ilTorinese

A Roma un incontro per affrontare tutti i guai del trasporto pubblico

Potrebbe concretizzarsi a breve l’incontro sul tema del trasporto pubblico chiesto dalle Regioni ai Ministri delle Infrastrutture, della Salute e degli Affari regionali. È quanto è emerso  dalla Conferenza delle Regioni a Roma, cui ha partecipato l’Assessore regionale ai Trasporti Gabusi, dopo l’incontro tecnico con i colleghi.

Tutte le Regioni concordano sulla necessità di un chiarimento urgente sulle norme di utilizzo del trasporto pubblico locale: l’ordinanza del Ministro della Salute che ripristina il distanziamento a bordo ha infatti gettato nel caos i trasporti degli ultimi giorni lasciando a terra moltissimi passeggeri. Le successive dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti circa la libertà delle Regioni di stabilire autonomamente il pieno carico o il carico parziale o il distanziamento a bordo sono giudicate prive di senso.

L’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte sottolinea come non si possano cambiare le regole ogni giorno e come sia inaccettabile lasciare le Regioni allo sbando in una decisione così cruciale per la sicurezza di tutti. Una situazione così incerta crea danno sia ai cittadini, che alla sera non sanno se il mattino successivo riusciranno a prendere il treno o il bus e viceversa, sia alle Istituzioni, che si sentono investite di una responsabilità non loro, sia la filiera del trasporto pubblico, che riversa ormai in grave sofferenza.

In attesa di conoscere le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico e dell’incontro con i Ministri la Regione Piemonte mantiene il carico dei mezzi al 50%, come indicato nell’ordinanza del Ministro della Salute.

Torino sarà grata a Chiara Appendino

FRECCIATE  C’è anche Chiara Appendino, la sindaca di Torino che dal 2021 ospiterà le Atp Finals, tra i candidati al Consiglio della Federtennis.  Sarebbe il riconoscimento per l’impegno profuso e di cui la Città di Torino le sarà grata. Ma resterebbe forse l’unico motivo di gratitudine.

L’arciere

Fiorita Viglietti e il Palma di Alassio

Lo storico locale meta di tanti torinesi / Negli anni 50 il Paese si riprende dal secondo conflitto mondiale e si assiste a una rinascita della cultura gastronomica italiana, con la costituzione dell’Accademia Italiana della Cucina il 28 luglio del 1953 e la rivalorizzazione di un patrimonio per noi inestimabile, costituito anche dai tanti luoghi di ristoro che lo punteggiavano in ogni suo angolo.

Erano gli anni del Muretto di Alassio, del bel turismo, della Riviera Ligure percorsa da tanti viaggiatori colti e curiosi, delle Vespe Piaggio bianche, delle Fiat 500 Giardinetta come quella del famoso pittore alassino Mario Berrino creatore del Muretto e patron del caffè Roma. Il Palma era lì, a pochi passi dal mare, dal Muretto e dalla Via Aurelia. Numerosi cartelli nella Via Cavour invitavano i gastronomi suggerendo che il loro era il miglior pesto della riviera. Silvio e Fiorita erano lì, avendo preso le redini del locale fondato dalla famiglia nel 1922 con la volontà di rinnovarne la cucina nel solco della unione tra Liguria e Provenza. Fiorita da perfetta padrona di casa, con garbo e buon gusto aiutava il marito avvocato Silvio a portare avanti questo percorso, che li ha condotti nel corso degli anni a diventare uno dei ristoranti più blasonati d’Italia e forse il migliore che la Liguria abbia mai avuto. I grandi esperti di gastronomia sono passati dal Palma, contribuendo a crearne una fama che rimane nella storia della cucina italiana. Ora Fiorita non c’è più, ma lascia un ricordo indelebile che grazie a Silvio Viglietti e a suo figlio Massimo , anche lui cuoco di grande fama, si rinnova ad ogni piatto che porta ancora la Sua firma

Roberto Pirino

delegato dell’Accademia italiana della cucina del ponente ligure

Lo “spirito” di Woodstock, l’evento che segnò una generazione

Nell’agosto del 1969, in una piccola località dello Stato di New York, si svolse il più grande raduno nella storia della musica rock: il festival di Woodstock, mezzo milione di persone raccolte sotto l’insegna di “tre giorni di pace, amore e musica“,convenute da ogni parte d’America per celebrare con la musica le idee,i suoni e i colori della generazione cresciuta nella contestazione alla guerra del Vietnam.

Era ferragosto quando salì per primo sul palco Richie Havens e l’aria diventò elettrica. Lo straordinario cantante folk afroamericano suonò tra gli applausi e concluse la sua performance con un finale memorabile , improvvisando su un brano gospel, Motherless child, che parlava dei figli degli schiavi . Ripeté all’infinito, suonando la chitarra con ritmo ossessivo, la parola Freedom, libertà. Nasceva in quegli istanti uno degli   inni di quella generazione pacifista.

