ilTorinese

Gli specialisti del soccorso in montagna si addestrano in Val di Susa

Si è conclusa sulle pareti rocciose di Caprie la terza edizione dell’esercitazione di soccorso alpino “Altius Three” della Brigata Alpina “Taurinense”, organizzata e condotta dal 3° Reggimento Alpini di Pinerolo, con il concorso delle altre unità della Brigata, unitamente a squadre del Servizio Piemontese del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e della Guardia di Finanza, oltre a unità specialistiche “Speleosub” per il soccorso lacustre e agli elicotteri dell’Esercito, della Finanza e del 118.

I diversi scenari di intervento hanno testato le capacità di interoperabilità tra diversi assetti che si occupano di soccorso in montagna. Tale sinergia si è concretizzata nel corso stesso dell’esercitazione, quando parte degli assetti hanno concorso alla ricerca di un escursionista disperso e ritrovato senza vita in un corso d’acqua presso Condove.

Dopo un intenso periodo di preparazione, condotto nel rispetto della attuale normativa per il contenimento del Covid-19, gli operatori delle Squadre Soccorso Alpino Militare della Brigata Alpina  “Taurinense” – oltre al 3° reggimento Alpini erano presenti infatti squadre del 2° di Cuneo, del 9° dell’Aquila e del 1° reggimento artiglieria terrestre di Fossano – e i team del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, della Guardia di Finanza e della Protezione Civile, hanno effettuato prove di interventi complessi in ambiente lacustre, in parete e in forra, mediante l’impiego di specifici mezzi e attrezzature.

Nel Lago Grande di Avigliana, durante la prima fase dell’esercitazione, un mezzo cingolato BV206S7 ha effettuato un movimento anfibio sulla superficie del lago, attività necessaria per mantenere elevati i livelli addestrativi del personale al pilotaggio anfibio. Uno speciale barchino del 32° reggimento Genio Guastatori della Taurinense, ha quindi caricato a bordo la prima delle Squadre Soccorso Alpino Militare, che hanno poi soccorso un disperso. L’addestramento a questo tipo di impiego consente ai militari di poter intervenire in caso di eventi alluvionali, garantendo la capacità di superare ostacoli e interruzioni alla viabilità sia tramite gli speciali mezzi “all-terrain” in dotazione, supportati da elicotteri di media capacità.

Il successivo esercizio ha visto i team “speleosub” intervenire nel soccorso di un sommozzatore in difficoltà, recuperato poi – tramite verricello – da un elicottero del 118.

Le attività sono proseguite sulle pareti rocciose di Caprie, dove nove Squadre di Soccorso Alpino – 6 squadre militari, 2 del Soccorso Alpino e Speleologico e una della Guardia di Finanza – sono state sbarcate in cresta da un CH47S del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares”, impiegando speciali tecniche di avvicinamento. Si sono svolti quindi diversi tipi di esercizi, dalla parete al crepaccio profondo, simulando il recupero di infortunati tramite speciali barelle, verricelli a terra e da elicottero e ai quali è seguito un ulteriore esercizio di ricerca di disperso in “forra”, le profonde gole a pareti verticali nella quale scorre un corso d’acqua, condotta dagli specialisti del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese con l’ausilio degli alpini del “Terzo”.

Un’ultima prova – prettamente militare – ha visto una squadra di soccorritori del 3° Alpini intervenire, in pieno assetto da combattimento, nel recupero di un ferito, calandosi in corda doppia per condurre l’infiltrazione nell’area d’intervento e coordinando il successivo prelievo dell’infortunato mediante elicotteri del 34° Distaccamento Permanente AVES “Toro” di Venaria.

Il confronto e lo scambio di esperienze e informazioni sulle procedure tecniche, iniziato nelle precedenti edizioni della “Altius”, rappresenta un valore aggiunto che ha lo scopo di rendere le Squadre di Soccorso Alpino Militare, a disposizione di ogni Comando Multifunzione, pienamente “inter-operabili”, mettendole “a sistema” con gli assetti elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito, della Guardia di Finanza e del 118.

Il Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, ha espresso parole di orgoglio per la professionalità dimostrata nel corso dell’esercitazione e, rivolgendosi ai militari, ha condiviso con loro alcune considerazioni sull’importanza di avere sempre unità efficienti, addestrate, flessibili e specializzate che siano in grado di operare in un contesto ambientale caratterizzato dalla verticalità nonché di intervenire con brevissimo preavviso per ogni esigenza di impiego.

