ilTorinese

Quattro ragazzi fermati con attrezzi da scasso: cercavano di rubare nelle case

Gli agenti della volante si sono insospettiti per un’auto che viaggiava lentamente e si fermava di tanto in tanto per le vie di Biella. Da un controllo sono stati trovati attrezzi da scasso nascosti nella vettura. A bordo tre ragazzi e una ragazza, tutti sui 20 anni, con precedenti per furto e residenti in un campo nomadi. Cercavano appartamenti da “svuotare”

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Le Red Rebel di Extinction Rebellion manifestano in centro città

Le Red Rebel di Extinction Rebellion hanno sfilato ieri per le vie del centro: una decina di figure silenziose vestite di rosso, i cui movimenti lenti simboleggiano il dolore per la distruzione di ecosistemi e popoli a causa di crisi ecoclimatica, guerre e disuguaglianze.

Partite dalle Porte Palatine, si sono dirette con una camminata lenta verso Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, bloccato da Extinction Rebellion pochi giorni fa. Lungo il cammino una sosta simbolica al presidio di Torino per Gaza in Piazza Castello.

“Nel giorno in cui a Roma decine di migliaia di persone protestano contro il ddl sicurezza, le Red Rebel lanciano un grido di dolore e allarme chiedendo una sicurezza che metta al primo posto le persone e il pianeta. Non una sicurezza a difesa di interessi economici e politici”.

Come sarà la Torino che verrà? sportiva, verde, giovane, culturale, all’avanguardia

Una Torino sportiva, verde, giovane, culturale, all’avanguardia, con il lungo fiume riqualificato e spiagge balneabili sul Po. Immaginano così la Torino del futuro giovani e adulti, interpellati attraverso un sondaggio nei giorni scorsi alle Ogr nel corso dell’annuale evento in cui il Sindaco e la Giunta comunale fanno il punto sui progetti realizzati nell’anno che si sta per concludere. Un appuntamento che quest’anno è stato l’occasione per tracciare un bilancio di metà mandato, di fronte ad una platea di circa 1400 persone tra cui 700 studenti provenienti di 25 istituti superiori torinesi.

Sul palco il racconto dei progetti in corso, dei cantieri attivi e in partenza, dei grandi eventi in arrivo, di investimenti e sfide dei prossimi anni che disegneranno la Torino del futuro, suddivisi nei quattro ambiti che hanno dato il titolo all’evento: “sviluppo, coesione, cura, sostenibilità”. Proprio come ha fatto un’illustratrice chiamata a mettere su un foglio da disegno la Torino che immaginano i componenti della giunta: “la città dei quartieri” per l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, una città “con le piazze illuminate” per quello alla sicurezza Marco Porcedda, “un alveare che brulica” per la titolare del Bilancio Gabriella Nardelli e una città “che si specchia nei volti dei ragazzi” per il collega con la delega alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli. E ancora: la città “delle nascite di bambini, imprese, talenti e luoghi” per la vicesindaca Michela Favaro, “un mosaico” per l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, una città “poliedrica” per quello allo Sport Domenico Carretta, un luogo ideale per “bambini e giovani” per l’assessora alle Politiche Educative Carlotta Salerno, una Torino “Verde e blu, i colori della natura e del fiume” come le deleghe dell’assessore Francesco Tresso, “un mare” per l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia e “una grande costruzione di mattoncini Lego” per quella all’Innovazione e Mobilità Chiara Foglietta.

“Arrivati a metà mandato”- ha commentato il Sindaco – il bilancio è sostanzialmente positivo. È stato fatto tanto, tanto resta ancora da fare; abbiamo ancora problemi da risolvere ma mi sembra di poter dire che, complessivamente, la strada che abbiamo iniziato a percorrere sia quella giusta e che sta iniziando a dare risultati tangibili, con progetti per 2,6 miliardi di euro che segnano una stagione di grandi investimenti per Torino”.

TORINO CLICK

“DEADHEAD”, il nuovo progetto dell’artista Yto Barrada

Fondazione Merz, in collaborazione con il MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, presenterà nei suoi spazi espositivi “DEADHEAD”, il nuovo progetto dell’artista Yto Barrada, vincitrice del Mario Merz Prize

Da mercoledì 19 febbraio a domenica 18 maggio 2025, la Fondazione Merz presenterà, in collaborazione con il MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, la mostra dell’artista Yto Barrada intitolata DEADHEAD, a cura di Davide Quadrio con Giulia Turconi.

