CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 15:30
26.127 PAZIENTI GUARITI E 632 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.127 (+22 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3209 (+6) Alessandria, 1577 (+1) Asti, 843 (+0) Biella, 2441 (+0) Cuneo, 2359 (+1) Novara, 13.462 (+11) Torino, 1102 (+0) Vercelli, 963 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 171 (+3) provenienti da altre regioni.
Altri 632sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI RIMANGONO 4129
Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
Il totale rimane 4129 deceduti risultati positivi al virus: 680 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 372 Novara, 1821 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 31.698 (+15 rispetto a ieri, di cui 6 asintomatici: dei 15 casi, 6 screening, 5 contatti di caso, 4 con indagine in corso. I casi importati sono 3 su 15) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4107 Alessandria, 1886 Asti, 1056 Biella, 2932 Cuneo, 2819 Novara, 15.994 Torino, 1353 Vercelli, 1154 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 270 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 127 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 5(invariati rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 95 (-1 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 710.
I tamponi diagnostici finora processati sono 503.678, di cui 276.876risultati negativi.
Nubifragio scoperchia tetti e abbatte alberi
Intorno alle 21.30 di sabato, dopo una giornata calda e afosa, un vero e proprio nubifragio si è abbattuto su tutta la Provincia di Alessandria e di Vercelli.
DAL PIEMONTE / Particolarmente intensa è stata la pioggia caduta su Casale Monferrato, dove sono cadute piante, ci sono state strade allagate, tetti danneggiati. I volontari di Protezione Civile ed il personale del Comune sono inervenuti al più presto per la rimozione della piante dalle strade.. Una tromba d’aria si è abbattuta sulla Valle Ghenza, danni si sono riscontrati anche ad Ozzano Monferrato (sessanta centimentri d’acqua in pochissimo tempo e la località Lavello che sembrava un fiume) e Cereseto. Anche a Ponzano Monferrato ci sono stati tetti e capannoni scoperchiati in zona Tomarengo e Cascine Sapelli. La strada provinciale 23 ed alcune strade comunali hanno subito delle interruzioni per caduta alberi. Nella notte la viabilità è stata ripristinata con il gruppo dei cittadini volontari. Rimangono ancora da quantificare i danni a privati ed all’agricoltura. Anche a Serralunga di Crea si sono avuti notevoli problemi con il sindaco ed il vice sindaco, Giancarlo Berto e Beppe Trovato, sul campo per tutta la notte e la mattinata di domenica, insieme ai volontari Aib Valcerrina
VERCELLI. Nella serata del 1 agosto, dalle ore 21.30 circa, una squadra dei vigili del fuoco di Vercelli, supportate dalle squadre volontarie di Santhià e Trino, sono intervenute nell’area a Sud della Provincia, nel tratto compreso tra Ronsecco-Trino-Motta dei Conti per diversi interventi provocati dal maltempo. L’intervento della squadre ha consentito il taglio e la rimozione di alberi e pali telefonici che occupavano la sede stradale, permettendo di liberare alcuni automobilisti che erano rimasti intrappolati. L’ondata di maltempo ha coinvolto anche alcune automobili rimaste danneggiate dalla caduta di pali ed alberi sin zona Trino sulla Sp 455 e a Ronsecco sulla SP 86. Diversi sono stati anche gli interventi delle pattuglie di carabinieri e polizia.
Massimo Iaretti
La Roma vince allo Stadium
La stagione della Juventus termina con una sconfitta allo Stadium dove vince la Roma per 3-2
Con la Juve già campione d’Italia e la Roma ai gironi di Europa League, Ronaldo non è stato convocato e Dzeko è in panchina.
In risalto in entrambe le compagini giovani come Zanimacchia, Frabotta e Calafiori
Segna Higuain segna ancora, ma il migliore e’ stato Zaniolo.
Oggi l’arrivo di una perturbazione atlantica porta instabilità atmosferica su Torino e Piemonte
E’ allerta gialla per probabili temporali forti su tutta regione, con piogge, grandine e raffiche di vento.
