Nelle campagne di Chivasso i Carabinieri hanno rinvenuto, su segnalazione di un agricoltore in transito, il cadavere di un uomo, di carnagione chiara, di età apparente compresa tra 30-40 anni circa, in posizione supina, privo di documenti, senza visibili segni di violenza. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Chivasso e la Sezione investigazioni scientifiche del Comando Provinciale. Successivamente il cadavere e ‘ stato identificato. Si tratta di un giovane 22enne di origini romene residente a Vercelli, conosciuto alle forze dell’ordine per diversi precedenti penali.
Etica e Sport: “Difendere lo sport di base”
“E’ valore di cittadinanza, educazione e partecipazione”
L’Associazione Etica e Sport aderisce alla manifestazione promossa dagli Enti di promozione sportiva del 3 novembre: “una giornata per non fermare lo sport e la cultura”.
La ragione dell’adesione è nella condivisione delle motivazioni dei promotori e nella necessità che un patrimonio di socialità, di partecipazione, di promozione di valori etici, di promozione attiva della salute non vada perduto.
Non sono certo in discussione le ragioni della riduzione dei contagi, ma allo stesso tempo è necessario sostenere concretamente e per tutto il tempo necessario, chi da sempre si impegna per la riduzione delle disuguaglianze, per le pari opportunità e per la vivibilità delle nostre comunità.
Ci pare che il decreto lasci spazi interpretativi ambigui e produca disparità e possa favorire solo alcune realtà dello sport che spesso non brillano per il rispetto di valori etici.
L’Associazione Etica e Sport
Scuola, esenzioni e rimborsi per la mensa
Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità (34 voti) la delibera riguardante i rimborsi e le esenzioni dei pagamenti delle tariffe del servizio di ristorazione scolastica per l’anno 2020-2021.
Il provvedimento – varato la scorsa settimana dalla Giunta – riguarda i casi di chiusura del servizio (obbligatoria o precauzionale) per le misure di contrasto alla diffusione del contagio da Coronavirus.
Il provvedimento è stato illustrato in Aula dall’assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica, Antonietta Di Martino. Nei casi di chiusura degli asili nido (a gestione diretta o in convenzione) e delle scuole dell’infanzia è prevista ora l’esenzione totale dal pagamento del servizio o il rimborso del pregresso per i giorni non usufruiti.
Per le scuole dell’obbligo la quota fissa annuale del servizio di ristorazione è ridotta per tutti del 15 per cento. Diversamente dallo scorso anno scolastico, in caso di assenza oltre all’importo del pasto i genitori non pagheranno anche il costo giornaliero della quota fissa. È introdotto inoltre un nuovo sistema di conteggio: le famiglie pagheranno il servizio mensa su una base giornaliera che tiene conto della tariffa del pasto e della quota fissa annuale.
La centrale “Politecnico” di Iren co-protagonista della campagna di lancio
L’impianto termico di integrazione e riserva, situato a Torino, è stato infatti scelto come sfondo per gli shot fotografici contenuti nel media kit internazionale di presentazione della novità in casa FCA.
L’avveniristico design della centrale, esaltato da una prestigiosa copertura a vele progettata dall’architetto Jean-Pierre Buffì, ha quindi accompagnato virtualmente la nuova vettura in giro per il mondo, comparendo su centinaia di testate e siti specializzati, italiani ed internazionali.
La centrale “Politecnico” Iren, costruita nel 2008, costituisce ormai un simbolo riconosciuto della città, grazie anche al particolare effetto che esercita la luce nella sua architettura: di giorno le vele di acciaio risultano illuminate e valorizzate dai raggi solari, mentre di notte la struttura è illuminata scenograficamente, grazie a un sistema di luci che originano dall’interno e filtrano attraverso le lastre metalliche.
“sosteniamo la lotta dei rider che oggi aiutano anche la ristorazione in coprifuoco”.
“Lo abbiamo definito contratto ‘pirata della strada’ e oggi, nel bel mezzo di questa pandemia in cui i loro servizi tornano ad essere essenziali per tutta la catena della ristorazione italiana, siamo nuovamente a fianco dei rider che protestano contro l’indegno CCNL firmato tra le aziende del food delivery e il sindacato UGL e che dovrebbe tutelarli: ma che garanzie dà un contratto per il quale si autorizza il datore di lavoro a pagarti a cottimo, con una paga di 2,50€ per ogni consegna di 15 minuti e penalizzando tutte le consegne effettuate sotto quel tempo, fino ad arrivare a pagare 1,16€ una consegna di 7 minuti?” – si chiede Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi, in Regione Piemonte, da sempre impegnato nella battaglia a tutela dei ‘fattorini’ e intervenuto al Presidio di Piazza Castello a Torino.