Il titolo della mostra, “DEADHEAD”, rimanda alla pratica agricola di rimuovere foglie e fiori appassiti di una pianta per stimolarne la crescita. Riprendendo la metafora di un ritorno all’essenziale per liberare nuove energie, l’esposizione accoglie le opere più rappresentative della ricerca artistica di Yto Barrada, tra cui film, sculture, installazioni, tessuti e stampe, alcune delle quali appositamente realizzate per l’occasione.

Tra echi, rimandi e sperimentazioni visive presenti in mostra, Yto Barrada trae ispirazione dalla teoria del colore dell’artista, collezionista e filantropa Emily Noyes Vanderpoel (1842 – 1939), descritta nel libro “Color Problems: A Practical Manual for the Lay Student of Color” (New York, 1902). Il volume, pensato per un pubblico di donne, specialmente sarte, fioriste e decoratrici, mostrava le rivoluzionarie tavole di analisi del colore dell’autrice, dove le immagini degli oggetti sono trasformate e tradotte in griglie geometriche. Attraverso una disposizione sistematica del colore, definita “la musica della luce”, Vanderpoel ha creato dei campi relazionali in cui ogni tinta, sfumatura e ombra sono in perfetta relazione con tutte le altre.

Yto Barrada reinterpreta in maniera analoga la storia attraverso gesti contemporanei legati alla natura degli oggetti esposti. Nella serie “Color Analysis”, presentata in anteprima al MAO Museo d’Arte Orientale all’interno della mostra “Trad u/i zioni d’Eurasia” (2023-24), l’artista propone griglie di velluto tinte a mano in cui applica la tecnica di Vanderpoel per trasformare immagini che trae dalla collezione personale di antichità di Vanderpoel, dalle opere selezionate dalla collezione d’arte islamica del MAO e da un disegno di Marisa Merz. I pigmenti naturali impiegati nell’opera sono realizzati in “The Mothership”, un progetto artistico ideato da Barrada come un “eco-campus femminista” per la coltivazione, la produzione e l’apprendimento delle tinture naturali e delle tradizioni indigene radicali perdute, nel suo giardino a Tangeri in Marocco.

La mostra sarà arricchita dalla pubblicazione di un catalogo da parte della casa editrice Hopefulmonster per Fondazione Merz. La mostra “DEADHEAD” consolida il dialogo tra la Fondazione Merz e il MAO Museo d’Arte Orientale, dove il lavoro di Yto Barrada è stato presentato nell’ambito della mostra collettiva “Trad u/i zioni d’Eurasia” (2023-24).
Yto Barrada è la quarta artista a ricevere il Mario Merz Prize, premio internazionale biennale ideato con l’obiettivo di celebrare Mario Merz e individuare talenti nell’ambito artistico e musicale attraverso la commissione di un progetto espositivo e un progetto musicale inedito all’artista selezionato per ciascuna delle due categorie di concorso. La stessa edizione ha visto l’assegnazione del premio per la musica a Füsun Köksal, il cui concerto si terrà mercoledì 2 luglio 2025 negli spazi della Fondazione Merz.

19 febbraio – 18 maggio 2025
Fondazione Merz
Torino, via Limone 24

Gian Giacomo Della Porta

Prendiamoci cura del nostro “bambino interiore”

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Parte 2 

Molti di noi, convinti che il nostro essere adulti possa farne a meno, dimenticano quel piccolo bambino che è parte di noi, il bambino che siamo stati, con le sue paure, le insicurezze e l’intenso bisogno di amore e attenzioni.

Dovremmo invece ascoltare le sue esigenze. Il nostro bambino interiore ha bisogno di sapere che può fidarsi di noi. Che noi (la parte adulta di noi) non lo trascureremo come forse hanno fatto altri adulti nel passato.

Sfortunatamente, spesso finiamo con il perpetuare il ciclo. Trascurando e maltrattando il nostro bambino interiore come forse i nostri genitori hanno fatto con noi. Lo ignoriamo, ci vergogniamo di lui. E non ce ne prendiamo cura in modo appropriato.

