ilTorinese

Museo del Risparmio: 30 minuti di caccia all’errore con Barbara Alemanni

Secondo appuntamento online mercoledì 10 giugno alle ore 18 con il format  “Un libro in 30 minuti” dedicato ai più tipici “passi falsi” degli investitori e le strategie per minimizzarli

 

Mercoledì 10 giugno alle 18:00 è in programma l’appuntamento online con la seconda puntata del nuovo format “Un libro in 30 minuti“. L’ospite è Barbara Alemanni, Professoressa presso l’Università Bocconi e autrice del saggio “Finanza comportamentale. Scoprire gli errori che ci fanno perdere tempo“.

Nella mezz’ora dedicata all’incontro, si parlerà del comportamento degli investitori nelle scelte di allocazione dei risparmi. Più nello specifico, si cercherà di identificare gli errori che gli investitori individuali e professionali commettono, ma anche di suggerire strategie per minimizzare le conseguenze di questi errori, fino a trasformali in alleati e a sfruttarli per ingenerare comportamenti più virtuosi. Una lettura che offre spunti utili sia per chi svolge l’attività di consulenza finanziaria, sia per gli investitori privati che vogliano migliorare la propria disciplina decisionale e comportamentale.

L’incontro si svolgerà attraverso la piattaforma Webex. Le informazioni per partecipare e collegarsi all’evento sono disponibili sul sito del Museo del Risparmio o all’indirizzo: info@museodelrisparmio.it

Coronavirus, 7 morti e 21 contagi. In lieve crescita i ricoveri in terapia intensiva

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

20.832 PAZIENTI GUARITI E 2426 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 20.832 (+179 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2247 (+48 ) Alessandria, 1157 (+ 15) Asti, 779 (+2) Biella,  2041 (+2) Cuneo, 1808  (+9) Novara, 10859  (+100) Torino, 897 (+1) Vercelli, 903 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 141 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 2.426 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.961

Sono 7 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.961 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale:  651 Alessandria, 240 Asti, 207 Biella, 388 Cuneo, 337 Novara, 1756 Torino, 215 Vercelli,  127 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.890 (+ 21 rispetto a ieri, di cui 14 asintomatici. Dei 21: 7 positivi dopo test sierologico e 2 positività in RSA) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 3970 Alessandria, 1860 Asti, 1039 Biella, 2809 Cuneo, 2730 Novara, 15714 Torino, 1309 Vercelli, 1111 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 87 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 39 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 599  (-34 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3033.

I tamponi diagnostici finora processati sono 348.770, di 193.221 cui risultati negativi.

“Bonus Piemonte: per chi e per cosa?”

Un lettore ci scrive / Caro Direttore, con enfasi mediatica l’amministrazione regionale, la stessa che doveva consegnare da  diverse settimane la “mascherina” a tutti i Piemontesi (alla mia famiglia non sono mai arrivate ma siamo fiduciosi che il Governatore Cirio ce le farà avere in tempo per il Carnevale 2021) ha lanciato una iniziativa di supporto alle categorie professionali provate dal Covid-19: il bonus Piemonte.

Devo dire che, nella scarsa propensione a elaborare progetti ben studiati e inclusivi delle varie problematiche connesse al sostegno della cittadinanza, il Piemonte è in buona compagnia.

