ilTorinese

Il colore nell’abitare: ispirazioni da Marrakech per valorizzare la casa (anche durante le festività)

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ABITARE CON STILE

Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà 
Uno spazio dedicato al mondo della casa in tutte le sue forme: dal mercato immobiliare al design d’interni, dall’arte di valorizzare gli spazi alle nuove tendenze dell’abitare contemporaneo. Consigli pratici, spunti estetici e riflessioni su come rendere ogni casa un luogo che rispecchi chi siamo — con uno sguardo che unisce competenza, bellezza e sensibilità.
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Negli ultimi giorni ho avuto l’occasione di trascorrere del tempo a Marrakech, una città che fa del colore un linguaggio quotidiano. Dalle sfumature terracotta delle mura ai blu intensi dei riad, fino ai toni speziati dei souk, ogni angolo racconta come una palette ben costruita possa definire un’atmosfera, influenzare la percezione e trasformare uno spazio.

Rientrata a Torino, ho ripensato all’impatto che quei contrasti e quelle armonie visive hanno avuto sui miei sensi e a quanto, anche nelle nostre case, il colore sia uno strumento progettuale fondamentale per creare ambienti funzionali, accoglienti e coerenti con il nostro stile di vita.

Il ruolo del colore nella progettazione d’interni

In interior design, il colore non è mai un elemento casuale: orienta la percezione dello spazio, influisce sul comfort visivo e definisce il carattere di ogni ambiente. Ogni tonalità ha un effetto distintivo, che può essere sfruttato per potenziare le funzioni della stanza.

  • Rosa – ideale per camere e zone relax, illumina e ammorbidisce l’atmosfera.

  • Rosso – intenso e avvolgente; perfetto per dettagli e pareti d’accento in spazi conviviali.

  • Arancione – energico e caldo, ottimo per aree creative o zone di passaggio.

  • Giallo – solare e stimolante; eccellente in cucine, ingressi e home office.

  • Verde – rilassante e versatile, perfetto per soggiorni e camere da letto.

  • Blu – fresco e ordinato, ideale per spazi dedicati al riposo o allo studio.

  • Viola – sofisticato in tutte le sue declinazioni, caratterizza con eleganza senza appesantire.

Come ho osservato anche a Marrakech, la luce cambia radicalmente il comportamento di un colore: una tonalità può risultare calda nelle ore del mattino e più neutra alla sera. Testare una palette nelle diverse condizioni luminose è sempre un passaggio imprescindibile.

 

Costruire armonia: abbinamenti, texture e materiali

Il colore funziona al meglio quando dialoga con texture e materiali:

  • Toni neutri (avorio, sabbia, greige): ideali come base per inserire accenti stagionali.

  • Velluto, lana, bouclé: perfetti per sostenere colori intensi e atmosfere materiche.

  • Legni naturali: si abbinano bene alle palette verdi, blu e ai toni terrosi tipici del nord Africa.

  • Metalli caldi: bronzo e ottone valorizzano palette profonde come bordeaux, rosso scuro e blu notte.

Anche i contrasti visti nei souk – il blu oltremare accanto al rame, il verde salvia vicino alle terre bruciate – dimostrano quanto una palette ben equilibrata possa rendere un ambiente ricco ma non caotico.

 

Preparare la casa alle festività: come introdurre colore con stile

L’arrivo delle feste è un momento perfetto per aggiornare l’atmosfera domestica. Non serve stravolgere l’arredamento: basta lavorare con accenti mirati.

1. Definire una palette natalizia contemporanea

Accanto ai tradizionali rosso e oro, oggi sono molto utilizzati:

  • Verde bosco + legno naturale – sobrio e elegante.

  • Blu notte + argento – raffinato, ideale per case moderne.

  • Champagne + bianco neve – luminoso e minimale.

  • Terracotta + rame – caldi, materici, perfetti per chi ama un tocco marocchino rivisitato.

 

2. Aggiornare tessuti e dettagli

Cuscini in velluto, plaid in lana, runner con texture jacquard: piccoli interventi che enfatizzano la palette scelta.