Facciamo finta che i suoi sentimenti di paura e insicurezza e il suo bisogno di essere amato non esistano. Ricordiamoci che tipo di bambino siamo stati. Chiudiamo gli occhi e visualizziamo il nostro bambino. Quando aveva bisogno di nutrimento e di protezione.

Prendiamo l’intera immagine, compresa l’espressione facciale e la postura del corpo. Possiamo immaginarci da neonati, da bambino piccolo o più grande. L’immagine è significativa, dal momento che può rappresentare il momento in cui abbiamo avuto più bisogno.

Accettiamo questo bambino interiore, che talvolta è stato emotivamente deprivato e ha dovuto far finta che le emozioni non esistessero. Non continuiamo a negargli l’amore e il supporto che ci chiede. Solo così il nostro adulto potrà trovare oggi l’armonia che, spesso senza percepirlo e in modo confuso, desidera e cerca.

(Fine della seconda e ultima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”

Chieri, Protocollo di Intesa sul “Controllo di Vicinato”

Il Prefetto Donato Cafagna ed il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa sul “Controllo di Vicinato”, finalizzato a stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza di Chieri sui temi della sicurezza urbana, strutturando un canale di ascolto diretto e semplificato verso il comune, la polizia locale e le forze dell’ordine.

La firma è avvenuta in  occasione della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ospitata dalla Biblioteca Civica di Chieri, con l’obiettivo di realizzare sul territorio uno spazio di confronto e dialogo sulle tematiche della sicurezza. Erano presenti gli amministratori di 20 Comuni del circondario e i rappresentanti delle realtà sociali, economiche e sindacali del territorio.

Il “Controllo del Vicinato” è uno strumento di prevenzione contro la criminalità, il degrado urbano e il disagio sociale, che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona o quartiere, e la cooperazione con le forze dell’ordine e la Polizia Locale, alle quali potranno essere segnalati fatti e circostanze a rischio.

 

«Questo Protocollo di Intesa è il punto di arrivo di un percorso che ha due parole-chiave: sicurezza partecipata e prevenzione. Siamo davvero soddisfatti per il risultato raggiunto, perché questo strumento ci consentirà di rafforzare la sicurezza urbana e di valorizzare al massimo la collaborazione con i cittadini, riavvicinandoli agli attori della sicurezza, ovvero Carabinieri e Polizia Locale. Un sentito ringraziamento al Prefetto e ai suoi uffici per il lavoro svolto e il proficuo confronto con la nostra amministrazione comunale. Nel passato ci sono già state iniziative spontanee e informali, ora abbiamo definito un preciso quadro istituzionale, che prevede la formazione e il rispetto di un codice di comportamento. Non si tratta in alcun modo di “ronde” o di forme di “pattugliamento”, ma un’attività di mera osservazione e segnalazione, che deve avvenire nel rispetto di regole e di garanzie»: così dichiarano il Sindaco Alessandro SICCHIERO e l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza e Polizia Locale Biagio Fabrizio CARILLO.

L’attività di “Controllo di Vicinato” potrà essere svolta da gruppi di cittadini che individueranno, di concerto con il Comandante della Polizia Locale, un “coordinatore” per ciascun gruppo, una figura che riceverà adeguata formazione e che dovrà tenere rapporti costanti e tempestivi, tramite appositi canali informativi, con i referenti della Polizia Locale e dell’Arma dei Carabinieri. I nomi dei coordinatori saranno comunicati alla Questura e ai Comandi provinciali dei Carabinieri e alla Guardia di Finanza. Nelle aree interessate sarà predisposta un’apposita cartellonistica.

I gruppi di “Controllo del Vicinato” svolgeranno solo attività di segnalazione, in stretto coordinamento con la Polizia Locale, e non potranno tradursi in forme di pattugliamento attivo ed è fatto divieto di utilizzare uniformi, simboli, altri segni distintivi e sponsorizzazioni. Lo scopo principale è quello di raccogliere informazioni utili a prevenire e contrastare eventi e situazioni che possono compromettere la sicurezza, escludendo qualsivoglia iniziativa personale, evitando anche di alimentare polemiche sui social attraverso la pubblicazione di “notizie” non sempre verificate, e da cui possono scaturire allarmi infondati o favorire comportamenti imprudenti o irresponsabili.