Le iniziative di supporto nazionali sono state elargite senza tenere conto delle sfaccettate e complesse realtà esistenti. Io, e la mia famiglia di 3 persone, ad esempio sopravviviamo con una pensione INPS (664,00 Euro) ma a causa di questa “misera” pensione d’anzianità, quella che mi spetta per avere pagato i contributi INPS per 35 anni, non ho potuto richiedere il bonus di 600 Euro ( e che forse ora diventeranno 800 o 1.000 ) come invece, da quello che leggo, hanno potuto fare camorristi, mafiosi e altre categorie “protette”. In precedenza era stato considerato ostativo all’ottenimento del bonus anche percepire le pensioni di invalidità ma, a fronte della levata di scudi da parte delle associazioni delle persone con disabilità, almeno per questo punto questa la norma è stata emendata. Il percepire una pensione bassa non solo mi impedisce di richiedere il bonus ma, mentre lo stesso non concorre a costituire il reddito tassabile, la mia pensione viene tassata, contribuendo così a finanziare i vari bonus, redditi di cittadinanza e altre brillanti soluzioni con cui alcuni mesi fa è stata “sconfitta la povertà”. E’ una disparità di trattamento ingiusta, in un momento in cui si fa appello, a ogni piè sospinto, alla unità e solidarietà nazionale.
Ma in effetti l’argomento della presente è: il bonus Piemonte. Personalmente ho dato al Covid 19 più di quello che avrei voluto. Mia madre è morta sola a metà Aprile, in una RSA dove era in riabilitazione da fine Gennaio. Il mio lavoro è evaporato e la vita non è certo facile.
Quindi gli 800 Euro del bonus per l’ “attività delle guide e degli accompagnatori turistici” (Codice Ateco 79.90.20) li avrei spesi principalmente per spesa e bollette. Ma il Piemonte non vuole che il bonus venga sprecato per scopi “voluttuari” come nutrirsi! Nel modulo da firmare per ricevere il bonus al punto 4 è precisato:
“…4. che il Bonus Piemonte deve essere utilizzato per l’adeguamento dei locali, l’acquisto di materiali, attrezzature e delle spese accessorie imposte anche dalle nuove esigenze e misure igienico-sanitarie derivanti dall’emergenza COVID-19, secondo quanto previsto dalla specifica normativa regionale che ha istituito il Bonus stesso;…”Ora mi sembra almeno strano che una persona che svolge la sua attività professionale principalmente all’aperto e nel mio caso, in gran parte via da Torino, debba usare il bonus per adeguare dei locali che non utilizza per il proprio lavoro, acquisire dei materiali che non so quali possano essere vista la sua attività (una valigia nuova? un paio di scarpe confortevoli? ), ecc. invece di poterli spendere per tappare i buchi del suo asfittico bilancio visto che da Febbraio, come già segnalato, non incassa un centesimo. Pur nella sua banalità il problema “alimentare” in cui penso, come noi, si dibattono migliaia di famiglie Piemontesi, non ritengo debba essere risolto demandandolo alla carità delle varie onlus e associazioni caritatevoli. Oppure il Governatore vuole riesumare le “Brigate Cirio”? Sono consapevole che si tratta di una battuta di non eccelsa qualità ma sto esaurendo il mio senso dell’umorismo.
Forse molti dei miei colleghi e quanti altri esercitano professioni simili alla mia, non si sono resi conto che l’invio del modulo e il ricevimento degli Euro del Bonus Piemonte, potrebbe dare, per anni, lavoro all’Agenzia delle Entrate e ai Tribunali per recuperare quanto indebitamente speso.
Per chiedere un chiarimento in merito ho chiamato l’URP regionale. Mi è stato detto di rivolgermi alla email: help.bonuspiemonte@regione.piemonte.it  i cui addetti saranno però molto impegnati se dal 05/06 pomeriggio non hanno ancora trovato il tempo di rispondere. Sempre meglio del CSI che ha preso in carico un’altra richiesta il 04/06 e non ha ancora risposto al momento di inviare questa email.
Comunque per chiudere: se lo scopo del Bonus Piemonte era dare sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi sarebbe stato necessario valutare a priori quali categorie e codici Ateco potevano utilizzare i fondi ricevuti nei modi previsti dall’articolato del bando. Come ho precedentemente spiegato le persone che svolgono attività come la mia ben difficilmente potrebbero utilizzare i fondi come richiesto. Quindi i loro codici Ateco non avrebbero dovuto essere inclusi. Oppure dovrebbe esserci, e sarebbe più ragionevole se si vuole aiutare i lavoratori autonomi Piemontesi, una esplicita deroga per quelle professioni che, per la loro natura stessa, non potrebbero utilizzare i fondi come richiesto ma li userebbero per sopravvivere per un po’ sperando che il lavoro riparta.
Magari il Governatore, quando si renderà conto che i suoi canali di comunicazione difettano, vorrà rispondere nel merito chiarendo se posso richiedere il bonus per fare la spesa senza poi finire nel tritacarne amministrativo/fiscale rendendo, magari tra numerosi anni quando il Covid sarà un ricordo sfumato, quanto ricevuto più spese e sanzioni.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
MM

