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Coronavirus, insediata task force regionale per la Fase 2

Alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, oggi pomeriggio nella sede dell’Assessorato alla Sanità si è insediata la  task force di esperti che affiancherà lo stesso Assessorato e la Giunta regionale per la gestione della Fase 2 dell’emergenza coronavirus covid19 in Piemonte.

Il coordinatore del gruppo di lavoro, Ferruccio Fazio, già ministro della Salute e oggi sindaco di Garessio, ha rilevato come l’emergenza di oggi renda indispensabile agire immediatamente sul fronte della medicina territoriale, attraverso un percorso condiviso con tutti gli interlocutori del comparto, dai medici di medicina generale, agli infermieri, ai nuovi operatori delle Usca.

Negli interventi dei componenti della task force, Giovanni Di Perri, Guido Giustetto, Pietro Presti, Massimiliano Sciretti Franco Ripa e Alessandro Stecco, in primo piano il ruolo centrale di medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, sistema di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali per teleconsulenze, Usca, assistenza domiciliare programmata, ambulatori e sale di attesa, igienisti, epidemiologi, telemedicina e telemonitoraggio.

Del gruppo di lavoro farà anche parte Paola Brusa, segretario dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Torino.

«Come da indicazione del presidente Cirio – ha sintetizzato Fazio -, entro luglio presenteremo un piano organizzativo applicabile operativamente già a settembre. Nell’immediato, forniremo alla politica delle indicazioni tecniche e scientifiche sulle misure di contenimento sociale, in vista della scadenza del 3 maggio».

«E’ stato un incontro operativo e molto costruttivo – osserva l’assessore regionale, Luigi Genesio Icardi -, sono stati individuati tempi e metodi degli interventi che andranno messi in campo per ristrutturare il sistema sanitario territoriale, in modo da metterlo in grado di affrontare possibili ritorni dell’epidemia. Da questa esperienza emergenziale, dobbiamo ricavare l’opportunità di strutturare al meglio il sistema di cura sul territorio, che in questi anni è stato drammaticamente trascurato».

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di martedì 21 aprile

2.976 PAZIENTI GUARITI E 1.747 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 2.976 (208 in più di ieri): 269 (+7) in provincia di Alessandria, 111 (+12) in provincia di Asti, 149 (+35) in provincia di Biella, 307 (+21) in provincia di Cuneo, 241 (+11) in provincia di Novara, 1.530 (+113) in provincia di Torino, 158 (+5) in provincia di Vercelli, 170 (+4) nel Verbano-Cusio-Ossola, 41 provenienti da altre regioni.

Altri 1.747 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2.524

Sono 71 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi, di cui 18 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale complessivo è ora di 2.524 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 488 ad Alessandria, 130 ad Asti, 150 a Biella, 185 a Cuneo, 227 a Novara, 1.072 a Torino, 143 a Vercelli, 101 nel Verbano-Cusio-Ossola, 28 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 22.149 (+712 rispetto a ieri, un incremento rapportato al raddoppio del numero di tamponi eseguiti tra domenica, circa 3 mila e lunedì, quasi 6 mila), le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.962 in provincia di Alessandria, 1.234 in provincia di Asti, 809 in provincia di Biella, 2.128 in provincia di Cuneo, 2.031 in provincia di Novara, 10.699 in provincia di Torino, 996 in provincia di Vercelli, 947 nel Verbano-Cusio-Ossola, 218 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 125 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 291 (-10 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.195.

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.416.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 107.850, di cui 55.052 risultati negativi.

 VIA LIBERA AI TEST SIEROLOGICI SUL PERSONALE SANITARIO PIEMONTESE. L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «UN’INDAGINE FONDAMENTALE PER LA RIPIANIFICAZIONE DELLE MISURE DI CONTENIMENTO»

La Giunta regionale del Piemonte ha approvato questa sera un piano di screening regionale con finalità epidemiologiche, finalizzato a verificare la risposta immunitaria nei confronti del coronavirus covid19 del personale del Servizio Sanitario Regionale, tramite l’effettuazione di test immunometrico IgG semi quantitativo.

