ilTorinese

Rider, Grimaldi (LUV): “la lotta paga ma siamo prudenti”

 “Just eat rinunci al ‘contratto pirata di strada’ e usi la retribuzione oraria del CCNL Logistica”

“Io credo davvero che la lotta paghi, ma non sono così sicuro che quello che è stato annunciato ieri avverrà davvero, soprattutto nei termini descritti. Se fosse così, dopo alcune prime vittorie legali (quella di Torino confermata dalla Cassazione), alcuni primi passi legislativi, saremo di fronte ad una vittoria per il mondo del lavoro del delivery in Italia e a un altro passo per fermare il cottimo e per metterci alle spalle il caporalato digitale” – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, e da sempre molto vicino alle vicende dei rider, in merito all’annuncio di Just Eat che applicherà dal 2021 contratti di lavoro dipendente per tutti i rider e sarà introdotta la paga oraria, garantendo maggiori tutele ai lavoratori.

“Secondo quanto abbiamo letto, sarà garantita una flessibilità legata alla tipologia di contratto (full time o part-time) e sarà introdotta la paga oraria corrispondente al turno coperto cancellando così il cottimo. Il Consigliere Grimaldi invita alla massima prudenza: “perché grazie alla legge sui rider, le piattaforme del delivery hanno già avuto un intero anno di tempo per sottoscrivere con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative un CCNL che riconoscesse ai lavoratori condizioni dignitose di lavoro e un’equa remunerazione. Sappiamo come è finita e grazie all’«accordo capestro» fra Assodelivery e Ugl circa 20mila rider in queste ore sono stati costretti a firmare pena il licenziamento”.

“Se Just Eat vuole riacquistare una credibilità – conclude Grimaldi – deve andare oltre l’annuncio di buone intenzioni. Non serve un intero anno per mettere in pratica le novità che ha annunciato. Se ritiene che ‘avere rider completamente tutelati del punto di vista contrattuale sia un valore aggiunto’ come ha dichiarato, rinunci fin da ora ad applicare il CCNL pirata firmato da UGL e AssoDelivery (dalla quale può uscire anche domani), e faccia subito quanto già previsto dalla legge: paghi ai suoi rider la retribuzione oraria del CCNL Logistica”.

Nuovo arresto per lo spacciatore della Rivoli bene

Tolto il nome sul citofono e sulla porta di casa nel tentativo di passare inosservato

E’ stato nuovamente pizzicato dagli agenti del Commissariato “Rivoli” il venticinquenne italiano  finito in carcere già lo scorso maggio quando era stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di marijuana di elevata qualità e della somma di 18 mila € in contanti.

Il giovane, fermato dagli agenti lo scorso giovedì mentre si spostava a bordo della sua auto di lusso per raggiungere uno stabile sito in via Magenta, il suo nuovo nascondiglio, è stato trovato in possesso di 68 grammi di hashish, 24 grammi di marijuana e 900 € in contanti, divise in vari tagli. La perquisizione è proseguita nel sottotetto del palazzo nel quale il giovane stava per fare ingresso:  qui sono stati rinvenuti ulteriori 1.5 kg di marijuana, 9 panetti di hashish per quasi un kg di sostanza, 10 grammi di cocaina, 2 bilancini di precisione, materiale vario utile al confezionamento delle dosi. Inoltre, a casa del giovane, in Corso Torino, gli agenti hanno rinvenuto ulteriori 3700 € in contanti di dubbia provenienza, considerato che lo stesso non svolge alcuna attività lavorativa, e dell’hashish in barattolo. Il venticinquenne, per eludere eventuali controlli delle forze dell’ordine, aveva omesso di indicare sul citofono e sul campanello di casa il proprio nome; è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

L’assessore: “Medici e infermieri da tutti i Paesi, senza discriminazioni”

 “I bandi per il reclutamento di medici e infermieri della Regione Piemonte consentono la contrattualizzazione di personale sanitario proveniente da tutti i Paesi, anche da quelli non appartenenti all’Unione Europea.

