ilTorinese

Sequestro di oltre mille dosi di cocaina e crack a Barriera di Milano, due arresti

Due cittadini senegalesi di 41 e 20 anni sono stati arrestati a Torino dalla Polizia di Stato per la detenzione di circa 2 kg di crack e cocaina pronti allo smercio.

I poliziotti del Commissariato di P.S. Barriera Milano, insieme a personale della Questura, Ufficio di Gabinetto, e ai militari dell’Esercito impiegati nel pattugliamento “Strade Sicure”, mentre perlustravano la zona di piazza Foroni hanno notato un uomo uscire in tuta ginnica da uno stabile e, alla loro vista, rientrare frettolosamente all’interno. L’uomo, un senegalese di 41 anni ha asserito di essere uscito solo per fare dello sport, ma da accertamenti è risultato essere sottoposto agli arresti domiciliari e alla sorveglianza speciale.

Il suo comportamento ha insospettito ulteriormente gli agenti che nel suo vero appartamento hanno trovato un giovane che ha declinato false generalità tentando di farsi passare per minorenne.

Su un mobile della cucina, hanno trovato un sacchetto contenente quasi 200 grammi di cocaina. Nel bagno, rimuovendo la parte superiore della lavatrice, hanno rinvenuto oltre un migliaio di dosi di cocaina e di crack, già pronte allo smercio, e del materiale utile al confezionamento.

All’interno di due zaini, una cospicua somma di denaro in banconote di piccolo taglio, per un ammontare complessivo di oltre 78000 €.

I due cittadini senegalesi sono stati arrestati entrambi per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio; il quarantunenne anche per evasione e il ventenne anche per aver dichiarato false generalità.

Nell’ambito del progetto “Strade Sicure”, che vede il concorso di personale delle forze dell’ordine e di militari dell’Esercito Italiano, nel quartiere Barriera di Milano, dal 1° gennaio al 30 settembre 2024, la Polizia di Stato ha effettuato 387 servizi. Sebbene i pattugliamenti abbiano in via prioritaria scopo di deterrenza, essendo finalizzati alla prevenzione di reati e condotte illecite, in detto periodo sono state comunque tratte in arresto una trentina di persone e denunciate oltre sessanta. Complessivamente, inoltre, sono state controllate oltre 6300 persone.

Declinazioni Contemporanee #2 Residenze d’artista e nuove installazioni al MAO

Sabato 2 novembre ore 18 con apertura straordinaria fino alle ore 23.
La biglietteria chiude alle ore 22.

 

 

Sabato 2 novembre alle ore 18, in occasione di Artissima, verrà presentata la seconda edizione di Declinazioni Contemporanee, il programma di residenze d’artista e commissioni site-specific che utilizza l’arte contemporanea come mezzo per interpretare, rileggere e valorizzare il patrimonio museale, calandolo nel presente per individuare connessioni e significati inediti fra epoche e culture diverse.

Alle opere di Marzia Migliora, Kengo Kuma, Lee Mingwei e Francesco Simeti, presentate nel 2023, si aggiungo quest’anno le installazioni di Qiu Zhijie e Charwei Tsai e Ultraworld di Patrick Tuttofuoco, opera luminosa realizzata per la facciata del MAO e che farà parte di Costellazione, sezione collaterale di Luci d’Artista.

In occasione dell’inaugurazione, l’artista Linda Fregni Nagler proporrà Things that Death Cannot Destroy, una performance che verrà ripetuta in Salone Mazzonis alle ore 18.45, 19.45 e 20.45.

Per partecipare alla performance è necessario l’acquisto del biglietto del museo a tariffa speciale di 1€ ed è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo internmao@fondazionetorinomusei.it.

Per la Notte del Contemporaneo, sabato 2 novembre dalle ore 18 fino alle ore 23, il MAO propone il biglietto di ingresso al museo alla tariffa speciale di 1€Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra temporanea Rabbit Inhabits the Moon. L’arte di Nam june Paik allo specchio del tempo.

