ilTorinese

Cento anni fa nasceva il generale Amoretti: scopri’ la scala di Pietro Micca

18 dicembre 2020 Centenario di nascita del Gen. Guido Amoretti

Caro direttore, il 18 dicembre 1920, cento anni fa, un secolo, nasceva Guido Amoretti. Era appena finita la Prima Guerra Mondiale, alla quale il papà Oreste aveva partecipato come “autiere” dello straordinario autocarro Fiat 18 BL. In poco più di due anni tra la mamma Maria a Torino e il papà al fronte si scambiarono 500 cartoline, quasi una al giorno. Papà e mamma innamorati e straordinari che trasmisero al figlio Guido il fuoco della curiosità e la passione per la ricerca. Di suo ci aggiunse, tra le tante virtù, una straordinaria determinazione. Un anno di guerra in Grecia da giovane ufficiale di fanteria e due in vari lager tra Polonia e Germania ne temprarono un carattere indomito. Quando nel 1956, capitano, dalla finestra dell’ex-Scuola di Guerra che si affacciava su via Guicciardini vide spuntare le mura sbrecciate delle gallerie di contromina della Cittadella, scoperchiate e in procinto di essere ingoiate dalle fondamenta del palazzo delle Entrate, rientrò in guerra…la sua guerra personale per salvare e valorizzare la storia e l’inestimabile patrimonio sotterraneo di Torino. Sapeva che ci voleva qualcosa di speciale per fermare le ruspe, autorizzate a distruggere senza guardare il passato. Con instancabile e lucida ricerca, mise a segno la scoperta del secolo e della sua vita: la vera scala di Pietro Micca, rimasta nascosta per 252 anni, era proprio lì, nel luogo degli scavi. Quell’1° ottobre 1958 la città scoprì la sua storia e accettò che venisse salvaguardata.

Due anni e mezzo dopo, 14 maggio 1961, con l’aiuto dei minatori dell’esercito, l’allora capitano Guido Amoretti offriva alla Città e all’Italia del primo centenario dell’Unità il museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706.

Sono passati quasi sessanta anni e il museo, che il Generale Amoretti ha realizzato con passione e competenza ad ha servito con energia e lungimiranza per quasi cinquanta anni, è il suo monumento ai posteri:patrimonio storico, architettonico, culturale, valoriale e identitario conosciuto e visitato da migliaia di studenti e di curiosi è in corso di allargarsi ad altri siti sotterranei della storica Cittadella (il Pastiss, il Cisternone, il Rivellino degli Invalidi) che lentamente si manifesta sempre più e di cui in gran parte è stato scopritore e strenuo difensore.

E della nostra Storia è stato un insostituibile, competente e appassionato ricercatore e divulgatore. Un’opera che le raccoglie tutte è “Il Ducato di Savoia dal 1559 al 1713” pubblicato negli anni 1984-87 e ristampato nel 2008 negli originali 4 tomi corredati da un dettagliato indice dei nomi e dei luoghi.

Lo hanno affiancato e stanno continuando in questo meritorio impegno i tanti e appassionati Volontari dell’Associazione Amici del museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706, con il Gruppo ricerche e scavi, il Gruppo Guide e il Gruppo Storico Pietro Micca della Città di Torino, da oltre cinquant’anni animatori dei vari settori del museo. Ne hanno conservato e implementato l’eredità i suoi successori, generale Sebastiano Ponso dal 2008 al 2017 e attualmente il generale Franco Cravarezza.

Ne ha recuperato e raccolto il grande patrimonio di vita e documentario in tutti i campi del suo vasto impegno storico la figlia Carla nel ODV “Archivio Guido Amoretti” da lei fondato e che ora è in corso di fusione nella disponibilità del museo.

Altre sfide attendono il museo, come la preparazione del suo 60° anniversario nel 2021 con ulteriori progetti tra i quali la “sfida per l’accessibilità e inclusione culturale nel museo Pietro Micca” che comporterà lavori infrastrutturali, nuove attrezzature tecnico-informatiche e performanti allestimenti, per i quali il museo, tramite l’Associazione, ha già riscosso il sostegno della Banca d’Italia e attende quello di altri importanti enti del territorio.

Per solennizzare l’anniversario di venerdì 18 dicembre il museo dedica al Generale Amoretti tre eventi: la messa in Duomo alle ore 18 per i coniugi Maria e Guido Amoretti, entrambi nel centesimo anniversario di nascita, e due iniziative virtuali online sul sito www.museopietromicca.ite sulla pagina www.facebook.com/museo.pietromicca:

alle 09 il Pietro Micca Tour nr. 35Perché ti ricordi sempre del mio amore. Tuo Guido per tutta la vita
alle ore 16 la videoconferenza dal museo Pietro Micca dal titolo Un amore di museo. Guido Amoretti scopritore e conservatore a cura dello storico Piergiuseppe Menietti, l’architetto Fabrizio Zannoni e la figlia Carla, coordinati dal gen. Franco Cravarezza.

