ilTorinese

Chiusura Uffici di Polizia, il no di Berutti (Cambiamo)

“evitare scelte poco lungimiranti e garantire sicurezza cittadini”

 
“Ancora una volta gli italiani apprendono dai giornali di possibili imminenti chiusure di Uffici di Polizia e presidi di sicurezza. Ipotesi inaccettabili, che vanno stroncate sul nascere”. È quanto dichiara in una nota il Senatore di Cambiamo, Massimo Berutti, in relazione alle possibili chiusure di oltre venti Uffici di Polizia, Ferroviaria, Stradale e di Frontiera, quale conseguenza della riduzione dell’organico disposta dalla cosiddetta riforma Madia. “Quello della chiusura degli Uffici di Polizia è un tema che si riaffaccia ciclicamente. Già lo scorso anno avevo presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno per fare chiarezza sul tema ed esortarlo a non prevedere chiusure a presidi di sicurezza fondamentali. Ora il problema si affaccia nuovamente e va subito risolto attraverso un cambio di paradigma che affermi la necessità di presidiare i territori e di rafforzare le presenze e non il contrario”. Le chiusure delineate in alcuni provvedimenti amministrativi riguarderebbero dieci Uffici della Polizia ferroviaria, otto della Stradale e cinque della Polizia di frontiera. Chiusure che toccherebbero presidi importanti come quelli di Campobasso, Torino-Orbassano, l’aeroporto di Parma, i porti di Gioia Tauro, La Spezia, Taranto e il traforo del Gran San Bernardo. Inoltre, dei sei presidi di Polizia stradale in chiusura a livello nazionale, tre sarebbero in Piemonte, a Borgomanero, Ceva e Domodossola.

Covid, il bollettino di giovedì 11 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.189 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 143 dopo test antigenico). 

Nota benedei 1.189 casi, 974 sono nuove segnalazioni di oggi e 215 sono aggiornamenti relativi alla giornata di ieri.

Positivi al tampone 5.9% dei 20.128tamponi eseguiti, di cui 11.657 antigenici. Dei 1.189 nuovi casi, gli asintomatici sono430(36,2%).

I casi sono così ripartiti: 217 screening, 593 contatti di caso, 379 con indagine in corso; per ambito: 36 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 119 scolastico, 1.043 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 235.267così suddivisi su base provinciale: 20.938 Alessandria, 12.240 Asti, 8.071 Biella, 32.083 Cuneo, 18.424 Novara, 123.321 Torino, 8.703 Vercelli, 8.461 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.173 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.853 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 150( – rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono1.956(– 4rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.067

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.679.609(+20.128rispetto a ieri), di cui 1.073.676risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.089

Sono 22i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cuidioggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.089deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.374 Alessandria, 588 Asti, 374 Biella, 1.082 Cuneo, 753 Novara, 4.133 Torino, 408 Vercelli, 294 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 83 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

214.005 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 214.005(+1.026rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.686 Alessandria, 11.031 Asti,7.314Biella, 29.776 Cuneo, 16.769 Novara, 111.960 Torino, 7.934 Vercelli, 7.748 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.087 extraregione e 1.700 in fase di definizione.

Poste italiane consegna a Torino il vaccino Astrazeneca

Sono arrivati a destinazione in queste ore i furgoni del corriere di Poste Italiane, SDA, per la consegna a Torino del vaccino AstraZeneca.

Nella mattinata di oggi alcuni mezzi speciali, attrezzati con celle frigorifere, hanno preso in carico i vaccini AstraZeneca a Piacenza e hanno proseguito il loro viaggio, sempre grazie al personale SDA, per raggiungere le loro destinazioni finali, tra le quali l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

‘La Classe’ sonda i bassi istinti dell’umanità

Dalcher sul suo ‘La Classe’: “Perché mai dovremmo essere proprio noi quelli immuni all’estremismo?”

