ilTorinese

La Regione: “Presto tavolo su Embraco al Mise”

Nelle risposte conclusive, Chiorino ha dato per probabile un incontro a Roma per il 15 aprile.

Sono due le strategie che bisogna porre in essere: “In primo luogo un forte appello al sistema bancario, che però al momento sembra essere fermo: la situazione di Embraco è collegata a quella di Acc di Mel in Veneto che ha una difficoltà ma solo in termini economico-finanziari, perché le commesse ci sono. Ad Acc manca la liquidità, per cui il commissario è costretto a chiedere una riduzione dei salari dei dipendenti e addirittura il rifiuto di alcune commesse”. Il progetto è quello che le due società si uniscano in Italcomp, che vedrebbe Riva di Chieri (To) sede della grande manifattura dei compressori. Secondo l’asasessore “Il piano in essere è importante e di grande rilancio del territorio. Si può creare un polo non solo italiano, ma anche europeo per la produzione dei compressori”.

I posti di lavoro in gioco sono circa 400 per la torinese Embraco e 300 per la bellunese Acc.

L’altra strategia è quella di intervenire sulla Commissione europea, che per il momento non ha concesso il via libera a un aiuto finanziario pubblico per la fusione, mentre le lettere di licenziamento sono arrivate. “Un comportamento – sottolinea l’assessore – che non è coerente rispetto a decisioni prese in situazioni simile successe in altri Paesi”. Ma intervenire in sede europea “richiede comunque tempi più lunghi, adesso la priorità è un aiuto rapido da parte del sistema bancario”.

“La procedura di licenziamento è in corso, i tempi sono stretti: bisogna riuscire ad avere un finanziamento. Speriamo che con un passaggio istituzionale anche al Mise, si ottenga il risultato. Finpiemonte potrà intervenire nel passaggio successivo, ma non su Acc direttamente che non è piemontese. Siamo anche in continuo contatto con la regione Veneto”, ha concluso Chiorino.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha assicurato che il partito piemontese sta dialogando direttamente con Maurizio Molinari (capogruppo alla camera e segretario subalpino del Carroccio) e con il ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Marco Grimaldi (Luv) ha chiesto di attivare un’audizione dei lavoratori e insistito nel domandare con Giorgetti un canale preferenziale su questo tema.

Daniele Valle (Pd) ha rimarcato la necessità di intervenire in fretta, “perché le lettere di licenziamento ci mettono pressione. Importante uscire oggi con una data fissata per l’incontro”.

Per Silvio Magliano (Moderati) “il tema dello sblocco dei licenziamenti rischia di diventare presto un problema che andrà oltre Embraco, per diverse aziende piemontesi”.

Covid, il bollettino di mercoledì 7 aprile

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.464 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 194 dopo test antigenico), pari al 6,1% dei 24.097 tamponi eseguiti, di cui 13.153 antigenici. Dei 1.464 nuovi casi, gli asintomatici sono 612 (41,8%).

I casi sono così ripartiti: 271 creening, 849 contatti di caso, 344 con indagine in corso; per ambito: 47 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 93 scolastico, 1.324 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 324.506 così suddivisi su base provinciale: 26.279 Alessandria, 15.591Asti, 10.014 Biella, 46.073 Cuneo, 25.124 Novara, 173.717Torino, 12.218 Vercelli, 11.709 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.394 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.387 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 357 (13 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 3.889 (+7 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 27.276

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.889.106 (+24.097 rispetto a ieri), di cui 1.388.406 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 10.560

Sono 79 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 10.560 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.487 Alessandria, 650 Asti, 399 Biella, 1.277 Cuneo, 870 Novara, 4.963 Torino, 479Vercelli, 345 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 90 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

282.424 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 282.424 (+2.651 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 23.186Alessandria, 13.735 Asti, 8.918 Biella, 39.154 Cuneo, 22.002 Novara, 150.813 Torino, 10.655 Vercelli, 10.593Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.259 extraregione e 2.109in fase di definizione.