La straordinaria eredità del generale Guido Amoretti è patrimonio di tutti e merita di essere conosciuta, valorizzata e goduta.

Per tutti, Comune di Torino in primis, un impegno da mantenere.

                                                                                                    Gen. Franco Cravarezza

Direttore del museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706

Il Natale profano

Il commento/ di Pier Franco Quaglieni

Nell’infuriare  pasticciato ed incerto delle polemiche sulle chiusure natalizie mi ha colpito una delle tante piccole bestialità di Salvini:

il Natale è per le famiglie divise o, come dicono altri, per le famiglie allargate dopo divorzi, unioni civili, convivenze, ulteriori matrimoni, quelle con  quindici figli di tanti letti e cinquanta nipoti. Un Natale a misura di un falso cristiano che esibisce rosari e crocifissi , non certo per pregare. E’ un Natale pagano, fatto di grandi e volgari  abbuffate, di luci colorate, di regali più o meno costosi.  E spesso e’  arricchito di un presepe lasciato in un angolo della casa, esibito come segno di divisione e non di unione tra ”tutti gli uomini di buona volontà”. Mangiar bene e in allegra compagnia piace a tutti, anche a quelli che non vogliono il presepe perché offenderebbe i musulmani. Il clima festoso di un desco che riunisce famiglie ed amici è sempre un’attrattiva.
Il Cristianesimo rinunciatario e imbronciato alla Jacopone da Todi e’ un qualcosa che poteva armonizzarsi con la miseria di certe epoche medievali. Lo stesso “inventore”  del presepe, Francesco d’Assisi, pur nel suo pauperismo, dimostrò di amare la vita e la natura, segni della grandezza di Dio creatore. Rinunciare alle abitudini consolidate per combattere la pandemia sembra un sacrificio intollerabile, mentre in effetti si tratta solo        del contorno del Natale o, meglio, di quello che molti atei ”cattolici per un giorno”       intendono per Natale.
Ho letto addirittura di regali di
Natale consistenti in buoni per incontri sessuali con escort extra lusso.  Una società priva di valori morali non può resistere agli sconquassi di alcuni divieti. Eppure il Natale ancora per Guido Gozzano significava la mangiatoia di Betlemme traslocata in terra piemontese  alberghi dal nome ottocentesco ben presenti in Piemonte. Il Natale era Gesù Bambino, malgrado Gozzano  fosse dubbioso sull’esistenza di Dio come gran parte degli intellettuali della sua epoca. Per Ungaretti che scrive del Natale  del 1916 a Napoli (e non
dal fronte):  la festa per il poeta  consiste in quattro capriole di fumo in casa, alternativa al “gomitolo di strade” affollato quasi  come l’odierno assembramento. Ben strano destino quello di Ungaretti che non fa parola di Gesù , anche se era destinato, molti anni dopo,  a convertirsi alla fede cristiana. Giovanni Pascoli sentì il fascino delle ciaramelle e delle ninne nanne,  pur non essendo anche lui un credente.
Io ricordo certe prediche di un frate cappuccino in preparazione al Natale che metteva in guardia dal “consumismo fatto di panettoni e cotechini”. Quella frase mi è rimasta in mente, come i ricordi dei miei genitori degli  anni della seconda guerra mondiale, quando c’era un fronte a dividere e non i divieti confusi di Conte.
Sta di fatto che ho deciso di rinunciare a tutti i contorni del Natale, al massimo qualche fiore per dire la mia amicizia a poche persone. Ma non voglio fare o ricevere doni importanti datati 2020, un anno maledetto.  Amavo tanto avere luci colorate in casa e decorazioni       luccicanti. Quest’anno non è più così.
Sto riscoprendo il Natale che si accontenta delle nuvole di fumo
e sente come un pericolo da evitare
per sé e per gli altri  l’andare in giro per negozi.  Alcuni giorni non esco neppure di casa. La sola idea che ogni giorno muoiano di  COVID tante persone mi porta a pensare alla parola di salvezza portata dal Cristo in terra. Se sarà consentito,  andrò come ho fatto per tanti anni a vedere il presepe meccanico di via Po.
Andrò a rendere omaggio ai morti della mia famiglia  portando loro una stella di Natale. Ma come dice ancora Ungaretti, “ho tanta stanchezza sulle spalle” e la falsa giocosità di quest’anno mi è intollerabile. Quando tanti anni fa vidi al Velentino il Luna Park durante le festività natalizie capii che c’era qualcosa di stonato e di inopportuno. Mi venne in mente che dei dipendenti della mia famiglia ( che poi seppi essere tutti comunisti ) passavano la notte di Natale a vedere il circo di Mosca come alternativa alla Messa di Mezzanotte.
Oggi c’è tanta gente come Salvini che protesta perché non può fare il solito banchetto . Anche a me piaceva andare  a cena , pur senza eccessi, ma quando penso ai telegiornali che mi agghiacciano con il numero di morti, sento raggelarsi  il cucchiaio di minestra che ho in cola  e mi viene spontaneo recitare mentalmente un requiem per i tanti sconosciuti che non ce l’hanno fatta. Se mi sarà consentito , sarò felice di essere più sereno il prossimo anno.
E rileggerò Gozzano, Ungaretti e Pascoli, cercando di ritrovare,  se ne avrò ancora la forza, la gioia di Gesù Bambino, del Presepe, del Natale semplice che senza accorgermi avevo vissuto negli Anni Cinquanta quando eravamo tutti più sobrii, anche i bambini che scrivevano la letterina a Gesù Bambino senza sapere che distruzione e che morte aveva portato la guerra sciagurata voluta da Mussolini.

