ilTorinese

I nodi al pettine del vaccino

I nodi  arrivano al pettine. Il pianeta terra affronta per la prima volta nella storia con le armi della scienza una pandemia e viviamo in questi giorni l’inizio della sua fine, grazie agli innovativi vaccini ad mRNA. I nodi venuti al pettine dopo quasi un anno di pandemia sono molti

Il più grave è che i popoli preferiscono seguire leader politici paternalisti,  qualunque sia la questione.
Un qualsiasi leader negazionista è ugualmente gradito al popolo come un qualunque leader draconiano purché si rispetti il ruolo da lupo alfa. Come Bolsonaro e De Luca.
Perfino il vuoto pneumatico intorno al Pontefice è diventata arte mediatica per nascondere l’inutilità delle religioni di fronte al mistero della vita e della morte, racchiuse invece nella parola mRNA.
L’altro nodo gravissimo è che il nemico comune non ha spostato di un millimetro le barriere ideologiche o i conflitti armati. La pandemia è stata usata come un’arma ulteriore, per imporre restrizioni violente o per lasciare diffondere il mortale morbo virale. Come i diritti di donne e persone LGBTI negati in Polonia ed Ungheria ed ovviamente al contrario per le popolazioni oppresse da conflitti armati.
Un altro nodo importante è che almeno una parte del popolo preferisce ideologie irrazionali nonostante le evidenze scientifiche e i danni oggettivi. Un’altra parte invece rende irrazionale il significato delle evidenze scientifiche andando in paranoia, isolandosi socialmente o diventando irritabile e violento esattamente come i negazionisti. Questo è evidente in rete la manipolazione a fini elettorali sia del negazionismo sia della violenza verbale contro i negazionisti.
Il nodo economico non si può sciogliere. I ricchi sono più ricchi ma è il popolo a non volere che i ricchi paghino di più, garantendo tra l’altro istruzione e salute. È sempre il nodo economico che esalta messe e stadi vuoti, ma supermercati pieni, in onore di panem et circensem.
Un nodo paradossale è che l’ignoranza di un popolo impedisce le precauzioni e la ricerca sanitaria, ma proprio per questo motivo le prossime generazioni sono condannate a perdere l’uso di scuola, teatri e biblioteche ancora circa per un anno.
Un altro nodo paradossale è che ovviamente i leader politici o le video-star, fossero pure scienziati che hanno cavalcato o creato le ideologie negazioniste oggi si vaccinano, sempre davanti alle telecamere o in segreto,  perché era il consenso politico o sociale che inseguivano, e null’altro.
Come lo stesso Trump o i virologi negazionisti.
Il nodo che non si scioglie è che, nonostante il nodo paradossale e le evidenze scientifiche, essere adepti o promotori di ideologie negazioniste continua ad essere popolare ed attrarre chi ha bisogno di voti o visibilità mediatica. Come si legge ancora da commenti inopportuno di star ormai “invecchiate” come Heather Parisi o Montesano.
Un altro nodo paradossale è l’alternanza di messaggi contraddittori  dei negazionisti, i cui leader comunque si vaccinano, per cui è impossibile accontentarli…
Come fa l’estrema destra in Italia che un giorno crea panico dove non c’è pericolo e l’altro esce senza mascherina causando pericolo certo.
Un nodo da evitare è l’inutile polemica sull’obbligo di vaccinazione.  Al momento abbiamo poche dosi e le distribuiamo a rilento, perfino nei Paesi ricchi come il nostro.  Finché avremo volontari da vaccinare c’è tutto il tempo per convincere chi subisce i precedenti paradossi.
L’ultimo nodo è chiuso nelle case in quarantena dove il paternalismo diventa violenza misogina o omofobia contro donne e adolescenti LGBTI. Il comportamento dei leader in scala ridotta…
La domanda è ovviamente perché la retorica paternalista, che ha comunque ridotto i diritti civili come la libertà di movimento e di manifestazione, pure per necessità innegabile,  non può essere governata con successo da leader pacifisti, liberali  e ambientalisti.
Il sogno di chi ha una capigliatura riccia e ribelle non è quella di avere capelli lisci o di essere calvi ma di avere capelli ricci spontaneamente ordinati abbastanza da non creare nodi gordiani.
Il mio è un sogno borghese,  da boomer privilegiato e fuori moda, di chi adesso esce e va a farsi vaccinare.
Manlio Converti
Psichiatra

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Ken Follett  “Fu sera e fu mattina”  -Mondadori-  euro 27,00

Anche se gli storici storcono il naso di fronte ad alcune ricostruzioni, resta il fatto insindacabile che Ken Follett è sinonimo di successo assicurato. Con questo romanzo – 30 anni dopo “I pilastri della terra”- lo scrittore britannico torna nell’immaginaria cittadina di Kingsbridge, all’alba dell’anno mille, con un portentoso prequel di 800 pagine.

