ilTorinese

Crisi di Governo, Appendino: “Preoccupata per il futuro della nostra città”

“Salvini deve assumersi la responsabilità della sua decisione davanti al Paese: ancora una volta ha messo davanti a tutto le intenzioni del suo partito e la ricerca del consenso”.

E’ il commento della sindaca Chiara Appendino, che si dice preoccupata per  il futuro di Torino: “Il governo è stato molto vicino alla città: penso alle Atp di Tennis, al Moi e al Teatro Regio. Le questioni aperte sono tante, come i 150 milioni di euro per l’ area di crisi complessa e mi chiedo come andranno a finire. Sono preoccupata per la città, perché effettivamente questo governo è stato molto vicino a Torino. Penso anche al fondo Salva Roma, che aveva ricadute su Torino e ai finanziamenti per la Metro 2”.

Al barachin

Al Barachin. Italianamente lo scalda vivande. Si
riscaldava in apposite vasche. Sotto, la minestra o la
pasta. Sopra, pietanza con contorno. Era diventato
anche i nomignolo degli operai. In particolare degli
operai Fiat. La mensa era conquistata nei primi anni
70, quando non era possibile dire di no ad operai e
sindacati. Anni 50: Vittorio Valetta vinceva su tutta la
linea. Negli anni 60 i rapporti di forza cambiarono. Con
la catena di montaggio arriva l’ operaio massa. Arrivava
prevalentemente dal Sud Italia.
Prima contadino, poi tanti ma tanti arrabbiati.
Cambiava tutto, cambiavano anche le vacanze, più
precisamente le ferie. Meritato riposo di 4 settimane
secche d’ Agosto. La città buttava via la chiave. Ci
si sarebbe rivisti a Settembre. Negozi zero apertura
e i supermercati manco esistevano. Prime partenze il
venerdì dopo la fine del primo turno. Ore 14,10 inizia
il grande esodo. I più fortunati avevano la moglie
che aveva la patente.
Così manco passavano da casa e con la tuta partivano.
Indubbiamente le ferie erano come una liberazione. Migliaia
di cinquecento con qualche 600 stipate con il
portabagagli carico all’inverosimile. Comparvero le
850 : una delle macchine più brutte del mondo. Per allora a
Torino era consentito comprare solo Fiat. Le Lancia
erano per benestanti.
Si intuiva appena l’esistenza di altre marche. Torino
Piacenza e Torino Milano.
Le tangenziali  verso la Val Susa non esistevano.
Obbiettivo : il Veneto e il mare .
Principalmente la Liguria. La riviera romagnola si
stava attrezzando.
L’apocalittico avveniva alla sera del venerdì e sabato
mattina. I treni del Sud letteralmente presi d’ assalto.
Tecniche d?abbordaggio: donne e figli in avanscoperta per occupare gli scompartimenti
del treno. Seconda fase:  issare da finestrini le
valigie. Si torna a casa. E Torino svuotata diventava
irreale. Solitarie le strade con il silenzio che la faceva
da padrone. Anche il sole era più sole. Caldo e
luminoso. E, appunto, comprarsi un kg
di pane o un litro di latte era  una vera impresa.
Si era più felici. I pochi che rimanevano ed i tanti che
scappavano contenti di scappare. Dopo quattro  settimane
il rientro per un un altro anno di lavoro (magari)
alla Feroce (la Fiat). Tutti ma proprio tutti lavoravano
per la Fiat. Direttamente o indirettamente. Non
tutto era rose e fiori.
Anzi decisamente opprimente . Il rumore della catena
di montaggio con i tempi decisi dalla produzione. O
le massaie che tutti i giorni andavano al mercato per
comprare l’indispensabile. Guai buttare qualcosa. Si
era più felici perché i nostri genitori avevano obiettivi
da raggiungere. E noi sempre in strada nel giuocare
e nel fantasticare. Pochi soldi e tanta fantasia. Le
vacanze a Viù in Val di Lanzo ancora me le ricordo.
Eppure sono passati quasi 60 anni. Mi ricordo della
spensieratezza. Mi ricordo il branco di ragazzini
rifugiarsi in scorribande per prati e boschi. O della
pistola giocattolo dove i falsi proiettili che facevano
solo rumore dovevano bastare per tutto il mese di
agosto. 24, per l’esattezza e 6 per volta. Ovviamente
io cowboy. Già allora mi piaceva vincere sempre.
Eravamo felici perché c’ era un domani.
Ed il passato serviva solo nel dire quello che non
sarebbe dovuto più essere.
S’ intuiva e la speranza era connaturata nel nostro
dna. Ma  dopo 60 anni qualcosa si è rotto. Molto si è
spezzato di quel filo che ci indicava il futuro, il nostro
possibile e desiderato futuro. Per oggi non parlo
del mio. Parlo e mi preoccupo del futuro dei
miei figli, dei nostri figli.
Io che mi sento fortunato per ciò che ho fatto
e per quello che sono stato. Fortunato per due
splendide ed appaganti figlie. Ma non basta. Per
questo vorrei regalare il ricordo di quel caldo sole d’
Agosto ai nostri figli. Un rosso fuoco che rimbalzava
nelle strade di Torino come nei prati e boschi
delle montagne di Viù.
Il colore della speranza. So perfettamente che è
più facile dirlo che farlo. Sento che se non facessi
così non mi sentirei in pace con me stesso. Anche
se, ammetto, qualche errore la mia generazione
l’ ha fatto. Mi raccomando, cari figli e figlie, siate
migliori dei vostri padri.