Alla giornata conclusiva dell’esercitazione hanno presenziato il Consigliere regionale Paolo Ruzzola, in rappresentanza del Presidente della Regione Piemonte del Commissario Straordinario Regionale per il Covid19 Dott. Vincenzo Coccolo, il Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese Luca Giaj Arcota, il Dirigente della Protezione Civile della Prefettura di Torino Dott. Gianfranco Parente e il Comandante della Brigata Alpina “Taurinense” Generale di Brigata Davide Scalabrin.

Le Squadre Soccorso Alpino Militare – nate con il preciso scopo di supportare i militari in addestramento montano – sono composte da militari in possesso di specifiche qualifiche nei settori sciistico, alpinistico, meteo-nivologico e sanitario. Tali qualifiche le rendono un assetto peculiare delle Truppe Alpine di pagante impiego in un ampio spettro di emergenze e in grado di operare di concerto con le altre realtà del soccorso in montagna.    

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

David  Leavitt   “Il decoro”    -SEM (Società editrice milanese)-  euro 17,00

Prendete un gruppo di amici newyorkesi dell’alta borghesia intellettuale, collocateli in una lussuosa villa nel Connecticut e datate l’incontro a una manciata di giorni dopo l’elezione di Donald Trump Presidente degli Stati Uniti d’America…poi ecco l’incipit bomba che prelude a tutta la narrazione «Vi andrebbe di chiedere a Siri come assassinare Trump?».

La domanda provocatoria è di Eva Lindquist, personaggio centrale, frigida anima progressista, presaga di sventura con il nuovo rozzo inquilino della Casa Bianca.

Il seguito del romanzo sciorina vite, viaggi, dialoghi serrati, ambizioni, snob cinquantenni eleganti e colti ma con qualche vuoto esistenziale, compravendite di case e arredatori al top della carriera. Leavitt è abilissimo nel raccontarci crucci, grandezze e miserie dei “liberal” intellettuali americani con soldi a palate e tempo per spenderli, tra località esclusive e abissi di banalità quotidiana.

Al centro c’è il capriccio di Eva che, angosciata dall’avanzare della volgarità presidenziale, si mette in testa di comprare ad ogni costo una casa nella laguna di Venezia, da ristrutturare ed eleggere a possibile via di fuga futura se le cose dovessero mettersi male in patria.

Il ricco marito Bruce, che lavora con successo nell’alta finanza, non sa dirle di no, da sempre si lascia avviluppare dalle tendenze superchic di Eva; ma a sua volta cerca di fuggire dal vuoto della vita aiutando segretamente la sua segretaria più sfortunata che mai.

Un magnifico romanzo che scava nelle contraddizioni e nelle inquietudini delle classi agiate e  progressiste che qui sembrano aver perso “il  decoro”.

 

 

 

Françoise  Sagan   “I quattro angoli del cuore”   -Solferino-   euro   17,00

Vale la pena riscoprire l’opera di Françoise Sagan, nata nel 1935 e morta nel 2044, diventata famosa giovanissima nel 1954 con lo strepitoso successo “Bonjour tristesse”. Il bestseller creò un certo scalpore e venne messo all’indice dal Vaticano; ma fu soprattutto un clamoroso caso editoriale e diventò anche un film diretto da Otto Preminger, interpretato da una seducente Jean Seberg e dai mostri sacri David Niven e Deborah Kerr.

Da quel romanzo, che la portò alla ribalta appena 18enne, la vita della Sagan cambiò di colpo. Le regalò la fama, ma aprì anche il varco ad una vita non scevra di sregolatezza: scrisse moltissimo, più di 50 libri, ma morì isolata dal resto del mondo e in ristrettezze economiche.

“I quattro angoli del cuore” risale a poco prima della morte per un’embolia polmonare a 69 anni; poi l’opera rimase a lungo in un cassetto e venne infine ritrovata dal figlio Denis Westhoff che facendola pubblicare ci regala un romanzo attualissimo.

Inquietudine, profondo male di vivere, menzogne, libertà sessuale e tanto altro sono al centro della storia, raccontata con un sotteso filo di umorismo intelligente e sottile.