Siamo nel 997 dopo Cristo, all’origine delle fitte tenebre di epoche fatte di miseria, fango, assalti di vichinghi, schiavitù, corruzione e sete di potere.

Edgar è un giovane maestro d’ascia, povero ma ingegnoso, che vive con la famiglia a Combe, sulla costa; sfortunato in amore perché mentre sta per scappare con la sua bella, un’incursione del popolo dei fiordi la uccide e rade al suolo il piccolo villaggio. Edgar sopravvive con la madre e  i fratelli ma è costretto a scappare e rifarsi una vita come coltivatore di avena, a Dreng’s Ferry, la futura Kingsbridge.

Sul paese ha piena giurisdizione il vescovo Wynstan: uomo corrotto, spietato, frequentatore assiduo di bordelli, stupratore e ricattatore nato, che non si fa scrupoli ad usare ogni nefandezza pur di accrescere potere e ricchezza, e mira all’arcivescovado di Canterbury.

Sono tempi bui in cui però c’è anche l’altra faccia della Chiesa: quella buona e positiva dei monaci mossi da nobili sentimenti, come Alfred che gira da un’abbazia all’altra e sogna di erigere al Signore un tempio di preghiera, fede, umanità e cultura.

Poi ci sono in ordine sparso un re debole, Etelredo II, incapace di proteggere il suo regno dalla brutalità dei nemici e dall’avidità degli amici; personaggi vari al di qua e al di là della Manica, e come tradizione vuole anche storie d’amore.

Spicca per bellezza e intraprendenza la contessina normanna Ragna; colta, piena di passione, decisamente impulsiva. Edgar stravede per lei che è andata sposa a un nobile inglese che la tradisce allegramente. A unire Edgar e Ragna è il far fronte alla minaccia vichinga e, come accade in un buon romanzo epico, anche qui si intrecciano giochi politici e d’amore.

 

 

Khaled  Khalifa  “Morire è un mestiere difficile”    -Bompiani-  euro 17,00

E’ duro e sconvolgente questo romanzo dello scrittore siriano Khaled Khalifa, nato ad Aleppo nel 1964, tra i fondatori della rivista letteraria “Alif”, autore di numerose sceneggiature di film e serie tv. Oggi vive a Damasco, ha vinto svariati premi ed è abilissimo nel raccontare la tragedia del suo popolo.

Come recita il titolo “Morire è un mestiere difficile” in un paese martoriato da 8 anni di conflitto, con 11 milioni di profughi e oltre 400mila morti (per alcuni sono molti di più), dove ci sono più checkpoint che presidi ospedalieri, dove il regime ha usato armi chimiche contro la popolazione, mentre a Raqqa l’Isis aveva stabilito la sua capitale.

Lì morire di morte naturale nel proprio letto è un evento raro e sospetto, perché le opzioni più diffuse sono altre: sotto i bombardamenti, torturati nei luoghi di detenzione, colpiti da cecchini,

nel corso di combattimenti e sequestri. Ma morire semplicemente di tristezza o vecchiaia, senza suscitare rabbia, è inusuale.

Eppure, a Damasco, controllata dalle forze governative di Assad, Bulbul (il suo vero nome è Nabil) raccoglie le ultime volontà del padre moribondo: essere sepolto nel suo paese natio, Annabiyya, accanto alla sorella Layla che si era uccisa da giovane in modo orribile e spettacolare per non sposare l’uomo –e la vita- che la famiglia (come da tradizione) avevano scelto per lei.

Solo 400 chilometri separano Damasco dalla destinazione; un paesino del nord vicino al confine turco, governato dalle forze ribelli, pericolosamente vicino ad Aleppo e ai territori annessi allo spietato Stato islamico.

In una terra che non rispetta la vita e tantomeno la morte, ecco che anche la sepoltura diventa un privilegio da conquistare rischiando la vita.

