ilTorinese

Sanità privata: accordo per il rinnovo del contratto di lavoro

 L’Assessore regionale alla sanità Luigi Icardi assicura il proprio impegno in favore del rinnovo del contratto degli operatori della sanità privata ringrazia il sistema privato per l’aiuto durante la pandemia. Si è aperta così l’assemblea degli imprenditori della sanità associati all’AIOP – l’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che in Piemonte raggruppa 38 strutture – che si è tenuta al Circolo di Lettura di Tortona (AL) nella zona che più di ogni altra in Piemonte è stata colpita dall’emergenza. Qui è nato il primo ospedale Covid della Regione.

C’è grande attesa per il patto nazionale che vale 300 milioni di euro, dei quali la metà sono in carico alle RegioniPer la prima volta il sistema pubblico sosterrà il contratto di lavoro che gli operatori della sanità privata attendono di poter rinnovare da 13 anni. «L’accordo non è in discussione – ha dichiarato Icardi – è un impegno che vogliamo portare avanti e mercoledì ci sarà l’audizione in conferenza degli assessori regionali alla sanità per sollecitare le Regioni che devono ancora sottoscriverlo».

In tema di pandemia, Icardi ha ricordato il grande lavoro che è stato fatto nella generale incertezza scientifica e ha ringraziato il sistema sanitario privato «che ci è venuto in soccorso durante l’emergenzaIl territorio non era strutturato, ora siamo più forti, ma il Piemonte deve essere orgoglioso della risposta che la rete ospedaliera ha saputo dare».

Durante l’assemblea Giancarlo Perlapresidente di AIOP Piemonte ha confermato l’impegno del privato al fianco del sistema pubblico «Noi ci siamo – ha detto –, ad Alessandria come su tutto il territorio regionale e italiano. Abbiamo riconvertito le nostre strutture durante le fasi più critiche della pandemia. Per il futuro siamo a disposizione. Affrontiamo un autunno incerto. I cittadini subiscono il ricatto della paura e non si avvicinano alle strutture private anche se non sono state Covid. Rinnoviamo il nostro invito all’assessore a sostenerci».

Dal dibattito è emerso il quadro di una grande integrazione, evidenziata anche da Valter Galante dell’Asl di Alessandria che ha spiegato come durante la pandemia ci sia stata «una svolta, un salto di livello nel lavoro portato avanti da sanità priva e pubblica insieme. Soprattutto nell’alessandrino, un territorio vicino ai focolai peggiori d’Italia, Lombardia e Emilia».

«Non è un caso infatti – aggiunge ancora l’assessore – che abbiamo chiesto che la rendicontazione delle spese della sanità privata venga erogata in base ai costi reali sostenuti e non secondo il tariffario di riferimento ormai superato».

Presenti all’assemblea AIOP i maggiori esponenti della sanità privata regionale e nazionale. Oltre ai vertici di AIOP Piemonte, all’assessore Luigi Icardi, al direttore regionale sanità Fabio Aimar, hanno partecipato Federico Chiodi, Sindaco di Tortona, Gabriele Pelissero, dell’Aiop Nazionale, Ettore Sansavini, Presidente Gvm Care e Research, uno dei gruppi più importanti in Italia, Rossana Boldi, Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, Luigi Vercellino, Direttore Amministrativo Asl Alessandria, Fabio Marchi, presidente commissione sanità Confindustria Piemonte.

Ruffino (Fi): “I No Tav continuano a farsi sentire con metodi violenti”

I No Tav continuano a farsi sentire in Val di Susa con metodi violenti

Si sono cimentati contro i cancelli del cantiere della Torino Lione e con un corteo da cui sono partite pietre e artifizi pirotecnici indirizzati alle forze dell’ordine. Questi signori si oppongono alla realizzazione della Tav sbagliando nel metodo e nel merito.

Si può manifestare il proprio dissenso anche in forme più civili, senza ricorrere necessariamente alla violenza”. Lo afferma, in una nota Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia eletta nel collegio uninominale Val di Susa. “Sbagliato è pensare di tenere al proprio paese non rendendosi conto se ci si oppone all’alta velocità si condanna l’Italia verso quella decrescita felice che di felice non ha nulla se non la perdita di posti di lavoro. Non avere infrastrutture all’avanguardia significa voler restare fanalino di coda in Ue. In un momento di grave crisi economica sarebbe bello vedere il paese pieno di cantieri, gente al lavoro. Le infrastrutture e la Tav in particolare devono essere la priorità per il governo che ha il dovere di tentare di risollevare I’Italia dalla crisi. Con i “no” al futuro, al progresso non si ottiene nulla”, conclude.

