ilTorinese

Riprendono le lezioni in presenza al 50% nelle scuole superiori

Parte il piano per il trasporto scolastico potenziato. Un opuscolo raccoglie le iniziative messe in campo in Piemonte.

 

Lunedì in Piemonte la campanella suonerà anche per gli studenti delle superiori che tornano a scuola in presenza al 50% come previsto dal Comitato Tecnico Scientifico nazionale e dal Governo. Tutti gli aspetti di sicurezza sono stati presi in considerazione, a partire dai trasporti, potenziati in ogni provincia del Piemonte. Le iniziative messe in campo per il ritorno a scuola sono raccolte nell’opuscolo realizzato dalla Prefettura di Torino come coordinamento dei Tavoli prefettizi del Piemonte, in collaborazione con la Regione, l’Ufficio scolastico regionale e l’Agenzia della mobilità piemontese. L’opuscolo in allegato è scaricabile anche dal sito della Regione Piemonte.

 

«È il risultato di un lavoro di squadra svolto per far tornare a scuola in sicurezza i ragazzi, nell’interesse degli studenti, delle famiglie e della scuola», sottolinea il prefetto di Torino Claudio Palomba che in collaborazione con i Prefetti di tutto il territorio piemontese ha coordinato i tavoli di confronto e concertazione realizzati a livello locale per trovare la sintesi tra le esigenze della scuola e le possibilità dei servizi di trasporto.

 

«C’è molta attesa per questo rientro in classe – sottolinea l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi -, al quale ogni attore istituzionale ha contribuito per la propria parte. La Regione, insieme ad Agenzia per la Mobilità e con la massima disponibilità delle aziende di trasporto, ha fatto uno sforzo inedito in termini di potenziamento del trasporto pubblico tendendo lo sguardo fisso sull’obiettivo della massima sicurezza per i ragazzi. È stato fatto un lavoro di raccordo tra la scuola e il sistema dei trasporti mai realizzato prima, che tornerà utile anche in futuro in termini di un servizio più aderente alla reale richiesta. Anche in questi ultimi giorni abbiamo ulteriormente affinato, aumentandolo, il numero delle corse aggiuntive».  In tutto il Piemonte sono infatti previste 4.500 corse in più alla settimana per il servizio autobus urbano ed extra urbano (di cui 1.690 per i servizi urbani ed extraurbani a Torino e 875 per la Città metropolitana di Torino, 100 per il Biellese, 256 per il Vercellese, 611 per il Cuneese, 137 per il VCO, 416 per il Novarese, 174 per l’Alessandrino e 243 per l’Astigiano), e 55 corse bus aggiuntive al servizio ferroviario, con un costo settimanale globale di circa 800 mila euro.

 

«Si è fatto di tutto – ricorda l’assessore all’Istruzione della Regione Piemonte Elena Chiorino – con l’obiettivo di riportare i ragazzi in presenza perché siamo consapevoli dell’importanza del diritto allo studio e della scuola in presenza: tutte le azioni fatte vanno in questa direzione con, ovviamente, la massima tutela per la salute, tentando di garantire nel miglior modo possibile il diritto allo studio in classe dei ragazzi. Sono inoltre consapevole di quanto hanno dovuto stringere i denti i ragazzi in questi lunghi mesi: molti di loro sono in didattica a distanza da febbraio dell’anno scorso. Li ringrazio per il grandissimo senso di responsabilità e per il sacrificio che hanno portato avanti anche loro nel tentare di risolvere e arginare il contagio». In corrispondenza dell’avvio delle lezioni in presenza la Regione Piemonte realizzerà un monitoraggio quotidiano per individuare in modo immediato eventuali situazioni di criticità che dovessero presentarsi e di conseguenza intervenire. Prosegue intanto lo screening a tutto il personale scolastico previsto dal progetto Scuola sicura, che, su base volontaria, permette agli insegnanti e al personale non docente di sottoporsi a un tampone di prevenzione ogni 15 giorni prenotandolo attraverso il proprio medico di famiglia.

