro passione nel ricoprire i propri incarichi istituzionali, hanno dimostrato e soprattutto insegnato alle generazioni future, l’importanza di essere e di affermarsi come “donna” in un’epoca in cui le pari opportunità erano ancora meno pari di oggi.

 

Esemplari per il coraggio, la determinazione e l’intelligenza che ne hanno contraddistinto l’impegno lungo tutto il loro percorso umano e lavorativo, non possiamo che ringraziare la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino, la presidente della Consulta femminile regionale Maria Agnese Vercellotti Moffa, Marco Brunazzi e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione delle biografie di queste straordinarie donne. “Impegno, rigore, passione nel ricoprire gli incarichi istituzionali in un’epoca in cui le pari opportunità erano meno ‘pari’ di oggi sono, senza dubbio, le caratteristiche che accomunano queste quattro donne piemontesi”, ha sottolineato Ruffino.

 

Ci auguriamo che le loro vite possano essere d’esempio per donne e uomini di tutte le età e nazionalità e che, il loro ricordo, possa essere di sprone alla riflessione e all’azione sulla società contemporanea affinché,sia da un punto di vista lavorativo che sociale, ci siano sempre meno disuguaglianze e più pari opportunità.

 

Simona Pili Stella

 

(Foto: Consiglio regionale del  Piemonte)

Edifici pubblici, il Comune mette in vendita i gioielli di famiglia

PAL CIVICPAL CIVICOTra gli edifici che potrebbero essere messi in vendita c’è la Curia Maxima di via Corte d’Appello, già storica sede del tribunale di Torino, che attualmente ospita l’Assessorato alla Cultura. Potrebbe diventare un nuovo hotel della prestigiosa catena Hilon. C’è poi il Palazzaccio, la struttura da sempre criticata per il suo non-senso estetico, piazzata proprio davanti al Duomo

 

Il trucco c’era ma non si vedeva. Nascosta in un plico alto così di emendamenti, c’era anche la decisione del Comune di vendere alcuni dei suoi “gioielli di famiglia”, ovvero una serie di palazzi aulici di proprietà municipale, i cui costi di gestione sono diventati insostenibili. L’assessore Gianguido Passoni, beccato dalla minoranza che si è accorta di quelle poche righe inserite quasi per caso nella documentazione di bilancio, ha detto che si tratta in realtà soltanto di un percorso propedeutico per verificare la possibilità di vendere in futuro alcune sedi o, comunque, di razionalizzare i costi dei palazzi comunali.

 

Tra gli edifici che potrebbero essere messi in vendita c’è la Curia Maxima di via Corte d’Appello, già storica sede del tribunale di Torino, che attualmente ospita l’Assessorato alla Cultura. Potrebbe diventare un nuovo hotel della prestigiosa catena Hilon. C’è poi il Palazzaccio, la struttura da sempre criticata per il suo non-senso estetico, piazzata proprio davanti al Duomo. E poi, l’ala destra di piazza Palazzo di Città, la palazzina dei servizi educativi di piazza IV Marzo, parte della Caserma Lamarmora che ospita i Vigili Urbani.

 

Un complesso di costruzioni che , se vendute ai migliori acquirenti, potrebbero portare alle casse municipali circa 50 milioni di euro. Non poco, di questi tempi. Intanto, per l’operazione trasparenza imposta dalla legge, il Comune ha messo sul web tutti i dati sui costi delle sedi municipali in affitto: in tutto vengono a costare un milione e 600 mila euro l’anno. Tra i vari uffici affiittati dal Comune, l’archivio di Pianezza, le scuole di corso Casale e via Casalis, la sede della Polizia municipale di Corso Umbria. In effetti Passoni ha ragione: è ora di razionalizzare.

 

(Foto: il Torinese)

Il Comune approva il bilancio, la minoranza: troppi tagli

palazzo civicoFassino: “Se qualcuno di quelli che dicono che non sappiamo amministrare è in grado di proporre un bilancio alternativo e migliore di quello di Passoni, lo faccia, noi siamo pronti ad adottarlo”

 

Il bilancio di  previsione 2014 approvato dal Consiglio comunale pareggia a 1 miliardo e 356 milioni di euro e il debito diminuisce di 112 milioni. Sebbene siano state tagliate le risorse assegnate ai Comuni, che per Torino sono scese dai 471 milioni del 2009 ai soli 126 del 2014, il sindaco Piero Fassino ha ricordato che la Città con risorse proprie o private ha continuato a promuovere investimenti e a salvaguardare il suo dinamismo.