Da domenica 3 novembre tutte le opere di Declinazioni Contemporanee saranno invece visibili acquistando il biglietto di ingresso alle collezioni permanenti a tariffa regolare.

I progetti

 

Charwei Tsai

L’opera Ancient Desires – Memories of Water & Earth prevede l’installazione di oltre 100 vasi votivi, prodotti dall’artista tra Taipei, Parigi e Torino, collocati su un basamento di oltre 10 metri che attraversa i giardini del museo. I vasi, realizzati con una raffinata tecnica ceramica, sono successivamente decorati a mano dall’artista con iscrizioni di preghiere. Mescolando tradizione artistica e rituale, l’opera prevede una partecipazione attiva e performativa dei visitatori, che sono invitati a lasciare piccole offerte all’interno dei vasi.

Nell’ambito del progetto di residenza, Charwei Tsai presenta altre due opere in dialogo con le collezioni permanenti del MAO, in particolare con le opere della galleria della Regione Himalayana, dove saranno collocati il video Songs of Chuchepati Camp, 2017, in cui l’artista documenta le deplorevoli condizioni di vita dei sopravvissuti nel campo di Chuchepati in Nepal a seguito del terremoto che ha sconvolto il Paese, e il disegno della serie Sky dancers, realizzato in omaggio alle cinque danzatrici della saggezza e rappresentano l’energia femminile nella tradizione tantrica.

Una serie di 24 vasi entrerà come opera unica nella collezione permanente del MAO.

Patrick Tuttofuoco

La nostra esperienza sulla terra è spesso definita da un dualismo tra forze contrapposte, una situazione in cui l’esistenza o l’identità di una cosa dipende dalla coesistenza di almeno due condizioni tra loro opposte, ma dipendenti l’una dall’altra e che si presuppongono a vicenda. È forse proprio nel superamento di queste categorie che possiamo trovare crescita ed evoluzione sia come individui che come collettività, mi riferisco ad un campo di tensione tra queste polarità che sia in grado di comprenderle e superarle in una logica di crescita e nuova visione del mondo”.

Partendo da questa riflessione, l’artista Patrick Tuttofuoco ha immaginato una forma che fosse in grado di unire in un unico campo espressivo istanze apparentemente opposte – oriente/occidente, femminile/maschile, Kali/Dioniso – che diventano la materia base per riflettere sul superamento dei confini legati al genere e all’abbattimento di stereotipi, etichette e categorie, nel tentativo di dirottare attenzione e luce sull’identità dell’individuo, sulla sua essenza, e non sulla sua apparenza.

L’intervento luminoso site-specific, che raffigura due volti che richiamano alla cultura ellenistica e a quella asiatica, occupa parte della facciata del MAO di Torino, e più precisamente l’angolo le cui facce si rivolgono rispettivamente verso est e ovest, generando anche spazialmente l’unione tra queste due polarità.

I due volti, realizzati in vetro fuso texturizzato e colorato, sono composti da elementi accuratamente studiati e numerati che, uniti, creano l’opera finale. L’opera è progettata per illuminarsi di notte, ma è pensata per essere altrettanto affascinante anche di giorno, grazie alla qualità del vetro e alla sua interazione con la luce naturale. La collaborazione con WonderGlass ha reso possibile la realizzazione poetica di questa visione, con una perfetta integrazione del dialogo tra estetica e tecnica.

 

Qiu Zhijie

La nuova produzione realizzata site-specific per il MAO prende avvio dal decennale progetto dell’artista Mappamundi.

Quasi un decennio fa, Qiu Zhijie ha iniziato a tracciare intricate mappe delle relazioni tra le sue varie opere d’arte. Da questa sintesi di ricerca, immaginazione, scrittura e azione è nato il “Mapping the World Project”. Nelle mappe che sono seguite, l’inchiostro e la pennellata della pittura di paesaggio hanno delineato un sistema di coordinate che condensa individui, eventi, idee, oggetti e situazioni, intrecciandoli tra loro e offrendo la possibilità di comprenderli in relazione gli uni agli altri.

La natura intelligentemente schematica di queste mappe ha permesso loro di fungere da progetti per varie mostre.

