ilTorinese

Come migliorare le tecniche di bonifica dei siti inquinati

Migliorare le tecniche di bonifica dei terreni inquinati nei Comuni piemontesi: è questo l’obiettivo che si prefigge la proposta di legge del M5s, che ha iniziato l’iter legislativo in commissione Ambiente in Consiglio regionale, presieduta da Sergio Bartoli.

Sergio Bartoli, presidente V Commissione Ambiente

Tra le principali novità del testo che modifica la legge 42/2000, l’utilizzo di tecniche alternative al “cappotto” e al “capping” per garantire più sostenibilità ambientale e una maggiore efficienza dal punto di vista economico.

La proposta, come spiegato, nasce dalla precedente esperienza amministrativa del primo firmatario, che ha avuto modo di riscontrare parecchie criticità nella bonifica di siti altamente contaminati come le Basse di Stura.

Prima dell’esame degli articoli, la proposta verrà sottoposta all’esame degli enti e dei soggetti interessati per l’acquisizione dei loro pareri.

Nomine al Comitato sanità e assistenza e in altri enti

Aperte le candidature per alcune nomine pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n.14, tra cui l’indicazione di cinque esperti per il Consiglio regionale di sanità e assistenza, divisi in due bandi.

Nello stesso Bollettino Ufficiale sono stati riaperti i termini di presentazione di candidatura per:

•          Comitato misto paritetico Regione-Autorità militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari4 membri supplenti;

•          Comitato consultivo del Centro “Gianni Oberto”2 componenti;

•          Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aostaun membro.

La scadenza per la presentazione delle domande è il 24 aprile.

L’istanza deve essere sottoscritta e presentata al seguente indirizzo pec: comm.nomine@cert.cr.piemonte.it, unitamente alla copia fotostatica non autenticata di un documento di identità del sottoscrittore.

Il testo dei bandi, i moduli per la presentazione delle candidature e tutte le informazioni utili sono a disposizione al seguente indirizzo: https://bandi.cr.piemonte.it/web/comunicati-commissione-nomine.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Nomine, a Torino in via Alfieri 15, numero telefonico: 011 – 5757324 e 5757239.

A Torino +9.313 imprese a guida straniera negli ultimi 10 anni

E’ la quarta città nel panorama nazionale, a fronte di -30.749 chiusure di aziende torinesi

Dino De Santis (Presidente Confartigianato Torino): “valorizzare le imprese straniere significa anche contrastare con forza l’illegalità e il lavoro nero, che alimenta il sommerso e la contraffazione, penalizzando le imprese regolari torinesi e straniere”.

  In termini assoluti, il territorio che ne ospita di più è la città Metropolitana di Milano 92.168 unità. Seguono Roma con 69343 e Torino con 34.777. Sono questi i dati più significativi del dossier “Ad aprire le imprese sono rimasti solo gli stranieri. O quasi” realizzato dalla CGIA di Mestre. Un movimento in progressiva espansione, quello dell’imprenditoria immigrata- commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – inoltre la crescita delle imprese con titolari stranieri non si limita a un semplice aumento numerico, ma abbraccia una trasformazione profonda di settori chiave”. “La via dell’impresa si conferma una delle modalità attraverso le quali gli stranieri giunti nel nostro territorio possono integrarsi nel nostro sistema economico e sociale – aggiunge De Santis – allora vale la pena di ricordare che, oltre alle politiche di accoglienza, devono essere messi in campo strumenti e politiche di integrazione. Per questo l’immigrazione va governata, non subita”. “Il lavoro è strumento di inclusione e servono programmi di formazione per accrescere le competenze dei lavoratori stranieri – ricorda De Santis – tra questi il supporto all’avvio dell’attività imprenditoriale, dove le Associazioni di Categoria possono giocare un ruolo importante per chi vuole aprire una nuova impresa”. “Valorizzare anche le realtà non italiane, quelle registrate presso le Camere di Commercio e che pagano le tasse come tutti i cittadini – conclude De Santis – significa anche impegnarsi per far emergere quelle sacche d’illegalità che rischiano di penalizzare le tante attività estere che, onestamente e con passione, concorrono allo sviluppo del nostro sistema produttivo. Significa anche contrastare con forza l’illegalità e il lavoro nero, che alimenta il sommerso e la contraffazione, penalizzando le imprese regolari torinesi e straniere”. L’analisi settoriale nazionale di Confartigianato ha esaminato numerose evidenze sulla presenza degli stranieri nel mercato del lavoro e nel mondo delle imprese: nel 2024 in Italia risiedono 5,3 milioni di cittadini stranieri, pari all’8,9% della popolazione residente totale. Gli occupati stranieri tra 15 e 64 anni in Italia sono 2milioni 317mila, pari al 10,1% del totale dell’occupazione. Le entrate di lavoratori immigrati previste dalle imprese non agricole con dipendenti rappresentano il 19,2% delle entrate previste, con una difficoltà di reperimento del 54,8%. Il 21,3% del fabbisogno occupazionale previsto tra il 2024 e il 2028 è ricoperta entrate di lavoratori stranieri. In Italia gli stranieri rappresentano il 6,5% del totale dei lavoratori indipendenti. La quota di indipendenti stranieri extra comunitari è del 4,9%, risultando superiore di 0,4 punti al 4,5% della media UE. Tra le persone con cariche nelle imprese nate in un paese straniero, prevalgono quella nate in Romania con il 10,1% del totale, Cina con il 10,0%, Marocco con l’8,4% e Albania con l’8,2% e Bangladesh con il 4,8%. La componente straniera rappresenta il 14,7% dei dipendenti stranieri del settore privato non agricolo sono pari al 14,7% del totale e una quota analoga si osserva per gli apprendisti. Tra i sei maggiori contratti di lavoro siglati da Confartigianato la quota dei dipendenti stranieri è del 24,8%, oltre otto punti superiore al 16% dei 27 maggiori contratti di lavoro, con almeno 100mila dipendenti. Gli occupati stranieri possono svolgere un ruolo cruciale in risposta alle attuali difficoltà delle imprese italiane nel trovare personale qualificato e alla prevista riduzione della popolazione in età lavorativa. Un’ordinata gestione dei flussi di migrazione e adeguate politiche di inclusione possono ridurre alcune criticità presenti nei processi di integrazione.