In un’epoca di intrecci già letti e solo rielaborati Christina Dalcher con il suo nuovo romanzo La Classe‘, edito da ‘Nord ci regala un cameo destinato ad entrare di diritto nell’olimpo dei capolavori visionari della letteratura internazionale. Era veramente difficile riuscire a costruire un libro più innovativo e avvolgente rispetto al suo precedente lavoro ‘Vox‘, recensito nei mesi scorsi proprio dal nostro portale, eppure Dalcher ci è riuscita in modo magistrale e proprio per tale ragione le abbiamo chiesto di poterci confrontare sulla trama de ‘La Classe‘ e sulla sua visione del mondo, una visione dove l’umanità si trova sempre a doversi confrontare con i suoi istinti più bassi e pericolosi.

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http://strumentipolitici.it/dalcher-sul-suo-la-classe-perche-mai-dovremmo-essere-proprio-noi-quelli-immuni-allestremismo/

La sindaca Appendino incontra gli studenti del “Cavour”

Venerdì 12 febbraio – ore 9 Liceo Classico e Musicale C. Cavour, Torino

Venerdì 12 febbraio 2021, dalle ore 9.00 alle ore 10.30, nell’aula Pier Mario Merlo del Liceo Cavour,
la Sindaca della Città di Torino, Chiara Appendino, incontrerà e dialogherà con gli studenti e i
professori del Liceo, nell’ambito dell’assemblea d’Istituto.
La Sindaca parteciperà all’incontro insieme con l’assessore Marco Giusta e la consigliera delegata
Barbara Azzarà e si sottoporrà alle domande dei partecipanti riguardo alle politiche giovanili,
all’istruzione, alla gestione urbana e alle tematiche più sentite dai giovani cittadini.
In considerazione delle attuali norme sanitarie, solo alcuni studenti saranno fisicamente presenti,
mentre tutti gli altri assisteranno in via telematica.

I problemi dei “lavoratori fragili”

Caro Direttore, oggi, in occasione della festività della Madonna di Lourdes, nonché della giornata mondiale del malato, il gruppo “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere” 

 vorrebbe sensibilizzare e sollecitare chi di dovere a risolvere la situazione dei lavoratori “fragili”, che da circa un anno attendono risposte concrete.
Il gruppo “Lavoratori fragili uniti per sopravvivere” conta 700 persone ed è nato con lo scopo di condividere più informazioni possibili, in questo periodo di pandemia, tra lavoratori cosiddetti fragili (persone con grave disabilità, immunodepressione, patologie oncologiche, in terapia salvavita, con trapianto d’organo, etc. etc.), impossibilitati ad eseguire lavoro agile per mansione.
La malattia non se la cerca nessuno, ti piomba improvvisamente addosso stravolgendo non solo la tua vita ma anche quella delle persone che ti sono accanto.
Oggi tante persone si ricorderanno di noi, come fanno esattamente il 3 Dicembre, in occasione della giornata mondiale per la disabilità.
Viviamo in un mondo strano, in cui siamo invisibili agli occhi di tutti, politici compresi, che però ci “ricordano” il 3 Dicembre (giornata mondiale della Disabilità) e l’11 Febbraio, spesso con frasi fatte, ma poco “sentite”. Vorrei dire, a tutti coloro che si ricordano di noi persone fragili solo in determinate “occasioni”, che abbiamo un cuore che batte tutto l’anno e meritiamo di essere visti tutto l’anno. Non sappiamo che farcene delle tante belle parole quali “solidarietà”, “uguaglianza dei diritti”, “inclusione”, spese nelle giornate celebrative, quando per il resto dell’anno veniamo ignorati nei fatti. Le belle parole di circostanza stridono con il dato di fatto che ad oggi ai lavoratori fragili (immunodepressi, disabili gravi, oncologici, in terapia salvavita, malati rari, etc.) non sia stata riconosciuta la non computabilità nel comporto dell’assenza (precauzionale) dal lavoro parificata a ricovero ospedaliero, per proteggersi dall’eventuale contagio da Covid sul posto di lavoro (tutela ai sensi dell’art. 26 comma 2 Dl “Cura Italia” e successivi).
Esiste, allo stato attuale, una disuguaglianza tra lavoratori fragili. Quelli di serie A, più tutelati, i cui contratti di lavoro (CCNL) non conteggiano il ricovero nel comporto (periodo massimo in cui il lavoratore assente per malattia/ricovero conserva il posto di lavoro). Dall’altro lato, vi sono i lavoratori fragili di serie B, più penalizzati in quanto in base allo specifico contratto lavorativo il “ricovero” viene conteggiato nel comporto, cioè va a sommarsi alle assenze già fatte (per malattia o per precedenti ricoveri non legati alla pandemia), con conseguenti tagli di stipendio e rischio di licenziamento.
Attendiamo ancora che chi ci governa ponga fine a questa disuguaglianza, attraverso una norma, un decreto o una circolare ministeriale, in cui si dica esplicitamente che l’assenza-ricovero per tutti i lavoratori fragili, dipendenti pubblici e privati, non debba essere conteggiata nel periodo di comporto. Solo attraverso questo atto ufficiale si porrà fine a tale disuguaglianza, che perdura ormai da un anno.
La nostra vita è già difficile ed anche il fatto che non siamo stati inseriti da subito nel piano vaccinale anti-Covid come categoria di persone da vaccinare in via prioritaria (poiché ad elevato rischio), rende l’idea di quanto siamo “considerati”.
In questa giornata mondiale del malato, noi lavoratori fragili chiediamo al nuovo Governo, che sta per “nascere”, di vederci e di sopperire a tale mancanza.
Ci auguriamo che la Madonna di Lourdes ci dia la forza per andare avanti, nonostante la malattia e l’indifferenza di molta gente.