3. Lavorare sulla luce

Lampade da tavolo, candele, punti luminosi caldi aiutano a creare atmosfera senza invadere lo spazio.

4. Coordinare gli ambienti

Usare gli stessi colori in soggiorno, tavola e ingressi permette di ottenere un effetto elegante e ordinato.

Dai colori intensi di Marrakech alle nostre case invernali, il colore resta uno strumento strategico per trasformare un ambiente.

Con scelte misurate, materiali adatti e una palette coerente, ogni casa può acquisire carattere, stile e calore – qualità particolarmente preziose durante il periodo delle festività, quando desideriamo accogliere e vivere gli spazi al meglio.

“UniversoBrachetti, una mostra dedicata al maestro del trasformismo

A Casale Monferrato, con le fotografie di Paolo Ranzani

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026

Casale Monferrato (Alessandria)

Recita la locandina d’invito: “La mostra ti porta dietro le quinte della vita artistica della leggenda vivente del trasformismo e conduce alla scoperta della storia di Arturo Brachetti attraverso foto, video e locandine”. Ebbene, a trascinarti e ad acchiapparti all’istante per aderire con entusiasmo alla proposta,  è proprio quel “dietro le quinte” e dunque la curiosità che ti spinge a scoprire il “gioco”, i “salti mortali”, l’“impossibile” che anticipano l’entrata in scena di quella leggenda del “quick-change”, ovvero di quel “trasformismo” che lui stesso ha riportato in auge, attraverso chiavi interpretative assolutamente personali e contemporanee. Cosa succede nel “camerino” del mitico Brachetti, maestro incontrastato del “trasformismo” noto in tutto il mondo, prima che lui – quel Renzo Arturo Giovanni Brachetti (così all’anagrafe), torinese doc, classe ’57 – metta piede oltre il sipario per scodellarti, come fossero nocciolini e in un nano-secondo, centinaia di personaggi, maschili e femminili, liberati da un cilindro magico capace di contenere fantasia, immaginazione e arte illusionistica in quantità industriale?

A rivelarcelo è la mostra fotografica dal titolo “UniversoBrachetti”, curata da Mariateresa Cerretelli (con il sostegno della “Città di Casale Monferrato”) a lui dedicata e allestita nella “Capitale storica” del Monferrato all’interno degli spazi suggestivi della “Sala Marescalchi”, nel “Castello dei Paleologi” o “del Monferrato”. A renderla unica è la presenza, in rassegna e per la prima volta in assoluto, delle “foto inedite” del torinese Paolo Ranzani“fotografo personale” dell’artista, a lui legato da un rapporto di collaborazione e amicizia personale, che gli ha consentito di lavorare al suo fianco scattando immagini di grande fascino, le “uniche” mai realizzate nel “dietro le quinte” degli spettacoli di Brachetti. Una conoscenza reciproca, data dal lavoro fianco a fianco, da oltre vent’anni, e che ha permesso a Ranzani di cogliere particolari, gesti, tensioni e momenti di grande emozione fissandoli per sempre nei suoi scatti, oggi “per la prima volta visibili” a tutti in occasione di “UniversoBrachetti”.