“Jigeenyi”: ricomincia l’avventura

Dopo l’esperienza triennale in “Barriera di Milano”, riapre al Balon il “Circolo Arci Jigeenyi”. Grandi protagoniste le “cucine” e le “musiche” africane

Festa d’inaugurazione da venerdì 11 a domenica 13 aprile

In lingua “Wolof” (parlata in Senegal, Gambia e Mauritania) “jigeenyi” significa “donne”. E, non a caso, con questo nome è stata chiamata la nuova “casa sociale comunitaria” rinata fra le vie del Balon, in via Borgo Dora 3/0, (spazio in disuso dal 2020), gestita dall’Associazione “Renken”, iscritta ad “Arci Torino”. Non a caso, considerando i forti obiettivi sociali tesi all’“empowerment” delle donne attraverso percorsi culturali, formativi e professionali.

L’appuntamento per l’inaugurazione del “nuovo spazio interculturale” torinese (già attivo per tre anni, dal 2021 al 2023 in Barriera di Milano) è dal prossimo venerdì 11 a domenica 13 aprile, con un ricco programma di iniziative. “Dopo la nostra esperienza in Barriera – sottolinea Giulia Gozzelino, vicepresidente di ‘Renken ETS’ – aprire a Porta Palazzo è una sfida. Via Borgo Dora è proprio nel cuore del quartiere storico e commerciale e l’animazione serale e culturale della zona è in continua crescita: crediamo che qui si possa seriamente lavorare insieme alla  popolazione con ‘background’ migratorio che abita qui.

“Jigeenyi” ospiterà festival, laboratori, workshop, concerti e dj set, ma anche presentazione di libri, incontri culturali, proiezioni e attività pensate per i più piccoli. Fra le iniziative di particolare interesse, in programma anche “corsi di cucina africana” amatoriali (con piatti senegalesi, congolesi, marocchini e gambiani) e percorsi d’avvicinamento alla “cucina professionale” per donne e le persone ad alto rischio di vulnerabilità socio-economica. I corsi dell’Associazione coinvolgeranno, nel 2025, 60 donne in percorsi di orientamento / avviamento professionale e 200 ragazzi in percorsi di ecg , ovvero d’educazione alla cittadinanza globale/educazione civica.

Da venerdì 11 a domenica 13 aprile, dunque, la grande festa di inaugurazione. Per tre giorni, apertura dalle 10 del mattino alle 24 con colazioni, pranzi, aperitivi e ricette africane, dall’immancabile “salsa Yassa” di cipolle caramellate e senape alle “Fataya”, fagottini ripieni, tipico street food di Dakar.

E la festa non sarebbe tale senza i più vari momenti musicali. Dalle sonorizzazioni di Mastaced (autore del format di musica afrobeat “Chocolate and Cream”) a quelle di Dj noname(curatore del Festival “creativAfrica”), in programma venerdì 11 aprile, alle 18. Subito dopo, alle 21, il primo live è di Ibson Daone, artista della scena reggae senegalese e membro del Gruppo “Neybaz Band”; a seguire “Abu Samb Band” con testi dai ritmi complessi, melodie incalzanti e canzoni che parlano di vita, amore e speranza.