Stenosi valvolare aortica: a 80 anni salvato grazie ad un complesso intervento

Il centro di riferimento per le patologie cardiache con un’équipe multidisciplinare specializzata diretta dal dott. Elvis Brscic

 A Maria Pia Hospital di Torino, Ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research, è stato eseguito un complesso intervento su un paziente 80enne affetto da un grave scompenso cardiaco determinato da stenosi aortica in fase avanzata, aggravata da una vasculopatia periferica che ha reso necessario un approccio interventistico inusuale.

La stenosi valvolare aortica è una delle patologie cardiache più diffuse al mondo, con un’incidenza di oltre il 3% negli over 75 che sale al 4% nei soggetti ultra 80enni. Le persone affette dalla patologia nella sua forma severa, se non trattate per tempo, vanno incontro ad angina pectoris o a sincope. In questi casi, senza intervento, l’aspettativa di vita è di circa 3 anni, mentre si riduce a soli 1 o 2 anni – sempre senza operazione – in caso di scompenso cardiaco (Linee Guida Internazionali).

Per trattare la stenosi valvolare aortica è necessario intervenire sostituendo la valvola. Oggi, sempre più spesso la sostituzione viene eseguita per via percutanea grazie alla tecnica TAVI, una soluzione mininvasiva che consente di applicare le protesi delle valvoledanneggiate tramite sottili cateteri introdotti attraverso l’arteria femorale. Il tutto con un indubbio beneficio per il paziente in termini di risposta all’intervento e recupero più veloce.

Maria Pia Hospital è centro di riferimento per gli interventi con tecnica TAVI con ECMO, una metodica di intervento eseguita in poche altre strutture in Italia e che impiega un dispositivo per il supporto delle funzioni vitali tramite circolazione extracorporea (ECMO – ExtraCorporeal Membrane Oxygenation). ECMO consente di mettere a riposo cuore e polmoni supportando la funzione ventilatoria e di pompa cardiaca.

Si tratta di una soluzione efficace in presenza di interventi particolarmente difficili su pazienti che presentano un quadro clinico complesso, come nel caso dell’80enne giunto all’attenzione del team multidisciplinare di Maria Pia Hospital. Il paziente presentava una stenosi valvolare aortica a cui erano associate una serie di patologie frequenti nella popolazione anziana, ovvero ipertensione e vasculopatia, e non era quindi candidabile a correzione chirurgica tradizionale.

A Maria Pia Hospital siamo in grado di affrontare interventi complessi, anche su pazienti anziani, grazie all’ausilio di ECMO, che mette a riposo il cuore, il quale viene sottoposto a grande stress durante le sostituzioni valvolari – spiega il dott. Elvis Brscic, specialista in Cardiologia Interventistica presso la struttura torinese –. Questo ci consente di affrontare al meglio l’intervento e aumentare le possibilità di buona riuscita. Nel caso specifico, il paziente presentava un ulteriore elemento di criticità, dato da una grave vasculopatia periferica, con compromissione della circolazione, che non consentiva l’accesso delle cannule utilizzate solitamente per introdurre e posizionare la valvola sostitutiva attraverso l’arteria femorale. Di concerto con tutta l’équipe abbiamo quindi deciso di utilizzare un approccio ascellare bilaterale, attraverso l’arteria succlavia. Una scelta inusuale ma che si è rivelata davvero felice perché ha consentito di trattare in modo ottimale la sostituzione della valvola, con un approccio mininvasivo e un recupero ottimale del paziente che dopo 5 giorni di degenza post operatoria è stato dimesso dal reparto”.