Peraltro questa possibilità esisteva già nella prima fase dell’epidemia di marzo-aprile, tanto che nelle nostre aziende oggi lavorano ancora medici provenienti da Cuba, da San Salvador, dal Messico e dal Brasile. Non dimentichiamoci poi l’utilizzo della brigata cubana presso le Ogr, a cui siamo molto grati e che vedrà presto il ritorno di una squadra di medici da Cuba, oltre all’arrivo a Vercelli a breve di 34 medici e infermieri dalla Cina”: ad affermarlo è l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, in risposta alla voce diffusa nelle scorse ore secondo cui la Regione Piemonte escluderebbe nelle proprie assunzioni il personale extracomunitario.
“Chi parla di pregiudizi da parte nostra afferma il falso – continua l’assessore – I bandi sono chiari: come previsto dalla legge, nessuno è escluso sulla base della nazionalità. Basta essere in possesso di un titolo equipollente, dell’iscrizione all’albo dove richiesto e del permesso di soggiorno per lavoro. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire che al nostro sistema non venga a mancare il personale necessario a gestire questa epidemia, tanto che abbiamo chiesto aiuto di nuovo a Cuba e alla Cina, e ogni contributo, da qualunque parte del mondo arrivi, è il benvenuto”.
Dal 10 settembre al 5 novembre, le aziende sanitarie, o attraverso i bandi del Dirmei, o attraverso le proprie graduatorie, hanno reclutato 514 medici, 1273 infermieri e 1397 persone con altre professionalità, incluse persone di nazionalità straniera.
“I bandi per medici e infermieri sono ancora aperti a tempo indeterminato – conclude l’assessore – e nei prossimi giorni ne verranno aperti degli altri per reclutare altre categorie professionali necessarie alla gestione della pandemia”.

«Il Piemonte che non ti aspetti»: al rush finale il concorso su Instagram

Entro novembre il verdetto della giuria per il contest foto-video  nato dalla partnership VisitPiemonte-Lonely Planet

 

Chi saranno i sette più bravi a rappresentare il “Piemonte che non ti aspetti” su Instagram? Lo sapremo entro novembre, quando la qualificata giuria renderà nota la classifica del concorso nato con la partnership VisitPiemonte-Lonely Planet nell’ambito della campagna “#Ripartiturismo”.

Con 1955 contributi, tra fotografie e video, il 21 ottobre si è chiuso il termine di partecipazione alla competizione avviata il 7 settembre scorso. La proposta: postare sul proprio profilo Instagram una fotografia, un video, un collage o una gallery fotografica, esprimendo in modo originale e divertente la propria vacanza ideale in Piemonte. Elementi fondamentali per partecipare: una didascalia di massimo 200 caratteri, il più possibile appassionata e coinvolgente, e l’hashtag #ilpiemontechenontiaspetti.

Anche se non lo hai ancora visitato, dovrai riuscire a raccontare il Piemonte che ti immagini, che vorresti vedere, che conosci”, recitava la call to action invitando a lavorare sui quattro temi-guida della campagna di promozione turistica regionale: ‘Libertà’, ‘Bellezza’, ‘Gusto’, ‘Spirito’. “La libertà che ti farebbe spalancare le braccia al cielo, l’enogastronomia che vorresti gustare, l’esperienza che ti darebbe serenità, la bellezza di cui vorresti godere”.

Gli elaborati premiati verranno pubblicati sul sito di lonelyplanetitalia.it e sul sito di VisitPiemonte.com, in palio ci sono i sette ambìti soggiorni di due giornate nelle diverse aree regionali, offerti dai Consorzi Turistici Piemontesi.

Chi sono i partecipanti al contest? L’analisi dei profili rivela che il 51% sono donne e il 49% uomini, con un’età compresa tra 25 e 44 anni, in prevalenza milanesi e romani, seguiti da torinesi, napoletani, bolognesi e fiorentini. E, da un primo sguardo, tra le migliori immagini si scoprono punti di vista inconsueti su architetture e scorci cittadini, angolazioni inedite sui paesaggi collinari, su laghi, e montagne, interpretazioni di prodotti e ricette, scatti e vedute insolite tra sogno e realtà.

