ilTorinese

Con un catalogo di “podcast”, la torinese “Neos Edizioni” é fra i vincitori della call “Hangar del Libro”

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Nata a Torino nel 1996 come marchio della Tipolito Subalpina (storica tipografia editoriale torinese in attività dal 1953), la casa editrice “Neos Edizioni” è stata selezionata dalla call di “Hangar del Libro” – progetto della Regione Piemonte realizzato dalla “Fondazione Circolo dei Lettori” e dalla Camera di Commercio di Torino attraverso il suo “Punto Impresa Digitale” con l’obiettivo di promuovere la piccola e media editoria indipendente piemontese, potenziandone le competenze manageriali e gestionali – grazie ad un progetto che prevede la realizzazione di un catalogo di “podcast”.

Cinque le edtrici selezionate. Insieme a “Neos Edizioni”, la “Babi Editore” di Borgomanero, “Effatà Editrice”con sede a Cantalupa, la novarese “Gainsworth e la “Libreria Therese” nata nel 2007 a Torino a Vanchiglietta. “Sono veramente contenta – spiega Silvia Maria Ramasso, amministratore unico di ‘Neos Edizioni’ – che la nostra casa editrice sia tra i cinque progetti di innovazione editoriale selezionati da Hangar del Libro per questo percorso di sviluppo imprenditoriale. Per noi è importante guardare al futuro, innovare e confrontarci con le sfide che le nuove tecnologie ci propongono ogni giorno”.

L’idea alla base del progetto presentato è quella di attingere all’ ampio archivio di circa mille short storiescomprese nei 67 titoli antologici pubblicati dalla “Neos”, per dare vita ad un catalogo di podcast che si potrà usufruire tramite piattaforma on line, con formula di abbonamento e pagamento on-line (tra la fine di quest’anno e gli inizi del 2022). Le tematiche che Neos Edizioni tratta nelle sue collane antologiche sono molte, dalla questione femminile al territorio, dalla famiglia al giallo, dai viaggi all’arte. Nel corso degli anni l’elenco dei titoli è cresciuto, ottenendo sempre maggiore attenzione da parte dei lettori. Si è così formato un patrimonio editoriale di alta qualità letteraria, che urgevarivitalizzare con strumenti non consueti. Il podcast – ancora Ramasso – è un prodotto che la casa editrice non ha mai esplorato e che in questo momento sembra suscitare l’attenzione di una più vasta area di pubblico; il progetto può rappresentare l’avvio di un nuovo asset aziendale dedicato a una fascia di persone giovani o con difficoltà di lettura come gli anziani, gli ipovedenti, i dislessici. Ci piace anche molto l’idea di sostenibilità del prodotto, rivitalizzare contenuti letterari disponibili, non aumentare l’utilizzo di materia prima e andare incontro alle necessità di consumo di fasce di lettori‘fragili’, con una proposta nuova e ‘trend’”.

Per Info: “Neos Edizioni”, via Beaulard 31, Torino; tel. 011/7413179 o www.neosedizioni.it

g. m.

“Il Maria Adelaide diventi casa di comunità”

Revocare la delibera regionale, che prevede la vendita dell’Ospedale Maria Adelaide di Torino, per farlo diventare Casa di comunità, prevista dalla legislazione sanitaria nazionale e regionale.

È quanto richiede la petizione popolare al Consiglio regionale promossa dall’Assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide di Torino, la cui prima firmataria, Angela Maria Rosolen, è stata audita nei giorni  in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

“Sono migliaia – ha dichiarato Rosolen – le firme raccolte nei quartieri Aurora, Rossini e Vanchiglia e, più in generale, nella Circoscrizione 7 di Torino, che conta circa 90 mila abitanti e che dal punto di vista dei servizi sanitari risulta assai carente. Chiediamo che il Maria Adelaide possa essere trasformato in Casa di comunità. Il Governo ha presentato un piano di 9 miliardi di euro per questo tipo di strutture e 28 milioni sono previsti per quelle che dovranno essere realizzate a Torino. Chiediamo inoltre che il complesso Maria Adelaide sia eventualmente cancellato dal dossier di candidatura di Torino alle Universiadi 2025, che ne vedrebbe la trasformazione in studentato”.