“Crediamo che il pagamento a cottimo sia una pratica fuori dal tempo e molto pericolosa per i lavoratori – commenta Grimaldi: per un fattorino in bicicletta il pagamento a consegna significa obbligarlo a correre come un disperato per le strade, rischiando di mettersi in pericolo per fare più consegne possibile, ancor più con le regole stabilite nel CCNL, che lo costringono a fare più del doppio delle consegne (sempre che gliene arrivino) per guadagnare il poco che incassava prima che l’UGL firmasse questo contratto che tutela solo le grandi aziende del food delivery”.
“Il Consiglio regionale del Piemonte – ricorda Grimaldi – ha approvato una mia proposta di legge per regolare i contratti dei lavoratori della gig economy affinché tutelassero davvero i rider, ma mentre a Roma le cose vanno a rilento e i controlli per le strade promessi da Cirio e Chiorino latitano, le aziende del food delivery fanno correre i rider per le strade. Oggi i rider danno un grande aiuto ai ristoratori in coprifuoco, pertanto è ancora più importante ricordare la battaglia per la loro dignità”.
Le radici piemontesi di Jean Giono
”L’uomo che piantava gli alberi” (L’homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come “La storia di Elzéard Bouffier”, è un racconto allegorico che ha dato notorietà allo scrittore italo-francese Jean Giono
Nato a Manosque, su un contrafforte delle colline del Luberon orientale in alta Provenza, da una famiglia di origine piemontese, emigrata in Francia dalla canavesana Valchiusella, vi morì cinquant’anni fa,il 9 ottobre del 1970.
Pubblicato per la prima volta nel 1953, il racconto è quanto mai attuale visto e considerato il pesante deterioramento della situazione climatica. Giono, membro dell’Académie des Goncourt, con questo libro tracciò un’efficace parabola sul rapporto uomo-natura, rammentando come ”gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi, oltre la distruzione”. Potrebbero, appunto, ma raramente lo fanno forse perché distruggere è molto più facile che creare.La storia del pastore Bouffier ci rammenta, con leggerezza e profondità al tempo stesso, il valore degli alberi e dell’attenzione nei confronti della natura.Quella dei Giono, come per tante altre famiglie, è stata una storie di valligiani e montanari emigrati. Il bisnonno dello scrittore, Giovanni Domenico Giono, nacque l’8 ottobre 1763 a Meugliano (oggi Valchiusa, dopo la recente fusione di Meugliano con i comuni di Trausella e Vico Canavese). Quest’ultimo, dalla seconda moglie Maria Francesca Catterina Bertarione, ebbe a sua volta un figlio, Pietro Antonio , nonno di Jean Giono.
E’ verosimile che Pietro Antonio, attratto dagli ideali della carboneria, prese parte ai moti insurrezionali del marzo del 1821 e, successivamente, riparò come molti rivoltosi oltralpe, in Francia. La radice piemontese è più che intuibile dalle parole dello scrittore che confidò come la felicità gli riempisse il cuore e l’animo appena sentiva “fremere un pioppo piemontese, o fischiare una marmotta, o i passi del vento degli alti pascoli del Viso, lo sgranellare del pietrame sotto i piedi del camoscio, o il grido dell’aquila”. Giono,autore importante, scrisse saggi, dialoghi, poesie, commedie teatrali e circa trenta romanzi, tra i quali “Il canto del mondo”, “Un re senza distrazioni”, “Il disertore”, “Le anime forti”, “Il ragazzo celeste”, “Lettera ai contadini sulla povertà e la pace” e “L’ussaro sul tetto”. Ha firmato inoltre il soggetto di numerosi film, tra i lavori il più noto è “L’Ussaro sul tetto”.
Proprio in quest’ultimo romanzo, dove il protagonista è un giovane ufficiale degli ussari, Angelo Pardi, fuggito in Provenza nel 1831 dal Piemonte dopo aver ucciso una spia austriaca, si avverte l’eco delle vicende della sua famiglia, dell’epopea risorgimentale, del desiderio di riscatto e libertà. Dal libro, pubblicato nel 1951 e considerato uno dei capolavori della narrativa francese, venne tratta la sceneggiatura dell’omonimo film nel 1995 di Jean Paul Rappenau con Juliette Binoche e Olivier Martines. Una pellicola nella quale, come scrive Morandini nel suo dizionario di cinema, “riecheggiano le idee del pacifista, anarchico, antimodernista Jean Giono, di origine piemontese”.