 
”O si ha la capacità di mettere in campo le innovazioni necessarie a reperire le risorse – ha detto il primo cittadino – o l’obbiettivo di garantire i servizi non si raggiunge. Se qualcuno di quelli che dicono che non sappiamo amministrare è in grado di proporre un bilancio alternativo e migliore di quello dell’assessore Passoni, lo faccia, noi siamo pronti ad adottarlo”. Le opposizioni:

 

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Il sindaco è bravo con le parole ma il nostro bilancio è un massacro per i cittadini che ne escono con le ossa rotte.Il Governo ci ha presi a schiaffi anche nell’ultima settimana con un ultimo taglio di 8 milioni. Possiamo avere le Università, la Cultura, l’automotive ma la vita dei torinesi non cambia.

 
Paolo Greco Lucchina (NCD): Non ci rassicurano le azioni messe in campo per garantire bilanciamento tra entrate e spese. Diamo atto di una sostanziale riduzione della spesa per il personale e di un progressivo ridimensionamento dell’indebitamento.Riconosciamo al sindaco di non essere Chiamparino. Lei ha dovuto fare fronte ad una situazione estremamente grave con enorme difficoltà. Non c’è programmazione. Questo è un bilancio tecnico, di difesa. Proveremo a contribuire alla programmazione in fase di assestamento se ce ne darete l’occasione.

 

Andrea Tronzano (Forza Italia): Utilizzare i soldi della Cassa Depositi e Prestiti, che raccoglie i fondi di piccoli risparmiatori, per acquistare i palazzi a disposizione della Città di Torino non è cosa saggia. Il sindaco valuti con grande attenzione. Alcune riforme potete farle solo voi. Non avete ancora attuato le dismissioni che una parte di maggioranza vi blocca e non dovete più vendere a soggetti appartenenti all’ambito pubblico.I tagli lineari, quando li faceva Tremonti erano criticati, se li fa Passoni nessuno si straccia le vesti.

 

 Chiara Appendino (Movimento 5 Stelle): Il rapporto tra ente pubblico e cittadino deve basarsi sulla trasparenza nel raccontare i fatti. Oggi il sindaco non può dire che non sono stati tagliati i servizi, che l’offerta è rimasta inalterata, che la capacità di investimento è rimasta invariata. Basta guardare i numeri. Bisogna dire le cose come stanno perché i numeri sono numeri, i tagli sono tagli. La mistificazione della realtà diventa propaganda politica. Cos’è il dinamismo di cui parla Fassino? I costruttori non possono essere la leva dell’economia della città, già sfruttata e non più utilizzabile. Un torinese su dieci è in povertà e non riesco a considerare un bene il divario tra la città ricca e la città povera. 

 

Paola Ambrogio (Fd’I): Signor Sindaco devo dire che ha confermato di conoscere i problemi di Torino: case, lavoro, occupazione. Noi però ci troviamo ad approvare un bilancio con tagli per 27 milioni, nel quale l’unico dato in positivo riguarda l’emergenza freddo. Mi chiedo, in assenza di programmazione, come faremo a intervenire e a dare risposte ai poveri che aumentano a vista d’occhio; sicuramente non saranno i poli d’eccellenza torinese a dare delle risposte. Come già accennato ieri dal Capogruppo Marrone non voteremo questo bilancio; ci aspettavamo che lei, in qualità di Presidente dell’Anci, battesse i pugni sul tavolo per ottenere dal Governo quello che spetta agli enti locali.

Spesa farmaceutica, allarme rosso: peggio di noi solo la Puglia

“I costi – dice l’assessore – a fine 2014 ammonteranno a 415 milioni, mentre dovrebbero attestarsi a 390”

 

molinetteNella sua comunicazione alla Giunta regionale, l’assessore alla sanità Antonio Saitta ha lanciato l’allarme: quella per la farmaceutica in Piemonte è una delle grandi voci di spesa all’interno del bilancio regionale della sanità, con una percentuale del 15% che significa 1,2 miliardi di euro.