La giuria al lavoro sulla selezione è composta da: Marzia Baracchino, Direttore dell’area Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte; Andrea Cerrato, Presidente di Piemonte Incoming, la Federazione dei Consorzi Turistici del Piemonte; Piero Contaldo, Presidente dell’Associazione IgersItalia; Umberto La Rocca, Direttore del quotidiano online Open; Luisa Piazza, Direttore Generale di VisitPiemonte; Angelo Pittro, Direttore di Lonely Planet Italia.

 

Aggiornamenti su visitpiemonte.com e lonelyplanetitalia.it

Nursing Up: “direttiva regionale cancella le ore di riposo dopo turni massacranti”

Riceviamo e pubblichiamo/ “Si attivino subito le retribuzioni per le prestazioni aggiuntive ad almeno 50 euro l’ora”

Purtroppo, ancora una volta, dopo l’idea assurda di impiegare medici e altro personale con la funzione di infermieri, ci troviamo a dover rilevare il pressapochismo e la scarsa preparazione della Regione e del Dirmei (Il Dipartimento interaziendale sulle malattie ed emergenze infettive) nell’emanare direttive apparentemente senza il benché minimo criterio né la consapevolezza di ciò che stanno disponendo.

La nuova direttiva diffusa dal Dirmei, in relazione alla carenza enorme di personale e allo stato emergenziale che stiamo vivendo, per recuperare personale sanitario necessario a coprire i turni, impone a partire da oggi 11 novembre per il personale in servizio nelle aziende sanitarie regionali in tutti i ruoli, la sospensione di tutti i congedi ordinari, delle ferie e dei congedi di recupero.

 

Si tratta di una disposizione coercitiva assurda, emanata in base a non si sa bene quale autorità, che va a cancellare non solo le ferie, non solo ore di recupero per gli straordinari ma anche le ore dei riposi compensativi che sono vitali per non mandare in burn out il personale!

Ma è mai possibile che ancora una volta gli infermieri e i professionisti della sanità debbano pagare per l’incompetenza e l’impreparazione di chi prende decisioni senza avere contezza di che cosa tali decisioni comportino?

 

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede un immediato intervento dell’assessorato regionale alla Sanità per rimediare a questa ennesima assurdità, e soprattutto chiede, a partire da oggi, che vengano riconosciute le prestazioni aggiuntive ad almeno 50 euro l’ora visto che da oggi, con la nuova direttiva, ogni azienda in pratica vi farà sempre ricorso.

 

Il Segretario Regionale del Piemonte del Nursing Up, Claudio Delli Carri aggiunge: “È mai possibile che chi prende certe decisioni non sappia la differenza che c’è tra i recuperi per gli straordinari e le ore di riposo necessarie a tutelare la salute di infermieri e professionisti della sanità dopo turni massacranti e lunghissimi? È mai possibile che ancora una volta a pagare l’inefficienza e l’impreparazione di chi decide, siano gli infermieri e chi lavora negli ospedali, in base a direttive coercitive e assurde che incidono sulla vita del personale?

La verità è che questa classe dirigente della nostra sanità non ha portato a termine nessuna delle azioni che sarebbe stato suo dovere compiere. Nessuna azione strutturale è stata realizzata. Non è stato integrato il personale medico, infermieristico e di supporto che versava già in gravissima condizione di carenza prima dell’emergenza e più e più volte lo abbiamo detto. Non sono stati incrementati i posti letto per i ricoveri intensivi, sub intensivi, specialistici e di base. Non è migliorata, anzi è peggiorata, la rete del territorio né quella di risposta all’emergenza. Non sono stati potenziati i laboratori analisi. Non è stato pianificato uno straccio di efficace risposta sanitaria ad una seconda ondata pandemica che tutti sapevamo sarebbe arrivata. In compenso si sono lasciati i cittadini e i sanitari di questa regione ad affrontare la nuova emergenza sanitaria in condizioni ancora peggiori di quelle di marzo. È una vergogna”.

