ilTorinese

Anas, lavori sul raccordo per l’aeroporto di Caselle

Prosegue il risanamento della pavimentazione lungo le rampe di svincolo e l’asse principale del raccordo autostradale 10 “Torino-Aeroporto di Caselle”.

Anas ha programmato il ripristino della pavimentazione lungo lo svincolo 1 – Tangenziale. Saranno interessate la rampa di ingresso sul raccordo dalla Tangenziale Sud per il traffico proveniente da Piacenza e la rampa di ingresso dalla Tangenziale Nord per i veicoli provenienti da Milano/Aosta.

Lavori anche sulle rampe di uscita dal raccordo in direzione Tangenziale per il traffico proveniente da Torino e Caselle Torinese.

Per consentire l’esecuzione degli interventi è prevista la chiusura al transito delle rampe interessate dalle 21:00 di venerdì 16 alle 7:00 di sabato 17 aprile.

Aperti online i Casting dello Zecchino d’Oro

Gli aspiranti piccoli cantanti del Piemonte potranno caricare i propri video su una piattaforma web dedicata fino al 10 maggio

Zecchino d’Oro è già alla ricerca dei piccoli cantanti che daranno voce alle canzoni della 64° edizione, in programma il prossimo dicembre, e anche i piccoli aspiranti solisti del Piemonte sono chiamati a partecipare.

In tutto sono 38 i bambini della regione che, dal 1959 a oggi, hanno preso parte alla storica trasmissione e gli ultimi rappresentanti del Piemonte ad aver interpretato una canzone vincitrice sono stati, nel 2006, Davide e Matilde Angelelli, di Castelletto sul Ticino (NO), con il brano Wolfango Amedeo.

Dopo l’esperimento riuscito del 2020, messo in campo a causa dell’emergenza Covid-19, il casting di Zecchino d’Oro torna quest’anno online per dare a tutti i bimbi d’Italia la possibilità di partecipare senza rischi: gli aspiranti solisti possono caricare, fino al 10 maggio, i propri video su una piattaforma web dedicata.

Partecipare allo Zecchino d’Oro è un’esperienza indimenticabile da vivere insieme al Piccolo Coro dell’Antoniano e alla sua direttrice Sabrina Simoni, che non si esaurisce con la trasmissione televisiva e la registrazione della compilation, ma comprende tante altre avventure insieme a tutto il mondo di Antoniano e Zecchino d’Oro.
La procedura di selezione, totalmente gratuita, è rivolta a tutte le bambine e i bambini tra i 3 e i 10 anni. L’obiettivo non è quello di trovare vocalità straordinarie o piccoli talenti, ma gli interpreti per i brani in gara al prossimo Zecchino d’Oro.

Fino al 10 maggio, accedendo al sito zecchinodoro.org è possibile inviare un video della durata di un minuto in cui i piccoli interpreti eseguono una canzone da scegliere tra un gruppo di canzoni del repertorio dello Zecchino d’Oro. La playlist è disponibile sempre sul sito zecchinodoro.org. In aggiunta al video-provino sarà necessario presentare anche un breve video di presentazione.
I video raccolti saranno esaminati dallo staff dell’Antoniano in modo da riascoltare, in una seconda fase, le bambine e i bambini selezionati.

In attesa di scoprire chi saranno i piccoli solisti che daranno voce alle nuove canzoni della 64° edizione, l’Antoniano resta accanto alle famiglie con le sue iniziative musicali e culturali.

 

Per ulteriori informazioni:
www.zecchinodoro.org
www.antoniano.it

Toro e Juve in campo Intanto impazza il calciomercato!

Belotti e Ronaldo protagonisti ma questa volta fuori dal campo.

Il calciomercato è già cominciato nonostante manchino ancora 8 giornate all fine del campionato con Il Toro che deve recuperare anche la gara contro la Lazio rinviata per covid dall’ASL di Torino.Tante richieste per i 2 giocatori ma al momento risulta difficile capire la loro destinazione futura.L’impressione che si ha è che rimarranno nelle loro rispettive società ancora per l’anno calcistico 2021/22.

Intanto i granata hanno lavorato duramente per preparare la sfida contro la Roma in programma domenica alle 18 allo stadio Olimpico Grande Torino. Dopo l’attivazione muscolare, Davide Nicola ha diretto esercitazioni tecniche, movimenti sul possesso palla e una partita a ranghi misti con tempo e campo ridotti. Lavoro di fisioterapia per Daniele Baselli. Per la giornata di domani è in programma una nuova seduta di allenamento.
La Juventus si è allenata in vista della difficile e importante  gara contro l’Atalanta,in programma domenica a Bergamo alle ore 15.Tanto esercizio atletico abbinato alla tecnica individuale con il pallone. Andrea Pirlo ha ancora qualche dubbio di formazione e in particolare resta da capire chi tra Dybala e Morata sarà il partner offensivo di Cristiano Ronaldo.

