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Porti ciascuno la sua arte: a Respira Torino si fa cultura dalla finestra

Ragazze e ragazzi di Respira Torino mettono in scena spettacoli aperti ad artisti di ogni tipo. Il palco? Una finestra in Borgo Rossini. E il virus non li ha fermati

Affacciati alla finestra e dimmi chi sei. «Molte cose nascono per caso, ma quella casualità, talvolta, è sospinta da una propulsione, dall’energia che orbita attorno ai corpi che la innescano. Respira Torino nasce così», scrive in uno dei suoi componimenti Moise, studente e poeta che dell’iniziativa è stato tra i fondatori. Respira Torino è un progetto culturale il cui embrione va ricercato sui prati del parco del Valentino. Lì un gruppo di ragazze e ragazzi si radunava – era l’estate 2019 – per ascoltare proprio i versi di Moise. Ispirava, quell’atmosfera decameronesca. Così nacque l’idea: “Creiamo un palco”. La scelta, inconsueta, ricadde su una finestra al 48 di via Modena, nel cuore di Borgo Rossini. Uno spazio aperto su un pubblico composto primariamente dai passanti, che per caso si sarebbero imbattuti nelle esibizioni degli artisti. «Il primo spettacolo, a ottobre di un anno fa, è stato preparato in pochissimi giorni. Ma dopo averlo finito ci siamo detti: si è creato qualcosa per cui varrà la pena spendere del tempo», ci dice Roberto Luis, che del progetto è stato fin da subito l’anima organizzativa.

Respira Torino è uno spettacolo composto da molte arti: musica, poesia, danza, teatro, letteratura si mettono in scena attraverso i corpi, le voci e i movimenti di ragazze e ragazzi che alla finestra si alternano. Tutti accomunati da un tema. così l’esperienza poliartistica si mostra coerente nel suo svolgimento. «Ognuno dà un’impronta unica e privata dell’arte che offre, dimodoché dalla nostra finestra si possano udire molteplici ed eterogenee passioni», raccontano gli organizzatori, al momento undici universitari, artisti che danno voce ad altri artisti.

Unica e privata, l’arte così intesa è una finestra: tutti da essa si possono affacciare per dare al mondo un assaggio di sé. E’ questa l’idea che si cela dietro agli eventi, che nei piani di chi li mette in scena dovrebbero tenersi una volta al mese. Così è stato da ottobre a dicembre 2019. Poi la pandemia ha sconvolto i piani, e il ritorno alla cornice di via Modena – già fissato per marzo – è stato rimandato a data tutt’ora da destinarsi.

Nel frattempo il gruppo non è rimasto immobile. Con #RespirodaCasa, Respira Torino si è messo in scena attraverso i social: gli artisti si ritraevano in video e poi venivano trasmessi su Instagram durante le loro performance. L’iniziativa ha avuto un discreto successo: l’account del progetto gode infatti di buona notorietà tra gli universitari torinesi. Da giugno in poi, si è tornati dal vivo. Con le dovute precauzioni – muniti di mascherina, all’aperto e a distanza -, ragazze e ragazzi hanno animato l’Associazione Culturale Qubì (anch’essa con sede in Borgo Rossini) e poi l’Associazione Culturale Comala, in corso Ferrucci, quartiere Cit Turin. D’altronde il radicamento territoriale nell’area del Campus Einaudi non vuole essere un limite alle possibilità di espansione del progetto. Che addirittura punta a riprodursi in altre città.

Così ci racconta Roberto Luis: «Per noi il futuro è già qui, siamo sopravvissuti con entusiasmo al primo anno e ora ci stiamo rilanciando, nonostante la pandemia ci abbia tolto una vera interazione con il pubblico. Vogliamo partecipare ai bandi che il Comune ci offrirà e aumentare e consolidare le collaborazioni esterne. Ma anche trovare nuovi palchi in cui esibirci, in attesa di tornare in via Modena».

L’altro grande obiettivo di Respira Torino – che sta portando avanti anche un progetto fotografico con Vincenzo Solano, collaboratore de Il Torinese –  è diventare un’associazione: «Era uno dei pilastri che ci eravamo dati: ora vogliamo portarlo a compimento». Il passaggio, assicurano gli organizzatori, non farà perdere a Respira l’animo del laboratorio. Alla finestra continueranno a incontrarsi arti della più diversa specie e artisti con qualcosa da raccontare. In uno spirito di ragionata collaborazione. In un incontro che è soprattutto condivisione di molteplici sguardi sul mondo.

