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Gli asili nido pronti per la riapertura a fine agosto

L’assessorato regionale all’Istruzione ha già inviato una lettera ai Comuni piemontesi per annunciare che asili nido, micro nidi, sezioni primavera, centri di custodia oraria e nidi familiari potranno riaprire lunedì 31 agosto.

 

La data è stata decisa. In Piemonte la riapertura dei servizi destinati all’infanzia è stata fissata lunedì 31 agosto. La decisione è stata presa dopo aver analizzato il documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia inviato pochi giorni fa dal governo e che ha ottenuto parere favorevole da parte della Conferenza delle Regioni.

E anche se è soltanto di questi giorni l’adeguamento della normativa nazionale, finalizzata al contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale, la Regione Piemonte, vista la necessità delle famiglie e dei gestori dei servizi stessi di avere certezze sulle date di riapertura, ha ritenuto fondamentale non perdere altro tempo e di stabilire la data.

Ragion per cui è partita nei giorni scorsi  dall’assessorato regionale all’Istruzione una lettera indirizzata a tutti i Comuni in cui viene annunciato che i servizi educativi 0-3 anni (asili nido, micro nidi, sezioni primavera, centri di custodia oraria e nidi familiari) potranno ripartire con l’attività ordinaria a partire dall’ultimo giorno del mese di agosto.

«Si tratta di un passo molto importante – spiega l’assessore regionale all’Istruzione  Elena Chiorino – dopo mesi di chiusure che, causa emergenza Covid-19 – hanno negato ai bambini il diritto alla socialità e messo in difficoltà le famiglie, specie da quando sono ripartite le attività produttive. Per tale ragione abbiamo voluto anticipare il più possibile la data di riapertura dei servizi 0-3 anni, confidando che questa scelta sia davvero il primo passo per un ritorno alla normalità che i nostri figli e le famiglie meritano, dopo mesi di immensi disagi».

Bollettino Covid: nessuna vittima, 40 contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

26.507 PAZIENTI GUARITI E 573 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.507 (+67 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3293 (+18) Alessandria, 1595 (+1) Asti, 848 (+0) Biella, 2503 (+5) Cuneo, 2379 (+1) Novara, 13.625 (+38) Torino, 1117 (+0) Vercelli, 971 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 176 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 573 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4139

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane a 4139 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1829 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 32.084 ( + 40 rispetto a ieri, di cui 30 asintomatici. Dei 40 casi, 21 screening, 18 contatti di caso, 1 con indagine in corso. I casi importati sono 24 su 40) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisisu base provinciale: 4139 Alessandria, 1900 Asti, 1057 Biella, 3015 Cuneo, 2869 Novara, 16.085 Torino, 1439 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 275 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 148 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 80 ( -1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 782.

I tamponi diagnostici finora processati sono 535.766, di cui 294.429risultati negativi.

Trapianto del rene, terapia torinese top al mondo

Città della Salute all’avanguardia in Europa nella terapia del rigetto del trapianto di rene con una terapia innovativa