Tutto si svolge nella sfarzosa e volgare villa padronale nella Turenna, di proprietà dell’arricchito Henri Cresson che deve la sua fortuna al commercio del crescione. Fervono i preparativi per festeggiare il ritorno alla salute e alla lucidità mentale del figlio Ludovic, vittima di un gravissimo incidente stradale provocato dalla guida spericolata della moglie Marie- Laure. Ludovic è stato a un soffio dalla morte, è finito in coma e poi ostaggio di medici e farmaci.

Il suo ritorno alla vita, però,  non sarà per niente facile; mentre intorno a lui si muovono personaggi e sentimenti che lascio a voi scoprire.

 

Gabriella  Kuruvilla  “Maneggiare con cura”   -Morellini-    euro   14,90

L’autrice, pittrice e illustratrice Gabiella Kuruvilla, nata a Milano da madre italiana e padre indiano, racconta le insicurezze soprattutto affettive di 4 personaggi che hanno dai 30 ai 40 anni e si dibattono nella vita e nei sentimenti, tra capoluogo meneghino e India.

Tutto ha inizio in un assolato 11 agosto 2001 a Milano con una ragazza che ritrae su un quaderno i partecipanti a un funerale, quello di Ashima, docente di scultura di origine indiana.

Lei è Carla e fa la disegnatrice, ad attrarre la sua attenzione sono Diana (figlia della defunta), Pietro (suo ex studente, trentenne in camicia, jeans scoloriti e scarpe sportive alla moda) e Manuel (ragazzo vestito da rapper, ex amante di Ashima).

Sono figure isolate e non si conoscono, ma 10 anni dopo il destino li unisce e la Kuruvilla racconta le loro storie in prima persona, rintracciandone il passato, le scelte fondamentali, i problemi relazionali, le loro radici e il loro vissuto. Quattro  percorsi familiari diversi tra loro, soprattutto  quelli di Diana, Manuel e Pietro che si sono barcamenati tra genitori problematici, rigidi, anafettivi o  assenti che hanno in qualche modo determinato la precarietà emotiva dei protagonisti. Dal puzzle delle loro esistenze emerge anche chi era Ashima, personaggio affascinante che infrange un bel po’ di stereotipi collegati all’idea della tipica donna indiana.

Al voto per il referendum e in 75 comuni piemontesi

Il Piemonte va alle urne fino alle 15 di oggi per il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari e per il rinnovo di 75 amministrazioni comunali, tra queste Venaria e Moncalieri.

Ieri i seggi sono stati aperti dalle 7 alle 23 e oggi dalle 7 alle 15.   L’elettore deve esibire al seggio la tessera elettorale e un documento di riconoscimento. Gli uffici comunali osservano un orario straordinario di apertura e chi è impossibilitato ad andare negli uffici, può stampare l’attestato sostitutivo della tessera elettorale, in carta libera, valido per la votazione del 20 e 21 settembre. Il servizio è accessibile attraverso SPID, TorinoFacile, CIEid, CNS

La Regione: “Più prestazioni e meno liste d’attesa per i non autosufficienti”

La volontà è di allargare la platea dei beneficiari. L’Assessore regionale al Welfare Chiara Caucino sintetizza così l’obiettivo del Piano regionale per la non autosufficienza, la cui bozza è stata presentata in Commissione consiliare, ed evidenzia che il suo principale obiettivo è “ottenere i fondi dallo Stato e occuparsi al meglio dei cittadini piemontesi non autosufficienti che necessitano ogni giorno delle prestazioni lungo assistenziali”.

E aggiunge: “Su un tema così delicato e importante, si vuole avere un dialogo con tutte le parti interessate. Per questo motivo, nei prossimi giorni verranno convocati incontri anche con le parti sociali, il coordinamento degli Enti gestori e le associazioni maggiormente rappresentative per avere un confronto costruttivo sul Piano, pronto ad essere migliorato e arricchito”. L’Assessore ribadisce che il documento diffuso è una bozza di lavoro e, in quanto tale, rappresenta una base da cui partire:

“Il Dpcm del 21 novembre 2019 istituisce il Piano nazionale per la non autosufficienza e prevede obbligatoriamente la presentazione, da parte di ciascuna Regione, di un Piano regionale soggetto all’approvazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. L’obbligo di adottare un piano triennale, in realtà, è una grande opportunità per migliorare la programmazione nel medio periodo, senza doverla inseguire di anno in anno. È fondamentale comprendere che l’approvazione del Piano regionale da parte del Ministero è vincolante per ottenere le risorse del Fondo per il triennio 2019-21. Esse ammontano precisamente per il 2019 a oltre 45 milioni di euro, di cui è stato trasferito solo il 50% a titolo di anticipo, e di oltre 100 milioni per il 2020 e 2021 (56,7 per quest’anno e 45,5 per il prossimo)”.