Locatelli (Prc-Se): “gioiamo per la rimessa in libertà di Nicoletta”

 “No alla repressione e alle reclusioni ingiuste dei NoTav”

Da oggi la compagna Nicoletta Dosio è tornata in libertà dopo aver scontato la condanna a un anno di reclusione per aver partecipato, nel lontano 2012, a una pacifica protesta No Tav.  “Una condanna ingiusta, assurda così come ingiuste e assurde sono le innumerevoli misure restrittive emanate nei confronti di attivisti Notav rei di aver difeso la Valsusa da un’opera distruttiva e inutile” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “Un’opera – continua Locatelli – che si vuol portare avanti, costi quel che costi, ricorrendo non solo a operazioni truffaldine ma fomentando la repressione di chiunque faccia opposizione. L’AV Torino Lione, come ogni altra grande opera, fa parte dell’espansionismo del capitale. Contro questo espansionismo che non si fa scrupolo di distruggere un intero territorio è giusto  condurre una ferma opposizione.  Oggi è un giorno di gioia per la fine di una reclusione ingiusta, una reclusione che Nicoletta ha affrontato con grande dignità e a testa alta, nella consapevolezza delle insopprimibili ragioni del movimento NoTav. In ogni caso il suo ritorno in libertà non cancella l’ingiustizia nei confronti suoi e di tanti altri attivisti perseguiti o messi in carcere per la loro disobbedienza attiva a un’opera speculativa. Non c’è repressione che possa fermare una lotta giusta. Libertà per tutti i NoTav. Avanti con lotta

Il Piemonte e la sua nazionale di calcio

Le soste della Nazionale non servono solo per stilare i primi bilanci della stagione e per il calciomercato: aiutano la nostra memoria a non dimenticare il glorioso passato ed i record calcistici stabiliti dai 2 club torinesi Juve e Toro.

Oggi però mi piace stilare l’11 calcistico ideale dell’altrettanto ideale squadra del “Piemonte calcio” composta da 11 giocatori in attività nati rigorosamente in Piemonte. Nessuna secessione per carità!! Solo un gioco per una squadra davvero competitiva.

Allenatore il grugliaschese Gianpiero Gasperini col modulo 4-4-2
La nazionale piemontese avrebbe nell’attacco il suo punto di forza: Lapadula (padre pugliese, madre peruviana ma nato a Torino) e Giovinco per l’usato sicuro, Kean e Parigini per un futuro roseo. A centrocampo il faro sarebbe senz’altro il torinese Jacopo Segre.In porta l’emergente Portiere del Benevento Montipò nato a Novara.

Montipò; Cacciatore, Cassani, Ariaudo, Barreca;Segre, Marrone; Parigini, Lapadula, Kean, Giovinco

Vincenzo Grassano

Ora gli hotspot operativi per tamponi rapidi sono tredici

Si amplia così la possibilità per i cittadini che potranno effettuare il test antigenico con prenotazione del medico di base. Cirio e Marnati: “Continuiamo a potenziare la macchina dei laboratori e degli hotspot per velocizzare le diagnosi e la certificazione delle guarigioni”

Puntare sui test rapidi per aumentare la potenzialità di screening e diagnosi: da lunedì grazie al lavoro della Regione Piemonte e delle Asl si amplia la platea di cittadini che potranno effettuare, solo ed esclusivamente su prenotazione dei medici di medicina generale, i tamponi rapidi naso-faringei in uno degli hotspot dedicati predisposti sul territorio regionale.

In aggiunta al “drive” ad accesso in auto attivo da sabato 14 novembre all’Allianz Stadium di Torino, sarà possibile effettuare il test antigenico rapido in altri 11 punti (accessibili a bordo dell’auto o a piedi): Novara (in viale Roma 7) – Vercelli (presso la piastra ambulatoriale, largo Giusti 13) – Orbassano (Torino) presso il Polo didattico universitario regione Gonzole 10 – Avigliana (Torino), Via Sant’Agostino 5 – Carmagnola (Torino) piazza Manzoni 10 – Cavagnolo (Torino) presso il Palazzetto dello sport, via XXIV Maggio 35 – Moncalieri (Torino), Via Vittime di Bologna 20 – Nizza Monferrato (Asti), piazza Garibaldi 14 – Omegna (Vco),via 4 Novembre 294 – Pinerolo (Torino), Viale grande Torino 7 e Venaria Reale (Torino) via Don Sapino 152.