Giachino: “La nuova Ztl? Una mia proposta del 1991”

“Nuova proposta ZTL di APPENDINO e LA PIETRA riprende il modello OSLO che io proposi al Comune di Torino”

Sono lieto che dopo aver sbattuto contro il muro dei commercianti torinesi su una ipotesi di ZTL che avrebbe ancor più depresso la economia torinese di quanto non lo sia già e avrebbe messo in difficoltà il commercio torinese che da anni vive e paga il declino della economia cittadina, rilevo con piacere la nuova proposta di ZTL con pagamento a tempo consumato che riprende il modello OSLO che io proposi alla Città di Torino nel 1991 come può testimoniare un servizio molto documentato di Barbara BECCARIA della Agenzia ANSA. Ovviamente saranno determinanti orari e prezzi ma questa ipotesi coniuga meglio fruizione della Città e mobilità Urbana.
Mino Giachino
SìTav SìLavoro

Vacanze, il “voucher Piemonte” piace ai turisti

In una settimana venduti più di 1000 pacchetti che offrono  tre notti al prezzo di una: già attivati oltre 6 mila pernottamenti 

 

A una settimana dal suo avvio il voucher vacanza della Regione Piemonte incassa il gradimento dei turisti che in soli 7 giorni hanno acquistato più di 1000 pacchetti per trascorrere tre notti in Piemonte al prezzo di una. Tra i territori più richiesti c’è il Lago Maggiore con oltre 200 voucher venduti e 50 settimane di vacanza prenotate, ma successo anche per le colline Unesco di Langhe e Monferrato , le montagne cuneesi e per la città di Torino con le sue valli , tutti con più di 200 voucher venduti o già opzionati. Ad apprezzare l’iniziativa sono stati gli stessi piemontesi , ma anche turisti in arrivo principalmente da Lombardia, Liguria, Veneto e anche dall’estero, in particolare Svizzera e Francia Considerato che i voucher venduti riguardano quasi tutti camere doppie , i turisti attratti sono quindi già più di 2 mila , con una ricaduta complessiva di oltre 6 mila pernottamenti prenotati in meno di una settimana .

 

«Abbiamo lanciato la promozione venerdì scorso e già nel weekend sono arrivati i primi turisti – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio , il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore al Turismo, Cultura e Commercio Vittoria Poggio – . I voucher funzionano perché offrono un vantaggio immediato e consistente a chi li acquista e allo stesso tempo immettono risorse reali e istantanee nel nostro sistema turistico e ricettivo, che è uno dei settori più colpiti dalle conseguenze dei mesi di lockdown. Adesso che siamo ripartiti, però, il Piemonte è pronto ad accogliere i turisti di ogni parte del mondo con la sua ospitalità “singolare”, come dice il claim della nostra campagna di promozione. Significa la certezza di una vacanza in sicurezza in luoghi unici e dalla bellezza suggestiva e mai scontata». 

 

Circa 400, ad oggi, le strutture ricettive che hanno aderito su tutto il territorio piemontese all’iniziativa della Regione Piemonte (hotel, B&B, campeggio, alloggio, agriturismo). Tra le tipologie più richieste dai turisti, nella prima settimana, ci sono gli agriturismi con piscina.
In generale, considerato il prezzo medio di 90 euro a notte per una camera doppia, il valore dei voucher acquistati finora è di oltre 90 mila euro , che moltiplicato per tre porta il valore complessivo dei pacchetti venduti a circa 300 mila euro . Per ogni notte acquistata dal turista, infatti, altre due vengono offerte dal territorio: una dalla Regione e l’altra dalla struttura ricettiva stessa.

 

Il voucher vacanze del Piemonte è frutto di un importante lavoro di squadra voluto e realizzato dalla Regione Piemonte in sinergia con VisitPiemonte (la società in house per la valorizzazione del territorio che ha curato lo sviluppo della campagna) e in collaborazione con Unioncamere, tutte le Agenzie Turistiche Locali , le Camere di commercio e i Consorzi turistici del Piemonte sotto la regia della Federazione dei Consorzi turistici della Regione Piemonte – Piemonte Incoming. 