 

«Siamo soddisfatti – dichiara il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Fabrizio Manca -, una scelta coraggiosa nonostante la curva dei contagi anche in Piemonte registri una risalita. Noi eravamo pronti a ripartire forti del grande lavoro di squadra fatto con la regia dei Prefetti e delle iniziative adottate dalla Regione con il Piano scuole sicure. Lunedì avremo più mezzi di trasporto, più controlli alle fermate e nei pressi delle scuole, più screening e tracciamenti. Ringrazio per il rafforzamento dei controlli le forze dell’ordine e i volontari della Protezione civile e di altre associazioni che hanno garantito la loro collaborazione. Lunedì gli studenti saranno più sicuri anche perché con la Regione monitoreremo giorno per giorno l’andamento dei contagi, ma tutto funzionerà al meglio se si rispetteranno le regole. Faccio allora un appello alla loro responsabilità individuale, usate sempre le mascherine, evitate gli assembramenti anche in luogo aperto, il pericolo maggiore è fuori dalla scuola».

Nursing Up: “Arcuri apra un bando per infermieri”

Sanita’ Nursing Up, De Palma: «Arcuri apra subito un bando dove gli infermieri dipendenti possano segnalare la loro disponibilità, e affidi alle ASL il compito di incaricare i professionisti del SSN di sostenere con la loro competenza ed esperienza, già ampiamente dimostrata sul campo, un piano vaccini che stenta a decollare»

La proposta del Presidente del Sindacato Infermieri Italiani: «Serve un nuovo piano strategico che dimostri il buon senso e l’acume del nostro Commissario Straordinario che può agire in sinergia con le Asl. Ci sono migliaia di infermieri della sanità pubblica, non impegnati nelle aree covid, e con prestazioni che non vanno oltre l’orario ordinario. Saranno loro stessi a candidarsi e a dare la loro disponibilità. Saranno poi le Regioni a pagarli, attraverso le asl di competenza. I fondi ci sono, sono arrivati dalla nuova Finanziaria e rientrano nel progetto dei 50 euro lordi ad ora previsti per retribuire le cosiddette prestazioni aggiuntive. E allora cosa stiamo aspettando? Ci sono i fondi e ci sono anche gli infermieri. Li abbiamo in casa! Si può partire immediatamente, noi come sindacato ci occuperemmo di fare una massiccia campagna di sensibilizzazione verso i colleghi. E’ ovvio che, man mano che ci saranno colleghi liberi, quindi da assumere, semplicemente potranno essere assorbiti dalla macchina vaccinale. Gli infermieri italiani dipendenti del ssn, adeguatamente retribuiti, sono la nostra vera arma vincente per uscire dal questo buio tunnel».

 «Perchè ostinarsi a cercare 12mila infermieri (che nemmeno sarebbero sufficienti, lo abbiamo ribadito più volte, ne servirebbero almeno 27mila per portare a compimento il piano vaccini entro la fine dell’anno in corso), tra i disoccupati o tra coloro che lavorano come indipendenti magari a partita iva? Perché complicarsi maledettamente la vita con un bando che si è rivelato fallimentare in partenza?

Il responso estremamente negativo arrivato con meno di 4mila professionisti, in tanti hanno risposto ahimè ai criteri del concorso, non rappresentano forse una prova già sufficiente per decidere di voltare pagina e dare una svolta ad una “missione” decisiva per la tutela della salute degli italiani?

Non indugiamo! Occorre da subito un nuovo bando e deve essere lo stesso Commissario Straordinario Arcuri a metterlo in atto. Non dubitiamo del suo acume e della sua capacità manageriale di rivedere in corsa i propri intenti, anche rifacendo tutto daccapo se necessario».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, propone concretamente un nuovo bando che prenda questa volta in considerazione gli infermieri dipendenti, totalmente ignorati dal primo.