Intanto per i primi due giorni di attività le prenotazioni all’hotspot allestito nel parcheggio dell’Allianz Stadium riguardano cittadini provenienti non solo dalle Asl di Torino (Asl Città di Torino, Asl Torino 3, Asl Torino 4 e Asl Torino 5), ma anche dalle Asl di Alessandria, Asti e Vercelli.

I risultati dei test rapidi naso-faringei sono disponibili circa 15 minuti dopo l’esecuzione. In caso di positività vengono attivate immediatamente le misure di isolamento previste dal protocollo sanitario e, subito presso l’hotspot, viene eseguito il tampone molecolare per la conferma della positività (ad eccezione dei contatti stretti di casi Covid già accertati per i quali, secondo quanto previsto dalla circolare del Ministero della Salute, in caso di tampone rapido positivo la validità del test è immediata e caricata direttamente sulla piattaforma Covid regionale).

“Ad agosto – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – con una gara fatta insieme al Veneto abbiamo acquistato quasi due milioni e mezzo di tamponi rapidi per il nostro sistema sanitario pubblico. Li stiamo usando soprattutto per mantener sicure le nostre RSA e residenze anziani, monitorando ogni due settimane tutti i loro ospiti e dipendenti, ma anche per velocizzare le diagnosi e la certificazione delle guarigioni, in modo da supportare e alleggerire il sistema dei laboratori e dei Sisp e dare una risposta più immediata a tutti i cittadini che necessitano del tampone”.

“In questi giorni si aggiungono a tutti gli hotspot per i tamponi molecolari del Piemonte nuovi punti dedicati per i test rapidi – afferma Matteo Marnati, assessore regionale alla Ricerca Covid –. Continuiamo a potenziare la macchina dei laboratori e degli hotspot per testare il maggior numero possibile di persone, con il grande impegno dei medici e degli infermieri che lavorano nelle nostre Asl”.

Intanto in questi giorni altri 4 laboratori per processare i tamponi molecolari sono stati aggiunti ai 28 già esistenti in Piemonte, per un totale di 32 (21 pubblici e 11 privati).

AGGIORNAMENTO

Ai 12 hotspot per i tamponi rapidi naso-faringei che saranno operativi da lunedì 16 novembre – già comunicati nelle scorse ore – se n’è aggiunto un tredicesimo, che da lunedì  sarà operativo a Borgosesia (Vc), presso l’ospedale in via Ilorini Mo 19.

Da martedì 17 novembre saranno operativi altri 4 punti: Valenza (Al) Viale Santuario 76 – Tortona (Al), via Milazzo 1 – Acqui Terme (Al) via Alessandria 1 e Borgomanero (No), via Volontari del sangue fronte parcheggio.

Nei prossimi giorni verranno poi attivati altri 5 punti: a Cuneo, Bra(Cn) Mondovì (Cn), Savigliano (Cn) e Biella.

”Quel che abisso tace” e gli olocausti dimenticati

Ho conosciuto Maura Maffei a Casale Monferrato in libreria, casualmente, la fine dello scorso anno  e  ho appreso da lei in persona della storia misconosciuta riferita alla decisione di Winston Churchill chiamata Collar the Lot ( metteteli al guinzaglio ) che il 2 luglio 1940 portò alla tragedia dell’ affondamento dell’ Arandora Star con a bordo 805  italiani   e non solo, deportati in seguito alla decisione presa da Benito  Mussolini di dichiarare guerra alla Gran Bretagna.

Tutto questo e di più è raccontato nel suo bellissimo romanzo storico ”Quel che abisso tace” (edizioni  parallelo 45, 2019 pagg.341 €.13) che ho finito di leggere in questi  giorni. In questo periodo di quarantena forzata e claustrale a causa del   Covid-19 e dell’ ”affondamento sociale economicoe   civile”  che ne è  seguito, le storie di vita dei naufraghi narrate nel romanzo in prima  persona, mi hanno costretto a una forma particolare di identificazioncognitiva. 