L’elenco di cantanti, gruppi e musicisti è lunghissimo:Country Joe McDonald and the Fish ,The Incredible String Band, l’indiano Ravi Shankar con il suo Sitar, Santana e Janis Joplin, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Crosby, Stills, Nash & Young . Gli Who con le straordinarie See MeFeel MePinball Wizard e My Generation;

Joan Baez che concluse i suoi pezzi con We Shall Overcome, l’inno del movimento per i diritti civili. Chi non ha ascoltato e visto almeno una volta un grande e giovane Joe Cocker cantare con voce graffiante su quell’immenso palco la cover dei Beatles With a Little from My Friends?E infine Jimi Hendrix, il talento puro che rivoluzionò il modo di suonare la sei corde. E’ sua l’immagine forse più simbolica di quel concerto dove salì sul palco per ultimo, in giacca bianca ornata di frange e perline, blue jeans, una fascia rossa in testa: un chitarrista mancino che suona l’inno americano con la sua Fender Stratocaster.

In una intervista ricordò così quei giovani:“Se un genitore ha a cuore i propri figli dovrebbe conoscere la musica che ascoltano. Il ruolo della musica è fondamentale in quest’epoca.. .è necessario prenderne coscienza. La musica è più forte della politica. Agli occhi dei ragazzi noi musicisti diventiamo un punto di riferimento, molto più in fretta di quanto faccia il presidente coi suoi discorsi. Ecco perché a Woodstock erano tantissimi”. Questo è stato lo “spirito di Woodstock”, simbolo di un’epoca, di un pezzo di storia degli Stati Uniti e della musica.

Marco Travaglini

Carlo Casalegno. Quando nel golf si uniscono passione e talento

Piemontese, classe 1993. Sport praticato: il golf. Golf Club di appartenenza: i Roveri Royal Park. Attività lavorativa: Professionista di golf. Nome: Carlo Casalegno, per gli amici Charlie.

 

Carlo inizia a giocare a golf all’età di dieci anni, un’età che, per i non addetti ai lavori, può sembrare giovane ma che, in realtà, per questa tipologia di sport è già  abbastanza avanzata. Per rendere l’idea Tiger Woods iniziò a giocare a golf praticamente da quandò iniziò a camminare. 

 

Siamo a fine luglio e l’appuntamento è di domenica mattina, rigorosamente presso un Circolo di golf, rigorosamente per un early flight. Il Circolo è il Golf Margara, in occasione di una tappa del Circuito estivo Tonic’up, ideato da un suo caro amico, Alberto Pavone, nel mese di maggio, quando vi era la certezza della riapertura dei Circoli di golf, ma non si sapeva ancora se e quando sarebbero potute riprendere le gare. Con il loro riavvio, per gli Amateur il Circuito Tonic’up è diventato una “gara nella gara” che, vista l’ampia partecipazione, avrà sicuramente una sua edizione autunnale.

Non capita tutte le domenica di poter fare un giro di campo ed essere marcati da un Pro. L’emozione c’è, non la si può nascondere, ma Carlo sa subito come mettere a proprio agio i suoi compagni di squadra: ci promette che si impegnerà al massimo per giocare bene oggi e chissà, magari, anche riuscire a prendere finalmente l’handicap.

Lo starter ci indica l’ordine di partenza, si dichiarano le palle che si giocano, e ci si augura buon gioco reciprocamente.

 

Bentrovato Carlo in questa che rappresenta una delle ultime tappe della Tonic’up. Abbiamo già avuto modo di parlare di golf in generale, ma di te mi hai sempre raccontato poco: quando e perchè hai iniziato a giocare a golf?

Bentrovato a te, finalmente riusciamo a giocare insieme! Hai ragione: di golf abbiamo sempre parlato tanto, tra l’altro ti ho visto tirare driver migliori di questo, ma il motivo che mi abbia spinto ad iniziare a giocare e il momento in cui ciò sia avvenuto non te l’ho mai raccontato. Può sembrar brutto da dire, ma è la pura verità, per me il golf è stato un ripiego e adesso ti rendo partecipe del motivo.

Fino all’età di nove anni il golf non è mai stato preso in considerazione dai miei genitori, che continuano a non essere golfisti, o da me. Ho sempre preferito i classici sport di un bambino, che sta per entrare in fase adolescenziale: calcio e sci, in particolar modo. Poi un inverno ho avuto un enorme infortunio sugli sci, che ha coinvolto la testa del femore, e che mi ha portato ad una riabilitazione lunghissima con una complicazione che mi sono portato avanti per anni: non poter praticare sport che prevedevano carico sulle articolazioni, sci e calcio in primis. La scelta di abbandonarli tutti e due diventò quindi obbligata, con mio enorme dispiacere e tristezza.

