ilTorinese

Lega: “Dal Governo slogan, dalla Regione risorse vere per l’emergenza”

L’on. Riccardo Molinari (Lega) su emergenza Covid in Piemonte: “Dal Governo solo slogan, mentre la Regione stanzia risorse vere e immediate per il personale sanitario. L’assessore Icardi non si tocca”

“Siamo davvero al paradosso: il Governo Conte non ha accolto un emendamento Lega al Decreto Cura Italia che avrebbe consentito alle Regioni e alle province autonome di triplicare le risorse per la valorizzazione del personale sanitario, medico e non solo, da due mesi in prima linea a fronteggiare l’emergenza, anche a costo della vita, soprattutto nelle regioni più colpite dal Covid-19, come Lombardia e Piemonte. Al contempo da fonti governative spesso si avanzano critiche alle amministrazioni regionali, che invece sono le uniche a fare pienamente tutto quanto in loro potere”.

Così Riccardo Molinari, Presidente del Gruppo Lega alla Camera e Segretario della Lega in Piemonte, sottolinea il diverso atteggiamento del Governo Conte e dell’amministrazione piemontese guidata da Alberto Cirio.

“Da Roma solo slogan e polemiche, mentre la Regione Piemonte ha rapidamente messo in campo, con il ddl RipartiPiemonte come esplicitamente chiesto dalla Lega, risorse concrete con cui riorganizzare la ripartenza dei diversi comparti produttivi. 800 milioni di euro per sostenere imprese, lavoratori e famiglie, di cui 55 milioni di euro per il nostro personale sanitario, per integrare stanziamenti governativi assolutamente inadeguati a far fronte alla situazione”.

Netta poi la presa di posizione dell’on. Riccardo Molinari a sostegno del lavoro sin qui svolto dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi: “Sappiamo bene in che condizioni il centro sinistra a guida Chiamparino ha lasciato la sanità piemontese, sul fronte ospedaliero come territoriale.
L’Assessore Icardi ha fatto l’impossibile per far fronte all’emergenza: chi ne chiede le dimissioni si faccia prima un esame di coscienza e sappia che Icardi non sarà il capro espiatorio di un sistema sanitario indebolito da anni di tagli imposti da Roma e scelte sbagliate fatte a Torino, con protagonisti che hanno nomi e cognomi noti, e che non sono di certo Luigi Icardi”.

Prove di ripartenza, Mirafiori riapre a 250 lavoratori

Oggi, lunedì 27 aprile, tornano in fabbrica 250 lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori. Tutti disporranno di un kit di due mascherine e guanti monouso 

Obbligatorie le misure di sicurezza anti coronavirus. Si entra  uno alla volta e solo dalla Porta 2 attraverso  una tenda nella quale verrà controllata a ciascuno la temperatura con una telecamera termica e  il termo-scanner. Se qualcuno avrà più di 37,5  gradi di febbre, dovrà passare un secondo controllo e se la febbre sarà confermata, il lavoratore dovrà tornare  a casa.

Le misure di sicurezza sono state stabilite nell’accordo  con i sindacati Fim, Fiom e Uilm.

Il turno sarà soltanto uno: dalle 8 alle 16. I lavoratori  si dedicheranno alla 500 elettrica e alle relative le pre – serie, oltre all’attività di ricerca e sviluppo

 

Il virus cambia il mercato immobiliare

Abbonamento Musei: 25 anni nel segno del successo

150mila abbonati attivi, un milione di visitatori nel 2019 e, in tempi di pandemia, un forte desiderio: ripartire insieme

Martedì 21 aprile scorso, “Abbonamento Musei” ha tagliato il traguardo dei 25 anni di attività. Era infatti il 21 aprile del 1995 quando l’Associazione (già “Torino Città Capitale Europea”) veniva costituita per volontà degli assessorati alla Cultura della Città di Torino, Regione Piemonte e Provincia di Torino “con lo scopo di gestire e promuovere eventi cittadini legati alla promozione culturale”.