Considerarmi mio malgrado naufrago tra i naufraghi, a riflettere   sull’ineluttabilità dell’infausto destino collettivo e soprattutto  sulle  conseguenze sociali e individuali della discrezionalità del potere, sul    rapporto tra quest’ultimo e  la sua influenza sulle ragioni etiche del  bene e la persistenza del male con la sua anessa banalità morale ( Hannah Arendt   ”La banalità del male. Il processo a Adolf Eichmann a Gerusalemme”) e l’etica della scelta  sociopolitica di  governo di ieri e di sempre. ”La convinzione che il comune egoismo normalmente induca gli uomini dall’indulgere agli impulsi aggressivi    del  tutto indipendentemente dagli interessi degli altri ”(Christopher  Lasch, ”L’ Io minimo. La mentalità della sopravvivenza in un epoca di turbamento” Universale Economica Feltrinelli, Milano 1996 pag.156 ) non è garanzia di libertà anche nel senso cristiano evidenziatoda Franz Rosenzweig nella ”Stella della Redenzione”. Così   è per il      giornalista piemontese emigrato nella perfida Albione Cesare Vairo di fedeltà al regime parente della scrittrice e per l’apolitico    personaggio  di ‘fantasia’ Oscar Dell’Ongaro entrambi compressi nel  conflitto  lacerante di diverse identità e comuni sofferenze. Se la Shoah ha  giustamente il marchio terribile dell’unicità del Male Assoluto nulla  ci   esenta anzi a maggior ragione tutto ci obbliga a ricordare i tanti  dimenticati Olocausti che gli si affiancano nel passato più o meno  recente e nel presente. A monito per il futuro. E chiudo con una  citazione di William James a commento finale dell’ importante opera letteraria di Maura Maffei: ” La moderna deificazione della mera  sopravvivenza, una sopravvivenza che rinvia a se stessa, nuda e   astratta, con la negazione di una qualsiasi sostanziale eccellenza in    ciò che sopravvive, tranne la capacità di una misura ancora maggiore di  sopravvivenza, é senz’altro la tappa intellettuale più strana mai  proposta da un uomo a un altro uomo”.

Aldo Colonna

Tumore della vescica: un innovativo intervento

Permette la ricostruzione dell’organo e preserva le funzionalità urinarie e sessuali

 

La particolare tecnica di ricostruzione è stata messa a punto daI dott. Mari, Responsabile Unità Operativa di Urologia a Maria Pia Hospital di Torino

 Si stima che in Italia, durante il 2019, siano stati diagnosticati 29.700 nuovi casi di tumore alla vescica. Si tratta di neoplasie con un’incidenza in crescita; tuttavia un’attenta prevenzione e i progressi delle tecnologie di imaging permettono una diagnosi precoce e le innovazioni in campo medico-chirurgico registrano importanti risultati nel trattamento del tumore anche nella sua forma infiltrante, più rara, a carattere maligno. L’équipe di Urologia di Maria Pia Hospital di Torino riserva una grande attenzione alle problematiche oncologiche in questo ambito, come testimonia un recente caso che ha coinvolto un uomo di 64 anni affetto da tumore vescicale infiltrante, sottoposto ad una specifica ricostruzione vescicale che ha consentito di conservare le funzionalità urinarie e sessuali.

Il dott. Mauro Mari, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia a Maria Pia Hospital, con la collaborazione del dott. Andrea Cugudda e del dott. Davide Vaccino, si è occupato della diagnosi e del trattamento della neoplasia del 64enne, un fumatore. Il tabagismo è infatti uno dei fattori di rischio per questo tipo di tumore, insieme all’esposizione professionale a sostanze nocive contenute in vernici e solventi.

L’équipe ha inizialmente sottoposto il paziente a TURP (resezione della prostata per rimuovere eventuali ostacoli allo svuotamento della vescica, dall’inglese TransUrethral Resection of the Prostate); dopodiché ha pianificato un’operazione di cistectomia radicale con linfoadenectomia iliaco-otturatoria bilaterale e ha confezionato una neovescica ortotopica a Y con ileocapsuloplastica. Una terminologia complessa che sta a significare che al paziente sono state rimosse la vescica colpita dal tumore e la sola parte interna della ghiandola prostatica, che non era stata intaccata dalla malattia, preservandone la capsula. Utilizzando una parte dell’intestino, è stata poi creata una nuova vescica che, collegata all’apparato genitale, svolge oggi correttamente la sua funzione consentendo al paziente di preservare l’autonomia urinaria e sessuale.