Quando i sogni di vittorie sui campi da calcio e le piste da sci di un bambino sembrano tutti infranti, arrivarono, invece, i campi da golf, ovvero arrivarno i miei zii, grandi golfisti che mi proposero di iniziare a praticare questo sport, che non prevede, appunto, un eccessivo carico sulle articolazioni. Grazie a loro è stato amore a prima vista e continua ad esserlo, allo stesso modo di quando ho iniziato.

Riuscire a comprendere cosa avrebbe potuto rappresentare per me il golf non è stata cosa di immediata comprensione. Ci sono voluti diversi anni, anni in cui anche io sono cresciuto e maturato.

 

Nonostante tu abbia iniziato a giocare a golf “in età avanzata” mi sembra che la tua bacheca personale sia già ricca di prestigiosi titoli e trofei o sbaglio ?

Sotto questo punto di vista non mi posso per nulla lamentare, ma bisogna differenziare tra la carriera giovanile e e quella da professionista.

Per quanto riguarda la prima le vittorie che ritengo essere state maggiormente significative e propedeutiche al mio passaggio a professionista sono state:

il Trofeo Citta di Milano nel 2014;

il Campionato Nazionale Assoluto a squadre per il mio Circolo i Roveri Royal Park nel 2015;

la partecipazione, sempre nel 2015, alle XXVIII° Universiadi di Gwangju in Corea del Sud.

Poi nel 2017 c’è stato il grande salto con il passaggio da Amateur a Pro. Non avevo neanche ventiquattro anni.

Ho subito iniziato con nove presenze sull’Alps Tour e con dodici presenze nello stesso Circuito nel 2018.

Nel 2019 ho confermato la presenza sul medesimo Circuito e sono entrato a far parte della Squadra Nazionale, sempre nello stesso anno ho concluso il Campionato Nazionale Open 3° classificato.

I primi sei mesi del 2020, invece, sono stati difficili per tutti sotto tutti i punti di vista. Questa pandemia ha fermato tutto il Paese, in blocco. L’attività golfistica che mi riguarda sta iniziando ora a ripartire. Questo mese sono stato solo di passaggio a Torino. Per fortuna ho avuto un periodo intenso di appuntamenti, tra i quali, ad inizio mese, mi sono ritrovato, insieme ad altri undici “colleghi” professionisti della Nazionale, a Villa Paradiso per un allenamento, non di Federazione, mentre sono appena tornato da Roma, dove sono andato per difendere il 3° posto dello scorso anno nel Campionato Nazionale Open presso il Golf Nazionale.

 

 

Se tu non avessi avuto quell’infortunio saresti potuto diventare un campione nel calcio o nello sci. Adesso, però, sei un campione di golf e questa è una certezza.

In un precedente articolo a riguardo ho definito “l’essenza del golf” come la continua ricerca di quell’intimo equilibrio tra mente e corpo, tra il gesto atletico, diverso per ogni giocatore, e strategia di gioco, che continuamente mette alla prova il giocatore stesso. Il golf è uno sport che aiuta a conoscere se stessi nella parte più intima e profonda, il proprio carattere, la propria capacità di sopportare insuccessi e sconfitte, ma anche a migliorare il proprio autocontrollo e la gestione delle proprie emozioni ed emotività. Condividi questo mio pensiero?

Certo che lo condivido, condivido tutto dall’inizio alla fine.

Mi permetto di fare una specifica ed una aggiunta.

La specifica è la seguente: la tua è la visione di un Amateur che pratica il golf e che è riuscito a cogliere appieno la sua reale essenza, che non è quella del vincere la gara della domenica, ma di trovare un equilibrio e riuscire a divertirsi.

L’aggiunta, invece, è rappresentata dalla mia opinione personale: per me il golf è la rappresentazione in scala di quella che è la vita di ogni persona.

Il golf in diciotto buche ti dà la rappresentazione in sintesi di un individuo, e non solo.

Un giro in campo lo ritengo paragonabile alla vita media di un individuo, con le sue scelte, le decisione, giuste o sbagliate che siano, con il loro margine di variabilità, le incertezze e gli imprevisti. Ed io di imprevisti nella vita ne so qualcosa.

In diciotto buche si provano i sentimenti più estremi, proprio come nella vita. Rabbia e felicità, dolore e gioia, delusione e soddisfazione, rammarico e allegria.

La soddisfazione che ti dà fare un giro sotto par non te la dà nessun altra cosa. Un giro sopra il par ad un professionista sega le gambe. Lo piega in due.

Durante una delle tappe della Tonic’up mi è capitato di non giocare particolarmente bene, ma quando gioco con voi gioco tra amici, non ho quella pressione psicologica e la continua ansia da prestazione che ho durante le altre gare e circuiti.

 

Hai parlato di emozioni e sensazioni, quanto influisce la componente emotiva dopo una gara che non è andata bene e su cui, magari, si avevano delle aspettative di poter consegnare un buono score sotto par a fine gara?