“Il fotografo personale di Brachetti, in questa sezione ‘top secret’ della mostra – si sottolinea – svela per la prima volta al pubblico, attraverso la sua abile e consolidata maestria, il magnifico incanto del più grande attore-trasformista del mondo sul palco e dietro le quinte nei vari teatri e durante gli spettacoli in Italia e nel mondo, con una selezione eccezionale di ritratti rocamboleschi e cangianti, di luci e di ombre plasmate sul personaggio in scena, di ‘assoli’ indimenticabili e di folle incantate dai mille universi delle meraviglie presentati dall’artista”. La mostra invita per mano il pubblico, esortandolo a fare suoi, come in una fiaba, i passaggi fondamentali di una carriera artistica incredibile, fiabesca per l’appunto, che s’avvia dall’infanzia del grande artista torinese (unico erede del grandissimo Fregoli e dal 2002 nel “Guinness” dei Primati dopo aver interpretato 81 personaggi diversi in uno spettacolo di due ore) al suo debutto, poco più che ventenne, sul palco del “Paradis Latin” di Parigi, per  esibirsi poi ai quattro angoli del pianeta, in diverse lingue e in centinaia di teatri. Fino al ritorno in Italia nel 1983 e alle sue prime esperienze in Tv (sotto le ali protettrici, come primo impatto, del regista Antonello Falqui), nei teatri, nei musical, nei grandi varietà e nella prosa, in un percorso artistico interminabile, inseguendo sempre il “treno del mondo”, in Europa e in America; da Los Angeles a Parigi, dove nel 2004 si esibisce all’ “Eliseo” sotto gli occhi del presidente Chirac e dove, nel 2013, dopo una prima pagina su “Le Monde” entra a far parte, con il suo ciuffo ribelle all’insù, delle “statue di cera” del “Museo Grevin”. Una carriera sfolgorante, dai mille volti quanti sono quelli da lui portati in scena. E perfino, nel 2010, una “laurea honoris causa” in Scenografia all’“Accademia Albertina” di Torino. Nel 2016 prepara e produce quel “fuori dal mondo” (in senso, ovviamente, positivo) che è il suo “SOLO – The One Man Show”, con tappa d’esordio in novembre a Torino e che attraverserà poi l’Italia, giungendo ad oggi alla nona stagione“un magico viaggio nella mente di Arturo Brachetti, una casa della memoria e delle emozioni, nelle cui sette stanze, grazie alla magia dell’artista, prendono vita oltre sessanta personaggi”. E attenzione! Non è un caso se, proprio scrivendo della mostra fotografica dedicata da Ranzani a Brachetti e prossima ad inaugurarsi a Casale Monferrato, citiamo il fantasmagorico “SOLO” – arrivato a oggi a registrare oltre un milione di spettatori – in quanto proprio dalla città dell’alessandrino, lo spettacolo prenderà nuovamente il via per la nona stagione del suo “tour” nazionale. Dunque, da Casale … ad maiora!

Gianni Milani

“UniversoBrachetti”

Castello del Monferrato, Casale Monferrato; tel. 0142/444329 o www.castellodelmonferrato.com

Dal 6 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026. Orari: sab. e dom. 10/13 e 15/19

Nelle foto: Paolo Ranzani, alcuni scatti fotografici presenti in mostra

Mercoledì 10 dicembre sciopero del comparto igiene ambientale

Nell’intera giornata di mercoledì 10 dicembre, in occasione dello sciopero nazionale indetto dai principali Sindacati dei lavoratori, tutti i servizi aziendali del comparto igiene ambientale, legati alla raccolta rifiuti, spazzamento, disinfestazione, derattizzazione, call center e i centri di raccolta del territorio potrebbero subire variazioni o sospensioni. Nelle ore di sciopero saranno comunque garantiti i servizi essenziali, e saranno assicurate le prestazioni indispensabili a tutela della sicurezza, nel rispetto degli accordi applicativi della legge 146/90, così come modificata dalla legge 83/2000  e successive deliberazioni della Commissione di Garanzia, che regolamentano il diritto di sciopero. Le attività riprenderanno regolarmente al termine della giornata di sciopero, con l’adozione di tutte le misure finalizzate alla ripristinazione normale dei servizi. I servizi che non dovessero essere svolti, saranno recuperati in occasione del successivo passaggio, come indicato nei calendari distribuiti agli utenti.