 

“La spesa farmaceutica ospedaliera – dice l’assessore – a fine 2014 ammonterà a 415 milioni, mentre dovrebbe attestarsi a 390.  Saitta, dice che “non era mai stato fatto un lavoro di analisi così rigoroso e attento sulle spesa di farmaci in passato”. Su alcune voci di spesa  ci sarebbe possibilità risparmiare, partendo dalla consapevolezza dell’appropriatezza delle prescrizioni, che deve migliorare sia da parte dei medici ospedalieri sia dei medici di base, chiamati ad aiutare i pazienti a non farsi condizionare dalle pressioni del consumismo farmaceutico.molinette2

 

“I cittadini hanno bisogno che i loro medici di base li aiutino a cambiare mentalità. La Regione non ha alcuna intenzione di fare la parte dei “ragionieri del farmaco”, ma sentiamo forte l’esigenza, nella quotidiana battaglia per ridurre la spesa sanitaria, di essere sostenuti dai medici anche nella voce relativa alle prescrizioni di farmaci”, spiega l’assessore.

 

“Ci sono esempi virtuosi – conclude – che fanno comprendere come sia possibile intervenire in accordo con i medici di base: la spesa per farmaci di grande consumo – le statine (per il controllo degli eccessi di colesterolo) e gli ace inibitori (contro l’ipertensione) – registra in Piemonte nel primo semestre del 2014 un grande risparmio, perché si è incrementata in maniera significativa la prescrizione del farmaco generico a discapito di quello cosiddetto di marca: qui emerge forte il ruolo del medico prescrittore al quale il paziente si affida completamente”.

 

LE CIFRE DELLA SPESA OSPEDALIERA NELLA COMUNICAZIONE DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’

 

sanitaLa farmaceutica si divide in due macro voci di spesa, quella territoriale e quella ospedaliera. Nella prima il Piemonte si comporta a livello nazionale abbastanza bene e deve però rispettare i parametri di taglio imposti dal Piano di rientro, mentre nella seconda voce siamo tra i peggiori in Italia.

Vediamo le cifre: per l’anno 2014 il tetto di spesa della farmaceutica territoriale è stato fissato per il Piemonte 827,8 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 3.36% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 la spesa era di 856,6 milioni), di cui 637,8 milioni per la solo spesa farmaceutica convenzionata che quest’anno quindi deve quindi diminuire del 3.2%

 

Dall’analisi dei flussi di spesa del primo semestre e dalla proiezione fino a fine anno, emerge che in Piemonte troviamo territori che stanno risparmiando come Cuneo, Novara, Biella, Vercelli e Vco, mentre Torino è gravemente inadempiente ed Alessandria e Asti sono inadempienti, ma in lento miglioramento: se non si cambia rotta, a fine anno non solo non avremo raggiunto l’obiettivo di spendere solo 827.8 milioni di euro per la farmaceutica territoriale, ma lo avremo superato di almeno 20 milioni di euro.

 

Passiamo alla spesa della farmaceutica ospedaliera: per l’anno 2014 il tetto di spesa è stato fissato per il Piemonte a 390 milioni di euro (con una riduzione complessiva del 4.2% rispetto alla spesa dell’anno precedente: nel 2013 è stata di 407,2 milioni).Qui la situazione è difficile, perché il nostro trend di spesa è tra i più alti d’Italia (peggio di noi fa solo la Puglia).

 

Questa voce è difficile da controllare perché le Asl e le aziende ospedaliere finora non hanno mai collaborato nella diffusione dei dati: di fatto mancava quasi completamente il rendiconto della spesa farmaceutica ospedaliera e quindi non si potevano esercitare controlli, ma soprattutto nessuno all’interno degli ospedali aveva chiari questi dati.

 

Per l’anno in corso invece di restare nel tetto di spesa di 390 milioni di euro, quasi certamente arriveremo a 415 milioni. Le aziende che avrebbero dovuto tagliare maggiormente questa voce erano principalmente le sedi universitarie (Novara e Torino) ma anche Asti, Vercelli e Vco.

