ilTorinese

E’ scomparso Fiore, il conservatore del Registro storico Fiat

Carlo Marazzato, noto industriale e di fatto il più grande e autorevole collezionista di mezzi pesanti d’Europa, alla vigilia di Natale traccia per il nostro giornale un profilo di Lucio Fiore, il Conservatore del ‘Registro Storico Fiat’ improvvisamente scomparso il 23 Dicembre proprio nel capoluogo piemontese.

“Un punto di riferimento sicuro e saldo a Torino e in Italia per chiunque ami i veicoli d’un tempo”, esordisce Marazzato. “Con Lucio Fiore se ne va tutto un mondo prezioso fatto di garbo, competenza e passione per la storia. Specialmente quella dedicata ai motori che hanno ricostruito, animato e industrializzato l’Italia del Dopoguerra. Una figura impagabile per tutti i numerosi appassionati italiani di ruote storiche leggere e pesanti. Un amico vero con cui ho condiviso momenti cari legati anche alla vita e al percorso culturale dell’Associazione ‘4 Assi Più’ che ho fondato e presiedo per diffondere, anche per chi verrà dopo, la cultura dell’evoluzione del trasporto su gomma dal Novecento a Oggi. Di lui restano l’umiltà, la verace signorilità, e anche e soprattutto un’amplissima produzione bibliografica e storiografica fondamentale per proseguire ancor più convinti nel cammino da lui intrapreso della valorizzazione di un patrimonio consistente della storia D’Italia”.

Conviene seguire i moniti di Diogene?

Diogene di Sinoppe fu un filosofo della corrente dei cinici, ben noto per il suo disprezzo verso il denaro. Viveva in una botte presso il tempio di Cibele e fu uno dei primi pensatori a lanciare l’idea di un mondo senza sfarzo ed opulenza. Il denaro per Diogene era un inutile strumento; l’uomo doveva vivere in semplicità assoluta, accontentandosi del minimo indispensabile perla sopravvivenza.

 

Probabilmente il pensiero di Diogene ha influenzato molto il nostro governo, che ha lanciato un’operazione gigantesca finalizzata a eliminare il denaro dalle nostre tasche e dalla nostra cultura: operazione denominata (con l’abituale abuso delle parole inglesi…) cashless”.

Secondo gli intendimenti di Conte e dei suoi esperti finanziari che ne sostengono l’operato, il denaro contante va eliminato, perché rappresenta uno strumento a dir poco demoniaco, fonte di ogni tipo di negatività: commercio in nero, riciclaggio, evasione fiscale, vendita di droga e così via.

E’ corretto tutto questo? L’abolizione del contante darà un colpo mortale a tutte queste nefandezze, introducendo nell’economia etica e purezza?

Sicuramente no, o per lo meno gli effetti positivi saranno talmente insignificanti da non meritare tutti gli sforzi in corso per portare gli italiani a buttar via le banconote, privilegiando l’uso delle cartedi credito e del bancomat.

Per stimolare gli italiani ad abbandonare l’aborrito contante, è stato lanciato il programma cashback”, che offre uno sconto a coloro che acquistano con carte di credito o simili.

Vediamone il funzionamento nei dettagli.

Nel mese di Dicembre tutti coloro che effettueranno acquisti pagando con una carta di credito avranno diritto ad un riaccredito del 10% sulla spesa, con un massimale di 150 euro;da gennaio il meccanismo continuerà con ritmi semestrali, consentendo di beneficiare di uno storno del 10% con un massimale di 1.500 euro per almeno 50 acquisti.

Per aver diritto al riaccredito occorre seguire una procedura complessa: scaricare unApp (denominata IO) sullo smartphoneper chiedere lo SPID (numero di codice per accedere ai servizi pubblici), oppure registrarsi presso enti convenzionati (tra i quali la Posta).

Occorre fornire il codice fiscale, gli estremi identificativi dello strumento di pagamento elettronico che sarà utilizzato, ed il codice IBAN del conto corrente bancario per l’erogazione dei rimborsi.

Attenzione al fatto che, affinché una spesa possa essere acquisita ai fini del programma, è necessario che l’esercente abbia accettato di partecipare al cashback.

Al termine di ciascun periodo si conteggiano gli acquisti che danno diritto al rimborso: non si ottiene nulla se il numero è inferiore al minimo stabilito. Attenzione al fatto che il conteggio riparte da zero all’avvio del periodo successivo.