Edilizia scolastica, Pd: “Il Piemonte rischia di perdere 34 milioni di euro?”

Durante l’odierna seduta del Consiglio Regionale, i Consiglieri PD Diego Sarno e Domenico Rossi hanno interrogato la Giunta per conoscere il motivo per il quale il Piemonte non ha ancora ottenuto i finanziamenti del Ministero dell’Istruzione, emanati con il decreto 175 del 2020.

“E’ un finanziamento da oltre 500 milioni destinato alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, nonché alla costruzione di nuove unità: al Piemonte ne sono riservati 34. Si sta facendo tutto il necessario per non perdere questo treno?”.

L’Assessora Chiorino ha garantito, nella sua risposta, che il finanziamento non è a rischio perché le procedure di assegnazione dei fondi proseguono in maniera ordinaria: mancano di fatto i pareri favorevoli di altri enti come Asl e Vigili del Fuoco per procedere con l’assegnazione.

“Questa risposta non può che soddisfarci, la speranza è che alle parole seguano i fatti” commenta Sarno “Si stanno facendo dei passi avanti, come la ratifica dell’accordo Stato-Regioni per la velocizzazione delle procedure relative alla sicurezza degli edifici scolastici, ma, come spesso accade, questa Giunta non ha brillato per celerità: l’accordo è stato firmato a marzo e ratificato solo negli ultimi giorni di maggio”.

“L’operato di Cirio in materia è zoppicante: abbiamo proposto di anticipare i lavori di manutenzione degli edifici in questa sospensione delle attività scolastiche causata dal Covid, ma questi lavori non sono mai partiti. Un primo passo è stato fatto con l’approvazione del nostro OdG della settimana scorsa in materia, ma tanto è ancora da fare” aggiunge Sarno.

“Sono passati ormai diversi anni dai casi di cronaca che, amaramente, ci hanno ricordato come sulla sicurezza degli edifici scolastici non possiamo tergiversare. La data del 22 Novembre 2008, quella del tragico crollo al Liceo Darwin di Rivoli in cui perse la vita Vito Scafidi, sia di monito per tutte le istituzioni pubbliche” commentano i Consiglieri Dem.

“Il nostro impegno su questo tema non verrà meno e per tutta la legislatura saremo di stimolo costante per la Giunta regionale” conclude Rossi.

I 220 anni della battaglia di Marengo

220 Anni di ricorrenza della celeberrima e importantissima battaglia di Marengo / La battaglia fu combattuta il 14 giugno 1800, nel corso della seconda campagna d’Italia, durante la guerra della seconda coalizione, tra le truppe francesi dell’Armata di riserva, guidate dal Primo console Napoleone Bonaparte, e l’esercito austriaco, comandato dal generale Michael Von Melas.

Per mezzo della battaglia di Marengo, i francesi tornarono padroni di gran parte dell’Italia settentrionale, ottenendo un armistizio di sei mesi. L’indomani lo scontro, il generale francese Berthier incontrò il generale austriaco Von Melas per accordarsi sulle condizioni della resa austriaca.

