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“Neve e farina, per Olly in cucina!”

Ecco il nuovo corso di cucina di beneficenza con La Cuoca Insolita

Insieme a La Cuoca Insolita torniamo a parlare di Help OllyOnlus (https://helpolly.it/). La sua costituzione è dell’inizio di quest’anno e ha lo scopo di aiutare la piccola Olivia Aversa, che tutti chiamano Olly. È una bimba di tre anni, di Torino, affetta dauna malattia genetica rara: la paraparesi spastica ascendente ad esordio infantile. Si contano solo 30 casi al mondo e si conosce ancora poco di questa malattia. La diagnosi è arrivata circa un anno fa e mamma e papà di Olivia, Sara e Simone Aversa, si sono attivati da subito per raccogliere fondi che possano finanziare la ricerca scientifica finalizzata ad una cura.

Hanno già intrapreso moltissime iniziative: una è sulla ricerca proteomica, coordinata dalla Dott.ssa Ozdinler della North Western University di Chicago. Un secondo importante progetto è con Telethon: esso coinvolge il Dipartimento di Ingegneria Biomedica del Politecnico di Torino (con il Prof. Marco Deriu) eil Dipartimento di Biotecnologie e Neuroscienze dell’Università di Torino (rispettivamente con la Prof.ssa Giulia Caron e il Prof. Maurizio Giustetto) che hanno formato un’equipe di lavoromultidisciplinare. Con Telethon sono già stati impegnati 50.000 €, ma questo è solo il primo step. Perché la ricerca è molto lunga e le fasi sperimentali sono molto costose: si stima che la spesa da sostenere per la famiglia Aversa sia di circa 100.000 € all’anno, per almeno sei anni.

La piccola Olivia intanto ha iniziato a frequentare con grande entusiasmo Scuola Materna Asilo Onorato Morelli ed è seguita dalla Fondazione Stella Maris di Pisa e dall’equipe medica dell’ASL 1 di Torino per l’attività di fisioterapia e logopedia.

Non c’è quindi tempo da perdere e in tanti si impegnano per dare un aiuto, anche piccolo. Perché anche un piccolo gesto, sommato agli altri, può fare la differenza. E così, con il desiderio di aiutare la famiglia, è stata promossa una nuova iniziativa di beneficenza da parte di Elsa Panini, La Cuoca Insolita(www.lacuocainsolita.it) . Anche lei di Torino, amica di gioventù di Simone Aversa, organizza un secondo corso di cucina onlineper Olly (“Neve e farina: per Olly in cucina!” https://lacuocainsolita.it/neve-e-farina-per-olly-in-cucina/), mercoledì 11 novembre dalle 18.30 alle 20.30.

Il primo corso è stato a giugno scorso e si intitolava “Con le mani in pasta per Olly”: in quella occasione hanno partecipato 35 persone e sono stati raccolti 750 €, donati totalmente alla Help Olly Onlus. Anche questa volta, chi si iscrive aiuterà Olly e sa con certezza dove andrà il denaro donato.

Ognuno da casa propria, preparerà in due ore, con il supporto continuo (collegamento tramite la piattaforma Zoom) de La Cuoca Insolita, due ricette, questa volta a tema natalizio: i Raviolaccicolorati al salmone e gli Alberi di Natale al cioccolato. Con il solito approccio volto al pensiero di mangiare con gusto, ma in modo salutare (perché questa è la filosofia de La Cuoca Insolita), saranno due ricette della tradizione, ma con alcuni accorgimenti per renderle più leggere, più ricche di fibre e adatte anche a chi soffre di allergie. Così tutti saranno soddisfatti. Un’iniziativa dedicata quindi ad aiutare la piccola Olivia, ma anche un modo per regalare a stessi un poco di divertimento e di evasione (e di questi tempi ne abbiamo tutti tanto bisogno…) e per preparare la cena!