Al rientro a casa, il paziente sottoposto a questo genere di intervento, deve seguire una terapia antiaggregante e assumere farmaci per il trattamento dell’ipertensione; solo quando la risposta del paziente alle terapie non è ottimale si rende necessario un ciclo di riabilitazione.

“Negli ultimi tre anni l’équipe multidisciplinare, composta anche da un cardiochirurgo, una perfusionista e da un cardioanestesista, ha eseguito numerosi interventi su pazienti in condizione di grave scompenso cardiaco con tecniche di interventistica strutturale non chirurgica in ECMO – racconta il dott. Brscic –. Si tratta di una cifra considerevole rispetto alla casistica nazionale. Questo fa di Maria Pia Hospital un centro di riferimento per il trattamento di queste patologie, non solo in Piemonte ma sul territorio italiano”.

Intrecci barocchi

Ecco gli appuntamenti del  20, 22 e 27dicembre

Sempre alle 18.30 sulle pagine social degli organizzatori (Academia Montis Regalis, Accademia Maghini, Accademia Corale Stefano Tempia e I Musici di Santa Pelagia) su quella di Intrecci Barocchi, e sul canale YouTube di SoloClassica Channel

Per informazioni: Segreteria Stefano Tempia
tel. 011 0209882, dal lunedì al venerdì, ore 9,30-12,00

Nonostante l’incessante progredire degli studi, esiste ancora un diffuso pregiudizio secondo il quale la civiltà barocca sarebbe stata appannaggio quasi esclusivo di artisti, letterati e musicisti uomini, con la sola Artemisia Gentileschi a tenere alto il vessillo del genio femminile. In realtà, tra il XVII e il XVIII secolo non mancarono le compositrici di grande talento, che seppero farsi valere di fronte ai colleghi, come dimostra il concerto in programma domenica 20 dicembre alle 18.30, che fa parte del cartellone della “Stefano Tempia”. Protagonista della serata sarà infatti la veneziana Barbara Strozzi, figlia adottiva del poeta Cesare Strozzi, che ci ha lasciato una raffinatissima produzione vocale, che sotto il profilo stilistico si inserisce nel solco della seconda prattica tracciato da Claudio Monteverdi. Le sue opere verranno eseguite dal soprano Lucia Cortese che – dopo il concerto che l’ha vista accompagnata dalla Camerata Accademica di Padova diretta da Paolo Faldi – questa volta sarà affiancata dall’ensemble bolognese Harmonicus Concentus guidato dal violinista Gabriele Raspanti.

Martedì 22 dicembre alle 18.30 le quattro associazioni contraenti di Intrecci Barocchi presenteranno il concerto natalizio, che vedrà riunite sotto la bacchetta di Claudio Chiavazza le orchestre barocche dell’Academia Montis Regalis e dei Musici di Santa Pelagia, il Consort Maghini, l’organista Matteo Cotti e i solisti Valentina Chirico e Massimo Lombardi. Come è lecito attendersi da una rassegna come Intrecci Barocchi, il padrone di casa sarà Johann Sebastian Bach, che verrà rappresentato dalla deliziosa cantata Nun komm der Heiden Heiland scritta per la prima Domenica di Avvento e dal celeberrimo mottetto Lobet den Herrn alle Heiden. Ovviamente, in un concerto del genere non poteva mancare il Concerto grosso op. 6 n. 8 “Fatto per la notte di Natale” di Arcangelo Corelli, uno dei brani più emblematici della Festa più dolce dell’anno. Al contrario, del tutto imprevedibile è la presenza della suggestiva ma quasi sconosciuta cantata Pastores loquebantur di Franz Xaver Brixi, compositore boemo di grande interesse, scomparso nel 1771 all’età di appena 39 anni.

La rassegna si chiuderà domenica 27 dicembre alle 18.30 con Oh di che lode, di che stupore, un concerto interamente dedicato all’eclettica figura di Benedetto Marcello, patrizio veneziano, che si seppe distinguere, oltre che come abile diplomatico della Serenissima, come letterato, pungente polemista (il suo Teatro alla moda delineò con graffiante ironia il panorama musicale dei suoi tempi), nonché raffinato compositore. Tra le opere più significative di colui che amava autodefinirsi “dilettante di contrappunto” spiccano i Salmi Davidici pubblicati nella raccolta Estro poetico-armonico, opere di grande originalità, nelle quali il compositore seppe inserire anche melodie tradizionali ebraiche, che dimostrano il grande rispetto che nutriva nei confronti della comunità ebraica, un fatto per nulla usuale all’epoca. Queste opere verranno eseguite dagli Armonici della Serenissima, un ensemble a geometria variabile costituito per l’occasione dal contralto Giovanna Dissera Bragadin, dalla gambista Silvia De Rosso (che eseguirà da solista una sonata per viola da gamba di Vivaldi) e dall’organista Luigino Favot. Da notare che questo concerto è stato registrato nella Chiesa di San Giovanni in Bragora di Venezia, un luogo particolarmente caro agli appassionati della grande musica, perché al suo interno nel 1678 ricevette il battesimo Antonio Vivaldi.