Philippe Daverio (critico d’arte e saggista) e Alessandra Necci (Biografa Storica, Docente Luiss Roma d’arte) parteciperanno, nel pomeriggio del 14 giugno, ad un talk in streaming, accompagnati dal Sindaco di Austerlitz. La giornata del14 giugno 2020 si aprirà al mattino e vedrà la commemorazione, in presenza di 15 soldati, di tutti i caduti nella battaglia di Marengo, mentre in serata, nella sala adiacente Palazzo Cuttica, si terrà la rievocazione della firma della Convenzione di Alessandria, in presenza dei rievocatori-figuranti del generale Von Melas e del Generale Berthier.

Nella giornata del 13 giugno verrà presentato il progetto Cum Memorare Marengo, percorso che si snoda attraverso i luoghi di interesse napoleonico

Presentato in conferenza stampa il programma della quattro giornate dedicate alla commemorazione virtuale di Marengo, nel 220° anniversario della Battaglia, ed in condizione di sicurezza per il post Covid-19.

“Arriviamo e siamo ancora in un momento epocale per la salute dei cittadini e quindi dopo aver rinunciato ad una grande rievocazione, siamo con la 59 Demi Brigade, con il Presidente Bernini a proporre un momento di Onore ai Caduti a Marengo ed una firma della Convenzione di Alessandria a Palazzo Cuttica con la presenza fisica dei rievocatori, ma per il resto avremo una presenza on line, con la formula del talk riproposto sui social, di importanti personalità e testimonials che ci tengono parecchio a Marengo per ciò che rappresenta nella storia.” E’ Cherima Fteita Ferial, assessore agli Eventi e alla Digitalizzazione del Comune di Alessandria, ha anche sottolineato che oltre all’attuale momento per le verifiche di possibili aperture, il Museo avrà tutto l’anno per promuovere le sale di Villa Delavo.

Queste le parole del Sindaco Cuttica di Revigliasco: “Ognuno vorrebbe spingere più avanti le sue responsabilità ma dobbiamo guardare l’insieme che Marengo richiede per il suo livello internazionale. La nostra scelta digitale ha una valenza sperimentale ed è parte di tanti soggetti che lavorano. Eravamo abituati a dedicare energie ad aspetti organizzativi per la rievocazione, oggi mettiamo energie per una promozione on line, una sensibilizzazione per proiettare Marengo e gli itinerari napoleonici in modo permanente grazie alla tecnologia.”

 

Ecco la presentazione del programma completo della Commémoration Virtuelle di Marengo:

 

12 – giugno 2020
Andrea Mariani Sindaco di Montebello Della Battaglia
Emanuele Di Muro Rievocatore
Laura Renzanigo Vivandiera
Ottavio Pilotti Torre Garofoli, Tortona
Lorenzo Bernini 59ème Demi Brigade
Antonio Rotondo Unione Giornalisti E Comunicatori Europei

13-giugno 2020
Eleonora Norbiato Formatore Servizio Civile – Unpli Piemonte
Marco Bonetti Assedio Di Genova
Francesco Scalfari Direttore Uni- Astiss
Graziano Gabriele Rievocatore Gen. Desaix (Video)
Aldino Leoni Poeta
Alessandro Calvi di Bergolo Castello Di Piovera

14-giugno 2020
Philippe Daverio Storico dell’arte, Saggista
Alessandra Necci Biografo Storico, Docente Luiss Roma
Nicola Cosentino Medico Chirurgo, Bologna
Michele Villani Camera di Commercio Italia Repubblica Ceca
Michal Boudny Sindaco di Austerlitz
Andrea Puleo Rievocatore: Gen. Berthier
Ivano Zanandrea Rievocatore: Gen. Von Melas
Associazione Listen Lingua dei Segni

15-giugno 2020
Alessandro Calvi di Bergolo Castello Di Piovera
Ilaria De Palma Museo del Risorgimento di Milano
Petra Brezackova Centro Ceco di Roma
Massimiliano Titone Centro Studi Universitari, Lisbona

 