Agosto porta buone nuove nella cura dei pazienti che hanno effettuato un trapianto di rene grazie ad uno studio eseguito dalla Nefrologia Dialisi e Trapianto della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Luigi Biancone). Si tratta dei primi dati europei pubblicati del trattamento del rigetto cronico di rene con un farmaco denominato tocilizumab, un potente antiinfiammatorio usato precedentemente per altra patologia come l’artrite reumatoide.Lo studio, coordinato dal professor Luigi Biancone (Direttore della
Nefrologia della Città della Salute), è appena stato pubblicato sulla
prestigiosa rivista scientifica americana del settore “Clinical
Transplantation”, che gli ha addirittura dedicato la copertina del numero di agosto.”Il rigetto cronico è attualmente la prima causa di perdita del rene trapiantato a distanza di anni dal trapianto – spiega il professor Biancone – e dal momento in cui viene diagnosticato porta a progressivo peggioramento. Questi nuovi dati sono incoraggianti nella possibilità di rallentare questo peggioramento ed allungare la sopravvivenza del rene trapiantato”. Nello specifico, lo studio dimostra come la terapia con tocilizumab già dopo sei mesi dia segni di risposta mediante un meccanismo che riduce la presenza di anticorpi nel sangue che danneggiano il rene trapiantato e, contemporaneamente, l’infiammazione all’interno delle delicate strutture del rene. Dati recenti dimostrano che chi fa questa terapia mantiene funzionante il rene trapiantato nel 32% dei casi in più di chi non la fa.Questo dimostra sempre di più che la medicina del trapianto renale non si esaurisce con l’intervento chirurgico, ma prosegue con altrettanta importanza negli anni a seguire per gli aspetti clinici. E’ per questo che, oltre ad essere un momento record per il numero di trapianti renali effettuati dall’inizio dell’anno alle Molinette, per l’attività della Nefrologia (diretta dal professor Biancone), della Chirurgia Vascolare ospedaliera (responsabile dottor Aldo Verri), dell’Urologia (diretta dal professor Paolo Gontero) e dell’Anestesiologia (diretta dal dottor Roberto Balagna), oltretutto in un periodo estremamente complicato dal punto di vista sanitario, sono importantissimi i progressi nella gestione clinica che si stanno ottenendo, per prolungare la vita dei reni trapiantati e ridurre la necessità di ri-trapianti e di conseguenza la qualità di vita dei pazienti.

Mosaici nascosti a Santa Sofia

Noi siamo con Santa Sofia ma nell’ex basilica cristiana a Istanbul sta accadendo qualcosa di sconcertante. A tre settimane dalla riapertura della chiesa della Divina Sapienza al culto islamico, ai turisti vengono ora nascosti anche i mosaici.

C’era da aspettarselo anche se il presidente turco Erdogan aveva promesso esattamente il contrario: mosaici, immagini sacre e icone sarebbero state visibili ai turisti e coperti con teli e tappeti solo durante la preghiera islamica. Invece, tra lo stupore generale, da quasi un mese i mosaici di oltre mille anni fa e gli affreschi che abbelliscono l’interno di Santa Sofia sono ancora coperti e nascosti da lunghi drappi bianchi. Pertanto, almeno per il momento, non sono esposti ai visitatori neppure dopo le preghiere islamiche. Quando torneranno visibili? Nessuno lo sa, quel sistema di tendine, di cui si parlava di recente, per coprire e scoprire icone e mosaici sembra svanito nel nulla. Solo ieri il Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” aveva espresso molte perplessità sulla decisione presa dall’uomo forte di Ankara Recep Tayyip Erdogan di riaprire Santa Sofia al culto musulmano. “Noi siamo con Santa Sofia, si legge nel documento del Coordinamento piemontese interfedi firmato, tra gli altri, da Giampiero Leo, Ermis Segatti, Younis Tawfik e Idris Abd Al Razag Bergia, perchè non solo le persone ma anche i simboli e i luoghi sacri possono diventare vittime di decisioni ispirate da ragioni di potere aprendo una profonda ferita nel delicato rapporto tra islam e cristianesimo e tra Oriente e Occidente. E per questo motivo diventa importante la posizione assunta dall’imam Yahyah Pallavicini, presidente della Coreis (Comunità Religiosa Islamica) secondo cui Santa Sofia dovrebbe tornare a essere chiesa cristiana”.

Filippo Re

Manifestazione No Tav al cantiere di Chiomonte

 Una manifestazione dei No Tav si è svolta ieri sera nei pressi del cantiere di Chiomonte in Valle Susa. 

Un gruppo di No Tav si è mosso verso  le recinzioni, dove è stato  acceso un falò successivamente  spento dalle forze dell’ordine con gli  idranti. Alcuni militanti hanno tagliato alcune parti della recinzione.

(foto archivio)

Lavoro e agricoltura: la Regione vuole rivedere il nuovo voucher

Gli assessori regionali al Lavoro e all’Agricoltura hanno scritto ai loro colleghi di tutta Italia per ribadire l’attenzione nei confronti dell’utilizzo delle prestazioni occasionali in agricoltura e della loro efficacia sul sistema agricolo. La richiesta: estendere l’attuale strumento alle imprese con più di 5 addetti.