Commemorati i martiri del Martinetto

Oggi per ricordare la morte degli otto Componenti il Primo Comitato Militare Regionale del CLN Piemontese si è svolta una breve cerimonia commemorativa al Martinetto nel rispetto della vigente normativa anti-Covid senza l’abituale presenza di pubblico, scuole e rappresentanti di associazioni della Resistenza.

 

La Città di Torino ha desiderato tuttavia rendere omaggio ai caduti. La Sindaca Chiara Appendino si è recata al Sacrario accompagnata dai Gonfaloni della Città, della Regione Piemonte e della Città Metropolitana,

dal Vice Capo gabinetto del Prefetto Brunella Fabia, dall’assessore regionale Vittoria Poggio e dal Presidente della 4^ Circoscrizione Claudio Cerrato.

 

Le note del Silenzio sono risuonate per onorare il sacrificio di chi in quel luogo venne ammazzato e per mantenerne il ricordo.

 

Il Sacrario del Martinetto si trova in Corso Svizzera all’angolo con corso Appio Claudio. Il piccolo poligono del Martinetto è tutto ciò che rimane di una più vasta costruzione che il Comune affidò alla Società del Tiro a Segno Nazionale dal 1883. Dopo l’8 settembre 1943 fu scelto dalla Repubblica sociale italiana come luogo per l’esecuzione delle sentenze capitali. Oltre sessanta tra partigiani e resistenti vi trovarono la morte, tra questi otto componenti del Comitato militare regionale piemontese, fucilati il 5 aprile 1944.

La protesta degli ambulanti torinesi

Una nuova mattinata di protesta degli ambulanti torinesi di generi non alimentari nei mercati, contro la chiusura per le misure anti Covid.

Una delle manifestazioni è stata organizzata a Santa Rita e ha visto la partecipazione anche di molti  negozianti, compresi quelli di attività aperte, in segno di solidarietà.

E’ intervenuto l’assessore comunale al Commercio Alberto Sacco.

Le opposizioni: “Nostro impegno per aiuti a radio-tv”

“Grazie all’impegno e all’intervento delle Opposizioni è stato votato e approvato in Aula l’emendamento che prevede sostegni a favore del sistema radiotelevisivo.

La Giunta regionale, infatti, avrebbe voluto rinviare l’esame del tema a una Commissione specifica convocata in sede legislativa, ma ci siamo opposti e l’Assessore Tronzano ha accettato di votare l’emendamento della Maggioranza” affermano i Presidenti dei Gruppi di Opposizione del Consiglio regionale.
“Soprattutto in momenti tanto delicati – proseguono i Presidenti – sono importanti azioni concrete e tempestive volte a sostenere l’informazione locale, a contrastare l’impoverimento del settore e a salvaguardare i livelli occupazionali. La nostra informazione deve essere difesa e tutelata”.
“Non si poteva e doveva – concludono gli esponenti dell’Opposizione – rinviare ad un altro momento lo stanziamento di specifici sostegni per il settore radiotelevisivo. Doveva essere fatto oggi, subito e doveva essere previsto uno specifico impegno economico come era avvenuto per le testate giornalistiche cartacee e online”.

Raffaele Gallo (Pd)
Sean Sacco (M5S)
Francesca Frediani (Movimento 4 ottobre)
Marco Grimaldi (Luv)
Mario Giaccone (Lista Monviso)
Silvio Magliano (Moderati)

Maxi operazione delle Fiamme gialle contro il falso made in Italy

In tutta la penisola, sequestrati oltre 15 milioni di prodotti falsi “made in italy”. Una frode in commercio da 25 milioni di euro.

La Guardia di Finanza di Torino ha sequestrato oltre 15 milioni di prodotti falsamente riportanti l’etichettatura “Made in Italy”, in quanto interamente prodotti ed importati dalla Repubblica popolare cinese, dalla Turchia, dalla Polonia e dal Pakistan.

