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Scuole, messa in sicurezza: arrivano i fondi della Regione

In attesa del governo, la Regione ha analizzato i progetti di intervento su scuole dellinfanzia, primarie, secondarie di 1° e 2° grado e individuato i beneficiari. 

 

 Per l’edilizia scolastica più di 37 milioni di euro saranno a breve disponibili per finanziare 29 progetti di messa in sicurezza delle scuole piemontesi. Si tratta di un passo importante che ribadisce ancora una volta l’attenzione per gli istituti sparsi su tutto il territorio, che necessitano di interventi, a maggior ragione in previsione di una riapertura alla didattica in presenza che, ci si augura, possa avvenire nel più breve tempo possibile. 

In attesa del decreto del ministero dell’Istruzione di assegnazione delle risorse agli enti locali, la Regione Piemonte ha quindi analizzato i progetti di intervento su scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di 1° e 2° grado e individuato i beneficiari.

Le risorse dovranno essere impiegate per aumentare la sicurezza degli edifici scolastici, salvaguardare la vita in caso di sisma, attraverso interventi di miglioramento e di adeguamento sismico, cui si sono affiancate le esigenze della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Previsti anche interventi di riedificazione e di nuova costruzione di edifici, oltre a riqualificazione e ristrutturazione di quelli esistenti.

Dei 29 progetti, 15 sono compresi nel piano annuale 2019, 14 sono invece finanziabili con le risorse non utilizzate del piano annuale 2018.

Del primo elenco, sono sette i progetti nel territorio della Città metropolitana di Torino: uno della Città metropolitana, gli altri dei Comuni di AirascaAla di SturaCalusoLeiniRivalta di Torino e Sauze dOulx.

Cinque i progetti finanziabili nella provincia di Cuneo: due della Provincia, gli altri dei Comuni di PolongheraRacconigi e Santo Stefano Belbo. Un progetto è del Comune di Castelnuovo Don Bosco (Asti), uno del Comune di Valdilana (Biella), uno del Comune di Briga Novarese.

Il totale delle risorse per questi progetti è 21.461.108 di euro.

Del secondo elenco, due progetti finanziabili sono nella provincia di Alessandria (uno della Provincia, uno del Comune di Serravalle Scrivia), uno nell’Astigiano (Comune di Cellarengo), sette nel Torinese (due della Città metropolitana, gli altri dei Comuni di CandioloMeana di SusaPineroloSan Maurizio CanaveseVillar Perosa), quattro nel territorio della provincia di Cuneo (Comuni di Bene VagiennaBernezzoSaluzzoScarnafigi).

Il totale delle risorse per questi progetti è di 15.961.706.

«Fin dal primo giorno la Regione si è sempre dimostrata molto attenta all’edilizia scolastica – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino – Non a caso abbiamo, per la prima volta dal 1970, inaugurato un fondo per l’edilizia scolastica di emergenza, che ci consente di intervenire con tempestività nelle situazioni più urgenti, laddove in precedenza le normative, di fatto, ce lo impedivano. Ora, grazie all’arrivo di questi ulteriori contributi, possiamo venire incontro alle necessità di numerosi Comuni che da tempo chiedevano di sollecitare il finanziamento per la messa in sicurezza delle loro scuole che, ci auguriamo, possano – così come in tutta Italia – tornare presto a essere frequentate dagli studenti in tutta sicurezza: sia sanitaria che strutturale».

Ravetti e Gallo (Pd): “Riparti Piemonte. Un fuoco di paglia”

“Si spegnerà rapidamente lasciando i piemontesi nel buio di una crisi economica e con il rischio del degrado di ambiente e paesaggio”

 “Il Riparti Piemonte della Giunta Cirio, esattamente come il Bonus Piemonte, è un fuoco di paglia che si incendia subito e che, con le sue fiamme altissime, illumina e scalda la notte, ma che, altrettanto rapidamente, si spegne, lasciando i piemontesi nel buio di una crisi che continua a essere lunga e profonda.

Il Partito Democratico ha provato, con proposte concrete, a correggerne le storture e gli errori, ma in molti casi siamo rimasti inascoltati” affermano il Presidente e il Vicepresidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, relatore di minoranza del provvedimento.