Mara Martellotta

Comuni del Cuneese nell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco

Nel 2025 grazie alla consulenza dello scrivente, effettuata nell’ambito dell’attività del Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, quattro Comuni hanno scoperto di essere legati storicamente ai Grimaldi di Monaco e sono così potuti entrare a far parte dell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia, il cui Presidente è il Dott. Fulvio Gazzola, Sindaco di Dolceacqua.
Tutto cominciò nel mese di ottobre 2024 quando pianificando le commemorazioni per il 900° anniversario dalla morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, il cui figlio Enrico I fu il capostipite dei Marchesi Del Carretto, incontrai Marco Pallaro, Sindaco di Novello (CN), Comune che fu feudo della nobile famiglia. Analizzando l’albero genealogico dei marchesi, scoprii che Aurelia Del Carretto, figlia di Giacomo, che possedeva anche il feudo di Novello, andò in sposa in prime nozze a Lanfranco Grimaldi, Vicario di Provenza, dal quale ebbe diversi figli, tra questi Ranieri I, che fu il secondo Signore di Monaco. Rimasta vedova, Aurelia nel 1295 si risposò con un cugino di suo marito, Francesco Grimaldi, colui che la notte dell’8 gennaio 1297, vestito da monaco francescano, conquistò la Rocca di Monaco, fatta costruire dai Genovesi nel 1215, diventandone il primo Signore. Aurelia diventò quindi la prima Signora di Monaco. Francesco Grimaldi, detto “Malizia”, morì nel 1309 a Ventimiglia in combattimento contro i ghibellini di Andreolo Doria, Signore di Dolceacqua; non avendo avuto figli da Aurelia, il titolo di Signore di Monaco passò al suo figliastro Ranieri I, che è l’antenato dell’attuale Principe Sovrano S.A.S. Alberto II.
Novello è quindi entrato a far parte dei Siti Storici dei Grimaldi di Monaco in Italia.
Grazie ad ulteriori mie ricerche è stato possibile anche capire il collegamento tra i vari Comuni feudo dei Del Carretto.
Enrico I, il capostipite della nobile famiglia, ereditò dal padre Bonifacio del Vasto i territori di Savona, Noli, Finale Ligure, Cairo Montenotte e alcuni castelli e borghi minori, tra i quali Altare, Calizzano e Sassello. Alla morte del fratello Bonifacio il Minore, Vescovo e Marchese di Cortemilia, ereditò anche il Marchesato di Cortemilia, con castelli e ville delle Langhe. La sua stirpe prese il cognome Del Carretto dal poema “Il cavaliere del carretto”, scritto dal francese Chrétien de Troyes. Enrico da Beatrice del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V, ebbe tra gli altri i seguenti figli: Ottone, ultimo Marchese di Savona, che ereditò la parte Nord-Est dei possedimenti paterni, i quali comprendevano Sessame, Bubbio, Dego e Cairo Montenotte ed Enrico II, che ereditò le terre comprese tra Finale Ligure e Alba. Giacomo, figlio di Enrico II, nato a Savona nel 1215, nel 1233, alla morte del padre, ereditò un grande feudo, posto a controllo delle arterie commerciali tra la Riviera Ligure e la Pianura Padana. Nel 1247 sposò nella Chiesa di Santa Maria Maddalena del Castello di Saliceto, sua residenza abituale, Caterina da Marano, figlia naturale dell’Imperatore dei Romani Federico II di Svevia, dalla quale ebbe Aurelia, che diventò la prima Signora di Monaco e diversi figli, i quali il 21 ottobre 1268 nel Monastero di Santo Stefano di Millesimo si divisero i possedimenti paterni: Corrado fu il capostipite dei Del Carretto di Millesimo; Enrico III di quelli di Novello e Antonio di quelli di Finale Ligure. Carlo, nipote di Antonio, fu il capostipite dei Del Carretto di Zuccarello.
Queste ricerche storiche hanno permesso l’ingresso nell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia anche di Cerretto Langhe e Niella Belbo, Comuni legati ai Del Carretto di Novello e di Clavesana. Per quanto riguarda quest’ultimo Comune, il legame con i Grimaldi è emerso grazie ad un libro dello storico Giannino Balbis donato allo scrivente da Mario Basso, Sindaco di Bardineto. In questo volume viene menzionato il sopraccitato di divisione stipulato dai figli di Giacomo Del Carretto il 21 ottobre 1268. Dal documento emerge che il defunto possedeva una quota di Clavesana, poi passata a suo figlio Antonio.
Grazie a questi studi anche otto Comuni liguri hanno scoperto di essere storicamente legati ai Grimaldi e quest’anno sono entrati a far parte dell’Associazione Siti Storici Grimaldi di Monaco in Italia: Zuccarello (SV), Cervo (IM), Balestrino (SV), Castelvecchio di Rocca Barbena (SV), Bardineto (SV), Toirano (SV), Stellanello (SV) e Millesimo (SV).
Sono in corso altri studi del Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv. Ovviamente tutte le ricerche e l’assistenza ai Comuni sono totalmente gratuiti, secondo le abitudini del Sodalizio da 40 anni.