Bulbul, il fratello Husseyn e la sorella Fatima -che non si parlavano da anni- caricano il cadavere del genitore -avvolto in un lenzuolo- su un minibus e attraversano l’inferno per dargli la sepoltura che ha chiesto.

Il romanzo segue la Via Crucis dei 3 fratelli che per giorni si imbattono in continui checkpoint: incolonnati in eterne code di mezzi che vengono fermati e controllati, in balia per ore di uomini spietati. Le ore di viaggio si dilatano e il pulmino procede a rilento tra le macerie della guerra civile che ha raso al suolo interi villaggi, tra cadaveri smembrati e lasciati a marcire.

E mentre i 3 fratelli combattono con l’inesorabile disfacimento del cadavere paterno, ripensano alle loro vite, all’infanzia e alle vicende della famiglia.

Un romanzo che è soprattutto una lucida narrazione che ci aiuta a capire il dramma del popolo Siriano, ben più a fondo delle cronache giornalistiche.

 

 

Rachel Abbott  “Il tuo ultimo gioco”  -Piemme-   euro 19,90

E’ il terzo romanzo della scrittrice britannica ed ha al centro della vicenda le indagini della detective della omicidi Stephanie King e del suo compagno Angus Brody.

L’ambientazione è da sogno, in Cornovaglia, in una magnifica villa affacciata sul mare, dove sta per essere celebrato il matrimonio del padrone di casa – il carismatico e ricchissimo mecenate Lucas- che  per l’occasione ha invitato alcuni  suoi  amici di vecchia data e rispettive compagne.

Tra loro ci sono anche Jemma e Matt, felici sposi novelli, la cui vita sta per andare in frantumi.

Poi irrompono la tragedia e un mistero che affonda le radici nel passato.

Il giorno delle nozze il mare restituisce il cadavere sfigurato di Alex. E’ la sorella minore di Lucas (che col fratello aveva un legame strettissimo) ragazza tormentata e inquietante perché dietro i suoi silenzi si nasconde un evento traumatico che risale alla sua adolescenza.

Scatta così un delicato e sofisticato meccanismo in cui si affastellano ipotesi di suicidio, disgrazia o assassinio, condite da bugie, versioni contraddittorie, segreti innominabili e violenza gratuita. Cosa nascondeva l’anima inquieta di Alex che ogni sera nuotava in solitaria nelle acque gelide?

E perché esattamente un anno dopo Lucas riunisce gli  stessi amici nella dimora fiabesca e inscena un gioco pericoloso, una sorta di cena con delitto che ripercorra le ultime ore e la notte in cui Alex ha perso la vita? Tutti sembrano avere un segreto da nascondere…..

 

 

Hermann Broch  “I. 1888. Pasenow  o il romanticismo”  -Adelphi-  euro  20,00

Ecco un autore da riscoprire: Hermann Broch –nato a Vienna nel 1886 e morto a New Haven nel 1951- scrittore e drammaturgo austriaco naturalizzato statunitense. Figlio di un industriale tessile, dapprima condusse l’impresa di famiglia poi, alla morte del padre nel 1927, la vendette e virò sugli  studi di filosofia, psicologia e letteratura.

La sua prima opera, pubblicata a Zurigo nel 1931-32 fu la trilogia narrativa “I sonnambuli”; composta da 3 romanzi distinti – senza continuità di trama, vicende o personaggi- ognuno legato a una data e a uno stato d’animo.

Le storie si svolgono a distanza di 15 anni l’una dall’altra, ognuna ha un protagonista diverso, ispirato da un valore guida fissato nel titolo.

A “1888 Pasenow o il romanticismo” seguiranno “1903 Esch o l’anarchia” e “1918 Huguenau o il realismo”: coprono 50 anni  di storia tedesca mettendo a nudo la disgregazione dei valori, anticamera del nazismo, del quale Broch fu vittima, dapprima incarcerato e poi esule in America.

Pasenow  è il primo dei sonnambuli, ovvero coloro che continuano ad avere una fiducia cieca nei valori che hanno guidato le loro esistenze. Ma quando principi -come fedeltà, famiglia, patria, disciplina, onore, ecc.- si sgretolano, i sonnambuli continuano ad agire come se la realtà fosse un’altra.

