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Torino tra le migliori città universitarie al mondo secondo la classifica QS Best Student Cities 2025

La tredicesima edizione della classifica internazionale QS Best Student Cities, pubblicata da Quacquarelli Symonds, leader globale nella valutazione dei sistemi universitari, conferma Torino tra le migliori città universitarie al mondo. Il capoluogo piemontese guadagna due posizioni rispetto all’edizione precedente, classificandosi al 66° posto a livello globale, grazie all’ottima reputazione tra gli studenti e all’elevata convenienza economica.

La città si distingue infatti come la più conveniente d’Italia per gli studenti, con un punteggio di 62,5/100, posizionandosi al 48° posto al mondo per l’indicatore Affordability, che tiene conto di costi come le tasse universitarie, il costo della vita e i prezzi al dettaglio. Anche l’esperienza studentesca viene valutata positivamente: l’indicatore Student View, basato sulle opinioni di studenti ed ex studenti, assegna a Torino un punteggio di 71,2/100, collocandola al 67° posto globale.

Ottimo anche il risultato ottenuto per la composizione della popolazione studentesca (Student Mix), con un punteggio di 74,2/100 e un posizionamento al 58° posto, che riflette un buon livello di internazionalizzazione e diversità tra gli studenti presenti in città.

Torino soddisfa pienamente i criteri richiesti per entrare nella classifica: una popolazione superiore ai 250.000 abitanti e almeno due università presenti nel QS World University Rankings. La classifica 2025 è guidata da Seul, Tokyo e Londra.

I criteri valutati includono anche:

  • University Rankings, legato alla qualità degli atenei locali

  • Student Mix, per la varietà della popolazione studentesca

  • Desirability, ovvero l’attrattività della città

  • Employer Activity, che misura la domanda di laureati nel mercato del lavoro

  • Affordability, legata ai costi

  • Student View, basata sulle opinioni raccolte tra studenti ed ex studenti

Torino si conferma una destinazione sempre più attrattiva per studenti italiani e internazionali, grazie a un mix unico di qualità della vita, offerta formativa e accessibilità economica. Un ruolo fondamentale è stato svolto dalla collaborazione tra atenei, istituzioni locali, Edisu e CUS Torino, che hanno contribuito a fare del capoluogo piemontese un luogo dove studiare, praticare sport e vivere un’esperienza universitaria ricca e inclusiva.

La città offre anche ottime prospettive post-laurea grazie a un solido tessuto produttivo, alla presenza di settori emergenti, a una lunga tradizione di innovazione e a una posizione geografica strategica.

Campionati del Mondo Open di Sci Nautico: Piemonte protagonista

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A fine agosto Recetto ospita i Campionati del Mondo 2025

 

L’Italia si prepara ad accogliere il gotha dello sci nautico. Dal 26 al 31 agosto, infatti, il nostro Paese ospiterà i Campionati del Mondo Open di Sci Nautico, massimo appuntamento della disciplina nella categoria assoluta.

A fare da cornice sarà il Centro Tecnico Federale FISSW del Parco Nautico del Sesia a Recetto, in Piemonte, nella provincia di Novara: una struttura all’avanguardia, riconosciuta tra le migliori al mondo per le “discipline classiche” – così è tradizionalmente definito lo sci nautico. Non è la prima volta che l’Italia ospita un mondiale di sci nautico: questa sarà la quinta edizione nel nostro Paese, a 24 anni di distanza dall’ultima, organizzata sempre a Recetto nel 2001.

L’evento sarà curato dalla FISSW Servizi con il contributo del Dipartimento dello Sport, della Regione Piemonte e della FISSW, sotto l’egida del CONI e della IWWF – International Waterski & Wakeboard Federation.

Il campionato è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa ufficiale presso il Circolo del Tennis del Foro Italico di Roma, alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, del Ministro del Turismo Daniela Santanchè, dei vertici federali e delle istituzioni locali. Nella Foto l’intervento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Saranno giorni intensi per Recetto e per tutto il territorio. Al Centro Tecnico Federale FISSW sono attesi oltre 200 atleti da 35 nazioni, accompagnati da staff, delegazioni e familiari: si stima la presenza di oltre mille persone, molte delle quali già presenti dal 10 agosto per i primi allenamenti. A tutto ciò si aggiungerà il pubblico delle grandi occasioni, per uno spettacolo che si preannuncia unico.

