ilTorinese

Bollettino Covid: 1568 contagi e 2893 guariti in Piemonte

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.568 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19, pari all’8,8% dei 17.897 tamponi eseguiti.

Dei 1568 nuovi casi, gli asintomatici sono 682 , pari al 43,5 %.

I casi sono così ripartiti: 418 screening, 772 contatti di caso, 378 con indagine in corso; per ambito: 331 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 68 scolastico, 1169 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 170.701, così suddivisi su base provinciale: 14.803 Alessandria, 7.923 Asti, 5.903 Biella, 23.554 Cuneo, 13.149 Novara, 90.864 Torino, 6.474 Vercelli, 5.577 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 940 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1514 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 382 ( +5rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 4596 (- 56 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 65.909

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.593.650(+17.897rispetto a ieri), di cui 800.825 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 6.360

Sono 57 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 6360 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 949 Alessandria, 381 Asti, 290 Biella, 703 Cuneo, 560 Novara, 2.903 Torino, 312 Vercelli, 196 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 66 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

93.454 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 93.454 (+2.893 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 7.168 Alessandria, 4.850 Asti, 2.909 Biella, 11.275 Cuneo, 6.167 Novara, 53.716 Torino, 3.566 Vercelli, 2.815 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 489 extraregione e 499 in fase di definizione.

Dimissioni anticipate

FRECCIATE    Stefano Napoli, comandante ad interim dei vigili di Roma non ha retto dopo l’inchiesta di Report e il sex gate degli agenti capitolini. La situazione è diventata insostenibile e Napoli ha scelto di fare un passo indietro con una lettera di dimissioni – subito accettate – inviata alla sindaca Raggi. La missiva è stata inoltrata  alla prima cittadina lunedì sera, 30 novembre. Peccato che la lettera rechi come data di protocollo il 30 settembre. Solo una svista, per carità. Ma anche simbolica metafora del caos e dell’improvvisazione  che regnano nella Capitale.

L’arciere

Donna maltrattata, i carabinieri arrestano marito violento

I carabinieri hanno arrestato un italiano di 56 anni, di Nichelino, per maltrattamenti in famiglia.

È accaduto domenica scorsa a Nichelino, nell’hinterland torinese, quando l’uomo con un banale pretesto ha preso a calci la moglie che si è rifugiata sul balcone e ha chiesto aiuto. I vicini attirati dalle grida della donna hanno chiamato il 112 e l’immediato intervento dei militari dell’Arma ha evitato il peggio.
La donna, in lacrime, ha dichiarato ai carabinieri della Compagnia di Moncalieri (TO) di subire violenze fisiche e psicologiche da 12 anni, spesso anche davanti alla figlia, ora maggiorenne, e di non aver mai avuto il coraggio di denunciare il marito. Grazie al racconto della signora, i militari hanno ricostruito come l’uomo vessasse con regolarità la propria consorte, pretendendo ad esempio un controllo maniacale sulle spese di casa e un menù diverso ogni giorno. Le violenze domestiche sono peggiorate dallo scorso giugno, periodo in cui l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio.

Fidal, il Professor Bruno Frea si candida

 Alla Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte della Federazione Italiana di Atletica Leggera

 

Il Professor Bruno Frea, ex atleta e urologo di chiara fama oltre che Professore Ordinario di Urologia in varie università italiane, ha scelto di mettersi in gioco per seguire la sua passione di sempre: l’atletica leggera.

Per spiegare le ragioni della sua scelta ha aperto insieme a una squadra di persone accomunate dalla stessa passione per l’atletica leggera, un sito internet e una pagina facebook dal nome molto esplicito: “Atletica Passione Infinita”. Nel sito sono pubblicate la presentazione e il programma ambizioso che il Professor Frea ha sintetizzato in pochi punti essenziali.

 

“In Atletica passione infinita ” si ritrovano le motivazioni di una candidatura che potrebbe sembrare curiosa ad un primo sguardo! – dichiara il Professor Frea – Un professore universitario di urologia perché scende in lizza nel mondo della FIDAL piemontese? Perché la ha praticata con passione  in passato e adesso vuole dedicare energie, tempo, lavoro per contribuire, insieme con tutti i protagonisti a rendere l’atletica piemontese più unita, più compatta, più competitiva anche a livello nazionale.”

