ilTorinese

Tre giorni di caldo e nel weekend pioggia

Su Torino e Piemonte da martedì tre giorni di caldo asciutto, con  massime a 32-33 gradi.

Ma venerdì e sabato è prevista  un’ondata temporalesca, con possibili nubifragi.

Da domenica le temperature massime saranno al di sotto dei 30 gradi anche in pianura.

Le condizioni meteo resteranno variabili fino al 2 settembre e poi, un poco alla volta,  arriverà l’autunno.

Napoli (Fi): “Appendino ha fatto bene a cancellare scritte ingiuriose”

Ha fatto bene il sindaco Chiara Appendino a far cancellare le scritte ingiuriose contro la Lega apparse in alcuni quartieri della città. Ha compiuto un gesto di civiltà politica per il quale non dovrebbero servire neppure commenti, ma sarebbe da considerare normale in un Paese normale.

Osvaldo Napoli, capogruppo Forza Italia Comune di Torino

Dopo il nubifragio terra e foglie nei tombini

FRECCIATE   Ci dispiace polemizzare con Chiara Appendino e con la Smat ma i tombini di Torino in corso Matteotti e corso Vinzaglio, dove è si è scaricata la forza del nubifragio di lunedì scorso, restano occlusi di terriccio e foglie. Non ci resta che sperare nel bel tempo.

L’arciere

 

Coronavirus, in Piemonte 40 nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

 

26.616 PAZIENTI GUARITI E 529 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.616 (+10 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3315 (+2) Alessandria, 1599 (+0) Asti, 848 (+0) Biella, 2520 (+1) Cuneo, 2381 (+1) Novara, 13.675 (+3) Torino, 1119 (+0) Vercelli, 980 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 179 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 529 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4143

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale rimane quindi di 4143 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1833 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 32.383 (+ 40 rispetto a ieri, di cui 34 asintomatici. Dei 40 casi, 27 screening, 11 contatti di caso, 2 con indagine in corso. I casi importati sono 30 su 42) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4148 Alessandria, 1910 Asti, 1066 Biella, 3057 Cuneo, 2916 Novara, 16.214 Torino, 1468 Vercelli, 1166 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 278 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 160 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 5 (+ 2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 83 (+5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1007

I tamponi diagnostici finora processati sono 560.823 di cui 310.514 risultati negativi.

Vietti, emozione mondiale

Emozionato e soddisfatto Celestino Vietti dopo la  sua prima vittoria in gara in Moto3 al Red Bull Ring. E’ a 40 punti da Arenas

Al  Gran Premio di Stiria  il  giovane pilota piemontese dello Sky Racing Team VR46  ha segnato  il primo successo della carriera nella classe più leggera del mondiale. Nella magnifica competizione ha guidato una doppietta tricolore e ha sconfitto  Tony Arbolino a due giri dal termine.

“E ‘sicuramente il giorno più bello della mia vita –  ha detto Vietti a fine gara – Quando ho passato il traguardo solo grandi urla e pianti. Io non mi sarei mai aspettato un giorno di riuscire a conquistare una vittoria nel mondiale. Un grande grazie a tutta la squadra,  senza di loro non sarei mai arrivato qui, e grazie alla mia famiglia che mi segue sempre, i miei genitori. Mio papà è sempre venuto a tutte le gare, lui c’è sempre”.

Foto Sky Racing Team VR46 

Arrigo Levi, addio all’ultimo grande direttore

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La morte di Arrigo Levi priva il giornalismo dell’ ultimo grande direttore e di uno degli ultimi giornalisti di alta professionalità e di sicura onestà intellettuale. Ci siamo conosciuti e frequentati durante tutto il suo periodo di direzione alla  “Stampa”, un periodo funestato dal terrorismo e dalla morte di Carlo Casalegno, vicedirettore del giornale e vittima delle Br.

