ilTorinese, Autore presso Il Torinese - Pagina 3922 di 4770

ilTorinese

Gallo (Pd): “Dall’assessora nulla sull’occupazione femminile”

 “Ho interrogato, oggi, l’Assessora regionale al Lavoro Elena Chiorino per fare il punto sul tema dell’occupazione femminile.

I recentissimi dati diffusi dall’Istat confermano, infatti, che sono proprio le donne a essere maggiormente esposte alle devastanti conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia. Particolarmente allarmante è il significativo aumento del numero di donne inattive che, nel lungo periodo, rischia di contribuire a un progressivo distacco e ritiro dal mercato del lavoro” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Altre regioni italiane, come l’Emilia Romagna, sono già intervenute per individuare soluzioni a questo problema che rischia di diventare sempre più allarmante anche alla luce dei cambi di abitudini legate allo Smart working, individuando insieme ai rappresentanti di tutti i soggetti interessati misure a sostegno dell’occupazione femminile” spiega Gallo.

“Con questa interrogazione a risposta immediata – prosegue Raffaele Gallo – ho voluto aprire la discussione e chiedere all’Assessora se non reputi necessario e urgente che venga delineato un quadro preciso e aggiornato del mercato del lavoro, con particolare attenzione all’occupazione femminile per acquisire gli elementi conoscitivi che consentiranno interventi mirati e concreti. L’Assessora Chiorino, nella sua risposta, ha semplicemente esposto i dati dell’Ires sul tema, rinviando alle prossime statistiche di ottobre le proprie valutazioni, senza indicare alcun tipo di linea guida! Una risposta per me inaccettabile su un tema così delicato per il quale si devono assumere decisioni subito!”.

È morta Maria Teresa Lavazza

Maria Teresa, vedova dell’ex leader dell’azienda di caffe’, Emilio, è morta oggi a 82 anni

La signora  Lavazza lascia i figli Giuseppe, vicepresidente del gruppo e Francesca, board member dell’azienda. Era vicepresidente  piemontese dell’Adisco, l’associazione donatrici di sangue e di cordone ombelicale, era conosciuta per le sue attività di volontariato e per la passione per il bridge. Da commissario tecnico della nazionale italiana, con il Team Lavazza aveva conquistato numerosi titoli, comprese  tre Olimpiadi da vicecapitano non giocatore.

Alle Molinette per la prima volta in Europa trattamento che segue il movimento del tumore del polmone

 Durante la respirazione  permette di irradiare in maniera precisa e mirata senza colpire i tessuti sani

 

Per la prima volta in Europa è stato effettuato un avanzatissimo e rivoluzionario trattamento radioterapico che segue il movimento del tumore durante la respirazione e permette di irradiare in maniera precisa e mirata senza colpire i tessuti sani su un uomo di 85 anni, affetto da una neoplasia polmonare, presso l’ospedale Molinette di Torino. 

La Radioterapia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Umberto Ricardi),  è il primo Centro in Europa ad avvalersi di una sofisticata tecnologia di ultima generazione per il “tracking” respiratorio, che consente di monitorare il movimento del tumore durante il trattamento radioterapico e di adattare di conseguenza i fasci di irradiazione. Grazie a questa novità sarà possibile offrire ai pazienti affetti da determinati tumori polmonari trattamenti ancora più precisi e sicuri, risparmiando notevolmente i tessuti sani ed offrendo una valida opportunità terapeutica anche a pazienti anziani e fragili.

La soluzione Synchrony, integrata nel sistema per radioterapia Tomoterapia Radixact, prevede la modellizzazione del movimento respiratorio sulla base dell’acquisizione di immagini radiografiche e la sua successiva correlazione con la posizione di marker posizionati sul torace del paziente, attraverso l’impiego di un sistema di camere ad infrarossi.

Questa metodica innovativa è stata testata sinora solo in tre centri al mondo (due americani ed uno giapponese).