 

«In questi giorni abbiamo riscontrato un incremento delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere che stanno aderendo alla promozione – evidenzia Andrea Cerrato presidente di Piemonte Incoming – . Gli operatori hanno capito che il voucher attivato dalla Regione non è un credito di imposta, come quello dello Stato, ma sono entrate di cassa immediate. E questo sta producendo molto interesse e una ricaduta immediata sul nostro settore».

 

I voucher potranno essere acquistati fino al 31 agosto 2020, ma saranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2021 . Tutte le info relative su www.visitpiemonte.com

Paola Gianotti ha concluso il suo Giro del Piemonte

L’atleta piemontese, con all’attivo 3 Guinness World Record, ha concluso oggi il suo personalissimo Giro del Piemonte, dopo 1500 km, 8 giorni e con 80 comuni coinvolti. È stato il primo di una serie di giri per l’Italia, con l’obbiettivo di sensibilizzare territorio ed opinione pubblica sulla sicurezza in bici.

 Dall’11 al 18 luglio 2020 Paola Gianotti ha pedalato per 1500 km attraversando 80 comuni piemontesi con l’obbiettivo di valorizzare il territorio e installare quasi 500 cartelli, che invitano a dare attenzione ai ciclisti sulla strada.

L’atleta eporediese, che detiene 3 Guinness World Record, tra cui l’essere la donna più veloce del mondo ad aver circumnavigato il globo in bici, porta avanti questa singolare campagna insieme all’ex-campione del mondo Maurizio Fondriest ed al toscano Marco Cavorso, che ha perso il figlio, ciclista quattordicenne, investito da un’auto.

La partenza del Giro del Piemonte di Paola è stata sabato l’11 luglio da Macugnaga (VCO). L’atleta ha attraversato il Verbano-Cusio-Ossola, il Novarese, ha percorso un tratto delle strade di Coppi nell’Alessandrino, è salita sul Colle Fauniera nel Cuneese, ricordando Marco Pantani ai piedi del suo monumento, ha pedalato nell’Astigiano, nel Biellese e nel Vercellese, ha dedicato ben tre giorni ai comuni del Torinese ed oggi, ha corso sulle strade di casa, da Santhià (TO) fino all’arrivo ad Ivrea.

I cartelli apposti dalla Gianotti invitano i ciclisti e gli automobilisti a mantenere una distanza tra veicoli di 1,5 mt.

Il commento di Paola: “E’ stato un bellissimo giro, un momento di sport ma soprattutto un momento di impegno sociale. Sono felicissima dell’accoglienza che ho ricevuto in ognuno dei territori attraversati. Sono partita con pochi amici e sono arrivata con un gruppo. Ad ogni tappa si sono aggiunti ciclisti, agonisti, squadre, amici o semplici appassionati. Importante e significativo il ritorno avuto dai vari comuni. Sindaci, assessori, autorità mi hanno accolto con entusiasmo e partecipazione, dichiarando così il loro impegno ed il rispetto nei confronti del ciclista che attraversa le loro strade.

Ci sono stati tanti momenti molto belli: ho parlato con i ragazzini delle scuole elementari, ho pedalato sulle strade di Fausto Coppi, sono salita sul Colle Fauniera che forse diventerà percorso di tappa del prossimo Giro, ho incontrato Giovanni Ellena della Androni Giocattoli ed ho apposto un cartello nei pressi della casa di Egan Bernal. Insomma, un concentrato di emozioni che non scorderò mai. La cosa più importante però è stata l’attenzione alla sicurezza. Spero che questi cartelli siano un monito ed un segnale forte. Intanto, mi hanno già chiesto di organizzare il giro in altre regioni, e questo è il più bel risultato.

Il Giro del Piemonte di Paola Gianotti è gestito dal suo team, grazie alla collaborazione di Cristina Doimo, Fabrizio Malisan, Luciano De Bernardi, Carmela Vergura, Paolo Monzardo, con il supporto di Elastic Interface, MailUP, Cinelli, EICOM Energia, Sicav Auto e Favre.

L’intero evento è stato trasmesso sui canali social di Paola Gianotti (facebook.com/keepbrave.paola/).

La pedalata è stata un’iniziativa sociale e personale di Paola Gianotti e non è da intendersi come manifestazione sportiva.

Per sfuggire al caldo fanno il bagno nella fontana del Po

FRECCIATE   Un bagno in pieno centro, in piazza Cln.  Un gruppo di ragazzi giovanissimi ha pensato bene di fare quattro bracciate nella fontana dedicata  al fiume Po, sotto gli sguardi dei passanti. Per fortuna a scuola sarà reintrodotta l’ora di educazione civica.