“Il Riparti Piemonte – prosegue Ravetti – si distingue per la scarsità di nuove risorse: circa 50 milioni e non certo i 700 milioni annunciati da Cirio.”

“80 articoli – spiega Gallo – che non esprimono nessuna visione di politica industriale, ma esclusivamente interventi di carattere emergenziale. Solo grazie a un emendamento del Pd, infatti, è stato previsto uno strumento per sostenere quegli imprenditori che investiranno nella ricapitalizzazione delle proprie aziende con una visione a medio termine. Le tanto sbandierate semplificazioni che dovrebbero rilanciare l’edilizia sono una deregulation totale e rischiano di rovinare l’ambiente e il paesaggio”.

“Saranno i piemontesi, purtroppo – concludono Ravetti Gallo – a pagare le conseguenze di un provvedimento raffazzonato e profondamente debole che, invece, avrebbe dovuto e potuto essere una grande occasione di scrittura della politica economica dei prossimi anni con misure concrete di sostegno, ma anche di effettiva ripartenza e di rilancio del Piemonte”.

Oltre 16 mila guariti, altri 16 morti e 73 contagi. Calano lentamente i ricoveri in intensiva

Il bollettino della Regione Piemonte di mercoledì 27 maggio

16.479 PAZIENTI GUARITI E 3.616 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 16.479 (+544 rispetto a ieri): 1653 (+100) in provincia di Alessandria, 788 (+48) in provincia di Asti, 678 (+3) in provincia di Biella, 1638 (+59) in provincia di Cuneo, 1404 (+16) in provincia di Novara, 8655 (+257) in provincia di Torino, 709 (+26) in provincia di Vercelli, 831(+34) nel Verbano-Cusio-Ossola, 123 (-1) provenienti da altre regioni.

Altri 3.616 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.828

Sono 16 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.828 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 635 Alessandria, 232 Asti, 203 Biella, 366 Cuneo, 332 Novara, 1691 Torino, 208 Vercelli, 125Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 36 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.387 (+ 73 rispetto a ieri, di cui 28 rilevati nelle RSA) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.881 in provincia di Alessandria, 1.802 in provincia di Asti, 1032 in provincia di Biella, 2756 in provincia di Cuneo, 2675 in provincia di Novara, 15498 in provincia di Torino, 1288 in provincia di Vercelli, 1108 nel Verbano-Cusio-Ossola, 254 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 93 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 68 (-2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1118 (-44 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 5.278

I tamponi diagnostici finora processati sono 298.571, di cui 166.237 risultati negativi.

Bimba fatta nascere con il cuore all’esterno del corpo

Nei giorni scorsi è stata fatta nascere una neonata con il cuore e parte del fegato all’esterno del corpo, presso la Città della Salute di Torino. La piccola, affetta da un’Ectopia cordis, situazione in cui il cuore si trova all’esterno del torace, un’anomalia congenita estremamente rara (meno di un caso ogni milione di nati vivi) presentava purtroppo contemporaneamente una massa della cavità orale che ne avrebbe impedito la possibilità di respirare dopo la nascita.

I genitori (papà indiano e mamma italiana), dopo una prima ecografia eseguita in India, si sono rivolti agli specialisti dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per poter dare una chance alla propria figlia, ed hanno deciso di rientrare in Italia, dove sono stati presi in carico dal Servizio di diagnostica prenatale dell’ospedale Sant’Anna (dottor Andrea Sciarrone).

In ambito multidisciplinare si è quindi programmata la nascita alla 38^ settimana applicando la cosiddetta “EXIT procedure”, che è consistita nell’eseguire un particolare parto cesareo, durante il quale la sola testa del feto con la voluminosa massa di svariati cm. protrudente dalla bocca è stata estratta dall’utero materno, così da permettere alla bimba di continuare a ricevere ossigeno dal circolo placentare per il tempo necessario a chirurghi e rianimatori pediatrici per poterla intubare e farla respirare. Solo a questo punto la neonata ha potuto quindi “nascere” in sicurezza.