L’analisi verrà estesa anche ai medici specialisti ambulatoriali e agli operatori del 118 che operano nel Servizio Sanitario Regionale, nonché ai medici convenzionati (medici di base, guardie mediche e pediatri di libera scelta).

Lo annuncia l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, comunicando che per la realizzazione del piano è stato deciso l’acquisto di 70 mila test, secondo le indicazioni di un apposito gruppo di lavoro costituitosi nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi e composto da esperti di comprovata esperienza, tra i quali Rossana Cavallo, Umberto Dianzani, Francesco De Rosa, Flavio Boraso, Franco Ripa, Roberto Testi, Valeria Ghisetti e Gian Alfonso Cibinel, con la collaborazione del Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per le malattie infettive (Seremi).

«Stiamo allertando le Aziende sanitarie per organizzare i prelievi di sangue del personale – osserva l’assessore Icardi -, l’effettuazione dei test avverrà mediante la rete dei laboratori pubblici non appena saranno disponibili le forniture acquisite, probabilmente già entro questa settimana. Dagli esiti di questa indagine, contiamo di ottenere preziose indicazioni ai fini della ripianificazione delle misure di contenimento dell’epidemia e della conseguente attività ospedaliera e territoriale del Servizio sanitario regionale».

 

Webinair: Covid-19, crisi aziendale e Gestione Risorse Umane

*Save the Date giovedì 23/04 ore 11.00 WEBINAR Gratuito*

? Emergenza Covid-19: Crisi aziendale e Gestione Risorse Umane.

Come districarsi tra le misure sul lavoro e la gestione del personale durante questo periodo di incertezza.

Le relatrici saranno:
? Antonella Moira Zabarino – Presidente Progesia, Docente presso il Dipartimento di Management e SAA
? Cecilia Casalegno – Ricercatrice e Docente Universitaria presso la Scuola di Management ed Economia di Torino
? Carole Allamandi – Imprenditrice nel settore metalmeccanico, commercio e servizi
? Stefania Vettorello – Consulente del Lavoro, Ordine di Torino
? Giulia Carlo – Executive Assistant, Office Manager Progesia

➡️ Link per l’iscrizione https://progesia.com/webinar/

 Eugenio in Via Di Gioia: un aiuto per la spesa

Partendo dal format #CIBOINTOUR gli Eugenio in Via Di Gioia si mobiltano per il territorio torinese con la campagna #CIBOINTURIN per contribuire a ridurre l’emergenza alimentare che tocca anche la Città di Torino a causa del Covid-19. 

Gli Eugenio attraverso la rubrica Instagram #CIBOINTOUR hanno condiviso e raccontato il cibo donato loro dai fan in occasione dei numerosi concerti. #CIBOINTOUR era nato spontaneamente a Roma durante un raduno in Piazza, quando un ragazzo portò 1 chilo di carbonara per la band. Da quel momento in poi è diventata una tradizione e adesso che i concerti sono rinviati è arrivato il momento di mobilitarsi per tutte quelle famiglie che si trovano in difficoltà.

“#cibointour è la nostra rubrica collaborativa con i fan, dedicata all’incontro e all’aggregazione, alla condivisione e all’approfondimento di temi come le filiere etiche, la territorialità e gli sprechi alimentari, in questo momento ci sono migliaia di persone senza cibo e non possiamo restare a guardare, deve arrivare loro un aiuto e anche di qualità.”

 

In questo periodo di estrema necessità #CIBOINTOUR, sempre nel segno della condivisione, diventa #CIBOINTURIN con l’obiettivo di supportare il Comune di Torino, la Croce Verde Torino, la Consulta per le persone in difficoltà, il Banco Alimentare, Caritas e i Servizi Sociali a consegnare soprattutto spesa e prodotti alimentari, ma anche farmaci e beni di prima necessità a domicilio per le persone in difficoltà.

Gli Eugenio in Via di Gioia lanciano una CALL TO ACTION diretta a tutti coloro che li seguono per donare tramite IBAN al Comune di Torino – Fondo Solidarietà Covid-19 — IBAN IT69L0200801033000104431330 con la causale: “Torino Solidale art. 66 dl 18/2020” oppure tramite la piattaforma Lettera al Prossimo www.eugenioinviadigioia.it/letteralprossimo tutti i fondi raccolti dalla piattaforma saranno integralmente versati sul conto di Torino Solidale, il progetto della Città di Torino per aiutare le persone in difficoltà a fare la spesa e a procurarsi beni di prima necessità.