Andrea Carnino

Monteu Roero, incidente fatale: morto un 35enne

Perde il controllo della sua auto, si schianta contro una barriera di cemento di protezione, finisce fuori strada e muore. È l’ennesima tragedia stradale successa nella serata di ieri a Monteu Roero, in frazione Sant’Anna, intorno alle 19:30, all’altezza del civico 129. La vittima è un uomo di 35 anni, di origine romena, residente a Canale.

Secondo quanto emerso sul luogo dell’incidente, il conducente, l’unico a bordo del veicolo, sarebbe deceduto sul colpo. Non sono stati coinvolti altri veicoli. Alcuni abitanti della zona hanno subito allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i carabinieri, i vigili del fuoco e i soccorritori del 118, che hanno messo in atto ogni tentativo di rianimazione, senza però riuscire a salvare la vittima.

La dinamica dell’incidente è ancora in fase di accertamento, e tra le possibili cause viene ipotizzato anche un malore improvviso. Questa tragedia porta il bilancio delle vittime sulle strade cuneesi a 36 dall’inizio dell’anno.

VI.G

Amen Golf Indoor: quando la Tradizione Sportiva Sposa l’Innovazione 

Informazione promozionale

Basta pause forzate, basta stereotipi. A pochi passi dal centro, in Via San Tommaso, nasce il luogo che ridefinisce l’esperienza del golf: accessibile 365 giorni l’anno, ad alta tecnologia e finalmente per tutti.

Per chi ama il golf, l’arrivo dell’inverno, il maltempo o la semplice mancanza di tempo per raggiungere il campo rappresentano un ostacolo frustrante. Per chi non lo conosce, rimane un’attività elitista, lontana e complessa.
A Torino, in Via San Tommaso 16/C, è stata data una risposta a entrambe queste esigenze con l’apertura di Amen Golf Indoor, un nome che, non a caso, evoca il celebre “Amen Corner” del Masters di Augusta: un luogo di svolta, dove la sfida personale e la massima concentrazione sono decisive.

Sfida il Tempo, Abbraccia la Tecnologia

Amen Golf Indoor nasce con l’obiettivo di superare i limiti imposti dalla natura e dagli stereotipi. Non è una semplice simulazione, ma un punto d’accesso esperienziale dove il golf si vive in una dimensione potenziata:
  • Zero Vincoli Climatici e Spaziali: Dimentica i lunghi spostamenti e le interruzioni dovute al freddo o alla pioggia. Qui si gioca, si pratica e ci si diverte con agio, comfort e qualità, tutto l’anno.
  • La Potenza della Realtà Aumentata: Al centro dell’esperienza c’è la tecnologia di simulazione professionale più avanzata. Ogni tiro viene intercettato nei suoi dati fondamentali—velocità, forza, traiettoria—e tradotto in una coinvolgente esperienza di realtà aumentata. Il risultato? Un apprendimento più veloce, immediato e concentrato.