Non è fissato un importo minimo per ogni operazione, mentre è fissato un importo massimo per il ristorno, pari a 15 euro per ogniacquisto. E così un pagamento di 1.000 euro per la parcella di un professionista non dà diritto ad un ristorno di 100 euro, ma solo di 15.

Inoltre il limite massimo semestrale di ristorno comporta il blocco del “cashback” sulle spese eccedenti: chi effettua acquisti per 20.000 euro in un semestre si vedrà accreditare al massimo 1.500 euro e non 2.000.

E’ previsto inoltre un altro elemento “premiante” riservato ai “grandi acquirenti” (misurati in termini di numero di acquisti, non in termini d’importo tortale speso): i primi 100.000 partecipanti che abbiano totalizzato il maggior numero di acquisti hanno diritto ad un rimborso speciale forfetario (chiamato “Super Cashback) pari a 1.500 euro. Chi utilizza tanto il bancomat deve anche farlovelocemente se vuole arrivare nel gruppo dei super beneficiari!

Qualche riflessione s’impone:

Il meccanismo di “iscrizione” è farraginoso, lungo, complesso: via Internet si sono creati blocchi al programma, e chi ha optato per il ricorso alla richiesta fisica ha dovutoaffrontare code lunghissime agli sportelli postali.
Il riaccredito è legato all’adesione del negoziante o del professionista al programma; quindi non tutti gli acquisti o i pagamento daranno diritto al rimborso.
Il programma può servire per “stanare” l’evasione dei piccoli negozi, ma potrà avere scarsi effetti nell’area grigia di professionisti e artigiani che, se non aderiscono al programma, potranno continuare a “fare il nero” con il tacito accordo del cliente.
Lo stimolo all’uso dei pagamenti elettronici è inversamente proporzionale all’importo della spesa: dal fruttivendolo o dal macellaio difficilmente si spende più di 150 euro per volta, ma dal commercialista o dall’avvocato le parcelle viaggiano su cifre ben superiori. E pagare 3.000 euro al professionista ottenendo 15 euro di bonus non dà grossi benefici (più facile accordarsi per uno sconto diretto di 100 euro contro pagamento in contanti…).
Il meccanismo comporta la rinuncia totale dei consumatori alla privacy, perché ogni acquisto, ogni operazione, ogni spostamento saranno registrati. Nulla di male per chi ha la coscienza pulita, ma allora perché tanta gente rifiuta l’AppImmuni proprio in nome della privacy violata?
Dal programma sono esclusi i pagamenti legati alla professione o all’attività commerciale: il negoziante nonbeneficia di cashback quando compra la frutta, mentreconcede il bonus quando la vende…

E terminiamo l’analisi con il punto più delicato.

La riduzione dell’uso del contante e l’aumento dell’uso dei pagamenti elettronici comporta un forte aumento degli utili delle banche, che percepiscono laute commissioni su ogni transazione.

Si possono identificare 4 voci di costo relative al POS:

Costo d’installazione: si tratta di un importo una tantum per l’uso dei terminali
Canone: è la somma fissa che l’esercente deve pagare mensilmente per il POS
Costo fisso per transazione: 10 centesimi per operazione
Costo percentuale per transazione: commissione sul valore dell’operazione. Dipende da vari fattori, quali il circuito e la tipologia di carta (carta business o consumer, carta di credito o di debito e così via); oscilla intorno al 2-4%.

Insomma, il consumatore è attratto con il classico “specchietto per le allodole” attraverso il “guadagno” del 10%, il negoziante o il professionista paga di tasca sua il meccanismo e le banche chiudono il cerchio intascando commissioni…

Tutto questo Diogene non lo aveva previsto; chissà se,rinascendo oggi, sarebbe ancora convinto della bontàdell’abolizione del denaro?

 

GIANLUIGI DE MARCHI

Consulente finanziario, giornalista e scrittore

 

Una giraffa per le radiografie dei bimbi al Regina Margherita

DONATO UN MACCHINARIO RADIOLOGICO PORTATILE PERSONALIZZATO CON LE SEMBIANZE DI UNA GIRAFFA

 DiaSorin e Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia hanno donato oggi all’ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino la “Dottoressa Giraffa”, un macchinario radiologico portatile personalizzato per raffigurare una giraffa amica e rendere l’esperienza della diagnostica radiologica più a misura di bambino.