 

Patrizio Tosetto

Ladro di barbecue arrestato

Ha anche prelevato da un camper un barbecue che ha tentato di nascondere all’interno del cortile di uno stabile in via Onorato Vigliani, oltre che un piccolo televisore con tanto di staffa di fissaggio e telecomando che ha appoggiato in strada. Con molta probabilità, sarebbe poi passato a recuperarli, poiché era impensabile riuscire a trasportare tutto a bordo della sua graziella. All’interno di una busta in plastica posizionata nel cestino della bicicletta sono stati trovati diversi oggetti di provenienza furtiva: un’autoradio, indumenti, prodotti per l’igiene personale Ha forzato e messo a soqquadro prima l’abitacolo di un camper e successivamente quello di un furgone. Qualche giorno fa, grazie alla segnalazione di un residente, l’uomo, un 31enne marocchino, è stato sorpreso dalla Polizia ancora a bordo del veicolo. Nelle sue tasche sono stati trovati un coltello, un cacciavite ed una torcia. Il trentunenne, che è stato arrestato, aveva precedenti di polizia e a proprio carico anche un ordine di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

 

Ricatta l’amante virtuale sul web

I carabinieri della stazione di Villanova d’Asti, hanno arrestato un 49enne, originario della Provincia di Napoli. L’uomo è accusato di estorsione aggravata e continuata in quanto ricattava la propria amante virtuale residente a Valfenera, di diffondere nel web delle foto ritraenti la vittima in pose osè e di carattere strettamente personale. Solo attraverso la corresponsione di denaro il malvivente avrebbe mantenuto queste foto segrete, evitando, tra l’altro, di portarle a conoscenza del consorte della vittima. A seguito di un’ attenta e accurata attività investigativa, anche di tipo tecnico, i Carabinieri della Stazione di Villanova d’Asti hanno così ricostruito un approfondito quadro indiziario a carico dell’indagato, richiedendo e ottenendo un’ordinanza di custodia cautelare, culminata con l’arresto   dell’individuo il quale è stato successivamente tradotto presso il carcere di Napoli Poggioreale.

“Non sputare in terra”. E lui gli rompe una gamba con una spranga di ferro

Scena da far West  in strada a Torino nelle vicinanze dell’ex Moi.

L’aggressore, che ha colpito un uomo con una spranga di ferro, è un migrante irregolare gambiano che è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Mirafiori. Senza fissa dimora, abitava nelle palazzine dell’ex villaggio olimpico prima del recente sgombero. La vittima è un italiano 49enne che ha riportato una frattura a una gamba.Il  gambiano era stato rimproverato per avere sputato per strada Da qui il  litigio a seguito del quale l’uomo ha afferrato una spranga e ha colpito il passante.