La mappatura ha svolto molteplici funzioni nella pratica artistica di Qiu: come gesto autoconsapevole, piano espositivo, topologia politica, diagramma del flusso di lavoro, programma di ricerca culturale e scambio intellettuale, e in qualche maniera riflette anche l’identità composita del loro autore: artista, curatore, educatore, cartografo eclettico e teorico.

 

Performance > Linda Fregni Nagler – Things that Death Cannot Destroy

L’opera di Linda Fregni Nagler invita il pubblico ad intraprendere un viaggio enciclopedico nel passato. L’intervento dell’artista consiste in una performance concepita come una coreografia per due lanterne magiche ottocentesche attivate da proiezionisti e un attore che recita le iscrizioni originali presenti sulle diapositive su vetro. Nell’opera di Nagler le immagini sono organizzate in una sequenza di associazioni formali inaspettate.

La performance crea un flusso lento e ipnotico, il cui registro, nel suo svolgimento, può intrecciare il narrativo al didascalico, il documentaristico al fantastico. Questo montaggio di immagini tardo ottocentesche è l’epifania di un mondo in cui persone, piante, oggetti, animali e persino monumenti e architetture sono oramai scomparsi. Da questo archivio ‘riattivato’ affiora l’immagine del mondo come la modernità l’ha rappresentato: un mondo piegato e modificato dal volere dell’uomo. Appaiono, per esempio, le grandi conquiste geografiche (dei poli, delle vette delle montagne, delle isole più remote al mondo…), l’idea di esotismo e di alterità (qui il rapporto con il Museo d’Arte Orientale diventa strettissimo), ma anche la fotografia come documento coloniale e la trasformazione del paesaggio (deforestazione, agricoltura massiva, sfruttamento minerario e nascita degli allevamenti intensivi).

Il MAO è lieto di annunciare la collaborazione con Marchesi Frescobaldi, una delle più importanti cantine italiane che rappresentano la Toscana nel mondo. Infatti, grazie al progetto Artisti per Frescobaldi, legato all’arte contemporanea attraverso commissioni site-specific, Sunmin Park, artista presente nella mostra Rabbit Inhabits the Moon, è stata invitata come artista in residenza per il 2024-25 e parte dell’opera che deriverà da tale collaborazione sarà presentata nel 2025 anche presso gli spazi del MAO.

Sessualità vs. religione

In una società bacchettona come quella italiana, complice la presenza dello Stato Vaticano quale enclave nel nostro territorio, il sesso viene quasi sempre visto come un atto deprecabile, vietato, peccaminoso e conducente all’inferno, luogo che nessuno ha mai capito cosa sia dopo quel visionario di Dante Alighieri circa settesecoli fa.

Alcune settimane fa è mancata Laura Fezia, una persona che avevo conosciuto da poco ma che aveva saputo ritagliarsi un posto di tutto rispetto nelle mie amicizie e tra quanti mi aiutano nella comprensione di alcuni eventi.

Con Laura avevamo compreso quale meccanismo sia stato messo in atto dalla Chiesa cattolica, ma anche da altre fedi, per esercitare il controllo sui fedeli.

Senza entrare nel merito di dogmi o encicliche è palese che, alla luce delle evidenze scientifiche, il sesso debba essere sdoganato da causa di tutti i mali a rimedio per alcuni di essi, da fonte di ogni peccato a bisogno primario dell’essere umano alla pari di mangiare, bere e dormire.

E’ dimostrato che l’eiaculazione frequente evita il ristagno di germi nella prostata, riducendo il rischio di insorgenza dei tumoriin essa, ed aumenta la produzione di testosterone.

Nelle donne, invece, l’orgasmo (come negli uomini) porta alla produzione di alcuni ormoni ed altre sostanze quali endorfine, ossitocina e dopamina. Le endorfine, in particolare, grazie al loro effetto analgesico possono combattere i dolori mestruali, e non solo quelli, ed anche in questo caso occorre rivedere le consuetudini che imponevano l’astensione da ogni forma di sesso durante le mestruazioni.