Prosegue Delli Carri: “Ovviamente noi, come infermieri e professionisti della sanità, daremo il massimo, sempre, anche oggi e nei prossimi giorni. Lo daremo per i nostri pazienti e lo daremo per i nostri colleghi. Ma la Regione ci deve rispetto, lo stesso che oggi noi, alla luce di questa ennesima assurda direttiva, non possiamo più contraccambiare.

Vista la disposizione che cancella ferie e turni di riposo a partire da oggi, in modo scriteriato, e genera automaticamente il ricorso da parte delle aziende alle prestazioni aggiuntive, noi pretendiamo che da oggi, 11 novembre, le prestazioni aggiuntive vengano pagate almeno 50 euro l’ora, senza che vi siano ulteriori slittamenti e discussioni. I fondi, come ad esempio proposto dal tavolo Stato-Regioni, possono essere reperiti trasferendo quelli che erano già stati riservati alla diminuzione delle liste d’attesa, progetto nel quale le prestazioni aggiuntive venivano appunto conteggiate almeno 50 euro l’ora. Ripetiamo, deve avvenire a partire da oggi. La Regione non si azzardi a fare finta di nulla”.

 

 

A Isabella Rossellini il premio “Stella della Mole”

La stella a 12 punte protagonista anche dell’immagine guida del 38 Torino Film Festival

Il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica del 38 Torino Film Festival viene conferito a Isabella Rossellini, poliedrica artista di fama internazionale.

 

“Con questo Premio, che rappresenta non solo la Mole Antonelliana ma tutta la storica tradizione cinematografica della nostra città, il Museo Nazionale del Cinema e il Torino Film Festival vogliono rendere omaggio alla Settima Arte e ai suoi protagonisti – sottolinea Enzo Ghigo Presidente del Museo Nazionale del Cinema. Il nuovo corso del TFF, che coniuga passato, presente e futuro, viene perfettamente sintetizzato dall’immagine della stella, ideale collegamento, simbolo prezioso e ricco di significati. Siamo felicissimi che la prima a riceverlo sia Isabella Rossellini, artista di fama internazionale, antesignana di quel cinema così vicino alla filosofia del TFF e da sempre impegnata nella conservazione della memoria storica”.

Il nuovo simbolo del Torino Film Festival è anche protagonista dell’immagine guida di questa edizione, poiché collega la storica eccellenza tecnologica di Torino con il suo spirito innovativo e una creatività in continua evoluzione. Questa spettacolare stella a 12 punte è originale, universale e senza tempo. Scegliendo la Stella come suo simbolo, il Torino Film Festival vuole celebrare il suo impegno per l’innovazione, la diversità e la collaborazione. La stella della Mole Antonelliana mette in relazione il passato di Torino con il suo futuro, la “culla” del cinema italiano con i nuovi artisti da tutto il mondo che vengono celebrati al festival.

Motivazione

Novità del 38 Torino Film Festival è il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica che sarà attribuito ad artisti il cui contributo al cinema è altrettanto originale, universale e senza tempo.

Il Torino Film Festival ha l’onore di conferire quest’anno il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica a Isabella Rossellini quale riconoscimento per la sua inesauribile creatività, l’esplorazione di ogni forma d’arte e l’incommensurabile capacità di trasformarsi per interpretare con altrettanta efficacia sia Alfred Hitchcock che un ragno.

Con la sua grazia elegante, la sua raffinatezza e intrepida capacità di esplorare nuovi orizzonti ha saputo portare bellezza in ogni forma d’arte in cui si è misurata, dal cinema al teatro, ai video musicali, alla moda. Isabella Rossellini è amata e apprezzata in tutto il mondo per la sua arte originale, universale e senza tempo.

 

Il Premio ha una componente tecnologica del tutto unica ed è realizzato in alluminio attraverso la tecnologia avanzata dell’Additive Manufacturing, grazie alla collaborazione del Politecnico di Torino e con il coinvolgimento di Competence Industry Manufacturing 4.0, il polo costituito dai due atenei torinesi insieme a 23 partner industriali per la diffusione di competenze legate all’Industria 4.0.