L’Arpa – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale prevede l’instabilità maggiore dal pomeriggio di domenica per il transito di aria fredda, unito alla perturbazione, che provocherà un calo delle temperature anche nei giorni successivi.
L’evoluzione meteorologica può essere seguita sui canali di diffusione delle informazioni dell’Agenzia regionale.
In questa estate anomala, le discussioni letterarie sul gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri si sono concentrate su Il Colibrì, romanzo di Sandro Veronesi (La Nave di Teseo) vincitore dell’ultimo premio Strega e sui suoi più diretti candidati.
L’altro titolo che ha tenuto banco è Riccardino, romanzo postumo di Andrea Camilleri (Sellerio) che ha messo fine alle indagini del Commissario Montalbano: nonostante l’attesa, i commenti dei lettori hanno rivelato un po’ di delusione.
Terza menzione per Finché il caffè è caldo, di Toshikazu Kawaguchi (Garzanti) romanzo che cavalca l’onda del recente successo dei romanzi sui defunti e i cimiteri, aggiungendo, in questo caso, un pizzico di fantasy; sembra che i lettori lo apprezzino.
Domenico Sparno della Libreria Culture Club Cafè Mola di Bari ha scelto tre libri per i nostri lettori:
La mattina dopo – Mario Calabresi. Dopo una perdita o un cambiamento arriva sempre il momento in cui capiamo che la vita va avanti, ma niente è più come prima, e noi non siamo più quelli di ieri.
L’Ombra del vento – Carlos Ruiz Zafòn . Consigliato a tutti i lettori che vogliono aprirsi al mondo dei libri e della lettura
Il piccolo principe – di Antoine de Saint-Exupéry. Libro intramontabile adatto ad ogni età da leggere almeno una volta nella vita.
Per la serie: Time’s List of the 100 Best Novels, ovvero i cento romanzi più importanti del secolo XX, scritti in inglese e selezionati dai critici letterari per la rivista Times, questo mese noi abbiamo discusso di: Revolutionary Road, di Richard Yates, dal quale è stato tratto anche un apprezzato film con Leonardi Di Caprio, Il giorno della locusta, di Nathaniel West che descrive il mondo del cinema e il cinismo che lo domina, e L’uomo che andava al cinema, di Walker Percy, romanzo nel quale il protagonista “vive” attraverso i film che vede in sala.
Se cercate altri consigli di lettura, non perdetevi le nostre video recensioni sul canale YouTube ufficiale de Il passaparola dei libri.
Vi ricordiamo l’appuntamento settimanale con La metà pericolosa, giallo inedito di Silvia Volpi pubblicato in esclusiva in 10 emozionanti puntate per i lettori del nostro sito. Lo trovate a questo indirizzo: La metà pericolosa di Silvia Volpi
Per questo mese è tutto, ci rileggeremo il mese prossimo!
Agnelli: “Fiero e orgoglioso per Pirlo”
Andrea Agnelli, nel presentare il nuovo allenatore dell’Under 23, Andrea Pirlo ha detto: “Non ha bisogno di grandi presentazioni, gli do il bentornato”
“Siamo tutti affezionati a lui, specialmente all’uomo – ha aggiunto il presidente bianconero – e nei 4 anni in cui è stata scritta la prima parte della storia che stiamo continuando a scrivere, abbiamo apprezzato le sue qualità umane e tecniche che si potranno ritrovare anche in un allenatore. Sono fiero e orgoglioso, spero per lui che questo sia il primo passo di una carriera di soddisfazioni”
Nel più sanguinoso attentato degli anni della strategia della tensione persero la vita anche quattro piemontesi
di Marco Travaglini
Sono passati quarant’anni dal 2 agosto 1980. Quel giorno, alle 10.25 di un caldo mattino di sabato, avvenne uno degli atti terroristici più gravi del secondo dopoguerra, il più sanguinoso e criminale degli anni della strategia della tensione. Nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna Centrale esplose un ordigno a tempo, nascosto in una valigia abbandonata. Ottantacinque persone persero la vita e oltre duecento riportarono ferite molto serie.
