PENSIERI SPARSI di Didia Bargnani







L’ Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, ha recentemente ospitato un interessante incontro con il fotoreporter Paolo Siccardi. L’evento, promosso dalla sezione ANPI Eusebio Giambone, ha spaziato sull’ormai quarantennale esperienza del reporter torinese che va dalle lotte sociali all’occupazione sovietica dell’ Afghanistan nel 1986 ai conflitti locali nel continente centroamericano, alla prima guerra del Golfo e alla disgregazione della Jugoslavia, fino alle realtà dell’Africa, del medio Oriente e dell’Ucraina. Lungo un percorso professionale che si snoda ininterrottamente per decenni Paolo Siccardi ha costruito il suo linguaggio fotografico con cui leggere e interpretare la realtà. Un linguaggio diventato racconto di una lunga esperienza di fotografo dai teatri di guerra alle rotte dei migranti. Il suo è un percorso umano e professionale che viaggia tra memoria, immagini e le storie raccolte nelle zone di guerra più calde del mondo, e che si riconosce da un obiettivo sempre al servizio di quell’umanità fatta di singole persone sovente dimenticate dalla cronaca e cancellate dalla storia. Fedele ai principi resi noti da due grandi fotografi come Henry Cartier-Bresson ( “Quello che un buon fotografo deve cercare di è mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”) e Robert Capa (“Se le tue foto non sono abbastanza buone è perché non sei abbastanza vicino”) ha sempre operato affinché i suoi scatti riuscissero a fissare l’eternità in un attimo, conservando immagini ed emozioni prima che scompaiano. La sua storia, raccontata in modo coinvolgente, parte dall’esperienza di fotoreporter free-lance impegnato nel sociale che fissò con i suoi scatti la cronaca degli anni Ottanta nella sua città, documentando la Torino delle lotte operaie e alla prova dei primi processi per terrorismo per poi allargarsi ai teatri internazionali. Tra i suoi lavori più significativi quello sul conflitto in Afghanistan, dall’occupazione sovietica nel 1986 fino alla missione Isaf nel 2009. Nel 1987 segue la rivoluzione Sandinista e i guerriglieri Contras alla frontiera con l’Honduras.
È in Giordania il 17 gennaio, giorno in cui scoppia la Prima Guerra del Golfo. Per dieci anni documenta i conflitti nell’ex-Jugoslavia e i cambiamenti geo-politici nell’area balcanica (realizza alcuni servizi sui ragazzi di strada in Romania e le rivolte popolari in Albania). Fotografa nelle realtà più calde del Medio Oriente, dalla Siria all’Alto Golan al confine con Israele, nei territori occupati e a Gaza. Documenta la condizione infantile in Bielorussia e gli effetti del disastro nucleare di Chernobyl. In Africa realizza alcuni servizi sui conflitti e le emergenze umanitarie in Senegal, Costa d’Avorio, Benin, Togo e Sud Sudan. Nel 2012 è in Siria durante l’assedio di Aleppo. Nel 2015 ha iniziato a documentare l’esodo delle popolazioni in fuga verso l’Europa attraverso la Western Balkan Route e dallo stesso anno segue il conflitto ucraino del Donbass. Vincitore del premio giornalistico nazionale Reportages di guerra 2002, promosso dalla Fondazione Antonio Russo e dall’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo, espone nel 2017 con altri 12 reporter alla mostra Exodos alla quale viene conferita nel 2018 la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica. Nel 2018 espone con Roberto Travan nella mostra Arma il prossimo tuo, con i testi di Domenico Quirico, al museo Nazionale del Risorgimento italiano e successivamente in diverse città italiane. Nel 2023 la mostra delle sue foto “La lunga notte di Sarajevo”, organizzata da La Porta di Vetro nel Mastio della Cittadella di Torino, raccoglie un notevole successo. Le sue pubblicazioni più note sono Una guerra alla finestra. Ex-Jugoslavia: il dramma della gente e Balcani oltre il confine oltre alle foto e alla prefazione di Requiem per la Bosnia, reportage di Barbara Castellaro.