L’esigenza di un nuovo macchinario a servizio dei più piccoli è stata evidenziata dal dottor Gianpaolo Di Rosa, Direttore della Radiologia dell’ospedale Regina Margherita, a Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia, anche conosciuto come Progetto Pinocchio,che ha coinvolto nuovamente DiaSorin nel suo terzo progetto di umanizzazione degli ambienti ospedalieri pediatrici in Italia.

La Dottoressa Giraffa aiuterà a gestire il periodo di emergenza causato dal COVID che il reparto di radiologia sta vivendo, sostituendo l’attuale macchinario radiologico portatile ormai obsoleto.

L’appello per l’acquisto di un macchinario radiodiagnostico a misura di bambino in questo difficile periodo causato dal COVID ci ha trovati subito pronti”, ha dichiarato Andrea Jacopo Fava, animatore del Progetto per gli Ospedali & l’Infanzia. “Ogni anno ci impegniamo a promuovere un progetto sul territorio italiano rivolto ai bambini, con l’obiettivo di migliorarne la qualità di vita all’interno dei contesti ospedalieri negli ambiti dell’istruzione, delle cure mediche e degli esami diagnostici”.

La nuova apparecchiatura consentirà una migliore definizione delle immagini radiologiche e garantirà una netta riduzione della dose di raggi erogata ai bambini. La vestizione amichevole del macchinario consentirà inoltre di ridurre le paure di questi ultimi nei confronti di macchinari talvolta “spaventosi” ai loro occhi. La Dottoressa Giraffa sostituirà macchinari obsoleti e permetterà di migliorare anche l’approccio radiologico ai piccoli pazienti ricoverati nei reparti COVID.

Ringraziamo il Progetto Pinocchio e DiaSorin per questo macchinario. Il loro sostegno ci accompagna ormai da diversi anni”, ha dichiarato la professoressa Franca Fagioli, Direttore Dipartimento Patologia e cura del bambino “Regina Margherita” della Città della Salute di Torino. In particolare con questa iniziativa vengono coniugate innovazione tecnologica ed umanizzazione, punti cruciali nella cura e nella presa in carico dei piccoli pazienti”.

Il dottor Gianpaolo Di Rosa ha inoltre aggiunto: “In un momento così difficile per tutti, dovuto all’attuale pandemia, voglio ringraziare con forza la vostra iniziativa di umanizzazione della Radiologia pediatrica e l’impegno importante che avete dimostrato nell’aiutarci”.

Il progetto di umanizzazione degli ambienti ospedalieri è nato nel 2016 quando DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno finanziato il restyling estetico e cromatico della sala TAC dell’ospedale Regina Margherita di Torino, trasformando gli ambienti in un accogliente bosco colorato, grazie all’utilizzo di sofisticate pellicole poste sui macchinari diagnostici.

Nel 2019 DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno effettuato un nuovo intervento presso l’ospedale Gaslini di Genova, coinvolgendo nell’iniziativa anche la Walt Disney Company e realizzando un mondo fantastico con i personaggi Pixar di Toy Story.

A seguito del successo di questi primi interventi, DiaSorin e Progetto Pinocchio hanno deciso di proseguire questa avventura su tutto il territorio italiano, con l’obiettivo di sostenere ogni anno un nuovo intervento di umanizzazione che possa toccare tutti gli ospedali pediatrici italiani.

Siamo veramente orgogliosi di questa iniziativa che ci vede a fianco di Progetto Pinocchio da ormai 5 anni. Ogni volta che iniziamo un nuovo progetto, proviamo ad immaginare in maniera creativa come rendere i nostri interventi a misura di bambino e come consentire ai più piccoli di avvicinarsi ad esami delicati in luoghi che parlino lo stesso linguaggio della loro fantasia”, ha dichiarato Riccardo Fava, Corporate Vice President Communication & Investor Relations di DiaSorin. “Il progetto di quest’anno è bellissimo e siamo certi che la Dottoressa Giraffa aiuterà migliaia di bambini a vivere l’esperienza ospedaliera con un po’ più di leggerezza e serenità”.