Marco Travaglini
L’evento inizialmente previsto in Sala ‘900 il recente DPCM del 25/10/2020 pone alcune limitazioni allo svolgimento degli eventi; in ragione delle ultime disposizioni, non è più consentita l’apertura al pubblico delle iniziative che si svolgono negli spazi del Polo del ‘900, nemmeno su prenotazione nominale. 4 novembre 2020 ore 18
ArtPhotò coglie l’occasione del riconoscimento ad Alfredo Bosco, per il suo progetto “Forgotten Guerrero”, del premio speciale “For Humanitarian Photography” del Comitato Internazionale della Croce Rossa al concorso Andrea Stenin a Mosca e del Visa d’Or Humanitarian Award ICRC nel 2020 al festival di fotografia Visa Pour l’Image, per il dialogo ormai annuale con Domenico Quirico. Dialogo nato nel 2017 per mettere insieme le testimonianze di immagini e parola. Iniziato con Ferdinando Scianna sul tema del “dolore” per proseguire con Ivo Saglietti su quello della “rivoluzione” e l’anno scorso con Marco Gualazzini, vincitore del WPP sull’”Africa”. Quest’anno è Alfredo Bosco che dialoga con Domenico Quirico sul tema della violenza al Polo del ‘900.
“La parola di Quirico incontra le immagini di Bosco cercando di descrivere la forza impietosa della violenza, dell’uomo sull’uomo. La violenza paralizza le sue vittime con la paura per sé, per i propri cari, per intere popolazioni. Ha molti volti che prosciugano di lacrime l’uomo falciandone dignità rispetto compassione. Alfredo Bosco, fotoreporter, dice “bisogna mostrare la violenza per comprenderla “e Domenico Quirico dice che “per raccontare la violenza, ritrovarne l’orma e sentirne l’eco si deve pagare un prezzo”. La malvagità, la brutalità della violenza spesso indossa gli abiti della morte e diventa protagonista nelle guerre, contrabbandi, povertà, dolore. Bosco e Quirico, testimoni, guardano con la stessa prospettiva per farci conoscere e comprendere.” TB.
Un dialogo per parlare dei “molti volti” della violenza di quanto avviene in diverse parti del mondo dal Messico al Donbass, tutte situazioni che hanno radici lontane nel nostro inquietante, affascinante, storico ‘900. Modera l’incontro Tiziana Bonomo di ArtPhotò.
Incontro in streaming dal titolo “La violenza” dialogo con Alfredo Bosco e Domenico Quirico. La diretta dalla pagina Facebook di ArtPhotò https://www.facebook.com/artphotobonomo/ mcondiviso sulla pagina del Polo del ‘900 https://www.facebook.com/ilpolodel900 e su You Tube https://www.youtube.com/channel/UC0B_XsXpHiy7mOouij3WDew.
BIOGRAFIE
Alfredo Bosco
Nasce a San Miniato (PI) nel 1987.
Dopo essersi diplomato alla scuola di fotografia John Kaverdash di Milano, segue un workshop a Cesuralab sotto la guida di Alex Majoli. Inizia a lavorare come fotoreporter nel 2010, documentando il terremoto di Haiti e la giovane generazione di Tashkent, lavoro che gli vince la menzione speciale del premio FNAC.
Dal 2011 al 2014 lavora per l’agenzia fotografica di Stefano Guindani, documentando nel frattempo le attività ad Haiti della ONLUS Francesca Rava e la campagna elettorale del PD di Matteo Renzi. Nel 2014 inizia un reportage di quattro anni sulla guerra civile in Donbass, nell’Ucraina dell’est. Nel 2015 viene selezionato da Lensculture tra i primi 50 talenti emergenti nel mondo della fotografia. Svolge diversi reportage in paesi dell’ex Unione Sovietica, tra cui la comunità LGBTQ nella Mosca di Putin, la situazione politica e sociale in Kazakistan sotto il controllo di Nazarbayev, e il problema dell’eroina in Kyrgyzistan. Nel 2018 viene selezionato dal World Press Photo per lo Joop Swart Masterclass e, seguendo il tema proposto, svolge un lavoro sui millennials che vivono nelle provincie italiane. Nel 2019 riceve il premio speciale “For Humanitarian Photography” del Comitato Internazionale della Croce Rossa al concorso Andrea Stenin a Mosca. Dal 2018 lavora a Forgotten Guerrero, un reportage sulla guerra della droga nello stato messicano di Guerrero con cui ottiene il riconoscimento del “Visa d’Or Humanitarian Award ICRC” nel 2020 al festival di fotografia Visa Pour l’Image.
