ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Brigitte Riebe “Una vita da ricostruire” -Fazi- euro 17,50

Questo è il primo romanzo -a sfondo storico- della scrittrice tedesca pubblicato in Italia, è anche il primo della trilogia “Le sorelle del Ku’damm” ed inizia nel maggio del 1945 in una Berlino quasi rasa al suolo dalla guerra.

Protagoniste sono le giovani sorelle Thälheim; rampolle di una famiglia di ricchi commercianti, proprietari dei grandi magazzini di lusso nella via centrale della città – il viale Kurfürstendamm- che ora si trovano di fronte a un cumulo di macerie. La loro fortuna è stata disintegrata dalle bombe e loro devono ricominciare a costruire la loro vita e il loro futuro.

Sono la 26enne Rike, energica, determinata e abile negli affari; la solare, spensierata e bellissima Silvie che attira gli uomini come mosche; e la piccola Flori che sogna di diventare una pittrice.

Devono affrontare un mare di difficoltà in una Berlino che fa i conti con la sconfitta e si arrabatta come può tra penuria di cibo, fame e freddo, mercato nero. Poi ci sono anche le violenze da parte dei Russi entrati in città, che fanno man bassa di tutto, compresa la magnifica villa della famiglia Thälheim.
A requisirla per le sue truppe è il durissimo ufficiale Natalia Petrowa con al seguito una ciurma di soldati che devasta letteralmente la casa.

Le sorelle trovano rifugio nell’alloggio della nonna in un altro quartiere, angosciate dall’eventualità che i soldati russi scovino il tesoretto che la famiglia ha sotterrato in giardino, e incerte su come sopravvivere senza mezzi.
Ad aggiungere patos c’è anche l’attesa di riabbracciare il padre Friedrich e il fratello Oskar dei quali non hanno più avuto notizie.

Di altro vi anticipo solo che sarà Rike ad avere l’idea vincente di recuperare due macchine da cucire e scampoli di stoffe messi in salvo, per dare vita a una sfilata di moda tra le macerie.
Una sorta di riscossa per alleggerire gli animi piegati dal conflitto, che prelude a futuri successi, anche grazie all’accortezza della fanciulla.

Godetevi il racconto tra colpi di scena, eredità, e paternità incerte. Tutto condito dalla piacevolissima scrittura dell’autrice che, nata nel 1953, ha al suo attivo molti romanzi ambientati in epoche storiche molto diverse tra loro e una serie di thriller collocati sullo sfondo degli anni 90…..e già vorremmo il seguito di “Una vita da ricostruire”.

 