L’operazione, condotta dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, è stata avviata nelle scorse settimane quando, su alcuni scaffali espositivi della grande distribuzione, grazie al costante controllo economico del territorio volto a prevenire e reprimere fenomeni commerciali fraudolenti, sono stati individuati accessori d’abbigliamento (biancheria intima, calze, collant) e articoli per la casa (cavatappi, colini, mestoli, posate, pentole e coperchi) recanti falsamente l’origine italiana.

I “Baschi Verdi” del capoluogo piemontese hanno avviato le indagini riuscendo a ricostruire l’intera filiera distributiva, risultata essere ramificata su buona parte del territorio nazionale, il cui modus operandi prevedeva che la merce, una volta importata, venisse, successivamente, etichettata, presso i magazzini aziendali, con i simboli tipici dell’italianità, di modo da indurre in errore gli acquirenti sulla reale origine della stessa.

Torino, Roma, Brescia, Treviso, Bari, Firenze e Lecce: queste le province interessate, in concomitanza, dal maxi intervento dei militari delle Fiamme Gialle torinesi, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, conclusosi con il sequestro di oltre 15.000.000 di articoli illeciti, con un valore commerciale stimato di circa 25 milioni di euro, per i quali è stato accertato come sulle confezioni fossero riportate, falsamente, la dicitura “Made in Italy” ovvero altra indicazione grafica inequivocabilmente riconducibile alla origine italiana dei prodotti, quale la bandiera tricolore.

8 gli importatori, italiani e cinesi, denunciati all’Autorità giudiziaria, che dovranno rispondere sia dei reati di frode in commercio e falsa indicazione di origine qualitativa, sia delle violazioni amministrative previste dalla normativa di settore a tutela del Made In Italy.

L’attività della Guardia di Finanza di Torino s’inserisce nell’ambito dell’azione di prevenzione e repressione delle condotte ingannevoli nei confronti dei cittadini riguardanti, in particolare, la vendita di beni con mendaci indicazioni di provenienza, volta alla tutela, al contempo, dei cc.dd. “Distretti industriali”, che da tempo rappresenta uno dei principali obiettivi strategici di polizia economico-finanziaria perseguiti del Corpo.

La metropolitana di Torino è Covid-free

La linea del metro’ di Torino è Covid Free.

Lo stabilisce l’esito dei controlli effettuati dai carabinieri del Nas e dai i tecnici dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale, che hanno riguardato  venti mezzi pubblici, presi a campione, tra bus, tram e metro, per verificare la corretta applicazione delle misure anti-covid.

Per quanto riguarda la metropolitana, i test sono stati svolti con strumenti innovativi che hanno consentito  il campionamento dell’aria,  delle maniglie e dei corrimano.

Le verifiche hanno dato risultato negativo.

Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato
È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso.

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

 

Articolo 10. Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

In quest’ultimo incontro vi propongo una gita al mare – almeno col pensiero, dati i tempi difficili -sempre con l’intento di seguire la linea sinuosa del Liberty, che ci ha guidato in tutti gli articoli precedenti. Intendo un pomeriggio di svago, alla ricerca di arte e fascinosi misteri, presso uno dei luoghi magici e arcani che ogni tanto spuntano inaspettati tra le colline e le periferie ombrose. Andiamo al mare, dunque, (sempre rigorosamente col pensiero), a vedere Villa Grock, una delle numerose abitazioni avviluppate in arcani segreti celati da storie straordinarie. Era l’abitazione di un personaggio altrettanto stravagante e singolare, Charles Adrien Wettach, in arte Grock, considerato il più grande clown di tutti i tempi.
Si tratta di uno degli edifici più particolari che possiamo incontrare nella nostra splendida Riviera dei Fiori, tanto cara ai Torinesi come luogo preferito per le vacanze estive.
Simbolismi esoterici e richiami massoni arricchiscono i tratti architettonici e decorativi della costruzione, tutti strettamente connessi con la poliedrica personalità di Grock, il grande artista che questa villa ha voluto ideare quasi a propria immagine.

