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Terroristi estradati già a casa. Una vergogna

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La notizia appare una vera presa in giro: i magistrati francesi hanno consentito il giorno dopo dell’arresto per l’estradizione in Italia, il ritorno alla loro casa parigina ai sette terroristi rossi che godono di protezione da parte del governo francese da circa una quarantina d’anni.

In ogni caso ci vorranno due o tre anni per estradare in Italia i terroristi rossi- condannati in Italia con sentenza definitiva- che sulla carta non godono più degli effetti dell’indegna dottrina Mitterrand che aiuto’in modo vergognoso circa 200 terroristi italiani ,garantendo loro impunità in Francia, ben oltre la morte del celebrato presidente socialista, con altri presidenti come Chirac e Sarkozy. La famosa Carla’ fu la paladina abominevole e snob dei terroristi, come l’alta borghesia milanese che brindo’ al ferimento di Montanelli. Protesse finché pote’ anche Cesare Battisti.

Con il governo Draghi almeno per 7 terroristi forse le cose dovranno cambiare, sia pure con una lentezza non accettabile. Uno di loro è tra gli assassini del commissario Calabresi. Il cui figlio giornalista, ancora una volta, è come se avesse rinnegato suo padre, preoccupandosi della salute del suo assassino e proclamandosi contrario alla sua detenzione in cella. Il fatto che suo padre Luigi non sia arrivato all’età dell’assassino Bompressi, per Calabresi pare un fatto del tutto marginale. Anche sua moglie Caterina Levi, militante politica, sarà forse della stessa idea del marito perché sua madre Natalia firmo’ il manifesto infame contro il commissario Calabresi, una macchia indelebile per tanti intellettuali che armarono la mano con le loro parole agli assassini del Commissario e del loro mandante Adriano Sofri, oggi considerato un venerato maestro che pontifica sui giornali.

Questa notizia – soprattutto quella dell’immediato ritorno in libertà in Francia dei 7 brigatisti – fa rimescolare di rabbia e suscita ricordi incandescenti in noi che abbiamo lottato contro il terrorismo, rischiando di persona. Troppi anni di impunità sostenuti e vezzeggiati dalla gauche porteranno ad un nulla di fatto perché le pastoie della giustizia ingiusta completeranno l’opera di Mitterand e dei suoi successori. La Francia non ha difeso il diritto di asilo a dei perseguitati politici, ma a delinquenti che si macchiarono di gravissimi reati di sangue.

La promessa di estradizione e’ apparsa sui giornali italiani come un’ottima cosa che chiuderebbe gli anni di piombo; invece essa nasconde le decine di anni di connivenza con i terroristi rossi e neri, anche se il numero altissimo dei rossi non è confrontabile con quello dei fascisti. Io sono stato attaccato da veri imbecilli in malafede che sostengono il perdono come unica scelta possibile, anche se non sono credenti.  Siamo all’assurdo che ai fascisti come tali, a prescindere dal loro operato, deve valere una damnatio memoriae senza fine. Ai comunisti delle Br e di Lotta continua vanno invece usati i guanti bianchi, dimenticandosi dei crimini commessi. Finora non ho ancora letto di qualche anima pia che offre il perdono cristiano, ma arriverà sicuramente anche chi perdona per conto terzi con la coscienza degli altri.  Il perdono non va confuso con il perdonismo a buon mercato per mostrare una generosità che non si possiede.

In nome di Carlo Casalegno e di Francesco  Coco, tanto per citare due nomi a noi molto cari, noi non ci riteniamo soddisfatti, ma siamo, al contrario, indignati come lo fummo, quando vennero ammazzate le loro vittime  Le operazioni di facciata che servono a fare propaganda, sono orribili e mostrano solo cinismo. Quello è un passato che non passa. Solo la nuova ministra della Giustizia italiana merita il nostro grazie, ma la sua opera rischia di naufragare già il giorno dopo. Tutti i suoi predecessori si rivelarono dei debosciati , salvo chi riporto‘ in tempi brevi l’infame Cesare Battisti dopo anni di protezione del dittatore Lula che forse confondeva Battisti con l’eroe della Grande Guerra.