Hervé Le Tellier “L’anomalia” -La Nave di Teseo- euro 20,00

Avveniristico, visionario, geniale e inquietante. E’ il romanzo dello scrittore, poeta e linguista francese Hervé Le Tellier che ha fatto man bassa di successo di critica e pubblico, ha vinto il prestigioso Premio Goncourt 2020 e ispirerà anche una serie tv .
“L’anomalia” è’ un romanzo costruito intorno a un’ipotesi tecnologico-filosofica: affronta il tema del doppio e viaggia ad alta quota, tra realtà e fantasia, scienza e mistero quasi diabolico, ed è di quelli che inchiodano il lettore e lo avviluppano fino all’ultima pagina.
Tutto ha inizio il 10 marzo 2021 quando un Boeing della Air France partito da Parigi, destinazione New York, sfiora la tragedia durante 5 minuti di puro terrore per i 243 passeggeri. Viene come risucchiato dai turbini, e ne esce grazie alla bravura del comandante David Markle, che riesce a farlo atterrare apparentemente senza grandi danni.
Ma lo stesso aereo, con lo stesso equipaggio, e identici passeggeri – eccetto due che nel frattempo sono morti- atterrerà una seconda volta il 21 giugno. Due aerei identici nel giro di pochi mesi; decisamente un’incredibile anomalia sulla quale si scervelleranno presidenti di mezzo mondo, i migliori scienziati e i principali capi religiosi.
All’atterraggio del clone i servizi segreti riuniscono in un hangar tutte le persone a bordo e si spaccheranno la testa per capire come sia stato possibile e che cosa voglia dire un evento così eccezionale.
E qui il romanzo diventa corale grazie alle vicende di alcuni passeggeri che l’autore ricostruisce.
Inspiegabile ma affascinante è il fatto che nel frattempo, tra marzo e giugno, le loro vite sono andate avanti; alcuni si sono amati, altri lasciati, altri ancora sono morti. Come David che non è riuscito a sconfiggere un cancro fulminante e lo scrittore senza successo Victor Miesel che si è suicidato lasciando al suo editore il manoscritto “L’anomalia”, che pubblicato postumo diventerà un caso letterario.
A dare corpo al rebus, contribuisce la maestria di Le Tellier che ricompone le vite di 11 passeggeri in particolare, che si sono sdoppiati; tanto che la bambina Sophia March (atterrata a marzo) si trova a giocare con il suo clone Sophia June (atterrata a giugno).
Tra gli altri, il sicario Blake –spietato, abile e calcolatore- che per non essere scoperto si è costruito una vita borghese con moglie e figlia.
La montatrice per il cinema, Lucie, amore perduto dell’archistar André Vannier; un rapper diventato famoso grazie a Youtube; un’avvocatessa di colore in attesa del figlio dall’uomo che ama. E altri ancora, in un avvicendarsi vertiginoso che costringe ogni personaggio a confrontarsi con il suo doppio.

 

Enrico Pandiani “Lontano da casa” -Salani- euro 16,80

Lontani da casa sono i principali protagonisti di questo ultimo romanzo dello scrittore torinese Enrico Pandiani, che ha esordito nel 2009 con la fortunata serie noir “Les italiens”, ed è anche l’autore di altri 3 romanzi con al centro l’investigatrice privata Zara Bodzaves.

Questa storia ruota intorno al senso di lontananza: quella geografica di chi è un immigrato di colore, quella spaesata di chi vive nella periferia più povera di una grande città come Torino, o ancora la lontananza affettiva e sentimentale.

Pandiani entra subito a gamba tesa nel giallo, con il ritrovamento in un giardino pubblico del cadavere, completamente nudo e massacrato di botte, di un giovane di colore che molti definiranno in senso spregiativo “negro”.

E’ Taiwo e per un breve lasso di tempo aveva avuto una relazione con Jasmina. Giovane donna di origine iraniana, che ha messo la sua vita al servizio del prossimo: insegna italiano agli immigrati, tiene compagnia ad un’anziana signora sola e abbandonata dai figli, lavora in un centro che aiuta barboni e disperati in genere a sopravvivere e li soccorre con cibo e attenzioni.
E’ tra le prime ad arrivare sul luogo del ritrovamento e nel volto martoriato della vittima riconosce subito il giovane suo ex allievo col quale aveva avuto una storia ormai finita. Di lui aveva perso le tracce, sapeva solo che si era infilato in un brutto giro. Ma nulla giustifica la furia omicida che ha fatto a pezzi Taiwo.
Per nulla convinta della prima versione ufficiale della polizia -che ritiene si sia trattato di un regolamento di conti tra bande di spacciatori- la giovane vuole capire chi ha infierito tanto brutalmente sul giovane e perché.

Nella sua ricerca dei colpevoli, Jasmina trova un’alleata inaspettata: è l’ispettrice Pandora Magrelli, donna scontrosa e ispida, tendente al razzismo, ma decisa a voler far luce sull’omicidio. Le due donne non potrebbero essere più diverse e per molti versi diametralmente opposte, ma entrambe sono determinate a risolvere il caso. Questo tratto comune sarà alla base della loro collaborazione, che non è ufficiale ma si rivelerà strategica.
Un romanzo in cui Pandiani racconta la difficile vita in periferia e il degrado che affossa la vita di chi vive ai margini e fa di tutto per campare, anche al di là della legge.