Gli Eugenio in Via Di Gioia hanno per l’occasione ingaggiato i partner che nel tempo hanno sviluppato con loro progetti in ambito food, i primi ad aderire alla campagna #CIBOINTURIN sono stati COLDIRETTI PIEMONTE, EATALY TORINO E MOLECOLA. COLDIRETTI PIEMONTE supporta con la Spesa Sospesa nei Mercati Campagna Amica di Torino, la fornitura di prodotti tramite agricoltori e aziende del circuito oltre a diverse altre iniziative solidali, EATALY TORINO LINGOTTO fornisce la sua pizza per i volontari della Croce Verde Torino impegnati nella distribuzione dei pacchi spesa e attiva la Spesa Sospesa alle casse dello store Lingotto di Via Nizza 230/14, MOLECOLA partecipa con la sua cola 100% italiana da inserire nei pacchi spesa.

Nell’ambito del progetto, la CROCE VERDE TORINO, con CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà che si occupa della logistica e preparazione dei pacchi, sta offrendo – attraverso i suoi Volontari per i Servizi al Cittadino, la Squadra Giovani e il Gruppo Mobilità – il servizio di consegna gratuita a domicilio di farmaci, spesa alimentare e beni di prima necessità. Un simile servizio è stato attivato dall’Ente, in accordo con i singoli Comuni, anche nelle sezioni della prima cintura (Alpignano, Borgaro/Caselle, Ciriè, San Mauro, Venaria Reale).

Tutte le realtà che volessero contribuire all’iniziativa offrendo generi alimentari o comunque di prima necessità, possono scrivere all’indirizzo torinosolidale@comune.torino.it

 

(foto Fabrizio Fenucci)

Bufera sulla sanità piemontese, l’opposizione chiede il commissariamento. Il Cdx: “Sciacallaggio”

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La polemica politica infuria sulla sanità piemontese, rinfocolata dalla puntata di ieri della trasmissione televisiva Report

“Da settimane continuiamo a denunciare la “discutibile” gestione dell’emergenza COVID-19 in Piemonte: mancanza di diagnosi tempestive e di tamponi, e-mail smarrite, insufficienza di dispositivi di protezione per gli operatori sociosanitari, – affermano i consiglieri e la segreteria regionale del Pd – situazioni insostenibili all’interno delle RSA. Il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi hanno la piena responsabilità politica di tutto quello che accade in Piemonte e, quindi, di questa situazione gravissima. Sono entrambi a capo della catena di comando che dovrebbe gestire l’emergenza, sono loro ad avere il compito di scegliere i collaboratori e le linee e le misure da seguire, non altri. Decisamente sono risibili i tentativi di addossare a terzi le colpe.

Le scelte di Cirio e Icardi, nell’affrontare il Covid-19, sono state confuse e su questo ci siamo espressi già in passato. La puntata di Report di ieri ha, semplicemente, raccontato a un pubblico più vasto gli errori che hanno pagato e pagano i cittadini piemontesi. Adesso è quanto mai urgente comprendere quale sarà il ruolo dell’unità di crisi, del comitato scientifico in seno all’unità e della nuova task force, coordinata dall’ex Ministro Fazio, perché il Piemonte non può più permettersi errori. Tuttavia, prendiamo atto che con la definizione dell’ultima task force l’Assessore alla Sanità sia già, nella sostanza, commissariato.

Cirio, a questo punto dovrebbe, responsabilmente, azzerare i vertici politici del sistema socio-sanitario piemontese, a partire proprio dall’assessore alla Sanità. Questa, prima che una richiesta dell’opposizione, dovrebbe essere la logica conseguenza della drammatica situazione che si è venuta a creare in Piemonte”.