«Non è affatto vero che incaricando gli infermieri dipendenti del Ssn si toglierà forza lavoro alle già critiche aree covid. In Italia abbiamo almeno 30mila professionisti sul territorio, che oggi non superano le 6 ore al giorno di lavoro ordinario, ai quali si aggiungono almeno altri 120 mila colleghi operanti con turni compatibili, che avrebbero tutto il tempo per dare un enorme aiuto, con la loro esperienza, a questa delicata missione. I fondi ci sono e come! Le risorse arrivano direttamente dalla recente finanziaria che mette a disposizione i già ampiamente citati 50 euro orari per le prestazioni aggiuntive, a questi possono aggiungersi le risorse messe a disposizione delle singole regioni. Ma occorre costruire un progetto che da subito abbia le peculiarità per essere vincente, continua De Palma.

Arcuri può dare vita a un nuovo bando e creare una sorta di banca dati, regione per regione, di infermieri dipendenti qualificati: siamo certi che, adeguatamente retribuiti, saranno loro stessi a dare disponibilità in massa. Saranno poi le regioni stesse, attraverso le asl, a selezionare e a fornire gli incarichi coordinandosi con i candidati, tenendo conto della loro disponibilità. Inoltre se scendono in campo gli infermieri dipendenti del ssn non ci si troverebbe nemmeno di fronte al possibile intoppo del vincolo di esclusività, perchè presterebbero servizio presso le stesse asl dalle quali dipendono. Inoltre le asl che non hanno avuto candidati, potrebbero attingere dall’elenco “pescando” tra candidati di asl attigue o vicine. Serve quindi da subito un bando nuovo che acquisisca da subito la loro disponibilità.

E si cancellino i contratti, senza senso e dispendiosi, con le agenzie interinali che non hanno fin ora portato da nessuna parte. I risultati parlano chiaro! Inoltre le selezioni, da parte delle Regioni, vanno effettuate con il criterio della territorialità. Significa che ogni infermiere “vaccinatore” dovrà essere chiamato a garantire le proprie funzioni direttamente nella Asl, di cui è già dipendente o in una vicina. Ci chiediamo perché nessuno ci abbia pensato! Tutto questo agevolerà la partecipazione, perchè non sarà chiesto agli infermieri di spostarsi, e favorirà la quantità e la qualità del servizio offerto. Non possiamo continuare, in alcun modo, a viaggiare al ritmo di 70mila somministrazioni al giorno. Di questo passo ci vorranno diversi anni per concludere il piano vaccini e non possiamo certo permettercelo! I numeri dei contagi e dei decessi parlano chiaro: la pandemia non tende a placare la sua pervasività e occorre essere pronti a una terza ondata. Solo con l’immunizzazione di massa il covid potrà diventare solo un brutto ricordo da raccontare nei libri di storia».

Torino: danneggia la porta d’ingresso e si introduce nella scuola

I custodi danno l’allarme, arrestato per tentato furto

E’ quasi mezzanotte in via Lanzo e i custodi dell’istituto scolastico materno Klain, residenti in una dimora attigua all’edificio, sentono improvvisamente l’inconfondibile rumore di vetri che si infrangono a terra. I due si affacciano dalla finestra della propria abitazione, rivolgendo lo sguardo in direzione dei colpi che ormai si stanno facendo sempre più intensi e cadenzati. Si palesa ai loro occhi la sagoma di un uomo che, brandendo una pala, sta forzando la porta d’ingresso della scuola. Dopo pochi istanti il reo riesce a creare un varco e, introdotta la propria mano attraverso i frammenti della porta, sblocca la maniglia antipanico e fa accesso all’edificio. I due custodi allertano immediatamente il 112 NUE. La pattuglia della Squadra Volanti giunta sul posto, coadiuvata dagli agenti del commissariato Madonna di campagna, circonda il perimetro mentre una parte degli operatori si introduce all’interno dell’edificio. I poliziotti troveranno l’uomo, un cittadino italiano di 54 anni, nascosto in uno dei bagni dell’istituto.