L’ARCIERE

Un video in lingua per spiegare la raccolta differenziata

 Da oggi Amiat Gruppo Iren insieme alla Città di Torino e alla Circoscrizione 7, mette in campo un nuovo progetto di comunicazione multimediale in lingua, del tutto innovativo ed espressamente dedicato ai cittadini stranieri che hanno ancora una scarsa conoscenza dell’italiano.  

L’obbiettivo del progetto è fornire un ulteriore supporto informativo alle corrette modalità di raccolta differenziata, valorizzando le skills comunicative dei dipendenti dell’azienda, di origine straniera, che svolgono quotidianamente mansioni operative

 

In questa prima fase del progetto, sulla base delle istanze del territorio ed in particolare della Circoscrizione 7, si sono privilegiate le lingue più parlate nella aree cittadine in cui si rilevano maggiori difficoltà nella corretta gestione dei rifiuti, come ad esempio la zona Aurora.

 

Per questo motivo, poco prima dell’emergenza Coronavirus, sono stati realizzati due brevi sketch video in francese e in arabo con sottotitoli in italiano, quindi comprensibili da tutti.

 

“Seguire corrette modalità nella raccolta differenziata dei rifiuti è indispensabile per far funzionare al meglio il servizio e ottenere risultati positivi. Sotto questo profilo – dichiara l’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia – assicurare a tutti i cittadini la possibilità di comprendere in modo chiaro quali siano le regole a cui attenersi risulta non solo importante, ma fondamentale. Per questo motivo l’adozione di iniziative e la messa in campo di strumenti che consentono di superare le difficoltà linguistiche, come il nuovo progetto di comunicazione multimediale lanciato da Amiat, assume un grande valore sia per coloro che fruiscono del servizio, sia per chi lo organizza e lo gestisce.

Gli operatori Amiat parlano direttamente alla videocamera, a tu per tu con i propri connazionali residenti a Torino, e mostrano come fare bene la raccolta differenziata tramite semplici esempi pratici e fornendo indicazioni sugli strumenti cartacei e digitali a disposizione del cittadino per risolvere ogni dubbio.”

 

I video sono visibili sul canale youtube Iren https://www.youtube.com/GruppoIren e sulla pagina FB di Amiat e del Gruppo Iren. Grazie alla collaborazione di diverse associazioni culturali verranno diffusi ai cittadini stranieri attraverso canali social e siti web.

 

Ma non è finita qui. Amiat prevede di registrare in futuro nuovi video, con il coinvolgimento di altri dipendenti di origini straniere che, parlando in ulteriori altre lingue, prime fra tutte l’inglese ed il rumeno, illustreranno ai loro connazionali le corrette modalità di conferimento dei rifiuti.

 

“Questa iniziativa – afferma il presidente di Amiat Gruppo Iren, Christian Aimaro – rientra in un più ampio piano di coinvolgimento e valorizzazione dello straordinario capitale umano di Amiat e del Gruppo Iren. Già nel corso del 2019, anno in cui Amiat ha festeggiato i suoi primi 50 anni, con un ricco programma partecipativo, abbiamo coinvolto molti nostri dipendenti in attività non strettamente legate alla propria mansione quotidiana. Questo ci ha permesso di scoprire come molti colleghi disponessero di non comuni qualità artistiche, comunicative ed espressive. Abbiamo quindi deciso di valorizzare questi aspetti, soprattutto per coinvolgere nei corretti comportamenti di differenziazione dei rifiuti quei cittadini che per difficoltà linguistiche e culturali trovano ancora difficoltà a comprendere le modalità di raccolta previste in città”.

 

“Siamo convinti – dichiara Luca Deri, Presidente della Circoscrizione 7 – che oltre al materiale cartaceo in lingua sia necessario anche un video in lingua che potrà essere veicolato tramite i social network ai diretti interessati. Dobbiamo anche sottolineare come le varie Associazioni dei Migranti siano state molte attive a diffondere il materiale informativo relativo alla raccolta differenziata “Porta a Porta” e siamo convinti che anche per questa iniziativa collaboreranno con l’Amministrazione Civica.