Dal 1998 l’Associazione ha in capo il progetto di Abbonamento Musei, diventato nel tempo- anche grazie alla continuità del sostegno dei Soci – un progetto nazionale che oggi conta 420 fra Musei e Istituzioni coinvolte, tre Regioni (Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia), un territorio di oltre 53mila chilometri quadrati e 150mila abbonati attivi. Nel 2019 l’Associazione ha inoltre coinvolto nella sua opera di promozione e valorizzazione del patrimonio museale e culturale un milione di visitatori. Oggi i Soci Fondatori sono la Città di Torino, Regione Piemonte e Fondazione CRT. Soci Ordinari: Regione Lombardia, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Comune di Milano e Museo Nazionale del Risorgimento. Cinque lustri e un anniversario importante, dunque, per un’istituzione che per davvero può ormai dirsi porta d’accesso a quello che è stato definito, con il claim della fortunata campagna di comunicazione, il “museo più grande d’Italia”. E in questo senso suonano, a ragione, le parole del suo presidente Dino Berardi (presidente onorario è il Sindaco della Città di Torino, Chiara Appendino) che afferma: “Abbonamento Musei da 25 anni ha una mission: aumentare la partecipazione dei cittadini alle attività museali, portarli a scoprire e riscoprire un patrimonio infinito di bellezza. Su questi presupposti abbiamo lavorato molto, costruendo un ecosistema di relazioni tra i musei e il pubblico locale, creando occasioni di incontro che raccontassero tutto questo e lo cementassero, tra storytelling e esperienze personali. Dobbiamo un profondo ringraziamento ai Soci che hanno accompagnato l’Associazione in questo quarto di secolo, garantendo sostegno e facendo di Abbonamento Musei uno vero strumento di welfare culturale”. Strumento granitico nella forza dei suoi principi, certamente non scalfiti dalla particolarità di un momento tanto critico come quello attuale, in cui l’emergenza epidemiologica ha stravolto le nostre vite, “lasciando però intatte alcune certezze, quelle che corrispondono ai valori portanti dell’Associazione: la cultura come patrimonio comune e motore economico, l’importanza di essere una rete, l’attenzione al territorio, la comunicazione digitale”. Il nostro grande desiderio? “Ripartire insieme – conclude Berardi – nel rispetto delle regole che questa situazione ci impone, ma sempre tutti consapevoli del ruolo determinante della bellezza”. E a lui fa eco Simona Ricci, direttore dell’Associazione:“Sono convinta che il nostro pubblico di abbonati sarà tra i primi a ripartire, a ricominciare a frequentare la bellezza, l’arte, la storia e il paesaggio, perché ha scelto i musei e le istituzioni culturali, li ha scelti come occasione di svago e di conoscenza, di socialità e di scoperta, li ha scelti 4 mesi fa, un anno fa, tanti anni fa, li sceglie ogni giorno. Ripartiamo dunque ‘per’ e ‘da’ loro e trasformiamoci tutti in ambasciatori del nostro patrimonio”.
g. m.

 

Nelle foto
– Dino Berardi
– Simona Ricci

Dopo il 25 aprile negozi chiusi il primo maggio. Aperte edicole e farmacie

È stata  firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio una ordinanza che prevede la chiusura di tutti gli esercizi commerciali nelle giornate del 25 aprile e 1° maggio, ad eccezione di farmacie, parafarmacie e di tutti gli esercizi dedicati alla vendita esclusiva di prodotti sanitari.

Aperte anche edicole benzinai, oltre alle aree di servizio sulla rete autostradale.

Restano consentite, inoltre, le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici, eseguite nel rispetto delle regole di sicurezza.

Coronavirus: nuove vittime, 4255 pazienti guariti. Continuano a diminuire i ricoveri in terapia intensiva

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 18,30 di domenica 26 aprile

4255 PAZIENTI GUARITI E 2300 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 4255 (195 in più di ieri): 384 (+37) in provincia di Alessandria, 156 (+3) in provincia di Asti, 199 (+13) in provincia di Biella, 467 (+11) in provincia di Cuneo, 359 (+10) in provincia di Novara, 2160 (+102) in provincia di Torino, 221 (+15) in provincia di Vercelli, 252 (+2) nel Verbano-Cusio-Ossola, 57 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 2300 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 2859

Sono 56 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 2859 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 533 ad Alessandria, 147 ad Asti, 155 a Biella, 226 a Cuneo, 248 a Novara, 1.258 a Torino, 154 a Vercelli, 108 nel Verbano-Cusio-Ossola, 30 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 24.910 (+361 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.218 in provincia di Alessandria, 1.442 in provincia di Asti, 946 in provincia di Biella, 2.394 in provincia di Cuneo, 2.213 in provincia di Novara, 12.235 in provincia di Torino, 1.091 in provincia di Vercelli, 992 nel Verbano-Cusio-Ossola, 226 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 153 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 217 (-20 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.827 (-16 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.452

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 137.069, di cui 72.642 risultati negativi.