La violenta esplosione venne avvertita nel raggio di parecchi chilometri. Un’intera ala della stazione crollò come un castello di carta, investendo il treno Ancona-Chiasso che sostava sul primo binario e il parcheggio dei taxi antistante l’edificio. Tra le ottantacinque vite innocenti che furono spezzate quel giorno quattro erano piemontesi. Mauro Alganon, 22 anni, era di Asti e viveva in casa con i genitori pensionati. Ultimo di tre figli lavorava come commesso in una libreria ed era appassionato di fotografia. Era partito molto presto quella mattina con un amico per andare a Venezia. A Bologna dovevano cambiare treno, ma, a causa di un ritardo, persero la coincidenza. Faceva caldo e cercarono ristoro nella sala d’aspetto, uscendo a turno a prendere un po’ d’aria.L’esplosione lo uccise mentre stava leggendo un giornale. L’amico che era uscito dalla stazione riuscì a salvarsi.
Rossella Marceddu aveva 19 anni e viveva con i genitori e la sorella a Prarolo, piccolo comune a sud di Vercelli. Studiava per diventare assistente sociale e aveva appena trascorso alcuni giorni di vacanza con il padre e la sorella al Lido degli Estensi. Stava rientrando a casa per raggiungere il fidanzato. Inizialmente, con l’amica che l’accompagnava, avevano pensato di fare il viaggio in moto, poi scelsero il treno ritenendolo più sicuro. Quella mattina si trovavano sul marciapiede del quarto binario in attesa del treno diretto a Milano. L’aria era afosa e così decise di andare a prendere qualcosa da bere. La bomba scoppiò mentre la ragazza stava andando al bar e la uccise. L’amica rimasta sul quarto binario si salvò.
Il cinquantaquattrenne Amorveno Marzagalli viveva ad Omegna sul lago d’Orta, con la moglie Maria e il figlio Marco.Lavorava come dirigente in una ditta produttrice di macchine da caffè. In quell’estate dell’80 aveva accompagnato la famiglia al Lido degli Estensi, in provincia di Ravenna e, poi, avrebbe dovuto raggiungere il fratello a Cremona con il quale aveva programmato una gita sul Po. Erano dieci anni che il fratello lo invitava, ma solo quella volta Amorveno acconsentì, anche per non lasciarlo solo dopo la morte della madre avvenuta in giugno. La mattina del 2 agosto si fece accompagnare alla stazione di Ravenna e di lì, dopo vent’anni che non saliva su un treno, si mise in viaggio alla volta di Bologna dove lo attendeva una coincidenza in partenza alle 11.05 che però non riuscì mai a prendere.
La quarta vittima aveva 33 anni, si chiamava Mirco Castellaro ed era nato a Frossasco in provincia di Torino. Nel paese a due passi da Pinerolo, dove il padre Ilario era stato sindaco, aveva vissuto a lungo per poi trasferirsi a Ferrara dove risiedeva con la moglie e il figlio di sei anni. Capoufficio presso la ditta Vortex Hidra a Fossalta di Copparo, nel ferrarese, aveva da poco acquistato un’imbarcazione in società con un amico, accarezzando il progetto di avviare una attività rivolta ai turisti. In quell’estate del 1980 l’obiettivo era di sistemare il natante ormeggiato in Sicilia e di fare alcuni piccoli viaggi di rodaggio. Una serie di imprevisti costrinse Mirco a ritardare la partenza. E l’appuntamento con il destino lo colse quel maledetto sabato di agosto alla stazione di Bologna. L’individuazione delle responsabilità della strage di Bologna rappresenta una delle vicende giudiziarie più complicate, lente e discusse della storia contemporanea del nostro Paese. Una vicenda che ha conosciuto tentativi di depistaggio e che, viceversa, nella ricerca della verità, ha visto l’impegno dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage, costituitasi il 1° giugno dell’81. Dopo vari gradi di giudizio si giunse a una sentenza definitiva di Cassazione solo quindici anni dopo la strage, il 23 novembre 1995: vennero condannati all’ergastolo come esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro (che si sono sempre dichiarati innocenti, pur avendo apertamente rivendicato vari altri omicidi di quegli anni). Per i depistaggi delle indagini furono condannati l’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del Sismi Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Il 9 giugno del 2000 la Corte d’Assise di Bologna emise nuove condanne per depistaggio e sette anni più tardi venne condannato a 30 anni per l’esecuzione della strage anche Luigi Ciavardini (minorenne all’epoca dei fatti). Altri due imputati — Massimiliano Fachini (anch’esso legato agli ambienti dell’estrema destra ed esperto di timer ed inneschi) e Sergio Picciafuoco (criminale comune, presente quel giorno alla stazione di Bologna, per sua stessa ammissione) — vennero condannati in primo grado, ma poi assolti in via definitiva, rispettivamente nel 1994 e nel 1996.