Dalla Regione un milione per capitalizzare le pmi

Un milione di euro è lo stanziamento della Giunta Regionale per la capitalizzazione delle piccole e medie imprese nell’emergenza-Covid.

Lo stabilisce il provvedimento,  il cui parere preventivo favorevole è stato approvato all’unanimità dalla Terza commissione  (presidente Claudio Leone), che recepisce la proposta del capogruppo Pd Raffaele Gallo.

L’intervento è rivolto alle imprese del settore manifatturiero e delle costruzioni e – come ha spiegato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano – prevede contributi a fondo perduto di valore massimo pari a  62.500 euro per l’aumento di capitale delle società che, al fine di proseguire e rilanciare la propria attività a seguito dell’emergenza epidemiologica, effettueranno un’operazione di aumento di capitale sociale di importo minimo pari a 50.000 euro e massimo pari a 250.000 euro. La Dgr prevede il 30% per aumenti di capitale compresi tra 50.000 e 150.000 euro, il 25% per aumenti di capitale compresi tra 151.000 e 250.000. A Domenico Rossi (Pd) che ha rilevato l’esclusione dai benefici delle imprese sociali, Tronzano ha spiegato che si tratta di una sperimentazione da eventualmente allargare successivamente a tutte le Pmi.

 

Sostegno alla montagna

La commissione ha poi espresso parere preventivo favorevole a maggioranza al programma annuale per l’erogazione dei contributi a favore della montagna, la cui cifra ammonta a 2 milioni e 900mila euro da distribuire tra i Comuni e le Unioni delle Comunità ed Enti montani. L’assessore allo Sviluppo della montagna Fabio Carosso, ha illustrato le quattro macrolinee di azione: gli interventi per affrontare l’emergenza epidemiologica, la risistemazione dei territori montani dopo gli eventi alluvionali, il sostegno alla scuola anche per la didattica a distanza e il turismo sostenibile.

 

Contributi alle pro loco

Sono 322.500 euro le risorse finanziarie per il 2020 a sostegno delle pro loco piemontesi. Lo prevede la Proposta di deliberazione, che ha incassato il parere preventivo favorevole a maggioranza dalla commissione. Come ha sottolineato l’assessora al Turismo Vittoria Poggio, le pro loco sono importanti strumenti per lo sviluppo dei territori. I contributi sono riservati solamente alla realizzazione di eventi con importi superiori a 500 euro, la procedura di erogazione è quella dello sportello, ovvero in base alla presentazione delle domande sino ad esaurimento della dotazione finanziaria.

 

Predazione da lupi

Anche il lupo verrà considerato causa d’indennizzo dei danni causati da calamità naturali e avversità atmosferiche. Lo prevede la bozza di modifica relativa alla Legge regionale che disciplina il riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale. La commissione ha espresso parere preventivo favorevole a maggioranza. L’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa ha spiegato che la modifica riguarda proprio l’equiparazione degli animali di specie protette di fauna selvatica alle avversità naturali e atmosferiche.

 

Complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante

La commissione, su richiesta dei consiglieri del Pd (GalloMonica Canalis, Maurizio Marello e Domenico Rossi) per approfondire il provvedimento, ha rinviato alla prossima settimana la trattazione del Disegno di legge 85 che modifica la legge regionale sui complessi ricettivi all’aperto e sul turismo itinerante, che era stata approvata nel 2019. Come ha spiegato l’assessora Poggio, il provvedimento  si è reso necessario dopo le osservazioni, i pareri e le impugnazioni da parte di alcuni Ministeri (Mibact e Interni) e dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. In particolare, sono stati mossi rilievi sulla compatibilità ambientale per quanto riguarda gli allestimenti ricettivi all’aperto, nonché sul rischio di generare confusione con le norme vigenti nel settore tecnico-edilizio.  Nel dibattito sono anche intervenuti Sarah Disabato (M5s) e Valter Marin (Lega).