Il primo paziente trattato è stato un uomo di 85 anni, con diagnosi di neoplasia polmonare in stadio iniziale, non operabile per l’età e per la grave compromissione della funzionalità respiratoria. Proprio la particolare criticità della situazione respiratoria dell’anziano paziente avrebbe reso non proponibile, in quanto troppo rischioso, il trattamento radioterapico ablativo tradizionale che in genere viene proposto in tali situazioni cliniche come alternativa all’intervento chirurgico. La nuova soluzione tecnica ha invece reso possibile l’ottenimento di un piano di cura assolutamente ottimale in termini di rispetto del polmone sano, offrendo quindi al paziente la possibilità di poter essere adeguatamente curato.

 

Test sierologico, in Piemonte 235 mila persone potenzialmente colpite dal virus

POSITIVO IL 5,5% DELLE PERSONE SOTTOPOSTE AL TEST SIEROLOGICO EFFETTUATO DALLA SQUADRA B-LIFE

Il 5,5% delle persone sottoposte in Piemonte al monitoraggio sierologico sul Covid-19 è risultato positivo al Coronavirus. Questi i risultati della squadra B-Life che dal 10 giugno 2020 ha effettuato 6.005 test tra Torino e Novara su volontari di associazioni e dipenditi di municipalizzate che hanno svolto servizi di utilità pubblica durante il lockdown.

Sono 207 su 4.826 a Torino le persone positive all’esame sierologico, ovvero il 4,8%,mentre a Novara su 1.179 soggetti la percentuale sale al 10,5% (124 persone). In totale i positivi sono 331 su 6.005, pari al 5,5%.

«Questi risultati – spiega l’assessore alla Ricerca applicata per l’emergenza Covid-19, Matteo Marnati – raccontano che il Piemonte ha saputo reagire in modo straordinario alla pandemia. Su una popolazione di 4,3 milioni di abitanti il campione rappresentativo dei positivi è potenzialmente al massimo di 235.000 persone. Questo screening è stato il primo ad essere effettuato in Europa, ringrazio personalmente tutto il team che ha contribuito a declinare in maniera concreta la solidarietà tra paesi amici».

La missione B-Life è finanziata dall’ESA – Agenzia Spaziale Europea – dall’Università Cattolica di Louvain (Belgio), dal Governo del Lussemburgo e dal Rotary internazionale, e ha l’obiettivo difornire una mappa epidemiologica della diffusione del virus fra un campione rappresentativo del territorio piemontese, composto da individui che in questi mesi sono stati potenzialmente più esposti al Covid-19 e che hanno lavorato durante il lockdown.

Sospetto Covid: tutti giù dal treno

Per un sospetto caso di coronavirus  a causa di una passeggera con febbre e tosse ieri è stato fatto evacuare il treno Ventimiglia-Torino. 

È’ stato il capotreno a fermare il convoglio a Savona dove la polizia ha fatto scendere tutti. Il treno è stato sostituito. Ripartenza alle 19, dopo un’ora di ritardo.

Juve, lo scudetto si avvicina

Con il 2-1 alla Lazio per la Juventus il nono titolo consecutivo sta per avverarsi

Sono 8 i punti di vantaggio sull’Inter. Ancora una volta si è rivelato un fuoriclasse il grandissimo Ronaldo: la sua doppietta lo fa entrare nella storia. È lui il primo giocatore a raggiungere i  50 gol in tre dei principali campionati europei (Premier, Liga e Serie A)

(Foto Claudio Benedetto)

“Rallegratevi sempre”: il congresso 2020 dei Testimoni di Geova

Disponibile per la prima volta in streaming su www.jw.org  /  In tutta sicurezza da casa, per evitare problemi di contagio. Il programma sarà presentato gratuitamente in sei appuntamenti distribuiti fra luglio e agosto. Si attende il massimo storico di 15mila presenti per Torino e Provincia.