Il Natale di sangue a Fiume

di Pier Franco Quaglieni

Con Natale di sangue del 1920 si intendono gli scontri tra militari italiani e legionari dannunziani che difendevano Fiume italiana dopo che a Versailles la diplomazia italiana aveva fallito nei confronti della politica velleitaria di Wilson,  un pistolero americano che creò solo disastri in Europa con il suo pacifismo antistorico

 

Un Trump al contrario che non capiva nulla. Certo la Grande Guerra aveva fatto milioni di morti ed era finita da poco. C’era ansia di pace, ma anche di giustizia . Gabriele D’Annunzio chiamo’ a Fiume combattenti,  artisti ed intellettuali per difendere la storia della città italiana che era stato porto ungherese.

Anche oggi, malgrado i tentativi di cancellarne la sua memoria,urla la sua italianità. La Reggenza italiana del Carnaro scrisse anche una costituzione molto avanzata che piacque a Lenin e riconosceva il divorzio , per citare un esempio. L’ultimo governo Giolitti , non volendo ripetere gli insuccessi di Francesco Saverio Nitti, chiamato con disprezzo da D’Annunzio “Cagoja “, mando’ il generale Caviglia, l’eroe di Vitttorio Veneto, a scontrarsi con altri italiani che avevano dimostrato di amare e di aver combattuto per l’Italia .Il Natale di sangue.

Grigioverde contro grigioverde e una condotta poco chiara da parte della Corona che non poteva essere insensibile a dei combattenti. Io se fossi vissuto cent’anni fa, sarei stato di famiglia giolittiana anche se i nonni e gli zii erano andati volontari in guerra ed alcuni erano caduti già nel 1915. Certo c’era la fedeltà al dovere dell’obbedienza che le stellette imponeva ad un ufficiale,  ma credo che l’amore per l’ Italia avrebbe prevalso. Scontrandomi con la mia famiglia, probabilmente sarei corso a Fiume , come tanti.

Non è vero che Fiume rappresento’ il ribellismo fascista che precederà la Marcia su Roma. I fascisti fiumani erano pochi e Mussolini fu sleale con d’Annunzio. Gli sottrasse persino la sottoscrizione di soldi fatta dal “Popolo d’ Italia“ per sostenere l’impresa di Fiume. Era un Mussolini avventuriero e alle prime armi , pronto a qualsiasi compromesso.

Fiume fu un ritrovo anche di avventurieri,  sbandati, omosessuali, drogati.  Luogo di guerra e di Libero amore.  Il Natale di sangue si ridusse ad un fatterello militare di scarso significato, ma indicò  al mondo che c’era un poeta soldato – un grande poeta noto a livello internazionale- e migliaia di suoi seguaci pronti a battersi per un‘ ideale di Patria. Se penso che poi Fiume divenne titina e che gli italiani non infoibati furono costretti a fuggire in Italia, provo una grande indignazione  L’Italia aveva diritto a Fiume per i suoi 650 mila morti nella Grande Guerra.

Poi a Fiume c’erano anche esaltati, opportunisti e massoni che certo non guardavano alla Patria, ma ai loro affari. Ma cent’anni fa c’erano italiani capaci di correre a Fiume per un grande ideale. Oggi cerchiamo di sopravvivere con una mascherina indosso, sperando che serva a salvare la pelle. I poeti non ci sono più da tempo. Una categoria estinta in un’Italietta di fronte a cui un generale ribelle libico può alzare la voce e tenere in carcere per oltre 100 giorni dei pescatori italiani.

“La Giunta Regionale non muove un dito di fronte all’emergenza povertà”


Faccio mie le parole dell’Arcivescovo Nosiglia: dopo le varie promesse, al momento da parte della Giunta Regionale non si è visto alcun impegno. Trentamila i torinesi che si sono rivolti ai centri Caritas quest’anno: dov’è finito il milione di euro promesso dalla Giunta? Che cosa è stato fatto, oltre ai pur utili bandi annuali, alla luce delle mutate condizioni sociali? Moderati disponibili a sostenere fin da subito in Consiglio Regionale qualsiasi misura a sostegno delle persone colpite dalla crisi.

