ilTorinese

Sms Gtt, un altro servizio perso?

“GTT, anche il servizio informazioni via SMS verso la soppressione: gli anziani sono passeggeri di serie B?”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del consigliere Magliano

Solita dinamica: un “problema tecnico” diventa pretesto per la probabile eliminazione di un servizio. Non è questo il concetto di innovazione che sostengo: l’innovazione non può lasciare indietro chi ha più difficoltà ad adeguarsi, in questo caso soprattutto nonne e nonni. Preoccupazione dopo la discussione in Consiglio Comunale della mia interpellanza sul tema: mi auguro che qualsiasi ipotesi di decisione sia preventivamente sottoposta al Consiglio Comunale.

Il solito pretesto d’ordinanza, quello relativo a un problema tecnico, e via: ecco l’occasione per cancellare un altro servizio. Accade, questa volta, al servizio “informazioni via SMS” di GTT, da tempo non funzionante e oggetto di una mia interpellanza appena discussa in Sala Rossa.

Rispondendo alla mia interpellanza sul tema, l’Assessora Lapietra butta lì, incidentalmente, che, dopo gli interventi resisi necessari lo scorso 6 aprile, “GTT sta valutando l’ipotesi di non riattivare il servizio”. Due indizi che fanno una prova quasi certa: prendo atto che, grazie al lockdown, si decide di eliminare un altro servizio, utilizzato soprattutto dalle fasce meno giovani della popolazione torinese. Spero davvero che ogni decisione definitiva sia preventivamente sottoposta al giudizio del Consiglio Comunale.

Mi chiedo come questa Amministrazione – che dimostra ancora una volta di non pensare alle esigenze dei torinesi più anziani – possa ancora parlare di un “rapporto che funziona tra cittadinanza e GTT”:. In questi anni ho capito che,statisticamente, un problema tecnologico è spesso prodromico alla cancellazione di un servizio: vedremo se sarà così anche questa volta. A fronte di un risparmio economico modesto, la scelta di cancellare il servizio porterà con sé l’esigenza di intervenire sulla grafica di tutte le paline.
La mia visione dell’innovazione non coincide con quella della Giunta, per la quale evidentemente chi non si adegua può tranquillamente rimanere indietro.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino

A dieci anni dalla scomparsa, intitolata una piazza all’alpino Gigli

Villar Perosa- Si è svolta domenica, nel rispetto delle misure governative previste per il contrasto alla diffusione del COVID-19, la cerimonia di intitolazione del piazzale di Viale Agnelli al Sottotenente Mauro Gigli, Alpino Caduto in Afghanistan il 28 luglio 2010 durante un’operazione di disinnesco di un ordigno esplosivo, nel corso della quale, con il suo sacrificio della sua vita, il militare riuscì a salvare numerosi colleghi, guadagnandosi la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

 

Fortemente voluta dal Comune di Villar Perosa, la cerimonia ha visto la partecipazione del Sindaco, Marco Ventre, del Comandante della Brigata Alpina “Taurinense”, Generale di Brigata Davide Scalabrin, e del Comandante del 32° Reggimento Genio Guastatori, Colonnello Alberto Autunno, che hanno accolto i familiari dell’artificiere scomparso, tutt’ora fortemente legati alla cittadina piemontese.

 

Dopo il rito eucaristico, concelebrato dal Parroco di Villar Perosa, dal Pastore valdese e dal Cappellano militare della “Taurinense”, il picchetto in armi del 32° Reggimento Genio Guastatori ha reso gli onori durante l’intitolazione della piazza a cui è seguito lo scoprimento della targa da parte dei due figli del Sottotenente, uno dei quali, peraltro, presta servizio proprio come artificiere nello stesso reggimento in cui ha operato il padre. Le note del “Piave”, suonato dal Corpo Musicale di Villar Perosa, hanno infine accompagnato la deposizione di una corona floreale in onore ai Caduti.

 

Le parole della vedova, signora Vita Maria Biasco, e del figlio maggiore hanno ricordato ai presenti quanto, pur nel dolore della perdita, lo spirito di sacrificio che animava Mauro, sia oggi motivo di orgoglio e di stimolo all’impegno costante per il bene comune, affinché i valori di abnegazione, dedizione e umiltà siano sempre d’esempio a ogni cittadino.