È possibile iscriversi al corso di cucina con una donazione di 15 €: basta cliccare su questo link (https://lacuocainsolita.it/neve-e-farina-per-olly-in-cucina/). E… se proprio la cucina non interessa… si può aiutare Olivia anche andando direttamente sul sito della Help Olly Onlus (https://helpolly.it/dona/) e versare un contributo tramite bonifico bancario alla Banca Reale di Torino, IBAN IT24D0313801000000013289426, intestato ad Associazione Help Olly Onlus, C.F. 97855900011 o tramite Satispay (cercando Help olly onlus) o con carta di credito. Per conoscere di più su Olivia e su tutte le sue attività è possibile anche andare su Facebook ((@helpollyonlus) e Instagram(help_olly_onlus).

Covid: 49 vittime, 2876 contagi e 768 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

 

39.721 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 39.721(+768 rispetto a ieri)così suddivisi su base provinciale: Alessandria 4319, Asti 2111, Biella 1223, Cuneo 4545, Novara 3357, Torino 20.745, Vercelli 1712, Verbano-Cusio-Ossola 1266, extraregione 250, oltre a 193 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 4678

Sono 49 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 10 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 4678 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 728 Alessandria, 286 Asti, 244 Biella, 469 Cuneo, 455 Novara, 2057 Torino, 248 Vercelli, 141 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 50 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

 

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 100.655(+2876 rispetto a ieri, di cui 1236 il 43% asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 1457 screening, 608 contatti di caso, 811 con indagine in corso; per ambito: 315 RSA/Strutture socio-assistenziali, 309 scolastico, 2252 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 8773 Alessandria, 4660 Asti, 3227 Biella, 12.872 Cuneo, 7385 Novara, 55.690 Torino, 3677 Vercelli, 2652 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 645 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1074 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 312(+8 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4540(+173 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono51.404

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.162.525 (+13.036rispetto a ieri), di cui 634.454 risultati negativi.

“Contagi in lieve flessione”. I dati del Dipartimento malattie infettive

“È di 3.588 la media giornaliera di nuovi casi positivi al Covid 19 nella settimana dal 2 all’8 novembre.

Il picco di presenze in Pronto soccorso si è avuto il 5 novembre e, da qualche giorno, assistiamo a una modesta diminuzione. La media giornaliera di pazienti in attesa di ricovero al Pronto soccorso nelle ultime due settimane è stata pari a 450-500 persone”. Lo ha dichiarato questa mattina il coordinatore dell’area Dea Gian Antonio Cibinel nel corso dell’incontro della Commissione regionale  Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, con i responsabili del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive (Dirmei).

“In questo momento – ha aggiunto – il numero di ricoverati è maggiore rispetto al picco della prima ondata della pandemia ed è particolarmente concentrato sulle degenze ordinarie o subintensive. Ieri sera avevamo circa il 25% di ricoveri in più in queste aree rispetto al picco della pandemia. Per quanto riguarda le terapie intensive, siamo invece intorno ai due terzi rispetto al picco massimo della prima ondata. Se l’andamento dei contagi sarà lineare, potremmo stimare tra una settimana 400-450 ricoverati in terapia intensiva, pari al picco della prima ondata, e 5.500-6.000 ricoverati complessivamente in altri reparti”.

Il direttore del Dirmei Carlo Picco, illustrando il funzionamento del Dipartimento, ha evidenziato le principali linee di attività, che spaziano dalla gestione delle scorte di dispositivi per la protezione individuale al monitoraggio delle Rsa, dalla messa in atto di corsi di formazione alla stratificazione del rischio e ha presentato la Centrale territoriale Covid, che “si occupa 24 ore su 24 della presa in carico e del monitoraggio dei pazienti Covid della Città di Torino attraverso software e che si vorrebbe allargare a tutto il territorio regionale. Al momento ha in carico 6.536 pazienti di cui 5.552 monitorati quotidianamente da casa tramite app e i rimanenti tramite contatti telefonici”.

Per quanto riguarda la linea di comando operativa per i ricoveri ospedalieri, ha spiegato il commissario per la gestione delle politiche sanitarie Emilpaolo Manno “esistono diverse postazioni attive 24 ore su 24: la postazione di Direzione sanitaria, che governa i ricoveri dei reparti di degenza; quella che governa i Pronto soccorso e i Dea, che valuta il bording e predispone eventuali spostamenti; quella dedicata alle terapie intensive, che ne gestisce e smista i posti”.