Inizio a rispondere alla tua domanda facendo riferimento alla definizione da te fatta di essenza del golf. Hai ragione nel dire che il golf è uno sport che aiuta a conoscere se stessi nella parte più intima e profonda, il proprio carattere, la propria capacità di sopportare insuccessi e sconfitte, ma anche a migliorare il proprio autocontrollo e la gestione delle proprie emozioni ed emotività.

Questo è uno sport in cui sopravvive e va avanti chi riesce a elaborare e metabolizzare le brutte figure il prima possibile, vince chi riesce ad andare oltre le “brutte figure”, se così si possono definire, il prima possibile. Il successo lo si può iniziare ad ottenere trovando la chiave che ti dà la consapevolezza, in questo caso si aprono tutte le porte. Nel golf non bisogna mai smettere di fare tentativi, se continui a fare le stesse cose avrai sempre gli stessi risultati, il golf ti porta a cambiare i punti di vista. Tanto a partire dal campo pratica quanto a livello mentale.

Questo sport mette estremamente alla prova a livello emotivo perche ci sono Up and Down di continuo.

Se nel periodo immediatamente successivo alla sconfitta non ci si dà la colpa subito a caldo può servire, aiuta perchè ti scarica, ma dopo non aiuta più. Bisogna accettare le proprio mancanze e carenze. Bisogno imparare a fare autocritica. Fa crescere ed inevitabilmente ci porta a migliorare.

 

Si dice che l’acronimo del golf sia Gentlemen Only Ladies Forbidden lo sapevi?

Si lo so e non mi è mai piaciuto. Ritengo sia uno stereotipo da cancellare. Sicuramente i paramentri sono diversi, la potenza maschile non è paragonabile a quella femminile e, per questo motivo, le donne sono svantaggiate, i campi sono disegnati da uomini per uomini. Farle partire da davanti significa dare loro un contentino.

Oggi, in particolar modo, come stai notando, viste le condizioni con le quali stiamo giocando, tra cui il vento, e le modalità con cui si presenta il campo, con i green che spinnano e alcune posizioni delle aste, si è avvantaggiati con un gioco prevalentemente maschile, con più forza fisica.

Mi piacerebbe vedere un architetto donna che disegni un campo da donna. Chissà se mai succederà!

 

Ti ringrazio molto Carlo per la tua fiducia nei miei confronti ma io sto ancora cercando di tirare un driver decorosamente! Scherzi a parte la tua attività professionale non è certo paragonabile ad una attività da ufficio, come si articola la giornata di un golfista professionista?

Effetivamente la scrivania la vedo poco, ma ciò non vuol dire che non la veda più. Anche a me ogni tocca studiare.

Innanzitutto bisogna subito iniziare a fare una serie di considerazioni: dipende dal periodo dell’anno se caldo o freddo, se è periodo di gare o meno e, in ultimo, distinguere tra preparazione tecnica o preparazione atletica.

Se sono in periodo di gara passo la maggior parte della mia giornata in campo pratica tutti i giorni e mi alleno, andando a toccare tutte le tipologie di gioco: lungo, medio, corto e putter. Quando, invece, arriva la stagione calda passo molto più tempo sul putting green, mezz’ora in campo pratica e poi in campo a giocare direttamente.

Poi la preparazione atletica che si fa a settembre è diversa da quella di marzo, a settembre lavoriamo sulla forza perchè, trasformata, diventa esplosività, invece a marzo si lavora sulla esplosività e su attività cardio.

 

Di tutti i bastoni che hai nella sacca quale useresti sempre e quale, potendo scegliere, non useresti mai?

Il ferro che mi piace giocare di più è il ferro 8 e quello che mi piace usare meno il sand. Come nella vita è tutta una questione di aspettative.

Il ferro 8 perchè statisticamente è quello che metto più vicino e, quindi, mi dà più sicurezza.

Il sand, invece, è quello che tiro con più aspettative, ma è anche quello con il quale devo mettere la palla attaccata alla buca.

Per i bastoni lunghi, invece, ultimamente sto giocando molto bene il legno tre.

Parlando, invece, di palline preferite prima, cercando un paio delle tue in rough, ho visto che tu usi le Wilson Staff FG Tour, buona palla nulla da dire, io invece utilizzo le Pro V1. Una palla molto stabile con molto controllo e che agevola  molto la mia tipologia di gioco lungo e facilita la mia tipologia di gioco corto.

 

Adesso che sei professionista continui ad andare a lezione di golf?

Non solo continuo ad andare a lezione, ma è proprio quando si passa da Amateur a Pro che bisogna avere a fianco una squadra di preparatori che si occupino del giocatore a 360 gradi.