 

Per rispettare nel prossimo futuro questi parametri gli strumenti ci sono e per la verità c’erano già. Si tratta di utilizzare una procedura chiamata File F (usata da anni in altre Regioni): un tracciato che contiene le informazioni relative alla fornitura e somministrazione di un farmaco ad un paziente da parte di una struttura ospedaliera o territoriale e che permette la compensazione del costo con l’Asl di residenza del paziente. Si tratta di uno strumento che consente di tracciare la filiera di un farmaco, garantendo al paziente la continuità della cura e all’azienda il riconoscimento delle spese sostenute, una maggiore appropriatezza nei consumi e quindi, per alcune tipologie di farmaco, un risparmio sulla spesa farmaceutica convenzionata.

 

(Foto: il Torinese)

 

Ex Moi, l’occupazione un anno e mezzo dopo

Il tempo è passato, dei profughi iniziali ormai non è rimasto più nessuno, ma le palazzine continuano ad essere occupate… La convivenza con gli abitanti del quartiere si fa ogni giorno più difficile e molti accusano gli extracomunitari dell’aumentato spaccio, della prostituzione e della delinquenza in generale

 

moi2Il 30 marzo 2013 un gruppo di circa 200 immigrati, guidati da alcuni esponenti di centri sociali e associazioni di volontariato, occupa abusivamente alcune palazzine abbandonate, facenti parte del complesso dell’ex villaggio olimpico (ex Moi) in Via Giordano Bruno 201, nel cuore del Borgo Filadelfia.I migranti, di 21 nazionalità diverse, provengono tutti dal programma Emergenza Nord Africa (ENA), che prevedeva l’accoglienza in strutture di Torino e Provincia con corsi di inserimento lavorativo e di lingua italiana, finanziati dalla Comunità Europea.

 

Considerata conclusa a fine febbraio l’emergenza, i profughi vengono abbandonati a se stessi con 500 euro, senza nessun appoggio locativo. La sistemazione nelle palazzine deserte dell’ex Moi sembra  una soluzione ideale, anche se si va ad occuparle illegalmente. Due giorni dopo il numero dei profughi era raddoppiato, in quanto la notizia dell’occupazione si era diffusa e giungevano persone da tutta Italia, non tutte con i requisiti di cui sopra.Il quartiere Borgo Filadelfia si spaccò in due: da un lato le persone e le associazioni si mobilitarono per portare aiuti di prima assistenza (cibo, coperte, vestiti, materassi etc.), dall’altro coloro che erano preoccupati della massiccia presenza di extracomunitari.

 

Ci furono molte discussioni per poter risolvere la questione: esponenti politici dal Comune, dalla Regione, dalla Circoscrizione, nonché dalle autorità religiose nella persona dell’arcivescovo Nosiglia, intervennero per trovare una soluzione. Anche la Presidente della Camera Boldrini fece sentire la sua voce. Il tempo è passato, dei profughi iniziali ormai non è rimasto più nessuno, ma le palazzine continuano ad essere occupate… La convivenza con gli abitanti del quartiere si fa ogni giorno più difficile e molti accusano gli extracomunitari dell’aumentato spaccio, della prostituzione e della delinquenza in generale.

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Anche tra gli occupanti il clima è teso a causa di differenze etniche, religiose e gerarchiche sempre più marcate. Ci sono stati persino episodi di violenza, culminati con l’intervento delle forze dell’ordine. Dopo 18 mesi la situazione ristagna e non si vede una soluzione all’orizzonte…

 

Maria Ferreri

Chiara Mandich

 

Il Regio apre con la Messa da Requiem di Verdi

Il Requiem venne eseguito per la prima volta il 22 maggio 1874 nella Basilica di San Marco a Milano, dirigeva lo stesso Verdi. Composto dal grande operista per commemorare il primo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, il Requiem emerse subito quale universale messaggio di pace e consolazione rivolto all’umanità

 

verdi

Martedì 30 settembre alle ore 20, il Regio apre la Stagione 2014-2015 con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Questo immenso capolavoro sinfonico-corale è diventato nel corso degli anni l’emblema dell’eccellenza del Regio. Con la direzione di Gianandrea Noseda, il Requiem è stato eseguito, sempre con unanime successo di pubblico e critica, in tutto il mondo: da Vienna a Tokyo, da Dresda a San Pietroburgo.