 

Impacchettiamo un sogno con Fondazione Cesvi e Mondadori

L’iniziativa sostiene i progetti a tutela dell’infanzia in Italia insieme a Mondadori Store

Per il sesto anno consecutivo, Fondazione Cesvi – organizzazione umanitaria che opera da 35 anni in Italia e nel mondo – e Mondadori Store si uniscono per l’iniziativa natalizia. Impacchettiamo un sogno: più di 500 volontari, inoltre, in oltre 40 librerie Mondadori Store delle principali città italiane per realizzare pacchetti regalo e supportare il programma della Fondazione di prevenzione e contrasto al maltrattamento infantile nelle città di Bergamo, Bari e Napoli. Con una piccola donazione, infatti, ogni cliente potrà contribuire a realizzare questo importante progetto.

 

Fondazione Cesvi, da sempre impegnata nel contrasto alla violenza su bambini e adolescenti nel mondo attraverso le Case del Sorriso, interviene in Italia con un programma nelle città di Bergamo, Napoli e Bari allo scopo di prevenire e contrastare i fenomeni di trascuratezza, maltrattamento e abuso ai danni di bambini e adolescenti. Gli obiettivi sono: creare spazi sicuri di ascolto per i bambini e adolescenti; fornire supporto psicologico appropriato individuale o di gruppo; attivare programmi di genitorialità positiva; formare i professionisti che si occupano d’infanzia e rafforzare il ruolo protettivo delle comunità.

 

A oggi il programma ha raggiunto oltre 1.100 bambini e ragazzi, che hanno usufruito di centri di ascolto e/o di sessioni di psicoterapia; 500 genitori, che sono stati coinvolti in percorsi di genitorialità positiva e 360 professionisti (operatori e insegnanti), che sono stati formati per diventare ancora più efficaci nell’affrontare e prevenire il maltrattamento e la trascuratezza.

 

Una partnership di successo quella tra Fondazione Cesvi e Mondadori Store che si rinnova in questo periodo di incertezza grazie al grande coinvolgimento di oltre 500 volontari in tutta Italia, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa e che opereranno in piena sicurezza e nella massima tutela della salute di tutti. Attraverso questa collaborazione Mondadori Store sostiene un progetto a favore di contesti socialmente difficili per offrire un contributo ulteriore all’educazione di bambini e ragazzi, in linea con la mission del network, che da sempre opera su tutto il territorio per promuovere la diffusione della cultura e dei suoi valori, essenziali per la crescita di tutta la comunità.

L’iniziativa prosegue fino al 24 dicembre. Ogni volontario può trasformare il proprio tempo in valore e fare la differenza aiutando bambini e adolescenti in Italia.

È possibile inviare la propria candidatura a iniziative@cesvi.org o chiamando il numero 035/2058058.

 

Pragelato, avanti con il progetto ‘Parco Montano dello Sport’

“Proficuo incontro  con l’assessore regionale Maurizio Marrone”

“Un incontro proficuo e significativo. Si potrebbe sintetizzare con queste parole l’incontro avuto  con l’Assessore Regionale del Piemonte Maurizio Marrone con delega al post olimpico. Alla riunione erano anche presenti il vice sindaco di Pragelato Mauro Maurino e l’architetto Giorgio Fasano, responsabile Opere Pubbliche Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

Durante l’incontro è stato illustrato all’Assessore Marrone il progetto complessivo per il recupero sostenibile del sito olimpico del Salto studiato dall’Amministrazione Comunale di Pragelato ed elaborato dall’architetto Fasano. L’obiettivo, come ovvio, resta quello di colmare un deficit storico progettuale e realizzativo, tuttora irrisolto e riconducibile ad una non gestione del cosiddetto ‘post olimpico’.

La finalità dell’intero progetto, condivisa dall’Assessore Marrone, prevede lo sviluppo del territorio con l’innesto di forti e significative opportunità turistiche e professionali. Per raggiungere questo importante e qualificante obiettivo politico ed amministrativo, saranno sviluppate una pluralità di attività turistiche, sportive e ludiche che permetteranno di usufruire degli impianti ristrutturati ed innovati. Non solo per il periodo invernale perchè si tratta di attività che copriranno l’intero anno.

Il progetto, comunque sia, punta a recuperare e a rilanciare l’identità storica di Pragelato, legata alle discipline sportive nordiche. E questo perchè, da sempre, lo sci di fondo caratterizza questa località alpina. E proprio grazie alle Olimpiadi di Torino 2006, anche il Salto e la Combinata Nordica sono entrate a completare le discipline nordiche.

Infine, l’interesse e la condivisione manifestati dall’Assessore Marrone, e già condiviso nelle settimane scorse dai funzionari preposti, sono di buon auspicio per la prosecuzione dell’iter progettuale e la ristrutturazione dell’intero sito olimpico del Salto”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato.