L’autore ambienta la trama nell’impero germanico in età Guglielmina, esplora la crisi dei valori dell’epoca e lo fa attraverso Joachim von Pasenow. Junker prussiano incerto sul suo presente, incapace di deviare dal suo destino, che si sente a suo agio solo quando indossa l’ uniforme, perché fuori da essa perde consistenza e precipita nei dubbi.

Joachim si lascia trascinare dagli eventi, è combattuto tra l’amore per Ruzena, seducente giovane entraîneuse boema, e d’altro canto è titubante nel seguire l’onore e la tradizione sposando l’affascinante e virginale aristocratica Elisabeth, figlia di un proprietario terriero.

Ma a renderlo incerto è anche la scelta tra due opzioni che neanche lo convincono più di tanto:

continuare la carriera militare che non lo appassiona o ritornare svogliatamente alla tenuta di famiglia e prenderne le redini al posto del fratello maggiore  morto.

 

 

 

 

 

“Ambiente a tutto TOndo” prosegue il 21 con gli incontri virtuali

Il 21 gennaio si terrà il quarto dei sei incontri virtuali con tecnici ed esperti, associazioni ed enti attivi della società civile torinese, per discutere sul tema Cittadinanza attiva

La Casa dell’Ambiente di Torino è un polo di cultura ambientale e della sostenibilità a tutto tondo.Il progetto nasce per essere, nel senso reale del termine, una “casa”: un luogo fisico in cui poter parlare di ambiente, uno spazio d’incontro per le realtà del territorio, realizzando la possibilità di costruire collaborazioni e partenariati.  Per impedire che l’emergenza attuale possa ostacolare tali possibilità di confronto, la Casa dell’Ambiente ha deciso di riprendere le proprie attività in modalità a distanza. La prima iniziativa on line proposta è una serie di tavole rotonde tra dicembre e febbraio, con due incontri mensili.

Questo ciclo di incontri verrà realizzato in modo da presentare le sfide, i progetti e le realtà del territorio torinese, affrontando sei tematiche:

mobilità, inquinamento atmosferico, verde urbano, cittadinanza attiva, cibo e rifiuti.
L’iniziativa è rivolta a tutti i cittadini, con l’obiettivo di renderli più consapevoli della realtà in cui vivono, dando loro la possibilità di partecipare e condividere idee, dubbi e perplessità.
Ogni incontro vedrà la partecipazione di tecnici ed esperti, associazioni ed enti attivi della società civile, con l’obiettivo di rispondere a due domande:
Come la città sta affrontando le sfide ambientali?
Cosa può fare ciascun cittadino per contribuire?
La durata indicativa è di 60 minuti per ciascun incontro.

 

Sarà possibile seguire la tavola rotonda virtuale tramite la pagina Facebook di “Casa dell’ambiente” https://www.facebook.com/casadellambiente

FUTURI INCONTRI

I prossimi incontri dell’evento si terranno:
21 gennaio: Verde urbano e nature based solutions
4 febbraio: Inquinamento atmosferico
18 febbraio: Mobilità
Ambiente a tutto TOndo è organizzato da Casa dell’Ambiente – WEEC
Media partner “.eco, l’educazione sostenibile”, Eco dalle Città, Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus

Magliano: “Superiori: rinvio scuola e è conseguenza di tempo perso ed errori”

La didattica a distanza, soluzione di emergenza, non deve diventare la norma: permettiamo ai nostri studenti, vera e grande risorsa del nostro Paese, di tornare in presenza. Rilevo gravi responsabilità da parte della politica: occasione e tempo persi.

Ancora rinviato il rientro a scuola per gli studenti delle Superiori: è prevista – al netto di sempre possibili aggiornamenti – per lunedì 18 gennaio la riapertura delle Scuole Secondarie di secondo grado. Mi associo alle richieste che da più parti – a partire dagli stessi studenti e dalle sigle sindacali – giungono per un ritorno a scuola in presenza e in massima sicurezza. Le lezioni in presenza sono fondamentali per la crescita dei ragazzi. Se oggi le scuole sono ancora in parte chiuse è anche per colpa del tempo perso e delle occasioni mancate dalla politica. Gli studenti dai 14 ai 18 anni pagano il prezzo più alto, così come le loro famiglie, di questa situazione. Da convinto sostenitore della didattica in presenza, continuo a parlare di occasione persa. L’unica cosa che mi interessa è il futuro dei nostri giovani, vero e unico capitale del nostro Paese.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

L’evasa chiama la Polizia Arrestata dopo una lite al supermercato

Se avesse voluto celare il suo status non avrebbe potuto fare di peggio.