Le segnalazioni potranno riguardare atti vandalici, spaccio, situazioni di degrado urbano e disagio, presenza di persone o di mezzi di trasporto palesemente sospetti, persone in stato confusionale o in evidente difficoltà, gravi fenomeni di bullismo, presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate, presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione, fino ai casi di interruzione dei servizi di fornitura di energia.

 

Aggiunge l’assessore Biagio Fabrizio CARILLO: «A Chieri non ci servono “sceriffi” improvvisati, che si mettono a fare ciò che a loro non compete. I gruppi di “Controllo del Vicinato” saranno palestre di cervelli e non esibizioni di muscoli. L’obiettivo è quello di promuovere la sicurezza urbana e diffondere la cultura della prevenzione attraverso la solidarietà tra i cittadini, riducendo l’anonimato tra vicini, creando reti di protezione per i soggetti più vulnerabili come anziani e persone sole (pensiamo al deprecabile fenomeno delle truffe e dei raggiri), contrastando la percezione dell’insicurezza, così da ridurre il verificarsi di reati contro la proprietà e le persone. Alla luce delle segnalazioni che ci giungeranno dai vari coordinatori dei gruppi, potremo organizzare assemblee pubbliche nelle zone interessate e valutare anche l’implementazione della videosorveglianza».

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: “Benito” di Guerri – Il soldato Balbis , un vero patriota – “Copie d’autore”, una mostra molto speciale – Lettere

“Benito” di Guerri
Il nuovo libro di Giordano Bruno Guerri, “Benito, storia di un italiano” sta avendo grande successo. Guerri è uno storico a 24 carati che ha indagato a lungo il fascismo e alcuni gerarchi come Bottai  e Ciano con quel distacco critico che esige la storia. Nel mare magnum degli ideologi preconcetti e dei tuttologi antifascisti, Guerri rappresenta un’altera pars senza la quale la storia diventa  misera propaganda politica alla maniera di Scurati. Guerri ha realizzato un libro fatto anche di fotografie che consentono di  cogliere il contesto nel quale Mussolini seppe muoversi, ottenendo il consenso soprattutto delle masse e del mondo intellettuale, mentre la borghesia fu più impermeabile alle sue seduzioni. Il “figlio del fabbro” fu il primo richiamo alla sua persona fin da quando era un leader socialista rivoluzionario di fronte a cui il capo della Cgil attuale  Landini è un semplice imitatore.
Guerri parla anche di una definizione di sé stesso da parte di Mussolini di un certo fascino intellettuale che lo allontana dall’uomo del manganello e dell’olio di ricino. Amava usare lo pseudonimo “l’uomo che cerca” che indica, come bene colse De Felice, che il potere non gli aveva dato alla testa. Gli italiani, secondo Guerri, più che fascisti divennero mussoliniani. La biografia aiuta a capire il perché si fosse via via determinato il culto del duce. Per capire la differenza tra la storia di Guerri e la “vulgata” basterebbe ricordare che lo storico del Medio Evo tuttologo Barbero citò la frase volgare con cui gli operai torinesi definivano Mussolini: “Monsu’ Cerutti, cul ch’a lu fica ‘n cul a tuti”, che coglie solo una parte di dissenzienti che senza pagare dazio si divertivano alle spalle del duce, andando poi regolarmente alle adunate in camicia nera. Guerri racconta  che i figli della lupa segnarono un futuro sinistro: come Romolo uccise il fratello Remo, così quelli che furono figli della lupa si scannarono in una sanguinosa guerra civile tra il ‘43 ed il ‘45. Abituati ai vari libri, figli monotoni di un pregiudiziale antifascismo, apprezziamo il tentativo che Guerri fa di capire prima di giudicare. E’ il discorso di Bloch. E il testo fotografico diventa di fondamentale importanza per capire una storia complessa come quella di oltre un ventennio in cui non ci possono essere solo ombre. La fotografia ci aiuta a capire come in parte Mussolini finì per ipnotizzare parte degli italiani. E a capire oltre le visioni settarie.
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Il soldato Balbis , un vero patriota
Alassio ha ricordato il capitano Franco Balbis, fucilato al Martinetto 80 anni fa , membro del Comitato militare del CLN piemontese comandato dal Generale Perotti,  anche lui condannato a morte nel 1944.
Balbis aveva combattuto eroicamente ad El Alamein e per fedeltà al giuramento al Re, come il generale Perotti, aveva offerto la sua esperienza militare alla Resistenza che senza l’apporto di militari come lui avrebbe fatto ben poco.
Gli smargiassi dell’antifascismo parolaio hanno avuto grandi celebrazioni torinesi, Balbis nulla. Perchè? Ad Alassio è stata celebrata una Messa in suffragio suo  e  dei suoi commilitoni caduti in Africa che Balbis chiese di celebrare ogni anno nella sua lettera di addio ai genitori.
Dieci anni fa fui io a ricordare Balbis nella basilica torinese di Maria Ausiliatrice. Ieri è stato ricordato nella chiesa salesiana dell’istituto Don Bosco di Alassio che lo vide allievo in liceo.
Un allievo davvero fuori ordinanza che forse i dirigenti dell’Istituto alassino oggi  non considerano abbastanza. Sta a ricordare Balbis ad Alassio una grande piastrella che onora un eroico soldato e un cristiano autentico fedele e coerente fino alla fine.
Ieri abbiamo onorato i soldati caduti ad El Alamein, come voleva lui prima di morire.Valdo Fusi in “Fiori Rossi al Martinetto “ ha scritto in modo mirabile  dell’epopea di “Francis”.
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“Copie d’autore”, una mostra molto speciale