 

In queste settimane Bruno Frea sta portando avanti vari incontri con tutti i Comitati Provinciali della regione, proprio perché, come ama ripetere, il programma non deve essere “calato dall’alto” ma deve essere un punto di partenza e va condiviso ascoltando le esigenze e i contributi delle società del territorio.

 

Il 9 gennaio 2021 si terrà l’assemblea ordinaria elettiva che eleggerà il nuovo Presidente del Consiglio Regionale e i membri del consiglio regionale per il quadriennio 2021-2024.

 

 

Ricordare Norma Cossetto significa onorare le vittime di violenza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La commissione toponomastica della città di Reggio Emilia ha  bloccato  la delibera del Consiglio Comunale che prevedeva   una targa in ricordo di Norma Cossetto, Medaglia d’oro al Valor Civile, simbolo del martirio degli istriani infoibati ad opera dei partigiani di Tito

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Norma Cossetto era una giovane studentessa universitaria a Padova, allieva di Concetto Marchesi. Venne prelevata da casa, seviziata e stuprata con violenza bestiale  inaudita e poi ammazzata  e gettata in una foiba. La Commissione di Reggio Emilia afferma che mancano prove storiche certe della sua fine e giunge a mettere perfino in discussione il conferimento della Medaglia d’oro  da parte del Presidente della Repubblica Ciampi. E’ una forma di arroganza negazionista intollerabile  che oltraggia la figura della giovane studentessa istriana che  dopo le vicende belliche ottenne  la laurea honoris causa alla memoria su proposta del prof. Marchesi , deputato comunista ed insigne studioso. Il riconoscimento della giorno del ricordo, il 10 febbraio, sembrava aver posto fine alle discussioni di parte sulle foibe e sull’esodo Giuliano – Istriano – Dalmata . Solo una minoranza di vetero- comunisti votò  contro l’istituzione del giorno del ricordo  in Parlamento. In realtà tuttavia il 10 febbraio – malgrado la legge istitutiva – non viene ricordato in molte città e in tantissime scuole, violando la legge. Ma nessuno, finora, era giunto a mettere in discussione la morte tremenda a cui fu condannata Norma Cossetto, colpevole di avere un padre fascista. Eccepire addirittura sulla Medaglia d’oro è un’offesa alla verità storica oltre che alle comunità di esuli  esistenti, in primis all’ Associazione Dalmazia Venezia – Giulia. Mi sento particolarmente anche colpito  sul piano personale da questo vile negazionismo che solleva dei dubbi senza portare prove di sorta, se non discorsi di mera natura ideologica. Fui infatti  io a scrivere a Ciampi, segnalando il caso  della studentessa Norma Cossetto  e fu il Segretario Generale del Quirinale Gifuni ad avviare la pratica che ebbe  iter regolare e trasparente, come impone il conferimento di una medaglia d’Oro.   Ciampi ebbe il merito storico di aver riportato la verità storica sulle foibe e sull’esodo che Gianni Oliva aveva per primo evidenziato nei suoi libri. Rimettere in discussione in modo strumentale certe verità significa un arretramento barbaro della nostra  coscienza civile. Le memorie non sono mai condivise, ma i fatti storici non possono essere ridiscussi in base ad un revisionismo becero e arrogante. Norma Cossetto é un’eroina nazionale, una vittima che va onorata come vanno onorate tutte le vittime della violenza, di tutte le forme di violenza. E’ una giovane donna vittima della violenza sulle donne che oggi giustamente è oggetto di particolare attenzione.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Negozi aperti tra regole e buonsenso

Al terzo giorno dell’ #OrangeisthenewRed, la Torino arancione fa i conti con una situazione forse non troppo calcolata 

Nonostante i vari escamotage utilizzati da qualche azienda per fronteggiare un nuovo lockdown, che seppur breve, rischia di nuovo di mettere in ginocchio il settore terziario italiano, la scorsa domenica di riapertura “inaspettata” ha dato i risultati tanto desiderati a tutti quei commercianti che per volere o volare (eccezioni permettendo) hanno dovuto attenersi alle normative dettate dall’ultimo DPCM.