Marco Travaglini
“Dai nidi al diritto allo studio universitario, l’assessora batta un colpo. Anzi due”
19 maggio 2025 – Il quadro emerso dalle Commissioni che si sono svolte oggi in Consiglio Regionale lascia poco spazio alle giustificazioni. Sul diritto allo studio universitario, IRES Piemonte ha presentato dei dati allarmanti rispetto al numero di persone che avrebbero diritto alla borsa di studio e ai servizi EDISU e che per vari motivi, tra cui la mancanza di comunicazione, non presentano nemmeno domanda.
Secondo la ricerca fatta nelle scuole secondarie di secondo grado, meno del 9% degli intervistati conosce l’ente che eroga le borse di studio. Non solo: solo il 6% conosce i requisiti per ottenere la borsa.
A fronte di questi dati non solo l’Assessora Chiorino non intende aumentare le risorse, ma addirittura il consigliere Ricca in accordo con la Giunta stessa, pensa di ridurli in modo significativo destinandoli “solo ai piemontesi”. Sempre l’Ente di ricerca, ci suggerisce che con una migliore comunicazione degli interventi si potrebbe ottenere un impatto nettamente positivo delle iscrizioni universitarie, riducendo l’abbandono degli studi ed investendo sul futuro del Piemonte.
Non si manifesta più rosea la situazione dei nidi: l’associazione U-Nidi ha esposto in commissione le difficoltà nel mantenere vivi i servizi per l’infanzia erogati alle comunità. La legge regionale n.30 approvata nel 2023, infatti, potrebbe risolvere i loro problemi se solo si procedesse a definire le modalità per l’accreditamento, rendendo così attuativa la legge stessa. Non essere riusciti a dare attuazione alla legge a due anni di distanza è del tutto imbarazzante.
Gianna PENTENERO – Presidente del Gruppo Pd
Sarah DISABATO – Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle
Alice RAVINALE – Presidente del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra
Vittoria NALLO – Presidente del Gruppo Stati Uniti d’Europa per il Piemonte
Il giornalista Emilio Buttaro racconterà i suoi quattro decenni di interviste ai giganti dello spettacolo e dello sport il prossimo 22 maggio a Torino. L’iniziativa dal titolo “Incontri speciali in 40 anni di Bel Paese” è organizzata dalla Società Dante Alighieri del capoluogo piemontese.
“Racconterò le mie interviste sempre con grande umiltà e tanto entusiasmo – ha spiegato Buttaro – così come è avvenuto di recente in alcune località italiane ma soprattutto all’estero ed in particolare in Francia, in Grecia, in Danimarca, in Svizzera, negli Stati Uniti, in Spagna, in Polonia e nelle scorse settimane in Ungheria. Sarà davvero un grande onore presentare la mia iniziativa in una città dal fascino eterno come Torino”.
Tra aneddoti e retroscena, Buttaro racconterà i suoi innumerevoli incontri che ha definito come compagni di viaggio meravigliosi. Da Mike Bongiorno a Luciano Pavarotti, da Fabrizio De André ad Adriano Celentano ed ancora da Roberto Benigni a Rita Pavone, da Raffaella Carrà a Sylvester Stallone passando per icone dello sport come Gianni Rivera, Gigi Riva, Felice Gimondi, Paolo Rossi, Gigi Buffon, Francesco Totti fino agli immortali Pelè e Maradona. A fare da sfondo c’è l’Italia che cambia nel corso degli anni, così come cambia il modo di fare giornalismo, ma soprattutto c’è il racconto personale, c’è il dietro le quinte delle interviste, le emozioni che il giornalista ha provato in occasione di tanti incontri speciali e poi l’entusiasmo rimasto sempre intatto nel tempo.
L’incontro si svolgerà presso la sede della Società Dante Alighieri in Via Cesare Battisti 17 ed inizierà alle ore 18,00.