Lavoratori fragili uniti per sopravvivere

Lapalissiano è dire poco: se si gioca anche solo “normali” si vince

Il basket visto a distanza. Reale Mutua Basket Torino – Orzinuovi 88 a 63

In una partita in cui si tira 27-37 da due e si catturano 45 rimbalzi a 31 sembra che poco ci sia da spiegare sulla supremazia in zona vicino a canestro di Torino. La percentuale di 5 su 25 da tre è invece rivedibile ma bisogna dire che la partita ha svoltato in maniera decisa tra la metà del secondo quarto e inizio del terzo, periodo in cui Torino ha realizzato un parziale di 28 a 3 con finalmente in campo i cinque migliori a disposizione e da lì in poi non c’è cronaca da riferire.
Diop segna 13 punti e raccoglie 15 rimbalzi in soli 23’ di impiego e anche solo questo è emblematico della potenzialità del ragazzone di Torino. Per il resto i punti si distribuiscono in maniera quasi uniforme a testimonianza di quello che fin da inizio campionato ribadisco da queste “righe”: se la Reale Mutua gioca normale e segna i tiri che le competono il suo livello qualitativo è più alto nei cinque titolari e i suoi comprimari del resto delle altre squadre. Non sempre vengono schierati tutti insieme ma questo è forse il fascino del “non mi piace vincere facile” che deve aleggiare da qualche parte nella panchina di Torino.

Si dirà che la difesa ha fatto la differenza, anche se il 5 su 30 da tre degli avversari lascia anche pensare che, insomma, anche loro si siano prodigati nel rovinare i ferri e i tabelloni del Palasport di Parco Ruffini … . Comunque, non è il caso in questa serata dar adito a critiche se non per rimembrar… un breve periodo tra la fine del primo quarto e inizio secondo con quintetto in campo “alternativo” che non si è comportato in maniera consona al livello richiesto dalla categoria, ma il periodo successivo, già rammentato in precedenza, ha poi eliminato tali pensieri malsani, ma è bene ricordarsene per le prossime volte.

Si è vista una partita di circa 25’ e questo per merito di Torino, perché gli avversari si sono rivelati poca cosa, ma, a dirla tutta (pur con tutte le situazioni da recuperare) erano e sono secondi in classifica!!! A testimonianza di un livello inquietante di appiattimento verso il basso di questo campionato di A2, è chiaro come la compagine torinese sia un gradino sopra, e sarebbe triste non riuscire nell’impresa di scalare le posizioni che mancano alla vetta e giungere in maniera competitiva adeguata ai playoff e giocarsela fino in fondo.
Il vero rischio è che istituzioni e vertici vari blocchino le possibilità di promozione e le motivazioni esterne e interne restano ai più non note e fonte di indicibile tristezza. Per una piazza che ha vissuto non molto tempo fa la vittoria di una Coppa Italia (unico trofeo vero mai vinto in Piemonte nel basket) per poi perdersi nel nulla della tristezza, la competizione di domani che inizia proprio della stessa Coppa Italia di serie A apre ricordi profondamente belli e enormemente tristi. Però, a tutti i tifosi veri, storici del basket a Torino, ricordare quei momenti fa venire gli occhi lucidi e alzare le braccia al cielo per la gioia della vittoria e per le speranze che avevamo tutti in quei momenti.
La Torino del basket merita di tornare in alto. I giocatori che la rappresentano devono sentirlo ed esserne partecipi. Sperare è lecito, crederci è una speranza.