 

“Da settimane diciamo che in Piemonte le cose non vanno. I numeri dell’epidemia non ci tornavano. Ieri sera Report lo ha mostrato ad un pubblico ancora più grande, ma non ha svelato nulla di diverso da ciò che famiglie e operatori sanitari testimoniano, e i giornalisti e i reporter di tante testate denunciano dall’inizio della crisi” – dichiara Marco Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

“Mancavano mascherine e tamponi, è vero, ma è l’intera gestione dell’emergenza che ha fatto acqua da tutte le parti” – prosegue Grimaldi. – “Nessuno prendeva in carico le segnalazioni dei pazienti infetti fatte dai medici di famiglia; il caso della Provincia di Alessandria non è stato una sfortuna – come ha dichiarato Icardi – ma si è determinato dopo una precisa catena di errori. Il dramma delle Rsa, che Report ha tralasciato, è la punta dell’iceberg di una gestione caratterizzata da incapacità di ascolto e sottovalutazione delle osservazioni critiche e delle tante proposte arrivate tanto dal territorio, dal mondo del lavoro e della sanità”.

“Credo” – conclude Grimaldi – “che la difficoltà di operare in uno scenario inedito non possa giustificare tutto ciò. Per questo chiediamo da giorni un azzeramento tanto dell’unità di crisi, quanto dei vertici socio- sanitari della politica regionale”.

La deputata piemontese del Movimento 5 Stelle Jessica Costanzo commenta: “Con solo 287 posti in terapia intensiva nella regione, il Sisp ha mostrato una totale inefficienza. I medici di famiglia hanno mandato molte segnalazioni su sospetti casi Covid senza ricevere risposte. Oltre a loro, anche la sottoscritta, colleghi,  consiglieri regionali, sindaci e associazioni con cui mi sono confrontata in questo periodo hanno inviato diverse richieste e segnalazioni alla regione senza ottenere ascolto”. 

“Il tutto con conseguenze gravissime – continua Costanzo – come pazienti rimasti senza tamponi, scarsa assistenza territoriale tramite le Usca, mancanza di dispositivi di protezione individuale idonei per gli operatori sanitari, un piano contro le pandemie completamente disatteso e solo due laboratori per processare tamponi. Gravi gli episodi anche nelle Rsa dove sono morte 172 persone e non abbiamo ancora dati completi”.

La richiesta di Jessica Costanzo: “Esigiamo risposte dal presidente della Regione Alberto Cirio. La sanità piemontese deve essere commissariata. A nulla serve chiamare l’ex ministro di Forza Italia Fazio. Occorre commissariare l’Unità di Crisi di concerto con il Governo e con il Ministro della Sanità”.

 

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, in un comunicato congiunto parlano di “sciacallaggio politico”:

“Non esiste un caso Piemonte, con buona pace della trasmissione Report che ha scelto di trasmettere solo alcuni dati e non altri: ad esempio, secondo la Protezione Civile il Piemonte raggiungerà il traguardo dei contagi-zero il 21 di maggio alla pari del Veneto, oltre un mese prima di altre regioni italiane” ricordano i capigruppo delle forze di maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) e Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), che lanciano un appello “Auspichiamo che anche le minoranze dimostrino l’onestà intellettuale di non sminuire i risultati raggiunti con fatica dalla Giunta nel contrasto all’epidemia perché si troverebbero ad infangare tutta la Regione Piemonte e non solo i loro avversari politici, proprio nella fase delicata in cui il Governo nazionale sta decidendo regole e tempi sulla revoca del blocco. Sarebbe davvero irresponsabile rischiare di vederci classificati zona rossa solo per una rappresentazione denigratoria del Piemonte, svincolata dai dati oggettivi: poi dovrebbero risponderne di fronte alle imprese impantanate e ai lavoratori lasciati a casa”.

Allerta pioggia, ma domani il tempo migliora

Fino a oggi è allerta gialla per il maltempo sul Piemonte occidentale, nelle province di Cuneo e Asti

Il  grave deficit idrico si riduce grazie alle piogge di questi giorni  ma si rischiano locali allagamenti e frane.  L’allerta gialla di tipo idraulico è limitata a ieri e oggi in due settori: la pianura cuneese e la Valle Tanaro. Un netto miglioramento totale è previsto mercoledì. I pluviometri delle stazioni dell’ Arpa hanno registrato le piogge più abbondanti nel Cuneese, con  40.8 millimetri a Viola, 38 a Peveragno e 36 a Barge.