Rispondendo alle domande di Francesca Frediani (M4o) e Marco Grimaldi (Luv), Rosolen ha dichiarato che “dopo un anno e mezzo di incontri e di richieste di confronti non siamo ancora riusciti a sapere se s’intenda modificare la destinazione d’uso della struttura e se il progetto di trasformarlo in studentato in vista delle Universiadi sia contenuto nel dossier di candidatura”.

A Mauro Salizzoni (Pd), Sarah Disabato (M5s) e Sara Zambaia (Lega) ha ribadito che “è necessario rivedere decisioni che, in nome della crisi e dell’austerità, hanno portato alla chiusura dell’ospedale anziché a una sua trasformazione per rispondere ai bisogni di salute della popolazione”.

Elezioni, nuovi criteri per gli scrutatori

La Commissione elettorale comunale ha stabilito i nuovi criteri di nomina degli scrutatori dando la priorità, dopo aver espresso la disponibilità, a coloro che sono iscritti nell’Albo scrutatori e che si trovino in una delle seguenti condizioni:

–  disoccupato/inoccupato iscritto al centro per l’impiego della Città metropolitana di Torino;

– età inferiore ai 30 anni alla data della consultazione.

 

Nel mese di luglio verrà pubblicato sulla piattaforma Torino Facile il form per l’adesione.

 

Continuano, inoltre, le attività del Servizio elettorale del Comune di Torino indirizzate ai cittadini che potranno votare nel prossimo autunno per l’elezione del Sindaco, del Consiglio comunale e delle Circoscrizioni.

 

Infatti, nei Comandi del Corpo di Polizia Municipale della Circoscrizione di appartenenza sono in distribuzione oltre 10mila tessere elettorali di prima emissione, cioè degli iscritti sulle liste elettorali a seguito di revisione dinamica ordinaria delle liste elettorali avvenuta il 31 gennaio e dei neo diciottenni (fino al 27 aprile). Si tratta di una distribuzione anticipata, perché la Città ha sempre consegnato le tessere elettorali a ridosso degli eventi elettorali. La prossima consegna avverrà circa 30 giorni prima la data della prossima consultazione, a seguito del nuovo aggiornamento delle liste elettorali. Ai cittadini è stata inviata a domicilio una lettera su cui sono illustrate le modalità per il ritiro del documento di voto.

 

Infine, sta terminando in questi giorni, con Defendini Srl, la consegna delle lettere indirizzate ai cittadini UE residenti a Torino (n.37.939), con l’invito, se intenzionati a esercitare il diritto di voto, a iscriversi sulle liste elettorali aggiunte per le Elezioni Amministrative. I cittadini avranno tempo per presentare domanda sino al 40° giorno antecedente la data della votazione. Sulla lettera, corredata anche del modello di iscrizione, sono indicate le modalità di presentazione.

Il 2 Giugno a Bollengo con l’avvocato Segre

Festa della Repubblica nella canavesana Bollengo dove l’avvocato Bruno Segre ha ottenuto la cittadinanza onoraria.

Quasi 103 anni di vita è di storia per un combattente delle libertà, dell’antifascismo e della democrazia.

 

(Nella foto, al centro Segre, con i giornalisti Barbara Castellaro e Marco Travaglini)

Attraverso i secoli, uno sguardo attorno a quanto ci circonda

Nelle sale di palazzo Lomellini a Carmagnola la mostra “…di là dal fiume e tra gli alberi…”

Venerdì 28 maggio è stata inaugurata a Palazzo Lomellini, in Carmagnola, con ingressi contingentati secondo le attuali norme ministeriali, la mostra “…di là dal fiume e tra gli alberi…”. Intorno al paesaggio nell’arte dal secolo XVII a oggi, a cura di Elio Rabbione, in programma sino al 25 luglio.