Nel messaggio inviato alla signora Vita Maria, il Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, ha evidenziato come Mauro – di cui è stato il Comandante in Afghanistan – abbia rappresentato “l’esperienza, la conoscenza ed il sapere a cui tutti facevano ricorso quando nemmeno la tecnologia poteva trovare soluzioni”.

 

La cerimonia è stata resa possibile anche grazie al prezioso contributo dei volontari dell’Associazione Nazionale Alpini di Villar Perosa e di alcuni artigiani locali che hanno realizzato la targa commemorativa.

Coronavirus: un decesso e quattro contagi, ferme a cinque le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

26.022 PAZIENTI GUARITI E 659 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.022 (+3 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3193 (+0) Alessandria, 1574 (+0) Asti, 841 (+0) Biella, 2435 (+0) Cuneo, 2345 (+0) Novara, 13.415 (+3) Torino, 1093 (+0) Vercelli, 959 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 167 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 659 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO A 4127

Uno il decesso di persona positiva al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4127 deceduti risultati positivi al virus: 678 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 372 Novara, 1821 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.610 (+4 rispetto a ieri, tutte asintomatiche, derivanti da 2 screening e 2 contatti di caso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4097 Alessandria, 1883 Asti, 1054 Biella, 2921 Cuneo, 2808 Novara, 15.971 Torino, 1351 Vercelli, 1152 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 268 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 105 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 14(-2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 656.

I tamponi diagnostici finora processati sono 487.189, di cui 267.416 risultati negativi.

Il partito delle autostrade è vivo e “non” lotta insieme a noi

PAROLE ROSSE di Roberto Placido/ Settimane molto impegnate insieme alla mancanza di ispirazione, la debolezza e spesso l’inconsistenza della sinistra in Italia non aiutano, mi hanno portato a non scrivere nulla. L’approssimarsi delle vacanze estive e soprattutto le vicende delle autostrade italiane mi hanno dato lo spunto per riprendere “Parole Rosse.

Ma veniamo al tema indicato nel titolo, il ritorno in mani pubbliche di una delle tante sfacciate operazioni sui beni comuni avvenute nel nostro paese. Le infrastrutture strategiche non dovrebbero essere mai privatizzate e se proprio si decide di farlo, considerando che i pedaggi sono delle vere e proprie macchine che generano utili, non lo si può fare come avvenne per autostrade. Tanto tempo fa, come nelle favole, erano gli anni ’50 dello scorso secolo, in pieno sviluppo economico l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) costituisce la Società Autostrade Concessioni e Costruzioni S.p.A. Inizia così la costruzione di buona parte della rete autostradale italiana, con i conferimenti delle concessioni da parte di ANAS (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade), altra azienda pubblica che gestisce tutta la rete delle strade statali, entrata a far parte recentemente delle Ferrovie dello Stato.  Nei decenni successivi cresce si sviluppa, diventerà poi nel 2003Autostrade per l’Italia, acquisisce e costruisce, autostrade in altri paesi, Inghilterra, Stati Uniti, Austria. Nel 1990 lancia ilpagamento automatizzato con il Telepass, novità mondiale, e cosa importante genera utili. Arriviamo così al fatidico 1999 anno nel quale il governo italiano, siamo negli anni in cui la sinistra italiana è in piena sbornia liberista, procede alla privatizzazione della rete autostradale, che inizia con il primo governo Prodi e si conclude con il governo D’Alema, con Ciampi ministro del Tesoro di entrambi gli esecutivi, Draghi direttore generale e Gian Maria Gros-Pietro presidente dell’IRI. Nota a parte gli unici ancora con cariche sono Draghi e Gros-Pietro che oltre alla guida di Intesa San Paolo è Presidente di ASTM (Autostrada Torino Milano) del Gruppo Gavio che ha acquisito in questi giorni le quote della Città di Torino e della Città Metropolita di SITAF (Autostrada e Traforo del Frejus). Nel 2014 l’allora Sindaco di Torino Piero Fassino cedette, non senza polemiche con quanti erano contrari alla cessione e nel caso a farlo con gara pubblica, ad ANAS, sociopubblico di SITAF le stesse quote. La cessione delle quote pubbliche avvenne senza gara per 40 milioni di euro. Ricorso dei privati ed annullamento della cessione. Ora con gara pubblica le stesse quote, Sindaco Appendino, le ha comperate il Gruppo Gavio per 272 milioni.