Il cinquantaquattrenne, con numerosi precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio ed un avviso orale del Questore emesso a giugno del 2016, è stato arrestato per tentato furto.

Sale a tre, da inizio anno, il numero degli arresti per furti ai danni di istituti scolastici.

Torino-Spezia 0-0

Vergogna Toro: un pareggio inutile contro lo Spezia in 10 dall’ottavo del primo tempo per l’espulsione del difensore Vignali.

Squadra granata inguardabile che ha fatto il primo tiro in porta ben oltre la prima ora di gioco. Squadra molle senza idee ed imprecisa, impoverita anche tecnicamente al cospetto di uno Spezia neopromosso ed esordiente in serie A ben organizzato e disposto in campo in maniera eccellente. Verdi e Zaza giocatori totalmente inutili, al pari di altri giocatori granata. Anche Belotti pare aver tirato i remi in barca .Dal grigiore generale si salva solo Singo. La squadra granata ha combinato qualcosa di buono solo alla fine della partita con il secondo tiro in porta finito sul palo da parte del buon ingresso di Ansaldi, l’unico giocatore con i piedi buoni presente in campo. Cairo, Vagnati, Giampaolo, i giocatori: tutti hanno colpe per questa disastrosa prima parte di campionato. Pagherà sicuramente il tecnico ma per salvarsi occorre un altro tecnico ed almeno mezza squadra nuova .Al momento, a meno di un miracolo sportivo, la serie B sarà sicura.

Vincenzo Grassano

Nucleare, Ruffino (FI): “Ok a proroga su osservazioni sindaci”

“Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut, rispondendo  alla mia interrogazione, ha confermato quanto da noi richiesto, ovvero che saranno previsti tempi più lunghi, alla luce della crisi pandemica, per il dibattito pubblico e la consultazione dei documenti al fine di garantire tempi congrui alle amministrazioni interessate per valutare i dossier, la correttezza e portare le proprie osservazioni sulle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito definitivo per lo stoccaggio nazionale dei rifiuti radioattivi.

Si tratta di una decisione tardiva ma che va incontro alle legittime richieste dei tanti sindaci, che abbiamo fatto nostre, e che non potevano rimanere inascoltate, poiché si tratta di scelte complesse e con risorse limitate. Per quanto ci riguarda, vigileremo perché il governo mantenga fede agli impegni assunti, ovvero ad un sempre maggior coinvolgimento degli amministratori locali e dei cittadini: alle buone parole, ora seguano i fatti”.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia.

Dog sitter, un albo per regolamentare la professione

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Torino – Siamo abituati a ricondurre questo ruolo allo studente che porta a passeggio il cane di altri. In realtà la figura del dog sitter è molto diversa, ha più competenze maturate attraverso corsi di formazione che gli conferiscono conoscenze sull’etologia di base, sulla conduzione, sul trasporto, sulla gestione della passeggiata e sulla capacità di ospitare un animale.

Per questo sta diventando sempre più una professione qualificata che, secondo il consigliere regionale  di Forza Italia Paolo Ruzzola, necessita dell’istituzione di un vero e proprio elenco regionale professionale. Per questo il capogruppo di Fi ha presentato la Pdl 115, che è stata illustrata a Palazzo Lascaris  in Terza commissione, presieduta da Claudio Leone.

“Lo scopo dell’elenco regionale è quello di offrire ai proprietari di animali da compagnia i nominativi dei soggetti professionalmente e debitamente formati, che in Italia si stima siano circa 54mila” ha spiegato Ruzzola.

Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per il possesso di animali da compagnia; secondo un rapporto del Censis del 2019, in Italia gli animali domestici sono circa 32 milioni, di cui 7 milioni sono cani e 7,5 milioni gatti. Un altro dato interessante è quanto rilevato dall’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), che ha evidenziato come i proprietari di animali over 65 siano saliti dal 21% a quasi il 24% del totale negli ultimi sette anni, facendo emergere anche l’importante ruolo sociale degli animali da affezione, che hanno una funzione tesa a compensare la solitudine. Esiste poi il comparto economico dedicato, che viene stimato in 5 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 12% negli ultimi tre anni. Si tratta di numeri importanti, all’interno dei quali troviamo innanzitutto le spese per il veterinario ed il settore del pet food.