Un Golf Veramente per Tutti

La missione di Amen Golf Indoor è abbattere lo stereotipo di uno sport elitario e renderlo inclusivo e contemporaneo. Questo spazio è pensato per:
  • Il Neofita Curioso: Chi desidera provare l’emozione del golf per la prima volta può farlo in un ambiente protetto, con la possibilità di accedere a lezioni introduttive con istruttori qualificati.
  • L’Appassionato Esigente: Chi cerca la massima performance e un allenamento tecnico impeccabile, senza distrazioni esterne, trova qui lo strumento ideale.
  • Gruppi e Aziende: Un’attività originale per il team building o per una serata tra amici. Amen Golf Indoor non è solo sport, ma un luogo di autentica socialità, dove tecnologia e divertimento si incontrano.

Semplice, Flessibile, Accessibile

Amen Golf Indoor ha strutturato un modello di accesso estremamente flessibile:
  • Sessioni Orarie: Prenota il tuo tempo di gioco, individuale o di gruppo.
  • Servizi Aggiuntivi: Oltre alle lezioni, è possibile richiedere consulenze tecniche mirate e organizzare eventi privati o serate a tema.
Il golf, in questa nuova interpretazione torinese, si spoglia della sua immagine formale e diventa un momento da vivere, non solo da giocare. È la sintesi perfetta tra tradizione sportiva, innovazione e opportunità di relazione. Sei pronto a misurarti con il tuo “Amen Corner” personale?

Amen Golf Indoor ti aspetta in Via San Tommaso 16/C a Torino. Golf, tutto l’anno. Anche quando il campo non c’è.

“Atomica”: al Teatro Astra il mostro nel paradosso della luce

Dopo il grande successo di “Dracula”, la stagione 2025-2026 del TPE Teatro Astra, “Mostri”, prosegue fino al 7 dicembre prossimo con la pièce “Atomica”, uno spettacolo di Muta Imago con la regia di Claudia Sorace e la drammaturgia e il suono di Riccardo Fazi. Sul palco, i bravissimi e intensi Alessandro Berti e Gabriele Portoghese hanno dato vita al carteggio tra Claude Eatherly, giovane pilota texano che dà l’approvazione definitiva allo sgancio della bomba atomica che colpì Hiroshima, l’unico della missione a sentire il peso della colpa, e il filosofo tedesco Gunther Anders, portando in scena uno spettacolo necessario, contemporaneo nella maestria di urlare disperatamente il presente richiamando il passato, evocando inoltre quella mostruosa caratteristica del potere, quando si trova a dover perpetuare sé stesso, nell’affrontare con tanta leggerezza criminale il possibile utilizzo, come oggi accade, dell’ arma nucleare.

Il tema dominante nella pièce sembra essere quello della ferita insanabile, uno strappo al di là di ogni aiuto che colpisce Eatherly e l’umanità intera, di cui diventa simbolo. Il giovane pilota rappresenta la trasfigurazione di un fantasma che vive nel cono d’ombra della luce proiettata dal mostro. Una luce, quella dell’esplosione atomica, che acceca, cancella e annichilisce, favorisce il buio della coscienza disinnescando l’impeto di ribellione, costruisce il proprio significato attraverso un’ immagine, tristemente nota, priva di linguaggi universali che possano comprenderla e accettarla: il fungo atomico, la cui forma disegnata rappresenta anche il recinto di “The Bomb”, leggendaria poesia di Gregory Corso in cui le parole, scontrandosi come atomi, danno vita a una reazione in versi che causa delirio, simbolo della follia umana. La sensazione, fin dall’inizio dello spettacolo, è quella di trovarsi di fronte alla caduta del miltoniano Lucifero di “Paradise Lost”, di condividere il folle paradosso della sua sofferenza, il tonfo bestiale di chi, caricatosi sulle spalle il peso dell’ombra, è precipitato generando la luce di Dio.