Nel 2023 Buttaro ha ricevuto il “Premio Giornalistico AIAE New York” al Consolato Italiano di New York per il suo impegno dedicato agli italiani all’estero. Di recente è stato premiato a Madrid da “La Voce d’Italia”, autorevole testata per gli italiani nel mondo con la seguente motivazione: “In riconoscimento per il suo impegno giornalistico e la passione con cui contribuisce a rafforzare i legami tra l’Italia e le nostre comunità”
L’incontro del 22 maggio sarà moderato dal Presidente della Società Dante Alighieri – Comitato di Torino, dott. Giovanni Saccani.
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Nella classifica di società con 27 medaglie |
Quindici titoli italiani, 7 argenti, 5 bronzi per un totale di 27 medaglie conquistate hanno portato la ValleBelbo Sport al nono posto nella classifica per società dei Campionati Nazionali di Nuoto CSI. Numeri che evidenziano la grande prova di squadra del team arancio-nero, che si è presentato a Lignano Sabbiadoro per l’evento tricolore che completa il calendario stagionale con notevoli motivazioni e tanta voglia di divertirsi e fare gruppo.
Interessanti spunti anche a livello individuale. Nella formazione di 28 atleti diretta da Pino Palumbo, supportato a Lignano da Agostino Bertolino, spiccano le triplette di Elisa Ferrari (Juniores), oro nei 50 e nei 100 stile libero in 27”53 e 1’00”66 e nei 50 farfalla in 29”68, Francesca Gallione (Cadetti), oro in 50-100 rana (34”44, 1’16”15) e 50 farfalla (30”46), e Maddalena Bertelli (Ragazzi), che centra il titolo italiano nei 50 dorso (32”11), nei 100 dorso (1’09”94) e nei 50 farfalla (30”56). Doppietta nel dorso per Laerte Sfolcini (Juniores), a segno in 50-100 dorso (28”46, 1’02”23), e d’argento nei 50 stile libero in 25”02. Camilla Palumbo (Juniores) conquista la medaglia d’oro nei 100 rana (1’23”44), l’argento nei 50 rana (37”66) e il bronzo nei 200 misti (2’36”49) mentre Federica Ferraris (Seniores) sale sul gradino più alto del podio dei 50 farfalla in 30”22. Due argenti nel dorso (50-100 dorso 32”49, 1’09”94) e un bronzo nello stile libero (50 stile libero 28”72) per Elisabetta De Santi (Juniores), Bianca Tassinario (Ragazzi) prende l’argento nei 100 stile libero in 1’01”67 e il bronzo nei 200 stile libero in 2’21”17, Sarah Messina (Ragazzi) porta a casa la medaglia d’argento dei 50 stile libero (29”42) mentre Mattia Tammaro (Ragazzi) è di bronzo nella stessa gara (50 stile libero 26”05). Molto positivi i riscontri arrivati dal gruppo degli Esordienti A allenato da Adele Corapi. Aurora Tudisco sale per due volte sul gradino più alto del podio centrando l’oro nei 100 stile libero (1’09”27) e nei 50 farfalla (33”87) mentre conquista l’argento nei 50 stile libero in 30”86; bel podio anche per Leonardo Pintescul (Esordienti A) che arriva alla medaglia di bronzo nei 50 rana (38”68). Il nono posto ottenuto nella classifica per società, che consente alla ValleBelbo Sport di scalare una posizione rispetto al decimo dello scorso anno, è stato ottenuto anche grazie alle prestazioni e ai piazzamenti in finale di Luca Lovisolo, Alessandro Mairano, Arianna Blue Africano, Anna Marchelli, Daniel Argieri, Tommaso Bertelli, Giada Carbone, Leonardo Di Pietro, Giacomo Fidanza, Greta Gabutto, Edera Gavrilov, Gabriele Giberti, Carlotta Maisano, Chiara Papillo, Vittorio Perosino e Stefani Stojanova. |