Vincenzo Grassano

Ristoranti e hotel: il Covid brucia 38 miliardi

Le stime dell’Osservatorio sui bilanci pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti 

RISTORANTI E ALBERGHI: NEL BIENNIO 2020/21 IL COVID BRUCIA 38,5 MILIARDI DI EURO 

Nel 2021 si stima una riduzione del fatturato del -35% contro il -44,2% del 2020 

Il settore ristoranti e alberghi a causa dell’emergenza Covid-19 brucia nel biennio 2020-2021 oltre 38miliardi di euro. In particolare le oltre 74 mila società di capitali di questo comparto realizzerebbero complessivamente una perdita di 38,503 miliardi di euro, pari a circa la metà dell’intero settore. Il settore dell’alloggio registrerebbe un calo complessivo di 17,5 miliardi di euro, mentre quello della ristorazione una flessione di 21 miliardi di euro. Il 2021 si presenta però leggermente migliore del 2020 rispetto al 2019. Quest’anno, infatti, il fatturato complessivo delle società di capitali è previsto ridursi del -35% contro il -44,2% del 2020.

Sono le stime quantificate dall’Osservatorio sui Bilanci 2019 del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Il campione analizzato è formato da quasi 75 mila società con oltre 670 mila dipendenti e quasi 49 miliardi di fatturato a valori 2019. In termini di fatturato, le società di capitali esaminate in queste simulazioni coprono più del 50% dell’intero settore che presenta, sempre a valori 2019, un fatturato complessivo vicino ai 90 miliardi di euro con circa un milione e mezzo di occupati.  La stragrande maggioranza delle società prese in esame dall’Osservatorio non supera i 10 milioni di euro di fatturato. Sono appena 410 le società di capitali che superano i 10 milioni di fatturato con ricavi però superiori a 14 miliardi di euro, il 29% del totale ed occupano quasi 144 mila dipendenti, il 21% del totale.

Le simulazioni sono state condotte tenendo conto degli andamenti congiunturali di settore del 2020 così come rilevati dall’Istat e dal Mef e dalle proiezioni condotte sul 2021. Queste ultime sono state elaborate tenendo conto della stagionalità del comparto turistico e dell’impatto delle misure restrittive adottate dal governo per il primo trimestre dell’anno. Per la restante parte dell’anno, le simulazioni sono state condotte prevedendo una graduale, ma parziale, ripresa del settore man mano che le vaccinazioni proseguono e gli indicatori permettono la riapertura delle attività. In ogni caso, si prevede un forte recupero nel terzo trimestre che, in alcuni casi, raggiunge il 90% dei livelli pre-covid, e un buon recupero anche nel quarto trimestre che, però, soprattutto per il settore degli alberghi, dovrebbe risentire ancora in maniera fortemente negativa il crollo degli arrivi dall’estero. 

L’Osservatorio analizza anche l’epoca precovid. Nel 2019, rispetto all’anno precedente, le Srl del settore ristoranti e alberghi erano in crescita.  In particolare, a fronte di un aumento degli addetti dell’1,4%, si registrava un incremento dei ricavi del 6,3% e del valore della produzione del 6,1%, che si traducevano in una crescita del valore aggiunto del 5,3%. A livello geografico le performance migliori in termini di fatturato si registravano nel Sud (+6,5%), mentre la crescita più bassa al Centro (+3,5%).

Simulazione fatturato Società di capitali Servizi di alloggio e ristorazione. Anni 2019, 2020 e 2021 (Valori in migliaia di euro)  

COMPARTI

SOCIETA’

RICAVI  

2019

RICAVI  

2020

RICAVI  

2021

PERDITA BIENNIO  

2020-2021

ALLOGGIO

19.729

18.663

9.256

10.624

-17.444

RISTORAZIONE

54.701

29.955

17.883

20.968

-21.059

TOTALE

74.430

48.618

27.140

31.593

-38.503

Alla ricerca di Orfeo. Storia di un mito

Sabato 17 aprile ore 21:00  youtube – canale SCENE

Musica eseguita dal vivo

L’ASTREE

 