Paolo Michieletto

La revoca al Maresciallo Tito

Al persecutore di italiani condannati alla fine orrenda delle foibe e dell’annegamento in mare , il maresciallo Tito,  il centro Pannunzio chiede la revoca della massima onorificenza della Repubblica italiana, il cavalierato di Gran Croce, riservato a chi ha onorato in modo altamente significativo la Nazione italiana.

In un paese che si accanisce con il suo passato, non è pensabile la permanenza di quell’onorificenza che premia un nemico dichiarato dell’Italia. Il Centro Pannunzio , diretto da uno studioso insignito della stessa alta onorificenza, suona offensiva la permanenza di una distinzione che non trova giustificazione di sorta. Chiediamo che anche l’associazione cavalieri di gran Croce si unisca a noi nella sua pur tardiva revoca.
Pier Franco Quaglieni
Centro Pannunzio

La Giustizia problema-chiave per la ripresa

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   Da quanto filtra dalle consultazioni del presidente del Consiglio Draghi ,appare che ogni gruppo tiri, come naturale, l’acqua al suo mulino anche se sono convinto che il Presidente  stia ascoltando tutti ,ma saprà decidere da  solo senza lasciarsi condizionare dalle pretese partitiche anche di gruppi che non sono affatto determinanti per la maggioranza come i grillini che andrebbero abbandonati al loro fallimentare destino ed irrimediabile declino.

C’è un punto sul quale sia  pare sia calato il silenzio ed è quello della Giustizia che necessita di riforme rapide e profonde che in primis limitino lo strapotere dei magistrati, riportandoli agli ambiti fissati dalla Costituzione. I magistrati hanno gravissime responsabilità nelle disfunzioni della Giustizia al pari dei ministri che si sono susseguiti, in particolare l’ultimo.
Il bubbone della lentezza che ha  una forte ricadute negative su tutto il sistema economico, la commistione tra politica e magistratura che mina  l’indipendenza dei giudici e induce sfiducia nei cittadini sono cose che devono finire. La deriva giustizialista del ministro uscente della Giustizia deve essere fermata ad ogni costo. Gente come Palamara che ha screditato una parte di magistrati che ottenevano incarichi non sulla base dei meriti, non va neppure più ascoltata in Tv  come fossero dei divi, ma nei tribunali come imputati. I giudici veri non devono fare politica perché non sono cittadini come gli altri, ma dei cittadini che hanno in mano la libertà e la dignità delle persone e hanno nelle loro mani le chiavi del carcere ,Se vogliono candidarsi ,devono prima dimettersi da magistrati e devono evitare le interviste che non riguardano le loro inchieste. Io ho conosciuto magistrati come Bruno  Caccia che lavoravano in silenzio nella più assoluta riservatezza e che pagarono con la vita la loro attività al servizio dello Stato. Quelli sono i modelli a cui guardare. La contiguità di certi giornalisti con certi magistrati deve finire, come le fughe di notizie e le intercettazioni a strascico che generano dei guariti vistosi ed irreversibili. Lo stesso CSM e il metodo della sua elezione (meglio il sorteggio) vanno cambiati profondamente. La giustizia civile deve accorciare i suoi tempi biblici che ne vanificano la  stessa funzione . La presunzione di innocenza sancirà dalla Costituzione non può essere una frase tra di circostanza, ma un principio inviolabile.
Solo una Giustizia che funzioni, può contribuire al rilancio dell’Italia che non ha bisogno di eredi dell’arcigno Borrelli che,  dopo tanta triplice  resistenza  e tanta equitazione,  ha diritto a riposare sereno come uomo austero e severo che merita anche nel dissenso il rispetto di tutti.