In gara ci saranno le migliori sciatrici e i migliori sciatori del mondo, pronti a sfidarsi nelle tre specialità tecniche: slalom, figure e salto, oltre alla combinata e alla gara a squadre.

Il Parco Nautico del Sesia, costruito appositamente per lo sci nautico, con tre laghi artificiali, sponde calibrate e batimetria tecnica, è considerato il miglior impianto europeo e uno dei più performanti al mondo. Proprio qui, nell’estate 2024, la FISSW aveva già organizzato con successo gli Europei Giovanili delle discipline classiche.

I Mondiali 2025 promuovono un modello di sport sostenibile e inclusivo: l’evento sarà a basso impatto ambientale, con raccolta differenziata, riduzione della plastica, mobilità condivisa, uso di energie rinnovabili e materiali riciclati. Il sito di gara è completamente accessibile e ospiterà anche atleti paralimpici, con momenti dedicati alla valorizzazione dello sport per tutti.

Il Campionato del Mondo genererà inoltre ricadute significative sull’economia locale, attivando l’intera filiera dell’accoglienza e dando visibilità a un’area fuori dai circuiti turistici tradizionali. Recetto accoglierà migliaia di persone, con benefici concreti per strutture ricettive, ristorazione, servizi e commercio. Un’occasione per promuovere il Piemonte e l’Italia dello sport su scala globale.

 

Silvio Viale: “Nessuna foto di nudi sul mio pc”

Il ginecologo e consigliere comunale dei Radicali +Europa si difende dalle accuse di molestie rivoltegli da alcune pazienti . Viale era indagato dal 2023 quando le sue sette accusatrici  hanno detto di essere state vittima di un linguaggio offensivo da parte del medico. Viale inoltre  avrebbe scattato  foto alle loro parti intime e le donne sarebbero state oggetto di  palpeggiamenti durante le visite. Il ginecologo si difende: “Non c’è alcuna foto di nudo sul mio pc. Sono sempre stato corretto con le pazienti”.

Dazi USA, oltre 15.000 posti di lavoro a rischio in Piemonte


L’analisi di ReportAziende: automotive, meccanica, salumi e formaggi Dop tra i comparti più colpiti. A rischio oltre 2,8 miliardi di euro di export regionale.
“Il rischio è strutturale per le filiere internazionalizzate”

L’introduzione dei nuovi dazi statunitensi minaccia seriamente il tessuto produttivo piemontese, con ripercussioni importanti per l’industria manifatturiera e l’agroalimentare della regione.

Secondo uno studio condotto da ReportAziende.it, basato su dati Istat ed Eurostat aggiornati al 2024, le esportazioni piemontesi verso gli Stati Uniti nei settori coinvolti dalle nuove tariffe ammontano a oltre 2,8 miliardi di euro. Particolarmente esposte risultano le province di Torino e Cuneo, dove sono presenti filiere strategiche legate all’automotive, alla meccanica di precisione e ai prodotti agroalimentari certificati.

Il comparto automobilistico torinese, ancora centrale per l’economia locale, è strettamente connesso al mercato americano, soprattutto per quanto riguarda componentistica, elettronica di bordo e sistemi di sicurezza. La meccanica di precisione e gli impianti industriali, diffusi anche nella provincia di Alessandria, destinano circa il 6% del proprio fatturato agli Stati Uniti. A Cuneo e Asti, l’attenzione è rivolta al settore agroalimentare di qualità, dove i formaggi stagionati, i salumi tipici e alcuni vini rossi Docg risultano fortemente penalizzati dal nuovo scenario tariffario.

A livello nazionale, l’export italiano verso gli USA supera i 70 miliardi di dollari annui, pari a circa 63 miliardi di euro. Di questi, oltre 30 miliardi interessano direttamente i comparti soggetti ai nuovi dazi. Le prime proiezioni stimano una perdita diretta fino a 9 miliardi di euro, che potrebbe salire tra i 18 e i 22 miliardi considerando anche gli effetti indiretti su filiere, investimenti e consumi, nel biennio 2025–2026.