L’assessore regionale al Lavoro e l’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte hanno scritto ai colleghi di tutte le Regioni italiane per ribadire l’attenzione nei confronti dell’utilizzo delle prestazioni occasionali in agricoltura e della loro efficacia sul sistema agricolo.

Si tratta di un tema molto sentito dal mondo lavorativo e imprenditoriale agricolo, non solo piemontese ma anche nazionale, in questo anno 2020 in cui le aziende hanno incontrato grande difficoltà nel reperimento dei lavoratori stagionali provenienti dall’estero a causa dell’emergenza Covid 19.

In alcuni casi, tali lavoratori provengono da zone che attualmente registrano un aumento dei contagi costringendo gli stessi a periodi di quarantena preliminari prima di iniziare il lavoro, provocando dannose perdite di tempo per le imprese.

L’attivazione di contratti di natura occasionale si ripropone ogni anno ed è legato ai tempi dell’agricoltura.

L’attuale strumento, attivabile attraverso la piattaforma «PrestO» è infatti meno agile rispetto al vecchio voucher agricolo cartaceo, abolito nel 2017 e, secondo i due esponenti della giunta regionale piemontese, rende difficoltoso e farraginoso il reclutamento del personale nel settore agricolo, oltre a limitare la possibilità per molti cittadini in difficoltà economiche di fruire di forme di integrazione al reddito familiare.

Tra gli aspetti che l’assessore regionale al Lavoro e l’assessore regionale all’Agricoltura ritengono debbano essere rivisti c’è, in particolare, il numero di dipendenti a tempo indeterminato che segna il discrimine fra aziende che possono fruire dello strumento e aziende escluse.

Non si comprende la ragione per cui il ricorso alla prestazione occasionale sia limitato alle microimprese con meno di 5 dipendenti. Per i due esponenti di giunta, quindi, non si può escludere a priori una fetta del mondo imprenditoriale dalla platea dei soggetti utilizzatori, ma occorre invece garantire che venga svolta una puntuale attività di controllo sul rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché sul rispetto dei contratti collettivi applicati.

Da qui la richiesta alle altre Regioni di sostenere questa «battaglia» del Piemonte, per una revisione dell’attuale sistema, sollecitando, con una missiva, il governo in modo da chiedere un intervento efficace e tempestivo.

Anno zero. Scirocco

Oggi soffia lo Scirocco. Il cielo è terso. Di un azzurro, però, sbiadito. E la luce del tardo pomeriggio assume riflessi aurei. È la sabbia rossa del deserto, portata dal vento. Domattina la troveremo come una coltre sulle automobili parcheggiate all’aperto.

Viene da sud est lo Scirocco. Dalla martoriata Siria, sfiorando la Zacinto di Foscolo. E dalla Libia, anche. Dove lo chiamano Ghibli. È un vento strano. Barocco, lo definisce Guccini, che lo chiama anche “lurido”. Perché sporca le strade. E turba gli animi.

È infatti un vento nocivo, secondo la tradizione popolare. Non solo perché porta afa soffocante, e l’umidità intensa di cui si carica attraversando il Mediterraneo. Ma anche, e soprattutto, perché tende i nervi come corde di violino. Evoca fantasmi. Porta angoscia. Dicono che i neurolabili soffrano molte crisi in giornate come questa…

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Anno Zero. Scirocco

Nuovi voli Blue Air da Torino

Blue Air annuncia nuove destinazioni e frequenze aggiuntive da Torino a partire da settembre 2020.

Rafforzato il posizionamento strategico in Italia.

Crescono le operazioni di Blue Air in Italia con l’aggiunta di un aeromobile sulla base di Torino a partire da settembre 2020. Due nuove rotte e aumento di frequenze sui voli nazionali già operati da Torino.

 

Blue Air aumenta la propria offerta di voli nazionali da Torino: 7 rotte, di cui 2 nuove, con doppio volo giornaliero per Catania, un volo giornaliero per Lamezia Terme e nuovi collegamenti per Bari (a partire dal 7 settembre) e per Cagliari (a partire dal 7 settembre), che si aggiungono ai voli per Napoli, Alghero e Trapani.