Il fascino dell’arte abbraccia la nostra vita da sempre e la potenza della bellezza arriva nel profondo dell’anima ,diceva Thomas Mann. Davanti ad un’opera pittorica spesso possiamo ritrovarci, sentire, condividere sentimenti profondi. I grandi classici suscitano sempre forti emozioni: meraviglia e calore. Poterli ammirare è un dono che facciamo a noi stessi.  Risvegliare il  brivido emotivo, ammirando opere  di grandi pittori del passato è lo scopo di questa bella esposizione unica nel suo genere che viene allestita a Torino, ad ARTE, da Marco Giordano, pittore e musicista, nel suo atelier in corso Francia 169.

Si tratta di “COPIE D’AUTORE”: vengono proposte in copia opere di grandi maestri come Vincent Van Gogh, Modigliani, Jean Baptiste Corot, Michelangelo Merisi “Caravaggio”, ed altri. Le opere selezionate, ad olio, sono un percorso di studio, dedizione, amore e tecnica realizzate da diversi autori di alto livello formativo. Se non si può arrivare all’intoccabile opera dei grandissimi maestri, ci sono le copie d’autore. VENERDI’ 20 DICEMBRE ore 17- 21 potremo ammirare in anteprima la mostra che rimarrà aperta fino al 27 febbraio 2025, martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 17-21. Marco Giordano è ‘ un artista di grande valore e di grandi meriti con un curriculum esemplare . che merita l’attenzione dovuta ad un uomo libero che vive per l’arte, senza arzigogoli politici, facendone la passione della sua vita.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Ricordare Tortora!
La proposta di legge che intende riconoscere una giornata alle vittime della mala giustizia che hanno pagato con il carcere dei vistosi errori giudiziari. Una  di queste vittime è  stato Enzo Tortora. Ebbene l’associazione dei magistrati si dice contraria alla giornata perché indurrebbe “sfiducia” verso l’operato dei giudici. In più la data dell’arresto di Tortora , il 17 giugno, è considerata improponibile per lo stesso motivo del discredito. Il Pd si asterrà sulla proposta, dimostrando una concezione giacobina della giustizia. Siamo in un regime!  Susanna Tirozzi
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E’ vergognosa l’opposizione dell’associazione magistrati che dovrebbe tacere perché quei fatti di mala giustizia gettano di per sé discreto sui magistrati come il Caso Palamara,  quello che Cossiga definiva un tonno. Circa l’astensione del Pd va detto che il Partito è  pieno zeppo di magistrati intoccabili e anche faziosi. Ricordare le vittime della mala giustizia e anche i magistrati che non hanno mai pagato per i loro comportamenti, è un dovere civile. Basta alla impunità dei giudici!
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Tolte le sanzioni  ai no vax
L’idea di togliere sanzioni a chi in modo incivile e socialmente pericoloso davanti ad una epidemia si è sottratto al dovere della mascherina e dei vaccini, appare un colpo di spugna che viola le più elementari regole della giustizia. Questo fatto ci fa capire i personaggi che invece di dimostrare disciplina solidale si sono lasciati andare ad un ribellismo
ignobile come i leghisti e fratelli d’Italia.  Jacqueline Lupo
Mascherine coronavirus
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Togliere le sanzioni giustamente comminate a tutela della salute pubblica è un atto di barbarie che disonora chi ha promosso questa operazione davvero ingiusta che offende anche la memoria di chi la combattuto la pandemia e di chi è morto per il covid.