In Piemonte gli assegni di cura erogati (dato 2017) sono 8.123, di cui 2.760 a Torino, le persone in lista d’attesa (dato pre-Covid) oltre 10.700. La volontà è pertanto di non apportare alcun taglio, bensì di aumentare la platea dei beneficiari diminuendo le liste d’attesa.

Scuola, Montaruli: “Governo perdente contro i bogianen”

La parlamentare di FdI commenta la decisione del tribunale regionale che conferma la misurazione della febbre a scuola

“La decisione del TAR è buona notizia. Abbiamo sempre sostenuto la politica del buonsenso. Solo un Ministro come la Azzolina poteva fare i capricci e impugnare la misurazione della febbre a casa. Pensi a coprire le cattedre vuote e a garantire la sicurezza dei nostri studenti.” Così la parlamentare torinese Di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli in una nota. “Dal Piemonte mandiamo avvisi di sfratto al Governo sempre contro i cittadini tranne quando serve a loro”.

Tutti i seggi regolarmente aperti Ma metà dei presidenti rinuncia all’incarico

Ben 506 su 919  presidenti di seggio  hanno rinunciato all’incarico a Torino in occasione del Referendum: paga troppo bassa e rischio contagio li hanno fatti desistere. 

Le rinunce degli scrutatori sono invece 1.487 su 2.800. Il Comune ha già sostituito i Presidenti con proprio personale di fascia D. Molti giovani  hanno risposto alla richiesta per gli scrutatori attraverso il portale di Torino Giovani. La macchina comunale sarà  attiva a partire dalle ore 6,30 di domenica per garantire il regolare svolgimento delle elezioni “in caso di eventuali sostituzioni dovute a imprevisti dell’ultimo momento”, informa il Comune.

 

La Città comunica inoltre attraverso una nota :

Tutti i 919 seggi della città di Torino sono stati aperti alle ore 7 di oggi.

Regolare anche la presenza degli scrutatori e dei presidenti.

Per rispondere al quesito referendario i cittadini possono recarsi al proprio seggio, con la tessera elettorale e un documento di riconoscimento, fino alle ore 23 di oggi e dalle 7.00 alle 15.00 di domani, lunedì 21 settembre.

Referendum: l’affluenza a Torino

REFERENDUM COSTITUZIONALE 20 E 21 SETTEMBRE AFFLUENZA ALLE ORE 23 DI DOMENICA

Alle 23.00, ora di chiusura dei seggi della prima giornata, l’affluenza totale dei votanti ai seggi di Torino è stata del 36,97%.

lunedì 21 settembre, i seggi riapriranno alle ore 7.00 fino alle 15.00. Successivamente si svolgeranno le operazioni di spoglio delle schede.

AFFLUENZA ALLE ORE 18.30

Alle ore 18.30 l’affluenza totale dei votanti ai seggi di Torino è stata del 28,13%.

Prossima rilevazione dell’affluenza alle ore 23, orario di chiusura dei seggi.

 

Informazioni utili

Richiesta duplicato della tessera elettorale
La Città di Torino invita gli elettori a controllare la propria tessera elettorale e ricorda che, in caso di tessera smarrita o con gli spazi tutti timbrati, occorre richiedere un duplicato o una nuova tessera:

  • rivolgendosi all’ufficio elettorale di corso Valdocco 20, oppure
  • direttamente all’ufficio di anagrafe della Circoscrizione di residenza, oppure
  • on-line compilando l’apposito form presente su “Torino Facile”. Il ritiro della tessera è possibile a partire dal 3° giorno lavorativo presso lo sportello informazioni dell’anagrafe di circoscrizione selezionato in fase di richiesta, il servizio sarà attivo dal 31 agosto sino al 15 settembre.

Nello “Speciale Referendum Costituzionale” tutte le informazioni.