Questo appuntamento – organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola, per la riapertura della sede espositiva, con la collaborazione dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, è stato pensato considerando quanto ci circonda, all’ambiente, al paesaggio declinato pittoricamente nelle varie epoche e nelle varie tecniche, nelle intenzioni degli artisti più differenti, ritrovati ieri e oggi in Italia e altrove. Volendo sin dal titolo assorbire l’angolo di un giardino, i cieli e le nubi rigonfie, i corsi d’acqua e un mulino sulla riva, il verde degli alberi che vanno a formare imponenti macchie e le distese dei prati che si perdono contro l’azzurro, gli sguardi a perdita d’occhio che possono interessare non soltanto le cime di una montagna ma pure il traffico congestionato di una città, abbiamo preso a prestito il titolo green dalla narrativa hemingwayana, riponendo oggi, attraverso una visione di oltre cento opere, in quei punti di sospensione che precedono e che seguono quel tanto di sogno che sempre accompagna le belle immagini. Un viaggio che certamente non ha le pretese di colmare ogni vuoto, di poter gettare lo sguardo completo su quanto in quattro secoli di storia la pittura abbia detto sull’argomento, come si sia mossa, tra i nomi importanti e non, nel riportare allo spettatore dei nostri giorni quel gran teatro che è la natura che ci circonda. Un viaggio che ha potuto espandersi grazie all’apporto dei collezionisti e delle Gallerie torinesi che hanno generosamente fornito le tele. Un rapporto di fiducia che ha coinvolto, in ultimo, per la prima volta, anche un piccolo quanto suggestivo museo della Valsusa.

Ad aprire il corpus delle sedici opere che offrono una visione sui secoli XVII e XVIII può essere il barcone di gentiluomini (di Jacques d’Artois) che attraversa un corso d’acqua per lasciarsi alle spalle massicci e chiomati tronchi d’alberi e per entrare in un bosco altrettanto ricco, mentre una luce o un raggio di sole (nascosto) colpisce quei tronchi e quell’acqua totalmente tranquilla. E poi i pastori di Nicholas Berchem, ambientati in una campagna romana abitata da rupi e rovine; o l’attenzione (affettuosa) dedicata agli animali da Paul Potter e da Michiel Carree, da Philipp Ross divenuto cittadino romano e dal nostro Michelangelo Cerquozzi che, pur occupando il primo piano con l’arrivo di Erminia tra i pastori, ha modo di “perdere” la sua tela in un suggestivo scorcio lontano di paesaggio. Con uno sguardo all’Ottocento, cogliamo il tempietto classico di Pietro Bagetti e le vedute di campagna di Lorenzo Delleani, la tristezza sperduta nel mare di Enrico Reycend e le ampie distese, trionfanti, celebrate da Enrico Ghisolfi, da Giuseppe Camino, da Carlo Follini in un geniale gioco di luci crepuscolari. Del Novecento (con trentasette opere in mostra) apprezziamo la pacatezza e l’intimità del villaggio bretone di Henry Cahours, quello più gioioso e assolato di Pierre Lesage come il piccolo porto inondato di luce e di riflessi dovuto alla poesia di Emmanuel Laurent; se buttiamo un occhio tra gli immensi spazi russi incontriamo le piccole barche di Dmitrij Kosmin sovrastate da un cielo innaturale, le case di San Pietroburgo di Boris Lavrenko, che allineano movimento e ricercato cromatismo, i tratti irruenti e corposi per il bosco di Maya Kopitzeva. Tra i paesaggi italiani parlano tra gli altri la bellezza dei colori trasmessi dalle opere di Giuseppe Augusto Levis, il lago di Avigliana di Cesare Maggi quasi al riparo degli alberi, l’Inverno di Francesco Menzio dai vasti biancori, il personaggio solitario di Gianni Sesia della Merla immerso nei terreni grumosi del deserto, Luigi Spazzapan che ci dà la sua idea di paesaggio, i favolistici gruppi di case di Nella Marchesini, tra il classicheggiante e l’impressionista, sino ad arrivare al “soffocamento” del paesaggio nel Tappeto-natura di Piero Gilardi.