Il direttore regionale del settore Emergenza Covid Gianfranco Zulian ha ribadito “la necessità, pur nell’emergenza, di garantire sia i cittadini bisognosi di cure ordinarie sia quelli che necessitano di cure urgenti o emergenziali a causa della pandemia” e ha sottolineato che, per quanto riguarda il personale sanitario, “la Regione si è mossa per tempo, reclutando al 10 settembre ben 2.501 risorse, che oggi sono diventate oltre 3.100, e al momento vi sono 17 bandi aperti”.

Sono intervenuti per porre domande i consiglieri Domenico Rossi (Pd), Francesca Frediani (M5s), Valter Marin, Riccardo Lanzo, Michele Mosca (Lega), Marco Grimaldi (Luv) e Silvio Magliano (Moderati).

Scuole e Covid, la pacifica protesta di Anita, Lisa e Maia

Questa mattina a Torino si è tenuta una manifestazione di protesta a proposito della chiusura delle scuole a causa della pandemia Covid 19.

La protesta ha avuto luogo presso la Scuola media Calvino da parte di due studentesse di seconda media, Anita e Lisa.
Le ragazze, munite di tablet si sono appostate fuori dalla scuola (aperta solo agli studenti di prima media) per seguire le lezioni online.
Un altro episodio identico è avvenuto a pochi metri dalla Calvino, presso il Ginnasio Gioberti, protagonista Maia, altra giovane studentessa che si è piazzata fuori dall’ingresso della scuola per seguire la didattica a distanza.
(Le foto sono di Marco Boscato)

Calcio e lockdown, parla “mister Cigno”

Si ferma il calcio professionistico causa impegni delle varie nazionali: vediamo cosa succede in campo dilettantistico dove è tutto fermo a causa del covid… l’occasione è d’oro per fare una chiacchierata intervista al telefono con uno degli istruttori più importanti e conosciuti di Torino: Vincenzo Incardona, alias mister Cigno.

Un curriculum davvero importante: Ha allenato la pro Collegno , il Rapid Torino, il Lesna Gold , il Rosta, il Lesna Gold , la Sisport Juventus , il Mirafiori Calcio, attualmente allena ed istruisce allo spazio talent soccer.
È conosciuto come la leggenda dal cuore d’oro, il mister amato da tutti i bambini per la grande passione che trasmette mentre allena e prepara grandi e bambini.
“Per essere grandi bisogna prima di tutto essere piccoli, l’umiltà è la base di ogni vero successo” è il suo mantra e chi lo conosce sa che è proprio così.
Mister, il calcio dilettantistico e il Covid-19: senza precise  risposte, un sistema che rischia il cortocircuito…una tua riflessione su quanto sta accadendo e su come stai agendo tu e come stanno reagendo i bambini alla mancanza del contatto quotidiano con il calcio ed il tuo insegnamento. Infine quali sono i provvedimenti da prendere in breve termine per poter fare ancora scuola calcio a livello dilettantistico.
Ecco le risposte chiare e precise del “nostro mister”:
 
“Il covid ci ha messo in enorme difficoltà, penso che con le giuste predisposizioni avremmo tutti quanti potuto giocatore, anche perché lo sport è vita è non va tolto.
Meglio un pallone alla PlayStation I bambini stanno facendo un grande sacrificio, stare a casa non è facile, la mia paura è che per colpa del virus molti bambini e soprattutto ragazzi possano anche smettere di giocare, molte società secondo me sono in crisi, giustamente se chiudi tutto le saracinesche su abbassano  anche nel nostro mondo.
La scuola calcio e la priorità di questo calcio, con le giuste precauzioni possiamo anche noi tornare a giocare e insegnare lo sport più bello del mondo, perché non c’è niente di più bello nel vedere i nostri ragazzi sempre col sorriso, perché il calcio è di tutti”

Vincenzo Grassano

Quando le imprese delocalizzate tornano a casa

Il progetto reshoring’ è stato presentato negli spazi di Leonardo, azienda che ha radici storiche e un presente importante in Piemonte dove, con oltre 4.000 persone, contribuisce a generare occupazione qualificata e una filiera ad alta intensità di conoscenza e innovazione, che si riflette sui valori di competitività e produttività del lavoro.