Italexit con Paragone in piazza per il commercio


Italexit, il partito fondato dal senatore Gianluigi Paragone per portare l’Italia fuori dall’Unione Europea e dalla moneta unica, sarà in piazza nella giornata di domenica 20 dicembre per presentare le proprie proposte alla cittadinanza torinese. 

Riceviamo e pubblichiamo / Torino è una delle città che più ha sofferto le politiche liberiste dell’Unione Europea negli ultimi 30 anni, riducendosi a città dormitorio senza nessuna reale prospettiva per il futuro. La recente emergenza ha inoltre definitivamente dimostrato la complicità delle istituzioni locali e nazionali che, al di fuori di iniziative marginali e di poco conto, nulla hanno fatto per tutelare il tessuto sociale ed economico del territorio. Italexit intende quindi diventare il punto di riferimento per chi vuole costruire un’alternativa libera e credibile a questo sistema.
Luciano Bosco, coordinatore regionale del partito, sarà presente in prima persona all’iniziativa: «Sempre più torinesi si rivolgono a Italexit per cercare un nuovo interlocutore politico privo di ambiguità sulle questioni comunitarie: Movimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia ci hanno fatto capire che la loro opposizione all’Unione Europea vale solo in campagna elettorale; PD e centro-sinistra invece sono ormai diretta emanazione di Bruxelles. Come Italexit vogliamo dare voce a chi è stanco di pagare il prezzo di questo servilismo opportunista».
Il partito sarà presente con un banchetto in Via Garibaldi: «Abbiamo scelto un luogo simbolo del commercio torinese – continua Bosco – per lanciare un messaggio a tutti i lavoratori, commercianti, ristoratori e piccoli imprenditori locali: non siete soli, noi siamo con voi! Mentre il Governo Conte tratta le condizioni usuraie del MES, ci sono infatti migliaia di attività che non sanno neanche se nel 2021 saranno ancora aperte».
Nelle prossime settimane avranno luogo altre iniziative, sia a Torino che nel resto del Piemonte, durante le quali gli interessati potranno ricevere informazioni sul nuovo soggetto politico e iscriversi al partito.

Piano Industriale Iren, oltre 962 milioni di euro su Torino

Presentato alle imprese associate all’Unione industriale di Torino il Piano Industriale di Iren al 2025: previsti oltre 962 milioni di euro di investimenti sotto la Mole.

Importanti opportunità per il territorio torinese nell’ambito dello sviluppo del teleriscaldamento e dell’efficienza energetica per la riqualificazione urbana. Al via la realizzazione di un impianto di selezione e separazione della plastica a Borgaro Torinese e la sostituzione dei contatori con apparecchi di nuova generazione.

Torino, 16 dicembre 2020 – Si è tenuto oggi, in diretta streaming, il roadshow di presentazione del Piano Industriale Iren @2025 alle imprese associate all’Unione Industriale di Torino alla presenza di Massimiliano Cipolletta, Vice Presidente Unione industriale di Torino, Renato Boero Presidente Iren, Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato Iren, Giuseppe Bergesio Amministratore delegato Iren Energia, Eugenio Bertolini, Amministratore delegato Iren Ambiente, Fabio Giuseppini, Amministratore delegato IRETI e Vito Gurrieri, Direttore Approvvigionamenti Logistica e Servizi Iren. Un incontro per presentare gli importanti investimenti e progetti previsti nei prossimi cinque anni in provincia di Torino e riflettere sulle significative opportunità per le imprese del territorio.

Il Piano Industriale al 2025 testimonia la volontà del Gruppo di proseguire nel percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni, più che raddoppiando gli investimenti rispetto al Piano presentato nel 2015, con importanti ricadute sui territori in cui il Gruppo opera in termini di creazione di valore.

Per quanto riguarda Torino, il Piano Industriale al 2025 di Iren prevede circa 962 milioni di euro di investimenti che saranno distribuiti tra le diverse aree di business in cui opera il Gruppo.

Il Gruppo Iren, da sempre attento al delicato ruolo svolto dai piccoli e medi imprenditori nel garantire gli equilibri economici e sociali dei territori, riserva alle imprese locali il 50% degli inviti ad attività negoziali, nell’ambito della giusta competizione tra aziende. È quindi sempre più utile e conveniente per le imprese l’iscrizione all’albo fornitori Iren, condizione necessaria per poter accedere alle richieste di forniture del Gruppo.
Iren seleziona i propri fornitori attraverso gare che rispettano la procedura dell’offerta economica più vantaggiosa, sottoponendo a valutazione quindi, non solo il prezzo d’offerta, ma anche parametri qualitativi precisi e puntuali.