Ho tutto un team che mi segue: il mio Head Coach Giorgio Grillo per il gioco lungo, allenatore Matteo Delpodio, Putter Coach Giovanni Gaudioso, preparatore atletico Giorgio de Pieri, e last but not least, come ti ho anticipato prima l’importanza della componente emotiva, Mental Coach Alessandra Averna.

 

Sono certo che nel tempo libero ed in vacanza tu non vada a giocare a golf, ma qual’è il campo in cui torni a giocare sempre con piacere e quello invece in cui non torni mai volentieri?

Hai detto bene, la vacanza è vacanza! Quindi lunghe passeggiate in montagna con il mio pastore tedesco. La montagna la amo fin da bambino come ben ricordi.

Golf club Geneve perchè è posizionato in un contesto fuori Ginevra con un campo tenuto a regola d’arte, in aggiunta ciò che mi lega a questo campo sono dei bellissimi ricordi passati e degli score notevoli consegnati in segreteria.

Il campo, invece, in cui ho sempre difficoltà a tornare è Carnoustie, perchè ogni volta mette a dura prova tutti i settori del gioco ed in una occasione, in particolare, in cui ho giocato, più del disegno del campo ricordo i quattro maglioni di lana che avevo addosso!

 

Qual è il tuo livello di scaramanzia? 

Tiger Woods, da quando ha iniziato a giocare a golf, la domenica si veste sempre con pantalone nero e polo rossa. Questo rito rappresenta una delle poche certezze del golf mondiale.

Io, invece, nel mio piccolo l’ultimo giorno mi vesto tutto nero, come calimero. A me il nero piace e rappresenta il mio rituale, questo colore, che pochi osano vestire, mi infonde quella carica in più che mi fa sentire pronto.

A proposito di scaramanzia e ritualità non dimentichiamo di farci offrire la birra dal nostro amico Luca che alla buca 4 non ha superato i battitori delle donne!

Grazie Emanuele è stato un piacere giocare con te.

 

Chi gioca a golf da anni sa che il più bel complimento che si possa ricevere dopo diciotto buche non è come si è giocato bene, ma la frase “è stato un piacere giocare con te”.

 

Carlo ha chiuso il giro con diversi colpi sotto il par, io avrei preso l’ennesima virgola.

 

Buon gioco a tutti.

 

Emanuele Farina Sansone

Notte di San Lorenzo sotto le stelle ai Musei Reali

Notte di San Lorenzo ai Musei Reali. Storie di stelle e di vittorie.

Apertura con biglietto a 2 Euro e illuminazione scenografica del Giardino Ducale

Nel fine settimana cinema, corsi di cucina e visite speciali

 

 

Torino, 6 agosto 2020. Dal 7 al 10 agosto i Musei Reali offrono a torinesi e turisti un ricco calendario di appuntamenti, per riscoprire gli affascinanti spazi del sistema museale e dei Giardini.

 

Notte di San Lorenzo

Cosa rappresenta la commemorazione di San Lorenzo per la storia di Torino e del Piemonte? Tutti possono scoprirlo lunedì 10 agosto, dalle 19.30 alle 24, partecipando all’evento Notte di San Lorenzo ai Musei Reali. Storie di stelle e di vittorie, con ingresso speciale a 2 Euro. Il percorso ha inizio nel Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale per approfondire la conoscenza del dipinto raffigurante La Battaglia di San Quintino, combattuta in Francia il 10 agosto 1557. La gloriosa vittoria, ottenuta dal duca Emanuele Filiberto al comando dell’esercito spagnolo, aveva permesso ai Savoia di riconquistare i possedimenti perduti e di spostare gli interessi della dinastia in Piemonte, trasferendo nel 1563 la capitale del ducato da Chambéry a Torino. La visita prosegue alla scoperta del più antico dei Giardini Reali, il Giardino Ducale: qui, tra il 1630 e il 1637, il duca Vittorio Amedeo I aveva fatto spostare dal Regio Parco una cappella intitolata a San Lorenzo, rielaborata in un tempietto circolare di memoria bramantesca. Il piccolo edificio, posto quasi al centro del giardino, doveva commemorare il voto di Emanuele Filiberto per la vittoria conseguita in battaglia. La promessa di far erigere un luogo di culto dedicato al santo si è concretizzata con l’edificazione della Real Chiesa di San Lorenzo, commissionata a Guarino Guarini nel 1668. L’apertura a tariffa speciale è anche l’occasione per accomodarsi incantati nel Giardino Ducale, impreziosito da una suggestiva illuminazione notturna dalle 22 alle 24, in attesa delle stelle cadenti. Il Caffè Reale Torino resta aperto per l’occasione. La biglietteria chiude alle ore 23.