Non è un mistero per nessuno che il sesso sia, in condizioni normali e tra soggetti consenzienti, piacevole, gratificante, un modo per unire la coppia, per dimenticare stress, tensioni, preoccupazioni; ecco, dunque, spiegato (almeno in parte) perché proprio sul sesso si siano concentrate le invettive di molte religioni, che vedevano nel piacere sessuale un vero nemico, un’attività che avrebbe distolto i fedeli dalla pratica religiosa.

Se avessero detto “quando siete liberi dal lavoro oziate a letto col vostro partner e copulate come non ci fosse un domani” probabilmente la messa della domenica mattina alle 9 sarebbe andata deserta, e anche molte altre. Se avessero detto di concentrarsi sulla costruzione della famiglia attraverso l’unione anche fisica, carnale sicuramente i fedeli avrebbero posto meno fervore nelle pratiche religiose. Di sicuro i sacerdoti, non più votati al celibato (il voto di castità non è obbligatorio), avrebbero compreso meglio i meccanismi che regolano una famiglia, il rapporto tra coniugi e tra i genitori ed i figli, mentre ora parlano per “sentito dire”.

Sono certo che, tra adulti dotati di capacità di giudizio, ciò che è giusto e ciò che non lo è possano essere decisi autonomamente, senza bisogno di imposizioni dall’alto, senza che nessuno si erga a “Deus ex machina” nel darci il suo assenso o negarcelo.

Non riesco ad immaginare un Dio che rende piacevole l’atto sessuale attraverso le sensazioni che si provano durante l’orgasmo e che, al contempo, dica “ecco che ti ho fregato! Pensavi fosse cosa buona e giusta ed invece ora ti punisco”.

E che dire della prostituzione, da sempre considerata come un crimine, al punto che alcune persone che hanno come dirimpettaia una prostituta non la salutano per punirla? Ora che sta comparendo anche in Italia la figura del sex giver, cioè l’aiutante che permette ai disabili di raggiungere l’orgasmo anche solo manualmente, distingueremo chi fa sesso con i sani (prostituta) da chi, giustificato, lo fa con i disabili (operatore sociale)?

Considerando che la Chiesa cattolica nel giro di un secolo sarà un lontano ricordo di ciò che è ora, perché non avvantaggiarsi cominciando a ragionare con la propria testa?

Sergio Motta

Osservatorio sul mercato del lavoro, ecco il nuovo portale

IoLavoro è stata l’occasione per presentare l’Osservatorio Mercato del Lavoro, nuovo portale regionale che permette l’accesso a dati aggiornati sulla domanda di lavoro delle aziende con sede legale in Piemonte.

Le informazioni, derivate dalle comunicazioni obbligatorie (COB), coprono il periodo dal 2008 al 30 giugno 2024 e sono consultabili tramite dashboard trimestrali, con opzioni di esportazione in Excel e Pdf.

Oltre alla presentazione del portale, sono stati illustrati due report elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro: Cronache del lavoro 2024, che analizza i movimenti contrattuali e le dinamiche occupazionali del mercato regionale, e Disponibilità al lavoro: la disoccupazione amministrativa in Piemonte 2024, incentrato sui flussi delle persone disponibili al lavoro e le interruzioni contrattuali. Ogni anno il rapporto elabora infatti i dati amministrativi derivati dalle comunicazioni obbligatorie e dalle dichiarazioni di immediata disponibilità (DID), confrontandoli con quelli degli anni precedenti. Lo studio propone quindi un insieme di approfondimenti quantitativi sulle caratteristiche socio-anagrafiche della popolazione regionale delle persone disoccupate e iscritte ai Centri per l’impiego, sulle principali qualifiche professionali richieste, sulla tipologia dei contratti sottoscritti e sui i settori economici in cui si collocano le imprese che generano maggiore occupazione. Tra le novità, l’edizione 2024 concentra l’attenzione sui mercati del lavoro locali, utilizzando i modelli delle filiere economico-produttive, in allineamento con il sistema Accademia Piemonte.