In sequenza ha abbandonato i domiciliari, è andata al supermercato, ha aggredito  la cassiera e infine ha anche chiamato la polizia proprio a causa del diverbio. Al loro arrivo gli agenti del Commissariato Barriera Milano, dopo aver ascoltato le parti, ricostruito l’accaduto e fatte le verifiche del caso non hanno che potuto concludere l’intervento che con l’arresto per evasione della donna che lo aveva richiesto.

L’arrestata, infatti, una trentaseienne italiana ai domiciliari, venerdì mattina viola la misura recandosi presso un supermercato di via Cigna in compagnia di sua madre. Quest’ultima ha un alterco con una cassiera nel corso del quale interviene la trentaseienne che schiaffeggia la dipendente dell’esercizio. Interviene una guardia giurata che divide le due donne, trattenendo l’evasa che a causa del suo stato di agitazione cerca di divincolarsi per proseguire la lite. Alla fine la donna chiama anche la polizia per far valere le sue ragioni.

A novembre e dicembre, la donna era già stata denunciata per evasione in altre due circostanze.

 

Aggredisce il padre per denaro

Arrestato per atti persecutori

Nella serata della scorsa domenica, gli agenti della Squadra Volante intervengono in uno stabile del quartiere Barriera Milano dopo che un uomo ha contattato la Polizia per la presenza del figlio molesto che per l’ennesima volta, dall’esterno dell’alloggio, si è presentato e sta colpendo la porta d’ingresso dell’abitazione a calci e pugni.

Giunti sul posto, gli agenti trovano l’uomo che con insistenza suona il campanello e lo fermano, raccogliendo poi il racconto della vittima. Nel pomeriggio, il figlio si era presentato a casa dei genitori, sebbene avesse a carico il divieto di avvicinamento al luoghi frequentati dal padre e dalla madre. Era riuscito, infatti, a introdursi nel condominio e aveva poi bussato alla porta dell’alloggio. Il padre, pensando fosse un vicino, aveva aperto e al quel punto si era palesato il figlio che, in stato di astinenza da stupefacenti, aveva prima minacciato il genitore di consegnargli del denaro, dopodiché, dopo averlo spintonato e fatto cadere per terra si era allontanato, non prima di essersi impossessato di spicci e alcuni oggetti.

Nella serata, il reo era tornato, fatto che aveva portato questa volta  il genitore a chiamare la polizia. Alla luce dei fatti, il reo è stato arrestato per atti persecutori, denunciato per essere andato a casa dei genitori e per estorsione. Inoltre, è stato sanzionato amministrativamente per il possesso di sostanza stupefacente e per la violazione delle norme anti Covid.

Pusher scatenato tenta la fuga nei giardini Levi

Due persone fermate per spaccio, un arrestato anche per resistenza e lesioni 

Ieri sera, i motociclisti dell’Ufficio Prevenzione Generale, pattugliando l’area dei giardini Giuseppe Levi e Corpo Italiano Liberazione, hanno individuato due ragazzi dediti all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

I due sono stati osservati a lungo a debita distanza e sono stati visti ricevere continue chiamate, guardarsi intorno, stazionare sotto gli alberi, riporre cose tra le sterpaglie, allontanarsi a passo spedito in direzioni diverse per poi riposizionarsi negli stessi punti. I poliziotti, certi che si trattava di due pusher, hanno assistito, in effetti, a una compravendita di droga e sono intervenuti. I ragazzi si sono dati alla fuga. Uno dei due, il senegalese di 19 anni, è stato immediatamente raggiunto, mentre l’altro, il mauritano di 18 anni, si è opposto più volte al controllo. Ha spintonato i poliziotti e ha travolto, sfruttando la sua mole fisica, anche l’operatore che gli ha sbarrato la strada. Ha continuato la sua corsa, tendando di scavalcare la recinzione dell’Università. In questo frangente è stato raggiunto da un poliziotto con il quale è nata una colluttazione. Il reo è stato fermato e posto in sicurezza grazie al sopraggiungere di un altro agente.