 

 

Addio a Giulia Crespi, signora del Fai

Numerose le iniziative che organizzò nelle dimore storiche a Torino e in Piemonte

Merate, 6 giugno 1923  Milano, 19 luglio 2020 / La scomparsa di Giulia Maria Crespi, fondatrice e Presidente Onoraria del FAI – Fondo Ambiente Italiano segna un momento cruciale nella storia della Fondazione, e vena di infinita tristezza l’animo del Consiglio di Amministrazione, del Comitato dei Garanti, della struttura operativa e delle Delegazioni del FAI che lei con unanime riconoscenza dedicano il più commosso tributo. La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il FAI è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire.

Le idee, le emozioni, lo stile e i fatti che hanno segnato la lunga e operosa vita di Giulia Maria Crespi sono contenuti nella sua autobiografia Il mio filo rosso pubblicata da Einaudi nel 2015.

Dopo aver fondato il FAI nel 1975 con Renato Bazzoni, Segretario Generale fino al 1996, ne è stata fino all’ultimo l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come Presidente fino al 2009 e poi come Presidente Onoraria fino aoggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione, come, dal 1985, Marco Magnifico oggi Vicepresidente Esecutivo, da Ilaria Borletti Buitoni Presidente dal 2010 al 2013, da Angelo Maramai Direttore Generale dal 2009 e infine da Andrea Carandini, Presidente dal 2013, oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale.

Essendo stata educata secondo i sani e severi principi della borghesia lombarda in base ai quali «chi ha avuto molto, deve dare molto», frase che Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava – da sempre praticandolo in prima persona – il ruolo che il volontariato svolge nella Società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le Delegazioni del FAI hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione.

Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi. 

Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente.

La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’Uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) e la passione per la tutela dell’Ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la Storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita.

«Il FAI soffre per la scomparsa della fondatrice Giulia Maria Crespi. Rassicurata dallo sviluppo della Fondazione in tema di beni gestiti, paesaggio e patrimonio, si era riservata la delega per l’Ambiente, preoccupata per la salute della natura e dell’uomo. Il FAI ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei Beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone».

Andrea Carandini

Presidente FAI – Fondo Ambiente Italiano

I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.

 

 

La sua vita

Quando Giulia Maria Crespi fondò il FAI nel 1975 era soprattutto nota per essere stata, fino all’anno prima, la proprietaria del «Corriere della Sera».

Figlia unica, proveniva da una delle principali famiglie industriali lombarde, fu educata in casa, dove ebbe la fortuna di avere tra i suoi insegnanti Fernanda Wittgens, la grande Soprintendente che fece risorgere Brera dopo la Seconda guerra mondiale. Da lei apprese l’amore per l’arte e per l’Italia dell’arte, a cui univa il suo amore per la natura come fonte di rigenerazione spirituale. Una madre ambiziosa le fece frequentare tutto il bel mondo di quegli anni ma, come scrisse nell’autobiografia Il mio filo rosso (Einaudi, 2015),il suo temperamento ribelle le fece compiere scelte anticonvenzionali. Sposò in prime nozze Marco Paravicini, già comandante partigiano, da cui ebbe due gemelli: Luca e Aldo, prematuramente scomparso due mesi fa. La tragica morte del marito in un incidente stradale la lasciò giovane vedova, ma con l’idea di avere un destino da compiere. Nel 1965 sposò in seconde nozze l’architetto Guglielmo Mozzoni. 

Insistendo con l’amatissimo padre Aldo, entrò nel 1962 nella gerenza del «Corriere della Sera», giornale che contribuì a rinnovare attraverso le direzioni Spadolini ma soprattutto Ottone. A collaborare furono chiamati scrittori e giornalisti come Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise. Fu lei a chiamare personalmente Antonio Cederna per occuparsi dei neonati temi ambientali. 

Già dalla fine degli anni Cinquanta era iscritta a Italia Nostra, dove conobbe Renato Bazzoni che aiutò a organizzare, nel 1967, Italia da salvare, una grande mostra fotografica che per prima denunciava il degrado urbanistico e ambientale dell’Italia del boom. Divergenze con i vertici di Italia Nostra la spinsero a fondare nel 1968, su spinta di Elena Croce, l’Associazione Alessandro Manzoni, avendo come modello il National Trust inglese. Il progetto non decollò ma l’occasione si ripresentò nel 1975 quando, insieme a Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli fece nascere il FAI – Fondo Ambiente Italiano. Fu lei a dotarlo dei 500 milioni di lire iniziali e a versare il denaro per acquistare, e donare immediatamente al FAI, il Monastero romano-longobardo di Torba (VA) nel 1976, il primo Bene importante del Fondo e la manifestazione concreta che non solo in Inghilterra un’associazione di privati poteva gestire un bene destinato alla fruizione pubblica. Giulia Maria Crespi ha spesso affermato che nei primi anni di vita non credeva nel FAI, ma fu la donazione dell’Abbazia e del borgo di San Fruttuoso (GE) da parte dei principi Doria Pamphilj a convincerla di essere sulla buona strada e ad assecondare l’entusiasmo contagioso di Bazzoni. Arrivarono, nel corso degli anni Ottanta, altri Beni di rilievo come il Castello della Manta (CN), la Villa del Balbianello sul lago di Como e Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA). 