Il paziente è stato dimesso dopo 16 giorni di degenza post operatoria, con buona continenza e istruito sulla modalità di una corretta minzione. “L’intervento ha avuto successo e il paziente ha imparato a gestire una nuova routine per la funzionalità urinaria – spiega il dott. Mari –. Al controllo eseguito successivamente abbiamo riscontrato la conservazione della funzione erettile. Infine, l’esame istologico ha confermato l’assenza di neoplasia in altre sedi, pertanto il paziente non necessita di altre terapie ma solo di regolari controlli”.

L’intervento di cistectomia e ricostruzione della neovescica

Dopo l’asportazione della vescica e della sola parte interna della prostata, la vescica del paziente è stata ricostruita utilizzando un tratto di ileo – una parte dell’intestino – autologo (ovvero del paziente stesso) alla quale vengono collegati gli ureteri che portano le urine dai reni alla vescica. Questa procedura normalmente provocherebbe una sicura incontinenza notturna e una discreta incontinenza diurna, con una compromissione dell’attività sessuale. In questo caso, invece, attuando prima la disostruzione prostatica e poi asportando la vescica, vengono preservate sia la continenza urinaria che la potenza sessuale.

L’intervento viene eseguito in una sola seduta chirurgica della durata di circa 4-5 ore.

Attualmente il tumore vescicale infiltrante non può prescindere da un intervento chirurgico di cistectomia radicale con ricostruzione della vescica. La ricerca sta progredendo per individuare terapie farmacologiche e trattamenti chirurgici che permettano sempre meno invasività e sempre più la conservazione delle funzionalità, per un minor impatto fisico e psicologico per il paziente.

“Quando possibile, procedure meno invasive possono prevenire delle vere e proprie disabilità, migliorando infinitamente il tenore di vita post-operatorio – commenta il dott. Mauro Mari –. L’impotenza e l’incontinenza sono delle disabilità in grado di innescare problematiche psicologiche, oltre che fisiche, nei pazienti coinvolti.  L’Urologia di Maria Pia Hospital è molto attenta a questi aspetti e, quando possibile, adotta tecniche conservative e meno invasive anche in ambito Oncologico”.

Alternative chirurgiche: la tecnica MICT

Quando non è possibile procedere con la ricostruzione della vescica, si interviene con una cistectomia, ovvero la rimozione della vescica colpita da tumore e conseguente derivazione urinaria con un sacchettino all’esterno. Nella tecnica originaria (derivazione urinaria secondo Bricker) il sacchettino viene posto sulla parte destra del corpo, per cui l’uretere di sinistra deve fare un percorso complicato e una curva per arrivare sulla destra e attaccarsi a questo serbatoio. Questo corso dell’uretere può provocare il restringimento dell’uretere di sinistra e la gestione delle problematiche connesse (coliche renali, infiammazione del rene) è complessa.

Il dott. Mari ha ideato la tecnica MICT (tecnica del condotto ileale modificata), brevettata e presentata ai Congressi internazionali di urologia: tramite la MICT il chirurgo non sposta l’uretere ma è il tratto di intestino che va verso l’uretere di sinistra. Così facendo, il fenomeno di restringimento non si verifica più.

Qualora non fosse stato possibile ricostruire la vescica nel 64enne, si sarebbe attuato questo intervento.