Domenico Quirico
È giornalista de “La Stampa” dai primi anni ’80 dopo aver esercitato la professione di avvocato. È stato caposervizio degli Esteri con un periodo nei primi anni ’90 a Mosca. Corrispondente da Parigi dal 2004 al 2010 per diventare inviato di guerra sui fronti più caldi, testimone dal vivo ed esperto di Medio Oriente. Ha seguito in particolare tutte le vicende africane degli ultimi venti anni dalla Somalia al Congo, dal Ruanda alla primavera araba. Ha seguito diversi paesi in Medio Oriente, in particolare la Siria dove è stato sequestrato per cinque mesi nel 2013. Domenico Quirico precedentemente, per pochi giorni, aveva già patito la prigionia a Groznyj, in Congo e in Libia. Ha narrato e continua a narrare quel mondo contribuendo alla sua difficile comprensione, confermandosi come una delle più grandi voci del giornalismo italiano.
Ha vinto i premi giornalistici: “Igor Man” nel 2011, “Cutuli e Premiolino”, nel 2013, “Premio Estense, l’Aquila d’oro” nel 2014, “Montale fuori Casa” e “Indro Montanelli” nel 2015, “Ischia Internazionale di giornalismo” nel 2015, “Goffredo Parise” nel 2016, “Alberto Jacoviello” nel 2019. Inoltre il “Premio per
la letteratura Albatros” nel 2017 e il “Premio Terzani per la letteratura” nel 2018.
Autore di numerosi saggi storici per Mondadori: “Adua”, “Squadrone bianco”, “Generali”, “Naja” e per Bollati Boringhieri: “Primavera Araba. Le rivoluzioni dall’altra parte del mare”. Presso Neri Pozza ha pubblicato: “Gli Ultimi: la magnifica storia dei vinti”, “Il Grande Califfato”, “Ombre dal fondo”, “Il paese del male”, “Esodo. Storia del nuovo millennio”, “La sconfitta dell’occidente”, “Morte di un ragazzo italiano – In memoria di Giovanni Lo Porto”, “La sconfitta dell’occidente”. Con Salani ha pubblicato “Cos’è la guerra”. Ha scritto con Laterza “Succede ad Aleppo” e l’ultimo libro “Testimoni del nulla”
Tiziana Bonomo
Dal 2016 si dedica attivamente al progetto ArtPhotò con cui propone, organizza e cura eventi legati al mondo della fotografia come mostre, libri, incontri. La passione per la fotografia si unisce ad una ventennale esperienza, prima nel marketing L’Oreal e poi in Lavazza come responsabile della comunicazione, di grandi progetti internazionali: dalla nascita della campagna pubblicitaria Paradiso di Lavazza nel 1995 alla progettazione, gestione e divulgazione delle edizioni dei calendari in bianco e nero con i più autorevoli fotografi della scena mondiale. Nel 2019 ha portato in Italia per la prima volta in mostra un grande fotoreporter polacco Krzysztof Miller, ha organizzato la presentazione al Museo Nazionale del Cinema del documentario “Domenico Quirico: Viaggio senza ritorno” di Paolo Gonella. Nel 2019, ha progettato il premio inedito “Mia
Photo Fair – Fotografia di Architettura” e la mostra “Chi Legge” di Claudio Montecucco inserita nel programma “Piemonte che legge”. Attualmente la mostra “Transmissions people-to-people” al Museo del Risorgimento è a sua cura. Ama organizzare incontri. Alcuni già avvenuti con famosi fotoreporter come Ferdinando Scianna, Ivo Saglietti, Marco Gualazzini. L’insegnamento ai ragazzi attraverso il doposcuola all’ASAI e il laboratorio per le scuole “Leggere la fotografia”.
CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30
34.153 PAZIENTI GUARITI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 34.153 così suddivisi su base provinciale: Alessandria 3910, Asti 1852, Biella 1112, Cuneo 3576, Novara 3118, Torino 17.630, Vercelli 1566, Verbano-Cusio-Ossola 1160, extraregione 229.