Qui c’è gente condannata all’ergastolo che ha mai scontato un giorno di galera. I sostenitori di questi assassini sono gli stessi che applicano il garantismo a corrente alternata e diventano truci giacobini pronti a mozzare le teste solo degli avversari, anzi dei nemici politici. Questi 7 terroristi cercarono di minare alle radici la democrazia in Italia ed ebbero la protezione di un Presidente socialista che aveva militato nella Repubblica filonazista di Vichi.  L’umanitarismo socialista e’ un’altra cosa e non c’entra nulla con la complicità a favore di gente che non ha mai fatto cenno per pentirsi e per risarcire le famiglie delle proprie vittime. Queste sono le due condizioni per richiedere il perdono, i signorotti del crimine protetti dalla Francia sono persino orgogliosi del proprio passato criminale.

Appare indecente e persino ridicolo il solito manifesto di quattro intellettualoidi francesi che definiscono i sette latitanti come degli “esuli” e chiedono a Macron di mantenere i privilegi loro accordati da Mitterand. Ed appare ancora più incredibile che la cultura italiana, sempre disposta a firmare qualcosa, taccia su quanto sta accadendo.Di cultura vera e’ rimasto molto poco ed è quasi naturale che il culturame stile Murgia, taccia. Magari invece sta già preparando un corposo appello con Erri De Luca sull’ esempio francese a sostegno degli “esuli”. Craxi venne considerato un latitante e non un esule, ma per Bompressi e compagni che hanno ucciso,  tutto diventa lecito e possibile.

Per la festa dei lavoratori arriva il bus Ugl

Oggi venerdì 30 aprile arriva a Torino, in Piazza Castello, alle ore 10.30, la trentunesima tappa del tour itinerante promosso dall’UGL, a bordo di un bus, in occasione della Festa del Lavoro col motto “Il Lavoro Cambia anche Noi!”.

Il sindacato ha deciso di essere al fianco dei lavoratori con oltre 30 appuntamenti che si snoderanno lungo l’Italia e che si concluderanno sabato primo maggio a Milano.

 

L’obiettivo è quello di raggiungere nei singoli territori i propri iscritti, i dirigenti e tutti i lavoratori alle prese con una crisi economico-sociale che sta acuendo le disuguaglianze. All’incontro, tra gli altri, prenderanno parte: Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Armando Murella Segretario Regionale UGL Piemonte .

 

L’idea nasce dalla volontà dell’UGL di rivendicare la centralità del lavoro, andando nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive di tutto il Paese.

 

«Siamo qui a Torino per affrontare due temi che incidono profondamente sul tessuto sociale del territorio: le infrastrutture e la delocalizzazione. Occorrono, pertanto, nuovi criteri per monitorare la realizzazione delle opere infrastrutturali, per sistemi e settori. In tal senso è fondamentale garantire una corretta informazione alle imprese e cittadini sulle tempistiche di avvio e attuazione delle opere nei vari territori. A causa dei confini europei “sempre più mobili”, inoltre, assistiamo ad una lenta delocalizzazione che si muove su tre direzioni. La prima, secondo cui le fonti sono prodotte sempre più al livello locale e regionale, la seconda che registra il ruolo sempre più dominante, nel nostro ordinamento, delle fonti europee e la terza che vede la nascita di centri di produzione normativa diversi da quelli previsti in Costituzione. Come UGL riteniamo necessario promuovere la stipula di contratti di insediamento tra le imprese e la Regione Piemonte attraverso i quali si impegnano le aziende al mantenimento dell’attività per almeno sette anni dall’erogazione del contributo regionale. Purtroppo la vertenza-esempio, che ancora persiste e che coinvolge non solo il Piemonte è quella della Ex-Embraco per la quale l’UGL chiede che venga fatta chiarezza al più presto dopo oltre tre anni di assoluta incertezza per lavoratori e famiglie». Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il Segretario Generale UGL, Paolo Capone e Armando Murella Segretario Regionale UGL Piemonte.

 

Dopo Roma, Napoli, Messina, Reggio Calabria, Matera, Brindisi, Bari, Campobasso, San Salvo, Pescara, L’Aquila, Frosinone, Fiumicino, Cagliari, Rieti, Terni, Arezzo, Firenze, Casette D’Ete, Ancona, Ferrara, Venezia, Trieste, Monfalcone, Verona, Trento, Riva del Garda, Piacenza, Genova, Aosta e Torino il viaggio lungo le realtà italiane si concluderà sabato 1 maggio a Milano.