 

L’iniziativa fa parte di Torino Città del Cinema 2020, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino www.torinocittadelcinema2020.it

(foto Michele D’Ottavio)

Chiese chiuse?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni La notizia che la Diocesi di Pinerolo e la Chiesa Valdese abbiano deciso di sospendere di propria iniziativa ogni culto per due settimane a causa del COVID, non è notizia da relegare nelle cronache locali o da ignorare, come e’ accaduto.

 

E’ notizia che pone interrogativi che vanno ben oltre la valle del Pellice e del Chisone.  C’è da domandarsi che senso abbia tener aperti i barbieri, ad esempio, e chiudere le chiese per iniziativa delle medesime. Le chiese non hanno fini di lucro, e’ vero, ma esercitano un‘ indiscussa funzione sociale e individuale non surrogabile. Esse danno, per così dire, il cibo per l’anima che non è identificabile con la preghiera individuale, almeno per i cattolici . Diceva Benedetto Croce che ascoltare o non ascoltare una Messa e’ un affare di coscienza rispetto al “Parigi val bene una Messa” di Enrico IV.

Una Messa è un bisogno dell’anima che anche lo
Stato rispetto alla primavera scorsa ha riconosciuto,  non chiudendo le chiese.  E’ un affare di coscienza. C’è chi ha detto non senza ragione che anche visitare un museo – che il governo ha ritenuto di dover chiudere – è un bisogno spirituale. Ed io aggiungerei sia per credenti, sia per non credenti esso rappresenta una necessità dello spirito laico o non laico che sia. Nella primavera scorsa le cerimonie religiose vennero proibite persino a Pasqua . La C.e.i. protesto’ e invoco’ il diritto di culto, sancito dalla Costituzione, mentre Papa Francesco si mise dalla parte del governo italiano.
Oggi un vescovo e una chiesa protestante si ritrovano insieme nel privilegiare la salute del corpo, addirittura firmando un documento congiunto.  Il Vescovo di Pinerolo ha agito da solo, senza consultare almeno i vescovi confinanti e soprattutto l’arcivescovo di Torino che è anche vescovo di Susa ? E’ una domanda lecita.

Se poi consideriamo che le chiese cattoliche hanno dimostrato il più assoluto rispetto per il distanziamento sociale tra i banchi, notiamo che qualcosa nel ragionamento non torna. Cosa decideranno le diocesi italiane ?

Cosa significa l’isolata scelta di Pinerolo e della Chiesa Valdese ? Sono interrogativi che debbono trovare risposta nel più assoluto rispetto di ogni decisione. Nel clima tormentoso che viviamo i confini di quello che può sembrare giusto o sbagliato sono indefiniti ed essere laici diventa difficile e tormentoso come essere credenti di fronte ad un panorama di sofferenza e di morte.  Ed e’ proprio la morte ad accomunare oggi tutte le coscienze trepidanti che si interrogano spaurite.

La svolta di Achille

Il 12 novembre di 31 anni fa Achille Occhetto fece il suo discorso alla Bolognina. Un discorso per certi versi memorabile e di totale rottura con il passato dei comunisti ed in particolare dei comunisti italiani. Personalmente non ne fui meravigliato.

 