 

(foto: il Torinese)

Acquistava mascherine in nero e le rivendeva (in nero) con ricarico del 300%

Non si è fatta mancare nulla una commerciante di Ivrea sorpresa dalla Guardia di Finanza di Torino in un’attività di compravendita “in nero” a tutto tondo

I Finanzieri del Gruppo di Ivrea hanno ricostruito, dopo una breve indagine, come la quarantenne, nonostante il suo ramo d’azienda prevedesse ben altro, si era data alla compravendita di mascherine ed altri presidi sanitari di grande richiesta in questo periodo.

La donna acquistava le mascherine da un grossista torinese; successivamente era lei stessa che le confezionava singolarmente, e, dopo aver raccolto gli ordini, le rivendeva a prezzi decisamente maggiorati, è stato accertato sino al 300% di ricarico.

La donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Ivrea per manovre speculative sulle merci.

La Guardia di Finanza di Torino raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite a prezzi concorrenziali che potranno garantire loro una ripartenza per il post emergenza.

Infoline attiva per i consumatori in difficoltà

Polliotto (Unc): “Durante il lockdown l’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte offre assistenza telefonica ai cittadini della regione”

“Nonostante il lockdown e il Coronavirus, il Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori resta accanto, in questo momento di crisi e difficoltà, ai cittadini e consumatori del territorio”.

Lo rende noto la Presidente, l’Avvocato Patrizia Polliotto. “Al fine di fronteggiare la crisi in atto, e proseguire nell’attività di affiancamento e tutela su più versanti a quanti ne facciano richiesta, abbiamo attivato un servizio di infoline al numero 347.3106063 disponibile dal lunedì al venerdì negli orari 10-12 e 15-17”, aggiunge il noto legale, che prosegue: “Siamo altresì raggiungibili via e-mail all’indirizzo di posta elettronica uncpiemonte@gmail.com”. Inoltre , ricorda l’Avv. Patrizia Polliotto “siamo a disposizione dell’utenza per fornire informazioni su bollette telefoniche, gas ed energia elettrica, acquisti e truffe on-line, rimborsi viaggi, asilo, palestra ecc a seguito del Dpcm 11/03/2020, su sospensione rate mutuo prima casa e per informazioni sulle nuove disposizioni governative non solo per i consumatori ma anche per le piccole-medie imprese ed esercizi commerciali interessati, oltre a raccogliere segnalazioni su rincari dei prezzi, su eventuali disservizi e/o truffe subite a causa dell’emergenza sanitaria”, conclude la Presidente di UNC Piemonte.

Bar e ristoranti: dehors, ecco cosa cambia

Da Palazzo Civico / Il Consiglio Comunale ha approvato nella seduta di ieri una delibera che prevede la modifica all’articolo 16 del Regolamento 388, che disciplina l’installazione dei Dehors, approvato nell’agosto dello scorso anno ed entrato in vigore il primo gennaio di quest’anno. Il provvedimento riguarda la disciplina dei soli dehors stagionali.

La  disposizione, avente validità solo per l’anno 2020, ha la finalità di consentire ad un titolare di un pubblico esercizio di somministrazione che sia stato, per l’anno 2019,  in possesso di concessione per l’occupazione di suolo pubblico, o privato ad uso pubblico, con dehors stagionale, secondo quanto previsto dal precedente Regolamento Comunale n. 287, di presentare istanza di rinnovo della concessione stessa, al fine di reinstallare sul territorio la medesima struttura così come rappresentata nel progetto originario precedentemente autorizzato.

Il progetto dovrà aver ottenuto, nell’annualità precedente, un parere di conformità entro i termini previsti dalla previgente disciplina. 

Il periodo di occupazione richiesto potrà essere concesso con scadenza entro e non oltre la data del 30 novembre 2020; successivamente a tale data, le concessioni per la realizzazione di strutture dehors potranno essere rilasciate unicamente ai sensi di quanto previsto dal nuovo Regolamento Comunale n. 388.