Riceviamo e pubblichiamo / In un mondo in cui la gioia duratura potrebbe sembrare una condizione difficile o addirittura impossibile da raggiungere, questa estate milioni di persone in circa 240 paesi assisteranno al congresso annuale dei Testimoni di Geova dal tema “Rallegratevi sempre”. Il programma sarà disponibile, per intero o in parte, in circa 480 lingue.A motivo della pandemia di COVID-19, per la prima volta nella loro storia i Testimoni di Geova terranno il loro congresso annuale in streaming sul sito www.jw.org in sei weekend distribuiti nel corso di luglio e agosto 2020.

L’anno scorso in Italia si sono tenuti 73 congressi in 13 diverse città; 20 incontri hanno riguardato il Nord Ovest, nella Sala delle Assemblee di Cameri e al MiCo Milano Congressi Center, con un totale di oltre 70mila presenti, 12mila dei quali di Torino e Provincia. Nel mondo il numero di presenti al congresso del 2019 ha superato i 14 milioni.

“Per quanto desideriamo fortemente stare insieme, la vita è troppo preziosa perché si debba metterla in pericolo”, ha detto Alberto Bertone, portavoce per il Piemonte, la Lombardia e la Valle d’Aosta. “Le riunioni virtuali che teniamo ormai da quattro mesi hanno mostrato a tutti noi che non conta dove ci troviamo fisicamente. Conta esserci spiritualmente. Sotto molti aspetti siamo più uniti ora come famiglia spirituale di quanto non lo fossimo mai stati prima”. Christian Di Blasio, direttore dell’Ufficio Stampa nazionale della Congregazione, ha aggiunto: “La nostra adorazione è incentrata sull’amore che abbiamo per Dio e che proviamo gli uni per gli altri, a prescindere da dove ci troviamo fisicamente. Il programma del congresso di quest’anno pone l’accento sull’unità della nostra famiglia internazionale e sulla gioia che si può provare nonostante si viva in un contesto in cui dominano stress e angoscia”.

Il programma risponderà a domande quali: Cosa contribuisce a provare vera gioia? Come si può coltivare la gioia in famiglia, sul luogo di lavoro o a scuola? Come si può rimanere gioiosi nonostante le difficoltà? Uno dei momenti clou del programma sarà un film incentrato sulla vita del personaggio biblico di Neemia e su come questi aiutò l’antica nazione d’Israele a provare gioia nell’adorare Dio.

Chiunque fosse interessato a seguire il congresso “Rallegratevi sempre” può visitare il sito www.jw.org e cliccare sulla scheda BIBLIOTECA DIGITALE > JW Broadcasting. Tutto il programma è accessibile gratuitamente. Per maggiori informazioni, si può contattare l’Ufficio Stampa del Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta ai numeri telefonici: 3383862726/3332338260, o visitare www.jw.org. Luca Brocchin brocchin72@gmail.com

Senso di responsabilità, perché il virus è ancora un pericolo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / I 19 contagi  Covid di Savona relativi ad una cena in un ristorante a causa di un dipendente del locale infetto hanno coinvolto circa 200 persone in osservazione. Il giorno prima su questo giornale denunciammo la scarsa responsabilità di molti nella Riviera di Ponente e non solo in quella.