Laura Torelli – voce recitante

 

Francesco D’Orazio – violino

Paola Nervi – violino

Elena Saccomandi – viola

Daniele Bovo– violoncello

Marta Graziolino – arpa

Riccardo Balbinutti – percussioni

Giorgio Tabacco– clavicembalo

 

Letture tratte da:

Poliziano, Striggio, Ovidio, Marino, Rilke, Pavese, Duffy

 

Musiche di:

 Monteverdi, Corelli, Vivaldi, Couperin, Gluck, Berio, Bach

 

Riprese e postproduzione Edoardo Pivi

Service Tecnico Archensiel Studio di Paolo Penna

Location Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

 

In collaborazione con Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

 

«Un Mito è come un piccolo specchio – racconta l’ Astrée – possiamo estrarlo dalla tasca e interrogarlo in ogni epoca, e fino a quando avrà qualcosa da dirci vorrà dire che la sua forza vitale non si è esaurita, o forse fino a quando siamo capaci di interrogarlo e dargli un nuovo senso, siamo noi ad essere ancora vivi». Il mito di Orfeo risplende più vivo che mai dal palco del Teatro del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, sabato 17 aprile (Canale Youtube della Stagione) alle 21:00 con “Alla ricerca di Orfeo. Storia di un mito”: le musiche sono quelle di Monteverdi, Corelli, Couperin, Gluck, Berio, Bach, Vivaldi, integrate e approfondite da letture delle celebri pagine dedicate al ricordo immortale delle imprese e del profilo di una delle figure più incisive della mitologia greca, in una sintesi efficace quanto profonda condotta da Laura Torelli, che interpreta voci tratte da La Fabula di Orfeo (Poliziano), L’Orfeo (Striggio), Le Metamorfosi (Ovidio), La sampogna (Giovan Battista Marino), Orfeo, Euridice, Hermes (Rainer Maria Rilke), Dialoghi con Leucò (Cesare Pavese), Eurydice (Carol Ann Duffy).

In programma:

Letture tratte da:                                                        Musiche:

 

Angelo Poliziano (1454-1494)                                  Claudio Monteverdi (1567-1643)

La Fabula di Orfeo                                                       Estratti da L’Orfeo e Ballo delle Ingrate

Alessandro Striggio (1573-1630)                              Arcangelo Corelli (1653-1713)

L’Orfeo                                                                           Ciaccona in sol minore per 2 violini e continuo op. 2 n. 12

Ovidio (43 a.C.-17 d.C.)                                              Christoph W. Gluck

Le Metamorfosi                                                             Che farò senza Euridice da Orphée et Euridice

Giovan Battista Marino (1569-1625)                        

La sampogna

Rainer Maria Rilke (1875-1926)                                 Luciano Berio (1925-2003)

Orfeo, Euridice, Hermes                                               da Duetti per 2 violini: n. 13 Jeanne / n. 34 Lele /

Cesare Pavese (1908-1950)                                         n. 8 Peppino / n. 24 Aldo

Dialoghi con Leucò                                                         François Couperin (1668-1733)

Carol Ann Duffy (1955)                                                 Les Ombres Errantes per clavicembalo

Eurydice                                                                           Johann Sebastian Bach (1685-1750)

                                                                                           Adagio dalla Sonata n. 4 in do minore per violino e clavicembalo BWV 1017

                                                                                            Antonio Vivaldi (1678-1741)

                                                                                         La Follia, per 2 violini e basso continuo op. 1 n. 12 RV 63

Scoperta una zanzara mai trovata in Piemonte

Venerdì 16 aprile alle 12, è in programma una conferenza stampa online in cui verranno presentati i risultati dell’attività di monitoraggio sulla presenza di zanzare in Piemonte, che ha consentito ai tecnici dell’IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) di classificare una specie di zanzara non ancora diffusa nella nostra regione.

Interverranno alla conferenza i rappresentanti dell’IPLA, della Regione Piemonte e delle amministrazioni locali del territorio interessato dal ritrovamento.

L’IPLA dal 2007 realizza il piano regionale di lotta alle zanzare: i tecnici dell’istituto effettuano monitoraggi accurati per individuare focolai e aree a rischio di diffusione delle zanzare. Proprio durante queste attività, nelle scorse settimane sono state rinvenute in provincia di Asti due specie di zanzara, di cui una, la Aedes Koreicus fino a oggi mai individuata nella nostra regione. Sempre ad Asti è stata rinvenuta la presenza di Aedes Japonicus: questa specie finora era stata segnalata dai tecnici dell’IPLA solo in prossimità del Lago Maggiore, dove è stata verosimilmente introdotta dal vicino Canton Ticino a partire dal 2019.