A fronte di una ‘crisi di crescita’ Crespi ebbe l’idea di fondare un gruppo di sostegno, 200 del FAI, e chiamò a presiederlo l’amica Marella Agnelli. Fu in quegli anni che, per sostenere lo sviluppo, volle, accanto a Bazzoni, Marco Magnifico, allora poco più che trentenne. Fu ancora il suo spirito pioneristico che le fece accettare la scommessa di acquistare il Castello di Masino (TO), una delle più importanti regge piemontesi, che allora versava in uno stato di rovina, contribuendo ancora in prima persona. Nel frattempo nascevano le Giornate FAI di Primavera e altre manifestazioni che resero popolare il FAI, facendogli perdere lo spirito un po’ elitario delle origini, e orientarono la missione della Fondazione nella difesa e nella promozione del nostro patrimonio artistico e ambientale a fianco dello Stato. Così, dopo la morte di Bazzoni (1996), Crespi non ebbe dubbi nel proseguire la strada intrapresa, con la gestione del Giardino della Kolymbethra ad Agrigento, in concessione dalla Regione Sicilia, e del Parco Villa Gregoriana a Tivoli, concesso in comodato dallo Stato. Tutte prove della credibilità raggiunta dal FAI ma anche del personale carisma della Crespi, sempre pronta ad alzare il telefono per chiamare ministri, sovrintendenti, finanziatori. 

Anche se il FAI è stato preponderante nella seconda parte della sua vita, la Crespi è stata anche colei che ha introdotto l’agricoltura biodinamica in Italia ed è sempre stata un punto di riferimento nelle grandi battaglie ambientaliste del nostro Paese. Nel 2010divenne Presidente Onoraria del FAI, lasciando il suo posto a Ilaria Borletti Buitoni, cosi come più tardi approvò la scelta e sostenne l’opera di Andrea Carandini, attuale e terzo Presidente della Fondazione. Il FAI nel frattempo aveva raggiunto icentomila iscritti, poi i duecentomila, i Beni erano divenuti oltre sessanta, allargando il campo delle sue esperienze e dei suoi impegni. La Crespi continuò a partecipare alla vita del FAI, occupandosi della formazione delle nuove generazioni e accogliendo ogni mese di dicembre il sempre più grande mondo del FAI nella sua casa di corso Venezia a Milano, con un discorso mai d’occasione, il cui senso era di non cullarsi sui risultati raggiunti e di continuare a puntare lo sguardo al futuro come lei aveva sempre fatto.

Azzolina: “la scuola riapre per tutti il 14 settembre”

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in occasione di un incontro con il tavolo regionale sulla riapertura oggi al Liceo D’Azeglio di Torino ha detto: 

“Il 14 settembre la scuola riapre e riapre per tutti: gli organici e le risorse ci sono. Nel  decreto Rilancio ci sono 1,6 miliardi, un altro miliardo lo  stiamo trovando. E voglio rassicurare non solo le famiglie e gli studenti ma anche tutto il personale scolastico”.

Tav, Allasia: “Basta ambiguità e violenze”

“Basta ambiguità è ora di arrestare questi violenti. L’ennesimo assalto  in queste ultime ore al cantiere Tav, è la dimostrazione che ci troviamo di fronte a dei delinquenti che non  cercano nessuna forma di dialogo.

Esprimo massima solidarietà alle nostre forze dell’ordine, aggredite ancora una volta dai soliti idioti che non sanno nemmeno cosa sia la Tav, ma per loro ogni scusa è buona per sfogare il loro stupido fanatismo”.

Così il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia,  dopo i disordini di oggi al cantiere Tav di Chiomonte, che hanno provocato il ferimento di un agente di polizia.