Ma la medaglia, come sempre avviene, ha una doppia faccia e se da una parte c’è il negoziante felice dall’altra troviamo un  Presidente della Regione che si mette le mani nei capelli.

Mi chiedo cosa si aspettasse, se riapri i negozi, la gente ci entra dentro… non è così fantascientifico!

Erano palesemente inevitabili gli assembramenti per le vie del centro, ancor di più quelli sui marciapiedi di fronte alle entrate dei negozi.

Dopo tutto i commercianti e noi dipendenti possiamo fronteggiare la situazione all’interno del punto vendita come meglio riusciamo, oscillando tra un fare “Hitleriano” indispensabile per mettere in riga quei pochi ( ma anche tanti!) clienti insubordinati e un fare cordiale e servizievole come neanche il buon Alfred fa con il suo amato Batman!

E del fuori, però, chi se ne occupa se il buon senso della gente viene a mancare?

Ma comunque, tralasciando insignificanti (?) dettagli, il chiacchiericcio generale parla di un via libera necessario per tutti i torinesi che, soppressi da una logorante inattività da quarantena, una fantasia culinaria ormai consunta e travolti dalla frenesia dei regali di Natale,  non ce la facevano proprio più.

Eppure, mai come oggi l’ E-Commerce on line è un supporto ineguagliabile e nonostante i divieti da zona rossa, c’erano una marea di possibilità che permettevano una quarantena più “soft” rispetto la precedente…

Quindi, mi viene quasi da dire, è realmente tutto così NECESSARIO?

Non mi so ancora dare una risposta, forse dovremmo riprendere in mano la lista delle vere necessità, quella che i nostri nonni conoscono bene. Quella che utilizzavano ad esempio ottanta-novant’anni fa, quando fronteggiavano un problema ben più grande del nostro e con mezzi decisamente diversi.

Sicuramente, senza Internet!

Giorgia Di Salvo

“Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”

Per i tipi di “Atene del Canavese”, il nuovo libro di Donatella Taverna

Dalla medievale leggenda della fata Melusina a quella del sacerdote-medico Melampo, cui i serpenti avevano mordicchiato e “purificato” le orecchie.