Ma torniamo al capolavoro di cessione del 1999 dove la famiglia Benetton con la società Schemaventottoacquisì il 30% delle azioni per 2,5 miliardi di euro di cui 1,2miliardi di euro di risorse proprie ed 1,3 miliardi presi in prestito dalle banche. Acquisizione che avvenne con gara pubblica con un solo concorrente. Il 56% delle azioni vennero vendute sul mercato per circa 4.5 miliardi di euro. IRI, lo stato italiano dall’operazione incassò circa 7 miliardi di euro. Le restanti quote in possesso di banche ed assicurazioni. Nel 2003 con una seconda operazione finanziaria ed una nuova società, NewCo28, controllata da Schemaventotto, i Benetton rilevarono mediante un’OPA (Operazione Pubblica di Acquisto) il 54% delle azioni di Autostrade per 6,5 miliardi di euro. In questo modo NewCo28 incorporò Autostrade scaricandole il debito che aveva contratto per finanziare l’operazione. Per i Benetton l’operazione si chiuse a costo zero perché attraverso Schemaventotto tra il 2000 ed il 2009 prelevarono da Autostrade 1,4 miliardi di euro di dividendi tutti generati da utili e collocò sul mercato borsistico un 12% di azioni ricavandone 1,2 miliardi di euro per un totale di 2,6 miliardi pari all’intera operazione rientrando così dei propri soldi e della quota presa in prestito. Le fonti bene informate dicono addirittura che il loro investimento iniziale reale fu di 20 milioni di euro. Ma per questo servirebbe una puntata a parte. Così, in nove anni i Benetton sono rientrati del debito, hanno ripreso i soldi investiti, hanno scaricato i debiti su Autostrade che nonostante il peso ha continuato a generare utili superiori ai dividendi e la loro partecipazione nella società vale una montagna di miliardi. Questo è stato il trasferimento di un monopolio naturale dallo Stato ad un privato. Tutto è entrato in discussione con gli sviluppi più recenti che conosciamo con il crollo del Ponte Morandi, con le decine di vittime le centinaia di sfollati e l’emergenza mobilità per una città, una regione e per l’intero paese. Ma cosa è successo in questi decenni? Nonostante il susseguirsi di maggioranze diverse, di ministri, alcuni dei quali ho avuto l’opportunità di incontrare personalmente, i provvedimenti sono stati tutti sempre sfacciatamente a favore delle concessionarie. Alcuni esempi per rendere l’idea: I lavori della terza corsia della Torino-Milano, in condizioni di traffico limitato e velocità ridotta con code estenuanti, oltre ad una durata esagerata avvennero con il continuo ed inspiegabile aumento delle tariffe. Aumento ingiustificato delle tariffe per praticamente tutte le concessionarie e che avviene ogni anno senza vergogna e senza pudore. Sulla Torino-Milano tutto proseguì nonostante i parametri di sicurezza e di viabilità fossero tali da determinare la revoca della concessione. I guadagni delle concessionarie, alla faccia della libera impresa e del rischio d’impresa, sono garantiti con una percentuale ben superiore ad una normale rendita finanziaria. Asti-Cuneo da terminare? Nessun problema basta concedere, al Gruppo Gavio, una proroga della concessione della Torino-Milano pari al doppio del costo dell’opera. Il costo viene stimato, naturalmente, non da un operatore terzo ma dallo stesso concessionario. La “Gronda di Genova”? Cioè la tangenziale esterna che dovrebbe dcongestionare lo snodo genovese, nessun problema, stesso schema anche con concessionario diverso. Costo 5 miliardi di euro ed Autostrade, i Benetton, chiede la proroga dell’intera rete da loro gestita per un valore di dieci miliardi di euro. E potrei continuare. Poi ci sono i lavori di manutenzione affidati per anni, senza gara a società esterne di proprietà delle stesse concessionarie a costi elevati riducendo gli utili di gestione che rientravano tranquillamente dall’altra parte. Da qui le resistenzedelle società concessionarie alla modifica, della parte che leriguardava, al cambiamento del codice degli appalti. La mancanza di manutenzione vera ai ponti, come si è scoperto poi drammaticamente, viadotti e manto autostradale, con lo scopo principale di aumentare gli utili.Tutto questo senza che l’Autorità dei Trasporti, che tra l’altro a sede a Torino e che nessuno sa cosa faccia, da quando esiste battesse un colpo o del ministero competente. l ministero poi, spopolato dei più capaci per pensionamento o dimissioni per andare a lavorare altrove, più che controllare è diventato il megafono dei concessionari. Si ha l’impressione che, parole di un addetto ai lavori, “cambino solo la carta intestata alle veline dei concessionari stessi”. In questo straordinario modo siamo arrivati ai giorni nostri con l’incredibile ministro Danilo Toninelli (M5S) e la straordinaria ed attuale ministro Paola De Micheli (PD) che è riuscita in quello che sembrava impossibile e cioè far rimpiangere il suo predecessore. Ad un certo punto, nella vicenda Ponte Morandi- concessione Autostrade, sembrava il rappresentante di Autostrade.