 

Alessia Gazzola “Un tè a Chaverton House” -Garzanti- euro 16,40

Alessia Gazzola è davvero abilissima nell’inventare eroine a getto continuo, diverse tra loro, tutte accattivanti e testimonial della fantasia e creatività dell’ex medico legale diventata scrittrice di enorme successo.
Così dopo l’allieva Alice Allevi (trasportata anche su piccolo schermo e incarnata dall’attrice Alessandra Mastronardi), l’illustratrice Lena e la paleopatologa Costanza, ora a prendere vita è la 27enne Angelica Bentivegna.

Il romanzo inizia come una fiaba in cui 3 fate dispensano doni ai nascituri; ad Angelica hanno regalato buonumore, docilità di temperamento e un talento infallibile con i lievitati.
E lei ci è simpatica fin da subito.
E’ una giovane ironica, laureata in lingue e letterature straniere, con una specie di ossessione per i classici inglesi. E’ reduce da una supplenza finita male, e sbarca il lunario lavorando in una modesta panetteria senza futuro.

Quando si trova di nuovo senza un lavoro, più precaria che mai, scansa con abilità i rimbrotti materni che la vorrebbero immersa in una carriera al top -come quelle di suoi due perfetti e vincenti fratelli- e si scervella sulla direzione da dare alla sua vita.
La strada le viene praticamente indicata dall’anziana zia che le chiede di risolvere un mistero di famiglia: scoprire che fine ha fatto il bisnonno che tutti credono sia morto in guerra. Indagine che cade a puntino in un momento di stallo nella vita di Angelica.
Parte in quarta con le ricerche, contatta persone che hanno conosciuto il suo antenato, scopre che era stato fatto prigioniero dagli inglesi e chiuso in un campo, però poi aveva deciso di restare in Inghilterra, lasciandosi dietro moglie e figlie.

Angelica vola nella campagna del Dorset, approda nella magnifica residenza blasonata di Chaverton House, dove il bisnonno aveva lavorato, e si tuffa in registri e testimonianze varie che le permettono di ricostruire i fatti e far luce sul mistero della sua scomparsa dai radar dei familiari.

In parallelo alle indagini, Angelica, vive anche una fase importante della sua vita. Decide di fermarsi in Inghilterra più a lungo del previsto e temporaneamente farà da guida turistica a Chaverton House, in attesa di incontrare le persone che il bisnonno l’avevano conosciuto.
E la sua vita prenderà una piega inaspettata.
Di più non va raccontato, però sappiate che in questo piacevole romanzo Alessia Gazzola occhieggia a atmosfere affascinanti che ricordano Dowton Abbey, sciorina umorismo british, imbastisce con leggerezza e incanto anche storie d’amore e romanticismo.

I carabinieri arrestano idraulico pusher

Torino. Continuano i controlli antidroga dei carabinieri, arrestati due pusher e sequestrati 332 involucri di cocaina

​Torino, 29 maggio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare lo spaccio di stupefacenti, i carabinieri hanno arrestato due spacciatori.
A Torino, nel quartiere Lingotto, è finito in manette un cittadino senegalese 23enne che a seguito di un controllo in strada è stato trovato in possesso di 51 dosi di cocaina pronte per la vendita, per un totale di oltre 50 grammi di stupefacente. Nella successiva perquisizione in casa i militari dell’Arma hanno rinvenuto ulteriori 281 involucri termosaldati della stessa sostanza, del peso complessivo di 250 grammi circa, nonché 1.250 euro in contanti ritenuti provento dell’illecita attività di spaccio.
A Baldissero Torinese, nell’hinterland del capoluogo piemontese, stessa sorte è toccata a un idraulico 24enne del luogo. L’uomo è stato controllato alla guida della propria autovettura e nel vano portaoggetti del mezzo sono stati trovati alcuni grammi di marijuana. Nel successivo controllo in casa sono stati rinvenuti ulteriori 16 grammi di hashish, una dose di cocaina, oltre ad un bilancino di precisione e 300 euro in contanti.