Jane e Easy, cani delle fiamme gialle, scoprono droga al terminal dei pullman

Due arresti, decine di persone identificate e controllate.

È il bilancio di una serie di controlli effettuati la scorsa giornata, e continuati anche durante la notte, dalla Guardia di Finanza di Torino in tutta la città, con particolare attenzione rivolta alle stazioni della metropolitana, ai luoghi di ritrovo e al Terminal degli autobus di Corso Vittorio Emanuele.

Un trentenne di origine nigeriane, diretto a Salerno è stato fermato dalle Squadre Cinofile del Gruppo Pronto Impiego mentre scendeva da un autobus proveniente da Lione in Francia.

L’atteggiamento del ragazzo, particolarmente nervoso alla vista di Jane, il pastore belga Malinois della Guardia di Finanza, ha indotto i Finanzieri ad approfondire il controllo. Sospetti confermati dopo gli esami radiografici effettuati presso l’Ospedale Molinette del capoluogo che hanno evidenziato la presenza nello stomaco di una quarantina di ovuli contenenti sostanze stupefacenti. Ricoverato presso il reparto detenuti dello stesso nosocomio, dopo qualche ore l’uomo ha evacuato circa 40 ovuli. Una novantina gli ovuli recuperati contenenti, complessivamente, oltre 1 chilogrammo di droga, tra cocaina, eroina e speedball, una sorta di combinazione tra cocaina eroina o crack.

Poco dopo, è toccato a Easy, il pastore tedesco delle Fiamme Gialle addestrato alla ricerca di sostanze stupefacenti, “fermare” un venticinquenne proveniente da Parigi e diretto a Venezia a bordo di un pullman di una compagnia low cost.

In questo caso, oltre alle formazioni ovalari contenuti all’interno dello stomaco ed accertate dagli esami radiografici, sono state rinvenute sostanze stupefacenti anche all’interno del bagaglio del giovane. Una cinquantina gli ovuli di cocaina rinvenuti.

Arrestati per traffico di sostanze stupefacenti, entrambi sono ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Torinese.

I controlli delle Guardia di Finanza di Torino, nelle aree cosiddette sensibili, quali Terminal degli autobus, stazioni ferroviarie e della metropolitana, scaturiti anche a seguito delle numerose segnalazioni giunte al numero di pubblica utilità “117”, si inseriscono nel quadro della costante azione di controllo del territorio, svolta nei principali punti di aggregazione della città, finalizzata a tenere alto il livello di attenzione sulla diffusione e sul consumo di droghe.

Torino-Shakhtyor Soligorsk 5-0

Europa League

Mazzarri ha portato il Toro alla vittoria, schiacciante, contro i bielorussi.

Prima la doppietta di Belotti, che dopo settanta secondi raddoppia su rigore. Segna anche Izzo, fatto uscire dal match dopo un dolore alla gamba. E poi nella  ripresa i Granata stravincono, in attesa, tra una  settimana, del  ritorno. Il Wolverhampton sarà probabile avversario in caso di qualificazione, ha vinto 4-0 contro il Pyunik.

Nagasaki, 9 agosto 1945: il sole cadde nuovamente sulla terra

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*** Accadde oggi ***

Nagasaki si estende al centro di una lunga baia, che rappresenta il miglior porto naturale dell’isola di Kyūshū, nel sud del Giappone. Il suo nome, letteralmente, significa  “lunga penisola”.