Il tempo della responsabilità

Pure Bonaccini e Zaia fanno un accordo per dire al Governo: sbagli tutto

Qualcosa evidentemente non torna. Come non torna il disastro sanitario in Piemonte. Come in tutta Italia, del resto. Non tornano anche le estenuanti ed inutili dannose polemiche sulle responsabilità del disastro. In Piemonte, ad esempio, avrebbero dovuto nominare alto commissario Mauro Salizzoni per diversi motivi. Prima fra tutti perché competente. Ma niente di niente di tutto ciò. Piu facile la polemica, tanto i politici continuano nel prendersi i loro lauti stipendi. Proprio così: sono diventato un pericoloso qualunquista. Provo rabbia per la difficoltà di fare i tamponi.
Non concepisco che , per il potenziamento delle terapie intensive ci è si pensato solo oggi a danno avvenuto. Sempre rincorrendo. Sempre in affanno. Ed arriva l’altra tegola: i dati statistici forniti da alcune regioni sono volutamente sbagliati. Cosa? Pazzesco, inconcepibile. Proprio ora che l’informatica dovrebbe rendere tutto più facile e preciso.
Il perché è presto detto:  si sono messe persone sbagliate al posto sbagliato per le loro possibilità e competenze. Questo Coronavirus è come il bambino nella Favola del Re Nudo. Comincia nel ridere del Re che sfilando sfoggiava il vestito nuovo inesistente.
Ed il popolo subito gli va dietro. Come prima aveva dovuto credere , ora si diceva che la nudità, dunque la stupidita del Re era evidente. Il povero Ministro della Sanità Roberto Speranza ha dovuto ritirare il suo libro dove  magnificava il Governo e le sue capacità.
Con il solo dettaglio: non era  assolutamente vero e fondato quello che diceva e sosteneva.
In Piemonte i numeri sono ballerini. Dunque inaffidabili e le scelte che fa il Governatore Cirio sono basate sul suo istinto. Magari gli va pure bene. Che dire ? Speriamo, parafrasando: io ( noi ) speriamo che me la cavo. Ed in Italia tutti da copione. Dopo le urla di De Luca  Campania zona Rossa come la Toscana e da quello che si sa situazione sotto controllo in Emilia Romagna e Veneto. Boccheggiante la Liguria. In Lazio in particolare a Roma i trasporti pubblici sono fuori controllo. Del resto lo erano già prima del covid. Oramai il pessimismo è d’obbligo. Il Governo Conte è uscito dal primo Lockdown con il massimo dei consensi.
Oggi è al minimo. Soprattutto piccoli artigiani, commercianti ed imprenditori boccheggiano. Non hanno fieno in cascina per resistere e gli aiuti economici , molte volte ritardano. Ma anche in questa fase essere negativi non paga, e poi non serve a nulla. Salvini e Meloni sono un disco rotto senza alcuna  possibilità di incidere.
E forse manco loro lo vorrebbero ed il gioco dello scaricabarile e fatto. Chi non ci sta è l’arzillo ed oramai saggio Berlusca: si deve cooperare per il bene di tutti. E noi mortali cittadini che cosa dobbiamo fare ? Il nostro dovere. Tutto qui. Evitare assembramenti ecc, ecc. Che poi concretamente non mi sembra una così drastica limitazione delle libertà individuali. Nel malcontento si insinuano negazionisti di varia natura. Sono scomparsi i no Vax che ( probabilmente) aspettano tempi migliori per dire le loro stupidaggini. Cari Torinesi, cari Piemontesi, cari Italiani per una volta facciamo il nostro dovere tralasciando la nostra naturale tendenza nel fare i furbetti. Magari ci prendiamo gusto e il covid sarà un occasione per essere più civili ed organizzati.

Patrizio Tosetto

“Farmaci: danni e vantaggi nell’anziano”, conferenza con l’Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze

L’Accademia di Medicina e l’Accademia delle Scienze organizzano il 16 novembre alle ore 16 una conferenza sul tema “Farmaci: danni e vantaggi nell’anziano”, nell’ambito dell’iniziativa “Longevità e senescenza: come invecchiare in salute”, con il supporto della Bioindustry Park di Colleretto Giacosa.

Luigi Maria Pernigotti, medico geriatra e membro del Comitato scientifico dell’Associazione Alzheimer Piemonte e Francesco Scaroina, Primario emerito di Medicina Generale presso il San Giovanni Bosco di Torino e Segretario generale dell’Accademia di Medicina saranno introdotti da Antonino Cotroneo, direttore Stuttura complessa di Geriatria, Ospedale Maria Vittoria di Torino e Presidente della sezione regionale dell’Associazione italiana di Psicogeriatria. A seguito del DPCM del 18 ottobre 2020 si potrà assistere alla conferenza solamente da remoto. Per seguire la diretta streaming occorre collegarsi al canale youtube dell’Accademia. Il link è il seguente (www.youtube.com/c/AccademiadelleScienzediTorino).