Export italiano verso gli USA per comparto

I settori più colpiti includono farmaceutica, meccanica generale, automotive, macchinari industriali, vino e bevande, moda e pelletteria, arredo, metallurgia e acciaio, ed elettronica medicale. Il Piemonte è presente trasversalmente in quasi tutte queste categorie, grazie alla sua struttura produttiva integrata e alla forte incidenza di piccole e medie imprese esportatrici.

Effetti sull’occupazione in Piemonte

Secondo le stime di ReportAziende.it, il potenziale impatto occupazionale in Piemonte supera i 15.000 posti di lavoro, con effetti concreti attesi già entro la fine del 2025. A livello nazionale, la perdita stimata varia tra 115.000 e 145.000 occupati, con circa il 75% delle conseguenze localizzate nel Nord Italia.

Effetti sul mercato interno

Oltre alla riduzione degli ordini esteri, è previsto un effetto domino sul mercato interno dovuto all’accumulo di scorte e alla compressione dei margini. In Piemonte, ciò potrebbe generare un aumento dei prezzi al consumo fino al 10% in alcune categorie a elevata specializzazione, come formaggi Dop, salumi stagionati, componenti meccanici di precisione e veicoli di fascia intermedia.

Il Piemonte è storicamente una regione manifatturiera e agroindustriale, con filiere complesse e proiettate verso l’estero. L’esposizione al mercato statunitense è più alta di quanto si creda, anche in settori che non sempre compaiono sotto i riflettori. La nostra analisi segnala un rischio sistemico per le aziende fortemente legate all’export Usa. È necessario predisporre strumenti rapidi di supporto, basati su una comprensione puntuale dei territori e delle filiere coinvolte”, afferma il team di Analisi Economico Finanziarie di ReportAziende.it.

Lo studio si basa su fonti ufficiali Istat, Comext ed Eurostat, con dati aggiornati al biennio 2023–2024. Il report completo è disponibile su richiesta per enti istituzionali, associazioni di categoria e media.

Pd e M5S: grave taglio al trasporto pubblico locale

 “L’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte ha confermato oggi in Aula quanto temevamo da settimane: il Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale subirà un taglio di almeno 23 milioni di euro per il Piemonte, a seguito della nuova ripartizione ministeriale basata sui cosiddetti Livelli Adeguati di Servizio (LAS). È un colpo durissimo per la nostra Regione, già alle prese con un sistema di trasporti fragile, fatto di corse soppresse, mezzi obsoleti e territori isolati. Questo taglio segna l’inizio dello smantellamento del servizio pubblico di mobilità”.
Lo dichiarano i consiglieri regionali Nadia Conticelli (PD) e Alberto Unia (M5S).
“Il Governo nazionale premia le Regioni considerate “virtuose”, penalizzando quelle in difficoltà, senza tenere conto dei contesti territoriali o delle scelte del passato. Il Piemonte, fanalino di coda in questa classifica, paga un prezzo altissimo. Meno 23 milioni significa meno autobus, meno treni, meno corse. A farne le spese saranno soprattutto pendolari, studenti, lavoratori, anziani e intere comunità già oggi escluse dal diritto alla mobilità” proseguono i consiglieri.
“Il taglio arriva in un momento particolarmente delicato: proprio ora si stanno avviando le gare per il nuovo affidamento del TPL nelle aree metropolitane, a partire da Torino e Cuneo – sottolineano ancora – . In questo contesto, misure come gli abbonamenti ‘Formula’ per gli studenti rischiano di saltare. La proposta della Regione sul trasporto gratuito per gli universitari su Torino è positiva, ma non basta: non si può coprire un buco di 23 milioni con un’iniziativa parziale”.
“Sul nodo torinese sono in corso investimenti infrastrutturali strategici: la nuova linea ferroviaria SFM5, i collegamenti con l’aeroporto, il prolungamento della metropolitana, la futura linea 2 e la linea tramviaria 12. Ma chi garantirà i costi di esercizio di queste opere una volta completate? Non basta prendere atto dei tagli. È necessario verificare i criteri adottati dal Ministero, fare chiarezza sui conti della Regione e pretendere giustizia per il Piemonte – affermano Conticelli e Unia –. Ad esempio, le linee ferroviarie dismesse sono state conteggiate nel calcolo dei LAS? E con quale logica? Il rischio è che a pagare il prezzo di queste scelte siano ancora una volta i cittadini più fragili, proprio mentre si dovrebbe rafforzare il trasporto pubblico come leva di giustizia sociale, sostenibilità ambientale e sviluppo locale”.
Conticelli e Unia chiedono alla Giunta regionale di attivarsi subito, con urgenza, sia a livello tecnico che politico, per scongiurare una riduzione dei servizi e garantire risorse adeguate a un diritto fondamentale come la mobilità.