Apertura straordinaria dell’ufficio elettorale e degli uffici anagrafici
Apertura straordinaria dell’ufficio elettorale di corso Valdocco 20, e degli uffici anagrafici per il rilascio della tessera elettorale smarrita o della tessera elettorale con tutti gli spazi timbrati, venerdì 18, sabato 19, domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020.
Gli orari degli uffici

Il Tavolo Animali & Ambiente contro la stagione venatoria

Riceviamo e pubblichiamo / “CACCIA: DA DOMENICA LA STRAGE DI FAUNA SELVATICA”
Allodole e pernici bianche ringraziano la Giunta Regionale per la condanna all’estinzione.

Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle Associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS Gaia, condanna fortemente l’insensibilità dell’attuale Giunta regionale del Piemonte nei confronti dell’ambiente e delle specie in via di estinzione.

Domenica 20 settembre è iniziata infatti la strage della fauna selvatica, fortemente voluta dalla Giunta guidata da Alberto Cirio. Infatti, dopo la recente approvazione delle modifiche alla legge regionale, è anche stato emanato il calendario venatorio per la corrente stagione.
Quasi inutile dire che questo prevede il massimo consentito dalla legge, sia in termini di specie cacciabili che di carniere, vuoi giornaliero che stagionale.
Un esempio agghiacciante su tutti: ogni cacciatore potrà abbattere 10 allodole al giorno, con un limite di 50 per l’intera stagione. Calcolando che i cacciatori piemontesi sono circa 20.000, si arriva ad un numero potenziale di 1 milione di allodole abbattibili solo in Piemonte!
Un numero contro ogni logica e in grado potenzialmente di sterminare questo magnifico ed utilissimo uccello (perché insettivoro) dai nostri cieli. Ricordiamo che l’allodola è una specie in costante calo numerico in tutta Europa e che nel nostro Paese il loro numero negli ultimi venti anni si è quasi dimezzato.
Eppure, per accontentare una sparuta minoranza, non si esita a sacrificare un’intera specie.
Ma in generale ai cacciatori è stato concesso di sparare sempre di più, sia in termini di giornate e orari di caccia che di prede abbattibili.
Oltre all’allodola, numerose altre specie sono infatti diventate cacciabili, tra cui in particolare fischione, canapiglia, codone, marzaiola, folaga, pernice bianca.
Tutte specie a rischio di estinzione, quanto meno su scala locale, e comunque presenti nella nostra Regione con numeri estremamente ridotti.
La pernice bianca è specie in sofferenza su tutto l’arco alpino, dove anch’essa ha visto un dimezzamento degli individui a partire dall’inizio del secolo.
Si tratta in ogni caso di specie che non sono responsabili di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche: la loro uccisione, quindi, risponde soltanto a finalità di tipo ludico e nessun pretesto di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotto come giustificazione.
La stessa comunità scientifica ha manifestato chiaramente il proprio disaccordo su questo ampliamento di specie cacciabili.
Il Tavolo Animali & Ambiente denota quanto sia paradossale che, in un momento storico come il presente, nel quale si guarda alla scienza come all’unica speranza in grado di risolvere il grave problema sanitario che affligge l’intera umanità, si decida di non considerare in alcun modo quanto la medesima scienza ci suggerisce e si preferisce sacrificare, per un pugno di voti, una delle più importanti ricchezze naturalistiche del Piemonte.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Piero Belletti
PRO NATURA PIEMONTE

Dalla scuola del passato un insegnamento per il domani

Anche quest’anno sarà avviato a Torino il progetto scolastico ispirato al libro “Iole Girardis. Una maestra rivoluzionaria negli anni ’20 del secolo scorso”, scritto da Laura Graziano

 

In un’epoca certamente complicata per il sistema scolastico, come quella post Covid che stiamo vivendo, è assolutamente arricchente ed utile richiamare l’attenzione nei confronti di figure che, nel secolo scorso, si sono dedicate all’educazione dei giovani. Le maestre dei primi anni del Novecento rappresentano, infatti, personalità ormai entrate quasi nella storia.

Il romanzo intitolato “Iole Girardis” della scrittrice Laura Graziano, edito da Albatros Editore, narra la storia di una giovane maestra, Iole Girardis. Si tratta di una vicenda storicamente accaduta, tratta dal suo diario personale. Iole ha combattuto perché l’istruzione primaria nei primi anni Venti del Novecento non venisse posta in secondo piano rispetto all’impiego dei bambini, da parte dei genitori, nei lavori agresti. Iole Girardis, sotto consiglio dell’Ispettore  Scolastico, arrivò persino a scioperare per ottenere un’aula in cui poter degnamente insegnare, al posto delle stalle che le vennero assegnate.