 

Dal virtuale al Reale

Se l’esperienza di visita virtuale è fruibile attraverso la piattaforma èreale (ereale.beniculturali.it), ogni mercoledì e venerdì alle ore 17 gli approfondimenti tematici tornano in museo con il programma Dal virtuale al Reale. Curatori e tecnici dei Musei Reali conducono i visitatori alla scoperta di opere e luoghi meno noti, rivelando inedite curiosità. Venerdì 7 agosto è previsto l’intervento In guerra per gioco. La targhetta da giostra dell’Armeria Reale, a cura della restauratrice Alessandra Curti. La visita costa 7 euro, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

 

Cinema Reale

Venerdì 7 agosto alle ore 18, le guide e gli storici d’arte di CoopCulture offrono al pubblico una visita speciale dedicata al mondo del cinema per svelare come gli ambienti di Palazzo Reale abbiano ispirato famose produzioni. È possibile prenotare la visita chiamando il numero 011.19560449 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13. Il costo della visita è di 7 euro, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

 

Visite speciali

Sabato 8 e domenica 9 agosto alle ore 15, l’itinerario Bentornato a Palazzo! è visitabile con gli storici dell’arte e le guide di CoopCulture, alla scoperta delle sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale, con l’Armeria e la Galleria della Sindone, per scorgere anche il restauro “a vista” dell’altare della Cappella. Il percorso, della durata di un’ora, è fruibile in gruppi composti al massimo da 8 persone al costo di 7 euro, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

Per una visita individuale, è possibile scaricare MRT, l’App ufficiale dei Musei Reali comprendente l’audioguida completa con oltre 35 ascolti, oppure acquistare al Museum Shop la nuova guida a stampa I Musei Reali di Torino, realizzata in collaborazione con CoopCulture e pubblicata da Allemandi Editore in italiano, inglese e francese.

 

Attività ai Giardini Reali

Nel weekend continua l’esperienza Welcome green, osservazione guidata alla scoperta delle specie floreali e vegetali che impreziosiscono i Giardini Reali, in programma domenica 9 agosto alle ore 16, al costo di 7 euro. È possibile acquistare il biglietto online sul sito dei Musei Reali www.museireali.beniculturali.it, prenotarsi con un’e-mail all’indirizzo info.torino@coopculture.it o chiamando il numero 011 19560449 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13, oppure rivolgersi direttamente in biglietteria il giorno dell’evento o nei giorni precedenti.

 

Le attività del Caffè Reale

All’interno della suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una cornice unica ed elegante, arricchita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Venerdì 7 agosto, i sapori della tradizione piemontese tornano protagonisti grazie alla lezione di cucina sotto il porticato: i partecipanti potranno imparare a preparare il tonno conigliato, uno dei piatti tipici della cultura gastronomica regionale. L’incontro si terrà dalle 17 alle 19 per un minimo di 12 persone. Il costo è di 20 euro per gli adulti.

Per la Notte di San Lorenzo, lunedì 10 agosto il Caffè Reale Torino propone il menù Degustando, al costo di 12 euro, oltre a cocktails, gelateria e caffetteria al tavolo con affaccio sul Giardino Ducale. Prenotazione obbligatoria al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Per i visitatori che si recheranno ai Musei Reali in bicicletta, ogni venerdì, sabato e domenica il Caffè Reale Torino propone l’iniziativa A Palazzo in Bicicletta e offre un dolce assaggio di pasticceria tipica regionale – un bacio di dama, un novarese, un torcetto o una pasta di meliga – a chi si presenti con un casco, una maglietta da corsa o un accessorio legato al mezzo a due ruote ecosostenibile per eccellenza.

 

Cinema a Palazzo

Prosegue anche ad agosto la nona edizione della rassegna d’autore Cinema a Palazzo, ospitata nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale e organizzata da Distretto Cinema. Il programma è pubblicato sul sito dei Musei Reali e di Distretto Cinema (distrettocinema.it). Conservando il biglietto intero degli spettacoli, si potrà accedere ai Musei Reali con ingresso ridotto e, presentando il biglietto intero dei Musei Reali, per assistere alle proiezioni sarà applicata la riduzione a 4 euro. I biglietti possono essere acquistati anche online sul sito www.mailticket.it. Informazioni: 324 8868183info@distrettocinema.com.

 

TOward2030. What are you doing?

Fino al 17 gennaio il pubblico potrà visitare l’esposizione dedicata al progetto TOward2030. What are you doing? Ideato da Lavazza e dalla Città di Torino per diffondere la cultura della sostenibilità attraverso il linguaggio della street art, il progetto ha previsto la realizzazione di 18 opere murali ispirate ai Sustainable Development Goals elaborati dall’ONU, 17 obiettivi di sviluppo sostenibile più il Goal Zero, pensato da Lavazza per divulgare gli obiettivi stessi. La mostra, curata da Roberto Mastroianni e da Filippo Masino, presenta nello Spazio Confronti della Galleria Sabauda fotografie e filmati degli artisti al lavoro mentre, nel Boschetto dei Giardini Reali, sono riproposti gli scatti delle 18 opere d’arte urbana presenti a Torino, oltre ai lavori di alcuni artisti dei collettivi Il Cerchio e le Gocce, Monkeys Evolution e Truly Design, realizzati durante il live painting inaugurale con il coordinamento di MurArte Torino. Il documentario Street art for the sustainable development, dedicato alla realizzazione del progetto, ha vinto il Premio Massimo Troisi al Festival di Salina. Una selezione di immagini tratte dal documentario è visibile in mostra.