Su un secondo tavolo operatorio dedicato alla piccola si è quindi potuto verificare quanto rilevato in epoca prenatale: oltre alla voluminosa massa protrudente dalla cavità orale era presente un difetto della parete toracica dovuto all’assenza dello sterno, da cui il cuore fuoriusciva all’esterno, ed un difetto della parete addominale da cui debordava parte del fegato. Si è quindi subito provveduto a proteggere gli organi esposti all’esterno suturando da parte dei chirurghi del dottor Fabrizio Gennari la cute presente ai margini del difetto e rinviando ad un secondo tempo la ricostruzione definitiva.

Questa eccezionale situazione, organizzata nel blocco operatorio del Regina Margherita (coordinato dalla dottoressa Simona Quaglia) con il contributo fondamentale del personale infermieristico (coordinato da Roberta Gualandi), ha visto la perfetta coordinazione di tutti gli specialisti coinvolti: l’équipe ostetrico ginecologica ed anestesiologica (guidata dal responsabile dei Ostetricia e Ginecologia dottor Saverio Danese), il neonatologo dottor Mauro Vivalda della Terapia Intensiva Neonatale ospedaliera (diretta dal dottor Daniele Farina), il gruppo chirurgico ed anestesiologico pediatrico, composto dal responsabile della Otorinolaringoiatria dottor Paolo Tavormina, dal Direttore della Chirurgia pediatrica dottor Fabrizio Gennari, dal dottor Sergio Grassitelli e dalla dottoressa Valeria Mossetti della Anestesia e Rianimazione pediatrica del Dipartimento di Patologia e Cura del bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli).

Ora, ad una settimana dalla nascita, la piccola, ricoverata preso la Rianimazione pediatrica in condizioni stabili, dopo esser stata sottoposta dopo tre giorni ad un primo intervento di rimozione della massa della cavità orale dal dottor Ernesto Pepe, responsabile della Chirurgia Plastica pediatrica, e dal dottor Fabrizio Gennari, proseguirà ora il suo percorso cardiologico e cardiochirurgico sotto la direzione della dottoressa Gabriella Agnoletti (Direttrice della Cardiologia pediatrica) e del dottor Carlo Pace Napoleone (Direttore della Cardiochirurgia pediatrica) e necessiterà nel tempo di ulteriori interventi ricostruttivi.

“Più di 40 persone tra medici ed infermieri di 3 diversi Dipartimenti del Regina Margherita e del Sant’Anna hanno lavorato in sinergia per offrire ad una neonata con una rarissima malformazione congenita la possibilità di nascere ed essere curata. Questa è l’ennesima dimostrazione che la Città della Salute di Torino, grazie alla collaborazione multidisciplinare ed alle proprie competenze,  si conferma tra le eccellenze della Sanità italiana” dichiara il dottor Giovanni La Valle (Commissario della Città della Salute di Torino.

 

Nel ponte del 2 giugno la mascherina potrebbe essere obbligatoria anche all’aperto

Potrebbe essere obbligatorio a Torino e in Piemonte indossare la mascherina anche all’aperto nei giorni del prossimo ponte del 2 giugno. 

Ne ha parlato nel corso della trasmissione ‘Centocittà’ di Radio Rai il governatore Alberto Cirio. Il presidente tra l’altro ha rammentato che l’ordinanza già  in vigore prevede l’obbligo della mascherina all’aperto dove non si può garantire la distanza di sicurezza”.

“Purtroppo  ciò che abbiamo visto (gli assembramenti per le frecce Tricolori, ndr) è che la gente tende a non metterla, nonostante ci siano luoghi di potenziale assembramento. Bisogna  quindi essere tutti più attenti, – ha detto Cirio –  a iniziare naturalmente dalle istituzioni, e bisogna essere più chiari. Per questo stiamo ragionando con le prefetture di introdurre l’ordinanza che valga nel ponte lungo che va da venerdì a martedì obbligando in tutti i centri abitati a indossare la mascherina anche all’aperto”.

Verdi: “Fase 2, allarme plastica”

In questi giorni l’opinione pubblica sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione sul rispetto delle norme di sicurezza anti-contagio e sull’uso di mascherine e guanti monouso, non ponendo tuttavia l’attenzione sullo smaltimento di questi rifiuti.