Sabato 12 aprile, alle 18, la cantautrice torinese Iris Martucci, in arte “Nonsono poetica”. La sua voce, accompagnata da chitarra, piccole percussioni e altri strumenti, entra in dialogo con il pubblico e prende posizione rispetto alle critiche del presente. Alle 21, “Narconauta”, progetto di David Diop nato nel 2020 a Torino. Un po’ di rap, un po’ di sogno, un pizzico di teatro e ricerca di un benessere collettivo, di un’energia che abbatta la paura degli altri.

Domenica 13 aprile, alle 18, insieme al Ristorante “Tartifla”, apericena e piccolo concerto su strada del Trio torinese “Mélo-Coton”, con la proposta un po’ rétro di un viaggio nella musica francese per rivivere le emozioni di una Parigi senza tempo, attraverso l’ironia, la poesia, la genialità dei “chansonniers”: da Charles Trenet a Zaz, passando per Serge Gainsbourg e Stromae. La band attinge dal vastissimo repertorio della musica francese, scegliendo brani “che fanno muovere il corpo ed aprire la mente”.

Per info e programma dettagliato: www.renken.it

g.m.

Nelle foto: Renken Staff; Chef Awa Diop e Papis Sommare; I “Mélo-Coton”

Granfondo Briko Torino spegne dieci candeline

Appuntamento per l’11 maggio 2025

 

 

La Granfondo Internazionale Briko Torino celebra il suo decimo anniversario. L’evento, organizzato da GS Alpi, offre ai ciclisti l’opportunità di pedalare nel cuore della prima capitale d’Italia, con partenza dal Motovelodromo “Fausto Coppi” e un percorso di 115,7 km attraverso la collina torinese e astigiana, con 2129 metri di dislivello. Un tracciato tecnico e impegnativo che tocca alcuni dei luoghi più suggestivi del territorio, con salite non troppo lunghe che consentono di ammirare panorami mozzafiato fino alle più alte vette dell’arco alpino occidentale.

La due giorni inizierà sabato 10 maggio con il ritiro del pacco gara al Motovelodromo “Fausto Coppi”, struttura storica del ciclismo italiano che affonda le sue origini negli anni ’20 del Novecento. Progettato dall’architetto Vittorio Ballatore di Rosana, esponente del liberty torinese, rappresenta l’unica architettura sportiva della città ancora esistente tra quelle realizzate nei primi trent’anni del secolo scorso. Il cuore pulsante della struttura è la sua pista, lunga 393 metri e caratterizzata da un’inclinazione maggiore rispetto a quella dei tradizionali velodromi per biciclette. Inizialmente concepita per ospitare anche competizioni di auto e moto da corsa, ha visto sfrecciare leggendari campioni come Gino Bartali e Fausto Coppi, ospitando l’arrivo di tappe del Giro d’Italia e della Milano-Torino, la corsa più antica del mondo.

 

L’OMAGGIO AL GRANDE TORINO – Sempre sabato, il presidente di GS Alpi, Vittorio Mevio, renderà omaggio al Grande Torino con la deposizione di una corona d’alloro a Superga, commemorando la squadra tragicamente scomparsa il 4 maggio 1949. La gara partirà domenica 11 maggio alle 08.30. I partecipanti dovranno indossare obbligatoriamente la maglia tecnica celebrativa inclusa nel pacco gara, pena la squalifica. Il percorso terminerà in strada dei Colli (Panoramica Pino Torinese-Superga) dopo 115,7 km. Il tracciato attraverserà anche strade che ospiteranno la Vuelta a España, una delle corse a tappe professionistica più importante al mondo che, per la prima volta nella sua storia, partirà dall’Italia sabato 23 agosto, proprio da Torino – Reggia di Venaria e si dirigerà a Novara su un percorso di 183 chilometri. Dopo aver ospitato lo scorso anno il Tour de France e la partenza del Giro d’Italia, la Regione Piemonte e la Città di Torino confermano dunque la volontà di investire sui grandi eventi come volano di attrazione turistica e di promozione sportiva.

 

LA CRONOMETRO FINALE – La competizione si chiuderà con una cronometro all’interno del Motovelodromo, una vera e propria sfida nella sfida riservata ai primi 20 uomini e alle prime 10 donne della classifica assoluta, per eleggere il Re e la Regina del Motovelodromo. A seguire, il pasta party e le premiazioni dalle 14.45.