Il 9 agosto del 1945 diventò la seconda città su cui venne sganciata una bomba atomica. Il bombardiere B-29 Superfortress dell’aviazione americana (esemplare numero 44-27297, ribattezzato “Bockscar”) portava in pancia “Fat Man” (in italiano “ciccione“). Quel nomignolo era stato assegnato alla Model 1561 (Mk.2), la terza bomba atomica approntata nell’ambito del Progetto Manhattan, il secondo e ultimo ordigno nucleare mai adoperato in combattimento.In origine non era previsto che la città di Nagasaki finisse nel mirino dell’aereo pilotato dal  maggiore Charles W. Sweeney. Era, come si usa dire, “una seconda scelta”.L’obiettivo primario era la città di Kokura, non distante da Fukuoka, nella parte settentrionale dell’isola di Kyūshū, sede di un grande deposito di munizioni dell’esercito giapponese.  Ma il cielo era coperto di nubi e la visuale pessima. Così  si optò per l’alternativa e questa portava il nome di Nagasaki. Così la bomba finì  sulle acciaierie Mitsubishi situate poco fuori quella città.“Fat Man” esplose a un’altezza di mezzo chilometro sulla città e sviluppò una potenza di 25 chilotoni, quasi il doppio di “Little Boy”, l’ordigno sganciato dal bombardiere “Enola Gay” che esplose tre giorni prima su Hiroshima.Nagasaki era costruita su un terreno collinoso e il numero di morti fu inferiore a quelli prodotti dalla prima bomba. A Hiroshima morirono istantaneamente per l’esplosione nucleare tra le sessantaseimila e le settantottomila persone e altrettanti furono i feriti.Per due volte, in tre giorni, il sole cadde sulla terra.Un numero elevato di persone persero la vita nei mesi e negli anni successivi a causa delle radiazioni e molte donne incinte persero i loro figli o diedero alla luce bambini deformi. Il numero totale degli abitanti uccisi a Nagasaki venne valutato attorno alle ottanta mila persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. La sorte volle che tra le persone presenti a Nagasaki quel 9 agosto di settantaquattro anni fa  vi fossero anche un ristretto numero di sopravvissuti di Hiroshima. Entrambe città furono rase al suolo. Un disastro che costrinse, meno di una settimana dopo, il 15 agosto 1945, l’imperatore del Giappone Hirohito a presentare agli alleati la resa incondizionata.

Con la firma dell’armistizio, il 2 settembre del 1945, si concluse di fatto il secondo conflitto mondiale. Più di settant’anni dopo i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, due ospedali della Croce Rossa giapponese stanno curando migliaia di persone che continuano a patire le conseguenze di questi attacchi. Si calcola inoltre che diverse migliaia di queste persone continueranno ad avere necessità di cure nei prossimi anni per le problematiche legate alle radiazioni. In totale, tra i due centri sanitari sono stati ospedalizzati oltre due milioni e mezzo di persone per le conseguenze legate alle radiazioni. Il 63 % dei decessi registrati nell’ospedale di Hiroshima, in funzione dal 1956, sono stati causati da diversi tipi di cancro. Tra questi, il 20 % per cancro al polmone, il 18 % per cancro allo stomaco, il 14 % per neoplasie al fegato, il 7 % per cancro all’intestino e un altro 6 % dai linfomi maligni. Nell’ospedale di Nagasaki, che cominciò a funzionare nel 1969, i morti per cancro rappresentavano, fino a poco tempo fa, il 56% del totale. Secondo la Croce Rossa, l’incidenza di leucemia tra i sopravvissuti dei bombardamenti fu di quattro o cinque volte superiore rispetto alle persone non esposte alle radiazioni durante la prima decade, e diminuì successivamente. Una contabilità tremenda, eredità diretta di quello che fu l’inizio dell’era del terrore nucleare.Settantaquattro anni dopo, la memoria di ciò che è stato deve indurre a far sì che nessuno debba più scrivere, di fronte alle atrocità della guerra, quello che il copilota, capitano Robert A. Lewis , annotò sul diario di bordo del bombardiere “Enola Gay” dopo aver verificato con un binocolo gli effetti della bomba sganciata su Hiroshima: “My God what have we done?”, ““Dio mio, cosa abbiamo fatto?”.

Marco Travaglini

Trekking della memoria sui sentieri dei partigiani di Filippo Maria Beltrami

Il 16 e il 17 agosto si svolgerà tra il Cusio e la bassa Val d’Ossola la 19a edizione del Sentiero Beltrami, manifestazione escursionistica sui luoghi della Resistenza.