 

Blue Air volerà così verso 8 destinazioni dalla propria base di Torino:

 

Torino – Catania 13 voli settimanali (FREQUENZE AGGIUNTIVE)

Torino – Lamezia Terme 7 voli settimanali (FREQUENZE AGGIUNTIVE)

Torino – Bari 6 voli settimanali NUOVA ROTTA

Torino – Cagliari 4 voli settimanali NUOVA ROTTA

Torino – Napoli 4 voli settimanali (FREQUENZE AGGIUNTIVE)

Torino – Alghero 3 voli settimanali (FREQUENZE AGGIUNTIVE)

Torino – Trapani 2 voli settimanali

Torino – Bacau 3 voli settimanali

 

Tutti i voli sono in vendita da oggi sul sito web www.flybueair.com.

 

“Siamo felici di annunciare l’ampliamento delle nostre operazioni da Torino come parte della nostra strategia di offrire sempre migliori collegamenti fra le principali regioni italiane. Fin dal 2015 Blue Air ha investito a Torino credendo in una crescita sostenibile. Basando ora due aeromobili, sviluppiamo il nostro network italiano, introduciamo nuove rotte e voli aggiuntivi su rotte già servite, per le quali c’è una forte richiesta. L’Italia è un mercato strategico e lo dimostra il fatto che stiamo nuovamente investendo per adattare la nostra offerta alla domanda crescente di voli nazionali, continuando ad offrire un eccellente servizio a tariffe convenienti” ha dichiarato Oana Petrescu, Amministratore Delegato di Blue Air.

 

“Con le nuove destinazioni annunciate oggi Blue Air arricchisce e completa il proprio network di voli nazionali dal nostro Aeroporto. Una scelta che, oltre ad essere coerente con l’aumento della domanda di viaggio in Italia che sta caratterizzando questa seconda metà del 2020, segue la forte richiesta di maggiori frequenze e prezzi più competitivi espressa da sempre dal nostro bacino di utenza. Grazie a questi nuovi voli e ad una programmazione con orari adatti alle esigenze dei viaggiatori, Blue Air rende così il nostro scalo ancora più attrattivo per tutti i passeggeri” ha aggiunto Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport.

 

La rivoluzione di Adriano

Meglio della fiction televisiva, per conoscere la vita di uno degli italiani più sorprendenti del Novecento, è strumento ideale il libro dello scrittore e giornalista Valerio Ochetto, uscito qualche tempo fa.

“Industriale coraggioso, intellettuale fuori dagli schemi, editore, politico, urbanista, innovatore delle scienze sociali”: così l’autore sintetizza la figura del capitano d’industria che seppe essere al tempo stesso imprenditore e rivoluzionario. Senza dubbio quella di Adriano Olivetti è una vita straordinaria che, dalla fabbrica, giunge a una visione di rinnovamento integrale della società. Ochetto la ripercorre da vicino intrecciando i tratti più intimi e il racconto familiare con la ricostruzione delle iniziative imprenditoriali, rivolte al profitto come mezzo e non come fine.

 “Adriano Olivetti. La biografia”. Di Valerio Ochetto, Edizioni di Comunità

Vendemmia, sarà un’ottima annata

Il Piemonte si prepara alla vendemmia. Confagricoltura: produzione sana e abbondante, qualità elevata. Dal 22 agosto si raccolgono le uve per l’Alta Langa docg, poi toccherà a moscato, brachetto e dolcetto. Si chiuderà con i nebbioli dell’Alto Piemonte e il Caluso Passito.

Il prossimo mese sarà cruciale per l’esito della vendemmia. “Confagricoltura Piemonte – dichiara il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro –  con una rete di 40 tecnici sul territorio sta seguendo l’evoluzione dell’annata che per il momento si presenta molto buona, con punte di eccellenza: il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile  al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo. La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno”.
 