 

Nuoto, le gare del weekend a Torino

Al Palazzo del Nuoto di Torino, via Filadelfia 89, si svolgeranno le seguenti manifestazioni:

Sabato 1 Maggio – Prima prova di qualificazione Campionato Esordienti B su base regionale, con inizio gare alle ore 9 e prosecuzione per l’intera giornata. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210414110216&area=1&read=nuoto

Domenica 2 Maggio – Prova valida per la qualificazione al Trofeo delle Regioni – Esordienti A, con inizio gare ore 9.10 e 15. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210414111236&area=1&read=nuoto

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Domenica 2 Maggio

Nuoto Sincronizzato – Alla Piscina Stadio Monumentale di Torino, corso Galileo Ferraris 294, Campionato Italiano su base regionale – Propaganda – Tutte le Categorie. Inizio gare alle ore 9.10. Tutte le info qui: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?menu=agonismo&id_info=20210407110726&area=4&read=sincro

Pallanuoto femminile – Alla Piscina Vassallo di Bogliasco (GE), il primo concentramento del campionato Under 16. Due le partite che le pallanuotiste di Aquatica Torino disputeranno: alle ore 10 contro Sori Pool Beach e alle ore 11.45 contro U.S. Locatelli.

Le gare, come ormai di consueto, a porte chiuse.

(foto LC Zone)

Covid, negli ospedali riprendono gradualmente le attività ordinarie

Le Aziende sanitarie regionali possono “procedere e consolidare il ripristino delle attività ordinarie programmate e di screening- istituzionali ed in regime di libera professione intramuraria- nel rispetto delle norme, delle linee guida e delle buone prassi di riferimento per la prevenzione della infezione da Covid19”.

 

Così la nota che il Dirmei (Dipartimento interaziendale funzionale a valenza regionale “Malattie ed emergenze infettive”) e l’Unità di Crisi regionale per l’emergenza Covid hanno inviato in queste ore alle Direzioni generali delle Aziende sanitarie.

 

Per il Commissario dell’Area sanitaria dell’Unità di Crisi, dottor Emilpaolo Manno“L’attuale situazione epidemiologica, con il calo dei contagi, la riduzione del tasso di occupazione dei posti letto ordinari- scesi sotto la soglia del 40%- e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, seppur ancora superiore al livello di soglia, consentono ed in qualche modo impongono un graduale ritorno verso la normalità, anche in attesa di esaminare nel dettaglio i programmi predisposti dalle Aziende sanitarie.”

 

La sospensione temporanea di esami e visite, tranne quelli per urgenze, patologie oncologiche e percorso nascita, era stata decisa dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte il 9 marzo scorso, a causa dell’aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti Covid. Con l’attuale situazione epidemiologica è possibile tornare ad una graduale situazione di normalità negli ospedali.

 

“Con l’attuale situazione epidemica – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è possibile tornare ad una graduale situazione di normalità negli ospedali, utilizzando via via tutti i reparti non più occupati da pazienti Covid. Le Aziende sanitarie locali sono organizzate per provvedere al riordino delle attività ospedaliere ordinarie,  in sicurezza e in rapporto alle necessità.”

 

Gli arresti in Francia e la Torino degli anni di piombo

Io sono contento che abbiano arrestato i terroristi rossi in Francia e che i latitanti vengano arrestati.  Io disprezzo i terroristi siano di destra sia che si autodichiarino comunisti.  Siano islamici o di altre religioni. Aborro il termine stesso terrorismo. E non da oggi,  sia ben chiaro.

C’ è anche un pezzettino di mia vita politica nel combatterli con gli strumenti della legalità. Mi sono stupito nel 1988 quando Adriano Sofri venne accusato da Leonardo Marino di essere il mandante dell’omicidio del commissario Calabresi.  Marino era famoso negli ambienti della sinistra extraparlamentare di Torino,  anche perché tra i pochi operai di lotta continua.

Visto per allora questo Marino era considerato un facinoroso e violento e facilmente manipolabile. Ma da qui ad essere il palo per un omicidio ce ne passava. Ma sullo sfondo il servizio d’ordine di lotta continua. Direi proprio la via militare al socialismo.  Con loro comparvero per la prima volta i barotti (manici di piccone) camuffati da aste per bandiere. I caschi integrali e le chiavi inglesi.
Si seppe dopo che organizzavano collette per comprare armi. Alcuni di loro cominciarono ad esercitarsi in montagna per prepararsi all’immancabile rivoluzione. Molto attivo il circolo della val di Susa. Alcuni figli di ex partigiani si vantavano di utilizzare le armi nascoste dai padri. Molti di questi fondarono o aderirono a Prima Linea, organizzazione terroristica in competizione con le Brigate Rosse. Con due “filosofie” politiche diverse. Diciamola in questo modo. Prima Linea più spontaneista e dunque tragicamente naif.
Le Br più organizzate in clandestinità e autodefinizione di avanguardia delle masse popolari. Torino,  con la Fiat e la moltitudine di classe operaia era per loro miele. Curcio,  Mara Cagol vi si trasferirono per, appunto,  fare la rivoluzione. Ma c’erano le condizioni per farla? Assolutamente no.   Velocemente e tragicamente scivolarono dalla azione politica alla delinquenza comune. Addirittura ci fu chi fece , diciamo così,  il processo inverso.  Da detenuto,  conoscendo i ” politici ” in carcere , disse di passare dalla delinquenza alla rivoluzione socialista. Si pensi in quale infernale bolgia l’ideologia era finita. Nuclei Armati Proletari, da Torino  a Napoli,  andata e ritorno. Unica risposta per chi si opponeva al loro fare,  bene che andasse , veniva gambizzato. Sì, proprio così,  a Torino dal ’77 in avanti c’era da aver paura. E per due anni ogni mattina ci si svegliava con un fatto di sangue tra omicidi ed atti di violenza. Addirittura Massimo Mila,  partigiano,   legato al Partito Comunista ( era stato azionista ) invocò la pena di morte per questi reati. Sbagliava , ma interpretava un diffusa esasperazione.
Con buona pace di Adriano Sofri,  che oggi parla di inutile retata,  tra lui e Mario Calabresi e sua madre io sono felice e contento di essere dalla parte del commissario Calabresi.
Molti sostengono che è tutto inutile perché sono passati 40 anni. Ovviamente la prima obiezione è: meglio tardi che mai. Ma poi,  devono scontare la pena perché condannati dalla giustizia italiana. Senza se e senza ma. C’ è una decisa diversità tra vendetta e giustizia. La vendetta è intimidire. La mafia e il terrorismo sono la concretizzazione della vendetta. Lo Stato no.  Prima indaga , poi eventualmente giudica e condanna,  e poi punisce.  Appunto questa si chiama giustizia. Torino ha retto.  È stata dura ma ci è riuscita nel liberarsi della mostruosità del terrorismo rosso. Vero c’è ancora l’ombra della pagina del terrorismo nero.  Della collusione tra servizi segreti e  stragi,  le stragi di Stato. Vero perché sono due fenomeni complementari e speculari.
La democrazia è,  almeno per ora,  l’unico sistema che ( con tutti i suoi difetti )che  funziona. Teniamocela stretta.
Con in nostro dovere,  di chi c’ era, di ricordare  e continuare a raccontare.

Patrizio Tosetto

“Camera doppia”, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model

“CAMERA DOPPIA” In mostra al “Centro Italiano per la Fotografia” di Torino, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model, contrapposta alla perfezione delle immagini glamour di Horst P. Horst. Fino al 4 luglio

Di certo non è proprio una silfide la giovane paciosa bagnante colta sulla spiaggia di Coney Island nell’estate del ’39. Ma lei stessa è la prima a non farsene un cruccio, affrontando con un largo sorriso la sfida della macchina fotografica. Di tutt’altra pasta l’armoniosa studiata perfezione del corpo della giovane modella in costume da bagno rigorosamente d’epoca – con cuffia e un’enorme palla rossa tenuta in aria dalle gambe sollevate – apparsa in copertina di “American Vogue” il 15 maggio del ’41.

A firmare i due scatti due assoluti geni della fotografia mondiale del secolo scorso: Lisette Model (Vienna, 1901 – New York, 1983) e Horst P. Horst (al secolo Horst Paul Albert Bohrmann, 1906 – 1999), tedesco naturalizzato statunitense. Assolutamente diversi fra loro, pur nella comune e totale grandezza. Ironica e dissacrante “street photographer” lei e genio della fotografia di moda lui, massime icone entrambi nel proprio specifico genere fotografico e autentici maestri e ispiratori per intere generazioni. A loro, “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, di via delle Rosine a Torino, dedica attraverso il format “CAMERA DOPPIA”, le personali “Lisette Model.Street Life” e “Horst P. Horst. Style and Glamour”. Anime diverse. Poetiche che fanno a pugni. Unite però nella suggestione di un miracolo creativo che nasce e cresce vieppiù in ogni immagine.

A Lisette interessano soggetti “raccattati” per strada, in disaccordo con la vita, quella in particolare dei borghesi benpensanti e benestanti, soggetti che quasi diventano “caricature di se’ stessi” (come la bizzarra “Donna col velo” ritratta a San Francisco nel ’49), spiriti liberi a loro totale agio in una società “goffa e decadente”; Horst, invece, è fotografo-scultore di classiche armonie femminili, genio del “glamour” e le sue modelle ci si pongono davanti in tutta la loro spietata e statuaria bellezza. Di Lisette si diceva che scattasse fotografie con tutto il suo corpo e che della strada prediligesse cogliere al volo i momenti più curiosi e grotteschi, mentre il tedesco Horst respingeva per cultura e per mestiere tutto ciò che non fosse cura e perfezione e dettaglio. “E’ facile immaginare – sosteneva la fotografa – quanto sia noiso dipingere un bel corpo. Ma un corpo brutto è molto affascinante”.

Teoria ben sviluppata nelle sue 130 fotografie esposte nella mostra (curata da Monica Poggi) a “CAMERA”, la prima antologica realizzata in Italia. Ad affiancarle, le 150 firmate da Horst in un’ampia antologica presentata con la saggia curatela di Giangavino Pazzola. Accostamento non facile, ma nel complesso riuscito perché in un caso e nell’altro sempre di grandi opere trattasi. La “CAMERA DOPPIA” si presta dunque bene a contenerle tutte quante, senza rischiare d’inciampare in spiacevoli paragoni che non troverebbero ragion d’essere nella logica delle cose. Per entrambi gli artisti, l’avvicinamento al mondo della fotografia inizia a Parigi negli anni Trenta. Nel ’37 Lisette sposa il pittore Evsa Model e con lui si trasferisce a New York, dove le sue fotografie iniziano sistematicamente ad apparire su riviste come “Harper’s Bazaar”, “P. M. Magazine”, “Vogue” e “The Saturday Evening Post”.

A stregarla è la grande città con tutte le sue nevrosi, il passeggio sguaiato osservato con sfrontatezza e dissacrante ironia, è lei stessa a ritrarsi attraverso i riflessi creati dalle vetrine dei negozi e attraverso le gambe di frenetici passanti. “Le merci e gli edifici si fondono e confondono con le persone che passeggiano in un insieme che è al contempo surreale e documentario”. Non mancano anche gli scatti realizzati all’interno dei locali di musica jazz ad alcuni grandi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Ella Fitzgerald e Louis Armstrong. Per Horst, la mostra presenta sessant’anni di carriera: dai primi successi con “France Vogue” nell’Europa fra le due guerre (1931 – 1939), all’affermazione negli States dove ottiene la cittadinanza nel ’43, fino ad arrivare al termine della carriera negli anni Ottanta. A fare da “trait d’union” le sorprendenti immagini d’interni, case e giardini di personaggi celebri commissionatigli da “Vogue”.

In Italia, Horst realizza scatti superbi all’appartamento romano dell’artista Cy Twombly e alla tenuta Agnelli di Villar Perosa, all’interno della quale posa un’elegantissima Marella. Cui il fotografo certamente si riferiva nel dire: “La moda è espressione del proprio tempo. L’eleganza è un’altra cosa”.

Gianni Milani

“Lisette Model. Street Lyfe – Horst P. Horst. Style and Glamour”
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/ 0881150 o www.camera.to
Fino al 4 luglio Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19; giov. 11/21

Nelle foto:

– Lisette Model: “Coney Island Bather”, New York, ca. 1939
– Horst P. Horst: “American Vogue Cover”, 15 May, 1941
– Lisette Model: “Woman with veil”, San Francisco, 1949
– Horst P. Horst: “Madame Bernon, corset by Detolle for Mainbocher”, Paris, 1939

 

Nuova rotta Torino-Rodi operativa ogni settimana da luglio

Cresce il network di destinazioni dell’Aeroporto di Torino per l’estate 2021. Ryanair ha infatti annunciato l’introduzione di una nuova rotta Torino-Rodi, operativa ogni settimana da luglio, come parte integrante dell’operativo estivo sul mercato italiano.

Il nuovo collegamento amplia ulteriormente l’offerta Ryanair da Torino su cui, come annunciato recentemente, per questa estate saranno operative anche le nuove rotte per Chania, Corfù, Leopoli, Palma di Maiorca e Pescara.

Questo l’orario con cui verrà effettuato il volo, operato ogni mercoledì:

Tratta                   Orario partenza                Orario arrivo

Rodi –Torino      18:05                                     20:05

Torino –Rodi      20:30                                     00:30

Ryanair conferma il proprio impegno su Torino e si aspetta che il suo operativo estivo 2021 contribuirà a stimolare il traffico aereo regionale e la ripresa del settore turistico, mentre l’implementazione dei programmi di vaccinazione prosegue e l’Europa riaprirà in tempo per le vacanze estive.

I consumatori italiani possono ora prenotare i propri viaggi a tariffe ancora più basse e con la possibilità di usufruire dell’offerta “Zero Supplemento Cambio Volo” nel caso in cui i loro piani dovessero subire modifiche.

Per l’occasione, Ryanair ha lanciato un’offerta speciale con tariffe disponibili a partire da soli €19.99 per i viaggi fino alla fine di ottobre 2021, che devono essere prenotati entro la mezzanotte di sabato 1° maggio sul sito Ryanair.com.

Il Direttore Commerciale di Ryanair, Jason Mc Guinness, ha dichiarato:

“Mentre i programmi di implementazione delle vaccinazioni continueranno nei prossimi mesi, il traffico aereo è destinato a crescere questa estate e siamo lieti di annunciare la nuova rotta da Torino a Rodi, operativa ogni settimana da luglio come parte integrante dell’operativo di Ryanair per l’estate 2021 sul mercato italiano.

I clienti Ryanair possono ora prenotare la loro meritata pausa estiva con la certezza che se i loro piani dovessero cambiare, possono spostare le date di viaggio due volte senza pagare il supplemento di cambio volo fino alla fine di ottobre 2021, e pagando solo l’eventuale differenza di prezzo tra il volo originale ed il nuovo volo.

Per l’occasione, abbiamo lanciato un’offerta speciale con tariffe a partire da soli € 19.99 per viaggi fino alla fine di ottobre 2021. I voli devono essere prenotati entro la mezzanotte di sabato 1 maggio. Poiché queste incredibili offerte andranno a ruba rapidamente, invitiamo i clienti a collegarsi al sito www.ryanair.com per non perdere l’occasione”.

L’Amministratore Delegato di Torino Airport, Andrea Andorno, ha commentato:

“Siamo soddisfatti che Ryanair aumenti il proprio network da Torino, aggiungendo il nuovo volo settimanale verso Rodi per la stagione estiva 2021. La compagnia aerea ora serve dal nostro scalo un ventaglio di 20 destinazioni, ben distribuite tra mete nazionali e internazionali, e rappresenta il primo vettore per numero di rotte operate da Torino.

Con questo nuovo collegamento verso la Grecia si amplia la scelta per i passeggeri del nostro territorio di poter pianificare le proprie vacanze estive: grazie alla prosecuzione della campagna vaccinale, aumenta la possibilità di viaggiare in sicurezza da e per il nostro territorio, con una scelta sempre crescente di destinazioni turistiche di grande richiamo”.