I due ritrovamenti, allo stadio di larva, sono avvenuti nel comune di Asti, in frazione Mombarone in località Case Grotta e nelle immediate vicinanze del cimitero e in frazione Valleandona.

Si tratta di una notizia rilevante dal punto di vista scientifico, che dimostra come queste specie di zanzara, di origine esotica, stiano espandendo il loro areale di diffusione anche verso le regioni del sud-Europa. Analogamente alla zanzara tigre, le due specie rinvenute possono essere vettori di alcune patologie, hanno la peculiarità di svilupparsi anche a basse temperature e iniziare il proprio ciclo di crescita anticipatamente.

I tecnici dell’IPLA stanno approfondendo con ulteriori sopralluoghi l’estensione della diffusione e le possibili vie di introduzione delle due specie.

 

Venerdì 16 aprile alle 12 i dettagli in una conferenza stampa online: per collegarsi https://global.gotomeeting.com/join/547586205

Partecipa alla riunione da computer, tablet o smartphone: https://global.gotomeeting.com/join/547586205
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Nasce il Comitato per la Buona Destra di Torino Borgo Po

Caro direttore, continuando il proprio percorso di crescita territoriale, la Buona Destra ha il piacere di comunicare l’apertura di un nuovo Comitato cittadino: il Comitato per la Buona Destra di Torino Borgo Po.

Nonostante i pochi mesi trascorsi dalla sua nascita, la Buona Destra può già contare più di 130 Comitati Territoriali sparsi nel nostro Paese e questo nuovo Comitato andrà ad affiancare i diversi Comitati già presenti ed attivi in Piemonte ed a Torino.

Una crescita costante nei numeri che sottolinea quanto una visione moderna, liberale e moderata nella dialettica e nella proposta politica sia apprezzata dai cittadini, sfiduciati da quanto la politica contemporanea ha fin qui offerto.

Secondo Federico Raimondo Mele, Referente del nuovo Comitato per la Buona Destra di Borgo Po, “la politica deve tornare ad affrontare ogni problema con razionalità, con un atteggiamento costruttivo e guardando al futuro. La realtà è complessità, non semplificazione; è diversità, non omologazione. Per questo non cercheremo mai il nemico di turno come sono soliti fare i populisti ed i sovranisti, ma soluzioni concrete per immaginare e costruire la Torino di domani”.

“Non ci affideremo a slogan lanciati solo per inseguire un consenso effimero”, continua Mele, “ma attraverso il dialogo e l’ascolto del territorio proporremo soluzioni in grado di risolvere le istanze che via via raccoglieremo”.

“Qui in Borgo Po”, conclude Mele, “abbiamo già registrato numerose adesioni e stiamo dialogando con le diverse realtà presenti in zona”.

“L’apertura di questo nuovo Comitato Torinese”, interviene Claudio Desirò, referente del Coordinamento Regionale Piemontese, “è il segnale che il percorso che abbiamo intrapreso 6 mesi fa sia quello corretto. Registriamo costantemente nuove adesioni che vanno dal cittadino incuriosito da una nuova realtà politica ad amministratori locali che vedono nella Buona Destra una proposta credibile e concreta”.

“Tra qualche mese”, continua Desirò, “si svolgeranno le elezioni amministrative a Torino, un crocevia fondamentale per il futuro della nostra città. Da osservatori al momento esterni, constatiamo che la dialettica politica è ancora concentrata sui rapporti di forza interni alle coalizioni. Non si sente parlare di idee, di progetti, di programmi che sarebbero indispensabili per una città caduta in una profonda crisi già prima dell’avvento della Pandemia”.

“Come Buona Destra”, conclude Desirò, “ci stiamo concentrando sulle proposte concrete e stiamo dialogando con i diversi partiti politici di area moderata. Crediamo che un atto coraggioso delle forze politiche di quest’area potrebbe rappresentare una svolta per la Città facendo nascere una piattaforma liberale e moderna che, così come accade in tutta Europa, possa proporsi come guida della comunità allontanandosi da logiche di schieramento che coinvolgono forze populiste e sovraniste. Dopo 5 anni di decrescita infelice pentastellata consegnare la Città ad una nuova amministrazione in stile populista o sovranista rappresenterebbe un colpo di grazia definitivo sulle aspettative future dei torinesi ed una grave colpa politica di tutti quei partiti che avrebbero potuto fare ma non avranno fatto”.