Anzi lo vissi come liberatorio.  Da quello che ricordo non eravamo in molti nel pensarla e soprattutto viverla cosi. Non appartenevo alla corrente dei cosiddetti  miglioristi. Da sette anni ero lontano dalla politica attiva. Solo iscritto. Lavorando per le cooperative d’abitazione diligentemente partecipavo alle riunioni convocate nelle federazioni del Piemonte. Ironicamente ed indicativamente ribattezzate le parrocchie. Anni in cui i partiti, quelli veri, contavano assai. Il discorso di Achille Occhetto fu per molti un fulmine a ciel sereno. Giusto unanno prima , al matrimonio di Marco un amico compagno, al pranzo nuziale tavolata di ex figiciotti. Intorno al tavolo eravamo una dozzina. Tutti tranne il sottoscritto erano  contrari al cambiamento del nome al PCI. Motivazione: noi siamo comunisti italiani,  un’altra cosa.  Magari avevano ragione loro nel mettermi in totale minoranza. Ma io: guardate che sta crollando tutto nei paesi del cosiddetto  socialismo reale. Fui facile profeta.  Da lì a 10 mesi fu abbattuto il muro di Berlino. Capivo comunque che mettersi in discussione era difficile se non impossibile. Ognuno dei presenti , compreso il sottoscritto, faceva i conti con la propria storia e dunque con la propria esistenza. A Torino come del resto in tutta Italia la svolta occhettiana  fu presa con le molle.  Ci vollero 2 congressi e due anni di discussioni per arrivare al Pds. Non fu una passeggiata, soprattutto a Torino dove l’anima dura e pura era storicamente presente, del resto era dove era stato fondato l’Ordine Nuovo di Gramsci e Togliatti. Mille colpi bassi come quello che mi fece Gianni Alasia futuro segretario locale di Rifondazione comunista. Davanti a 500 compagni di Vanchiglia disse che mio padre si stava rivoltando nella tomba visto cosa era diventato il figlio. Carino no? Poi quando l’80 % degli iscritti si espresse per il cambiamento,  diciamo così: superai il trauma dei suoi insulti. Senza retorica fu una grande , forse l’ultima discussione di massa politica nel nostro paese. Il Pci nell’ 89 ammaccato e in stato confusionale era ancora una grande macchina organizzativa.
1 milione e 400 mila iscritti.  A Torino 40mila ed in Piemonte 100mila. 60 sezioni a Torino ed altrettante in Provinca.  Erano tempi che se il Pci presentava un cavallo alle elezioni in Barriera di Milano veniva eletto. Ma l’erosione del consenso elettorale era sotto gli occhi di tutti. Dal 79 in poi e dopo i 35 giorni all Fiat la mitica classe operaia di Torino non era più mitica e si stava consumando e restringendo.
Soprattutto deposte ” le armi della rivoluzione ” non si sapeva con chi governare per il semplice fatto che nessuno voleva governare con i comunisti. Non era tutto. Il punto nodale era l’identità. Andare oltre all’orizzonte del comunismo voleva dire essere diversi a ciò che eravamo stati. Qui le cose si complicarono. Si complicarono e determinarono una sorta di incompiuta ancorché si formo’ il Pds. Concretamente non si ruppe totalmente con il passato. Fu una operazione strumentale? Non penso proprio.
Necessariame si doveva fare ? Assolutamente sì! Su ciò non ho il minimo dubbio. Lo testimonia che cosa è avvenuto in Europa. All’inizio degli anni 70 mediamente i partiti comunisti erano più forti dei partiti socialisti.
Al netto della realtà di Germania e Gran Bretagna. 20 anni dopo, i rapporti di forza a sinistra mutarono a favore dei socialisti con i partiti comunisti che difatto sparirono.
Dal Portogallo alla Francia passando per la  Spagna. Con le irreversibili crisi dei paesi dell’ Est e la dissoluzione. Il tutto non avvenne in Italia confermando la cosiddetta anomalia italiana. Vero che la dissoluzione del Psi e della dc avvenne con tangentopoli. La  Bolognina avvenne mesi dopo la caduta del muro di Berlino e 2 anni prima dello scoppio di tangentopoli fece si che gli ex comunisti , in particolare i dirigenti, si salvassero proseguendo nell’attività. Ironia della sorte, potremmo dire che Achille Occhetto fece il lavoro sporco pur dando a Massimo D’Alema la possibilità di diventare il primo ed unico ( ex ) comunista Presidente del consiglio. Oggi tra i protagonisti di quella stagione vedo tanti rimpianti per occasioni mancate, in alcuni casi rimorsi e tanta nostalgia. Capisco ma non mi adeguo. Anche io ho nostalgia di quella Storia.  Di un pci che era ( anche ) scuola di vita. Rimango convinto che la svolta era necessaria e dovuta. Viceversa saremmo stati travolti dalla Storia e ci sarebbe rimasto  solo il rimpianto di ciò che era nella certezza che non sarebbe più stato. Almeno in  questa vita nulla è eterno e dunque tutto è mutabile.
Sono nostalgico per affetto.  Perché, oggi , non c’è nulla di nuovo e stimolante.
Sono nostalgico perché ho cuore. La ragione ed il cervello mi portano a dire: doveva essere fatto ed è stato fatto. Magari non concluso. Ma si sa che la perfezione non è di questo mondo.