L’obiettivo di questi strumenti non è solo raccogliere dati, ma offrire contenuti informativi che possano guidare le decisioni politiche regionali, coinvolgendo attivamente anche soggetti pubblici e privati, come Ires e Sviluppo Lavoro Italia.

“Questi strumenti di analisi e monitoraggio ci permettono di leggere i dati in modo integrato e trasparente, anche in relazione alle filiere di cui si compone il Piemonte – commenta il vicepresidente e assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino – Non dimentichiamo mai che dietro ai numeri ci sono persone, famiglie, giovani che hanno fame di futuro. Conoscere i dati è fondamentale per dare risposte reali alle esigenze delle imprese e declinare politiche attive del lavoro che migliorino la qualità di vita dei cittadini. Se nessuno resta indietro, cresciamo tutti e cresce il territorio”.

Esplode bombola del gas: due ustionati gravi

L’esplosione di una bombola del gas in un appartamento a Gravere ieri  ha procurato ustioni sul 70 per cento del corpo di un uomo e una donna di 61 e 57 anni. Si è sviluppato un incendio poi spento dai vigili del fuoco. I due feriti sono stati ricoverati al Cto di Torino.

Studentessa su cornicione salvata da carabiniera

Una studentessa di 18 anni era salita sul cornicione di un palazzo a Bardonecchia minacciando di lanciarsi nel vuoto. Una militare di 29 anni dei Carabinieri della locale stazione è quindi salita dalla ragazza e l’ha convinta dialogando a mettersi in posizione di sicurezza, riuscendo così a salvarla. La studentessa è stata accompagnata all’ospedale di Rivoli per controlli medici.

Atp, storie e protagonisti dello sport fuori dai campi di gioco

Il Salone del Libro di Torino in occasione delle Nitto ATP Finals 2024

I talk tra sport e libri di “Fuoriclasse Live
e il Premio di letteratura sportiva Gianni Mura
in programma dal 9 al 15 novembre a Torino

I luoghi:
Aula Magna Rettorato Università di Torino (via Po 17)
Casa Tennis (piazza Castello), Polo del ‘900 (Piazzetta Antonicelli)

www.salonelibro.it

Storie di vita, coraggio, lealtà attraverso lo sport e libri a tema. Da sabato 9 a venerdì 15 novembre 2024, in occasione delle Nitto ATP Finals 202 4, il Salone Internazionale del Libro di Torino organizza la seconda edizione dei talk “Fuoriclasse Live – Storie e protagonisti dello sport fuori dal campo di gioco” e la cerimonia conclusiva della terza edizione delPremio di letteratura sportiva Gianni Mura , riconoscimento dedicato ai libri di sport per adulti e ragazzi, organizzato insieme con la Città di Torino econ il sostegno della Camera di commercio di Torino e della Fondazione CRT (partner Turismo Torino e FITP – Federazione Italiana Tennis e Padel).

Il Premio Gianni Mura si svolgerà a Casa Tennis in Piazza Castello: gli appuntamenti dal 10 al 14 novembre si terranno all’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino (via Po 17); l’incontro del 15 novembre sarà ospitato al Polo del ‘900 (piazzetta Antonicelli).

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Info e prenotazioni: www.salonelibro.it

Raccontare lo sport, i suoi protagonisti e i suoi valori è l’impegno di “Fuoriclasse Live” e del Premio Gianni Mura . Valori come impegno e sacrificio, disciplina, motivazione, lealtà, rispetto della persona e delle regole, ricerca dei propri limiti, integrazione e appartenenza: sono principi fondanti di ogni società, strumenti per costruire competenze trasferibili in altri contesti di vita.