Ci sarà tempo sino al prossimo 4 febbraio per le consultazioni online di tutti i soggetti interessati, relatore di Maggioranza del provvedimento è stato nominato lo stesso presentatore Ruzzola, mentre quello di Minoranza, come richiesto dalla consigliera Monica Canalis (Pd), verrà indicato prima dell’inizio della discussione generale.

 

Giovane ricercato arrestato a Porta Nuova

Un giovane marocchino, residente a Torino, è stato arrestato dagli Agenti della Polizia Ferroviaria nella stazione di Torino Porta Nuova in quanto destinatario di un Ordine  di Carcerazione, emesso dal Tribunale dei Minori di Torino.

Il ragazzo è stato fermato, durante i controlli in stazione, insieme alla compagna minorenne.

Accompagnati all’interno degli Uffici di Polizia,  il giovane è risultato destinatario di un ordine aggravamento della misura cautelare perché si è allontanato ripetutamente dalla comunità in cui era affidato.

Entrambi sono stati inoltre indagati perché trovati in possesso di un martelletto frangivetro, di quelli in dotazione ai treni per motivi di sicurezza e un coltellino multiuso, senza giustificato motivo.

Il ragazzo è stato condotto presso la locale Casa Circondariale minorile “Ferrante Aporti”, mentre la ragazza minorenne, sulla quale pendeva denuncia di scomparsa, è stata riaffidata alla comunità presso la quale era stata collocata.

 

Torino: sequestrata “droga del combattente”

 

Usata dai miliziani per prepararsi alle battaglie

Durante un servizio volto alla repressione dei reati nelle zone di spaccio, giovedì pomeriggio  gli agenti del commissariato Barriera Milano hanno arrestato un trentenne nigeriano. Lo straniero, a bordo di un monopattino elettrico, è stato trovato in possesso di 13 compresse, tra Tafradol e Royal, contenenti sostanze riconducibili al principio attivo del tramadolo, meglio nato come “droga del combattente”, e due blister da 10 compresse l’uno. Creato in laboratorio negli anni ’70, il tramadolo è un potente analgesico sintetico diventato una delle principali droghe a basso costo e viene spesso utilizzato dai miliziani per prepararsi ad affrontare le battaglie. Non essendo in grado di indicare la provenienza delle pasticche ne di esibire alcuna prescrizione medica, riferisce agli operatori di averle acquistate a sua volta da un amico. Presso l’abitazione dell’uomo, gli agenti rinvengono altri 18 blister, per un totale di 180 compresse, e pasticche di vario genere. Il trentenne è stato inoltre denunciato per ricettazione.

Dall’inizio dell’anno sono 30 gli arresti per spaccio la maggior parte dei quali riguardano stranieri anche se non mancano giovanissimi italiani con precedenti specifici per droga.

Oltre 3 kg di droga sequestrati: marijuana in cima alla lista per quantità. Nella sola serata di giovedì gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine hanno sequestrato circa 1kg di marijuana, occultata nello zainetto di un cittadino italiano di 24 anni, incensurato. L’uomo, oltre la sostanza stupefacente, portava al seguito un bilancino di precisione e 740 in contanti, verosimilmente provento della propria attività delittuosa. Durante la perquisizione domiciliare, i poliziotti rinvengono altra sostanza della stessa tipologia nella tasca interna di un giaccone ed in un pacchetto di sigarette riposto in una scatola portaoggetti. Scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio, è stato inoltre denunciato per rapina per aver sottratto, poco prima dell’intervento delle forze dell’ordine, il cellulare ad un cittadino.