Nel 2017 è stato rinviato a giudizio per concorso nella strage di Bologna, l’ex terrorista dei Nar Gilberto Cavallini. Nell’ambito di questo procedimento è stata richiesta una nuova perizia sui reperti della stazione ancora conservati. In questa perizia è segnalato il ritrovamento di quello che potrebbe essere l’interruttore che fece esplodere l’ordigno. Nuovi e recenti scenari potrebbero aprirsi sulla strage di quarant’anni fa: il 9 gennaio di quest’anno Cavallini, sulle cui spalle pesano già otto ergastoli, è stato condannato con sentenza di primo grado, per concorso nella strage. A maggio la Procura generale del capoluogo emiliano ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex militante di Avanguardia nazionale Paolo Bellini, in quanto esecutore dell’attentato alla stazione mettendo in rilievo che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, con l’ex capo dell’ufficio Affari riservati del Viminale Federico Umberto D’Amato, con l’imprenditore e finanziere piduista Umberto Ortolani e col giornalista Mario Tedeschi, tutti morti nel frattempo e tutti coinvolti come possibili mandanti o finanziatori dell’eccidio. Si può arrivare finalmente a gettare luce sui mandanti? C’è davvero una svolta importante nell’inchiesta sulla strage? Questo si vedrà ed è augurabile che accada per dare finalmente dei volti e dei nomi a chi decise di colpire al cuore la nazione, stroncando la vita e i sogni di tanti innocenti e delle loro famiglie.
L’incremento degli sbarchi di immigrati sulle coste siciliane non dipende soltanto dalle strategie più o meno aggressive delle bande di trafficanti di umanità.
Esso è anche, e, temo, soprattutto, figlio delle gravi divisioni che attraversano la maggioranza e il governo, entrambi paralizzati sulla strategia più efficace da adottare per evitare il sovraffollamento dei centri di accoglienza. Divisioni che pesano fino ad annullare la capacità dell’Italia di essere ascoltata dall’Unione europea.
Il presidente Conte non ha saputo produrre una mediazione credibile fra la linea repressiva, caldeggiata in modo confuso dai Cinquestelle, e la strategia diplomatica messa in campo dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con il sostegno del Pd. Gli sbarchi accresciuti di queste settimane sono il risultato di questa confusione politica e dell’incapacità di Conte di fare chiarezza fra due linee che non sono necessariamente alternative. Coinvolgere l’Unione europea è doveroso, ma sarebbe molto più agevole per un governo capace di esprimere una strategia chiara, con obiettivi semplici e condivisi. Cosa finora impossibile, e Conte ne porta la maggiore responsabilità.
on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera
L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha sottoscritto il protocollo pilota del Tavolo italo-cinese di dialogo permanente sulla qualità e la sicurezza dei materiali anti-covid19, promosso dalla Camera di Commercio Internazionale di Wenzhou e dall’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese (Angi), in collaborazione con il Centro Studi sullo sviluppo e l’internazionalizzazione di Wenzhou e il Portale Risorse Umane di Wenzhou.