Forse il mostro è un’entità che supera i confini del bene e del male, del buonsenso e della scelleratezza. Forse è possibile trovarlo, attenendosi al tema della pièce, in quella lingua di terra che separa la radiazione sperimentata da Marie Curie per la lotta al cancro da quella finalizzata allo sterminio di massa. Il mostro è quella frattura che divide, è la scintilla, l’istante che cambia la storia. Sarebbe troppo facile, fin banale, riconoscerlo in quanto male. Il “monstrum” è anche lo spirito divino, il prodigio, quella geniale consapevolezza d’aver accettato la morte, il disfacimento nostro e quello dell’altro, la violenza, i soprusi, la tortura. Il mostro è la ferita che l’umanità si autoinfligge, una dimensione di domande che rappresentano esse stesse la risposta, sofferenze e colpe di cui siamo a conoscenza e che, per qualche motivo, accomunano sia la vittima che il carnefice. Uomini, nella ciclica ristrutturazione dell’ignoto, nel mito di domani.

Lo spettacolo, consigliatissimo, prende la forma di un viaggio onirico e visivo nella psiche del protagonista, che affronta i fantasmi di un complesso di colpa soggettivo che diviene collettivo. Una riflessione sulla perdita dell’innocenza di un mondo che, dal 6 agosto 1945, è costretto a confrontarsi con la minaccia della propria fine.

Gian Giacomo Della Porta

Gioielliere condannato: la politica non c’entra

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Il gioielliere settantenne condannato in appello per aver ucciso due persone e averne ferita una terza che l’avevano aggredito nel suo negozio di Grinzane Cavour merita rispetto perché egli ha vissuto una tragedia di cui è stata la prima vittima insieme alla sua famiglia.  La legge sulla legittima difesa andrebbe ulteriormente ridefinita perché oggi chi gestisce un’attività commerciale è in balia della delinquenza non adeguatamente combattuta dallo Stato che spesso non tutela in modo adeguato il cittadino. L’idea della impunibilità di fatto ha fatto crescere a dismisura il numero di balordi che attentano alla vita e ai beni di onesti cittadini. Ma il caso del gioielliere di Grinzane, al di là di un’umana solidarietà, non può essere citato come esempio perché uccidere due persone ormai in strada, come attestano in modo inequivocabile le telecamere, non può essere considerata legittima difesa. La Corte d’ Appello ha ridotto la pena di tre anni considerando l’attenuante oggettiva di natura psicologica che nel caso del gioielliere lo ha portato a sparare. Si tratta di un uomo esasperato che aveva subito altre rapine e usciva dalla gioielleria, inseguendo i rapinatori che avevano attentato anche alla moglie e alla figlia. Voleva recuperare il bottino che i malviventi stavano portando via. Nessuno può dare giudizi su un caso tanto drammatico e nessun opinionista può inventare commenti politicamente motivati. La politica non c’entra. In questo quadro deve comunque prevalere sempre il valore della vita umana.  Può’ essere oggi difficile affermarlo, ma chi uccide non va portato mai ad esempio.  Può essere umanamente compatito, ma le ragioni della convivenza civile debbono sempre prevalere. Si può affermare che il gioielliere ha subito un’aggressione che poteva portarlo alla morte, non si può legittimare un comportamento dettato da una esasperazione che lo ha condotto ad agire d’ istinto. L’esempio americano che conduce tantissimi ad armarsi, non è valido per un Paese come il nostro. Può essere impopolare il dirlo, ma le ragioni del diritto e della civiltà liberale, pur nella confusione attuale, devono sempre prevalere.

Sesso in carcere: da sabato le “stanze dell’amore” a Torino

 

Per il SAPPE sono meglio i permessi premio per i detenuti più meritevoli, in un contesto di rimodulazione del sistema dell’esecuzione della pena

“Abbiamo informalmente saputo che da sabato 6 dicembre, nel carcere di Torino, saranno funzionanti “le stanze dell’amore” – afferma Donato Capece, segretario generale del SAPPE (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria) – per noi del SAPPE, il sesso in carcere è una previsione inutile e demagogica anche in termini di sicurezza stessa del sistema. Si introduca piuttosto il principio di favorire il ricorso alla concessione di permessi premio ai detenuti che in carcere si comportano bene , che non si rendono protagonisti di eventi critici nel periodo di detenzione e che lavorano e seguono percorsi concreti di rieducazione. E allora, una volta fuori, potranno esprimere l’affettività come meglio credono”.