Secondo varie stime, solo in Italia saranno necessarie oltre 90 milioni di mascherine al mese. Prima o poi, una quantità così enorme di mascherine usa e getta apparirà anche sul mare. Questo è ciò che ha già dimostrato Oceans Asia, quando ha documentato alle Isole Soko (vicino a Hong Kong) la terribile quantità di mascherine trasportate dalle maree e dalle correnti oceaniche.

Nelle ultime ricerche è anche emerso che il Covid 19 permane sulle mascherine fino a 4 giorni. Dunque i dispositivi di protezione abbandonati per strada aggravano non solo il rischio ambientale ma anche il rischio di contagio.

Come Verdi – Europa Verde Piemonte chiediamo che venga posta l’attenzione anche sull’impatto ambientale dei dispositivi di protezione: incentivando l’utilizzo di mascherine lavabili, in grado di garantire un minore impatto ambientale.

I Verdi inoltre chiedono alle istituzioni di portare avanti campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei dispositivi di protezione nell’ambiente ed affinché i guanti siano utilizzati solo in casi di estrema necessità (è sufficiente lavare spesso le mani ed igienizzarle come consiglia l’OMS) e nelle prossime settimane presenteremo una mozione in Consiglio Regionale del Piemonte ( tramite il nostro Gruppo Consiliare in Regione Liberi Uguali Verdi) contro l’abbandono in ambiente esterno dei dispositivi di Protezione e il corretto smaltimento dopo averli usati durante e dopo questa emergenza Covid-19.

Dobbiamo evitare, con pratiche di buon senso, che l’emergenza Coronavirus aggravi ulteriormente l’emergenza ambientale.

 

I Co-portavoce Regionali dei Verdi-Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi

Gli “struzzi” e le Frecce tricolori

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni / L’episodio delle Frecce Tricolori che sorvolano Torino e provocano vistosi assembramenti di gente sembra essere stato subito archiviato dai giornali e  dai politici che forse non si sono neppure accorti della inopportunità e della gravità di questo fatto  che minaccia l’effetto dei sacrifici a cui ci siamo sottoposti stando chiusi in casa per oltre due mesi

In primis va chiesta la ragione del sorvolo al ministro della Difesa perché non c’era nessun motivo di festeggiare in un paese piegato in due e in una regione che certo non ha brillato nella lotta alla pandemia. In secundis il costo del sorvolo appare oggi, in tempo di gravissima crisi, uno sperpero di denaro pubblico che va indirizzato diversamente.
E poi la responsabilità dei giornali nell’annunciare ripetutamente le Frecce Tricolori con  un implicito inevitabile  invito a partecipare e quindi a creare assembramenti.Perché i giornali non hanno comunicato regole e cautele per una partecipazione responsabile. Infine l’assenza di controlli e di organizzazione preventiva per ridurre al minimo gli effetti negativi del sorvolo che potrebbero aver creato nuovi contagi. Nessuno può continuare a fare lo struzzo ,mettendo sotto la sabbia la propria testa, Non può farlo il Sindaco di Torino in particolare che ha brillato per la sua assenza e che a cose fatte dichiara che porterà al tavolo  della pubblica sicurezza l’accaduto, una battuta ridicola, quasi una presa in giro. Bisognava agire prima con  cautela e senso di opportunità. Si è trattata in piccolo di un’altra piazza San Carlo. Va ovviamente anche aggiunto che parte dei torinesi non ha dimostrato senso civico e responsabilità, ammassandosi  e compromettendo la sicurezza di se’ stessi e degli altri. Su questo episodio va fatta chiarezza e  vanno individuate le colpe e le leggerezze  di chi ha responsabilità pubbliche e non ha saputo esercitarle.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Turismo in crisi, agenzie di viaggio e tour operator in piazza

A Torino manifestazione in piazza Castello delle agenzie di viaggio, di tour operator e di tutto il settore turistico, che sono pronti a promuovere il Piemonte nel mondo

Parte da Piazza Castello alle 10.30 la manifestazione promossa dalle Agenzie di viaggio, Tour operator e dal settore turistico piemontese per richiedere alla Regione Piemonte un incontro continuativo almeno due volte l’anno.