Tra gli ospiti: i vincitori del Premio di letteratura sportiva Gianni Mura, che parteciperanno alla cerimonia di premiazione sabato 9 novembre, condotta da Paolo Maggioni (i finalisti sono: Stefano Bizzotto, Lorenzo Iervolino, Remo Rapino, Dario Ricci, Marino Bartoletti, Patrizia Fortunati, Annalisa Strada, Sarah Pellizzari Rabolini, Marco Parolo, Marco Cattaneo); il conduttore radiofonico Gianluca Gazzoli , autore del podcast “Passa dal BSMT”, con il libro Anche quando nessuno ci crede. La rivincita degli underdog (Mondadori), in dialogo con Matteo Curti, domenica 10 novembre; l’ex allenatore di basket Dan Peterson, il più noto commentatore televisivo di pallacanestro, con il suo libro L’ABC del basket(Rizzoli), in dialogo con Guido Vaciago lunedì 11 novembre; i telecronisti di Eurosport Luca Gregorio e Riccardo Magrini, ex ciclista professionista e oggi commentatore, con le storie di ciclismo raccontate attraverso la musica della loro band Cane Vecchio Sa-und, martedì 12 novembre; Gaia Piccardi e Marco Imarisio con il libro Piovuto dal cielo. Come Jannik Sinner sta cambiando la storia del tennis (Cairo), in dialogo con Federica Furino mercoledì 13 novembre; La Ragione di Stato con i loro due libri sul calcio, pubblicati da 66thand2nd, venerdì 15 novembre.

Gli appuntamenti di Fuoriclasse Live sono in collaborazione con l’Università di Torino e il Polo del ‘900.

«Lo sport è una parte integrante della nostra vita quotidiana e della nostra cultura. Attraverso i libri e le parole possiamo esplorare le emozioni, le difficoltà e i trionfi che accompagnano gli atleti nel loro percorso. La letteratura sportiva permette di avvicinarci a queste storie, di comprendere le motivazioni profonde che spingono un individuo a superare i propri limiti e a lottare per i propri sogni. La figura di Gianni Mura rappresenta un faro in questo panorama, un uomo che ha saputo raccontare lo sport non solo con la sua penna, ma con il cuore, mettendo in luce quei valori di determinazione, coraggio e passione che ci uniscono tutti. La sua eredità vive nelle pagine di chi continua a scrivere, a emozionare e a ispirare, vive nei talenti che premieremo anche in questa terza edizione». Domenico Carretta, Assessore Sport, Grandi eventi, Turismo e Tempo Libero, Città di Torino

«Fuoriclasse Live, con la sua variegata proposta di ospiti, riconferma il forte impegno del Salone del libro nella promozione della migliore letteratura ed editoria sportiva, impreziosendo così il proprio ricco ventaglio di progetti a tema sportivo, come la Sala Olimpica, il Premio Gianni Mura e il podcast Fuoriclasse». MarcoPautasso , Segretario generale del Salone Internazionale del libro di Torino.

Cpr corso Brunelleschi, dai manifestanti bombe carta contro la polizia

Erano alcune centinaia i manifestanti scesi in piazza per protestare contro la riapertura del Cpr di corso Brunelleschi a Torino che nel 2023 era stato chiuso. La manifestazione, organizzata dal centro sociale Gabrio  si è svolta in  piazza Robilant, in testa al corteo lo  striscione con la scritta: “I Cpr bruciano ancora, contro il razzismo di Stato e i suoi complici”.

Terminati i lavori di  ristrutturazione  sono arrivate tre offerte per la gestione di due anni, fino al 31 ottobre 2026. Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino ha una superficie di circa 3000mq ed una capienza  media di 180 posti. Nella nuove versione dovrebbe ospitarne 70.

Alcuni manifestanti hanno lanciato delle bombe carta contro le forze dell’ordine e contro la sede dell’Asl, in via Monginevro.

“Inaccettabile la violenza a suon di bombe carta contro la polizia andata in scena a Torino . Esprimiamo solidarietà alle forze dell’ordine e ribadiamo fermezza nel difendere la politica dei rimpatri e di contrasto all’immigrazione clandestina. Siamo di fronte ad una sinistra estrema che cerca il pretesto per colpire lo Stato. I centri per la permanenza e il rimpatrio sono necessari per fermare i trafficanti di uomini. Chi cerca di boicottarli, ancor prima che si definisca un’apertura, ha in mente solo l’attacco agli uomini in divisa e alle istituzioni, e per questo la loro pericolosità non va sottovalutata” lo dichiara la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Augusta Montaruli.