Povertà a Torino, numeri terrificanti. I dati riferiti dall’Arcivescovo Nosiglia nella tradizionale conferenza natalizia parlano chiaro: sono 30mila i torinesi che si sono rivolti alla Caritas quest’anno, per la maggior parte per la prima volta, dopo aver perso il lavoro o aver visto precipitare il proprio reddito a causa della crisi. Di fronte a tutto questo, totalmente inadeguata, finora, è stata la risposta della Regione Piemonte. Dopo le promesse di collocare fondi fino a un milione di euro a oggi non abbiamo visto un centesimo. Lo stesso Arcivescovo rileva che al momento non si sono visti gli effetti pratici degli impegni presi a più riprese. Che cosa intende fare La Giunta, alla luce delle mutate condizioni sociali e della crisi tremenda che stiamo vivendo, oltre ai (pur sempre positivi e utili) bandi pubblicati ogni anno? Come intendiamo supportare, per esempio, gli Snodi Territoriali di solidarietà? Questa Giunta da mesi non ha fatto letteralmente nulla in termini di supporto alle povertà. Le promesse fatte durante i sopralluoghi alla presenza dei Volontari non sono state mantenute. I Moderati si dicono fin da ora disponibili a sostenere con il voto in Aula qualsiasi misura, sperando che la volontà, almeno quella, da parte del Presidente Cirio e dell’Assessore Caucino ci sia.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Saldi al via il 7 gennaio

L’ASSESSORE AL COMMERCIO VITTORIA POGGIO: «SUPERATE LE DISPARITA’ CREATE DAL DECRETO NATALE»

 

I saldi di fine stagione, in Piemonte, inizieranno da giovedì 7 gennaio 2021.La Giunta regionale del Piemonte, su indicazione dell’assessore al Commercio Vittoria Poggio, predisporrà una delibera che prevede «una partenza uniforme delle vendite di fine stagione per tutte le attività».

«L’ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio – ha sottolineato l’Assessore – consentiva al Commercio online di usufruire di due giorni di vantaggio sugli operatori in sede fissa per la chiusura di questi ultimi fino al 5 gennaio. Ma tutti devono essere messi sullo stesso piano. Ed è per questa ragione che per evitare di avvantaggiare alcuni a discapito di altri, abbiamo deciso di far partire le vendite per tutti nello stesso giorno».

Le Associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente la decisione della Regione, in linea anche con quella intrapresa della Regione Lombardia.

«Dopo l’ultimo decreto legge del Governo – ha aggiunto Maria Luisa Coppa, Presidente diConfcommercio Piemonte – era importante posticipare l’avvio dei saldi invernali al 7 gennaio 2021 per evitare una partenza scaglionata tra commercio in sede fissa e commercio online, visto che quest’ultimo avrebbe potuto sfruttare la data del 5 gennaio per iniziare con due giorni di anticipo le vendite di fine stagione, in concomitanza con la chiusura obbligatoria dei negozi di abbigliamento, calzature ed accessori».

«I saldi sono stati spostati per le logiche ragioni che conosciamo vista l’obbligata chiusura delle attività commerciali – ha aggiunto il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri – speriamo che si possa riprendere con il 7 gennaio e che i saldi abbiano un impatto importante tanto per i consumatori quanto per le imprese».

Andrea Costa cell. 335 6380515

Dar corpo allo spazio digital. Al castello di Moncalieri

#IPUNTIHOME CASTELLO REALE DI MONCALIERI – DAR CORPO ALLO SPAZIO DIGITAL

28 – 29 – 30 dicembre 2020 ore 20

www.egridanza.com/ipuntihomedarcorpoallospaziodigital

La Fondazione Egri per la Danza con la Compagnia EgriBiancoDanza da tempo collabora con il Comune di Moncalieri con lo scopo di divulgare l’arte coreutica su tutto il territorio utilizzando come location il Castello di Moncalieri che negli anni ha ospitato molti spettacoli della stagione IPUNTIDANZA oltre a conferenze, incontri e residenze artistiche. Da questa felice e longeva collaborazione nasce il progetto de #IPUNTIHOME / CASTELLO REALE DI MONCALIERI – DAR CORPO ALLO SPAZIO DIGITAL da lunedì 28 fino a mercoledì 30 dicembre che prevede tre appuntamenti online di un video documentario realizzato sull’attività coreutica della Compagnia EgriBiancoDanza al Castello di Moncalieri dal 2015 ad oggi.