“Attraverso la parete”, la storia di Sofia narrata da Evelina Proli

 

Informazione promozionale / Ci sono alcuni strappi che non possono essere ricuciti, mancanze che si avvertono nel profondo dell’animo e che fanno sentire soli in maniera inconfondibile.

Lo sa bene Sofia, giovane musicista di Roma, sempre alla ricerca di quello che manca senza mai diventare protagonista delle proprie giornate. La distanza emotiva della giovane donna sembra quasi trovare conferma nella sua decisione di passare qualche tempo, da sola, nella casa al lago della propria famiglia. Tuttavia, è proprio nella solitudine autoimposta che Sofia si troverà faccia a faccia con i propri demoni interiori e le proprie paure, per non perdere una felicità che ora, finalmente, può percepire come autentica.
 
L’AUTRICE
Evelina Proli è nata a Tarquinia nel 1964. Dopo la maturità scientifica intraprende il percorso di studi in  Scienze Infermieristiche e  poi quello in in Ostetricia. Ostetrica per circa vent’anni esercita in seguito  la professione di informatore medico-scientifico  Si trasferisce a Viterbo nel 2008 dove vive con i suoi due figli e due amatissimi cagnolini. La lettura è stata sempre la sua passione, insieme alla musica, all’arte in genere e alla natura. A luglio 2020 pubblica con Edizioni Dialoghi nella collana Intrecci “attraverso la parete”.
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Vaccini antinfluenzali mancanti, l’impegno di Uncem con le farmacie

I Comuni montani e Uncem sono fortemente preoccupati e lanciano l’allarme per la mancanza di dosi sufficienti di vaccini antinfluenzali nelle farmacie. Uncem agisce su questo fronte in accordo con Federfarma e con il Sunifar Federfarma che coordina le ‘farmacie rurali’. È Andrea Garrone, Sindaco di San Germano Chisone (TO) – con il presidente di Federfarma Marco Cossolo, il Presidente del Sunifar Gianni Petrosillo, i vertici del sunifar territoriali, tra i quali Stefano Rossi e Clara Mottinelli – a lavorare su questo fronte insieme a Uncem.

Da lunedì 16 novembre tutte le farmacie si sono rese disponibili a distribuire i vaccini contro l’influenza e potranno iniziare ad erogare il prodotto, ma il numero dei vaccini sarà assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno.

Federfarma, sia a livello regionale che nazionale, ha espresso preoccupazione circa lo scarso numero di dosi acquisite dallo Stato per la distribuzione alla popolazione. Sono ancora troppe poche le dosi medie di vaccino ad esercizio per far fronte alle più che ragionevoli e numerose richieste. La prassi vaccinale contro l’influenza rappresenta uno strumento fondamentale per evitare che l’insorgere dei sintomi di quest’ultima, facili a confondersi in prima istanza con quelli del Covid-19, possano concorrere a rallentarne riconoscimento e contenimento. Per questo, anche alla luce delle reiterate richieste d’aumento delle forniture rimaste disattese, è necessario che vengano recapitate alle farmacie le forniture di vaccino richieste. Anche e specialmente nelle farmacie dei Comuni montani italiani. I farmacisti ricevono da giorni svariate richieste da parte dei clienti e, nonostante abbiano assicurato la loro disponibilità ad erogare i vaccini, si trovano ora nella condizione di sapere che non potranno soddisfare i bisogni di tutti.
Destinatari dei vaccini sono tutti i residenti o domiciliati sul territorio che appartengano alle categorie a rischio, cui il farmaco dovrebbe essere erogato in forma gratuita. Per tutti gli altri (ammesso che ve ne sia disponibilità) avrà un costo di poco più di dieci euro.
“Ci auguriamo – auspica il Presidente Uncem Marco Bussone – che lo Stato riesca ad ottenere una maggior produzione di dosi di vaccini per far fronte alla situazione e, in un periodo di profonda insicurezza e costante preoccupazione come quello che stiamo vivendo, metta nella condizione le farmacie di poter erogare ai cittadini con la dovuta puntualità questo importante servizio. Con Federfarma e con il Sunifar continuiamo nell’azione per potenziare le farmacie dei territori. Ringrazio Andrea Garrone, Marco Cossolo, Gianni Petrosillo, tutti i dirigenti Federfarma per il lavoro che si sta facendo insieme a vantaggio delle nostre comunità”.