 

Per aprire la grandiosa Stagione 2014-2015 viene proposto ora in Italia, per cinque concerti dal 30 settembre al 7 ottobre, il masterpiece che  ha reso famoso il Regio all’estero. L’inaugurazione della Stagione d’Opera spetterà invece a una nuova produzione dell’Otello di Verdi, con la regia di Walter Sutcliffe, il 14 ottobre. Per il Requiem prenderanno parte, con l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, diretti da Gianandrea Noseda, quattro grandi solisti: Hui He, soprano cinese dal timbro morbido e dalla fine musicalità, già vincitrice del concorso Voci verdiane di Busseto, impegnata nelle più importanti platee internazionali; Daniela Barcellona, mezzosoprano d’eccellenza dalla consolidata fama mondiale e graditissima presenza costante delle produzioni del Regio; Jorge de León, giovane tenore spagnolo dal timbro squillante e omogeneo, che ha già lavorato con direttori quali Zubin Mehta e il compianto Lorin Maazel e infine Michele Pertusi, uno dei più grandi bassi della scuola italiana, amatissimo dal pubblico torinese e non solo. Il Coro, elemento fondamentale di tutta la partitura, è istruito da Claudio Fenoglio.

 

Il Requiem venne eseguito per la prima volta il 22 maggio 1874 nella Basilica di San Marco a Milano, dirigeva lo stesso Verdi. Composto dal grande operista per commemorare il primo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, il Requiem emerse subito quale universale messaggio di pace e consolazione rivolto all’umanità. Il successo di pubblico e critica fu immediato e la partitura iniziò a viaggiare: Roma, Venezia, Parigi, Londra e da allora è rimasta sempre in repertorio.Più che di musica sacra si potrebbe parlare di musica spirituale, fatta da un uomo per gli uomini, nel tentativo di offrire un po’ di conforto, non certo una risposta definitiva, al mistero della vita e della morte. Nel Requiem ascoltiamo il grido di dolore del “Dies Irae”, il pentimento e il rimorso nell’”Ingemisco”, la compassione nel “Lacrymosa” ed infine la pace, vera dimensione dell’uomo, nel “Libera me”.

 

Di fatto il Requiem è partitura di estrema finezza compositiva. Verdi non scriveva più da due anni e, dopo i vertici raggiunti con Don Carlo e Aida, apriva con il Requiem l’ultima fase del suo genio creativo, che avrebbe dato frutti così innovativi da segnare per sempre la storia della musica. Tra i tanti elogi ricevuti da Verdi per il suo capolavoro sacro, emerge quello di Johannes Brahms che disse: «solo un genio può scrivere tali opere».La Messa da Requiem è diventata, con gli anni, il nostro miglior biglietto da visita da presentare in tournée. I critici di tutto il mondo hanno più volte sottolineato l’eccellenza raggiunta dai complessi artistici del Regio. Aprire la Stagione 2014-2015 con questo titolo è la perfetta occasione per restituire e presentare al pubblico torinese – e non solo – i risultati raggiunti.

 

Il Teatro Regio e la Città di Torino dedicheranno l’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi di sabato 4 ottobre alla memoria del baritono torinese Giuseppe Valdengo, in occasione del centenario della sua nascita. Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana per Meriti Artistici, ambasciatore nel mondo del nome di Torino, dell’Italia e della tradizione lirica italiana, Valdengo, prediletto collaboratore di Arturo Toscanini, fu con il leggendario direttore eccellente interprete a New York delle opere verdiane Otello, Aida e Falstaff.Anche per l’intera Stagione 2014-2015 è stato confermato l’accordo tra il Teatro Regio Torino e Rai-Radio3 per la trasmissione in diretta di tutte le prime: il Requiem si potrà dunque ascoltare anche via radio il 30 settembre alle 20, trasmissione che rientra nel circuito Euroradio.