 

Il “Memorial Luca Ferrero”

Da quest’anno, la manifestazione accoglie la prima edizione del “Memorial Luca Ferrero”, dedicato a un grande appassionato di ciclismo e stimato veterinario, scomparso lo scorso anno in un tragico incidente stradale mentre si allenava in sella alla sua bici da corsa. Le indagini sull’incidente per accertare eventuali responsabilità sono ancora in corso. Ferrero, agonista e partecipante a diverse edizioni della Granfondo Torino, è ricordato non solo per il suo talento sportivo, ma anche per la sua professionalità, per il suo impegno a favore di persone meno fortunate e il legame con la comunità. L’intitolazione del Memorial vuole essere un tributo alla sua memoria e un messaggio di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale. Una parte del costo d’iscrizione alla gara con la speciale tariffa “Memorial Luca Ferrero”, sarà devoluta al Cottolengo – Piccola casa della divina provvidenza, struttura presso la quale Luca prestava la sua opera di volontariato.

 

DICHIARAZIONI

 

Vittorio Mevio, presidente del Gs Alpi: «Granfondo Internazionale Briko Torino è un evento che, nel corso degli anni, è stato davvero apprezzato da tutti. I ciclisti hanno la possibilità non solo di pedalare, ma anche di visitare la città, con i suoi luoghi di maggiore interesse. Essere arrivati alla decima edizione è un traguardo davvero molto prestigioso, abbiamo permesso ai tanti ciclisti che hanno scelto il nostro evento di pedalare all’interno della città di Torino, senza dimenticare salite e punti tecnici che piacciono tanto ai corridori. Da parte di tutto il GS Alpi vorrei ringraziare l’assessore allo sport Domenico Carretta, e Briko, sponsor principale della manifestazione».

 

Paolo Pistono (Briko): «Anche quest’anno siamo orgogliosi di essere partner di questo straordinario evento, che celebra un’edizione speciale: il decimo anniversario della gara e il quarantesimo anno di Briko. Per l’occasione, abbiamo voluto creare una maglia gara d’eccellenza, coinvolgendo gli appassionati che, come sempre, hanno risposto con grande entusiasmo e partecipazione. Questo legame con la comunità ciclistica rappresenta per noi un valore fondamentale e un’ulteriore conferma del nostro impegno nello sport».

 

Domenico Carretta, assessore allo Sport della Città di Torino: «La Granfondo Internazionale Briko Torino non è solo un grande evento sportivo, ma anche un’opportunità per promuovere il benessere e la mobilità sostenibile. Pedalare per le strade della nostra città significa scoprire il suo patrimonio storico e paesaggistico in modo attivo e consapevole. Inoltre, il Memorial Luca Ferrero ci ricorda quanto sia fondamentale garantire la sicurezza di chi utilizza la bicicletta, affinché le nostre strade siano luoghi sicuri per tutti. Il sostegno della Città di Torino a eventi di questo livello conferma il nostro impegno nella promozione dello sport e della cultura della sicurezza stradale».

 

Fabrizio Rostagno, amministratore delegato Motovelodromo Torino: «È un onore per noi ospitare al Motovelodromo Torino per la terza volta consecutiva la partenza della Granfondo Internazionale Briko Torino. Accogliamo con grande piacere la corsa organizzata dal GS Alpi e ringraziamo Vittorio Mevio per aver creato questo gemellaggio con quello che viene da sempre considerato il tempio del ciclismo torinese. La bicicletta è da sempre la padrona di casa al Motovelodromo Torino ed è al centro del nostro progetto sportivo.

Per sostenere e promuovere la Granfondo abbiamo proposto la Road to Granfondo, un programma di allenamento di 8 settimane per avvicinarsi al meglio alla gara e per prepararsi secondo i propri obiettivi; abbiamo dedicato offerte speciali riservate agli iscritti, che possono venire ad allenarsi indoor nella nostra Bike Cave; e il giorno della gara decreteremo il Re e la Regina del Motovelodromo, con una sfida in pista a cronometro.

L’11 maggio scenderanno in pista a sostegno dei corridori anche i nostri aspiranti operatori meccanici riparatori di biciclette, che stanno partecipando al corso che abbiamo organizzato insieme a ENAIP Piemonte, sede di Settimo Torinese, per professionalizzare e preparare gli studenti ad una professione sempre più attuale e ricercata, il tutto con l’indispensabile sostegno della Regione Piemonte».

 

Emiliano Borgna, responsabile Acsi Ciclismo: «La Granfondo Internazionale Briko Torino l’unico evento ciclistico di massa che si tiene in una città metropolitana. Ciò denota una grande complessità organizzativa, ma allo stesso tempo comporta una unicità che i partecipanti non potranno far altro che percepire. Si pedala in una delle città paesaggisticamente più importanti d’Italia, un evento unico, e di questo non possiamo che ringraziare Vittorio Mevio ed il GS Alpi che da anni organizza eventi straordinari per i ciclisti amatori».