Dai misteriosi “Pedoca” che abitano le cime e le valli segrete ricche d’oro, ai draghi serpentini e alati dalla bocca multilingue che emette fuoco, fino all’ “uomo selvatico” (òm searvy nelle vallate piemontesi), “mezzo uomo e mezzo scimmia” presente dai tempi dei tempi nella cultura popolare di molte regioni alpine e appenniniche: è “un mondo di fiaba che però contiene saggezze remote di cui troppo spesso ci si è dimenticati”, quello tracciato (fra scienza, letteratura e arte) dall’ultimo libro di Donatella Taverna ( torinese, scrittrice, giornalista e nota critica d’arte) che, dopo aver indagato in opere precedenti l’antico mondo del magico femminile, approfondisce ora l’argomento estendendolo ad esseri magici di natura differente nel suo recente “Esseri misteriosi nella tradizione popolare piemontese”. Oltre 200 pagine pubblicate dalla casa editrice “Atene del Canavese” (fondata, con nome altamente impegnativo, nel 2010 da Giampaolo Verga) e accompagnate dalle rigorose illustrazioni di Carla Parsani Motti – con cui la Taverna annovera una lunga storia di collaborazioni – il libro nasce da lontano. “Dall’interesse storico – ricorda la stessa Taverna – per il ruolo femminile nella società e dall’approfondimento su biografie femminili particolari dalla doppia valenza, storica e magica, come quella di Annette d’Alençon o della Regina Giovanna o di Anna di Cipro/Melusina: regine spesso trasformate in fate o in streghe nella legenda popolare e che acquisiscono poteri magici, taumaturgici oppure malefici. In alcune zone, ciò accade perfino a Maria Cristina di Savoia, la prima Madama Reale”. “Era dunque inevitabile, provenendo anche da una formazione postuniversitaria archeologico-antropologica, che mi lasciassi coinvolgere – sottolinea ancora la scrittrice – dalle correlazioni. Come nel caso delle fate che lasciano coppelle sui massi erratici, o di quelle che hanno zampe d’oca, di gallina o di mulo e rievocano tradizioni popolari che sono in realtà travestimenti fiabeschi di un passato remoto”. “Fate”. E “Pedoca”, “lontane genti di origini misteriose, con donne alte e bionde, bellissime, ma con i piedi palmati, che narrano di un modo mirabile in cui proprio fra le montagne piemontesi fu donata agli uomini una serie di consapevolezze importanti per la sopravvivenza, dalla fabbricazione del formaggio all’estrazione dell’oro”. “Ed é proprio attraverso le affabulazioni legate a questi esseri particolari– continua la scrittrice – che si rivela la civiltà del Piemonte preromano, ricca, straordinaria e complessa, studiata invece per lo più come se esprimesse soltanto rozzi pastori primitivi senza cultura e senza scrittura. Queste ricerche, sviluppatissime in Francia e in altre regioni italiane, in Piemonte sono state intraprese solo approssimativamente e di solito con scarsa cura e scarso approfondimento per le tracce rimaste, lasciando invece spazio a storielle di masche e fuochi fatui o a storie cupe di riti satanici che non hanno dal mio punto di vista alcun interesse archeologico e culturale, anche perché su questi argomenti si leggono troppo spesso vere e proprie sciocchezze prive di ogni fondamento”. Un libro dunque che intende anche colmare (attraverso la sua veste scientifica, con note e bibliografia in più lingue) spazi e desideri di “verità” storiche trascurate nel tempo. E che, nelle parole dell’autrice, già guarda a ben chiari progetti futuri. “Quelli più immediati – conclude infatti la Taverna – riguardano un ulteriore approfondimento dello studio di quelle genti lontane che precedevano la romanizzazione e che una così vasta e profonda traccia lasciarono nella nostra storia. Ma per creare un po’ di suspense dirò che l’intento è di ripartire dalla chioccia con i suoi dodici (o sette) pulcini d’oro…”. Un piccolo sasso gettato nello stagno delle curiosità. A noi individuare, nei cerchi dell’acqua, il giusto indizio. Per restare in tema di “misteri”.

Gianni Milani

Nelle foto

– Cover libro
– Donatella Taverna
– Carla  Parsani Motti: “Draghi”
– Carla Parsani Motti: “Melusina”

 

Torino e le sue montagne per l’Unesco

Nella sua ultima seduta  il Consiglio Comunale di Torino ha adottato due provvedimenti – una mozione e un ordine del giorno – presentati dal consigliere Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) per valorizzare la presenza Unesco a Torino e nel territorio piemontese, soprattutto nelle montagne.

In particolare, la mozione impegna Sindaca e Giunta ad avviare, di concerto con la Città Metropolitana di Torino e la Regione Piemonte, un programma di valorizzazione della città come bene Unesco e di avvalersi di Turismo Torino e Provincia per promuovere itinerari turistici che valorizzino le residenze sabaude. Chiede inoltre di individuare adeguate forme di evidenziazione dei siti sedi di beni Unesco, in particolare le Residenze Sabaude, tramite indicazioni segnaletiche e digitali.

L’ordine del giorno invita invece Sindaca e Giunta a stimolare, in collaborazione con la Regione Piemonte e la Regione Valle d’Aosta, l’istituzione di un Comitato promotore che valuti le azioni da intraprendere e le potenziali ricadute sul territorio, per la costruzione di un dossier di candidatura per i forti alpini piemontesi e valdostani a patrimonio dell’Unesco. Si chiede altresì di avviare un dialogo con l’Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani), per concertare modalità di coinvolgimento dei Comuni interessati dall’iniziativa.