Commemoration Virtuelle
12 – 13 – 14 – 15 Giugno 2020
Dati Tecnici
Nelle giornate del 12, 13 e 15 giugno 2020, i relatori si collegheranno su piattaforma STREAMYARD
mentre il 14 giugno il collegamento avverrà su piattaforma STREMIX.
Il talk verrà trasmesso in streaming , contemporaneamente sui canali Facebook e Youtube di Ecole
Marengo . Il pubblico potrà collegarsi a questi indirizzi:
https://facebook.com/EcoleMarengo
https://www.youtube.com/channel/UCPrt7YX422yt26y9DKClqNQ
Tutti i talk verranno registrati e rimarranno a disposizione sulla piattaforma VEV – Villaggio Educativo Virtuale – e sugli altri canali indicati dalla Amministrazione di Alessandria, per successive
consultazioni.

Sistema fieristico torinese, ultimo stadio di una crisi che viene da lontano

Prima o poi i nodi vengono al pettine. Ora è il turno di Lingotto Fiere, il quartiere fieristico di Torino. La società (francese) GL Events, proprietaria e gestore della struttura,(subentrata nel 2007 alla Promotor International di Alfredo Cazzola), ha dichiarato che non ce la fa più a reggere da sola la società, che ha accumulato deficit, e ha chiesto il subentro o l’ingresso dei soggetti pubblici di riferimento: Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio.

E’ una crisi che nasce da lontano, perché Torino è l’unica grande città, con un quartiere fieristico importante e che fa da riferimento per il Piemonte, da sempre gestito da una società privata, a differenza di quasi tutti gli altri importanti quartieri fieristici nazionali, come Milano, Verona, Parma, Bologna, Roma, Bari, ecc. dove c’è una gestione pubblico-privata, ovvero nelle società c’è una compartecipazione degli enti pubblici territoriali: Regione, Province, Comuni, Camere di Commercio, ecc. Una crisi accentuata dal fatto che le due più importanti fiere: il Salone del Libro e il Salone del Gusto- Terra Madre non sono gestite da Lingotto Fiere, ma sono di proprietà pubblica (Regione Piemonte e Città di Torino, assieme a Slow Food per Salone del Gusto-Terra Madre);infatti, per la loro gestione erano state create due fondazioni,con relative dotazioni finanziarie, una per il Salone del libro e una per Terra Madre. E così gli enti pubblici, direttamente o indirettamente, si sono anche improvvisati imprenditori fieristici e la società di Lingotto fiere fa solo da affittuario dell’area espositiva. Quasi una sorta di competizione o addirittura di conflitto. Ed è innegabile il fatto che tra la Città di Torino (coi sindaci Castellani, Chiamparino e Fassino) e Lingotto Fiere (già dai tempi di Alfredo Cazzola),  non c’è stata mai grande armonia e collaborazione. Un più fattivo rapporto si era creato con la Regione Piemonte, ai tempi della giunta Ghigo, tanto che nel 2002 era nato anche il Salone del Vino, in tandem tra Regione e Lingotto Fiere con la creazione di una apposita società di gestione, deliberata dalla Regione Piemonte nel 2004, ma che nel 2005, la nuova giunta Bresso aveva subito revocato.

Una anomalia torinese che ha provocato la debolezza strutturale e strategica del sistema fieristico, ovvero quella serie di fiere, mostre, rassegne e grandi eventi che sono un pezzo importante dell’economia per gli effetti positivi sul settore oggetto dell’iniziativa e per le ricadute sul turismo, servizi, insomma su quello che si definisce la capacità attrattiva della città e della regione e la crescita della loro immagine e accoglienza.