Metro, avanti con la linea 1

Si è svolto ieri, presso il Grattacielo della Regione Piemonte, un incontro tecnico-istituzionale dedicato al completamento della Linea 1 della metropolitana di Torino, con particolare attenzione al prolungamento verso Cascine Vica.

 

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, l’On. Elena Maccanti, i sindaci di Collegno e Rivoli, Matteo Cavallone e Alessandro Errigo, il presidente di Infra.To Bernardino Chiaia, il direttore del Patto Territoriale della Zona Ovest Rocco Ballacchino e l’assessore regionale alle Infrastrutture strategiche e Logistica, Enrico Bussalino.

 

Nel corso della riunione è stata comunicata ufficialmente l’adozione del Dpcm che assegna 8,5 milioni di euro, risorse fondamentali per garantire il completamento dell’opera.

 

L’incontro ha segnato l’avvio di una fase di concertazione tra tecnici e amministratori locali per definire interventi concreti e funzionali al completamento del tracciato. Tra le priorità emerse, la realizzazione di opere di superficie nelle aree urbane adiacenti agli accessi della metropolitana, con particolare attenzione alla mobilità ciclabile e pedonale.

 

“La Linea 1 della metropolitana di Torino rappresenta un’infrastruttura strategica non solo per l’area metropolitana ma per tutto il Piemonte – dichiara l’assessore Bussalino -. Oggi, grazie alla formalizzazione di questi fondi da parte del Governo, facciamo un passo avanti concreto per superare le criticità legate all’aumento dei costi e per pianificare interventi che migliorino la qualità urbana intorno alle nuove stazioni. Tra le priorità condivise anche l’attenzione al completamento dei lavori a terra, per liberare finalmente le aree di cantiere davanti ad abitazioni ed esercizi commerciali.”

 

Il tavolo tornerà a riunirsi nel mese di ottobre, per deliberare in via definitiva le opere da finanziare con le risorse disponibili.

Villa Glicini, Iannò: “Dove sono i campi da padel?”

Torino, 15 luglio 2025 – Prosegue la battaglia del consigliere comunale Giuseppe Iannò per riportare al centro del dibattito pubblico il futuro di Villa Glicini, storico impianto sportivo nel cuore del Parco del Valentino.

Con una nuova interpellanza presentata in Sala Rossa, Iannò torna a chiedere conto alla Giunta sull’assenza di interventi concreti per la realizzazione dei campi da padel, promessi all’interno del progetto di riqualificazione dell’area.

“Parliamo di uno spazio prezioso per lo sport cittadino, oggi abbandonato all’incuria – ha dichiarato Iannò –. Dopo mesi di silenzio, non è più accettabile che tutto resti fermo. I torinesi hanno diritto a sapere a che punto sia la gestione del bando, quali opere siano previste e in che tempi si intenda agire.”

L’interpellanza – dal titolo simbolico “Villa Glicini, dove sono i campi da padel? Capitolo II” – segue un primo atto presentato nel 2024. Il consigliere chiede chiarimenti su:
• Tempistiche di realizzazione dei campi da padel;
• Soggetti affidatari e vincoli gestionali;
• Trasparenza nelle procedure di affidamento e attuazione.

In attesa di azioni concrete da parte della Giunta, Iannò sottolinea la necessità di restituire a Villa Glicini una funzione pubblica e sportiva, nel rispetto della sua storia e delle richieste dei cittadini.

Con un sacco di fieno in fabbrica

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Da vent’anni, riposta nel solaio la bricolla da contrabbandiere, varcava puntualmente alle sette del mattino i cancelli dell’acciaieria di Villadossola. Alto e secco, con l’andatura un poco ciondolante, Ugo aveva alle spalle una vita a dir poco avventurosa.