 

Le iniziative TOward2030. What are you doing e Cinema a Palazzo sono incluse nel programma “Torino a Cielo Aperto” (www.torinoestate.it/torinoacieloaperto).

 

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MUSEI REALI TORINO
museireali.beniculturali.it

 

Orari

Dal martedì alla domenica: 9 – 19
Orario biglietteria: 9 – 18
Ultimo ingresso ore 18

 

La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì in orario 9-13 e 14-18 (solo consultazione con prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it).

 

Biglietti

Dal martedì alla domenica

Intero: Euro 15

Ridotto: Euro 13 per partecipanti a visite guidate e per soci FAI

Ridotto: Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)

Gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

Visite ed appuntamenti speciali

Gli appuntamenti sono inseriti nel fine settimana e secondo un calendario consultabile sul sito museireali.beniculturali.it e sulla pagina dedicata www.coopculture.it/heritage.cfm?id=284

 

Nel rispetto delle norme vigenti, negli spazi interni i gruppi saranno formati da un numero massimo di 8 partecipanti.

 

La biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1, è aperta dalle 9 alle 18

 

Informazioni e prenotazioni al numero 011 19560449 o via e-mail all’indirizzo info.torino@coopculture.it

Web: Coopculture.it

 

Sostegno alle imprese, basta assistenzialismo

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, commenta i dati pubblicati da IRES, che evidenziano un aumento dei beneficiari di sussidi reddituali. «L’assistenzialismo è una strada che porta a pericolosi vicoli ciechi. Occorre invece sostenere concretamente le nostre aziende e i lavoratori, con politiche efficaci e innovative, capaci davvero di rendere attrattivo il Piemonte e di creare nuovi posti di lavoro».

«I sussidi possono rappresentare una soluzione a breve termine per ridurre l’impatto della crisi e dell’emergenza Covid, ma nessuno si illuda che si possa andare avanti a suon di misure di stampo assistenzialista, destinate, per ovvie ragioni, ad esaurirsi. Per rilanciare il lavoro occorre invece puntare sul sostegno alle imprese, sulla formazione, sull’orientamento, sull’innovazione, sulla ricerca e su tutte quelle politiche attive in grado di fare incrociare con efficacia domanda e offerta, favorendo concretamente la creazione di posti di lavoro». Ne è fortemente convinta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che commenta i numeri del nuovo rapporto che Ires Piemonte, presentato questa mattina al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, che evidenziano, in Piemonte, un aumento considerevole dei percettori del reddito o pensione di cittadinanza, che passano dai 53.505 del 2019 agli attuali 61.762. Un fenomeno che – e non è un caso – interessa soprattutto due delle province più colpite dalla crisi dell’industria: Torino (che passa da 31.768 a 37.367 beneficiari) e Alessandria (da 5.693 a 6.403).

Preoccupanti anche le statistiche relative alla Cassa integrazione in deroga, effetto diretto della pandemia di Covid19: al 19 luglio in Piemonte sono state presentate circa 69mila domande, che hanno coinvolto circa 33mila aziende e circa 92mila lavoratori.

«E’ evidente – commenta Chiorino – che in un momento come questo era necessario intervenire con misure straordinarie. Ma ora è tempo di pensare alle politiche per il futuro, che non possono esaurirsi a mere ricette assitenzialiste. Innanzitutto perché il grande sforzo non può essere protratto all’infinito, ma soprattutto perché il nostro obiettivo deve essere quello di sostenere la creazione di ricchezza e di benessere, stando a fianco delle famiglie che hanno bisogno, ma anche di chi produce, di chi investe, di chi fa impresa e necessita di essere messo nelle condizioni di dare il massimo. Per questo motivo abbiamo varato misure innovative come “Sviluppo impresa” che consentirà a manager di comprovata esperienza e capacità di affiancare le Pmi per prevenire eventuali criticità e sostenerne la crescita. E abbiamo istituito uno strumento in grado di entrare, temporaneamente, nel capitale delle aziende in difficoltà a fine di rilanciarle e metterle al riparo da eventuali attacchi speculativi».

Non solo. Per Chiorino il rilancio deve passare attraverso una nuova attrattività del territorio piemontese, «rendendolo appetibile a nuovi investitori «puntando con forza, ad esempio, sulla formazione di alto livello, creando un modello di Academy – incentrate sull’automotive – ma non solo – capaci di offrire a chi vuole investire in Piemonte personale sempre formato e aggiornato, rispondendo all’esigenza di flessibilità e di velocità che i nuovi mercati, in rapidissima evoluzione, esigono».