«L’esperienza dell’Unità di crisi – osserva Icardi – ha messo in evidenza l’estrema necessità di armonizzare gli standard delle certificazioni di idoneità e sicurezza dei dispositivi di protezione individuale (maschere facciali, guanti, tute ed occhiali protettivi), così come dei dispositivi medici (mascherine chirurgiche). Nell’emergenza, il riconoscimento immediato della qualità dei prodotti sanitari che si vanno ad acquistare non deve lasciare margini all’incertezza. Il percorso avviato nei mesi di maggiore difficoltà con l’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese del presidente Chen Ming ci ha condotto ad individuare riferimenti condivisi per la certificazione dei dispositivi sanitari, la formulazione di “black list” delle aziende produttrici non affidabili e la ricerca di migliori procedure di transito doganale. L’obiettivo è accrescere la sensibilità e la consapevolezza sulla qualità e la sicurezza, attraverso il confronto e la collaborazione».
L’iniziativa ha trovato questa settimana un’occasione di incontro coordinato dallo stesso Cheng Ming, con la partecipazione, oltre che dell’assessore Icardi, dei responsabili di Accredia Dipartimento Certificazione Ispezione, dell’Ufficio controlli – dogane, dell’Ente notificatore Dolomiticert e di un centinaio di operatori cinesi, tra cui il presidente della Camera di Commercio Internazionale di Wenzhou, Lai Xiaohua e il vice presidente Yu Xinchen, il vice direttore del Centro Studi per Sviluppo e l’internazionalizzazione di Wenzhou, Xu WEijun, il dirigente dell’Ufficio normativo della Dogana di Wenzhou, Mao Fanglong, il dirigente dell’Ufficio controllo della Dogana di Wenzhou, Bao Zongwen, la vice direttrice dell’Ufficio Scambio Internazionale di Wenzhou, Ye Yao e rappresentanti dell’Assessorato al Commercio di Wenzhou e dell’Istituto Scienza-Tecnologia su controllo qualità di Wenzhou.
In particolare, Accredia, ente unico di accreditamento designato dal Governo italiano, ha ricordato in una nota che per far fronte alla circolazione di falsi certificati di accompagnamento di prodotti importati e per agevolare il riconoscimento della validità di una certificazione di Dpi rilasciata da un Organismo Notificato, è stata aperta una sezione speciale del proprio sito web istituzionale, all’interno della quale sono fornite alcune indicazioni per riconoscere un certificato valido di attestazione della conformità di un Dpi. Sempre Accredia, il 7 aprile scorso aveva chiesto a tutti gli Organismi di Certificazione e Ispezione accreditati di astenersi dall’emettere attestazioni di tipo “volontario” in quei settori in cui per immettere prodotti sul mercato europeo è necessaria una certificazione emessa da un Organismo Notificato.
Sul fronte cinese, il Ministero del Commercio riconosce e istituisce una lista dei fabbricanti di mascherine non medicali che hanno ottenuto la certificazione o registrazione dagli Stati Esteri (www.cccmhpie.org.cn), mentre l’Agenzia nazionale per la regolamentazione del mercato istituisce una lista delle imprese produttrici di mascherine non medicali non conformi (www.samr.gov.cn).
Dal 25 aprile, le imprese cinesi che esportano mascherine non medicali devono presentare alla Dogana una dichiarazione congiunta della parte esportatrice e della parte importatrice, confermando la conformità del prodotto agli standard cinesi oppure a quelli dello Stato estero. La Dogana procede sulla base della “Lista Bianca” del Ministero del Commercio, oppure per le imprese che non risultano nella “Lista Nera” dell’Agenzia nazionale di regolamentazione del mercato, accertate le dichiarazioni, autorizza l’esportazione.
«Parliamo di una realtà di circa 130 imprese della zona di Wenzhou – rileva l’assessore Icardi -, soprattutto grandi imprese tessili convertite, con una capacità produttiva di 20 milioni di mascherine al giorno e che, secondo i dati della Dogana di Wenzhou, tra gennaio e maggio 2020 hanno esportato 143.770.000 tute protettive e 914 milioni di mascherine. Sono numeri da tenere in considerazione, nel malaugurato caso in cui ci trovassimo ad affrontare una nuova emergenza».