 

 

Posti in vendita a € 35, da sabato 13 settembre, presso la Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241011.8815.241/242, presso Infopiemonte-Torinocultura, alla Biglietteria del Teatro Stabile, on line su www.vivaticket.it e telefonicamente con carta di credito al n. 011.8815.270011.8815.270. Info: tel. 011.8815.557011.8815.557

 

Racconti di viaggi sul palco del Teatro Baretti

Viaggi stravaganti, anticonformisti, non turistici e improvvisati. L’evento TEDxCrocettaSalon – Travel nasce per promuovere nuovi modi di viaggiare

 

BARETTIIl 5 ottobre cinque viaggiatori condivideranno le loro esperienze su un unico palcoscenico. Tutte le strade portano al Teatro Baretti. Il 5 ottobre 2014, dalle 9:30 alle 13.30, cinque liberi viaggiatori porteranno sul palco di via Giuseppe Baretti 4 i racconti delle loro esperienze di viaggio. Viaggi stravaganti, anticonformisti, non turistici e improvvisati. L’evento TEDxCrocettaSalon – Travel nasce per promuovere nuovi modi di viaggiare. Ascolterete la storia di due ragazzi che da Milano a Lisbona si sono lasciati guidare esclusivamente dalle app, quella di un pellegrino con chitarra al seguito, quella di chi ha scelto di seguire la filosofia del “chi va piano, va sano e va lontano”, e di chi infine racconterà il viaggio fatto alla scoperta di se stessa. Sarà inoltre proposta una selezione di video TED. La giornata sarà divisa in due sessioni intervallata da un coffee break e si concluderà con un aperitivo sul palco del teatro. Interverranno:

 

Orlando Manfredi – “From Orlando to Santiago”

In arte duemanosinistra, cantautore, attore e drammaturgo. Racconterà e ci farà ascoltare le sue canzoni composte sulla via per Santiago.

Stefano Vogna, Nicola Graziani – “#inFriendsWeTrust

 

Un gruppo di amici appassionati di tecnologia e comunicazione, che hanno intrapreso un viaggio da Milano a Lisbona utilizzando solamente App.

 

Simon Dabbicco – “Travelling without spending money” Viaggiatore per passione e promotore della sostenibilità, permacultura ed ecologismo, ci racconterà come esplorare il mondo lontano dagli stereotipi del turista, vivendo in modo più autentico i luoghi visitati.

 

Amor Ben  – “Curiosity and Diversity” Insegnante di spagnolo con la passione per le lingue e gli ambienti internazionali. Ci racconterà il viaggio fatto alla scoperta di se stessa e quali caratteristiche l’hanno aiutata a costruire il suo lavoro in un ambiente multi-culturale.

 

L’evento in lingua inglese sarà ad accesso gratuito, fino ad esaurimento posti (100). Data la sua esclusività e l’elevato numero di richieste di partecipazione, la suddetta è comunque soggetta  ai seguenti requisiti:  compilazione modulo per la selezione e registrazione tramite Eventbrite. Le prime 20 persone che si registreranno su Eventbrite saranno automaticamente selezionate per partecipare all’evento. Gli altri partecipanti saranno selezionati in base a criteri volti a garantire  l’eterogeneità e a stimolare il networking e la condivisione di idee nello stile TED.

 

Maggiori dettagli sulla modalità di partecipazione su http://www.tedxcrocetta.com.

 

Il papà del bimbo: “Ho inventato il rapimento per paura di perdere mio figlio”

carabinieriOra deve ora rispondere di quattro reati: simulazione di reato, procurato allarme, abbandono di minore e  calunnia

 

L’unica possibilità per capire i meccanismi psicologici che lo hanno portato a rovinarsi l’esistenza sarebbe quella di entrare nella sua testa e leggergli il pensiero. Forse ora Alex Giarrizzo, operaio di 33 anni,  il papà che si era inventato il rapimento del proprio figlioletto, si sta rendendo conto della situazione che ha creato. Domenica scorsa aveva perso di vista il piccolo di due anni tra la folla della fiera di Borgaro. Lo aveva ritrovato poco dopo, ma temeva che gli venisse tolta la patria potestà. E così, il genitore sconclusionato, che aveva anche detto di avere dato un cazzotto al rapitore-fantasma, prima che questo si dileguasse – sempre secondo quanto raccontato ai carabinieri – a bordo di un’auto grigia in compagnia del complice. Le immagini delle telecamere della zona hanno rivelato che non era accaduto proprio nulla di tutto ciò. Ora deve ora rispondere di quattro reati: simulazione di reato, procurato allarme, abbandono di minore e  calunnia. Infatti  aveva riconosciuto un rom nelle foto segnaletiche che gli erano state mostrate dai carabinieri.