Questo libro ha ispirato un progetto scolastico che si propone di far conoscere agli allievi della scuola primaria le differenze intercorse tra la scuola di oggi e quella di cento anni fa, stimolando gli alunni a riflettere sui temi dei mutamenti accaduti in un secolo di storia (1920-1930), nella percezione non solo della figura dell’insegnante, ma anche dell’importanza che è andata via via assumendo l’istruzione nella società italiana.

Il progetto si configura in tutta la sua multidisciplinarieta’ e coinvolge lezioni di italiano, storia e matematica, in considerazione degli esercizi contenuti nel diario scritto dalla giovane maestra. Passaggi fondamentali del progetto didattico saranno l’inquadramento storico culturale della figura dell’insegnante Jole, donna realmente esistita, la valorizzazione delle differenze culturali e scolastiche intervenute nel corso del secolo nell’approccio all’insegnamento e la sua percezione da parte degli allievi e delle loro famiglie. Verranno inoltre presi in considerazione e analizzati l’insegnamento agli allievi con differenti abilità, il ruolo del contesto familiare e dell’impiego dei bambini nei lavori di natura agreste, e l’importanza dei cambiamenti intercorsi nella figura dell’insegnante.

Il progetto è gratuito.

Il costo del testo “Iole Girardis” ( Albatros Edizioni) da parte degli allievi o della scuola che aderiranno al progetto didattico sarà di 13.50 euro caduno. L’autrice destinera’ la quota di propria competenza all’Istituto scolastico che adotterà il progetto didattico ‘Iole Girardis’ al fine di fornire un concreto contributo all’istruzione.

Mara Martellotta

 

Referente del progetto didattico

 

Laura Graziano

Per avere maggiori informazioni :

info@lauragraziano.it

Bocca di rosa

Music tales, la rubrica musicale

C’è chi l’amore lo fa per noia

Chi se lo sceglie per professione

Bocca di rosa né l’uno né l’altro

Lei lo faceva per passione”

Pubblicata nel 1967, Bocca di Rosa è diventata una delle canzoni più conosciute della Storia della musica italiana. L’autore era Fabrizio De André, il cantautore genovese di cui cade l’anniversario dei 20 anni dalla morte.

Bocca di Rosa” racconta la storia di una donna che “metteva l’amore sopra ogni cosa”…fatevelo bastare.

Considerato ormai uno dei padri del cantautorato italiano, De André ha percorso varie strade, ispirandosi, inizialmente ai cantautori francesi, e in particolare a George Brassens da cui si dice – ma si dicono tante cose – avesse preso spunto anche per questa canzone, ispirandosi, in particolare a “Brave Margot”. La canzone è ormai un classico mandato a memoria da intere generazioni di amanti della musica: nel brano si racconta proprio la storia di Bocca di Rosa: “La chiamavano Bocca di rosa, metteva l’amore, metteva l’amore. La chiamavano Bocca di rosa, metteva l’amore sopra ogni cosa” è l’incipit di un brano che racconta dell’arrivo nel paesino di Sant’Ilario di una donna che non faceva l’amore per noia, né per professione, ma per passione. Oggi il termine viene spesso associato a quello della prostituta ma, stando alle parole del cantautore, l’associazione non è proprio giusta.

Ma si sa, siamo un popolo che non accetta una donna possa “farlo” per passione, pertanto, se desiderabile, beh…è sicuramente una poco di buono.

Ma chi era Bocca di Rosa!?!??!

Si è discusso tanto su chi potesse essere la Bocca di Rosa di cui parlava De André, c’è chi parlò di Liliana Tassio, chi, come Dori Ghezzi che si trattasse di una fan che gli aveva raccontato la sua vita e chi, invece, di opera di finzione, eppure proprio il cantante disse in un’intervista a Repubblica che “è un fatto vero, un episodio che è accaduto a me personalmente nel 1962 a Genova.

Il paesino di Sant’Ilario citato nella canzone è in realtà la stazione di Nervi.

Fu lì che sbarcò la mia Bocca di rosa (…).

Proprio come nella canzone, lei lo faceva per piacere, per passione, non per denaro”.

Facciamocene una ragione: l’amore si può fare anche solo per passione, e Dio solo sa, quanto sia bello, mettere l’amore sopra ogni cosa. (Meglio che per noia).


E Vanoni lo sa . . . e pure io, e ne vado fiera.

 

Chiara De Carlo