Già in tenera età boscaiolo, addetto al palorcio della teleferica e all’accatastamento del legname; poi partigiano con Superti in Val d’Ossola e, dopo la Liberazione, contrabbandiere per necessità, arrancando sui sentieri degli spalloni per racimolare qualche misero guadagno per poter mettere insieme il pranzo con la cena e dare una mano alla vecchia madre. Alla morte della genitrice lasciò ad altri i rischi dell’andar di frodo scegliendo di lavorare in fabbrica dove aveva trovato impiego come operaio addetto al laminatoio. La sua era diventata, da quel giorno, una vita più regolare, scandita dai turni in azienda. Aveva così anche il tempo  per dedicarsi alla passione per la lettura, soddisfacendo la sua curiosità di sapere le cose nel mondo. Comprava regolarmente due giornali ( uno era il quotidiano più diffuso, dove trovava anche la cronaca locale; l’altro era L’Unità), divorava libri di ogni genere, andava al cinema appena poteva e frequentava anche gli spettacoli della filodrammatica amatoriale che di tanto in tanto metteva in scena opere classiche e senza tempo sul palcoscenico del teatro comunale.

Era conosciuto e rispettato perché sapeva fare bene il proprio mestiere, sempre attento e puntuale sul lavoro, ben voluto dai compagni del reparto. Ugo era tra quelli che, fieri della propria rettitudine, potevano andare a testa alta. Comunista convinto anche se non aveva mai avuto in tasca la tessera di quel partito perché il suo spirito ribelle non gli consentiva di soggiacere alle regole e alle liturgie della vita di partito. Il suo punto di vista, formatosi nel vivo della lotta partigiana, si era fatto più saldo nell’inferno di calore, polvere e rumore dell’acciaieria. Era lì che era maturata la presa di coscienza di tutta una condizione lavorativa, umana, politica. Era lì che aveva fatto l’amara scoperta che di lavoro si muore perché la vita degli operai valeva meno del profitto. Dopo i bagliori delle lotte sul finire degli anni sessanta era iniziato un periodo opaco. Soffriva molto nell’assistere al tramonto della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte politico delle stesse forze di sinistra. I segnali che attestavano l’arretramento del movimento dei lavoratori, sottoposto a ripetuti attacchi, l’avevano reso più nervoso e meno accomodante. La figura e il ruolo dell’operaio si erano fatti sempre più complicati e le ultime generazioni erano andate a scuola, avevano studiato maturando la convinzione che la fabbrica non rappresentasse più un’occasione di riscatto sociale, perdendo parte del senso di appartenenza a una ben precisa classe sociale. Tutto era diventato più fluido e la compattezza e l’orgoglio di un tempo erano un ricordo sfocato. Eppure Ugo avvertiva che fra i vecchi e  i giovani c’era ancora uno scambio di saperi e che il nocciolo duro della militanza sindacale e l’etica del lavoro e delle cose ben fatte non erano spariti del tutto. Forse era per via di quelle radici che affondavano nella tenacia di quella cultura contadina di montagna che da quelle parti era cosa seria, dove  l’universo dell’acciaieria con l’altoforno, le colate e i laminatoi era condiviso dai tanti che mantenevano un legame con i campi e gli alpeggi, la fienagione e qualche animale nella stalla. Aveva maturato una consapevolezza che il tempo aveva levigato rendendola disincantata, lucida, a volte venata da una malinconia che veniva ben presto scacciata da quel suo carattere deciso, incline alla battuta arguta, al commento salace. Non perse nemmeno l’abitudine di andare a votare, come amava dire, “in zona Cesarini”. I seggi chiudevano alle quattordici del lunedì e cinque minuti prima del termine ultimo varcava la soglia del seggio, soffermandosi davanti ai tabelloni con le liste. Si prendeva un paio di minuti per far scorrere lo sguardo sui simboli e candidati e poi, ritirata la scheda, entrava nella cabina commentando ad alta voce: “ Vediamo un poco.. Toh, ecco il simbolo di quelli che fanno portare la croce agli altri e quello dei padroni. E l’altro dove sarà mai?? Ah, eccolo qui, Quello che piace a me. Il simbolo degli operai, anche se un poco sbiadito. Un segno qua e un segno là . E anche questa volta ho votato bene!”. Ripiegava la scheda e la infilava soddisfatto nell’urna, salutando presidente e scrutatori con un largo sorriso. Un giorno scelse di manifestare il suo disprezzo per crumiri e per i pavidi che non protestavano e non scioperavano mai presentandosi alla portineria d’entrata con un sacco di fieno in spalla. I due guardiani che sostavano davanti al cancello gli chiesero cosa intendesse fare con quel sacco e lui, serafico, rispose: “Ci sono quelli che portano in fabbrica la schiscetta con il pranzo, il panino o il quartino di vino? Bene. Io ho portato il fieno per dar da mangiare a tutti gli asini che stanno qui dentro. Non ci vedo niente di male, no? Sono una persona generosa, io”. Ugo in fondo era così e niente al mondo l’avrebbe cambiato, tant’é che quando andò in pensione in fabbrica avvertirono tutti, anche quelli ai quali non era mai stato simpatico, un vuoto, un’assenza che rese l’ambiente ancora più povero di quanto non fosse già diventato.