Ruffino (Fi): “La fase 2 si gioca sui trasporti pubblici”

Bene hanno fatto i sindaci delle aree metropolitane a esigere indicazioni chiare, possibilmente prescrittive, per organizzare la ripresa della mobilità urbana, punto cruciale per il successo della fase 2. La questione è complessa ma decisiva:

il numero dei passeggeri su una carrozza della metro o sul bus non è una variabile indipendente ma è strettamente connesso agli orari del lavoro, quindi più flessibile sarà l’orario in ufficio e in fabbrica, meglio si potranno organizzare i trasporti pubblici urbani.

Questione altrettanto rilevante riguarda il trasporto pubblico interurbano. I lavoratori e gli studenti di un Comune, penso al mio Giaveno, che devono raggiungere,la fabbrica o la scuola in un paese vicino, in che numero potranno accedere sugli autobus o sui treni locali? Chi è che certifica la sanificazione del mezzo a fine corsa e, soprattutto, a fine giornata? Sono questioni sulle quali il governo deve dire una parola chiara, come pure la Regione, titolare della concessione del servizio. Per questi motivi è indispensabile che il sindaco dell’area metropolitana convochi il Consiglio non appena il governo avrà messo a punto la disciplina di trasporto.

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Giro del mondo ai tempi del virus

Seconda puntata / “Alla stazione dei bus di Venezia Mestre eravamo agitati, c’era la tensione di chi sta per affrontare un viaggio di 40.000 chilometri con lo zaino in spalla, attraverso 16 Paesi, poi una volta saliti sul mezzo che si ha portati a Lubiana, in Slovenia, prima tappa, tutto è svanito. Sul bus non abbiamo dormito, la testa era piena di pensieri ma stavamo realizzando il nostro sogno”. Lars Orazzo, il 23enne di Montemagno, rientrato in Monferrato dalla Cambogia alla fine di marzo, così entra nei dettagli del racconto del suo viaggio (insieme all’amico Sasha De Zordo), tappa per tappa, partendo dall’inzio, il 15 luglio 2019.

Nella capitale slovena i due giovani hanno iniziato a muoversi con uno zaino di 20 chili ciascuno sulle spalle che, nei primi giorni di viaggio si facevano sentire ancor più quando hanno dovuto raggiungere una casa che li ospitava di sera, al buio, lungo una strada non illuminata. “Lubiana è una città stupenda, qui abbiamo fatto le prime conoscenze ed essendo la prima volta in un viaggio del genere ci siamo sentiti come una persona che, non avendo mai tirato un calcio ad un pallone, si trovi catapultato a giocare la finale dei campionati mondiali di calcio”.

Queste sensazioni Lars e Sasha le hanno provate nelle prime 2 settimane di viaggio e, in genere, in tutto il periodo trascorso in Est Europa, vera palestra per 5 settimane, fisicamente, mentalmente, a livello pratico, prima del ‘grande salto’ in Russia. Dopo la Slovenia, i due ‘moderni pellegrini’ hanno raggiunto altre capitali e Stati europei ed è ancora Lars a descrivere le sensazioni: “Iniziavo a vedere tutto e tutti con occhi diversi e tutte le persone intorno a me davano un senso di gioia, facendomi sentire felice e libero, di una libertà che ti da la consapevolezza che quello che stai facendo di fa stare bene”. L’ungherese Budapest è stata la città in Europa ‘dove ho avuto incontri che ricordo con maggiore piacere ed è sicuramente una delle città più belle del continente con Praga, Cracovia e San Pietroburgo. Insieme a Vienna mi ha colpito per la sua eleganza e per il suo underground che costituisce un mix perfetto. Facendo il paragone con Praga, invece, le due città appaiono simili ma, in realtà, mi hanno dato sensazioni differenti, entrambe positive, ma diverse, addirittura anche in momenti diversi della giornata.

Giravi al mattino e di giorno, insieme agli amici conosciuti in ostello e le vedevi in un modo, alla sera in un altro e, di notte, illuminate, in un altro”. Così si è creato un rapporto di amicizia con una ragazza russa, un francese ed un messicano ed tutti hanno vissuto, in grande semplicità un momento indimenticabile “seduti su un muretto con una bottiglia di vino che ci teneva compagnia e la musica in sottofondo, davanti al Danubio illuminato”. Passata la Repubblica di Slovacchia, con tappa nella capitale Bratislava, ospiti in un capanno in mezzo ad un bosco messo a disposizione da un ragazzo conosciuto a Lubiana, visitato il Castello e anche qui rimasti impressionati dagli artisti di strada, c’è stato l’ingresso in Polonia e uno dei momenti più forti dell’intero viaggio. “Eravamo a Cracovia, città bellissima, elegante, carica di storia, che non avevo mai visto prima. Usciti dall’ostello, abbiamo chiesto informazioni per la navetta che portava ad Auschwitz ed a Birkenau”. E quella per i due ragazzi è stata un’esperienza veramente intensa: “Non abbiamo fatto né foto, né video, quelli non sono posti dove fare fotografie vista l’immensa tragedia che c’è stata. Eppure c’era gente che fotografava scarpe e capelli come se stesse farsi un selfie al mare.