Il bonus “Riparti Piemonte” pari a 1500 euro deve essere aperto non soltanto alle spese di sanificazione o all’acquisto di beni strumentali, ma anche al pagamento degli affitti, delle bollette e di vari altri contributi. È necessario, inoltre, verificare che i codici Ateco 79.90.19, 82.99.99, 70,22,09, vengano inclusi in quanto si tratta di agenzie di viaggio affiliate a franchising.

Si richiede inoltre un aiuto economico per tutte le agenzie di viaggio fino al 31 dicembre 2020 con almeno mille euro mensili, la cassa integrazione in deroga e FIS per tutte le aziende con 1 dipendente in su fino al 31 dicembre 2020, prorogabile in caso di eventuale richiusura causa Covid 19. Per quanto riguarda le tasse regionali si richiede la cancellazione di tutte le imposte  e tributi regionali, quali l’occupazione del suolo, delle imposte comunali e dell’IRAP per tutto l’anno. Si richiede inoltre il “bonus lavoratori” di almeno mille euro a dipendente, riservato a tutti gli operatori del campo turistico, per poter pagare le 14esime. Inoltre le agenzie di viaggio piemontesi si battono per il coinvolgimento di Finpiemonte per i programmi di sviluppo ed a favore dei bandi europei e statali, perché vengano destinati al mondo delle agenzie di viaggio dei bandi a fondo perduto, con soldi provenienti dallo Stato e dall’Unione Europea, per favorire investimenti sul territorio, quali la nascita di nuove start up in Piemonte, gruppi di acquisto e nuovi network. Le agenzie di viaggio, infatti, sono pronte a promuovere non soltanto il mercato estero, ma anche il territorio piemontese.

 

(foto Sergio Pacchiotti)

Torino, dopo il lockdown: la sfida del mondo dei giovani

Passeggiare oggi nel centro di Torino e percorrere alcuni suoi viali che, nel loro andamento, ricordano quelli parigini più caratterizzanti, suscita una sensazione strana.

 

Se una persona potesse, come per miracolo, astrarsi dalla dimensione temporale e venire catapultata in questo spazio, senza aver vissuto il recente passato di un lockdown durato più di due mesi trascorsi in isolamento, vivendo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, credo che percepirebbe, in egual maniera, qualcosa di diverso ed anomalo rispetto al volto abituale che una città come Torino presenta nella sua quotidianità.

Passando accanto ad una pianta di gelsomino in fiore o ad un giardinetto in cui qualche sparuto bambino gioca, sorvegliato a distanza da un genitore, o due timidi fanciulli si scambiano tenere parole su di una panchina, timorosi di tenersi per mano, si comprende che la normalità, cui si era abituati e che si dava troppo per scontata, non è ancora ritornata. E non bastano certo i negozi di lusso del centro o i coiffeur riaperti a far ritrovare il sorriso, soprattutto sul volto delle persone che non siano più adolescenti. Le si incontra per strada, alcune, magari all’ora dell’uscita dal lavoro, mentre camminano solitarie verso il tragitto di casa, altre mentre fanno movimento o running in centro (magari per cercare di mantenersi in forma o forse per esorcizzare, attraverso questa attività, paure accumulate in mesi di isolamento e di timore del contagio).

Le persone cosiddette di mezza età (anche se il termine non è, forse, quello più appropriato), penso siano, in effetti, quelle che, almeno ad osservarle camminare per strada, pur con le dovute eccezioni, quelle che appaiono meno aggregate e più preoccupate. Il sorriso lo si coglie più evidente, invece, sui volti dei giovani, spesso studenti che hanno a disposizione del tempo libero dallo studio e che ne approfittano per ritrovarsi e distrarsi per passeggiare in centro e guardare qualche vetrina.