Il nuovo libro di Mino Giachino, PER CRESCERE DI PIÙ 

Con una Logistica più efficiente l’Italia e il Piemonte potrebbero crescere da 1 a 2 punti di PIL in più.
La LOGISTICA era già ritenuta strategica ai tempi dei Romani. Giulio Cesare fece costruire porti e magazzini e istituì la figura del LOGISTA. Ma in Italia la Logistica non ha neanche un Sottosegretario.
La Logistica in Italia vale quasi il 10% del PIL mentre in Europa vale il 12% del PIL europeo, in Piemonte molto meno del 9. Sviluppare meglio la logistica migliorando le infrastrutture e tagliandomi tempi della burocrazia , dalle Dogane ai controlli nei porti, il Paese è il Piemonte sarebbero più competitivi e potrebbero aumentare la crescita della economia e del lavoro.
Questi e altri ragionamenti e proposte Mino GIACHINO già Sottosegretario ai Trasporti dal Maggio 2008 al Novembre 2011 presenta nel suo ultimo libro PER CRESCERE DI PIÙ che verrà presentato Sabato 12 aprile alle ore 11 nella sede regionale di FDI in via Nizza 43 dal giornalista Beppe FOSSATI e dal Deputato imprenditore nel settore auto Fabrizio COMBA.
GIACHINO e’ una “autorità” in materia per quanto fatto al Governo dove ideò e finanziò il FERROBONUS , l’incentivo alle aziende a utilizzare il trasporto merci su rotaia , dove sblocco’le Autostrade del Mare togliendo quasi 1 milione di TIR dalla strada. E’ l’unico politico italiano ad aver ricevuto il Premio Logistico dell’anno da Assologistica. Ma GIACHINO non si è impegnato solo nel Governo , evitando al Paese il blocco dei TIR e istituendo il Ferrobonus l’incentivo alle aziende a usare il trasporto su rotaia, ma ha il merito di aver organizzato , con l’aiuto delle madamin , la grande Manifestazione SITAV di piazza Castello del 2018 che salvo’  l’opera che come ha ricordato martedì scorso a Torino il Ministro Matteo SALVINI rischiava di essere bloccata.
Mino Giachino lavoro’ con un gruppo di esperti tra cui i prof. Gian Maria Gros-Pietro, Andrea Boitani , Fabrizio Dallari e Rocco Giordano a un importante Piano Nazionale della logistica che venne approvato a stragrande maggioranza dalla Consulta nazionale dei trasporti e della logistica ma inspiegabilmente venne messo nel cassetto dal Governo Monti. Così il costo della inefficienza della logistica italiana stimato nel 2010 in 40 miliardi e’ salito a 80 miliardi secondo due studi di Confindustria e della Coldiretti.
Secondo chatGPT cui è stato inviato il testo di GIACHINO , il libro sembra riflettere una visione profonda della politica economica italiana e sulla importanza delle infrastrutture e della logistica come leve strategiche per il futuro del Paese. In sintesi il libro appare come un appello alla responsabilità politica e di un cambiamento radicale per affrontare le sfide economiche e sociali che l’Italia sta vivendo. GIACHINO propone di lavorare a creare la “Grande Area logistica del Sud Europa” attorno ai porti , interporti,agli aeroporti del Nord Italia ai Centri di ricerca ai Politecnici e alle Università che diventi una Silicon VALLEY italiana in cui la efficienza e competitività della logistica uniti alle eccellenze della Ricerca Scientifica italiana faccia da grande catalizzatore  di investimenti internazionali.

Riapre il giardino storico di Palazzo Cisterna. Location d’eccezione per fiction di successo

/

È da anni la location preferita da Film Commission Piemonte per ambientare scene di fiction amatissime, ultime in ordine di tempo Il Gattopardo, Cuori 1, 2, 3, e Lidia Poet 1 e 2.

Riapre alla comunità il giardino storico di Palazzo Cisterna, oasi verde unica nel cuore di Torino, un piccolo parco monumentale di pertinenza della sede aulica di Città metropolitana di Torino con ingresso da via Carlo Alberto.

Il sindaco di Città metropolitana Stefano Lo Russo invita la cittadinanza alla festa per la riapertura, dopo lunghi ed importanti lavori di sistemazione che sono costati 350mila euro di risorse proprie.

“Vi aspetto giovedì 10 aprile alle ore 11” invita il sindaco Lo Russo in un videomessaggio rivolgendosi a cittadini e cittadine, consapevole della grande attesa per vedere restituito al pubblico uno spazio unico e speciale.

Il giardino storico dopo la cerimonia sarà aperto 7 giorni su 7 dalle ore 9 alle 21 (già orario estivo) e sarà sorvegliato.

L’inaugurazione sarà allietata dalle musiche della Wind Cavour Orchestra, composta da studenti e studentesse delle sezioni musicali del liceo classico Cavour di Torino.

Interverrà da Reano anche il gruppo storico dei Principi Dal Pozzo, in omaggio agli antichi proprietari del palazzo.

Mercato immobiliare: boom di compravendite commerciali a Torino

NEL 2024 ACQUISTATI 100 MILA METRI QUADRI DI NEGOZI

 

Torino, 9 aprile 2025 – In un momento storico in cui si parla soprattutto di chiusure dei negozi, di crisi e di desertificazione commerciale, c’è un dato che sorprende: nel 2024 a Torino sono stati acquistati 1.286 negozi, per oltre 100.000 metri quadrati di superficie. In particolare, il 2024 segna una crescita costante nelle compravendite dei negozi per tutti e quattro i trimestri: +17,0% nel primo trimestre, +17,5% nel secondo, +21,9% nel terzo e +28,6% nel quarto trimestre. Particolarmente positivo il rendimento dei locali commerciali, superiore di almeno il 30% rispetto a quello delle abitazioni. La presenza di negozi e attività di prossimità contribuisce, inoltre, ad aumentare il valore dell’area.

Sono i dati emersi nel corso de “L’oceano blu degli immobili commerciali”, il convegno organizzato dalla Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari F.I.M.A.A. Torino, aderente ad ASCOM Confcommercio Torino, che ha messo in luce una tendenza importante per lo sviluppo della città: nonostante le difficoltà, il commercio di prossimità continua a generare valore economico e immobiliare.

Secondo gli studi di F.I.M.A.A., un locale commerciale in centro città oggi rende in media il 6% annuo lordo, mentre nelle zone non centrali i rendimenti arrivano fino al 9-10%. «Entrambi i rendimenti sono superiori di almeno il 30% rispetto a quelli di un appartamento – sottolinea Franco Dall’Aglio, presidente di F.I.M.A.A. Torino – a conferma che investire in locali commerciali genera profitto. Torino, inoltre, offre margini di rendita più alti rispetto a città come Milano e Roma».

 

L’Osservatorio di F.I.M.A.A. rileva come un tessuto commerciale vivo aumenti il valore, prima di tutto, delle abitazioni della zona di cui fanno parte. Al contrario, aree con negozi chiusi da tempo generano degrado, con conseguente svalutazione di appartamenti e uffici. Il quartiere Vanchiglia, ad esempio, ha mantenuto il suo tessuto commerciale ed è oggi una delle prime cinque zone di Torino con i valori abitativi più elevati. Viceversa, le zone vittime della desertificazione commerciale – come via Sacchi o via Viotti – presentano valori di uffici e abitazioni inferiori del 40% rispetto a quando i negozi erano ancora attivi.

Anche se negli ultimi 10 anni a Torino sono scomparsi 2.269 negozi in sede fissa, quelli aperti producono ricavi sia per chi li gestisce, sia per i proprietari dei muri. Il canone medio di un locale commerciale in centro è di 2.000 euro al metro quadrato all’anno, con punte tra i 2.500 e i 3.000 euro; nelle zone non centrali la media è di circa 180 euro. «Affittare un negozio rende: lo dicono i numeri – prosegue Franco Dall’Aglio –. Per questo motivo guardiamo con attenzione al fenomeno delle riconversioni. Cambiare destinazione d’uso da commerciale a residenziale in zone dove il commercio è ancora attivo genera un cortocircuito che può portare al declassamento dell’intera microzona. È necessario regolamentare e mettere un freno a queste pratiche, lavorando in sinergia con le istituzioni e con il territorio per salvaguardare ciò che resta e favorire la ripartenza del commercio di prossimità, così da preservare il valore delle case e delle vie».

 

Dello stesso parere la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provinciaMaria Luisa Coppa: «Stiamo lavorando con l’Amministrazione per invertire la rotta della desertificazione commerciale e restituire alle vie della città servizi, vivacità, bellezza e sicurezza. È necessario sostenere i negozi attraverso politiche per il commercio serie e lungimiranti. L’Amministrazione comunale ha colto l’appello di Ascom per la tutela dei negozi di quartiere: insieme abbiamo costruito il Distretto Urbano del Commercio in centro, abbiamo sostenuto iniziative come “Torino Compra Vicino”, e siamo in prima linea con l’Albo EPIC per la valorizzazione delle imprese di interesse collettivo. Il nuovo Piano Regolatore di Torino è l’occasione per dare una risposta concreta al dilagare dei cambi di destinazione d’uso dei negozi sfitti, che impoveriscono il valore degli edifici e spezzano la continuità commerciale delle strade. Auspichiamo che la nostra richiesta di arginare le conversioni dei locali venga accolta, come ci è stato promesso».

«Il valore urbano, sociale ed economico di questi locali – conclude Franco Dall’Aglio – non può essere ignorato: puntare sul commerciale oggi significa non solo cogliere un’opportunità concreta, ma anche scommettere sul futuro stesso della città».

 

Serata speciale dell’UCID Torino al Polo Missioni della Consolata

Un momento  di grande valore umano e culturale con la visita guidata anche al museo

“Ieri sera abbiamo vissuto un momento di grande valore umano e culturale come UCID Torino presso il Polo dei Missionari della Consolata – ha dichiarato Marco Lazzarino, Presidente di UCID Torino – la serata è iniziata con una suggestiva visita guidata al museo, condotta con passione e competenza dal nostro socio Paolo Pellegrini”.

“Sono molto lieto che l’UCID abbia riunito le due istituzioni del territorio, da un lato il Comune è dall’altro la Regione, proprio perché l’UCID, essendo un’associazione apartitica, desidera confrontarsi con tutte le istituzioni, non prende le parti di nessun partito. UCID è un’associazione politica nell’accezione più nobile del termine, si occupa della polis, fa politica nel diffondere l’etica e la dottrina sociale della Chiesa, applicata negli ambiti dell’imprenditoria e della managerialità. È stato un bel confronto e ringraziamo i Missionari della Consolata, che ci hanno raccontato la loro storia e la loro attualità nel gestire l’integrazione tra culture e fedi diverse, un’occasione per tutti noi di conoscere meglio questa realtà e come questo rapporto possa essere gestito dal nostro territorio”.

Hanno partecipato all’incontro Padre Ugo Pozzoli, Direttore della Fondazione Missioni della Consolata; Michela Favaro, Vicesindaca del Comune di Torino e Maurizio Marrone, Assessore della Regione Piemonte.

“Abbiamo dibattuto insieme su temi importanti – ha concluso Marco Lazzarino – il senso della missione oggi, le sfide dell’integrazione, l’impegno civico e il valore della prossimità per costruire una società più giusta e coesa”.

Mara Martellotta

I dolci di Torino: una tradizione di gusto e storia

SCOPRI – TO    ALLA SCOPERTA DI TORINO
Torino è una città che sa come incantare non solo per la sua eleganza e la sua architettura, ma anche per la sua gastronomia, che è un vero e proprio tesoro di tradizione. Tra i tanti piatti che rappresentano il cuore della città, i dolci torinesi sono senza dubbio tra i più apprezzati e celebrati. Ogni dolce racconta una storia che affonda le radici in secoli di tradizioni culinarie, tra ingredienti pregiati e tecniche che sono state tramandate di generazione in generazione. I dolci tipici di Torino sono una combinazione perfetta di ricette antiche, influenze nobili e sapori ricercati, che ancora oggi conquistano i palati di chi ha la fortuna di assaporarli.
.
Torta di Nocciole: La Regina della Tradizione Torinese
croccante alle noccioleTra i dolci torinesi più celebri, la torta di nocciole rappresenta un autentico simbolo della città. La nocciola, in particolare la varietà Tonda Gentile del Piemonte, è l’ingrediente protagonista di questa prelibatezza, che affonda le sue radici nelle tradizioni contadine della regione. La torta di nocciole è un dolce che non ha bisogno di fronzoli: semplice ma ricco di sapore, la sua preparazione ruota attorno alla genuinità delle nocciole tostate e tritate, che danno vita a una torta dalla consistenza morbida e umida. Si racconta che il suo successo sia stato favorito dalla qualità delle nocciole locali, che trovano nel territorio torinese l’habitat perfetto per sviluppare il loro caratteristico sapore.
Questo dolce, che si prepara senza troppi ingredienti complessi, ha saputo mantenere intatto il suo fascino nel corso degli anni. La sua diffusione avvenne in modo piuttosto graduale, ma si dice che la torta di nocciole fosse una delle preferite nelle case delle famiglie torinesi già nel XVIII secolo. Non è raro trovare la torta servita come dessert nelle trattorie e nelle pasticcerie storiche di Torino, ed è considerata il perfetto esempio di dolce rustico e allo stesso tempo raffinato.
.
Baci di Dama: Un Dolce Che Racconta Una Storia d’Amore
Un altro dolce che non può mancare nella tradizione torinese è senza dubbio il Bacio di Dama, che rappresenta uno dei dolci più eleganti e simbolici della città. La sua storia è avvolta nella leggenda, ma si narra che il dolce sia stato creato a Tortona, in Piemonte, nel XIX secolo. Il suo nome deriva dalla sua forma: due piccoli biscotti di pasta di mandorle o nocciole, uniti da un sottile strato di cioccolato, che ricordano due labbra che si sfiorano in un bacio. Questa analogia con l’amore non è casuale, visto che il Bacio di Dama è da sempre considerato un dolce “romantico” per eccellenza. La sua diffusione a Torino fu rapida, tanto che oggi è un marchio distintivo della pasticceria torinese. La ricetta originale prevede un impasto semplice, fatto di mandorle, zucchero e burro, ma la creazione dei biscotti è un’arte che richiede precisione e abilità, in modo che la forma e la consistenza siano perfette. Ancora oggi, il Bacio di Dama viene realizzato nelle pasticcerie storiche torinesi, dove il suo sapore delicato e la sua eleganza lo rendono uno dei dolci più apprezzati da turisti e locali.
.
Il Bonèt: Un Dolce dal Gusto Profondo