E’ stato un colpo al cuore la visita e per tutte le tre/quattro ore che siamo stati là ci siamo solo guardati negli occhi, non venivano le parole, era un luogo che parla già da solo. E soprattutto a Birkenau alla vista della baracche mi sembrava di sentire delle voci, come se ci fosse gente che parlasse. A Birkenau mi è venuto da piangere, Sasha è scoppiato in lacrime e ha detto una sola frase ‘Abbiamo davanti a noi l’inferno in terra’, penso sia stato il momento più forte della mia vita”. Lars, però, non era la prima volta che veniva in Polonia, anche se non a Cracovia, sua mamma è nata nel Nord del Paese. Di Cracovia, che vedeva per la prima volta l’hanno colpito, i parchi, il castello, le vie, e “l’impressione di fare un salto nel passato”.

Poi lasciata alle spalle la Polonia il viaggio è proseguito verso i Paesi Baltici e la Russia

(2 – continua)

Massimo Iaretti

 

 

La burocrazia stoppa il caffè di Vergnano a domicilio

Ad annunciarlo su Facebook è la stessa ditta Vergnano: “Il nostro servizio di consegna della colazione a domicilio è sospeso per volontà delle autorità della città di Torino.

Ai nostri Baristi: speriamo di essere riusciti a trasmettervi passione e forza per rialzare la testa e ripartire. Perché chi sceglie Caffè Vergnano, non molla. E cari tutti, non molliamo neanche noi. Perché nessuno può fermare le grandi idee.”

L’apecar del noto brand torinese del caffè, che stava riscontrando grande successo in questi giorni, portando caffè e brioches in tutte le circoscrizioni cittadine sarebbe stato bloccato a causa di una licenza incompleta. D’accordo che siamo in emergenza sanitaria, ma timbri, scartoffie e pastoie di ogni genere la fanno sempre franca a dispetto del buon senso e di un minimo di elasticità.

Arrivano alpini e infermieri militari: parte la sanificazione delle case di riposo

Da lunedì 27 aprile saranno operativi i 25 infermieri militari che lo Stato Maggiore della Difesa ha messo a disposizione del Piemonte per l’emergenza covid19 nelle case di riposo del territorio.

Il gruppo verrà salutato alle 10,30 dal commissario dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, Vincenzo Coccolo, e dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, alla caserma Riberi di Torino, che è stata peraltro messa a disposizione della Regione per ospitare persone in via di guarigione che non hanno possibilità di isolamento domiciliare.

Sempre da parte dell’Esercito sono iniziate ieri le operazioni di sanificazione nelle case di riposo maggiormente colpite dall’emergenza. I primi interventi sono stati effettuati a Casal Cermelli e Silvano d’Orba, provincia di Alessandria.

Oggi le stesse operazioni, affidate ai Nuclei di disinfettori della Brigata Alpina “Taurinense”, verranno effettuate in una struttura di Torino e così via in tutte le province del Piemonte per la sanificazione di oltre 30 case di riposo e di circa 2.700 posti letto, coinvolgendo complessivamente una cinquantina di militari.

I protocolli per la disinfezione preventiva utilizzati dal personale militare prevedono due fasi distinte. Nella prima fase viene operata la detersione degli ambienti, mediante l’utilizzo di sali di ammonio quaternari, che, oltre a pulire e rimuovere lo sporco dalle superfici trattate, permette l’attivazione delle sostanze utilizzate successivamente. La seconda fase prevede la disinfezione, mediante l’ipoclorito di sodio, ossia la candeggina, con lo scopo di rimuovere e uccidere gli agenti biologici con una funzione biocida.

«Siamo riconoscenti allo Stato Maggiore della Difesa – osserva il commissario Coccolo – per l’apporto che sta offrendo al Piemonte in questo difficile momento della sua storia. Il legame con le istituzioni militari è di grande conforto per chi si trova nell’emergenza, con la garanzia della massima affidabilità».