Alla Galleria Pirra, una mostra curiosa e imperdibile
È il risultato di una ricerca improvvisa e di un innamoramento da parte di Daniela Pirra, dei successivi colloqui con uno dei bisnipoti, Daniele (settembre 2024), e di un viaggio con un aereo che di lì a pochi giorni partiva per Catania, la scoperta di Michele Falanga (1865 – 1937), di origini calabre ma trasferitosi a Messina per insanabili rapporti con il padre. Una vita trascorsa in gran parte nel grande laboratorio di pellami e scarpe, attraversata drammaticamente soprattutto dal terremoto del 1908 nella città siciliana, evento dal quale Falanga uscì vivo (sepolto sotto le macerie ma portato in salvo da un amico) ma perse due dei suoi figli: da quell’evento significativo e distruttivo gli nacque una complessa concezione della vita e del destino, il desiderio a dedicarsi alla scrittura prima attraverso testi in prosa e poesia e alla pittura poi, immersa in quella corrente del Futurismo che in Sicilia conosce le prove di Pippo Rizzo e Giulio D’Anna. Dagli anni Venti, con bozzetti, disegni, progetti e opere pittoriche s’addentra sempre maggiormente all’interno di quel mondo, inteso anche come “forma di testimonianza storica”, apprezzando nella corrente anche “una rivoluzione tecnologica e una nuova visione del mondo, dove velocità, dinamismo e potenza si fondono con una ricerca estetica che celebra sia la modernità che l’eredità del passato”, ha sottolineato Tommaso Polleschi nella presentazione alla mostra che la Galleria Pirra offre nei propri spazi sino al 6 luglio prossimo.
È in primo luogo un sobrio quanto perfetto “artigiano” Falanga, capace di posare la sua pittura su mezzi inusitati: non tele e non tavole, ma la semplicità di un mezzo altrettanto importante, la carta di giornale, in gran parte quegli stessi fogli di quotidiano che ogni mattina possono essere passati sotto la sua mattutina lettura (si va dal 1910 al 1935). Altri capitati nel suo studio chissà come. Metodicamente come con un estro pieno d’invenzioni, Falanga dà luogo ad aerei futuristi, ad architetture monumentali (vede Messina risorgere a poco a poco dalle macerie e tutti i suoi moderni cambiamenti) e a paesaggi siciliani, coglie tutto il movimento in queste nuove quanto innovative forme a cui dava vita per un divertimento e una necessità personali, per donarle agli amici, senza mai il pensiero di una vendita. Una produzione rara (in totale circa 150 soggetti), che d’improvviso prende giusto valore e che, dopo le recenti presenze in mostre a Lecco e Como, è ospitata con due esemplari nella mostra intorno al “Mondo Futurista” curata al Castello di Desenzano del Garda da Giordano Bruno Guerri e Matteo Vanzan, visitabile sino al prossimo 26 ottobre, accanto a Balla e Boccioni, a Plinio Nomellini e a Italo Fasulo e a Cesare Andreoni, agli scritti di Marinetti.