Costruita tra il 1924 e il 1930, la fastosa struttura si erge su di una collina fronte mare nella zona residenziale delle “Cascine”,  a Imperia-Oneglia, luogo scelto dallo stesso Charles che si innamorò del posto quando un tempo vi andò in villeggiatura con i suoceri e la moglie Ines, che era originaria di Garessio, un gradevole paesino nella Provincia di Cuneo.
Definita “Circo di pietra” per i numerosi dettagli architettonici che rimandano al mondo del circo, lampioni, colonne, decori, affreschi, la villa riflette uno stile che è un misto bizzarro di rococò, liberty, art-decò e di elementi orientali posti qua e là, come per sbaglio. E non mancano influenze di artisti contemporanei al grande clown, come Gaudì, Picasso, Dalì, tanto che potremmo individuarvi una sorta di “stile eclettico orientale”.


Grock ideò l’abitazione nei minimi dettagli, e riuscì a realizzare un edificio che lo rispecchiò completamente. Chi era dunque Grock ?Charles Adrien Wettach, l’eccentrico proprietario della villa,  nacque in Svizzera nel cantone di Berna, a Reconvilier, nel 1880, da Adolf, un umile orologiaio che lavorava anche nel circo: questi amava la musica e traeva divertimento dalle acrobazie che affrontava per passione. Charles, seguendo le orme del padre, all’età di 14 anni decise di unirsi ad una compagnia di circensi e si rivelò subito abile illusionista, funambolo e uomo-serpente, impersonando quelle strane figure mitologiche con fattezze di rettile umanoide. Imparò presto anche a suonare diversi strumenti, tra cui il pianoforte e il violino, che poi faranno da base a molti dei suoi spettacoli da clown. La sua magnifica destrezza in tutte le arti circensi fece notare al pubblico le peculiari qualità che egli possedeva: talento, capacità, bravura, propensione, prontezza, finché riuscì ad affermarsi in modo indubitabile come eminente artista. Egli però era sempre più “desideroso di perfezionare ciò che era già perfetto”, come leggiamo nella sua biografia, tanto che divenne massimamente esperto in ogni specialità del suo campo, dalla giocoleria al contorsionismo, dall’equilibrismo all’acrobazia.
A partire dai primi del Novecento, la sua fama si accrebbe, e Charles scelse di acquisire il nome d’arte di Clown Grock. Compì numerosi viaggi che lo fecero conoscere al mondo, fino alla sua consacrazione artistica nel 1919 quando, all’Olympia di Parigi, venne eletto dal pubblico incantato dalla sua maestria il “re dei clown”. Infine, nel 1953, decise di chiudere con il mondo del circo, dopo avere divertito anche il celeberrimo Charlie Chaplin durante uno spettacolo a Vevey in Svizzera. Nel 1954, Charles, che ha saputo far ridere sovrani e capi di stato nel secolo travagliato da due guerre mondiali, si ritirò nell’amata villa imperiese con la moglie Ines e la figliastra Bianca, e lì si spense nel 1959.

Poco sappiamo, però, del vero Grock dietro la maschera da clown. Secondo alcuni fu un massone iscritto alla Grande Loggia Svizzera Alpina, attratto dalla cultura esoterica e simbolica. Ricaviamo proprio dalla villa alcuni dati significativi: vi abbondano elementi che riportano alle caratteristiche passioni del proprietario, forme architettoniche e decorative che si richiamano al circo e alla giocoleria e si confondono con ghirigori e arabeschi strani e fantasiosi, curiosi e stravaganti. Una villa fatta su misura per Charles, un grande artista egocentrico che fu ben consapevole di essere il migliore tra i clown.In armonia con lo stile della villa, che dopo anni di abbandono, ora è di nuovo aperta al pubblico grazie ad un elegante restauro, è il prodigioso giardino. In posizione centrale si trova un laghetto dove Grock amava pescare e nuotare. All’interno del laghetto fa capolino un piccolo isolotto raggiungibile grazie a uno stretto ponte sorretto da un arco a sesto ribassato.
La vegetazione è costituita da palme e da cedri che contribuiscono al gioco trasportando i visitatori in un’atmosfera inaspettatamente esotica.