7 centri per la sinistra?

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Dunque, e per fortuna, si ricomincia a parlare seriamente di Centro e del Centro. Certo, il rischio
di un dibattito prevalentemente virtuale è sempre dietro l’angolo ma è indubbio che nel nostro
paese, e storicamente, il Centro e la ‘politica di centro’ hanno sempre rivestito un’importanza
decisiva e non aatto secondaria.

Ora, per non non essere generici ed inconcludenti, dobbiamo inesorabilmente partire dai dati
oggettivi. O meglio, dalle dinamiche concrete che disciplinano attualmente la cittadella politica
italiana soprattutto quando si parla di una presenza politica centrista.

Se nel campo dell’attuale maggioranza di governo esiste un partito che dichiaratamente ed
esplicitamente declina un progetto politico centrista, riformista, democratico e moderato che si
chiama Forza Italia, è nel campo progressista che la situazione è molto più ingarbugliata e
confusa. Al di là delle molteplici disponibilità – tutte riconducibili solo ed esclusivamente a logiche
di potere – a ricoprire ruoli di “federatore” e di punto di riferimento di questo complesso, vario ed
articolato campo politico.

Dunque, per fare un esercizio persin scolastico, nel campo dello schieramento di sinistra e
progressista, noi contiamo almeno 7 realtà – o sigle o presunti leader – che si fregiano
dell’etichettatura centrista.

Partiamo dai due piccoli partiti personali guidati rispettivamente da Matteo Renzi con Italia Viva e
Carlo Calenda con Azione. Seguono il partito di Marattin, Marcucci, Cottarelli, Giannino e
compagnia cantante. A questi si aggiungono i radicali di +Europa, i cattolici centristi all’interno del
Pd, e i ‘federatori’ in pectore, il sempreverde sindaco di Milano Sala e l’ultimo arrivato,
l’espressione della casta di potere nel sottogoverno, il cattolico Runi con i rispettivi gruppi o
movimenti o soggetti politici alle spalle. Almeno così pare di capire.

Ora, almeno stando alle quotidiane dichiarazioni sui vari organi di informazione, noi registriamo
che all’interno di questo campo politico c’è la solita guerra del “tutti contro i tutti”. Cioè, ogni sigla
con il rispettivo leader si scaglia tranquillamente e puntualmente contro l’altro e tutti, al contempo,
lavorano per dare una ossatura politica ed organizzativa al campo centrista nello schieramento di
sinistra e progressista. Una pluralità di voci, di aspettative e di richieste di potere – come ovvio e
persino scontato – che contribuisce, però, ad indebolire il cosiddetto Centro in quest’area politica
perchè emerge in modo persino troppo chiaro che l’obiettivo non è quello di costruire, insieme, un
progetto politico ma solo e soltanto quello di partecipare ad una pro quota di potere. E questo
era, e resta, il vero limite per quanto riguarda la costruzione del Centro nel campo dominato dalle
tre sinistre: quella radicale e massimalista della Schlein, quella populista e demagogica di Conte e
di ciò che resta dei 5 stelle e quella estremista e fondamentalista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis.
Ecco perchè, forse, ha ragione l’opinionista del Corriere della Sera Massimo Franco quando
evidenzia che di fronte a questo spettacolo che ore concretamente lo schieramento
progressista, l’unico forse a trarne un vantaggio politico è il partito di Forza Italia che, con
coerenza e senso di responsabilità declina un progetto politico autenticamente centrista,
moderato e riformista nel nostro paese.

Al Conservatorio Giuseppe Verdi di piazza Bodoni, atteso ritorno di Ute Lemper

Mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di piazza Bodoni, atteso ritorno di Ute Lemper per l’Unione Musicale a Torino.