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Levi era andato volontario nella prima guerra – arabo israeliana nel 1948 in difesa dello Stato di Israele, un’ idea che mantenne coerente per tutta la sua vita, cantando, in fin di vita, in ospedale, l’Inno di Israele. Era un uomo di respiro  internazionale e credo che il clima torinese un po’ provinciale gli stesse stretto anche se cercò di dialogare con la città.
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 Volle continuare l’opera di Alberto Ronchey  di cui fu successore, nell’aprire il giornale a contributi e idee diverse, rispetto ad un principio liberale che egli sentiva profondamente. Tra i nuovi collaboratori ci furono Manlio Brosio e Aldo Garosci. Chiese delle vignette al grande Mino Maccari, creando una speciale terza pagina della domenica.  A presentarmelo durante un pranzo al “Cambio” fu il direttore uscente Ronchey  che volle raccomandargli il <<suo Pannunzio >> che durante la direzione di Levi  divenne luogo prediletto degli incontri fantasiosi del Conte di Cavour immaginati da Stefano Reggiani su idea Ferruccio Borio. Credo che gli stesse stretta una parte di redazione e un’altra parte che fiancheggiava i terroristi rappresentasse una vera spina nel fianco. Fu lui a non volere la direzione di “Stampa sera“ , covo di estrema sinistra, che fino ad allora aveva per direttore lo stesso giornalista che dirigeva l’edizione del mattino. Aveva tra i suoi redattori uno dei più grandi giornalisti, Vittorio Messori, che forse non poté valorizzare come avrebbe meritato. Stiamo già sentendo con fastidio  le voci dei giornalistini egocentrici e narcisisti che si autodefiniscono  il  braccio destro” del direttore e ne tessono le lodi post mortem.  Ricordo che quando Gheddafi chiese la sua testa per un elzeviro scherzoso di Fruttero e Lucentini, il Centro “Pannunzio” fece affiggere un manifesto in tutta Torino di solidarietà a Levi. Conservo una sua lettera molto affettuosa di ringraziamento. Poi il  rapporto continuò durante il settennato di Ciampi alla presidenza della Repubblica. Ebbi più consuetudine con Gaetano Gifuni, segretario generale, ma spesso mi sentii anche con Levi che una volta venne su mio invito a ricordare Casalegno insieme al direttore Marcello Sorgi al liceo d’Azeglio durante la presidenza di Giovanni Ramella.  Mi permisi nel mio intervento di definire Casalegno un moderato, considerando che altri lo ritenevano impropriamente uomo di destra. Moderato, dissi, in opposizione ad estremista. Levi non accettò questa tesi e sostenne che Carlo era un <<estremista della democrazia >>, una tesi  che lasciò perplessa  la vedova di Carlo Dedy  che condivideva le mie idee. Poi alla cena al “Cambio” che seguì nacque un confronto molto affettuoso ma vivace tra Dedi e Levi su Casalegno. In seguito parlammo noi due a lungo di Ciampi di cui era Consigliere: mi disse di lui delle cose molto affettuose e intime che rivelano la grandezza umana ed intellettuale del Presidente di cui ho scritto in un mio libro. Poteva apparire strano che una grande penna del giornalismo internazionale rinunciasse alla scrittura per servire un Capo dello Stato, ma capii che Levi lo fece, sentendolo come una missione civile. Prima di tutto è stato un grande italiano fedele alle Istituzioni della Repubblica. E  anche come tale gli va reso grazie.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Ragazzo aggredisce il padre per ottenere denaro

L’accusa è  di avere aggredito il padre per ottenere  denaro: un ventiduenne è stato arrestato dai carabinieri a Vigone.

Erano quattro anni che il ragazzo dimostrava intemperanze in famiglia. A denunciarlo sono stati i genitori alcuni giorni fa, quando il giovane, per farsi consegnare denaro, dopo le minacce ha aggredito il padre, che ha riportato ferite guaribili in dieci giorni.

(foto archivio)

Anno zero. Foreste e deserti

“Prima della civiltà c’è la foresta. Dopo la civiltà c’è il deserto”.

Lo ha detto, più o meno con queste parole visto che vado a memoria, Renè de Chateaubriand. Lui, l’autore di “Memorie del sottosuolo” e de “L’ultimo degli Abenceraghi” conosceva bene la foresta. Vi aveva vissuto nelle lontane Americhe, quando aveva dovuto abbandonare la Francia perché avverso, aristocratico cadetto di Navarra, alla Rivoluzione e ai giacobini. Vi tornerà, poi, per combattere nell’Armata degli emigrati. E resterà ferito… Ma questa è altra storia…
In America visse nella foreste. Con i Natchez. Una vasta confederazione tribale appartenente alla stirpe dei Creek. E imparentata con i più famosi Cherokee. Sperimentò così la vita dei nostri antenati, cacciatori e raccoglitori. Prima dell’inizio di quella che chiamiamo Civiltà. E la cantò, quella vita, in uno dei suoi poemi.

Fu lì, probabilmente, che l’aristocratico controrivoluzionario, uno dei primi romantici francesi, ebbe l’intuizione che la civiltà viene dalla Foresta. Che la precede e ne rappresenta la matrice culturale. Una cultura, però, anzi una Kultur magmatica, selvaggia, feroce. E proprio per questo vitale…

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Anno Zero. Foreste e deserti

MODO mobilità dolce: avete già visto il video?

E’ online lo spot video proposto da UrbanLab per raccontare la città che cambia. Il titolo della campagna, “MODO”, composto utilizzando le iniziali delle parole centrali del progetto, è da interpretarsi nel significato di “maniera, abitudine, atteggiamento, condotta”, in riferimento a una nuova modalità di approccio alla mobilità quotidiana.

Ricorrente è il concetto di “scelta”: la scelta di una modalità di trasporto alternativa comporta una forte assunzione di responsabilità personale, segno della volontà di contribuire al cambiamento positivo attraverso le nuove “buone abitudini”.

Il video è raccontato dagli Eugenio in Via Di Gioia.