Covid, tre nuove linee per processare tamponi molecolari

I macchinari sono destinati all’ospedale di Biella, al Mauriziano e all’Asl TO3. Marnati: “Potenziamo i laboratori per aumentare la loro produttività”

Grazie all’acquisto di Regione Piemonte si potenziano le linee di processazione per tamponi virologici molecolari: infatti sono state consegnate tre nuove linee di macchinari (ciascuna composta da un termociclatore e da un estrattore di materiale genetico, nelle foto allegate) destinate rispettivamente all’ospedale di Biella, al Mauriziano e all’Asl TO3.

Si tratta di strumenti che andranno ad implementare il numero di tamponi processati e che a pieno regime potranno garantire l’effettuazione di ulteriori 500 test al giorno su ciascuna linea. Per l’acquisto, costato complessivamente 230mila euro, è stata utilizzata la gara già aperta per l’acquisto degli strumenti di Arpa e Upo.

“Stiamo continuando a potenziare i nostri laboratori – commenta l’assessore regionale con delega alla ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – con l’intento di renderli più autonomi possibile e in grado di processare un maggior numero di tamponi”

Trasporto pubblico e scuola: fondi statali incerti

“Il 30 agosto scorso si sono stabilite le linee guida per il trasporto pubblico e nell’occasione la ministra ai Trasporti si è impegnata affinché una parte delle risorse venisse destinata per l’acquisto di scuolabus per Comuni e Province e l’altra per il trasporto pubblico. Sulla base di questo preciso impegno – ha detto l’assessore – la Regione si è mossa sulla base della promessa di emanazione del relativo decreto legge, avvenuta l’8 settembre ma non risulta essere stato ancora approvato. In definitiva la certezza dei fondi statali non c’è, mentre come Regione ci siamo comportati come tutte le altre aumentando considerevolmente i servizi a disposizione dei cittadini con 3700 corse e oltre 110 bus turistici. Ciò non vuol dire che siamo soddisfatti”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi rispondendo all’interrogazione di Alberto Avetta (Pd) che chiedeva se la Regione avesse intenzione di usufruire dei fondi statali, se il problema del sovraffollamento fosse stato gestito in maniera adeguata e se si intenda rivedere il Piano del Trasporto Pubblico.
“Il nostro obiettivo principale è quello di mettere in sicurezza tutti gli studenti delle scuole attraverso un trasporto pubblico con capienza dei mezzi al 50 percento e facendo slittare i flussi nella tarda mattinata per provare a intercettare un momento di  utenza morbida sia nelle tratte urbane che extraurbane con il ricorso anche ai bus turistici”, ha aggiunto Gabusi che ha continuato: “Siamo la prima Regione d’Italia che ha presentato una proposta concreta presso l’Ufficio Scolastico regionale e oggi avremo un confronto con gli Enti locali e il mondo della scuola attraverso l’incontro con i sindacati e gli uffici scolastici provinciali per condividere quello che è un progetto. Per troppi mesi si è perso tempo prezioso mentre è soltanto di questi ultimi giorni la decisione da parte dei ministri dei Trasporti e dell’Istruzione d’incaricare i Prefetti di mettere d’accordo il mondo dei trasporti con quello della scuola”.
Gli altri due principali problemi affrontati dalla Regione sono gli assembramenti alle fermate che in base alle proposte saranno divisi a metà per via delle fasce orarie prestabilite con l’ampliamento dei punti di carico degli autobus, nonché dalle tratte extraurbane con bus che non hanno la possibilità di controllare l’afflusso degli utenti. Per ovviare si ricorrerà alla “bolla” con prenotazione che potrà essere utilizzata per l’intero anno con la possibilità di ricorrere al tracciamento epidemiologico potendo così isolare, in caso di necessità, solamente il mezzo”.
Nel periodo della pandemia la Regione ha provveduto a sottoporre numerosi questionari sul tema che hanno visto il coinvolgimento di 825 aziende, 312 scuole di secondo grado, 148mila questionari studenti e 8200 questionari dipendenti.