La stessa conclusione della vicenda e la prevista uscita dei Benetton, dai più definita equilibrata, è avvenuta a condizioni molto più vantaggiose di quanto gli stessi Benetton fossero disponibili. Complimenti al loro avvocato che si è ampiamento meritato la lauta parcella. Anche in questa vicenda il cosiddetto “partito delle autostrade” ha lavorato attivamente. Partito delle autostrade nazionale e trasversale, va da destra a sinistra, che è molto forte a Torino ed in Piemonte dove ha dato il meglio nella questione tangenziale di Torino. Tangenziale a pagamento, a differenza di quanto avviene a Roma con il GRA (Grande Raccordo Anulare) gratuito come metàdella tangenziale milanese, come altre città italiane. Scade la concessione, dopo che il costo dell’opera con il pedaggio si è ampiamente ripagato, ed invece di liberalizzare il passaggio, risolvendo così i problemi di diversi comuni della cintura, pensano di continuare a fare pagare il pedaggio. Tutto questo, naturalmente, non a vantaggio della collettività ma dei concessionari e di qualche mancia e briciola per loro. Ecco perché il “partito delle autostrade vive e “non” lotta insieme a noi. A Torino o in vacanza, buon mese di agosto e ci si ritrova a settembre.

Indagine Covid, Gallo-Valle (Pd): “Non è un tribunale”

 “Oggi finalmente si è insediato il Gruppo di Lavoro che si occuperà dell’indagine sul Covid-19, del quale sono stato designato coordinatore.

Sono molto soddisfatto perché, come ho più volte ribadito nei mesi scorsi, sarà uno strumento importante non solo per accertare i fatti, ma anche per elaborare linee guida importanti che ci consentiranno di affrontare il prossimo autunno e eventuali nuove ondate del contagio. Abbiamo una grande responsabilità nei confronti dei piemontesi e dobbiamo lavorare per costruire le migliori condizioni sanitarie possibili” afferma il Consigliere regionale Pd Daniele Valle, Coordinatore della Commissione.

“L’indagine – spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo – ci consentirà di confrontarci per migliorare la sanità nella nostra Regione e comprendere che cosa possa e debba essere modificato in questo campo. Potremo verificare lo stato dell’arte della nostra sanità e ridisegnarla. Abbiamo voluto con forza questa indagine perché capire che cosa non ha funzionato e quali errori sono stati commessi durante la pandemia potrà aiutarci a non ripeterli e a rispondere tempestivamente alle emergenze future. Nessun processo, quindi, ma una collaborazione costruttiva per migliorare il sistema sanitario”.

Insultava e minacciava i condomini, arrestato

La polizia è intervenuta in zona Vanchiglietta, a causa di una  lite in atto tra alcuni residenti del condominio

Gli agenti hanno parlato con  alcune persone che hanno detto di avere ricevuto minacce  da parte di un residente. Giunto  all’appartamento dell’uomo, un italiano di 39 anni,  lo hanno trovato in stato di alterazione psicofisica, mentre beveva  birra sul divano. Nonostante la presenza della polizia l’uomo è tornato a minacciare dal balcone i suoi vicini e poi gli agenti. Le vittime hanno spiegato che da qualche mese diversi condomini erano stati  minacciati dal trentanovenne che  aveva anche lanciato degli oggetti contro una donna. L’uomo è stato arrestato.

Verdi-Europa Verde verso il 2021

Riceviamo e pubblichiamo/ Le elezioni comunali di Torino sono ormai alle porte.