Il sentiero ripercorre la storia del comandante partigiano Filippo Maria Beltrami e vuole essere un contributo a mantenere vivo il ricordo e il patrimonio della lotta di Liberazione e degli ideali che l’hanno animata. Beltrami e i suoi uomini furono protagonisti di alcune delle più importanti vicende della Resistenza: dall’occupazione di Omegna il 30 novembre del 1943, insieme a Cino Moscatelli, alla battaglia di Megolo in Val d’Ossola dove, il 13 febbraio 1944, rifiutata l’offerta di resa dei tedeschi, il capitano Beltrami morì in battaglia insieme ad altri undici partigiani tra i quali figuravano Gaspare Pajetta, Gianni Citterio e Antonio Di Dio. L’intero tracciato è accompagnato da bacheche illustrative e un’apposita segnaletica che documentano gli eventi della Resistenza e fu reso possibile grazie all’impegno e alla realizzazione dei lavori di sistemazione e segnalazione del “Sentiero Beltrami” dalle allora Comunità Montane Cusio Mottarone e Monte Rosa, con il contributo della Regione Piemonte. Il programma prevede, nella prima giornata di venerdì 16 agosto, il ritrovo alle 8 del mattino a Cireggio di Omegna (Vb) presso il monumento che ricorda Beltrami e da lì i partecipanti saliranno a Quarna Sopra seguendo al mulattiera del Fontegno e poi l’Alpe Camasca dove si terrà l’orazione ufficiale della sindaca di Pieve Vergonte, Maria Grazia Medali. La camminata proseguirà nel pomeriggio fino a Strona di Valtrona. Il giorno successivo, sabato 17 agosto, da Omegna verrà raggiunta – con un servizio di trasporto gratuito – la località di Campello Monti, insediamento walser in alta valle Strona e da lì, passando dal lago di Ravinella e dall’alpe Orcocco, i camminatori sosteranno nel tardo pomeriggio al Cortavolo per un omaggio al monumento che ricorda i caduti della battaglia di Megolo e, infine, la frazione del comune di Pieve Vergonte dove terminerà la manifestazione.

Marco Travaglini

Gruppo Egea, festa “in famiglia”

Gran festa a Sommariva Perno al Roero Park Hotel del Gruppo Egea

Come avviene  ogni anno, la tradizionale Festa per i dipendenti della Multiutility Egea, si è svolta al Roero Park Hotel di Sommariva Perno, nel Roero.

I motivi per festeggiare erano più di uno. Innanzitutto la crescita del Bilancio consolidato del Gruppo e dell’utile netto che di questi tempi non è male. Al Gruppo Egea credono molto alla festa in “famiglia” perché  è un mezzo per consolidare un senso di appartenenza e far crescere l’ atmosfera ambientale fra i dipendenti che è uno dei motivi alla base del successo di questa Multiutility misto pubblico – privato

L’Amministratore delegato di Egea, PierPaolo Carini, ha dato il via alla Festa aziendale del Gruppo citando il motto di Michael Jordan, uno dei più grandi cestisti di sempre una frase che simboleggia la filosofia del Gruppo grandi cestisti di sempre : <<Il talento fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra fanno vincere un campionato». In altre parole si potrebbe dire che “insieme” si realizzano  le cose e questo è il dramma dell’Italia, gli uni contro gli altri, scarsa preparazione e lungimiranza e mai insieme.

Alla manifestazione hanno partecipato, oltre ai collaboratori i socipubblici e privati , Realtà di ricerca e formazione e i Consiglieri delle società del Gruppo.

Alla Festa è intervenuto anche il neoeletto Presidente del Consiglio di Sorveglianza, Giuseppe Rossetto che, insieme a Carini, ha attribuito un riconoscimento ai “veterani” del Gruppo. Sono stati premiati: Giovanni Somaglia (Responsabile amministrativo) e Laura Gallo (impiegata Amministrazione) per i 35 anni di impegno in Egea; Sebastiano Contegiacomo (Direttore relazioni con il territorio) per i 33 anni; Armando Rodda(responsabile impianti teleriscaldamento) per i 30 anni e Alessandro Bertolusso (responsabile gestione impianti servizio idrico) per i 25 anni.

Altro motivo di soddisfazione ad Egea era il dividendo per i soci che dovrebbe essere determinato, forse, a breve visto che in sede di Bilancio non è stato previsto.