Un bel casino! Che è scoppiato in questi ultimi anni, con tutte le grane e le inchieste giudiziarie che hanno riguardatosoprattutto il Salone del Libro, investendo la fondazione e GlEvents, e che sono la diretta conseguenza di quella anomala divisione competizione di ruoli. Una situazione paradossale, Kafkiana, se pensiamo anche al fatto che le inchieste sono scattate perché la fondazione non faceva il bando per affidare l’evento salone del libro; un bando a cui potevano partecipare anche altri gestori di fiere, anche non torinesi, anche se l’evento non si poteva fare che a Torino e a Lingotto Fiere: che è l’unico quartiere fieristico di Torino, degno di questo nome e comunque l’unico in grado di ospitare degnamente i due grandi eventi: Salone del Libro  e Salone del Gusto-Terra Madre, che non a caso, fin dalla prima edizione, si sono sempre svolti a Lingotto Fiere.

Oggi siamo all’ultimo stadio della crisi; Gl Events ha posto l’aut aut. Le istituzioni torinesi e piemontesi, non devono solo pensare a ulteriori soluzioni tampone per il Salone del Libro e Terra Madre, ma valutare se questo settore fieristico possa e debba continuare a vivere, ad essere rilanciato e potenziato; e se così fosse non ci può che essere la soluzione della compartecipazione pubblico-privata, creando una nuova società dove assieme all’attuale società o altri privati, partecipino anche la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Camera di Commercio ed eventuali altri soggetti pubblici, privati e organizzazioni economiche e professionali, ancor più rappresentanti i settori interessati.

Salvatore Vullo

Consulente finanziario imbavagliato e legato ucciso in auto con cinque colpi di pistola alla tempia

Ieri intorno alle ore 23.45, militari della Sezione Radiomobile hanno trovato un’auto  parcheggiata in una traversa sterrata di  Strada Comunale da San Vito a Revigliasco, area collinare del Comune di Torino

All’interno dell’ autovettura, una Bmw, il corpo di un consulente finanziario 60 anni morto, seduto sul sedile passeggero, imbavagliato e con le mani legate.
Luciano Olino, il nome della vittima, è stato colpito con  5 colpi arma fuoco calibro 6.35 alla tempia sinistra.
L’uomo si era allontanato  da casa a Moncalieri alle ore 17 . I rilievi sono stati eseguiti da parte della S.I.S.  Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Torino

Doppiofondo nell’auto per trasportare denaro

Aveva persino modificato gran parte dell’auto per creare quel doppiofondo dove trasportare l’enorme somma di denaro. Per questo motivo la Guardia di Finanza di Torino ha denunciato nelle scorse ore un trentenne, fermato alla guida della sua automobile alle porte di Torino.

 

I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, impegnati nei consueti controlli di prevenzione generale, hanno fermato l’uomo nei pressi di Moncalieri, comune della cintura torinese, alla guida di un SUV.

 

Le troppe stranezze nell’atteggiamento dell’uomo portano i Finanzieri ad approfondire il controllo dell’autovettura anche con l’ausilio delle Unità cinofile.

 

Ed è proprio approfondendo la vicenda che viene alla luce “l’opera” di ingegno ideata dal torinese, che aveva creato un vero e proprio doppiofondo ad hoc di oltre 3 metri di lunghezza che si estendeva lungo tutto il pianale della macchina. Per fare ciò l’uomo aveva sfruttato le sue qualità professionali di carrozziere riuscendo a smantellare l’intera autovettura e modificando addirittura il serbatoio del carburante diminuendone la capacità.

 

Quest’ultima operazione, tra l’altro, lo costringeva, come hanno poi ricostruito gli inquirenti ad effettuare numerose soste durante il tragitto. 

 

Una volta “smantellata” l’auto, i Finanzieri hanno rinvenuto nel doppiofondo “fai da te”, una decina di involucri di cellophane all’interno dei quali erano custoditi oltre 60.000 euro in contanti e per i quali l’uomo non ha saputo fornire alcuna giustificazione circa il possesso.

 

Il trentenne torinese, già noto alle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, è stato denunciato per ricettazione mentre l’auto e il denaro sono stati sequestrati.

La pioggia continua, il sole torna dopo il 18 giugno

 Allerta gialla in Piemonte per i temporali previsti anche nelle prossime ore. 