Tav: Gariglio (Pd), con Commissario nuove risorse dall’Ue

“Con il prossimo commissariamento della tratta italiana della Torino – Lione, richiesto da mesi dal PD, viene data finalmente una accelerazione decisiva al completamento della Tav”:

è quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti di Montecitorio, sull’annuncio del governo.
“Sarà ora necessario procedere rapidamente alla progettazione del tratto da Bussoleno a Torino ed utilizzare le ulteriori risorse messe a disposizione dall’Unione Europea”: conclude Davide Gariglio.

Lettera aperta ai cristiani di Torino

Caro Direttore, nel prossimo autunno noi torinesi andremo alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale e scegliere il nuovo Sindaco.

Nella scheda elettorale ritroveremo lo Scudo-Crociato della Democrazia Cristiana, il partito che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa.
Se nella Chiesa, come sosteneva il cardinal Ruini, si è fatto strada “un pluralismo marcato”, non si può escludere, tra le altre, l’opzione a favore di chi assume come riferimento l’intero messaggio sociale del Cristianesimo.

Possono esserci forze politiche che, in misura maggiore o minore, accettano taluni aspetti della Dottrina sociale, ma solo la Democrazia Cristiana fa integralmente proprio il suo insegnamento, efficacemente sintetizzato nel Compendio, dove – a sostegno di un’ispirazione permanente e non episodica – l’autore maggiormente citato resta San Tommaso.
Questo rafforza la scelta a favore di una presenza pubblica non effimera ed ancillare, supportando la concezione del partito come occasione per una testimonianza integrale, non parziale.
Dal pluralismo delle scelte dei credenti si è passati repentinamente all’auspicio secondo cui “sta al singolo cattolico essere capace di portare avanti i valori fondamentali all’interno del partito”, senza che questa ulteriore metamorfosi abbia sortito i risultati attesi.
Affermava giustamente Luigi Sturzo: “La mia esperienza mi ha sempre provato che i cattolici che entrano in partiti strettamente politici, non solo perdono il senso dell’apostolato sociale che si trova nei partiti di ispirazione cristiana, ma si attaccano troppo agli aspetti materiali e utilitari della politica (…) questi cattolici diventano spesso una minoranza isolata in mezzo a una maggioranza troppo materialista e realista”.
La profonda crisi degli attuali partiti, dove i credenti non sono riusciti a diventare “sale e lievito”, ha portato all’immiserimento della vita pubblica italiana.
Essa si è allontanata dai fondamenti cristiani ed è ostaggio di modesti contendenti agnostici. La crescente denatalità minaccia l’estinzione del Paese e contribuisce a deprimere ulteriormente un’economia nazionale asfittica, priva di scelte innovative e coraggiose. Il tessuto sociale regista disgregazione e rancore, mentre lo slancio del volontariato, spesso di matrice cristiana, riesce con fatica a lenire ferite ed ingiustizie crescenti. Il degrado culturale, anche nei suoi fenomeni popolari, assume toni sempre più ostili, irridenti, di ostentata avversione nei confronti dei simboli, della sensibilità e della tradizione cristiana.
Gli appelli ad un indefinito rinascimento, fondati su presupposti deboli ed effimeri, cadono nel vuoto.
La consapevolezza di non riuscire a rappresentare adeguatamente il messaggio sociale del cristianesimo non può costituire un alibi per sottrarsi all’impegno politico, “la più alta forma di carità”, come affermava San Paolo VI.
L’impegno politico, non canalizzato in un partito organizzato e popolare, resta subalterno ad una visione padronale ed oligarchica della politica, supina e compiacente nei confronti del pensiero unico, estraneo ai veri bisogni popolari.
Come diceva il cardinal Bagnasco, introducendo l’incontro di Todi, il fondamento della presenza sociale e civile dei cristiani “è quel guardare fermamente al volto di Cristo che con la forza del suo Spirito sprigiona dinamismi virtuosi d’intelligenza e di dedizione. Qualora si sbiadisse questo primato, i cristiani sarebbero omologati alla cultura dominante e a interessi particolari”.
Riprendendo Luigi Amicone intendiamo cultura e politica non “supplementi d’anima pia”, ma “coscienza critica e sistematica della realtà. In pratica: scuole libere, opere di carità, giornali, musica, letteratura, scienza”. E non solo.
Questa premessa si collega strettamente al ruolo delle amministrazioni locali, soprattutto quelle dei grandi centri del Paese, dove i Consigli comunali rappresentano il luogo immediato dell’indirizzo della società e la sede delle scelte in materia di educazione infantile, assistenza sociale, ambiente, salute, sicurezza, programmazione, uso e promozione del territorio.
Anche a Torino.
Dove giudichiamo negativamente le scelte degli ultimi venticinque anni, coincidenti con l’assenza della Democrazia Cristiana.
Ad eccezione dell’effimera stagione dell’evento olimpico, per il quale la città ha pagato un conto salato e sproporzionato, riteniamo che una politica estranea all’ispirazione cristiana abbia avuto conseguenze pesanti e negative.
Scandite da una triste sequenza:
la deindustrializzazione che ha privato del lavoro i ceti più deboli, limitando le prospettive delle generazioni più giovani, avvalendosi addirittura della compiacenza dell’amministrazione comunale;
l’illusione determinata da modelli di sviluppo alternativi impraticabili o perseguibili molto marginalmente (turismo ed effimero);
la disattenzione nei confronti di quanto era rimasto (sistema fieristico, cultura e formazione di qualità);
il perseguimento degli interessi di una minoranza a discapito degli altri (Sistema Torino);
la disattenzione verso servizi e fiscalità favorevoli alle famiglie e la prevalenza dello statalismo sul privato sociale;
il passaggio dall’eccesso progettuale (mai concretizzato) al completo immobilismo;
l’estraneità, se non l’ostilità, nei confronti dei temi propri dell’etica cristiana (difesa della vita, attenzione ai più deboli, sostegno alle famiglie con figli e libertà di educazione).

In definitiva nell’ultimo quarto di secolo la politica locale ha favorito il declino della città, manifestando uno scarso senso del bene comune ed una preclusione alla sussidiarietà ed ai valori tipici dell’umanesimo cristiano.
Per questo riproponiamo la Democrazia Cristiana, rivolgendoci a quanti intendono scrivere insieme a noi una pagina nuova fondata sulla condivisione e sulla promozione di una presenza ispirata all’insegnamento sociale della Chiesa.
Esso costituisce il fondamento di un programma che, partendo dalla Storia della nostra comunità – di cui siamo stati protagonisti – attraverso la Solidarietà, la Sostenibilità, i Servizi e la Sicurezza, riesca ad attrarre Investimenti e Lavoro.
Un’ispirazione capace di animare numerosi e concreti progetti, in piena sintonia con quella cultura dell’ascoltare e del fare tipica dell’azione della Democrazia Cristiana.

La Dc torinese

Nuoto, i risultati del weekend

Nuoto – Al Palazzo del Nuoto di Torino, via Filadelfia 89, si è svolta nelle giornate di ieri, sabato 29, e oggi, domenica 30 maggio la seconda prova di qualificazione ai Campionati Italiani di Categoria

Qui i risultati: https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/risultati_settori5.asp?id_manifestazione=1636&menu=agonismo&area=1&read=nuoto

Pallanuoto – Alla piscina Stadio Monumentale di Torino, corso Galileo Ferraris 294, ieri, sabato 29 maggio, per il Campionato Regionale U14 Silver, si sono disputate le seguenti partite, a fianco i risultati: Torino 81/Aquatica To Bianchi 3 – 10

Hydro Sport/Dinamica Susa 7 – 5

Torino 81/Dinamica Chieri 6 – 5

Hydro Sport/Aquatica To Bianchi 6 – 19

Dinamica Susa/Dinamica Chieri 7 – 4

Per il Campionato Regionale U14 Gold, si sono disputate le seguenti partite, a fianco i risultati:

Torino 81 Giallo/Torino 81 Blu 16 – 1

Aquatica Torino Azzurri/Dynamic Sport 14 – 3

Torino 81 Blu/Waterpolo Novara 12 – 1

Torino 81 Giallo/Dynamic Sport 14 – 7

Aquatica Torino Azzurri/Waterpolo Novara 25 – 3

Oggi, domenica 30 maggio. per gli spareggi U16, si sono disputate le seguenti partite, a fianco i risultati:

Torino 81 Giallo/Aquatica To Bianchi 16 – 9

Torino 81 Blu/Aquatica To Azzurri 6- 10

Dinamica Ssd/Waterpolo Novara 3 – 27

VO2/Dynamic Sport 4 – 13

 

Sincronizzato – Alla Piscina Sisport-Usmiani di Torino, via Olivero 40, oggi, domenica 30 maggio, si è svolta la prova di qualificazione regionale per Campionati Italiani Ragazzi/Esordienti A – Prove Libere + Obbligatori. Qui i risultati https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/risultati_settori5.asp?id_manifestazione=1649&menu=agonismo&area=4&read=sincro

(foto Ligas)

Passeggero molesto sul tram Arrestato dalla Squadra Volanti

Martedì pomeriggio un uomo si reca presso la fermata del tram in corso Belgio.

E’ cittadino italiano di 30 anni: molesta i passeggeri in attesa, chiedendo insistentemente una sigaretta. Una volta ottenuta, il trentenne inizia a fumare, salendo poi sul mezzo pubblico, giunto nel frattempo. L’autista lo redarguisce, intimandolo di spegnere immediatamente la sigaretta ed indossare la mascherina. Il passeggero da subito in escandescenze, minacciando di morte la dipendente della Gtt e colpendo il divisorio della postazione dell’autista con una serie di pugni e calci. Non pago, dopo pochi istanti il reo afferra la catenella divisoria, rompendola all’estremità, e la indossa al collo. La dipendente allerta il 112 NUE, mentre il trentenne nel frattempo inizia ad urinare per terra e sui sedili del mezzo.

La Volante giunta sul posto ferma l’uomo, da subito ostile e poco collaborativo. Durante il controllo, questi, con atteggiamento di sfida, si sfila la maglietta e, conservando trionfante la catenella divisoria intorno al collo, mima mosse di attacco contro gli operatori.

Con diversi precedenti di Polizia ed un avviso orale del Questore di Torino, è stato arrestato per violenza e minaccia a P.U, danneggiamento aggravato e deferito per oltraggio a P.U. ed interruzione di servizio pubblico.

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

 Edizione 2021 Secondo appuntamento – giugno 2021:

“Utile” di Erika Nevia Cervo (2020)

Inaugurazione in presenza e in diretta Facebook > Giovedì 3 giugno, alle ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

 

Giovedì 3 giugno alle ore 18.30 si inaugura in Piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook – @flashbackfair – il secondo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback, con l’opera Utile di Erika Nevia Cervo (2020).

 

Dopo la tavola imbandita del progetto senzazioni di Emanuela Barilozzi Caruso (esposto in Piazza Bottesini a partire dal 5 maggio), che aveva preso corpo a Palermo a casa dell’artista nel marzo di quest’anno, il racconto visivo e artistico della fase che stiamo vivendo attraverso le opere delle vincitrici della call di Opera Viva Barriera di Milano prosegue con il manifesto di Erika Nevia Cervo, Utile.

La fotografia – esposta su manifesto di6x3 metri – ritrae una situazione impossibile, almeno a maggio dello scorso anno, del 2020: una fila ordinata e distanziata di persone davanti alla saracinesca abbassata del Multicinema Modernissimo di Napoli.