“Certo fa riflettere il fatto – Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del SAPPE – che u a situazione penitenziaria regionale e nazionale, dinamicamente complessa, in cui anche gli interventi di edilizia sono assai contenuti, assuma priorità la previsione di destinare stanze o celle per favorire il sesso ai detenuti. I nostri penitenziari non possono e non devono diventare postriboli, cosiccome gli agenti di Polizia Penitenziaria non devono diventare ‘guardoni di Stato’”.

Per il primo Sindacato del Corpo, altri sarebbero interventi urgenti che si vivono nelle carceri italiane: “Si potrebbe ipotizzare un nuovo sistema penitenziario articolato su tre livelli – ha spiegato Donato Capece – il primo per reati meno gravi, con una pena detentiva non superiore ai tre anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, qual è l’istituto della ‘messa alla prova’; il secondo livello è quello che riguarda le pene detentive superiori ai tre anni, che dovranno essere espiate in carcere, ma in istituti molto meno affollati, per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello, e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare. Il terzo livello è quello della ‘massima sicurezza’, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario. Nell’ambito delle prospettive future, occorre che lo Stato, pur mantenendo la rilevanza penale, indichi le condotte per cui non è necessario il carcere, ipotizzando sanzioni diverse, ridisegnando l’intero sistema, anche perché il sovraffollamento impedisce, di fatto, la separazione dei detenuti, e la Polizia Penitenziaria riteniamo debba connotarsi sempre più Polizia dell’esecuzione penale, oltre che di prevenzione di sicurezza, Per i compiti istituzionali ad essa affidati dall’ordinamento, ed è sicuramente quella deputata al controllo dei soggetti ammessi alle misure alternative”.

Mara Martellotta

Venerdì 12 dicembre, allarme sciopero generale: previsti disagi anche a Torino

Venerdì 12 dicembre 2025 è stato proclamato uno sciopero generale su scala nazionale dalla Cgil, in segno di protesta contro la manovra economica del Governo. L’astensione riguarda lavoratrici e lavoratori sia del settore pubblico sia di quello privato, compresi appalti e servizi strumentali.

Cosa si ferma, treni, trasporto locale, incognite su bus e metro

Nel settore ferroviario lo stop è previsto dalle 00,01 alle 21,00 del 12 dicembre, per cui sono a rischio corse regionali, Intercity e Alta Velocità. Le compagnie Trenitalia e Italo pubblicheranno nei giorni precedenti le liste aggiornate delle corse garantite, ma per molti convogli è possibile che ci siano cancellazioni o variazioni.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, cioè bus, tram e metro, lo sciopero è confermato a livello nazionale, ma l’effettiva adesione e le modalità operative varieranno in base ai singoli territori. In sostanza, ci saranno molto probabilmente gravi disagi per chi si muoverà in treno o con i mezzi pubblici, con conseguenze per pendolari, viaggiatori e utenti quotidiani.

Le ragioni dello sciopero, una protesta contro la manovra e per il lavoro

Per la Cgil la mobilitazione è nata come reazione alla legge di bilancio del Governo, ritenuta insufficiente sul fronte dei salari, dei contratti e degli investimenti nei servizi pubblici, in particolare scuola, sanità e trasporti. Il sindacato chiede un serio intervento sul potere d’acquisto dei lavoratori, il rinnovo dei contratti pubblici, un rafforzamento del welfare e delle tutele sociali.

Il contesto, dicembre già gravido di proteste

Il 12 dicembre non sarà l’unica giornata difficile, infatti il mese di dicembre 2025 è caratterizzato da ulteriori scioperi nei trasporti, nella logistica, nella scuola e in diversi servizi.

Le ripercussioni saranno avvertite soprattutto nella mobilità e nelle consegne, con un impatto significativo nel periodo che precede il Natale. Per pendolari e utenti sarà dunque fondamentale monitorare aggiornamenti, orari garantiti e eventuali variazioni.

Cristina Taverniti

(foto archivio)