«Non ci interessano modelli sostanzialmente pauperisti, basati sostanzialmente sulla rassegnazione alla stagnazione e alla decrescita – conclude Chiorino – La nostra ambizione deve essere quella di riuscire ad abbattere i numeri che oggi leggiamo e di favorire un’occupazione stabile che non può prescindere dal sostegno alle nostre imprese, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico piemontese. Soltanto raggiungendo questi obiettivi avremo assolto al nostro compito. Non certo cadendo nella tentazione di rifugiarsi in comode scorciatoie che però, in un periodo anche piuttosto breve, finiscono in vicoli ciechi che non risolvono nulla e che non garantiscono, di certo, neppure un futuro ai nostri giovani».

Camionista trova due minori sul tir

Un autotrasportatore bulgaro ha notato due ragazzini nascosti del suo tir e ha chiamato i carabinieri.

Martedì pomeriggio, alle 14.30 circa, a Volpiano (TO), in Via Brandizzo, un autotrasportatore bulgaro, dipendente di una ditta di trasporti con sede in Sofia, proveniente dalla capitale bulgara e diretto a Lione ha richiesto l’intervento dei carabinieri della Stazione di Volpiano perché ha notato due ragazzi nascosti nel suo semirimorchio.
Dopo aver aperto il portellone posteriore, i carabinieri hanno trovato due ragazzi rannicchiati sopra gli scatoloni, entrambi senza documenti, che hanno dichiarato di essere afghani, di 15 e 17 anni.
Sono stati accompagnati al San Giovanni Bosco di Torino per un controllo medico e successivamente, su disposizione del PM di turno della Procura della Repubblica dei minori di Torino, sono stati accompagnati in due comunità della provincia.
L’autotrasportatore, nel formalizzare la denuncia, ha precisato che si è accorto della presenza dei predetti all’interno del semirimorchio nell’area di servizio Villarboit Nord – Autostrada A/4 Trieste – Torino e che secondo lui potrebbero  essere saliti a bordo durante una delle soste fatte in Italia, in quanto i sigilli risultavano integri in occasione dei controlli effettuati al confine con la Slovenia. I due minori sono stati denunciati per danneggiamento.

Fermato per un controllo aggredisce gli agenti

Un cittadino di origini africane di 22 anni, nato a Torino,  è stato arrestato da personale del Commissariato Barriera Milano per vilipendio alle FF.OO., resistenza, Violenza, lesioni, oltraggio a Pubblico Ufficiale , nonché danneggiamento aggravato.

Il giovane era stato fermato in corso Vigevano per un ordinario controllo. Dai primi istanti si è mostrato molto scontroso ed aggressivo nei confronti degli operatori di Polizia, dicendo che non aveva tempo da perdere con loro; invitato ad avere qualche minuto di pazienza, ha rincarato la dose, dando dei razzisti agli agenti, dicendo che lo controllavano solo perché il colore della sua pelle è nero. Rassicurato sul fatto che non era assolutamente questo il motivo del controllo, ma che appena finito sarebbe stato libero di allontanarsi, il ventiduenne ha gettato a terra i documenti a terra e nel momento in cui uno degli operatori si è chinato per prenderli ha approfittato del momento per fargli perdere l’equilibrio e lo ha fatto cadere:  ne è scaturita una colluttazione violenta, durante la quale lo stesso ha cercato  di sottrarre anche l’apparato radio al poliziotto, non riuscendovi, ma gli ha fratturato un dito. Grazie all’intervento del secondo agente, che riporterà anche lui lesioni per 2 giorni, il ventiduenne è stato reso inoffensivo e tratto in arresto per i reati indicati sopra. L’apparato radio ha riportato dei danni importanti. A carico del giovane sono emersi numerosissimi precedenti specifici, quali interruzioni di pubblico servizio, violenza e minaccia a Pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale.

Voucher scuola, Gallo (Pd): “Basta scaricare le colpe sugli altri”

“Pasticci e ancora pasticci. La Giunta Cirio a poco più di un anno dal suo insediamento continua a distinguersi per i tanti errori di governo. Oggi è la volta della questione dei voucher scuola che, in pochissime ore, sono stati promessi a 45mila persone e subito revocati” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo.

“L’Assessora all’Istruzione – prosegue l’esponente dem – nello scusarsi ha colto l’occasione per scaricare la colpa sui funzionari regionali, rei, secondo il suo parere, dell’errore.

Forse l’Assessora dimentica che a capo di quella struttura c’è lei e deve assumersi non solo gli onori, ma anche gli oneri che derivano dall’incarico che ricopre. Invece di scaricare sugli altri le responsabilità cerchi di individuare una soluzione per le richieste. Noi siamo disponibili da subito”.