Amici e conoscenti dell’autrice si sono prestati alla realizzazione di una sorta di “quadro” che a sua volta riproduceva una condizione lontana dalla realtà. L’immagine è nata attraverso l’invito di una rete di enti e associazioni (composta dal collettivo artistico ABC, dalla piattaforma Nation 2.0 con sede a Dubai negli Emirati Arabi, da Mincione Edizioni e dallo Spazio Y di Roma) che hanno chiesto all’artista di realizzare un lavoro sul concetto di basic necessities, di necessità primarie e fondamentali. Ne è nato il progetto condensato in nell’immagine Utile, una critica alla retorica dei “beni di prima necessità” che ha caratterizzato quest’anno di pandemia, specialmente nella sua fase iniziale: una retorica legata a criteri di efficienza, di produttività, che per sua natura ha in gran parte rimosso la cultura, le sue realtà lavorative e i suoi luoghi.

 

Come afferma la stessa artista, Erika Nevia Cervo: “Nel primissimo periodo de ‘l’era Covid’, in pieno lockdown, ho subìto come ingiustizia il diktat della prima necessità: una fase in cui il Governo Italiano, dimentico dell’importanza basilare della produzione culturale, si affrettava a dare i primi aiuti alle industrie. Tra lo sfrecciare delle camionette della polizia, in una Napoli ineditamente deserta, ho chiamato a raccolta un piccolo gruppo di persone (per lo più teatranti, artisti, musicisti) per trovarci tutti in fila davanti ad un cinema chiuso.”

 

Erika Nevia Cervo, attraverso la sua opera, riflette su questo tema a partire non solo dalla propria visione artistica, ma anche dalla propria esperienza di vita e di professione, legata al teatro. Così, la fila in paziente attesa davanti al cinema multisala (con le locandine di Volevo nascondermi e Parasite, gli ultimi film visti in quella sala prima di una lunghissima interruzione, a congelare un preciso momento storico e collettivo) restituisce l’immagine di una condizione che, a un anno esatto di distanza, è ancora estremamente attuale.
Ciò che queste persone e questa immagine ci dicono è che arte e cultura sono beni primari, di prima necessità, utili per definizione – e come tali dovrebbero essere disponibili per tutti, in ogni momento.

 

 

Erika Nevia Cervo affronta la riscoperta e rigenerazione del sé attraverso la scultura. L’artista utilizza materiali e medium diversi a seconda delle necessità espressive. È co-fondatrice dello studio Cervo nel centro storico di Napoli. Diplomata al Liceo artistico e alla triennale in Archeologia e Storia delle Arti alla Federico II di Napoli Erika è stata selezionata alla call Reclaim di Cheap festival 2020, affissione poster in via Marchesana a Bologna. È vincitrice del concorso Exibartloves Verona 2018 e autrice della pubblicazione foto “psnluci” sul numero 102 del cartaceo di Exibart.

 

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Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto VII edizione

Un progetto di Alessandro Bulgini

A cura di Christian Caliandro

“2” artista: Erika Nevia Cervo, “Utile”

Cimasa 50530 – Piazza Bottesini, Torino

Inaugurazione, 3 giugno ore 18.30

3 giugno – fino al 28 giugno 2021

 

Flashback, l’arte è tutta contemporanea

4/7 novembre 2021, Torino

 

Con il Patrocino della Città di Torino e della Circoscrizione 6.

 

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Per informazioni:

  1. info@flashback.to.it
  2. operaviva@flashback.to.it

www.flashback.to.it

 

To Expo, approvato il protocollo

La  Giunta comunale, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, ha approvato due rilevanti delibere.

La prima riguarda li Protocollo di intesa fra la Città e il Politecnico di Torino per l’utilizzo del Padiglione 3a e 3b come aule e spazi didattici e la collaborazione con l’Ateneo per la nuova progettazione del masterplan del Valentino, recependo anche i risultati delle prove strutturali in corso. Questo Protocollo è collegato al Progetto Valentino inserito nel PNRR.

La seconda delibera riguarda il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle coperture delle ex “Pagliere” e delle maniche del cortile della Cavallerizza Reale di via Verdi, per un importo di 500.000 euro.