 Grimaldi (LUV): «lo strano caso dell’algoritmo piemontese, sequenza vaccini senza logica»

«Chiedere a Icardi quali siano gli intoppi che penalizzano il Piemonte nella sua campagna vaccinale è esercizio inutile, risponderà sempre che tutto va bene. Ma basta ascoltare e leggere le numerose lamentele dei piemontesi riguardo ai disservizi della macchina vaccinale per sbugiardare questa retorica:

le vaccinazioni piemontesi seguono un criterio randomico, ci sono sessantenni vaccinati prima dei settantenni o dei fragili e dei loro caregiver (solo il 48% è stato vaccinato), e mariti e mogli nella medesima condizione di età e salute che sono vaccinati a giorni di distanza e – talvolta – mandati in città diverse. Ma soprattutto ci sono almeno 17 mila over 80 che attendono ancora la prima dose, a due mesi dall’inizio della vaccinazione della categoria dei più anziani: Cirio, Icardi e Rinaudo hanno toppato tutte le scadenze e i Piemontesi più fragili non sono ancora protetti» – è il commento di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

«Ma non solo è una questione di numeri deficitari – prosegue Grimaldi – c’è anche la percezione di una campagna vaccinale che prosegue per caso, più che di programmazione si può parlare di casualità nell’essere o meno chiamati tempestivamente a fare il vaccino, a seconda dell’Asl di riferimento, della città di residenza o di un medico di famiglia invece di un altro, tutti criteri che accrescono le diseguaglianze di trattamento senza un valido motivo. A questo proposito – conclude Grimaldi – la scelta della nostra Regione di dotarsi di una piattaforma informatica autonoma non pare essere stata una grande idea: per un utente che chiede di essere vaccinato è spesso impossibile sapere se la propria adesione sia andata a buon fine e conoscere per tempo la data della propria prima dose di vaccino. Dopo aver aderito i piemontesi attendono, spesso invano, il buon esito della procedura, ed entrano in un limbo in cui rimangono per giorni o settimane: era proprio necessario inventarsi una piattaforma web quando ne esiste una nazionale che funziona molto bene ed è adottata da quasi tutte le Regioni?».

Costanzo, (Misto): “Quando la risposta su Italcomp?”

“Complice la questione di fiducia posta sul decreto legge “elezioni”, da regolamento tutte le attività parlamentari rilevanti si sospendono, incluse le risposte alle interrogazioni, tra cui quella a mia prima firma su Italcomp che era in programma mercoledì  pomeriggio.

 

Al momento non è dato sapere a quando è stata posticipata la risposta, che però è quanto mai urgente visto che la Direzione Generale degli ammortizzatori sociali del Ministero del lavoro, nonostante le innumerevoli telefonate che faccio ogni giorno, non dà riscontri.

In particolare urge sapere se il Ministero del Lavoro – presente lo scorso venerdì al Tavolo del MISE presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde – intenda verbalizzare l’autorizzazione al curatore fallimentare dell’ Ex Embraco alla richiesta di cassa Covid-19. 

Evidentemente alla Direzione degli ammortizzatori sociali sono tutti impegnati in riunioni più importanti che dare un riscontro da cui dipende il futuro di 700 famiglie.

Intanto da questa mattina si rincorrono voci sul gigante NIDEC GLOBAL APPLIANCE dal Brasile sarebbe interessato allo stabilimento ACC di Mel, ma non al progetto ITALCOMP. Ecco che le diverse posizioni al MISE, tra il Ministro Giorgetti e la sottosegretaria Todde, iniziano ad avere un perché.  In tutto questo tira e molla, tuttavia, il futuro di ACC è sempre in bilico e i lavoratori di Borgo Valbelluna si son già visti ridurre lo stipendio e non sanno se riceveranno quello di maggio.

L’unica certezza al momento è che per chi fa parte del governo è più importante il decreto Elezioni-Voti che salvare il nostro tessuto produttivo e le centinaia di famiglie a rischio”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Gruppo Misto).

Modello Torino: eliminare le panchine per ridurre lo spaccio (e tenere anziani e bimbi in casa)

…E poi dicono che la Torino del Movimento 5(mila) poltrone non ha idee brillanti.

Aurora, uno dei tanti borghi cittadini in mano a spacciatori, violenti, bande di teppisti, ha finalmente risolto i suoi problemi grazie ad una geniale idea della giunta pentapoltronata. Si sono mandati in galera i delinquenti? Certo che no, non sarebbe politicamente corretto. Perché i poveri criminali esprimono il proprio disagio, dunque il Sottosistema Torino deve proteggerli.

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Modello Torino: eliminare le panchine per ridurre lo spaccio (e tenere anziani e bimbi in casa)