Le date di vendemmia
“Le prossime quattro settimane – afferma Alessandro Bottallo, esperto vitivinicolo della Confagricoltura di Alba – saranno fondamentali per capire come si presenteranno i grandi rossi del Piemonte. A partire dalla seconda decade di agosto – chiarisce Bottallo – intensificheremo i prelievi di uve nei vigneti perseguire le curve di maturazione e consigliare ai viticoltori il periodo migliore per avviare lo stacco dei grappoli, quando l’equilibrio acidi zuccheri avrà raggiunto il suo punto ottimale. Pur essendo molto cauti nelle previsioni possiamo esprimere una valutazione moderatamente ottimistica. Se l’andamento climatico ci accompagnerà la vendemmia 2020 potrà riservarci grandi soddisfazioni”.
Le prime uve a essere vendemmiate – spiegano i tecnici di Confagricoltura –  saranno pinot nero e chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa: la raccolta partirà attorno al 22 – 23 di agosto, nei vigneti con le migliori esposizioni. Per fine mese è previsto l’avvio della raccolta delle uve moscato per la produzione di Moscato d’Asti e Asti a denominazione d’origine controllata e garantita.
Nell’Acquese e nell’Astigiano, anche a causa di alcune grandinate, la produzione di uva moscato è data in leggero calo rispetto allo scorso anno, mentre in provincia di Cuneo il raccolto si presenta con un livello soddisfacente.
Subito dopo il moscato sarà la volta delle uve brachetto per la produzione di Acqui docg.
Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve dolcetto: qualora le temperature notturne dovessero però scendere sensibilmente verso la fine del mese di agosato la raccolta potrebbe essere anticipata di qualche giorno, per evitare problemi di cascola. Il vitigno dolcetto, infatti, a maturazione medio precoce, quando la fase di completamento del grappolo avviene molto celermente, accompagnata da importanti escursioni termiche, va soggetto a un fenomeno di caduta degli acini; per questo motivo i viticoltori potrebbero decidere di anticipare di qualche giorno lo stacco dei grappoli.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato doc e di Gavi docg: il vitigno a bacca bianca è tra i più tardivi nella maturazione e i viticoltori, per la produzione di vini fermi, preferiscono non anticipare troppo la raccolta per consentire all’uva di sprigionare tutte le proprie caratteristiche.
Nello stesso periodo è prevista la vendemmia dell’Erbaluce in Canavese: la raccolta, per la produzione di vino spumante metodo classico, verrà probabilmente anticipata di una settimana, mentre le uve destinate al Passito di Caluso docg non verranno staccate prima della metà di ottobre.
Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva barbera, per proseguire con i nebbioli, in Roero, Langa e nell’Alto Piemonte, verso la fine del mese.

L’annata 2020
L’annata – chiarisce Confagricoltura Piemonte – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.
Il maltempo primaverile, con un’elevata umidità, ha impegnato non poco gli agricoltori a contenere peronospora e oidio. Oggi le uve si presentano in buone-ottime condizioni sanitarie e le produzioni di alcune varietà, che potrebbero rivelarsi abbondanti, unite alla riduzione dei volumi commercializzati a causa del mercato non favorevole per la pandemia, stanno orientando più di un consorzio di tutela (organismi espressione di produttori, vinificatori e imbottigliatori) a valutare l’opportunità di attivare la “riserva vendemmiale”. Si tratta, spiegano i tecnici di Confagricoltura, di tenere da parte un certo quantitativo della produzione per renderlo disponibile qualora si aprissero interessanti sbocchi commerciali.
“Una delle preoccupazioni che angustiano i viticoltori in questo periodo, aldilà delle condizioni climatiche, è quello della raccolta, in quanto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – a causa del delle misure sanitarie  imposte e della scarsa presenza di lavoratori extracomunitari sul nostro territorio, potrebbero esserci difficoltà a reperire manodopera per la raccolta, soprattutto se le operazioni dovessero concentrarsi in pochi giorni per avversità meteorologiche”.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE 
 

Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte

10.862 aziende viticole
41.800 ettari di vigneto
20 vini docg e 41 vini doc
2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume complessivo di 320 milioni di bottiglie
54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
14 consorzi di tutela
Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)

Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte