SOMMARIO: Parri presidente del Consiglio nel 1945 – Il referendum e la democrazia plebiscitaria – I fondi per le strade non si toccano – Lettere







LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
La storia non torna mai uguale a se stessa. Quasi mai, però. A volte, inaspettatamente, ne
ritornano le sembianze culturali. E anche il profilo politico. È il caso, nello specifico, del ritorno del
vecchio e glorioso Pci. Certo, non esistono più la falce e il martello, il rapporto organico e
scientifico con l’Unione Sovietica com’è stato per l’intera prima repubblica, non c’è più Berlinguer
e il centralismo democratico. Eppure, al di là dello scorrere inevitabile del tempo e la
trasformazione profonda degli strumenti politici ed organizzativi, si ripropone – in modo quasi
scientifico e dogmatico – lo stesso blocco sociale con le stesse percentuali elettorali. Pare un
paradosso, eppure è così. E l’alleanza secca tra le tre sinistre italiane – quella radicale e
massimalista della Schlein, quella populista e demagogica dei 5 stelle di Conte e quella estremista
ed ideologica del trio Fratoianni/Bonelli/Salis – coordinati dall’ormai partito della Cgil di Landini
ripropongono, mutatis mutandis, il peso, il ruolo, la mission e il consenso del vecchio Pci. Un
blocco sociale, politico, culturale e forse anche etico molto unito e compatto. Appunto, un blocco
sufficientemente granitico che, ieri come oggi, è largamente minoritario nel paese ma competitivo
sul terreno politico perchè unito da una cultura comune e da una precisa visione della politica e
della società. È del tutto evidente, ma lo ricordo solo per ragioni di cronaca, che tutto ciò che è
riconducibile al Centro, alla cultura centrista, alla ‘politica di centro’ e ad una cultura di governo
centrista sono del tutti esterni ed estranei a quel blocco. E la conferma quotidiana arriva, per fare
un solo esempio, dal comportamento di Renzi che è costretto ad insultare un giorno sì e l’altro
pure il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per cercare di accreditarsi presso il vertice
dell’alleanza di sinistra e progressista. Ma, al di là di questa banale considerazione, è del tutto
ovvio e scontato che da quelle parti la cultura politica di centro non condiziona affatto la
costruzione del progetto complessivo di quella coalizione. Oltre alla vicenda referendaria che
stiamo vivendo in queste settimane, ne è prova, in modo persin plateale, il ruolo dei cosiddetti
riformisti prevalentemente di matrice cattolica all’interno del Pd della Schlein. Un ruolo simile, anzi
uguale, a quello esercitato dagli “indipendenti cattolici eletti nelle liste del Pci” negli anni ‘70 e ‘80.
Dove il peso politico è praticamente nullo se non per confermare che il partito, o la coalizione – il
che non cambia la natura e nè il profilo – è plurale e quindi deve contenere anche i centristi. Intesi
come una sorta di “quote panda”. Ieri nel Pci e oggi nel Pd.
Ma, al di là ancora del ruolo dei centristi, il dato politico di fondo che non si può non rilevare è che
è rinato, in una stagione del tutto post ideologica e a tratti anche post politico, un vecchio blocco.
Un blocco che si trasforma in alleanza e poi in coalizione. Auspicabilmente di governo. Un dato,
comunque sia, è certo. Da un lato abbiamo il neo Pci – cioè il blocco della nuova sinistra unita – e,
dall’altro, una coalizione che probabilmente è destinata ancora a cambiare in corso d’opera ma
che è semplicemente, e politicamente, alternativa alla sinistra ideologica, classista, populista,
estremista e tardo sindacale.
Ecco perchè, per tornare all’inizio di questa riflessione, a volte la storia si ripete. In forme diverse e
molto più articolate, come ovvio, ma sempre con il medesimo obiettivo politico e culturale. E forse
è anche un bene che, grazie a chi guida queste sinistre, finalmente abbiamo un quadro politico
molto più chiaro e trasparente. Anche in vista delle prossime elezioni politiche nazionali.
È originario di Rivoli il turista italiano di 28 anni, Michael Valentino T. Carturan, rapito e torturato per più di due settimane in un appartamento di lusso a Manhattan, nel quartiere di Nolita. Il sequestro sarebbe iniziato il 6 maggio, quando Carturan ha incontrato John Woeltz, un trader di criptovalute con cui aveva avuto dissapori economici. Secondo la polizia, il movente del rapimento era legato al denaro: Woeltz avrebbe cercato di ottenere le password dei conti della vittima sottraendogli il passaporto, picchiandolo, torturandolo con un taser, costringendolo a prendere droga e minacciandolo con una motosega. Un Apple AirTag era stato legato al collo del giovane per impedirgli la fuga.
Ma Carturan è riuscito a scappare e ha chiesto aiuto a un agente di polizia. Le forze dell’ordine sono intervenute arrestando Woeltz. Poco dopo è stata fermata anche Una donna di 24 anni, accusata di complicità nel sequestro. Due domestici della residenza sono sotto interrogatorio per accertare loro eventuali responsabilità.
Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Sergio Bartoli Consigliere Regionale del Piemonte Presidente V Commissione Ambiente
Questo pomeriggio, ho avuto la fortuna di vivere una delle giornate più intense e significative dell’anno. A Chivasso, con la Hope Color 2025, oltre 1000 persone hanno colorato non solo le strade della città, ma anche il senso più profondo di cosa significhi “comunità”.
Una corsa non competitiva, sì. Ma soprattutto un momento in cui sport, inclusione e partecipazione si sono fusi in un abbraccio collettivo. Camminare o correre in mezzo a famiglie, bambini, ragazzi con disabilità, associazioni e volontari è stato emozionante. Un’umanità variegata, allegra, sorridente… tutta unita da un desiderio semplice e straordinario: costruire un futuro accessibile per tutti.
Il percorso si è snodato tra le vie e i parchi di Chivasso, con partenza da Piazza del Castello e tappa simbolica al Parco del Bricel. Ma quello che ha colpito più di tutto non è stato il tragitto: sono stati i volti. Quegli occhi brillanti, sporchi di colore ma puliti nell’anima. La bellezza di vedere genitori che spingono carrozzine, bambini che si rincorrono, gruppi interi che si aspettano e si aiutano a vicenda.
La Hope Color è un messaggio. Forte, chiaro e concreto. Ci ricorda che l’inclusione non è un’idea astratta, né una bandiera da sventolare una volta l’anno. È un impegno quotidiano. È un modo di vivere e di amministrare. E oggi, quei colori ci hanno insegnato che le differenze non vanno solo rispettate, ma celebrate.
Un grazie sincero a Hope Running APS e Volley Fortitudo Chivasso per l’organizzazione impeccabile. Grazie alla Città di Chivasso, alle associazioni presenti, ai tantissimi volontari, e anche al Ministro per le Disabilità per aver riconosciuto il valore di questa iniziativa attraverso il patrocinio.
E grazie a tutti coloro che c’erano. Perché oggi non abbiamo solo corso o camminato. Abbiamo dato forma a un’idea di futuro più umano, più giusto, più vero.
Porto con me i vostri sorrisi, le vostre storie e quella sensazione limpida che, quando ci si mette in cammino insieme, ogni ostacolo si colora di speranza.
Sergio Bartoli
Consigliere Regionale del Piemonte
Presidente V Commissione Ambiente
Nasce una maxi Agenzia Turistica: prima per presenze estere in Piemonte
Dall’unione del Distretto Turistico dei Laghi e dell’Atl dell’Alto Piemonte nascerà una nuova maxi Agenzia Turistica, che si posizionerebbe come seconda grande destinazione piemontese per numeri complessivi. I dati, presentati ad Arona, evidenziano per il 2024 oltre 1,9 milioni di arrivi e quasi 5,9 milioni di presenze, pari al 30,4% degli arrivi e al 34,8% delle presenze totali regionali.
Il nuovo polo turistico risulterebbe primo in Piemonte per turismo internazionale: il 60,4% degli arrivi (oltre 1,15 milioni) e il 70,2% delle presenze (quasi 4,13 milioni) proverrebbero dall’estero. La Germania domina con più di 1,59 milioni di presenze, seguita da Paesi Bassi, Svizzera e Francia; significativa anche la crescita degli Stati Uniti, +19% rispetto al 2023. Il turismo italiano rappresenterebbe il 29,8% delle presenze.
La stagionalità rimane marcata: il 49% delle presenze si concentra tra giugno e agosto, con agosto come mese di picco. Anche l’offerta ricettiva cresce: +25,1% di strutture e +8,8% di posti letto, trainata soprattutto dalle locazioni turistiche (+33%).
L’assessore regionale al Turismo Marina Chiarelli ha evidenziato:
«Tutta l’area del nord Piemonte, analogamente all’intero territorio regionale, grazie alle sue straordinarie eccellenze, continua a registrare numeri turistici importanti e a trainare questi dati sono in particolare le presenze dei visitatori internazionali con il forte contributo al cashless che lo scorso ottobre ci ha portati ad essere premiati come meta italiana con il più alto utilizzo di pagamenti elettronici […] La nostra priorità è la destagionalizzazione, per aumentare le opportunità di scoperta e di esperienze e distribuire meglio il flusso dei visitatori a vantaggio degli operatori della filiera […] La prospettiva della nuova maxi Agenzia Turistica […] rappresenterà inoltre una nuova importante sfida, con la creazione della seconda grande destinazione piemontese».
Il presidente del CdA di Visit Piemonte, Beppe Carlevaris, ha dichiarato:
«I numeri turistici 2024, sommati tra loro, definiscono ancora meglio le potenzialità del progetto di unificazione dei due territori sotto l’egida di una sola ‘maxi agenzia’. Sarà estremamente stimolante, anche per Visit Piemonte, contribuire ad una sempre maggiore integrazione dei progetti di promozione turistica delle due aree».
Il presidente dell’Atl Terre dell’Alto Piemonte ha aggiunto:
«Il CdA dell’ATL Terre dell’Alto Piemonte non può che vedere con favore una fusione con il Distretto Turistico dei Laghi […] Può rappresentare una strategia efficace per rafforzare l’identità dell’intero territorio dell’Alto Piemonte, rendendolo più competitivo a livello regionale».
Infine, il direttore dell’Atl del Distretto Turistico dei Laghi, Francesco Gaiardelli, ha concluso:
«L’anno 2026, con la costituzione della nuova Atl e la somma, quindi, delle performance del quadrante, si annuncia come un anno di importanti numeri […] rafforzando il posizionamento del nostro territorio tra le destinazioni più attrattive».
ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7): DI NUOVO ATTIMI DI FOLLIA IN CORSO GIULIO CESARE/EMILIA DOVE TUTTO E’ CONSENTITO, CITTADINI SEMPRE PIU’ ESASPERATI. DEVE ANCORA CONTINUARE PER MOLTO QUESTA SITUAZIONE?
Ieri sera verso le ore 21 sempre nel solito tratto fuori controllo di Corso Giulio Cesare tra il Ponte Mosca e Corso Emilia una ennesima violenta rissa con botte, tiri di bottiglie usate come armi e cassonetti rovesciati.
Il tutto a poche centinaia di metri dall’omicidio di giorni fa in corso Novara/Monterosa e nello stesso punto dove è stato ucciso con una coltellata al petto il 26enne Hamza Moutik la sera del 23 agosto 2024.
Poco dopo sono arrivate 5 volanti delle FdO ma il gruppo di criminali si era già dileguato verso Lungo Dora Napoli.
Quotidianamente nel quartiere si vive un clima di violenza e aggressività latente che rischia di esplodere da un momento all’altro, sotto gli occhi sempre più spaventati dei residenti. Tutto ciò viene alimentato dall’assenza di regole e norme di civile convivenza, sembra che tutto sia consentito in questo circolo vizioso di degrado.
LA VIOLENZA E L’AGGRESSIVITA’ CHE HANNO GRUPPI DI PERSONE NEL RINCORRERSI E PICCHIARSI E’ SENZA LIMITI. Come si possono percorrere certi marciapiedi in tranquillità? Impossibile!
Quando mai la Città provvederà a rendere vivibile questo tratto di strada? Siamo stanchi di sole parole parole parole e ancora parole. Il buonismo non ha portato a nulla, contro i criminali bisogna agire diversamente.
Alcuni giorni fa sono stata in Prefettura a incontrare il Prefetto Vicario dove ho esposto la situazione che si vive nel quartiere cercando di non parlare solo di criticità ma anche di proposte per migliorare il territorio.
Sono anni che chiedo, insieme ai miei colleghi Domenico Giovannini e Francesco Caria, un controllo serio e a 360° sugli affitti delle case fatiscenti e relativi successivi provvedimenti da parte della Città senza essere ascoltata. Il video della rissa è stato girato quando la violenza si stava già calmando.
PATRIZIA ALESSI
Il 24 maggio è il Melanoma day, la giornata europea dedicata alla prevenzione del melanoma e, più in generale dei tumori della pelle. In particolare l’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare, attraverso campagne informative e di comunicazione, l’opinione pubblica sulla prevenzione di queste gravi forme tumorali.
Con l’avvicinarsi dell’estate, e la maggiore esposizione della pelle ai raggi ultravioletti, è quindi fondamentale conoscere quali sono i tumori della pelle, le cause che possono portare alla loro insorgenza e le azioni preventive da adottare.
Che cosa sono i tumori cutanei
I tumori della pelle sono neoformazioni che insorgono sulla superficie cutanea e possono essere di natura benigna o maligna. Nonostante la pelle sia l’organo più esteso del corpo, l’80 per cento circa dei tumori cutanei interessano il volto, il cuoio capelluto e il collo, ossia zone esposte cronicamente e più delle altre alla radiazione del sole.
L’incidenza, quindi, è più alta tra le persone che trascorrono molto tempo all’aperto per lavoro o per svago ed è inversamente proporzionale alla quantità di pigmentazione cutanea da melanina; le persone che hanno la pelle chiara sono più suscettibili.
I tumori cutanei e la loro incidenza
Il melanoma: è uno dei principali tumori che insorge in giovane età; in termini d’incidenza, nella popolazione italiana costituisce il secondo tumore più frequente nei maschi sotto i 50 anni e il terzo più frequente nelle femmine sotto i 50 anni. Il trend d‘incidenza appare in aumento statisticamente significativo sia nei maschi (+ 4.4% per anno), che nelle donne (+ 3.1% per anno). È importante sottolineare come nel nostro Paese esista un gradiente decrescente nord-sud di incidenza: i tassi di incidenza sono fino a due volte più bassi nel Sud Italia rispetto a quelli nelle aree del Centro-Nord Italia.
Recenti dati europei hanno evidenziato un aumento statisticamente significativo dell’incidenza sia per i casi invasivi (+4.0% uomini, +3.0% donne) sia in situ, cioè nel strato esterno della pelle (+7.7% uomini, +6.2% donne). A fronte di questo aumento d’incidenza, tuttavia la mortalità è rimasta sostanzialmente stabile.
Il carcinoma squamoso cutaneo: secondo i dati dell’Associazione Italiana Registri Tumori, l’incidenza di questo tumore è di 4,2 casi per 100.000 abitanti nei maschi e di 2,4 nelle femmine.
Tuttavia la vera incidenza del carcinoma squamocellulare cutaneo è difficile da determinare e i dati sono spesso discrepanti tra le varie casistiche (da 29 a 70 ma anche fino a 320 casi su 100000 abitanti) in considerazione della particolarità dei tumori cutanei.
La mancanza di dati deriva principalmente dal fatto che tale patologia è presa in cura da molteplici specialisti e spesso si tratta di piccole lesioni che si avvalgono di metodiche diagnostiche non invasive e quindi non sempre segnalate.
Il carcinoma basocellulare (BCC): è il tumore epiteliale cutaneo maligno più comune e rappresenta fino all’82% dei tumori cutanei. In Italia la percentuale di BCC sul totale dei tumori si aggira mediamente sul 70%, con valori lievemente più bassi nelle regione del Sud Italia. I soggetti maggiormente colpiti sono di sesso maschile (15,2 % contro il 14,8%) e di età superiore ai 65 anni. Il numero di nuovi casi è del 30% circa più elevato negli uomini rispetto alle donne. Anche se sono stati osservati casi nei bambini, lo sviluppo di questo tumore prima dei 20 anni è un evento molto raro.
Le cause
La causa primaria dei tumori della cute sono le radiazioni ultraviolette (UV) derivanti principalmente dall’irraggiamento solare e, in misura secondaria, dalle lampade e dai lettini abbronzanti.
Negli ultimi anni è stato rilevato un lieve, ma costante, aumento dell’incidenza dei tumori della cute, molto probabilmente dovuto alla concomitanza di fattori quali la riduzione dello strato protettivo dell’ozono e un’aumentata tendenza all’esposizione al sole in tutte le stagioni.
Indipendentemente da alcune variabili (tipo di pelle, età, genere, stile di vita), il rischio di tumori cutanei aumenta nei seguenti casi:
• pelle facilmente ustionabile ai raggi solari;
• capelli e occhi chiari;
• presenza diffusa di nevi, soprattutto se del diametro di 4-5 millimetri;
• familiarità per i tumori cutanei;
• frequente esposizione al sole.
Sono stati identificati come fattori di rischio anche l’esposizione ad alcune sostanze, come l’arsenico, e a radiazioni ionizzanti, alcune anomalie genetiche e un sistema immunitario compromesso a causa di precedenti terapie, trapianti oppure AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita).
Inoltre, sono fattori di rischio anche il fumo, soprattutto a livello delle labbra nei fumatori, e alcuni trattamenti dermatologici, tra cui la terapia fotodinamica.
Avere la pelle molto chiara, un’età avanzata ed essere uomini sono inclusi tra i cosiddetti fattori di rischio non modificabili, sui quali cioè non è possibile intervenire.
La prevenzione
Per prevenire i tumori cutanei è necessario:
evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata nelle stagioni calde e, quando ci si espone, indossare sempre cappello e occhiali, ma anche indumenti, che possano proteggere dai raggi UV;
fare regolarmente uso di protezione solare, con filtri sia per i raggi UVA che UVB, avendo cura di applicarla più volte al giorno per garantire una copertura completa e continua;
evitare lampade abbronzanti e lettini solari;
controllare periodicamente l’aspetto della propria pelle.
Periodicamente, ogni 1-2 anni, è indicato sottoporsi a una visita specialistica con il dermatologo in assenza di fattori di rischio, quali familiarità per tumori della pelle, storia personale di tumori cutanei, fototipo chiaro di pelle, capelli biondi o rossi, presenza di tanti nei (più di 50) e lentiggini. In caso siano presenti questi fattori di rischio, è invece indicato effettuare un controllo dermatologico annualmente o anche semestralmente.
È bene effettuare una visita dermatologica in caso di comparsa di nuovi nevi dopo i 40 anni o se si riscontrano cambiamenti in nevi già presenti (dimensione, colore, policromia, bordi frastagliati e forma asimmetrica).
L’impegno della Regione Piemonte
La Regione Piemonte è impegnata da sempre nella prevenzione e nella cura dei tumori cutanei, nell’ambito della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Sul territorio regionale sono operativi i centri di riferimento per la diagnosi e la cura dei tumori cutanei e recentemente è stato aggiornato il Percorso di Salute-Diagnostico-Terapeutico
Il Piemonte è stato proclamato “Region of The Year” 2025 ai Wine Travel Awards, il concorso a livello mondiale che premia le diverse categorie, figure e territori del mondo del vino, votate da giornalisti ed esperti del settore e dalla rete internazionale degli enoturisti. La designazione è avvenuta nei giorni scorsi alla London Wine Fair di Londra: il Piemonte ha battuto candidati come la California e il Sudafrica, conquistando un riconoscimento tributato in passato a territori di prestigio come Bordeaux.
Spiega l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni: «Il premio è la conferma dell’alta reputazione che il Piemonte ha ormai raggiunto nel giudizio degli esperti e degli opinion leader mondiali. Il riconoscimento arriva dopo una selezione estremamente seria, fatta da decine di giornalisti che lungo tutto l’anno viaggiano, sperimentano, confrontano e scrivono di territori vinicoli di tutti i continenti. Al loro voto si è aggiunto quello dei wine traveler e wine lover che si sono espressi a favore dell’eccellenza piemontese. Il giudizio premia infatti non solo la qualità dei vini ma la valutazione complessiva di un territorio che offre un mangiare e bere eccellente, alta qualità della vita e dell’esperienza del soggiorno».
Il tributo dei Wine Travel Awards è ancora più importante perché proviene da una categoria come quella degli enoturisti, tipicamente dotata di capacità di spesa, incline a viaggiare in ogni periodo e con un grande potere da influencer. «Il premio – sottolinea Bongioanni – conferma l’efficacia della nuova direzione che abbiamo impresso alle politiche per l’agroalimentare piemontese: unire produzioni di qualità, promozione e turismo con nuovi strumenti come l’indicazione geografica allargata “Piemonte” sulle etichette dei nostri vini Docg e Doc o il brand “Eccellenza Piemonte – Piemonte Is”, che proprio questo lunedì a Torino presentiamo agli imprenditori e stakeholder».
Sulla stessa linea l’analisi di Francesco Monchiero, presidente del consorzio Piemonte Land of Wine: «Siamo arrivati a questo risultato perché il Piemonte ha scommesso fin dall’inizio sul vino di qualità. Siamo l’unica regione d’Italia ad avere rifiutato l’Igt che è una denominazione a scarso controllo; ad escludere l’irrigazione dei vigneti destinata alle grandi quantità e ad annoverare 60 fra Doc e Docg che rappresentano tutti i territori. Questo riconoscimento attesta infatti che oggi il mondo del vino piemontese è a 360°: non solo Barolo, Barbaresco e i grandi rossi, ma anche aree che si sono affermate negli ultimi anni per i grandi bianchi come il Tortonese, Gavi, il Roero e il Canavese. L’Alta Langa che ha riportato il metodo classico dove è nato, e un unicum come i vini dolci aromatici che nel loro segmento sono i migliori del mondo. Il Piemonte è l’unica regione d’Italia che può abbinare i suoi vini a un pasto completo, dall’antipasto al dolce, e tutti con interi territori dedicati. Il Wine Travel Awards premia il lavoro compiuto in trent’anni con produttori, consorzi e istituzioni. Oggi possiamo affermare che siamo finalmente riconosciuti a livello mondiale per tutto questo».
VIGNALE: 400MILA EURO PER LA PROMOZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLA FORTEZZA PIEMONTESE
Ieri mattina a Fenestrelle, si è tenuta la presentazione del progetto di valorizzazione e riqualificazione del Forte di Fenestrelle. Presente all’evento anche l’Assessore regionale al Patrimonio e Fondi di Sviluppo e Coesione Gian Luca Vignale che per l’occasione ha annunciato lo stanziamento della somma di quattrocentomila euro provenienti da una rimodulazione dei fondi europei.
La somma è stata destinata all’impianto di illuminazione della fortezza, alla videosorveglianza e alla messa in sicurezza di alcuni dei locali del forte.
Nel corso della presentazione, oltre al Sindaco di Fenestrelle, Michel Bouquet, principale promotore della giornata, hanno preso la parola anche i rappresentanti delle tante istituzioni presenti. Dal Gruppo di Azione Locale Valli Escartons, all’Unione Montana delle Valli Chisone e Germanasca, passando per l’Agenzia del Demanio (proprietaria del bene piemontese), la Fondazione San Paolo, Uncem e molti rappresentanti dei Comuni della vallata.
Nel corso dell’evento i professionisti incaricati dal Comune hanno illustrato il piano di intervento per la valorizzazione del Forte e il progetto di marketing per la struttura e le potenziali ricadute economiche e turistiche per il territorio.
«Il Forte di Fenestrelle è a pieno titolo un bene faro della nostra Regione – spiega l’Assessore Vignale – oggi il segnale importante rappresentato da questo evento è la presenza di tutti gli attori del territorio dagli enti locali fino alla Regione, la dimostrazione nei fatti del valore, ma anche della rete di collaborazioni che si attiva per la promozione a 360° di Fenestrelle. Un bene in grado di generare un decisivo impulso non solo per il turismo, trasformando sempre più i visitatori in turisti che si fermino sul territorio più giorni, ma anche per le attività come vetrina promozionale con la creazione di nuove opportunità di investimento e di lavoro. La Regione ha, recentemente, messo a disposizione la somma di 400mila euro per la realizzazione di alcuni interventi urgenti, ma è solo il primo passo perché in futuro continueremo ad impegnarci per il Forte, collaborando con le associazioni, i Comuni e tutte le realtà che ruotano attorno a questo fondamentale patrimonio piemontese».