 

Vertorano, l’autore tv che ha amato Torino

Scopri –To   ALLA SCOPERTA DI TORINO
Armando Vertorano, scrittore, autore televisivo e teatrale si è fatto conoscere per il suo ruolo di autore del programma televisivo l’Eredità su Rai 1. Armando ha passato molti anni a Torino e la ricorda con noi de “Il Torinese” come una delle città che ama di più.
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L’INTERVISTA
D: Ciao Armando, benvenuto a “Il Torinese”, tu hai origini campane e ti sei trasferito a Torino a soli 24 anni per un master al Virtual Reality e Multi Media Park, restandoci fino al 2006 l’anno delle Olimpiadi Invernali. Cos’è per te Torino?
R: Torino è stata il mio grande amore! Sono nato e cresciuto in provincia di Salerno e all’inizio ero terrorizzato all’idea di trasferirmi in una grande città del Nord. Del cuore sabaudo ho adorato il fermento culturale, i teatri, c’era modo per me di entrare in contatto con quella realtà che tanto amavo e per cui studiavo. E poi la meraviglia di via Po, le bancarelle di libri, l’internazionalità. Ricordo il periodo delle Olimpiadi come molto speciale, in città c’era gente da ogni parte del mondo, eventi e concerti dappertutto, era bellissimo. Sono rimasto circa due anni, per il master e poi per uno stage in Rai.
D: A Torino hai lavorato allo sviluppo di alcuni progetti cinematografici, ma qualche anno dopo ti sei dovuto trasferire a Roma.
 