I DECESSI SONO 4415
Sono 21 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale è ora 4415 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 719 Alessandria, 270 Asti, 227 Biella, 427 Cuneo, 423 Novara, 1935 Torino, 235 Vercelli, 136 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 43 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 74.663 (+2.300 rispetto a ieri) di cui 853 (43%) sono asintomatici.
I casi sono così ripartiti: 989 screening, 565 contatti di caso, 449 con indagine in corso; per ambito: 112 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 216 scolastico, 1675 popolazione generale.
La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 7030 Alessandria, 3689 Asti, 2433 Biella, 9154 Cuneo, 5925 Novara, 40.227 Torino, 2794 Vercelli, 2115 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 522 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 744 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 196 (+17 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.844 (+264 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 32.791
I tamponi diagnostici finora processati sono 1.050.421 (+11.113 rispetto a ieri), di cui 578.099 risultati negativi.
Qui Juve: dolce risveglio per i bianconeri che s’avvicinano al primo posto in classifica di serie A(al secondo l’incredibile Sassuolo di De Zerbi)occupato da un grande Milan trascinato dal trentanovenne Ibra:è la Juve degli over trentacinquenni:Buffon ieri strepitoso con 2 parate sullo spezzino Chabot e C.Ronaldo che in mezz’ora ha cambiato e deciso la gara con una sontuosa doppietta. Mister Pirlo non può fare a meno del suo fuoriclasse assoluto ma bisogna dire che il tecnico bianconero non s’interstardisce su un unico modulo:
4-4-2, 4-3-3, 4-2-3-1, vari moduli per ruotare l’ottimo organico a disposizione e per sopperire alle assenze significative in difesa di Chiellini,Alex Sandro e De Light.Tutti in campo per la seduta tecnico tattica in vista del terzo turno di Champions League che vedrà i bianconeri opposti agli ungheresi del Ferencvaros,in terra magiara, mercoledì
4 novembre a Budapest alle ore 21.
Qui Toro: agro,aspro,assurdo risveglio in casa granata dopo l’incredibile sconfitta patita ieri,in casa, contro la Lazio.Psicodramma,esorcismi,sfortuna? Molto più cautamente,terra terra,viene a galla la totale e fallimentare campagna NON acquisti fatta dal presidente Cairo e dal direttore sportivo Vagnati.Presi giocatori non adatti al gioco del mister, fortissimamente voluto,Marco Giampaolo: l’aver volutamente tenuto giocatori controvoglia,Sirigu,Izzo,N’Kolou,Edera,Millico che si stanno rivelando dannosi,in campo e nello spogliatoio,minando la serenità di un gruppo nutrito di 28 giocatori qualitativamente e quantitativamente da tranquillo centroclassifica.La realtà ed i numeri sono impietosi:Toro con 1 solo punto ed ultimo in classifica assieme al neopromosso Crotone.Cancellati i sogni di lottare per un posto in Europa bisognerà pensare soltanto a salvarsi.Mercoledì 4 novembre alle 17 il recupero Genoa-Toro nel capoluogo ligure.Domenica Toro-Crotone
a Torino ore 15. 2 gare da vincere assolutamente altrimenti sono già pronti i primi nomi per sostituire Giampaolo: Semplici e Ventura.
Vincenzo Grassano
Quando Proietti lavorava in Rai a Torino
IL RICORDO DELL’ASSESSORE POGGIO: «IN OGNI SUO PERSONAGGIO C’ERA UN PO’ DI NOI» A TORINO REALIZZO’ CON LA RAI UN’EDIZIONE TELEVISIVA DI SANDOKAN
«Ogni volta che irrompeva sulla scena con un nuovo personaggio alla fine scoprivamo sempre qualcosa di noi che prima non conoscevamo». Così l’assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio si unisce al cordoglio della famiglia e dell’Italia per la scomparsa di Gigi Proietti. «Era un grande osservatore e ritrattista dei caratteri italiani, per 60 anni ha raccontato il suo tempo con angolazioni critiche ma sempre col sorriso, mattatore sulla scena e maestro in teatro. Ha fatto divertire adulti e bambini, e alla fine ci riconoscevamo un po’ tutti nei suoi ritratti come quello del Maresciallo Rocca, umano ironico e profondo». «Lavorò molto con la Rai di Torino – ha aggiunto Poggio -con la quale realizzò nel 1974, tra le altre cose, un’edizione televisiva di Sandokan tratta dal romanzo di Emilio Salgari».