Eclettico e fantasioso, nei quotidiani e nei settimanali come La Stampa (la Cronaca Cittadina del 28 settembre 1933 mostra un’illustrazione di Felice Vellan circa l’imminente inaugurazione del Monumento all’Arma dei Carabinieri nella parte esterna dei Giardini Reali) e La Gazzetta del Popolo (in una prima pagine del 28 febbraio 1935 s’allineano “La potenza dell’Italia caposaldo della pace europea”, “Il fraterno omaggio alla giovinezza grigioverde” che si deve “alle gloriose memorie delle Ardenne e di Verdun” e “Il saluto del popolo di Messina al vessillo e alle truppe partenti”, secondo la grammatica altisonante dell’epoca), Le peti journal (che il 5 novembre 1926 ci informa, allo stesso tempo, in prima pagina, di una turista americana a Parigi vittima del furto di una borsa contenenti valori per 300 mila franchi suddivisi tra gioielli e denaro e dello scoppio di una mina che ha ucciso cinquanta minatori) e L’Avvenire d’Italia (ai primi di gennaio 1909, squilla il titolo “Sulle ruine bagnate di pianto”), La Domenica del Corriere (Beltrame raffigura “La conquista della Libia: ricognizione pacifica all’interno per amicarsi le popolazioni e riconoscere i luoghi”) e testate dell’isola (“Il luminoso sorriso di una bella bocca è sempre elemento primo di bellezza, vanto di chi usa la classica Pasta Dentificia Erba”, recita una pubblicità) come su cartine dell’Africa Orientale di cui esistono tre soli esemplari: è su questi “supporti” che Falanga opera. Aerei soprattutto, che si alzano tra le nubi o sorvolano campi disseminati d’alberi dalle ricche chiome verdi, magari occasioni per una pubblicità di un amaro o di una marca di calze, diversamente colorati a pastello, che si mescolano a onde azzurre più o meno alte, degne del miglior Hokusai, e poi vulcani e ponti e bianche costruzioni che sono di volta in volta chiese grandiose e palazzi che potremmo trovare all’Eur di Roma, agglomerati urbani, la scenografia di certe piazze e le architetture piacentiniane, un veliero e le stilizzate figure di coraggiosi carabinieri, ancora aerei rossi e verdi a mescolarsi, tra le colonne del “Nuovo Giornale”, ai “Nuovi prezzi della Rinascente”: tecnica mista e collage impressi sulle pagine del 30 maggio 1927.
Originalissimo (si veda anche quel collage firmato e apposto sul coperchio di una piccola valigia, molto in “area dada”), curioso e inaspettato, l’omaggio a Falanga è la scoperta di un passato che con ogni probabilità reclama ancora studi e occasioni maggiori, di una modernità e di un’estetica estremamente vivaci, di una figura che nel dinamismo e nelle nuove sperimentazioni esprime tutta se stessa. È la conferma di certi azzardi che i galleristi devono osare e costruire, dell’offerta che può essere artisticamente data al visitatore non frettoloso e in cerca ancora una volta di quella novità che mai ci si aspetterebbe.
Elio Rabbione
Nelle immagini: di Michele Falanga, “Aeropittura su pagina de La Stampa del 1910 (1933-1937), tecnica mista, 43×59 cm; Aeropittura su pagine de La Stampa del 1933 (1933.1937), tecnica mista, 86×59 cm (da notare in alto a sinistra un’illustRazione di Felice Vellan dell’imminente inaugurazione del monumento all’arma dei Carabinieri nella parte esterna dei Giardini Reali); Aeropittura – Crociera aerea del 1933 (1935-1937), tecnica mista su pagine della Gazzetta del Popolo del 1935, 86×60,5 cm.
La Democrazia regge se vi è un sistema di informazione libera, accessibile a tutti, il cui
prioritario obiettivo sia la crescita civile e sociale della società di cui tutti facciamo parte.
L’informazione è sempre stata il cuore nevralgico della società; prima attraverso il giornale
e la radio, poi il primo epocale cambiamento prodotto dalla televisione. In questi ultimi
decenni, la tecnologia ha ulteriormente modificato le condizioni di mantenere veritiera
l’informazione che viene prodotta. L’intelligenza artificiale minerà sempre più la verità
giornalistica.
Questi sono alcuni dei temi che verranno discussi sabato 24 maggio alle 10 nella Sala
Conferenze del Comune di Montaldo Torinese in Via Trinità 17. L’incontro, organizzato
dalla Biblioteca Civica G. Pavesio aderente al sistema bibliotecario SBAM, verrà
protagonista il vice direttore de La Stampa Gianni Armand-Pilon in dialogo con la
professoressa Valeria Martano, presidente dell’Associazione V.I.T.A. Vivere il Tumore
Attivamente.
In apertura dell’incontro vi sarà il saluto del Sindaco di Montaldo Torinese Sergio Gaiotti