Marco Travaglini 

 

Strada Provinciale 23 Pragelato, verso la fine dei lavori

Entra nel vivo la stagione turistica in Val Chisone e volgono al termine i lavori finanziati con 2 milioni di fondi del PNRR sulla Strada Provinciale 23 nei pressi della frazione Duc di Pragelato. Si è trattato di un importante intervento di consolidamento del corpo stradale, che era stato interessato da movimenti franosi, in particolare in corrispondenza dei tornanti presenti nel tratto della SP 23 tra Pragelato e Sestriere Borgata.

Iniziati nell’aprile 2024, i lavori si sono sviluppati in tratto diffuso di circa 1,5 km e hanno comportato la realizzazione di opere strutturali di consolidamento della sede stradale, in particolare lungo la banchina di valle. A seconda delle criticità da affrontare, sono state realizzate paratìe di micropali o terre-armate, con la contestuale sostituzione delle barriere di protezione stradale fortemente ammalorate.

I lavori principali strutturali di consolidamento sono terminati il 30 giugno scorso e rimangono da completare i ripristini della pavimentazione stradale e altre opere minori, per le quali si prevede l’ultimazione entro il mese di luglio.

Nel mese di giugno sono inoltre iniziati lavori lungo un tratto di circa 800 metri della Provinciale 23 a partire dalla frazione Duc a Monte di Pragelato e lungo un tratto di circa 150 metri in corrispondenza dell’intersezione tra la SP 23 e la strada comunale che scende a Sestriere BorgataSi tratta di interventi di manutenzione straordinaria delle barriere stradali esistenti, con la nuova costruzione o il ripristino dei cordoli porta barrieraNei medesimi tratti è previsto il rifacimento della pavimentazione stradale. I lavori si protrarranno per 5 mesi e la spesa prevista è di 1.650.000 Euro.

Lunedì 14 luglio a Pragelato inizieranno inoltre le attività preliminari per l’allestimento del nuovo cantiere al km 84+940 della Provinciale 23 per la messa in sicurezza del ponticello ad arco in muratura sul rio Comberau, che attualmente rappresenta un punto di restringimento della strada. I lavori prevedono il prolungamento del ponte verso vallecon la realizzazione di una nuova porzione in cemento armato, collegata all’esistente. Sarà così possibile l’allargamento della sezione stradale, che al termine dei lavori sarà di 10,50 metri, comprensiva di due corsie e banchine laterali. La durata dei lavori prevista da cronoprogramma è di circa 4 mesi, con una spesa di 400.000 euro.

Monopattini: bisogna distinguere tra compagnie e privati

Caro direttore, a proposito dell’articolo sui monopattini a Torino pubblicato ieri specificate che i monopattini comandano solo se guidati da chi li ha acquistati e ha il monopattino privato. Le compagnie di Dott, Bird, Lime, ecc…mettono costanti limiti di velocità che ti fanno frenare rischiando di farti ammazzare. Che poi ci sia qualche cretino che li parcheggia male, non sa rispettare pedoni e automobilisti sono super d’accordo e da persona che usa spesso Dott li odia e li mando a stendere ogni volta. Solo magari evitate di fare tutta l’erba un fascio visto che come mezzo è molto utile per chi va a lavoro o università.  Non siamo tutti cretini, maleducati e incoscienti, smettetela di fare i Salviniani.

Alessia Privitera