In particolare, negli ultimi 5 anni il totale ordinato a fornitori del Piemonte e della provincia di Torino è pari a 631 milioni di euro in tutta la Regione, di cui 516 milioni di euro nella sola provincia di Torino.

Più nel dettaglio, l’attivazione delle filiere di fornitura e subfornitura da parte di Iren genera un contributo al PIL complessivo di 2,7 miliardi di euro e circa 30mila posti di lavoro. In Piemonte, gli acquisti di beni e servizi di Iren generano un giro d’affari diretto, indiretto e indotto di 332 milioni di euro in molteplici settori economici e più di 2.000 posti di lavoro, che sommati ai 3.600 dipendenti diretti di Iren in regione, concorrono a generare un’occupazione complessiva in Piemonte di 5.600 persone.
Nell’ambito degli investimenti, dei 962 milioni di euro totali che verranno investiti al 2025, circa 459 milioni di euro saranno nell’ambito della produzione cogenerativa e del teleriscaldamento, tra cui i principali progetti sono le realizzazioni di un impianto di storage elettrico nella centrale di Torino Nord, di un impianto aerotermo nella centrale di Moncalieri, di accumulatori e impianti nell’area Torino Nord Est e l’estensione della rete di teleriscaldamento di Torino Nord.

Sono anche previsti interventi di rigenerazione, riqualificazione ed efficientamento energetico nella città di Torino con progetti di riqualificazione di edifici con superbonus 110%, progetti di efficientamento dell’illuminazione pubblica, efficientamento degli 800 edifici pubblici del Comune, progetti di rigenerazione urbana, riqualificazione e gestione servizi di edifici pubblici.

Nell’ambito del ciclo dei rifiuti circa 73 milioni di euro saranno destinati alla raccolta, 70 milioni di euro al trattamento (dei quali 40 sono dedicati alla costruzione di un impianto di selezione e separazione plastica a Borgaro Torinese) e 11 milioni di euro nell’elettrificazione della flotta.

200 milioni di euro saranno, invece, impiegati per l’ammodernamento dell’infrastruttura di distribuzione elettrica e la sostituzione dei contatori con smart meters 2G. È prevista, infatti, a partire dal 2021 la sostituzione dell’intero parco misuratori in bassa tensione con misuratori di seconda generazione (2G), in base al Piano di messa in servizio del sistema di smart metering 2G (PMS2) in relazione alle specifiche funzionali definite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) per un monitoraggio più efficiente e per la gestione dei consumi di energia elettrica.

E, ancora, 30 milioni di euro di investimenti saranno destinati per la produzione di energia idroelettrica da impianti del Gruppo e 119 milioni di euro in iniziative di digitalizzazione e facility management.

Iren a Torino – alcuni numeri:

4.700 km di Rete Elettrica, 2.730 GWh distribuiti e oltre 560 mila abitanti serviti

Torino città più teleriscaldata d’Italia: 70 mmc di volumetrie e circa 650 mila abitanti serviti

Impianti idroelettrici: oltre 1 TWh di energia generata dagli impianti del Gruppo

Raccolta e smaltimento: 1,1 milioni di abitanti serviti e crescita della raccolta differenziata al 52% (media città di Torino e altri Comuni dell’area metropolitana serviti dal Gruppo)

Polo E-Mobility: Torino città chiave per lo sviluppo di IrenGo

Amazon: “salario competitivo e benefit, orgogliosi dei nostri dipendenti”

Caro direttore, in riferimento all’articolo “Il “cimitero” di Mascherine Tricolori davanti ad Amazon”, ecco la posizione dell’azienda:

Amazon riceve critiche su diverse tematiche. Siamo diventati un bersaglio di diverse organizzazioni in cerca di visibilità per le loro cause. Spesso queste organizzazioni veicolano deliberatamente storie fuorvianti per un proprio tornaconto. Chiediamo pertanto che i fatti, le fonti e le storie vengano prima verificati, assicurando di non diffondere falsità e inesattezze.

Siamo orgogliosi dei nostri dipendenti, ormai un milione in tutto il mondo, e di offrire loro la possibilità di svolgere diverse mansioni adatte a ogni tipo di persona. I nostri contratti includono un salario competitivo, numerosi benefit e ottime opportunità di carriera, il tutto in un ambiente di lavoro positivo, sicuro e moderno.

Incoraggiamo chiunque a paragonare il nostro salario, i nostri benefit e il nostro posto di lavoro a quello dei principali operatori della grande distribuzione e datori di lavori in tutto il mondo.

Lifonti & Company – Ufficio stampa Amazon