Arriviamo ora al mistero, la villa, che rispecchia il suo proprietario: come lui si presenta ambigua e ambivalente. Il soffitto del porticato, affrescato come una notte stellata, raffigura un tendone da circo o rappresenta simboli massonici ed esoterici? La chiave di lettura è duplice per tutta la villa: vi è l’involucro esterno giocoso e fiabesco, e vi è il nucleo interno, invisibile, nascosto e profondo in cui, attraverso i decori architettonici, ci si interroga sul significato spirituale, esoterico e filosofico dell’esistenza. Il mantra dell’abitazione è un altrettanto misterioso motto in latino “Per Aspera ad Astra” (“Attraverso le asperità alle stelle”) inciso a lato di una delle fontane. Non ci sono le soluzioni per risolvere l’enigma di villa Grock, ma ci sono molte altre domande e leggende che qui non ho esplicitato e che vi invito ad andare a ricercare. La linea sinuosa del Liberty ci ha portato un giorno al mare, ma i riccioli a spirale dei decori ora ci riportano indietro, nella nostra romantica e nebbiosa Torino, ricolma anch’essa, come la villa di cui abbiamo appena parlato, di fascino e leggende, di enigmi e arte che, come sempre, vanno di pari passo.

Alessia Cagnotto

Arrestata ventunenne per un furto con strappo ai danni di due ragazze

I poliziotti del Commissariato Centro la trovano ancora in possesso di parte della refurtiva

Lo scorso venerdì pomeriggio, gli agenti del Comm.to Centro sono intervenuti in via Montanaro dove due ragazze si trovavano in difficoltà, a causa di una giovane che aveva portato via loro una somma di denaro; l’autrice del fatto era momentaneamente trattenuta da alcuni cittadini accorsi a seguito della richiesta di aiuto delle vittime. Gli accertamenti svolti appuravano che la stessa, una ventunenne nata in Italia, di origini maghrebine, con precedenti di polizia specifici, avesse avvicinato due amiche, di 18 e 21 anni, che stavano parlando su di una panchina sita in piazza Montanaro in merito a un’attività lavorativa che avrebbero intrapreso da lì a poco, chiedendo loro di darle dei soldi. Una delle ragazze aveva con sé tre euro e vista l’ insistenza nella richiesta glieli dava subito, nella speranza di essere lasciata in pace. Ma a quel punto la ventunenne, delusa dall’esiguità della cifra ricevuta, si rivolgeva all’altra ragazza, chiedendole se lei non avesse delle banconote di carta. Al diniego della stessa, le afferrava la borsetta e, frugando all’interno, trovava alcune banconote per un valore complessivo di 20 €, che prendeva, buttando poi la borsetta per terra e scappando in direzione di un bar che si trova nei pressi del parco. La ragazza veniva intercettata da alcuni passanti che avevano assistito alla scena, ma dopo aver ceduto parte dei soldi a un cittadino straniero, verosimilmente un pusher con cui aveva un debito. Gli agenti del Comm.to Centro intervenuti riuscivano a recuperare e restituire alla vittima soltanto una banconota da 5 €. La giovane, che risulta tra l’altro sottoposta all’obbligo di presentazione alla P.G. a seguito di fatto del tutto analoghi avvenuti nel recente passato, mai però rispettato, è stata arrestata per furto con strappo.