Un altro dolce che è profondamente radicato nella cultura piemontese è il Bonèt, un dessert al cucchiaio che, con il suo gusto ricco e avvolgente, rappresenta uno dei classici della cucina dolce torinese. Si tratta di un flan a base di uova, latte, zucchero, amaretti e cioccolato, che viene cotto a bagnomaria per ottenere la sua caratteristica consistenza cremosa. La sua origine risale al periodo medievale, ma la ricetta che conosciamo oggi ha preso forma nel XIX secolo.

Il Bonèt è spesso considerato un dolce della tradizione contadina, preparato in occasioni speciali ma anche durante i pranzi festivi. Si racconta che, in passato, venisse preparato in grandi quantità nelle case dei contadini torinesi, dove la dolcezza del cioccolato e la croccantezza degli amaretti rappresentavano un piacere semplice ma soddisfacente. Ancora oggi, il Bonèt è un piatto immancabile nei ristoranti tradizionali di Torino, dove viene servito come conclusione di un pranzo ricco e saporito.
.
La Panna Cotta: Un Dolce Elegante e Semplice
Sebbene non sia esclusivamente torinese, la panna cotta è senza dubbio uno dei dolci più amati in Piemonte. La sua preparazione semplice e i suoi ingredienti genuini – panna, zucchero, gelatina e vaniglia – la rendono un dessert fresco e versatile, perfetto per ogni stagione. Si dice che la panna cotta abbia origini antiche, nate in Piemonte, anche se la sua diffusione in tutta Italia è avvenuta più tardi. La panna cotta è stata presentata in vari modi, ma la versione classica prevede una salsa ai frutti di bosco o al caramello che la rende ancora più golosa.
Questo dolce ha un’origine affascinante. Alcune leggende raccontano che fosse stato inventato da una cuoca della zona del Monferrato, che per sbaglio mescolò panna e gelatina, creando senza volerlo una ricetta che avrebbe fatto la storia. Semplice ma elegante, la panna cotta è diventata un simbolo della cucina piemontese e, oggi, è un dolce che trova spazio in molti menù dei ristoranti torinesi, sempre accompagnato da una presentazione che rispecchia la sua delicatezza.
.
Le Sfoglie della Duchessa: Un Dolce Nobile
Infine, le Sfoglie della Duchessa sono uno dei dolci più esclusivi di Torino, legati alla tradizione aristocratica della città. Questo dolce, che deve il suo nome alla Duchessa di Savoia, è fatto di sottili strati di pasta sfoglia farciti con crema pasticcera e ricoperti di zucchero a velo. La loro delicatezza e il loro aspetto elegante li hanno resi una prelibatezza che veniva preparata nelle corti nobili torinesi, e oggi sono ancora un emblema di raffinatezza.
Le Sfoglie della Duchessa sono un dolce che racconta la storia della Torino nobile, quando i banchetti aristocratici erano l’occasione per sfoggiare dolci e prelibatezze che deliziavano i palati più esigenti. Ancora oggi, queste sfoglie sono preparate nelle pasticcerie storiche della città, dove vengono servite come simbolo di una tradizione gastronomica che non perde mai il suo fascino.
Torino, con la sua ricca tradizione dolciaria, continua a essere una città in cui il passato e il presente si incontrano in un equilibrio perfetto, capace di affascinare chiunque desideri scoprire i suoi sapori autentici e le sue storie golose.
.
NOEMI GARIANO