R: Sì, cercavano un redattore per un nuovo quiz televisivo. All’inizio ero molto in dubbio, poi decisi di tentare. In effetti a livello lavorativo le cose cominciarono a girare, dopo il primo lavoro cominciarono a propormene altri, poi nel 2007 mi chiamarono per L’Eredità dove sono rimasto per diversi anni, sempre come redattore. Poi ancora ci sono stati Avanti un altro e Caduta libera per Endemol, e insomma piano piano sono cresciuto e da redattore sono diventato autore.
D: Nonostante tutti questi successi immagino che tu punterai ancora più in alto, qual è il tuo sogno?
R: Lavorare su programmi diversi, trovare nuove sfide, mi piacerebbe tanto realizzare un programma di divulgazione culturale, cosa che un po’ già faccio collaborando con alcune riviste online, ma sarebbe bello portarla in tv. Oggi la cultura tende a starsene troppo sul piedistallo, gli intellettuali si prendono terribilmente sul serio e questo tende ad allontanare chi non si sente parte di quel “circolo”. Invece bisognerebbe trovare il linguaggio e le chiavi giuste per raggiungere tutti, chi l’ha detto che con la cultura non si possa intrattenere?
D: A proposito di cultura, scrivi per una rivista, “Limina”, nel quale parli di rivoluzione, hai mai fatto una rivoluzione nella tua vita?
R: Sì, la prima quando ho iniziato a studiare Scienze Della Comunicazione; all’epoca, a differenza di oggi, era una laurea non molto conosciuta e mi chiedevo se potesse essere la strada giusta. L’altra mia piccola rivoluzione personale è stata appunto lasciare la mia città per venire a Torino, dove non conoscevo quasi nessuno. Anche quando non si cambia il mondo, delle micro-rivoluzioni sono necessarie di tanto, un sovvertimento delle nostre certezze e delle nostre zone comfort, altrimenti il rischio è quello di restare immobili.
D: A che età hai capito che volevi fare questo mestiere e come sei approdato a Banijay, la famosa società di produzione?
R: Non subito, perché da giovane volevo fare lo scrittore, il regista cinematografico o teatrale, avevo tanti sogni e a dire il vero snobbavo un po’ la televisione. Poi però quando ho iniziato a lavorarci mi ci sono appassionato e non l’ho più lasciata. Ho iniziato a lavorare per Banijay quando ancora si chiamava Magnolia, a Roma, nel 2007. Il mio nome girava tra i giovani scribacchini dell’epoca, un po’ perché avevo fatto altri lavori, un po’ perché avevo inondato qualsiasi società di produzione con copie del mio curriculum.
D: Se dovessi cenare con tre artisti di qualunque epoca quali sceglieresti?
R: Frank Zappa perché stimo molto il suo pensiero e la sua musica, è uno che non si è mai accontentato, è diventato famoso senza diventare schiavo del sistema, è sempre rimasto coerente con sé stesso. Poi Woody Allen per il suo lavoro, separandolo quindi dal Woody Allen persona, che non giudico, mi ha sempre ispirato per come mischia ironia, cultura, provocazione e introspezione.
Il terzo, tornando alla musica è Peter Gabriel perché anche lui si è sempre trasformato professionalmente ma mantenendo intatta la sua natura di uomo curioso, aperto al mondo, e questo nell’arte, come nella vita, è fondamentale.
D: So che insieme a Marco Salvati e a Roberta Fiore guidi il podcast “Se telefonando” raccontando di telefonate che hanno fatto la storia, c’è stata una telefonata nella tua esperienza che ti ha cambiato la vita?
R: Si, la ricorderò per tutta la vita. Prima di arrivare a Roma provai ad entrare nella tanto ambita Accademia di recitazione e regia Paolo Grassi di Milano. Mi preparai come mai prima, studiai l’impossibile, certo di poter entrare a studiare con loro. Feci la prova e rimasi ad attendere i risultati. Il giorno del mio compleanno, ero in treno verso Roma per fare i primi colloqui con le redazioni tv, decisi che avrei mollato tutto se mi avessero preso alla Paolo Grassi, ma non avevo ancora avuto novità. Decisi di chiamarli direttamente io per chiedere l’esito del provino, ma mi dissero che non ero stato preso. Lì mi crollò il mondo addosso e capii che la mia strada sarebbe stata un’altra.
D: Ci racconti qualche novità sull’Eredità?
R: Il bello di questo programma, a cui lavoro ormai da anni, è che riesce a cambiare senza cambiare mai del tutto, mantiene intatta la sua identità di momento rassicurante della giornata, in cui ci si può rilassare dopo il lavoro, giocando e magari imparando qualcosa di nuovo. Quest’anno cambieremo la dinamica di alcuni giochi, come quella del triello che abbiamo reso più avvincente, facendo in modo che ciascuno dei contendenti possa restare in gioco e provare a salvarsi fino all’ultimo. Al timone ci sarà sempre il grande Marco Liorni, mentre sono cambiate le “professoresse”: al posto delle uscenti Naomi Buonomo e Michelle Masullo – grandi professioniste a cui auguro davvero tutto il bene e la fortuna del mondo – ci saranno le altrettanto brave Linda Pani e Greta Zuccarello. Insomma, sarà un’edizione niente male, a cui stiamo lavorando e lavoreremo tanto, speriamo vi piaccia!
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NOEMI GARIANO

Mezze penne con crema di zucca: non solo ad Halloween

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Un irresistibile primo piatto autunnale per chi ama la zucca. Condimento semplice, cremoso, avvolgente con un tocco  croccante di mandorle e nocciole. Equilibrato nei sapori e super goloso!
Ingredienti per 4 persone:
320gr. di pasta tipo mezze penne
600gr. di zucca decorticata
25gr. di parmigiano grattugiato
25gr. di mandorle
25gr. di noci sgusciate
1 spicchio di aglio
Prezzemolo
Sale, pepe, noce moscata, olio evo
Cuocere la zucca a vapore, lasciar scolare bene. In un mixer sminuzzare le noci, le mandorle e l’aglio. Aggiungere la polpa di zucca, il parmigiano, l’olio, il sale, il pepe e la noce moscata grattugiata. Mescolare bene, scolare la pasta, condire unendo un mestolino di acqua di cottura nel caso risultasse asciutta. Servire subito.
Buon appetito!
Paperita patty