.
Il Sindaco di Albenga, il medico Riccardo Tomatis, che è stato in prima linea durante la pandemia nella sua duplice veste, ha nuovamente richiamato al senso di responsabilità e alla cautela, dicendo che il virus è  ancora un pericolo. L’esempio di Savona deve allarmare e comporta dei  comportamenti adeguati innanzi tutto da parte dei ristoratori che debbono mettere in atto tutte le attenzioni per prevenire: controlli ferrei in cucina tra il personale, distanziamento  nei tavoli di almeno un metro.
.
Ma soprattutto gli avventori devono essere cauti. Un amico mi diceva che ieri era andato  in tre pasticcerie per comprare delle paste ed aveva fatto a meno di comprarle perché nessuno dei tre negozianti aveva la mascherina. Siamo tutti sulla stessa barca. Bisogna che tutti siano consapevoli del momento difficile. Non siamo nella normalità, senza essere nell’emergenza. Siamo anche nell’ansia per cosa accadrà in autunno. Un autunno caldo per pandemia e crisi economica, una miscela esplosiva che può provocare una devastazione. Non voglio fare la Cassandra, non voglio rovinare le ferie a nessuno, ma bisogna essere accorti e responsabili. Il valore della vita è preminente. La nostra vita e quella degli altri. Quella che Mario Berrino ad Alassio  definiva la “Gran Cagnara“ estiva, quest’anno non è possibile. I ristoratori per  poter recuperare debbono garantire condizioni di sicurezza ai clienti come fanno alcuni e non altri.  Anche nelle spiagge occorrono controlli. Può sembrare un un non senso perché la spiaggia e il mare si identificano con l’idea della libertà, del piacere della libertà. Quest’anno volevo andare in vacanza a Santorini, ho scelto responsabilmente di stare in Italia, ma chiedo almeno il rispetto delle norme preventive minime a cui io mi adeguo con disciplina. Aver tolto l’obbligo delle mascherine nel Budello di Alassio e’ stato un errore perché il distanziamento e’ impossibile e l’assembramento è sicuro. Non voglio essere ripetitivo come Catone con il suo “Delenda Carthago”, ma credo sia un dovere morale mettere in guardia contro un pericolo che non conosciamo. Oggi tacciono persino gli scienziati che hanno pontificato per mesi, creando paura e confusione. Il fatto che tacciano non è di per sè tranquillizzante, se non pensando che anche loro sono andati in vacanza … Noi dobbiamo comportarci come se potesse tornare una seconda ondata, rinviando le leggerezze alla prossima estate. Se poi non verrà, vivremo sereni. L’esempio di Savona e dei migranti infetti scappati dai centri di raccolta ci richiama alla dura realtà del momento che ha portato a chiudere le frontiere, ma incredibilmente non i porti. Un altro aspetto di questa Italia provvisoria, come la definiva Guareschi, che ci inquieta.
.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Italia dei Valori: solidarietà ai ristoratori e agli operatori del turismo

A nome mio e del Partito, scrive Paolo Cuomo membro esecutivo nazionale e coordinatore regionale del Lazio, esprimo la nostra sentita solidarietà ai ristoratori ed agli operatori del turismo di tutta Italia che stanno vivendo forti criticità economiche e di fatturato per l’assenza del turismo internazionale e per la discutibile misura dello smart  working.

Questo spirito di solidarietà dell’IDV assume un peculiare valore e spessore di fronte alle parole gravemente offensive ed inaccettabili espresse dal viceministro Castelli in una recente intervista televisiva. Invece di aiutare ed incoraggiare, con misure efficaci e durature gli operatori del turismo ed i ristoratori, conclude l’esponente Idv , il viceministro Castelli manifesta il pensiero più becero e umiliante della politica dei 5 stelle.

Quella volta che Giuliano Ferrara mi salvò

Pure una cooperativa agroforestale ho fondato. Non da solo, si intende. Allora il numero minimo era 9 persone. Stiamo parlando del 1978, per me un anno decisamente pieno di avvenimenti. Ero talmente ” brillante” (vera definizione incosciente) che mi licenziai da un lavoro sicurissimo: impiegato Inps, mi licenziai senza alcuna alternativa, semplicemente non mi piaceva quel lavoro
e i suoi orari. 7, 30 –  14 compreso il sabato.

Tutta la mattina a scrivere cartellini degli assicurati. Non contento a febbraio mi sposo senza una lira in tasca. Tutti i soldi della liquidazione di mio padre, morto all’improvviso, investiti nel comperare l’alloggio di via Cherubini. Fortunatamente la mia futura sposa, maestra d’asilo di Torino passava a tempo pieno raddoppiando lo stipendio. Nessun viaggio di nozze, nessuno dei due aveva la patente e dunque nessuna auto. Ogni sei  mesi 360 mila lire di mutuo da pagare e il suo stipendio di 126 mila lire.