Il provvedimento. illustrato dall’assessore al Commercio, Alberto Sacco, si è reso necessario per agevolare gli esercenti, a fronte delle difficoltà di adeguamento alle nuove normative, in questa fase emergenziale, che potranno così presentare istanza di rinnovo concessione di suolo pubblico attraverso una PEC, alla Circoscrizione di riferimento, corredata da autocertificazione che attesti che la struttura sarà installata in modo perfettamente rispondente al progetto originario, approvato con la normativa precedente.

Sacco ha anche annunciato che sono allo studio, in accordo non le associazioni di categoria, nuovi provvedimenti utili alla ripartenza del settore. Si sta, ad esempio, valutando la possibilità di rendere gratuita o ridotta la tassa di occupazione di suolo pubblico, sulla base degli incentivi governativi, o di valutare nuove aree pedonalizzabili, in relazione alla necessità di poter ampliare la superficie dei dehors.

(foto Barranca)

Verso la riapertura navigando a vista

Intanto in Barriera di Milano l’Esercito dà una mano ai vigili per far rispettare i divieti. Stazionano tre camionette in piazza Foroni e in via Montanaro, dove c’ è l’asl.

Cercano, è la parola giusta. Ragazzotti di colore si schermiscono giustificandosi di non avere una casa. Anzi. precisano che dormono un po’ qua ed un po là, e quando hanno trenta euro dormono in fatiscenti case. Sarà vero? Magari non per tutti. Qualche fondamento c’ è. Dal carcere arrivano inquietanti notizie.

Carcerati che fanno di tutto per infettarsi con la speranza  d’uscire. Totale silenzio del Ministro Bonafede. Tanto che ci sia o non ci sia, nulla cambia. E vieni a sapere con il passa parola che persone ” insospettabili ” hanno fatto richiesta del buono spesa al Comune. Storie di normale disperazione. Lui meccanico di moto che non può lavorare. Lei incinta con il sussidio di disoccupazione. Se non si riparte nei tempi previsti c’è  il terrore di morire d’ asfissia. Non finisce qui. Sempre in Barriera note pizzerie che si chiedono: cosa debbo, e soprattutto cosa posso fare ? Pizzerie con oltre 10 persone che ci vivono sopra tra dipendenti e datori. Potranno solo fare e consegnare pizze  d’asporto, non sanno se conviene scaldare il forno a legna per poche pizze da sfornare. Poi c’e’ il costo del trasporto,  20 %. Il vinaio che vende l’Arneis sotto costo. Le bottiglie dovevano essere vendute ai bar per l’aperitivo.

Bar chiusi che forse non riapriranno. La stima è che riapriranno uno su tre. Speriamo di sbagliare. Non solo il commercio al dettaglio. Piccolo imprenditore nel settore impiantistico: dieci  dipendenti di cui tre sono stati in quarantena per il coronavirus. Anche qui si chiede: mi conviene riaprire? Prima lo Stato mi impone di chiudere. Assolutamente capibile. Poi ti comunica che il 5
maggio puoi riprendere  l’attività. Con quali soldi? Con quelli della liquidità. Ma non arrivano in tempo utile. Non ti preoccupare,ci pensano le banche. Vero, ma il debito è mio essendo una accomandita semplice. Mi conviene rischiare? Unica soluzione è che il 50 % sia a fondo perduto. Le conclusioni sono abbastanza scontate.

Ripresa con più livelli di ripartenza e soprattutto con più livelli di tenuta della ripresa. Poche cose potrà fare la politica locale. Tra le le poche cose agevolate, al massimo gli spostamenti in città evitando il sovraffollamento dei mezzi pubblici, semplicemente abolendo la  Ztl e il pagamento dei parcheggi. Speriamo che l’assessore Lapietra non voglia dire la sua. Viceversa saremmo rovinati, visto che non ne ha mai azzeccata una. Fa ben sperare che l’Appendino sia per la riapertura e veda nel vaccino la soluzione al contagio.