Sono intervenuti Chiara Appendino Sindaca di Torino, Marco Pironti Assessore all’Innovazone, Marco Zoff Managing Director della Divisione Velivoli di Leonardo, Giuseppe Santangelo CEO Skypersonic Inc e Evgeny Klochikon CEO Parkofon/Sheeva  

L’emergenza COVID ha riportato in auge il termine ‘reshoring’ ovvero il fenomeno economico che consiste nel rientro a casa delle aziende che in precedenza avevano delocalizzato il loro business in Paesi stranieri UE ed Extra-Ue.

Molte le motivazioni che lo possono attivare, come ad esempio la limitazione degli spostamenti indotta dall’emergenza sanitaria; fattori contingenti come il costo del lavoro (un ingegnere in USA costa 3-5 volte quello italiano) e l’ottenimento di visti a lungo termine (sempre più difficili).

A tutto ciò si aggiunge il fattore attrazione dei territori, ovvero quella capacità degli ecosistemi locali, specie della ricerca e dell’innovazione, di offrire nuovi ambienti per sviluppare e testare le tecnologie emergenti.

Torino Reshoring è promosso dalla Città di Torino e dal suo team innovazione con l’intento di fare leva sulla identità di città laboratorio, sempre più riconosciuta a livello internazionale, e intercettare domanda di “reshoring” da parte di aziende con un dna italiano, sia per motivi logistici dei fondatori sia per motivi di mercato.

Il progetto – caratterizzato da una doppia anima, innovazione e business economica per il territorio – mira a creare un programma di avvicinamento verso Torino per aziende internazionali con focus R&D, a partire dai verticali di maggior interesse per il territorio nel contesto e in linea con i meccanismi di partecipazione di Torino City Lab.

Presentare un progetto come Torino Reshoring proprio in questo momento di grande cambiamento e sfida a livello globale è audace e ambizioso da parte nostra – dichiara Marco Pironti, Assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Crediamo fortemente nella crescita che Torino è riuscita a dare al suo ecosistema dell’innovazione che oggi ha raggiunto 70 partners, nazionali e internazionali. È davvero un grande stimolo per noi provare a cogliere la domanda e l’interesse da parte di aziende estere molto innovative che fanno della ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie emergenti il loro focus. Ci auguriamo di poter generare ricadute interessanti a livello qualitativo da questi team mondiali che stanno sposando la nostra visione di città della ricerca e della sperimentazione avanzata”.

Tanti fattori abilitano il capoluogo piemontese a essere appetibile a livello internazionale:

Torino è appena stata nominata sede dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A) – uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico (MISE) in ambito AI – il cui obiettivo è creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal “mercato” internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’AI in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity);

Torino è la città che ha portato in Italia Techstars, un network mondiale che supporta la crescita e lo sviluppo delle startup attraverso programmi di accelerazione d’impresa;

Torino è stata scelta da ENAC per promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo degli aeromobili a pilotaggio remoto e sviluppare nuovi modelli di servizio smart city, a basso impatto ambientale, modello che successivamente potrà essere replicato su altre realtà nazionali. Torino sarà dunque un osservatorio privilegiato per valutare gli adeguamenti normativi che rispondano allo sviluppo tecnologico del settore e fornirà un supporto allo sviluppo di servizi innovativi capaci di generare opportunità di lavoro nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto.

Leonardo ha accolto con favore questo primo atto del progetto “Torino Reshoring”, che ben rappresenta la volontà di creare a Torino un ecosistema favorevole alla crescita, all’innovazione, allo sviluppo di nuove idee e progetti concreti. In questa direzione Leonardo, come noto, ha creduto, voluto e sostenuto fortemente il progetto “Città dell’Aerospazio”, un’iniziativa aggregante, che mette insieme realtà diverse – aziende, PMI, Università, istituzioni locali e cittadini – creando una contaminazione di competenze in un settore in cui, in Piemonte, Leonardo da sempre rappresenta il filo conduttore.