Patrizio Tosetto

 

Donne con sclerosi multipla: supporto telefonico negli ospedali “Bollini Rosa”

Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, e la Città della Salute di Torino di Torino organizzano il 12 novembre l’(H)-Open Day Sclerosi Multipla con gli ospedali nel network Bollini Rosa del territorio nazionale ed i Centri Sclerosi Multipla.

Saranno offerti gratuitamente servizi clinico-diagnostici ed informativi alle pazienti con sclerosi multipla per accompagnarle dalla programmazione della gravidanza al post partum.

Torino, 11 novembre 2020Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, e la Città della Salute di Torino organizzano l’(H)-Open Day dedicato alle donne con sclerosi multipla (SM) con un focus particolare sulla fertilità, gravidanza e post partum, che si terrà il 12 novembre presso gli ospedali del network Bollini Rosa ed i Centri Sclerosi Multipla aderenti.

Giovedì 12 novembre dalle ore 10 alle ore 15, ai numeri 011/6334724 e 011 6334154, in occasione dell’Open Day, si terrà l’evento SM – Semplicemente Mamma, un Servizio di supporto telefonico rivolto a tutte le donne con sclerosi multipla per accompagnarle e guidarle nel percorso dalla programmazione della gravidanza al post partum. Rispondono il ginecologo e la neurologa.

Nelle strutture, che hanno aderito all’iniziativa, saranno offerti gratuitamente visite e consulenze neurologiche e ginecologiche, colloqui, sportelli di ascolto, info point, conferenze e verrà distribuito materiale informativo. L’obiettivo dell’(H)Open Day è infatti quello di essere a fianco delle donne con sclerosi multipla per accompagnarle e guidarle nel percorso dalla programmazione della gravidanza al post partum.

La sclerosi multipla è una malattia neurologica che ha una caratteristica connotazione al femminile, diagnosticata tra i 20 e 40 anni. Oggi, le evidenze scientifiche dimostrano che le donne possono avere figli senza modificare a lungo termine l’andamento della malattia e senza causare danni al nascituro.

“Per ogni donna l’esperienza della gravidanza rappresenta un momento speciale, – spiega Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda – un incredibile viaggio alla scoperta del proprio bambino: affrontarla serenamente non solo consente di viverla appieno, ma anche di contribuire al suo miglior esito. Attraverso il lancio di questo (H)-Open Day, Onda vuole sostenere ed aiutare le donne con sclerosi multipla per tutto il loro percorso genitoriale, dalla programmazione alla gestione della gravidanza, in modo che possano vivere la maternità con più serenità e consapevolezza.”

I servizi offerti saranno consultabili a partire dal 28 ottobre sul sito www.bollinirosa.it, dove sarà possibile visualizzare l’elenco dei Centri aderenti con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione.

L’iniziativa gode del patrocinio della Società Italiana di Neurologia (SIN) e dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) ed è resa possibile grazie al contributo incondizionato di Biogen Italia.

Per maggiori informazioni cliccare qui o inviare una e-mail a segreteria@ondaosservatorio.it

Morte cerebrale per la bimba sopravvissuta alla strage di Carignano

Era la sola sopravvissuta alla strage di Carignano, la piccola Aurora di due anni.

Ma nel pomeriggio è iniziata l’osservazione necessaria  prima di stabilirne la morte cerebrale, dopo che la bambina era stata ferita domenica mentre dormiva,  con un colpo di pistola alla testa, sparato dal padre. L’uomo, 40 anni, aveva ucciso anche il fratellino gemello Alessandro, la moglie Barbara, 38 anni, e il cane. Poi si era suicidato con l’ultimo colpo. Poco prima di causare la tragedia aveva chiamato suo fratello : “tra poco non ci sarò più.” L’omicida non si dava pace per la separazione in corso voluta dalla moglie.