In questi giorni grandinate, allagamenti e piccole frane toccano tutte le zone di pianura della regione. Le condizioni di instabilità proseguiranno anche nei prossimi giorni  con frequenti rovesci e temporali. Il bel tempo stabile si avrà solo dopo il 18 giugno, secondo quanto indicato da Smi, la Società Meteorologica Italiana.

“Sfida al Barocco. 1680-1750. Roma Torino Parigi”, un nuovo modo di vedere (e ammirare) un periodo artistico

Sino al 20 settembre nella Citroniera della Venaria Reale 

Duecento capolavori, ospitati nel lungo percorso della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria (fino al 20 settembre), provenienti non soltanto dai nostri Palazzo Madama e Galleria Sabauda, ma pure dal romano palazzo Barberini come dal Louvre parigino; e poi ancora da Ajaccio e Berlino e la National Gallery di Londra, dal Paul Getty di Los Angeles e da Madrid, dal Metropolitan di New York e dalla Città del Vaticano e dagli Uffizi di Firenze, da Modena come da Pistoia e da Rivoli, da istituzioni pubbliche e private, da enti religiosi e collezioni private.

Non ci sono i nomi di grandissimo successo, quelli dietro cui correre per, sempre più spesso, imbastire nuovamente le folgoranti mostre che vedranno assieparsi – tempi di igienizzanti e mascherine e prenotazioni on line permettendo – folle senza fine, bensì nomi preziosi, significativi, da cercare con attenzione magari inusuale e da ammirare, cui avvicinarsi per ammirarle nel loro più piccolo particolare o significato. Una mostra, questa che è Sfida al Barocco, curata con estrema saggezza e padronanza da Michela di Macco (università di Roma La Sapienza) e Giuseppe Dardanello (Università degli Studi di Torino), riflessivamente antiscolastici nel racchiudere la distesa di dipinti e immense pale d’altare, sculture e arazzi, disegni e incisioni, arredi e oggetti preziosi, entro il 1680, ovvero l’anno della scomparsa di Gian Lorenzo Bernini, e il 1750, compiuto un appagante viaggio tra le capitali francese – quasi feroce nel mantenere un proprio primato, ma pure aperta nei primi decenni del XVIII secolo a guardare ammirata ai colori della pittura veneziana o ai recenti messaggi che giungono da fiamminghi e olandesi, capace di precorrere i secoli successivi, se si guarda con vera ammirazione allo Stagno di François Desportes che guarda ad un futurismo ancora meno che impalpabile nei decenni dell’Arte o al Nudo femminile di schiena di Pierre Subleyras, intenso e inaspettato nella sua sconcertante naturalezza – e papale – Roma è pure da sempre caput mundi, forse assai più pronta alla sfida in opposizione ad ogni antichità e alle recenti voci che ancora si fanno sentire dei grandi maestri del Rinascimento e del Classicismo di un pregnante Barocco -, soffermandosi e ampliando lo sguardo su una Torino che ha inizialmente centrale il nome di Guarino Guarini (in mostra, tra i tanti disegni preparatori, l’unico studio rimasto “di un settore del tamburo e della cupola per la Cappella della Sindone”, conservato presso l’Archivio di Stato torinese) e con la stessa spinta alla sperimentazione e alla libertà di ricerca di Andrea Pozzo (le sue tele torinesi, a Mondovì e a Grazzano Badoglio con una mistica Morte di San Francesco Saverio): sino a giungere al genio del messinese Filippo Juvarra, dal 1714 nominato Architetto regio da Vittorio Amedeo II, che negli spazi reali o nelle chiese della città raccoglie e allestisce “una straordinaria esposizione di arte contemporanea”, da Napoli Venezia e Roma facendo giungere con le loro tele i nomi di Francesco Solimena, Sebastiano Ricci, Francesco Trevisani e Sebastiano Conca.