La sfida di affrontare un evento traumatico, quale quello che è stato rappresentato dalla pandemia da Coronavirus, ha richiesto la messa in campo di energie e di capacità che in molti di noi erano nascoste e che non eravamo forse neanche così consapevoli di possedere. Tra queste soprattutto la cosiddetta “resilienza”, che ci ha posti in un atteggiamento attivo di cambiamento di fronte alle difficoltà da affrontare nell’emergenza, riorganizzandoci a partire proprio dalla quotidianità.

Oggi, nella cosiddetta Fase 2, è richiesta, soprattutto, in un periodo di graduale riapertura al mondo, ma ancora di convivenza con il virus, flessibilità e capacità di mettersi in ascolto delle proprie emozioni, senza reprimerle. In questo credo che i giovani siano molto più avvantaggiati rispetto agli adulti, perché meno strutturati in schemi preordinati di tipo sociale o borghese e più aperti, come è  tipico dell’età che stanno vivendo. Osservandoli camminare per strada, la sensazione che ho percepito è che abbiano saputo mettere in campo, pur in un momento difficile come quello che hanno trascorso nel lockdown ( di lontananza fisica dalla scuola e di lezioni online), una rinnovata capacità di relazioni umane e di solidarietà. La capacità naturale propria dei giovani e giivanissimi di creare gruppi e stare in gruppo, se sicuramente può far paura oggi in una fase 2 a molti governanti, giustamente preoccupati di far osservare il distanziamento, può essere valutata come un valore autentico di gettare ponti verso l’altro e verso il prossimo, come una sfida che oggi essi lanciano al mondo adulto che, da questo lockdown, sta uscendo più impaurito rispetto al passato e, spesso, più chiuso in se stesso e meno solidale.

Mara Martellotta

In collaborazione con http://www.pannunziomagazine.it/

(Foto: Diocesi di Torino)

Il 2 giugno riapre Palazzo Barolo. In mostra le foto dell’800

Palazzo Falletti di Barolo riapre al pubblico martedì 2 giugno in occasione delle festa della Repubblica dalle 15.00 alle 18.30. In occasione della riapertura si potrà vistare anche la mostra: “Oltre lo specchio. Società e costume nel ritratto fotografico ottocentesco” prorogata fino all’8 luglio.

Dal 3 giugno il Palazzo rimarrà aperto con il consueto orario: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.30, sabato e domenica dalle 15.00-18.30.

Palazzo Falletti di Barolo è uno dei più significativi e meglio conservati esempi di residenza nobiliare Seicentesca. Gli ultimi proprietari, Carlo Tancredi Falletti di Barolo e Giulia Colbert di Maulévrier, lo trasformarono nel più celebre salotto torinese  del Risorgimento, ma anche un autentico centro di carità cristiana, di innovazione sociale. In quegli stessi anni i Marchesi accolsero Silvio Pellico, in qualità di segretario e bibliotecario. Dalla morte di Giulia, nel 1864, il Palazzo è sede dell’Opera Barolo, l’Ente creato per disposizione testamentaria al coltivare il patrimonio di valori al servizio della Città. La mostra “Oltre lo specchio. Società e costume nel ritratto fotografico ottocentesco” La mostra illustra la vivace società italiana del XIX secolo, partendo dai ritratti fotografici, rappresentazioni realistiche, veri e propri pezzi di storia. Abiti, occhiali e oggetti preziosi arricchiscono il percorso espositivo, riflesso dei simboli ritratti nelle fotografie. Nessun genere si sviluppò quanto il ritratto fotografico, divenendo parte del costume e indice di una cultura sociale e politica. Il successo fu tale che la sua invenzione decretò un progressivo ampliamento della visibilità culturale e politica delle classi più povere: il ritratto fotografico divenne testimonianza di vita, presenza e ricordo per la gente comune.

La mostra si potrà visitare liberamente con ingresso contingentato, mentre la visita agli appartamenti storici sarà condotta dalle guide interne del museo.

Le visite guidate sono scadenzate con i seguenti orari:
dal martedì al venerdì: 10.30, 11.30, 15.30 e 16.30
sabato e domenica (e martedì 2 giugno): 15.30, 16.30 e 17.30
Si consiglia pertanto la prenotazione tramite:
palazzobarolo@arestorino.it
338 1691652