In occasione dell’inaugurazione di via Po due tour speciali, al mattino e pomeriggio, offerti dalle guide professioniste GIA Ascom
Via Po si riconsegna alla città. Dopo mesi di lavori, si presenta in una nuova veste, più ordinata e curata, espressione di quattro secoli di storia all’insegna della bellezza e dell’eccellenza. Per celebrare questo momento e per far conoscere a cittadini e visitatori uno dei luoghi simbolo di Torino, le guide turistiche GIA Ascom offrono due tour guidati gratuiti in via Po che mettono al centro ciò che rende questa via davvero vivace: il legame tra cultura e commercio, tra racconto e quotidianità, tra passato e presente.
I tour guidati si terranno domenica 25 maggio con partenza in piazza Castello di fronte al Teatro Regio, al mattino alle ore 10.00 e al pomeriggio alle ore 14.30, riservati a gruppi di massimo 20 partecipanti ciascuno.
La partecipazione è gratuita, con prenotazione obbligatoria tramite Eventbrite:
Le visite guidate offrono un percorso che vuole celebrare le diverse epoche di via Po, dalla posa della prima pietra nel 1673 fino al restyling di oggi, lungo i portici sotto cui hanno camminato tutte le personalità che hanno fatto grande Torino in ogni campo, da Cavour, a Gramsci, Primo Levi, Fruttero e Lucentini, Natalia Ginzburg solo per citarne alcuni.
Qui passato e presente si incontrano, dagli storici fornitori della Real Casa a ridosso di piazza Castello, come la settecentesca gioielleria Musy, ai moderni negozi di articoli quotidiani come Gamer, passando per iconici esercizi pubblici come la pasticceria Ghigo e i caffè storici come Fiorio, fino esempi di arredi originari come nella profumeria Niche. Infiniti volti della storia di Torino tenuti insieme dall’architettura di rigore realizzata da Juvarra.
«Il connubio tra cultura e commercio – evidenzia Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia – rappresenta un elemento fondativo dell’identità di via Po, che nei secoli ha saputo mantenere viva la sua vocazione commerciale, sempre caratterizzata dalla qualità e che ancora oggi vede moltissime attività indipendenti e autenticamente torinesi. Proprio per mantenere la bellezza di questa via, che con questo ultimo restyling ritrova il rigore e l’ordine originari, occorre porre attenzione alla qualità delle attività che vengono aperte e al mantenimento del decoro. E su questo confidiamo nell’attenzione da parte del Comune e della Sopraintendenza».
«Questi tour guidati – sottolinea Barbara Sapino, presidente delle guide turistiche GIA Piemonte, aderenti ad Ascom – vogliono essere un’occasione per riscoprire Torino con uno sguardo cittadino consapevole. Offrire strumenti di lettura del contesto urbano significa rafforzare il legame tra le persone e i luoghi, valorizzando il patrimonio culturale in dialogo con la quotidianità commerciale. Questa iniziativa vuole anche sottolineare il ruolo delle guide GIA come professioniste della mediazione culturale, capaci di coniugare conoscenza storica e narrazione pubblica in modo accessibile e coinvolgente».
Nei tour non mancheranno le curiosità, come la storia dell’attuale Museo Accorsi Ometto, dove un tempo c’era la nostra Ellis Island per il controllo dei i documenti di chi entrava in città. O il ricordo di Ascanio Sobrero che nel 1847 nei laboratori di via Po scoprì la nitroglicerina, che Nobel sviluppò nella dinamite. E poi la politica, con Camillo Benso Conte di Cavour che andava al Caffè Florio, il caffè dei Conservatori, e lì amava gustare il Bicerin con le chicche di latte, cioccolato e caffè. E mille altre storie, tutte da scoprire.