Entrambi gli stranieri, irregolari sul Territorio Nazionale e con precedenti di Polizia, sono stati arrestati per spaccio. Il diciannovenne è stato trovato in possesso di 330 euro in contanti e all’interno di un sacchetto da lui depositato ai piedi di un albero sono stati rinvenuti 18 involucri di droga. Invece, il diciottenne aveva con sé 2 dosi di cocaina e 420 euro. Quest’ultimo, con a carico un Ordine del Questore di lasciare il territorio dello Stato e diversi alias, è stato arrestato anche per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.

Nelle colluttazione sono rimasti feriti due agenti: il primo ha subito la lesione del bicipite femorale destro e ad un altro la contusione al quinto metacarpo della mano destra, con prognosi di 21 e 7 giorni.

L’acquirente, invece, è stato sanzionato amministrativamente.

 

Sogni di inizio anno per una politica di competenti

Parte in salita questo 2021. Lo sciamano arrestato si schermisce: perché mi arrestate? me lo ha ordinato Trump  di occupare il Campidoglio.

La Meloni sostiene che tra Trump  e Biden appoggia quest’ultimo. Non ci credo. Mente sapendo di mentire e Salvini si presenta al processo a Palermo inneggiante Paolo Borsellino. Cattivo gusto.  Con Matteo Renzi che non si capisce dove vuole andare a parare. Si dice che voglia fare il Ministro della Difesa per poi essere candidato a Segretario della Nato.  Messa così semplicemente impossibile. Anche noi a Torino non siamo messi bene.  Mauro Salizzoni ha varcato il Rubicone : si candida.  Benissimo. Ma con chi? Vista così, per ora ha un po tutti contro. Persino il Chiampa dice che sosterrà Lo Russo. Ed il sondaggista  per eccellenza Mimmo Portas precisa:  il sondaggio che li vede vincenti e è farlocco. Insomma, fatto apposta. Mauro Salizzoni, comunque è un candidato perfetto con un unico difetto: ammicca ai cinque stelle. Non sa che portano sfiga? Altra domanda: chi glielo fa fare? Forse chi lo ispira . Credevo che il suo consigliere fosse il Chiampa. Scopro che appoggia l’altro contendente . Allora che succede? Il Chiampa-Appendino? Visto così Salizzoni lo stanno bruciando.  Suggerisco al Pd se mai vincesse di scegliere come assessore alla viabilità una professoressa del politecnico di Torino.
Si chiama La Pietra. Da, so perfettamente di essere provocatorio. Ma insisto, questo è il punto per il centro sinistria.  Che fare e  soprattutto che farsene dei pentastellati.   Continuo nel suggerire una unica possibilità: ignorarli.  Ha chiaramente capito l’ antifona la Frediani, consigliera regionale e noTav convintissima. Esce dai cinque stelle ma per quattro anni si becca il lauto stipendio regionale. Chiamala stupida. Una decina di anni fa, mia figlia Sara mi ha regalato una maglietta con su scritto: fare il papà è un duro lavoro ma qualcuno lo deve pur fare. Chiaro nella metafora? Cerco di spiegarmi meglio. Il Mondo ha bisogno di padri che , con esperienza ed un minimo di saggezza governino. Sia ben chiaro padri democraticamente eletti. Pensate se Trump avesse vinto ancora.
Eletti con opportuna verifica sul loro operatoro.  Sul loro buon senso e sulle loro competenze. Da Torino a Roma . Da Roma a Bruxelles per arrivare a Washington passando per Mosca e Pechino. So perfettamente di sognare. Fu un mito giovanile e scolastico il controllo dell’Uomo sulla sua Storia. E per una volta datemi il permesso di tornare ai sogni giovanili. Già, come si dice la speranza è l’ultima a morire.  Ed io all inizio di quest’anno ho voglia di sognare e sperare in un altro mondo partendo dalla mia Torino.  Appunto speriamo.
Patrizio Tosetto

Non sopportava i domiciliari in casa con il fratello e si fa arrestare

Arrestato per evasione

Ieri mattina un cittadino nigeriano di 28 anni si è presentato presso gli uffici della Questura in via Grattoni poiché non intendeva continuare tale restrizione nell’alloggio condiviso. La richiesta era motivata dalla difficile convivenza con il fratello e dalle continue liti familiari. Inevitabile è stato l’arresto per evasione poi operato dagli agli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia.

Da accertamenti è emerso che lo straniero, con precedenti di polizia in materia di stupefacenti, era sottoposto ai domiciliari in seguito a un provvedimento dello scorso giugno del Tribunale di Venezia