TESTIMONIAL DI TORINO RESHORING

Skypersonic Inc – www.skypersonic.net

Skypersonic Inc – rappresentata dal CEO Giuseppe Santangelo – azienda italoamericana con sede a Detroit, sta programmando di potenziare la presenza in Italia con un centro R&D a Torino – negli spazi di Leonardo (inaugurazione stamattina) – da far crescere magari come base EMEA.

 

Sheeva – www.sheeva.ai   

L’azienda Sheeva rappresentata da Evgeny Klochikhin nata dalle attività di sperimentazione del progetto Parkofon, che è stato accelerato a Torino nell’ambito del Programma Techstars – Smart Mobility  (Classe 2019-2020) e che ha condotto attività di testing accedendo a Torino City Lab. Questa esperienza – anche se non riguarda il ritorno di un’azienda italiana –  è significativa nel rappresentare il potenziale di Torino City Lab e dell’ecosistema torinese dell’innovazione a supporto dello sviluppo di soluzioni innovative per l’ambiente urbano.

La partecipazione a Torino Reshoring è rivolta a imprese internazionali con sede all’estero, interessate ad attivare sul territorio Torinese attività di R&S e testing di media durata.

Gli ambiti di attività sono aperti all’innovazione tecnologica per l’ambiente urbano nei principali contesti della smart city e in coerenza con le attività di Torino City Lab (www.torinocitylab.it ).

Le priorità per il primo anno sono:

–      Focus territoriale: Nord America (USA) in collaborazione con la Camera di Commercio di Detroit e New York.

–      Contesti settoriali prioritari: Industria 4.0; Mobilità terrestre e aerea; Salute; Food e Agritech; Cultural Heritage/Turismo

Attraverso Torino ReshoringTorino City Lab intende offrire un servizio di orientamento e supporto, finalizzato ad attrarre e ospitare in città attività di R&S e testing, mettendo a disposizione ambienti di test in area urbana (oggi disponibili) e, grazie all’aiuto dei suoi partner e della Città di Torino, attività di facilitazione e sostegno.

Sulla base delle richieste pervenute, con Torino Reshoring saranno facilitate:

▪          la ricerca di uffici/spazi dedicati alle migliori condizioni;

▪          il supporto

–      nelle attività di “Talent Acqusition” anche grazie al rapporto con gli Atenei Torinesi;

–      nell’identificazione di servizi di “Business advisory” nei settori di interesse

–      ad azioni di confronto per lo sviluppo di casi d’uso di interesse in collaborazione con i Dipartimenti della Città di Torino di volta in volta competenti e con i partner di TCL;

–      a testing, compreso l’accesso ad asset della Città e dei partner, e all’utilizzo delle aree di stress test attive negli ambiti: droni; veicoli connessi e a guida autonoma; learning technologies.

–      nel contatto con gli enti territoriali deputati per aspetti di natura amministrativa;

–      di comunicazione tramite le reti nazionali e internazionali di TCL.

▪          l’attivazione di progetti/programmi di ricerca congiunta con gli Atenei e gli Enti di ricerca del territorio.

“Voglio tornare a sentire il profumo della vita…”

Qualche giorno fa, prima del nuovo #dpcm, ho comprato questa rosa.

È stato lampante come non solo la mascherina mi impedisse di annusarne il profumo ma anche l’involucro di plastica che la avvolgeva. E così ho deciso di scattare questa foto che non ho avuto tempo di pubblicare perché nel mentre mi son ritrovata in ospedale per una bronchite, i tamponi fortunatamente erano negativi.

Stiamo vivendo un’epoca difficile, soprattutto noi giovani, noi che dovremmo vivere nella speranza di un futuro roseo. Tutti ci chiediamo perché ci ritroviamo a vivere una situazione così drammatica ma molti ormai hanno già capito (e tutti dovrebbero esserne consapevoli) che solo cambiando le nostre abitudini potremmo avere una vita migliore.

Abbiamo tanti problemi da risolvere e la pandemia, qualunque origine essa abbia avuto, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ora cerchiamo di uscirne il più indenni possibile iniziando da subito a pensare e a cambiare quelle abitudini che non sono più sostenibili. Mi auguro in futuro di non dover portare più la mascherina e di comprare una rosa avvolta da un involucro che non inquina o, ancora meglio, dopo tanti anni di impegno e sacrifici vorrei non ritrovarmi più a fine mese coi soldi contati e poter così fare una scelta più ecologica comprando una pianta, simbolo di vita, anziché un fiore reciso.

Fonte Instagram: @irene.cane

Spara alla moglie e ai due figli gemelli e si uccide

 Alle 5.30 circa, a Carignano, all’interno di una villetta privata, il proprietario 40enne ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco, con una pistola legalmente detenuta, all’indirizzo della moglie, dei due figli minori e del cane sparandosi subito dopo alla testa.

La donna è stata rinvenuta cadavere dai carabinieri che, allertati dai vicini, hanno sfondato la porta, mentre i figli, fratello e sorella,  due gemellini, sono stati trasportati d’urgenza al Regina Margherita  di Torino in gravissime condizioni. Uno dei bimbi è deceduto. La sorellina è gravissima.  Anche l’omicida nonostante la pronta assistenza medica del 118 è morto dopo poco. Sul posto i carabinieri per i rilievi scientifici. Dalle prime notizie sembra che la donna intendesse separarsi dal marito. L’uomo, prima del folle gesto ha chiamato il fratello: “Tra poco non ci sarò più”.

Tanto sarà sempre colpa del virus

Ho fatto il vaccino con tutta la famiglia. Un po’ più tardi degli altri anni ma non posso e soprattutto non voglio lamentarmi
Direi di più, sono tra i privilegiati che non hanno dovuto sbattersi per risolvere il problema. Lo debbo alla altissima professionalità e coscienziosità del medico di base Dott. Alessandro Cunoglio e forse (probabile) al fatto di non risiedere più in Torino città.  Oramai è chiaro che le complessità delle grosse città portano alla loro quasi totale ingovernabilità. Avremmo dovuto essere organizzati per combattere più efficacemente il Covid. Così non è stato.  È sotto gli occhi di tutti.
Non solo l’organizzazione ma anche la serietà  del personale medico, in questo caso dei medici di base. Senza nulla togliere a chi è in prima linea negli ospedali e non solo chi è al pronto soccorso o nei reparti di terapia intensiva. Non passa giorno che non legga o senta racconti di amici e conoscenti che viceversa descrivono episodi di negligenza. In questi mesi si doveva potenziare la struttura sanitaria a più livelli e così non è stato. Non c’è da esserne allegri.
Non che si dovesse recuperare in sei mesi quello che si era perso in 30 anni. Ma insisto, qualcosa si doveva fare. Impreparati.  Tragicamente impreparati.  E sui trasporti pubblici che possiamo dire? Sfasciati erano ieri e sfasciati lo sono adesso, inefficienti e carenti. Ed anche ciò era noto a tutti. Il nostro è decisamente uno strano paese.  Ai cittadini da’ la possibilità di comprarsi un profumo o di tagliarsi i capelli ma non ai nostri figli di andare a scuola. Penso  siamo gli unici in tutta Europa. Un Paese che rinuncia nel formare i propri giovani è un Paese che non ha futuro.
Anzi che non vuole avere futuro. Non da oggi,  sicuramente. Un Paese con tradizioni millenarie su Università e scuole. Purtroppo un Paese dove la ricerca scientifica e pressoché zero. Dove c’è e ci sarà la fuga dei cervelli e di chi laureandosi non si ritrova in questo nostro levantismo culturale.
La pagheremo in modo salato. Del resto avere un Ministro degli Esteri che non conosce la geografia la dice lunga su come siamo messi. Ci poteva essere un’occasione derivata dalla drammaticità della crisi prodotta dal Covid. E’stato l’ennesimo fallimento di una classe politica inetta e distratta.  A Torino come a Roma.  Una classe politica che preferisce litigare che risolvere. Non dico risolvere ma almeno contenere. Litigano e il Governo delega agli algoritmi i suoi decreti legge.  Dettaglio: continua la non presentazione del Piano industriale Italia. Tanto quando si tireranno le somme sarà sempre colpa del Coronavirus e non delle scelte non fatte.
Patrizio Tosetto