Nei giorni scorsi  noi Verdi – Europa Verde Torino insieme a Volt, abbiamo sfilato con uno striscione lungo 15 metri di colore verde e viola (colori delle due forze politiche) al Parco Michelotti, per denunciare lo stato di abbandono di quest’ultimo e per far conoscere ai torinesi, l’Onda” di rinnovamento e quindi la nostra proposta politica per far ripartire la città, dal 2021.

“Serve un nuovo piano di riqualificazione edilizia che punto all’efficientamento energetico, all’energia rinnovabile per arrivare alla riqualificazione della città, creando lavoro al tempo stesso e bloccando così anche il consumo di suolo”, dichiarano i due co-portavoce regionale dei Verdi, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi.

Perché, nonostante gli slogan, tanto resta da fare e manca una strategia di lungo periodo che valorizzi e incrementi il capitale verde della città e possa rendere Torino, veramente sostenibile.

Da tempo, ormai, la città subalpina così come l’Italia e l’Europa intera, sta facendo i conti e sperimentando gli effetti dei cambiamenti climatici e la crisi economica innescata e, in alcuni casi, accentuata, dalla pandemia da coronavirus.

Dunque, il capoluogo piemontese, ha bisogno, come dicevamo, di un radicale cambio di rotta, una nuova classe politica che abbia davvero a cuore e metta in PRIMO PIANO i temi ambientali e sociali e non sia restia alle novità, ad esempio, dal punto di vista della mobilità.

I NOSTRI PUNTI PRINCIPALI:

1) un albero per ogni residente per adattare la citta ai cambiamenti climatici e abbattere l’inquinamento atmosferico;
2) green New deal metropolitano, creazione posti di lavoro tramite investimenti verdi;
3) ridisegnare la rete trasporto pubblico locale, incentivando elettrico e aumentando le linee tranviarie inglobando le periferie.
4) un posto negli asili nido PUBBLICI in modo da far ritornare soprattutto le donne nei posti di lavoro e aiutare i più piccoli ad intraprendere ed iniziare un percorso educativo.

“Crediamo che Torino abbia bisogno di un radicale cambio di rotta: una nuova classe politica che riesca ad attuare un Green New Deal metropolitano in grado di creare nuovi posti di lavoro investendo sull’economia sostenibile”, cosi i due commissari dei Verdi della provincia di Torino, Antonio Fiore e Angela Plaku.

Ci trovare su tutti i social “Facebook”, “Twitter” e “Instagram”.

La foto di Vincenzo Solano

Magnifica Torino / Giardino aiuola Balbo. La statua di Daniele Manin in mezzo alle fontane è colpita dai giochi del sole che passa attraverso l’acqua e proietta la sua ombra.

Juve, festa sobria ai tempi del Covid per il nono scudetto consecutivo

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  • Solo poche decine di tifosi in piazza San Carlo per festeggiare il nono scudetto juventino consecutivo.

Il senso di responsabilità dei torinesi ha prevalso sulla gioia dei tifosi, nonostante non fossero previsti divieti di manifestare, tranne le norme anti Covid in vigore.

Nessuna bancarella di gadgets, qualche striscione attorno al Cavallo di bronzo e sparuti giri di clacson per la città.

Del resto è stata la stessa società bianconera, poco prima della vittoria, con un tweet, ad invitare alla prudenza:

 

Bianconeri, ci siamo quasi! Siete pronti a festeggiare? Però fatelo… a casa! Rispettiamo le disposizioni per evitare la diffusione del Covid19: non creiamo assembramenti nelle piazze, celebriamo lo Scudetto! DistantiMaUniti! Contiamo su di voi”.

Maurizio Sarri ai microfoni di Sky ringrazia due protagonisti dello scudetto:  “Cristiano Ronaldo e Dybala sono due fuoriclasse assoluti, fanno la differenza  ed è chiaro che lo scudetto è in gran parte merito loro.

Photo by Daniele Badolato – Juventus FC/Juventus FC

Politiche attive, la ricetta giusta per l’occupazione

L’assessore Chiorino sui dati diffusi da Ires, relativi all’efficacia della misura, sostenuta dal Fse: «Si tratta della dimostrazione definitiva, della prova del nove, che una delle principali strategie per sostenere l’occupazione è puntare su formazione, orientamento e accompagnamento attivo all’inserimento lavorativo, evitando misure di stampo prettamente assistenzialistico, come il reddito di cittadinanza, che ha fallito nel suo fine ultimo: offrire davvero un impiego ai beneficiari e non soltanto un mero sussidio, peraltro, ovviamente, limitato nel tempo».