Ritorna all’Unione Musicale, Mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, Ute Lemper con “Time Traveller – un viaggio nei successi di una vita”, una delle poche tappe italiane di un tour di una delle voci più complete del panorama classico internazionale.

Time Traveller, progetto del tour europeo 2024, era nato per festeggiare il sessantesimo compleanno di Ute Lemper e rappresenta un viaggio musicale e poetico che ripercorre i 45 anni della sua carriera, raccontati tramite le storie e le canzoni del suo percorso creativo.

Cantante, attrice, ballerina, per la quale Maurice Bejart ha coreografato un balletto, pittrice, attrice di cabaret e compositrice, Ute Lemper è sempre stata una figura poliedrica, che ha lasciato il segno sui palcoscenico, nei film, con i concerti dal vivo e negli album. Nel concerto di Torino accompagnerà il pubblico in una affascinante odissea musicale che attraversa epoche e continenti, un mosaico di memorie, musica e aneddoti da Weimar a Berlino, da Parigi a Londra, da New York a Buenos Aires, toccando luoghi e culture in tutto il mondo. In perfetta sintonia con i suoi musicisti, il brillante pianista Vana Gerig, il bassista Giuseppe Bassi e Mimmo Campanale alla batteria, Lemper eseguirà i classici di Kurt Weill, Astor Piazzolla e Jacques Brel, che hanno reso celebri le sue interpretazioni, ma anche alcune sue composizioni ispirate a testi di Bukowski, Neruda e Coelho, in cui si riflette con spietata onestà sul passare del tempo. Tra una canzone e l’altra non mancheranno momenti intimi, quasi confessioni sussurrate, con la caratteristica miscela di eleganza e sensualità, come la storia della telefonata di Marlene Dietrich, quando venne a sapere che Lemper veniva definita “la nuova Marlene”.

Team Traveller, che è anche un album pubblicato dalla Jazz House Records, dimostra ancora una volta che Ute Lemper non appartiene ad alcuna categoria musicale predefinita. Jazz, pop, soul, chanson …per lei i confini musicali non esistono. Grazie alla sua versalità artistica ha interpretato i brani di Kurt Weill e Bertold Brecht, cosiccome quelli di star internazionali quali Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Leo Ferrè e Jacques Prevert, Nino Rota e Astor Piazzolla, ma resta indiscutibilmente un’artista unica e indipendente.

I precedenti concerti all’Unione Musicale risalgono al 2010/2015, quest’ultimo realizzato nell’ambito del programma “Torino incontra Berlino”.

Biglietti: 25 euro intero/15 ridotto/ concerto in Conservatorio 25 euro

Si possono acquistare online sul sito www.unionemusicale.it

oppure alla biglietteria di Piazza Castello 29, a Torino

 

Mara Martellotta

Santa Barbara e Santa Cecilia a Castellamonte: una giornata di comunità e gratitudine

Pubblichiamo l’intervento del consigliere regionale Sergio Bartoli, Presidente della Commissione regionale Ambiente 

È stata una grande gioia partecipare oggi ai festeggiamenti in onore di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, e di Santa Cecilia, patrona della musica, organizzati nella splendida Città di Castellamonte. Questi momenti ci ricordano il valore del servizio, della cultura e della solidarietà che uniscono e arricchiscono il nostro territorio.

Il mio più sincero ringraziamento va a Jacopo Zucco, Presidente del Distaccamento dei Vigili del Fuoco Volontari di Castellamonte, per l’invito e per la dedizione con cui, insieme al direttivo, opera per la sicurezza e il bene della comunità.

Un grazie particolare a Giacomo Spiller, Presidente della Banda Musicale, per il prezioso contributo che attraverso la musica riesce a dare a questa celebrazione; al Sindaco Pasquale Mazza, al Vicesindaco Teodoro Medaglia e a tutta l’Amministrazione Comunale per il continuo lavoro svolto con passione; e a tutti gli altri amministratori presenti.

Non posso dimenticare Don Angelo, che con la celebrazione della Santa Messa ha arricchito questa giornata con un momento di spiritualità e riflessione.

Colgo infine l’occasione per augurare a tutti, dai Vigili del Fuoco Volontari alla Banda Musicale, e a tutti i cittadini di Castellamonte un sereno periodo natalizio. Che il 2024 possa essere un anno di speranza, collaborazione e nuove opportunità.