Lasciati i panni di pentastellata, si ricorda d essere figlia di imprenditori e dopo aver combattuto il cosiddetto sistema Torino,  riconferma il Professore Profumo ai vertici della Fondazione San Paolo. Dopo la rivoluzione la conservazione. Tipico, del resto, degli incendiari. Ma tipico anche di chi fa frullare il cervello. Del resto solo gli stupidi non cambiano mai idea. Come il governatore Cirio che ridimensiona Mario Raviolo e pare non escluda di rimuoverlo da tutti gli incarichi. Qualcosa ha toppato e chi lo conosce sostiene che non è un fulmine di guerra.

Inoltre è smentito anche l’assessore alla sanità Icardi che fino a ieri sosteneva che tutto era sotto controllo e che  le polemiche erano pretestuose. Purtroppo – e  sottolineo purtroppo – le polemiche non erano, almeno in questo caso, pretestuose. Ma per ora pensiamo ad altro. Pensiamo al domani e possibilmente al dopodomani.

L’ apertura non sarà la panacea di tutti i mali e quasi sicuramente si navigherà a vista. Nel navigare a vista si dovrà monitorare,  capire e corregge la rotta.

 

Patrizio Tosetto

Il torinese che rattoppa il Santo Sepolcro

In missione, da Venaria Reale a Gerusalemme. Una missione molto speciale, unica, affascinante, da brividi. Restaurare l’interno del Santo Sepolcro, rimettere in sesto il pavimento di duemila anni fa composto da grosse pietre calpestate nei secoli da sovrani, imperatori, papi, crociati, sultani e califfi, nonché da milioni di turisti

Uno straordinario lavoro di rattoppo interrotto dall’emergenza virus ma che presto riprenderà. Almeno così spera l’architetto Stefano Trucco, responsabile del Centro conservazione e restauro della Venaria Reale che guida la spedizione in Terra Santa insieme agli archeologi dell’Università La Sapienza di Roma.

“Se tutto andrà bene, confida Trucco, riprenderemo i lavori a settembre. Purtroppo le conseguenze del virus hanno portato alla chiusura totale della basilica. Noi abbiamo lasciato Israele alla fine di febbraio e ora l’ingresso è vietato anche ai custodi, a padre Pizzaballa e al Custode di Terra Santa padre Patton”. La prestigiosa istituzione venariese si occuperà dello studio preliminare e del restauro del pavimento della Basilica che la tradizione cristiana identifica come il luogo dove Gesù Cristo venne sepolto dopo la crocifissione e dove avvenne la Resurrezione. I lavori di restauro del Santo Sepolcro di Gerusalemme sono fermi da quando il coronavirus ha colpito anche Israele. Stefano Trucco, veneziano ma torinese da decenni per motivi di lavoro, ha il delicato compito di riportare all’antico splendore la chiesa di Costantino il Grande. Per Trucco e la sua equipe si tratta di un’impresa straordinaria: sistemare la pavimentazione interna alla Basilica che racchiude il sepolcro di Cristo dentro l’Edicola. Il pavimento è oggi molto malmesso, con lastroni mancanti e pietre sconnesse che rendono disagevole il percorso. Un intervento eccezionale: ogni pietra, vecchia di secoli, verrà datata e mappata, ed è stato scoperto che ci sono ancora pietre che risalgono al 325, al tempo in cui Costantino fece edificare la prima chiesa sui luoghi della Passione di Gesù. Un lavoro reso ancora più complesso dalla presenza massiccia e continua dei pellegrini che possono visitare la basilica dal mattino fino alle otto di sera. Poi tocca alle tre comunità cristiane, la Custodia di Terrasanta, il Patriarcato armeno e il Patriarcato greco-ortodosso, ripulire il pavimento spargendo petrolio e risistemare l’intero ambiente. Finite le pulizie di rigore entrano in scena gli Indiana Jones di Venaria che però hanno a disposizione soltanto tre-quattro ore perchè a mezzanotte ripartono le funzioni religiose dei cristiani, una comunità alla volta, che proseguono tutta la notte. I lavori saranno finanziati dalle tre principali comunità cristiane presenti all’interno del Santo Sepolcro: i due Patriarcati, greco-ortodosso e armeno e la Custodia di Terrasanta.

Filippo Re