Un cammino lungo settant’anni, colmo di capolavori su cui soffermarsi, un progetto di ricerca dovuto alla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Un cammino allestito da Massimo Venegoni con le luci di Gianbattista Buongiorno, raccomandabili entrambi per la loro compiuta bellezza agli occhi dello spettatore, come è un’esplosione di colori primari l’immagine della mostra, il biglietto di presentazione dovuto ad un modernissimo Leandro Agostini che ha ricavato – per poi ricomporle nella IV di copertina ad esempio della “piccola guida” – certe parti cromatiche di Diana ed Endimione di Pierre Subleyras, un olio proveniente dalla National Gallery londinese, una aerea genialata che alleggerisce con garbo e gusto profondi certa pomposità, certa opulenza, una ricorrente sfarzosità a volte troppo debordanti di quei secoli che abbiamo attraversato.

Sfida anche questa. Come quella degli artisti presenti, alla ricerca di una nuova modernità mai incontrata, sperimentando nuovi linguaggi, immergendosi nelle nuove aree del naturale, dei sentimenti, degli angoli privati occupati dagli atti anche più insignificanti della giornata (magari rispolverati con un pizzico di casalingo erotismo). Non solo la schiena di Subleyras, datata 1732, anche un decennio esatto dopo la Donna che indossa la giarrettiera di François Boucher (l’intero ambiente, il camino acceso e la specchiera, i nastri e le toilette, i pizzi e i nei, la giarrettiera pronta per il decisivo aggiustamento, il gatto con il suo piccolo gomitolo, il siparietto orientaleggiante, l’amica già pronta (per uscire? per ricevere gli ultimi spasimanti?: un’opera quantomai “privata”, commissionata dal conte svedese Carl Gustav Tessin e mai esposta finché l’autore fu in vita, gelosamente riposta nel cabinet riservato del conte); come su tutt’altro verso è ammirevole il Giovane disegnatore di Jean-Siméon Chardin (1738), dalle piccole misure (18 x 15,5 cm), forse una citazione autobiografica, l’espressione di un’età iniziale fatta di stenti, con quel cappotto liso e quell’essere penosamente seduto a terra a ricopiare un più antico ritratto virile. Mescolando in piena libertà il sacro e il profano, Marco Benefial, dipingendo nel 1737 la Visione di santa Caterina Fieschi, allinea la figura di Cristo portatore della croce e incurante di calpestare il proprio sangue con uno squarcio domestico, dove la serva assiste con insistita curiosità al momento fatto di ampia religiosità, di angeli e della piena conversione della santa. Un Barocco senza Barocco, una sfida a 360 gradi. Che appassiona, senza se e senza ma.

“Con grande emozione arriviamo ad un momento lungamente atteso, l’apertura di questa straordinaria e imperdibile mostra Sfida al Barocco, evento culturale ideato per ribadire e attualizzare, nel mondo accademico e nel grande pubblico, un pilastro dell’identità di Torino, cioè l’essere una delle capitali europee del barocco”. Quindici tappe, altrettanti capitoli più un’ouverture a mostrare strade nuove. Dove possono benissimo trovare posto le uccisioni di poveri animali, quell’anatra dal collo verde o quel coniglio con un paio di tordi accanto (ancora Chardin, entrambi): piccoli gioielli, modernissimi scampoli che parlano da soli e che commuovono, frangie di un lungo momento ben più altoloquente e ricco. Ma anche pronto a raccogliere in sé quelle “povertà” forse fino a questo momento ai più sconosciute.

 

Elio Rabbione

 

 Nelle immagini:

 

Pierre Subleyras, “Diana ed Endimione”, 1738 ca, olio su tela, Londra, National Gallery

Claudio Francesco Beaumont, “Deposizione dalla Croce”, 1731 ca, Torino, Chiesa di Santa Croce

Jean-Siméon Chardin, “Giovane studente che disegna”, 1733, olio su tela, Stoccolma, Nationalmuseum

François Boucher, “Donna che si mette la giarrettiera”, 1742, olio su tela, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza