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ilTorinese

La Polizia stronca giro di droga: sequestrati 3 chili di cocaina

La Polizia di Stato, all’esito di una vasta e articolata operazione antidroga, nelle prime ore del 10 dicembre 2024, ha eseguito sei misure cautelari ponendo così fine ad una attività di spaccio di sostanze stupefacenti che veniva portata avanti nella provincia di Novara e che assicurava ingenti profitti.

In particolare, sono state eseguite tre custodie cautelari in carcere, due obblighi di dimora con presentazione alla polizia giudiziaria e un divieto di dimora nella Provincia di Novara.

Tutte le misure sono state emesse dal Tribunale di Novara su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Sempre nel corso della stessa attività di indagine son già stati eseguiti cinque arresti in flagranza di reato, con il sequestro di oltre 3 chilogrammi di cocaina.  

L’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile ha avuto inizio nel agosto 2023 e trae origine da un precedente arresto in flagranza di reato, avvenuto nel mese di giugno 2023. In quella occasione erano emersi dei dettagli che avevano richiamato l’attenzione degli investigatori, che avevano capito che il soggetto tratto in arresto era inserito in una più ampio contesto criminale.

Quelli che erano sospetti, nel corso dell’indagine, sono diventati delle precise conferme e lo sviluppo delle iniziali ipotesi investigative hanno poi permesso di mettere alla luce una ramificata e consolidata attività di spaccio, a carattere piramidale, condotta con modalità professionali, adottando delle cautele, anche negli spostamenti, indicative di modalità operative nel portare avanti l’attività di spaccio certamente consolidate, indice non di una occasionalità nel commettere certi reati.

Dalle indagini è emerso che, nella rete di spaccio, vi erano dei soggetti, che movimentavano ingenti quantità di cocaina, due chilogrammi ogni mese. In particolare D.H. 50 anni, cittadino albanese, era il “capo” del sodalizio criminale.

La cocaina veniva reperita attraverso un altro soggetto albanese, N.I. di anni 43, residente in provincia di Novara, in grado di consegnare 2 chilogrammi di cocaina ogni mese a D.H. per la sua illecita attività di spaccio.

Alle dipendenze di D.H., poi, vi erano altri soggetti con compiti ben precisi.

P.D. di anni 24 (cittadino albanese), H.R. di anni 27 (cittadino pakistano), R.A. di anni 47 (cittadino italiano), G.E. di anni 22 (cittadino albanese), erano i “cavallini” con il compito di consegnare le dosi di cocaina ai numerosissimi acquirenti residenti sia nel comune di Novara che in provincia. Gli stessi percepivano un vero e proprio stipendio mensile, circa 5000 euro al mese.

Ogni mattina D.H. incontrava i suoi corrieri provvedendo al loro rifornimento per le cessioni di cocaina della giornata. Gli incontri, registrati da alcune telecamere, avvenivano all’interno di parcheggi di alcuni centri commerciali presenti in città.

In questo frame D.H. poneva le dosi di cocaina all’interno di una loro autovettura e successivamente i suoi galoppini, in questo caso G.E. e R.A. si avvicinano all’autovettura a prelevarle.

Il prezzo delle singole dosi, del peso di 0,40 grammi, era di 40 euro. Ogni giorno il sodalizio criminale  era in grado di portare a termine circa 150 cessioni con un guadagno giornaliero di circa 6.000 euro.

 

Le figure di spicco della presente indagine, hanno a carico precedenti specifici, e nonostante il pregresso ad oggi sono indagati in quanto si ritiene abbiano continuato nella loro attività delittuosa. Questi, anziché abbandonare le attività illecite si ritiene che invece abbiano elevato la loro capacità nel delinquere con una spiccata attitudine nel gestire i traffici delittuosi, utilizzando stratagemmi per cercare di eludere eventuali attività investigative.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

(Dalla Questura di Novara)

Arriva il nuovo pastorizzatore inventato alla Città della Salute

Il latte umano rappresenta per i neonati, oltre che la miglior fonte nutrizionale, anche un vero e proprio farmaco salvavita, soprattutto per quelli più critici e prematuri. Per questi fragili neonati, spesso ricoverati in Terapia Intensiva e in Patologia Neonatale, il latte della propria mamma non è sempre disponibile, soprattutto nel primo periodo dopo il parto: in questi casi la migliore alternativa è rappresentata dal latte umano donato, trattato e distribuito dalle Banche del Latte.
Il latte delle mamme donatrici viene oggi pastorizzato per garantirne la sicurezza microbiologica. Tuttavia, è ormai dimostrato che il sistema attualmente in uso (pastorizzazione Holder, 62.5°C per 30 minuti) modifica il valore nutrizionale e riduce, in particolare, la capacità del latte umano di fornire difese e di stimolare il sistema immunitario del neonato rispetto al latte fresco, a causa dell’intenso danno termico.
L’idea innovativa, nata dalla collaborazione dei neonatologi della Terapia Intensiva Neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (professoressa Alessandra Coscia e professor Enrico Bertino) e di un gruppo di ricercatori del CNR (professoresse Laura Cavallarin e Marzia Giribaldi), e supportata dalla Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (dottor Guido Moro), dall’Associazione di Genitori Piccoli Passi e dalla Fondazione Venesio, è motivata dall’esigenza di poter disporre, per i neonati fragili, di latte umano donato che abbia una qualità nutrizionale e biologica il più simile possibile a quella del latte fresco della propria madre.
Risultato di alcuni anni di ricerche, pubblicate su riviste internazionali ed appena presentate al Congresso Europeo di Madrid, il pastorizzatore per piccoli volumi di latte (Low Volumes Milk Pasteurizer, Lo.V.Milk), basato su tecnologia High Temperature Short Time (HTST, 72°C per15 secondi) e brevettato dai ricercatori, é attualmente disponibile e pronto per essere utilizzato da gennaio nella Banca del Latte dell’ospedale Regina Margherita di Torino, in modo da fornire il latte non solo ai neonati critici dell’ospedale Sant’Anna, ma anche a quelli ricoverati nel Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino ospedale Regina Margherita di Torino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli).
La pastorizzazione HTST viene comunemente utilizzata per produrre il “latte fresco” bovino, perché è la tecnologia che consente di avere il miglior compromesso tra sicurezza microbiologica e qualità nutrizionale. Tuttavia gli impianti industriali per il trattamento HTST del latte vaccino hanno portate dell’ordine di tonnellate e finora non esistevano sistemi per pastorizzare piccoli volumi di alimenti liquidi, quali il latte.umano. La sua messa a punto è stata possibile anche grazie al grande impegno del personale della Banca del Latte Umano, coordinato dalla caposala Elisabetta Punziano.
L’impianto rappresenta un’innovazione dal punto di vista tecnologico, in quanto consente di realizzare una pastorizzazione di tipo HTST su piccoli e piccolissimi volumi di latte, con soluzioni tecniche completamente differenti dall’esistente.
Questa strategia innovativa parte quindi dalla Città della Salute di Torino, con la prospettiva di estendersi agli altri Centri in Italia, che con 44 Banche del Latte continua a mantenere il suo ruolo di leader, ed in Europa, dove attualmente ne sono attive oltre 280

Il cappuccino, rito irrinunciabile (Anche a Torino e senza lattosio)

A Torino sono diversi i bar dove gustarlo nelle sue diverse versioni.

Il 50 per cento della popolazione italiana sembra essere intollerante al lattosio  che consiste nella mancata capacita’ da parte del nostro organismo di digerire gli zuccheri del latte e dei suoi derivati, una conseguenza della insufficiente presenza dell’enzima lattasi. Puo’ essere congenita, transitoria, dovuta per esempio ad una malattia o ad una infiammazione dell’intestino, o primaria che avviene con la crescita e che e’ causata da una mutazione nel codice genetico dell’individuo. Chi ne soffre conosce i sintomi (gonfiore, nausea, reflusso ecc.) e puo’verificare la sua esistenza con i test medici appositi. Dopo aver appurato di soffrire di questa intolleranza si dovra’ correggere la propria alimentazione eliminando tutti gli alimenti che contengono il lattosio, ovviamente, con il supporto di uno specialista.

Ci sono  persone, tuttavia, che pur non avendo una vera e propria intolleranza al lattosio preferiscono bere il latte in versione leggera perche’, pur non perdendo i suoi nutrienti e il gusto, e’piu’ digeribile.

Il tema mi sta particolarmente a cuore, sono infatti una cultrice di questa meravigliosa bevanda che rappresenta un gesto affettuoso quotidiano che mi dedico con grande piacere, ma che ho dovuto correggere un po’ proprio perche’ il lattosio non e’ il mio migliore amico. Una delle strade alternative che ho intrapreso e che mi soddisfa molto e’ quella del cappuccino vegetale che utilizzo nella mia colazione casalinga. Soia, semplice o al cioccolato, avena o riso sono tutti validi sostituti a cui ci si puo’ abituare velocemente e che oramai troviamo anche al bar, soprattutto il primo. Ma un’amante del cappuccino, qualche volta almeno, vuole crogiolarsi bevendone uno tradizionale, di insostituibile bonta’. Quale puo’ essere la soluzione, soprattutto quando si fa colazione al bar? Il latte senza lattosio, buono ugualmente ma piu’ leggero.

Devo dire che fino a qualche tempo fa i bar che offrivano questo prodotto erano molto pochi e sembrava di chiedere un cappuccino alieno, ma gia’ da qualche anno si trova in moltissimi posti complice questa intolleranza o poca tolleranza che, sfortunatamente, sta aumentando. Questa crescita e’ dovuta al fatto che una volta il lattosio era contenuto solo nel latte e nei suoi derivati oggi invece e’ utilizzato anche come additivo e quindi si trova in molti tipi di cibo che spesso sono insospettabili. Fortunatamente oggi ci sono anche molti prodotti senza lattosio che favoriscono la digeribilita’ e ci danno la possibilita’ di non rinunciare al gusto.

A Torino sono diverse le caffetterie che preparano un buonissimo cappuccino senza lattosio, alcune tra queste sono:

Dezzutto Cit Turin. Un locale storico molto accogliente con pasticceria.

Via Duchessa Jolanda 23bis

Platti. Uno dei bar piu’ belli della citta’, elegante e signorile.

Corso Vittorio Emanuele 72

Zucca. Oltre alla caffetteria un aperitivo meraviglioso.

Via Gramsci 10

CafeParisien. Accogliente e familiare.

Corso G. Matteotti 8

Pasticceria Beatrice. Cappuccino scenico e brioche buonissime.

Corso Bramante 61

MARIA LA BARBERA 

Simone Morabito, avvocato dell’arte

RITRATTI TORINESI

 

  1. Lo Studio Morabito, che ha da poco festeggiato i 50 anni, si occupa anche di Diritto dell’Arte. In quale aspetto del tuo lavoro ti identifichi maggiormente? Nell’aspetto legale e Tributario o in quello di Diritto dell’Arte?

Sì, un bel traguardo. In quell’occasione, peraltro, abbiamo celebrato l’evento commissionando un’opera ad hoc all’artista Andrea Sbra Perego, alla ribalta in questo momento. Quanto a me sono sempre stato uno spirito eclettico, per me è sfidante cercare di risolvere i quesiti legali di imprese e persone. Mi piace aiutare a realizzare le loro idee proteggendole al meglio. Posso definirmi innanzitutto un avvocato d’affari internazionale perché mi sono specializzato prima in Francia in diritto internazionale, poi in Italia in diritto civile e ho ottenuto un post graduate in USA in diritto delle transazioni internazionali. Questo è sempre stato il mio contesto lavorativo, ma da una quindicina d’anni ho incontrato la mia passione ossia l’arte e da lì ne sono nate avvincenti interazioni e quindi la mia specializzazione attuale, che mi porta a essere, oggi, uno dei pochi Avvocati dell’Arte italiani.

 

  1. Come nasce lo Studio Morabito ? Come Studio solo Tributario o anche Legale ?

Lo studio è stato fondato nel 1971 da mio padre, commercialista e revisore dei conti. Lui rimane un faro di professionalità per tutti gli aspetti tributari che ha declinato in 53 anni di professione sotto l’aspetto dell’assistenza alle imprese, enti e privati. Oltre a quella del settore tributario e societario, le sue specializzazioni sono anche la fiscalità dell’arte, ovviamente, insieme ai complicati temi di fisco agrario (per oltre 30 anni è stato consulente della Federazione Provinciale Coltivatori Diretti Torino) e di successioni. Proprio quest’ultimo aspetto mi porta a ricordare mio nonno, Simone Morabito mio omonimo, scomparso oramai da molti anni, che pur non essendo stato un professionista, è stato un importante funzionario dell’Ufficio delle Successioni di Torino, ricordato ancora oggi da molti notai di una certa età per la sua competenza e velocità di pensiero. Nel 2012, con il mio arrivo, è nato lo Studio Legale Tributario Morabito.

 

  1. Se dovessi dare una definizione di Diritto dell’Arte, quale daresti ? Oggi è diventato sempre più importante per affrontare le sfide che si presentano a livello legale e commerciale ai collezionisti ?

Il diritto dell’arte è come un grande cerchio composto da molti raggi, ognuno rappresentante un’area del diritto: il diritto dei Beni Culturali, il diritto d’autore, il diritto amministrativo, il diritto civile, il diritto internazionale, il diritto penale. Quindi è molto complesso trovare uno specialista nel tema, ma allo stesso tempo è sempre più rilevante proteggere il collezionista che spesso acquista o vende d’impulso senza conoscere le conseguenze dei propri atti.

 

  1. Cosa suggeriresti a un collezionista neofita che, per la prima volta, si affaccia al mondo dell’arte ?

Suggerirei di verificare sempre la provenienza dell’opera che sta per acquistare e di richiedere tutte le informazioni possibili. Poi di rivolgersi a un esperto.

 

  1. Necessitano di una tutela anche le gallerie d’arte e gli artisti oltre che i collezionisti? Quale fascia di artisti e gallerie accedono maggiormente ai tuoi servizi ?

Certamente assisto gallerie d’arte, case d’asta e artisti che debbono proteggere la loro attività e agire nella legalità per evitare illeciti di varia natura. La mia clientela è varia ci sono artisti e galleristi di ogni dimensione

 

  1. Vi occupate anche di fondazioni e associazioni ?

Sì, ci occupiamo anche di fondazioni e associazioni, così come tutti gli strumenti previsti dal nostro ordinamento. Ma anche di trust che è un istituto giuridico di origine anglosassone riconosciuto anche nel nostro ordinamento che spesso può essere la soluzione per problemi non direttamente regolati dal nostro legislatore.

 

  1. Il tuo rapporto personale con l’arte  e se sei anche tu un collezionista

L’arte è la mia passione. Ho imparato ad avvicinarmi a essa non soltanto spinto dalla ricerca della bellezza, ma anche perché interessato da espressioni concettuali rivoluzionarie e più sofisticate. Sono anche io collezionista certamente. Una collezione d’arte rappresenta un modo di raccontare la vita di una persona: per ogni periodo potrebbe corrispondere un’opera, per ogni sentimento una modalità espressiva, per ogni successo una tonalità di colore. In questo arte e diritto si incontrano rendono non banale la mia professione.

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

Poste italiane anche a Torino contro le truffe

Poste Italiane mette al centro la sicurezza dei cittadini con numerose iniziative, fra cui il nuovo vademecum antifrode , in distribuzione nei 49 uffici della città di Torino, e negli altri 78 uffici postali della Città di Torino. È proprio grazie alla collaborazione dei clienti, che ogni giorno utilizzano i suoi prodotti e servizi, garantisce di operare in sicurezza. Rispetto allo scorso anno, il numero delle truffe sventate in ufficio postale è diminuito del 63%, un dato che conferma l’efficacia dell’informazione in contrasto ai tentativi di frode.

Il rischio di rimanere coinvolti in una truffa riguarda tutti e non va sottovalutato, anche perché le frodi vengono messe in atto da veri “professionisti” che fanno leva sulla buonafede dei cittadini e utilizzano diversi metodi per aggirare i cittadini, come fingere di telefonare per conto di enti pubblici. Nel vademecum sono indicati alcuni consigli per evitare spiacevoli sorprese: è importante saper riconoscere la provenienza di email, sms e telefonate fraudolente, non avere fretta, fare attenzione alle proposte vantaggiose di facili guadagni, verificare le pagine web su cui si effettuano i propri acquisti, usare cautela nella gestione di dati e informazioni personali, mantenere software e password aggiornati. Per ulteriori informazioni è possibile visitare la sezione del sito di Poste Italiane dedicata alla prevenzione dalle truffe: https://www.poste.it/come-difendersi-dalle-truffe.html.

 

Mara Martellotta

“Salva la tua lingua locale”: piemontesi tra i finalisti e un vincitore

 

Un dizionario con i gallicismi siciliani, saggi in ladino di Fassa e in astigiano, poesie in bisiàc e in romagnolo, una tesi di laurea sul dialetto genovese, opere in dialetto sammarchese, venosino e griko, una canzone in friulano e un lavoro teatrale in dialetto napoletano. Sono i vincitori della dodicesima edizione del concorso letterario “Salva la tua lingua locale” premiati il 12 dicembre scorso nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma. Composizioni che narrano di spaccati di vita quotidiana, leggende paesane, mestieri, riti e tradizione antiche, e che nella loro diversità linguistica, di espressioni e suoni uniscono l’Italia da nord a sud.

Ideato da Unpli, Unione Nazionale Pro Loco e da ALI Autonomie Locali Italiane del Lazio con l’obiettivo di promuovere i tesori culturali e linguistici del nostro Paese, il concorso dal 2013 a oggi ha raccolto oltre 3mila candidature e ottenuto prestigiosi riconoscimenti istituzionali, tra cui il patrocinio delle Presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera dei deputati, della commissione italiana per l’UNESCO e del Ministero della Cultura.

Oltre 400 le opere pervenute in questa dodicesima edizione, novità di quest’anno, il premio speciale dedicato alla memoria di Luigi Manzi, scrittore, fondatore e organizzatore instancabile del Premio sin dalla sua prima edizione.

“L’alto numero di concorrenti e la varietà dei lavori presentati hanno reso il lavoro delle giurie estremamente complesso, ma hanno restituito un quadro ricco e articolato delle lingue locali ancora vive nel nostro Paese – ha commentato Antonino La Spina, presidente Unpli – L’antologia che raccoglie le opere dei vincitori e dei finalisti di questa edizione è un omaggio alla bellezza e alla pluralità delle espressioni linguistiche italiane”.

“Senza radici e senza passato è difficile immaginare un futuro. Credo che dialetti e lingue locali non debbano restare un ancoraggio del passato, ma possano rappresentare un punto di partenza per avere ben chiaro il percorso da seguire – ha dichiarato Luca Abbruzzetti, Presidente di ALI Lazio – Veder crescere questo Premio negli anni sia come partecipazione sia nella qualità delle opere è una grande soddisfazione e questa edizione”.

“Siamo felici della partecipazione piemontese: a dimostrazione del costante interesse per le lingue e le culture immateriali locali – ha detto Fabrizio Ricciardi, presidente Unpli Piemonte – ci auguriamo che per le prossime edizioni la partecipazione sia ancora più folta”.

I PREMI “TULLIO DE MAURO

Per la sezione saggi il primo premio è andato ex aequo a Fabio Chiocchetti con Letres da Larcioné edizione di lettere in ladino di Fassa e Lorenzo Ferrarotti, con Asti, 1521: una terra da solacz edizione critica delle opere in astigiano di Giovan Giorgio Alione.

Gli altri finalisti piemontesi sono stati Davide Boccia di Druento (To) e Francesco Granatiero di Torino. Inoltre una menzione speciale è andata alle Pro Loco di Oviglio (Al), Corsione (At) e Santena (To). Inoltre una menzione è andata alle associazioni piemontesi che promuovono le lingue locali: “E Keyé” di Fontana di Frabosa Sottana (Cn)Oratorio Campo Giochi (To)Compagnia Teatrale Fric Filo 2 (To)Parrocchia di San Giovanni Battista e Remigio (To)Casa editrice L’Harmattan Italia (To) e il Centro Studi Piemontesi (To).

La musica dei Vocal Blue Trains , diretti da Alessandro Gerini, nella chiesa di Santa Pelagia

Con il periodo delle Feste si moltiplicano gli appuntamenti con la musica gospel, ma nel caso del Vocal Blue Trains, cui tocca inaugurare la rassegna “Contatti sonori” della stagione concertistica di Santa Pelagia, si è di fronte a degli autentici fuoriclasse. Mercoledì 18 dicembre, alle ore 21, i Vocal Blue Trains terranno “Gospeltronic”, con direttore Alessandro Gerini,  insieme al coro della chiesa di Santa Pelagia di via San Massimo 21. L’ingresso è libero su prenotazione.

I Vocal Blue Trains sono un gruppo vocale polifonico di 33 cantanti musicisti, fondato e diretto da Alessandro Gerini, cantante e vocal coach. Si tratta di una realtà poliedrica che sposa l’impronta corale del gospel e della polifonia tradizionale con le moderne sonorità della musica elettronica e dell’ambient house. Sul palco portano una fusione innovativa che unisce la potenza e la profondità del gospel con l’energia pulsante della musica elettronica. In poco più di 5 anni hanno attirato l’attenzione a livello nazionale e internazionale grazie a importanti collaborazioni come Ultimo, Paul Phoenix, componente del gruppo a cappella vincitore del Grammy King’s Singers, l’attore e presentatore Gigi Proietti, il cantante soul americano Sergio Sylvestre e il gruppo Modà. Il progetto conta oltre 150 concerto tra Europa e Asia, e vanta prestigiose partecipazioni ad alcuni tra i più importanti festival internazionali come il Wien International Festival for Choirs and Orchestras, il Jeju International Choir & Symposium, il Concerto di Gala al Pantheon, il Pistoia Blues Festival e il Moscow Sounds Festival. Nei loro arrangiamenti originali la musica gospel si espande, trovando nuovi spazi sonori. I beat elettronici, i sintetizzatori e le texture digitali non fanno altro che amplificare l’energia di questo genere, creando un’atmosfera potente e avvolgente che è al tempo stesso futuristica e profondamente legata alla tradizione. Alla fine del 2022, il gruppo ha pubblicato il suo primo album omonimo.

La Stagione musicale dei concerti di Santa Pelagia è ormai diventata una tradizione attesa, un punto di riferimento per gli appassionati di musica e ricopre un ruolo di rilievo nel mondo musicale e culturale del nostro territorio. L’obiettivo è la promozione di eventi di qualità, equi ed inclusivi, che sappiano coniugare l’alto valore delle proposte artistiche e musicali alla massima fruibilità e accessibilità. Per questo, anno dopo anno, si pongono la sfida di provare a sorprendere il pubblico. La risposta sta nel costante rinnovamento, nella volontà di esplorare nuovi territori musicali, stupire, incantare pur mantenendo vivo il legame con la grande tradizione musicale. Concerti ed eventi in programma nel Coro di Santa Pelagia, dall’8 ottobre 2024 al 2 luglio 2025, offrono un ventaglio unico e originale di declinazioni sonore provenienti tanto dal repertorio classico quanto da quello contemporaneo, raccolte e approfondite in varie sezioni tematiche.

 

Coro e Chiesa di Santa Pelagia – via San Massimo 21, Torino.

Ingresso libero con prenotazione

 

Mara Martellotta

Con l’opposizione litigiosa il governo campa cent’anni

Ernesto Maria Ruffini si è dimesso da direttore Agenzia delle entrate. Gli evasori tirano un sospiro di sollievo. Magari la sfangano un’altra volta. Un po’ come i no vax e i 10 milioni di multe che vanno in fumo. Ruffini non mi pare un “pericoloso bolscevico” che vuole colpire i capitalisti colpevoli di essere ricchi. Molto legato a Romano Prodi arriva da una famiglia di provata fede democristiana. Mi sa che stavolta i comunisti magistrati poco c’entrano. A memoria è la prima volta nella Storia della nostra Repubblica. Inezia: Ruffini sembra accusare il governo di essere dalla parte degli evasori. Appunto, quisquilie. Disperato Giorgetti che deve far tornare i conti e gongolante Salvini che per un pugno di voti vende anche la sua anima. Concordato preventivo totale fallimento. E dall’Albania soffia il vento del ridicolo. Poi ci si mette anche l’Europa. Sostiene che nei nostri centri di prima accoglienza volano schiaffi e pugni. Sconsolante… ed altro non si può dire per rimanere al di qua del limite della decenza. E per non farsi mancare nulla aumentano lo stipendio ai ministri non parlamentari. Passando da 9000 euro a quasi 13000 , anche loro non sapevano come campare. Vuoi non dargli una mano? Pazzesco e sconsolante Un governo in difficoltà?
Assolutamente no. Andranno avanti cent’anni se l’opposizione continuerà ad essere così litigiosa. Ed anche qui mi sembra che sia il bue che da del cornuto all’asino. Anche qui Beppe Grillo e Conte non fanno fare una bella figura ai cinque stelle. Il Beppe nazionale dopo Savonarola vuole essere Sansone, muoia Sansone con tutti i filistei.
Contenti loro contenti tutti. Ma non tutto è così negativo come sembra. Complimenti al nostro Sindaco Lo Russo. Per ora ha vinto la sua battaglia per la chiusura di uffici postali a Torino.
Il Tar gli ha dato ragione. Poste italiane non li può chiudere. Per ora il tutto è rinviato.
Si vedrà nel 2025.
PATRIZIO TOSETTO

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

James McBride “L’emporio del cielo e della terra” -Fazi Editore- euro 19,00

McBride è nato a Brooklyn nel 1957, da madre ebrea polacca convertita al cristianesimo e padre afroamericano; è cresciuto in una famiglia poverissima con 11 fratelli, tra Brooklyn e Queens. Come dire un’importante palestra di vita.

Lui si è fatto strada nel mondo e ha messo a frutto le sue esperienze e il suo vissuto: giornalista nelle redazioni delle principali testate, musicista jazz, sceneggiatore per Spike Lee. Nella narrativa ha esordito nel 1995 con il memoir “Il colore dell’acqua”; ma il grande successo è arrivato 20 anni dopo con “The Good Lord Bird” vincitore del National Book Award nel 2013.

L’emporio del cielo e della terra” è del 2000, ora esce in Italia, dopo essere stato a lungo in testa alle classifiche americane, amato da Barack Obama e Spielberg che l’ha opzionato per farne un film.

Un magnifico affresco che supera le barriere del razzismo e offre invece una storia intrisa di bontà, amore, accettazione e tolleranza.

Inizia nel 1972 con il ritrovamento di uno scheletro in fondo a un pozzo a Pottstown, Pennsylvania. Per capire di chi sia e come sia finito lì, McBride risale a quanto accaduto all’epoca, tra anni 20 e 30 del secolo scorso, nel piccolo quartiere di case fatiscenti, strade sterrate e miseria di Chicken Hill. Microcosmo abitato da neri, ebrei e bianchi che non possono permettersi di meglio. Un interessante melting pot.

Protagonisti principali, attorno ai quali si muovono altri personaggi, sono l’ebreo rumeno Moshe, proprietario di un teatro e una sala da ballo e la bellissima Chona, americana di origini bulgare, penalizzata dalle conseguenze della poliomielite.

Chona è colta, idealista, generosa e disponibile ad aiutare tutti. Quando con il marito (che in realtà ne farebbe a meno) rileva “L’emporio del cielo e della terra” lo trasforma in un presidio di solidarietà. E’ lei a gestire questo negozio di alimentari facendo credito a chi ne ha bisogno. Lo trasforma in un crocevia di culture, gusti, etnie diverse, dove ci si incontra e si condividono chiacchere e opinioni.

La trama decolla quando Moshe e Chona (che non sono riusciti ad avere figli) decidono di aiutare il piccolo orfano 12enne, Dodo, diventato sordo dopo un’esplosione, e che alla morte della madre rischia di essere rinchiuso in istituto.

 

 

Richard Russo “La vita secondo me” -Neri Pozza- euro 24,00

Richard Russo è lo scrittore americano che ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2002 con il romanzo “Il declino dell’impero Whiting”. E’ nato il 15 agosto 1949 a Johnstown ed ha trascorso l’infanzia nella piccola cittadina di Gloversville. Si è laureato in letteratura all’Università dell’Arizona ed ha insegnato scrittura creativa in un college del Maine.

Quando ha ottenuto successo con i primi romanzi, ha abbandonato la carriera universitaria e deciso di dedicarsi solo più alla scrittura. La cifra principale della sua narrativa è la descrizione della realtà che avvolge le piccole cittadine americane. E’ abilissimo nell’attrarre i lettori con le sue trame ambientate in microcosmi che descrive in modo estremamente lucido, realistico e ironico.

La vita, secondo me” è tra le sue opere di maggior successo, pubblicato nel 1993, e racconta le vicissitudini e i pensieri del vecchio e scontroso Donald Sullivan.

E’ un operaio edile che vive nell’immaginaria North Bath, ha 60anni e tutta una serie di sfortune: dal ginocchio dolorante per l’artrosi all’ex moglie in sete di vendetta, passando per un’amante che non gli dedica particolari attenzioni.

Poi a rendere grama la sua esistenza intervengono contrattempi vari; per di più è circondato da una pletora di pseudo amici che rischiano di affossarlo ancora di più.

Sullo sfondo della storia c’è soprattutto il clima provinciale della sonnolenta cittadina termale nello Stato di New York, e le dinamiche che legano i personaggi, tutto raccontato da Russo in modo magistrale.

Poco più di 700 pagine che hanno ispirato anche il cinema, con il film del 1994, interpretato da Paul Newman, regia di Robert Benton.

 

 

Federica Manzon “Alma” -Feltrinelli- euro 18,00

Alma” -con il quale la 43enne Federica Manzon si è aggiudicata il Premio Campiello 2024- può essere definito anche come libro di confine.

La scrittrice (nata a Pordenone) divide la sua vita tra Milano e Trieste, ed è proprio in questa città che ha ambientato il romanzo. Trieste unisce Occidente e Oriente, chi ci vive sa molto bene che non esiste un’identità monolitica e unica, piuttosto è il risultato di spostamenti e continuo divenire.

Il romanzo intreccia storia e geografia, e lo fa con una narrazione che oscilla tra passato e presente, mettendo a fuoco le traversie dei popoli di confine e della Jugoslavia; cambiata dai tempi di Tito e passata attraverso la sanguinosa guerra dei Balcani.

La protagonista Alma è una giornalista che vive a Roma, ma torna per 3 giorni a Trieste, città in cui ha trascorso l’infanzia e dalla quale è poi scappata per costruire altrove il suo futuro. Questo breve ritorno è l’occasione per fare i conti con il passato, i sentimenti e la memoria, e per raccogliere l’eredità di suo padre. Un uomo senza radici, in continuo andare e venire attraverso il confine che separa Trieste e il Carso da una parte e la penisola balcanica dall’altra.

Nella città dei suoi primi anni, Alma ritrova la casa dove ha trascorso l’infanzia con i nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea. I ricordi riaffiorano e incontra persone dalle quali aveva voluto allontanarsi. Primo fra tutti Vili, figlio di amici del padre, intellettuali di Belgrado, che era entrato in famiglia tanti anni prima.

Un romanzo che ruota intorno ai concetti di casa, famiglia, appartenenza. Alma, che molto sapeva delle origini benestanti, agiate e colte della famiglia materna, ora cerca di recuperare informazioni che l’aiutino a capire anche il padre e i punti oscuri della sua vita.

 

 

Aslak Nore “Il cimitero del mare” -Marsilio- euro 21,00

E’ uno scrittore decisamente interessante il 46enne norvegese Aslak Nore, nato nel 1987, cresciuto ad Oslo. Dopo gli studi in scienze sociali a New York, ha deciso di arruolarsi nei corpi speciali norvegesi stanziati in Bosnia. Ha vissuto in America Latina, ed è stato reporter di guerra in punti caldi del pianeta come Iraq e Afghanistan; oggi vive nella tranquilla Provenza.

Per scrivere questo romanzo si è ispirato a una vicenda vera, datata nel 1940. Al centro della trama ci sono i segreti di una potente famiglia di armatori, sullo sfondo di un complicato quadro geopolitico.

La matriarca dell’importante dinastia di armatori Falck, Vera Lind, si congeda dalla vita lanciandosi da una scogliera, dopo aver scritto una lettera alla nipote Alexandra, detta Sasha. Nella missiva lancia una sfida: precisa che i Falck sono a un bivio e invita la giovane a operare un’importante scelta. Stare dalla parte della verità oppure essere fedele al motto “familia ante omnia”, la famiglia prima di tutto.

Sconvolta dal suicidio della nonna, Sasha prende molto sul serio le sue ultime parole; ed è l’inizio di una trama intrigante. La narrazione alterna sapientemente passato e presente e conduce il lettore nelle intricate vicende dei Falck.

Tutto ha inizio nel 1940 epoca in cui la Norvegia era occupata dal Terzo Reich. Quell’anno una nave passeggeri – carica di civili e soldati tedeschi- era naufragata per un’esplosione a bordo, che l’aveva fatta colare a picco, con oltre 300 vittime. Tra queste c’era il marito di Vera, mentre lei si era salvata miracolosamente buttandosi nelle acque gelide con il neonato OlaV. Sarà lui a diventare capo indiscusso dell’impero Falck.

Una dinastia dagli interessi economici ramificati nei campi più redditizi e con agganci politici fondamentali. La trama si fa via via più coinvolgente.

Storie private, menzogne, amori e tradimenti, sullo sfondo degli avvenimenti della grande storia. Guerre, terrorismo, piani segreti e molto altro…….

 

 

San Pietro Val Lemina: alle Poste i bimbi incontrano Babbo Natale

I bambini della scuola materna di San Pietro Val Lemina sono andati presso l’ Ufficio Postale del paese per incontrare “Babbo Natale”.

I 33 bambini, dai 3 anni ai 5 anni, presenti hanno ricevuto un foglio con la storia di Babbo Natale e dei piccoli pensieri.

Ad aspettarli un collega di Gestione Operativa di Poste Italiane che  ha reso questo momento magico per i bambini travestendosi da “aiutante di Babbo Natale”.