Tredicesima, e poi venne la quattordicesima. 21 anni, avevamo il mondo in mano. Proprio così, due cuori ed una capanna , che poi era un alloggio di 45 metri quadrati. Unico lusso molti libri. Il mese successivo arriva l’idea di fondare la cooperativa. Fu Carlo Foppa, assessore al lavoro di Torino ad avere l’idea. Istituì un fondo di rotazione di 200 milioni anni. Il meccanismo era presto detto. La Coop doveva essere fondata  almeno per metà da giovani in cerca di lavoro e per almeno il 30% di addetti con esperienza nel settore. Fino a 20 milioni a cooperativa restituibili in 5 anni senza interessi. Da aprile a luglio lavoro a tempo pieno. Paga sindacale e ci decurtavamo il 10 % che si lasciava in Coop. All’inizio tanto quanto, ma a luglio che caldo. Zappare la terra ti spezza la schiena. Poi il capo che decide come lavori, quanto lavori e quando ti riposi. Non era per me. Agosto: frugale vacanza in campeggio e nessuna voglia di rientrare. Mi salvò Giuliano Ferrara. Festa Provinciale dell Unità. Patrizio sei sparito, che stai facendo? Mi sveglio alle 6 e crollo alle 10 di sera. Perché non fai il responsabile all’Università dei giovani comunisti? Mi piacerebbe ma devo comunque lavorare. Vieni domani in Federazione che ne parliamo.

La sua idea era questa: al mattino lavori come correttore di bozze alla Paravia, al pomeriggio all’Università, Palazzo nuovo. Accettai subito, entusiasta. I tre mesi più belli della mia vita. Tra la campagna e lo studio preferivo il secondo. Bello il profumo della carta stampata. Tutti i lunedì sera direttivo del Pci in via Mazzini dove mi “abbeveravo” con gli interventi dei professori universitari iscritti al Pci. Poi (finalmente) il grande salto: funzionario a tempo pieno. Paga 300mila lire al mese. 100 della sezione universitaria, 100 del Pci e 1oo della Fgci. Primo anno senza contributi e poi tutto regolare fino al settembre del 1982. Niente da dire, avevo coronato un sogno. C’erano le elezioni universitarie. Solo il 15% degli iscritti al voto. Detto così sembra poco. Ma non per quegli anni… 1977, gli anni di piombo, e Palazzo Nuovo era un covo di novelli terroristi rossi. Per la cronaca la lista di sinistra vinse aggiudicandosi 2 seggi nel cda dell’Ateneo. Io venni eletto nel cda dell’Opera Universitaria che organizzava i servizi per gli studenti. Bella esperienza.

Contenti anche i Riformisti laici, giovani liberali e soprattutto i Ciellini di Gianpiero Leo, loro Capo assoluto. Unici arrabbiati i nostri alleati giovani socialisti. Nessuno di loro venne eletto. In particolare Edmondo Rho loro segretario. Ci teneva molto. Grazie alla disciplina di partito, noi dicemmo di votare solo i nostri ed i nostri vennero eletti. Francamente mi sono divertito molto. Ho iniziato l’anno come impiegato INPS e l’ho finito come amministratore dell’Università. Bella carriera, no? Ma non era tanto la carriera che ci interessava. Era la politica , quella sì ci interessava molto. Era già cominciata l’era del riflusso. Il cosiddetto riflusso verso i fatti propri. Non era più tempo del tutto è politica ed il privato è pubblico. Comunque si sentiva, si capiva che qualcosa bisognava cambiare e la politica serviva a questo. E non tutto è stato buttato via. Qualcosa si è fatto, qualcosa siamo riusciti a fare. Magari poco, ma è sempre meglio che niente. Appunto, un’altra epoca, un altro mondo. Non il “miserere” di oggi. Almeno ci abbiamo provato.

Patrizio Tosetto