I video documentari sono suddivisi in tre capitoli distinti, incentrati sulle location non convenzionali del Castello, alcune delle quali aperte al pubblico solo in occasioni delle performance della Compagnia. Tra queste il Salone della Regina, Lo Scalone Reale, Le Foresterie e gli Infernotti, per terminare nella Cavallerizza Reale. Dal repertorio della Compagnia si potranno vedere filmati di sette spettacoli e backstage da ORLANDO – suggestioni coreografiche sull’Orlando Furioso, LO SPAZIO DELL’ ANIMA, SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – Bestiario umano dell’amore, Itinerario per una possibile salvezza, Memorie di Pietra, FAUST – deep web e Mystery Sonata.

La Fondazione Egri per la Danza, fin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria a marzo 2020, si è immediatamente attivata per poter proseguire la sua attività, compatibilmente con le restrizioni imposte, realizzando sempre nuovi progetti e selezionando dall’ampio archivio degli spettacoli dal vivo presentati nel corso degli anni delle creazioni particolarmente significative per poter comunque offrire al pubblico degli strumenti utili a restare in contatto con le espressioni artistiche che da oltre vent’anni caratterizzano il lavoro e la missione della Compagnia.  Un esempio è il contenitore digitale #IPUNTIHOME. Quest’ultimo ha rappresentato un periodo di programmazione di eventi online per alcuni mesi durante il lockdown, oggi la Fondazione e la Compagnia scelgono di dedicare parte di questo contenitore virtuale al Comune di Moncalieri e al Castello trasmettendo online, in condivisione con gli account del territorio, questi estratti di spettacoli creati o adattati appositamente per gli spazi del castello di Moncalieri.

Tutti i video verranno pubblicati sui social della Fondazione Egri per la Danza e della Compagnia EgriBiancoDanza oltre che su www.egridanza.com/ipuntihomedarcorpoallospaziodigital ed è inserito nel palinsesto web della Biblioteca Arduino.

Per il progetto da #IPUNTIHOME / CASTELLO REALE DI MONCALIERI – DAR CORPO ALLO SPAZIO DIGITAL si ringrazia la collaborazione del 1° Reggimento Carabinieri “Piemonte” e il sostegno di Fondazione Egri per la Danza, Città di Moncalieri, Fondazione Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte.

Tav, Fi: “Ennesimo teatrino giallorosso”

“Ancora una volta per salvare la Tav è stato necessario il voto del centrodestra. Ieri  in Commissione Trasporti è andato in scena l’ennesimo teatrino del melodramma giallorosso.

Divisi su tutti tirano a campare, incollati alle poltrone, sperando come in questo caso che la responsabilità del centrodestra eviti la resa dei conti interna. L’uscita del M5s dalla Commissione Trasporti per il contratto di programma tra Mit, Ferrovie e Telt è un fatto gravissimo. In qualsiasi democrazia occidentale, di fronte ad un partito di maggioranza che smentisce il proprio Governo, il presidente del Consiglio ne trarrebbe le dovute conseguenze e rassegnerebbe le dimissioni. Il richiamo della poltrona peró é purtroppo più forte di quello della dignità e del rispetto degli italiani. E quindi si preferisce continuare con queste sceneggiate che dimostrano come Torino e tutto il territorio provinciale sia considerato da questa maggioranza nazionale come un terreno di scontro e non invece come un’area sulla quale investire per il futuro del Paese. La Tav a Torino significa logistica, sviluppo, centralitá geopolitica ed economica. Questioni del tutto sconosciute al M5s. Confidiamo che le amministrative di Torino siano l’occasione per dare finalmente in mano al centrodestra la guida del capoluogo e della Cittá Metropolitana. Solo così si potrà strappare finalmente Torino dal declino in cui l’hanno atta precipitare prima le Amministrazioni delle sinistre e ora il monocolore grillino”. Ad affermarlo in una nota il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo, i suoi vice Roberto Pella, Roberto Rosso e Diego Sozzani e il commissario degli azzurri per la Città di Torino Marco Fontana.

(Foto archivio)

Tra natività e adorazione. Un incontro con le opere di Palazzo Madama

Sabato 26 dicembre ore 11.00 – 18.00 – 21.00 | Domenica 27 dicembre ore 18.00 | Martedì 29 dicembre ore 21.00 | Sabato 2 gennaio ore 18.00 | Domenica 3 gennaio ore 18.00 | Martedì 5 gennaio ore 21.00

Tra natività e adorazione

Un incontro con le opere di Palazzo Madama selezionate per l’occasione permette di proporvi un itinerario natalizio, legato alla rappresentazione artistica della nascita e adorazione di Gesù.