«I risultati del “Buono per servizi al Lavoro” sono l’ennesima conferma che un fondamentale e insostituibile strumento per favorire davvero l’occupazione è l’investimento sulle politiche attive. Quelli diffusi dall’Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte, infatti, sono numeri molto significativi, che si contrappongono nettamente al fallimento, ormai conclamato, del reddito di cittadinanza». Così l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, commentando il bilancio, redatto da Ires Piemonte, relativo al periodo 2017-2020 del «Buono servizi per al lavoro».

Si tratta di una misura finanziata con risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo che permette ai destinatari di usufruire gratuitamente di servizi specialistici per l’inserimento lavorativo erogati dai Centri per l’Impiego e da altri soggetti accreditati pubblici e privati. Il «Buono» si rivolge a quattro diverse categorie di destinatari: disoccupati di breve periodo (da meno di sei mesi); disoccupati di lungo periodo (da almeno sei mesi); disoccupati con disabilità e disoccupati con particolari condizioni di svantaggio sociale.
Le risorse stanziate ammontano a 13 milioni di euro e le persone coinvolte sono state 33mila. La quota maggiore di destinatari è composta dai disoccupati da almeno sei mesi, circa 20mila persone.

I servizi erogati sono di cinque tipi: i laboratori di politica attiva, che divulgano informazioni utili sul mercato del lavoro; l’orientamento specialistico, per mettere a fuoco gli obiettivi professionali e identificare un concreto percorso di reinserimento; le attività di sostegno alla ricerca attiva del lavoro, sia attraverso i canali tradizionali sia con i canali online; l’accompagnamento all’inserimento lavorativo con contratto di tirocinio, che affianca lavoro e formazione; l’accompagnamento all’inserimento lavorativo con contratto di lavoro, di durata breve (da 3 a 6 mesi) o lunga (6 mesi o superiori). I laboratori di politica attiva sono stati riservati ai disoccupati di breve durata e sono attualmente conclusi. Le altre categorie di destinatari, in base ai loro bisogni, ricevono uno o più servizi tra l’orientamento, il sostegno alla ricerca attiva del lavoro e gli inserimenti lavorativi (tirocinio o contratto di lavoro).

La spesa media per ciascun destinatario è stata di 398 euro e 303 sono le sedi di soggetti accreditati (agenzie di somministrazione, cooperative sociali, agenzie formative, altri soggetti pubblici e privati) in cui è stato possibile usufruire del Buono. Ogni disoccupato che accede alla misura stipula con il soggetto attuatore dei servizi un Piano di Azione Individuale per il suo reinserimento nel mondo del lavoro. Il soggetto attuatore riceve una remunerazione dalla Regione legata ai servizi erogati e agli esiti lavorativi conseguiti.

Molto significativi i risultati ottenuti: i dati rilevano che gli avviati al lavoro sono stati 20.467. Non solo: i calcoli di Ires (che per comprendere l’efficacia della misura ha effettuato una rilevazione statistica, confrontando un campione di 8125 beneficiari, con altrettante persone in situazioni analoghe che non hanno usufruito dell’agevolazione) confermano che l’effetto medio del Buono sul tasso di occupazione nel caso dei disoccupati da almeno sei mesi si è tradotto in un incremento dell’11 per cento degli occupati. In pratica dopo 16 mesi dalla presa in carico delle persone. Ancora più positivi i numeri se si considerano soltanto i disoccupati da almeno sei mesi inseriti in tirocinio grazie al Buono, che ammontano a + 26,1 per cento.
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ercentuale che si impenna al +31,1 per cento se si considerano solo i disoccupati da almeno sei mesi inseriti con contratto di lavoro.
«Questi dati incoraggianti – conclude Chiorino – confermano che è davvero possibile favorire l’occupazione, a patto che le risorse vengano impiegate nella maniera corretta, evitando interventi di natura esclusivamente assistenzialista, che rischiano di creare l’effetto paradosso di sfavorire la creazione di nuovi posti di lavoro, inducendo i beneficiari a non attivarsi in quanto già soddisfatti dal percepimento del sussidio. Senza considerare che, una volta esaurito, il rischio più che mai concreto è quello di trovarsi fuori dal mercato del lavoro e privi delle competenze necessarie per essere attrattivi, riducendo al lumicino le possibilità di reinserimento».