Claudio Desirò

Referente Buona Destra Piemonte

Federico Raimondo Mele

Referente Buona Destra Borgo Po

Boni: “Torino rientri nell’Osservatorio sulla Torino-Lione”

Dichiara Igor Boni (candidato alle primarie del centrosinistra per Torino):

“Torino rientri nell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione e smetta di essere contro il futuro e lo sviluppo. Non ci sono sconti da fare per trovare improbabili alleanze con chi ha contribuito ad affossare questa città. La linea ad alta velocità Torino-Lione, che è solo un segmento della metropolitana d’Europa nel suo asse est-ovest, è uno dei principali volani di sviluppo di questi territori, di questa città. Per questo si devono fare le opere e non si deve perdere l’occasione del polo di Orbassano per evitare di vedere passare un’occasione senza poter trarne il massimo vantaggio in termini di ripresa economica, di commercio e, quindi, di lavoro. Chi continua a sostenere una posizione contro la TAV non può essere compagno di strada di chi vuole il rilancio sostenibile di Torino. Chi usa la violenza, per questo motivo o per qualsiasi alto motivo, è parte del problema e non della soluzione”.

Post di Carosso contro Speranza, Grimaldi (LUV): “Inopportuno”

“Un esponente delle istituzioni non dovrebbe diffondere forme di propaganda deliranti”

“Nessun esponente della Lega dovrebbe permettersi tali bassezze, figuriamoci una figura istituzionale come Fabio Carosso, per di più Assessore e Vicepresidente della Regione. Suggerire l’assurdità che i lockdown abbiano avuto delle motivazioni politiche è semplicemente grottesco, come il titolo di Libero” – è il commento del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, a un post del collega Carosso che rilancia una prima pagina del quotidiano Libero, dal titolo: “Speranza getta la maschera: ho chiuso per imporre la cultura di sinistra”. Grimaldi ha chiesto spiegazioni in Aula, incontrando da un lato consenso da parte delle opposizioni e sdegno per il gesto del Vicepresidente, dall’altro silenzi imbarazzati da parte della maggioranza.

“Si può sostenere o meno il Governo Draghi, io stesso non lo sostengo pur stimando Roberto Speranza e il suo lavoro” – prosegue Grimaldi, – “ma non si possono fiancheggiare forme di propaganda deliranti. Dopo mesi dolorosi e pesanti per tantissimi, l’ultima cosa che serve è un’assurda accusa al Ministro della Sanità di aver agito non per salvaguardare la salute dei cittadini, ma per imporre una fantomatica ‘cultura di sinistra’. Carosso chieda scusa e cancelli immediatamente il post”.

Bitcoin: “merda d’artista”?

Merda d’artista è un’opera dell’artista italiano Piero Manzoni. Nel dicembre del 1961, l’autore sigillò 90 barattoli di latta, uguali a quelli utilizzati normalmente per la carne in scatola, ai quali applicò un’etichetta identificativa, tradotta in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco), con la scritta «Merda d’artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961». Sulla parte superiore del barattolo è apposto un numero progressivo da 01 a 90 insieme alla firma dell’artista.

L’artista stabilì il prezzo in 300 grammi di oro zecchino, e vendette tutte le scatolette incassando cifre enormi; ed alcuni esemplari furono acquistati addirittura da musei (ad esempio la Tate Modern di Londra, il Museo del Novecento di Milano, il Centro Pompidou di Parigi ed il Museum of Modern Art di New York).

Il costo dei barattoli è elevato: a dicembre 2016, un collezionista ha comprato un esemplare a 275.000 euro! Verificare cosa ci sia dentro significa distruggere l’opera ed azzerarne il valore; un amico di Manzoni, Agostino Bonalumi, ha dichiarato che all’interno delle scatole vi è un po’ di gesso. Nel 2008, il francese Bernard Bazile ne ha aperto una trovandovi dentro una seconda lattina più piccola (che però non ha aperto).
In questa breve narrazione ho trovato molte somiglianze con un fenomeno attualissimo che sta appassionando ed intrigando il mondo, quello del boom della più famosa criptovaluta, il bitcoin.
Il bitcoin è stato creato da un artista, un artista della finanza, che si è inventato una nuova “moneta” chiamandola fantasiosamente “bitcoin”, sintesi fra bit (contrazione di binary unit) e coin (moneta).
L’artista si chiama (secondo la storiografia corrente) Satoshi Nakamoto, e sarebbe, come indica il nome, giapponese. Usiamo il condizionale perché tra i tanti misteri che avvolgono la criptovaluta c’è proprio l’identità di chi l’ha inventato: nessuno ha mai conosciuto il simpatico Nakamoto, non si sa dove viva, quando sia nato, che studi abbia fatto…
Un’ipotesi diffusa è che in realtà si tratti di uno pseudonimo usato da un gruppo di esperti informatici di qualche università americana che si nascondono dietro un nome di fantasia per operare liberamente.
Il bitcoin non è emesso da una banca centrale statale (come le normali valute circolanti), ma lo si ottiene attraverso un complicatissimo sistema algebrico, risolvendo un “algoritmo” attraverso computer potentissimi che lavorano giorni e giorni per risolvere la formula ed estrarre il sospirato strumento.

 

Chi riesce ad estrarlo (l’operazione si chiama in inglese mining, che è proprio l’operazione di estrazione da una miniera) oggi diventa ricco perché il valore è di circa 63.000 dollari.
Ne ha fatta di strada quel bit!
Il primo minatore che è riuscito ad impossessarsene e ad utilizzarlo lo ha usato per comprarsi due pizze a Jacksonville, in Florida. Era il 2010 e Laszlo Hanyeczilk pensate, ha offerto al pizzaiolo di pagare con quella cosa strana, l’altro ha accettato un po’ per curiosità un po’ per scommessa ed ha incassato la bellezza di 10.000 bitcoin. Valore attribuito a “quella cosa”: 3 millesimi di dollaro!
Sicuramente il ristoratore se ne sarà sbarazzato (anche qui la storia è oscura e sfiora la leggenda…), facendo il peggior affare della vita, perché oggi quei 10.000 bitcoin rappresenterebbero una pizza del valore di ben 630 milioni di dollari!
A cosa serve questa moneta?
Come tutte le sue “sorelle reali”, la sua funzione è duplice: essere strumento di pagamento ed essere strumento di investimento.
Diamo qualche indicazione.
Dove spendere il bitcoin?

Poiché non è una moneta legale, può essere utilizzato per comprare beni o servizi solo in negozi che lo accettano; è una trattativa privata, perché nessuno può obbligare un concessionario auto o un supermercato ad accettare criptovaluta per una vendita. Sotto questo profilo la funzione del bitcoin è praticamente nulla. Esplorando i vari siti che indicano i punti vendita che accettano pagamenti con la moneta virtuale si scopre che in Piemonte sono solo 25… E se qualcuno si prende la briga di contattare i nominativi indicati scoprirà che alcuni cascano dalle nuvole perché in realtà non hanno mai accettato di entrare nel circuito. C’è qualche negozio di computer ed informatica, un paio di studi di architettura, due negozi di regali; un po’ poco per poter dire che la moneta circola e serve a comprare.
Vediamo il secondo utilizzo, quello dell’investimento.
Qui il discorso è diverso: infatti le transazioni sono numerosissime e quasi tutti coloro che comprano bitcoin lo fanno per tenerselo e vedere le quotazioni salire ogni giorno. Certo, i guadagni sono stati favolosi per chi ci ha creduto ed ha tenuto la posizione. Pensate che nel 2017 (otto anni dopo la sua nascita), valeva intorno a 800 dollari, ma a fine anno era schizzato a 20.000.
Dopo un pesante tracollo che lo fece precipitare a 3.000 dollari, è iniziata una galoppata che lo ha portato ai livelli attuali, oltre quota 60.000.
Un affare?

Chi ha avuto la fortuna di comprarselo a prezzi bassi e di tenerselo sicuramente oggi si sente ricco; chi lo ha comprato nel 2017 e, spaventato, lo ha venduto l’anno dopo (sono stati tanti!) ci ha rimesso la camicia mandando in fumo i suoi risparmi.
Bisogna ricordare che il valore della moneta virtuale non è determinabile sulla base di normali parametri (come avviene con dollaro, euro, sterlina), ma è fissato dall’incontro di domanda ed offerta senza precisi motivi: se molti chiedono di comprare e pochi vendono, il prezzo sale, altrimenti scende. Finché cresce la “febbre”, la crescita è assicurata…
Il bitcoin vale 1.000 oppure 10.000, oppure 100.000? Qualunque prezzo è plausibile; anche quello che a mio avviso è il più corretto, cioè zero…
Perché se si apre la scatoletta del bitcoin, è possibile che ci si trovi davanti ad un “pensierino” firmato Satoshi Nakamoto!

Gianluigi De Marchi