Trova ampio spazio nel panorama delle sostanze stupefacenti anche lo spaccio di farmaci, per cui solitamente è necessaria la prescrizione medica, il cui principio attivo viene impropriamente assunto da soggetti tossicodipendenti.

Superata quota 100 mila vaccinati in Piemonte

6.285 I VACCINATI CONTRO IL COVID COMUNICATI OGGI IN PIEMONTE. IL TOTALE DIVENTA 102.244 ( 82,6% DELLE DOSI DISPONIBILI). CONSEGNA VACCINI, LA REGIONE CONFERMA IL CRONOPROGRAMMA:

SCORTE SUFFICIENTI PER IL RICHIAMO E PER LA SOMMINISTRAZIONE DELLA PRIMA DOSE

Sono 6.285 le persone che hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 17:31). Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 102.244 dosi, corrispondenti all’82,6 % delle 123.760 finora consegnate al Piemonte.

La Fase 1, come noto, coinvolge il personale del servizio sanitario regionale, accanto ad ospiti e operatori delle Rsa.

Per quanto riguarda la consegna dei vaccini e la riduzione delle dosi che saranno consegnate all’Italia a partire dalla prossima settimana, come comunicato ieri dal Commissario straordinario Domenico Arcuri, la Regione Piemonte segue la situazione con la massima attenzione.

“L’azienda produttrice ha ridotto la consegna sul territorio nazionale di circa il 30%, spalmando la riduzione non in modo omogeneo in tutte le Regioni. Noi abbiamo le scorte per il richiamo del vaccino e per fare fronte alla somministrazione della prima dose- dichiara Antonio Rinaudo, Commissario area giuridico-amministrativa dell’Unità di Crisi-. Al momento quindi non vi sono particolari ragioni di preoccupazione e la campagna vaccinale prosegue con il crono-programma che ci siamo dati, fermo restando che monitoriamo l’evolversi della situazione in tempo reale. Le dosi che arriveranno prossima settimana garantiscono il mantenimento delle vaccinazioni programmate. Anche perché avevamo predisposto delle scorte per far fronte sia ai richiami che al completamento della prima somministrazione.”

“Nelle prossime ore abbiamo in programma un incontro con i direttori generali delle aziende sanitarie per fare il punto sul programma di vaccinazione – spiega Pietro Presti, consulente strategico Covid della Regione -. C’è un piano quotidiano dettagliato per le somministrazioni che è necessario tenere costantemente aggiornato alla luce di eventuali possibili oscillazioni nelle consegne delle prossime dosi. Siamo pronti a rimodularlo in base alle specifiche esigenze, ma il nostro obiettivo è di concludere la fase uno entro il 21 febbraio e per raggiungerlo è fondamentale che le forniture siano regolari e soprattutto programmate. Per questo ringrazio il dottor Rinaudo, in costante contatto con Roma e con la struttura del Commissario Arcuri per monitorare e garantire le consegne necessarie alla nostra regione”.

Democrazia e diritti, il sit-in radicale

Mario Barbaro, membro della Segreteria del Partito Radicale, commenta il sit-in tenutosi oggi in piazza Castello a Torino

“Oggi si è tenuto questo sit-in a difesa della Democrazia e dei diritti sanciti in quella che è la Costituzione. In un momento come questo dove il “dibattito” politico è occupato da altro, noi del Partito Radicale mettiamo la legge e il diritto dinanzi a tutto. Oggi ricordiamo quanto sia essenziale che lo Stato faccia lo Stato mettendo al centro il rispetto dei diritti umani. Marco Pannella sosteneva, a ragione, che quando c’è strage di diritto c’è strage di persone. C’è il mondo del carcere che attende risposte concrete per tutte le persone coinvolte: detenuti, detenenti, personale che presta il servizio nelle carceri. Sul vaccino non ci siano pregiudizi ma si valutino le peculiarità del carcere, dove il distanziamento non è possibile come all’esterno. Non è forse conveniente dirlo ma noi lo diciamo perché non facciamo calcoli politici di alcun genere.”