Opere di vario genere, dipinti su tavola e tela, sculture in legno, saranno illustrate dalla guida, andando a scoprire parte di quel ricco patrimonio artistico delle collezioni del museo.

L’esclusivo archivio digitale consente ai partecipanti di soffermarsi sui dettagli delle opere, evidenziando gli elementi più preziosi e il virtuosismo degli artisti che hanno operato in epoche diverse.

Costo: 8.00 € – 7.00 € per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte

Il costo comprende la visita guidata a cura di una guida del museo e assistenza tecnica.

È possibile prenotare e acquistare la visita guidata on-line: prenotazione al 011.5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento via bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.

Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti.

Il mix siculo-sabaudo del vecchio dragone conquista il palato

A Torino è una tranquilla mattina di Dicembre, la morsa del freddo di qualche settimana fa ha dato tregua e passeggiare per le vie addobbate del centro è un vero piacere. Qui, proprio nel cuore della città, immerso fra arte, storia e cultura trova ubicazione il distinto, elegante  e, in quanto tale,  piacevolmente non esuberante ristorante “Al Garamond”.

Un nome che non passa inosservato e che soprattutto rende in qualche modo omaggio al bellissimo palazzo dell’800 in cui è nato. Il Garamond (luogotenente dei dragoni di Napoleone) infatti, nasce all’interno di quello che una volta era la scuderia del reggimento dei dragoni Piemontesi ed è in questa perfetta ambientazione storica che lo Chef Santino, siciliano di nascita (e nel cuore), mette a nostra disposizione le sue qualità in un perfetto mix di tradizione sicula e sabauda.

È un ambiente elegante e riservato, con soffitti a volta fatti di mattoni a vista e luci soffuse alle pareti. I lumi di candela che accompagnano il pasto rendono tutto più intimo e rilassante, il mood giusto per prepararsi ad un’ esperienza culinaria di qualità indubbiamente alta.

Le piccole entrée riescono già a confermare le previsioni, tartine finger food prendono spazio sul tavolo, un misto di mare e terra con un insolito prosciutto d’anatra che ha stuzzicato il palato e incuriosito lo stomaco! Il pane di lievito madre accompagnato dall’olio d’oliva artigianale ha rubato il cuore nella semplice genuinità.
Con gli antipasti ci si trasferisce immediatamente in una delle tante meraviglie siciliane, siamo fra Mazara e Bronte, dove il Gambero sua Maestà incontra il pistacchio creando un’accoppiata vincente che nella sua freschezza si fonde in bocca quasi come fosse una crema.

La portata principale ci catapulta invece nei territori piemontesi, quasi al confine gallico, fra i suoi boschi, nel tepore dei rifugi di un freddo mezzogiorno di fine autunno. È così che gli Gnocchi di Castagna in fonduta di formaggio francese vi conquisteranno il cuore. Sorprenderà la cannella spolverata in piccola quantità a bordo piatto, una chicca, a mio avviso, per nulla scontata!
Un pranzo degno di un Re se poi si considera la compagnia densa e corposa di un bianco senza dubbio importante, considerato uno dei migliori Piemontesi. Il Timorasso “Derthona” di Walter Massa è un trionfo di aromi e fragranze floreali, riscoperto e rilanciato qualche anno fa dal vitigno tortonese che si è prestato in maniera perfetta durante l’intero pasto.

Il dessert non poteva far altro che coronare questo gemellaggio tra terre decisamente lontane e differenti, le castagne incontrano le mandorle ed i cachi incontrano i fichi, il tutto amabilmente abbinato da un Moscato e dal suo lontano cugino Passito.

Un ristorante questo di cui non ci si dimentica facilmente, attuale e moderno, che anche in tempi non facili come questi, riesce a mettersi in gioco grazie alle mille risorse dello chef e dei suoi collaboratori, riuscendo a portare anche dentro le nostre case tutto il suo sapere e la sua passione!
“La magia di un piatto è qualcosa che inizia in cucina, va in scena in sala e si conclude con un sorriso”

Giorgia Di Salvo