Gli artisti dei nostri giorni, per concludere. Classicheggianti i paesaggi di Giancarlo Gasparin, di un affascinante nervosismo quelli di Luisella Rolle, pazienti, emozionalmente d’antan le distese di alberi e di poggi di Xavier de Maistre, gli antichi spazi siciliani di Pippo Leocata, le irruzioni del quotidiano tra le montagne di Luciano Spessot, i realistici scorci cittadini di Sandro Lobalzo, di recente scomparso, come Giacomo Gullo; e ancora, tra gli altri, la morbidezza impressionista di Bruno Molinaro, le stilizzazioni di Antonio Presti, le infinite colline dovute al lavoro di Franco Negro e di Adelma Mapelli. Infine in ultimo, tra i paesaggi di oggi, quelli della distruzione prodotta dall’uomo, quelli di Mario Giammarinaro dolorosamente coinvolgenti, amaramente affascinanti nella loro tristezza e nella loro rovina: un mesto risultato, mentre ci si volta indietro a guardare i boschi lussureggianti da cui ha mosso i passi la mostra.

 

Elio Rabbione

curatore della mostra

 

Immagini:

 

Enrico Reycend, Giornata triste

olio su cartone, cm 48 x 66, 1924, firmato in basso a sinistra, titolato sul retro. Esposizioni: “Mostra Commemorativa Enrico Reycend”, Torino 1955; “Enrico Reycend”, Città di Acqui Terme 1989. Bibliografia: M. Biancale – M. Bernardi, “Mostra Commemorativa Enrico Reycend”, Torino 1955; A. Dragone, “Enrico Reycend”, Città di Acqui Terme 1989, pagg. 106/107 n° 79. Galleria Aversa, Torino.

 

Lorenzo Delleani, Strada di campagna sotto il sole

olio su tavola, cm 45 x 31,5, datato 29.11.84 in basso a destra. Bibliografia: Angelo Dragone, “Delleani”, Biella 1973, vol. II, pag. 268 n° 1983. Autentica di Leonardo Bistolfi al retro. Galleria Aversa, Torino.

 

Henry Cahours, Bretonnes sur le chemin du village, olio, cm 61 x 52, 1920, Galleria Pirra, Torino.

 

Francesco Tabusso, Ragazza con libri, olio su tavola, cm 70 x 100, firmato in basso a destra, Galleria Biasutti & Biasutti, Torino.i

Costanzo (Misto): Inaccettabile escalation morti sul lavoro

“La tragica morte sul lavoro dell’operaio della Margatelli Ferroviaria di Rodallo fa salire a 14 le vittime sul lavoro nell’area metropolitana di Torino in questa prima parte di 2021.

 

Sono cifre inaccettabili e non degne di un paese civile. Credo che l’emergenza vada presa di petto: non promettendo un migliaio di ispettori in più, peraltro insufficiente, ma pianificando un vero e proprio piano nazionale che metta in campo tutte le iniziative possibili in termini di formazione sulla sicurezza, di prevenzione e di rispetto delle normative.

 

Per tutti questi motivi ho interrogato il Ministro Orlando. Mi auguro di ricevere presto risposta”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (Misto).

Il giallo del cadavere carbonizzato nell’auto

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Gassino Torinese, in aperta campagna, i carabinieri hanno rinvenuto all’ interno di una utilitaria, data in precedenza alle fiamme, un cadavere carbonizzato, al momento non ancora identificato.

Sul posto si sono recati  i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri di Torino, per effettuare i rilievi tecnici con il medico legale incaricato dalla Procura della Repubblica di Ivrea (TO). Le cause dell’incendio sono in corso di accertamento da parte degli uomini dell’Arma.

Vaccini nelle aziende. Nel primo giorno oltre tremila dosi

La Regione Piemonte è stata tra le prime in Italia a dare il via da oggi alla vaccinazione nelle aziende con oltre 3.000 somministrazioni (1.900 a Torino, 400 a Cuneo, 200 Alessandria, 200 ad Asti, 200 a Biella e 200 a Novara).

Le prime a partire sono state le Confindustrie di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino, insieme a Confartigianato Cuneo, UnipolSai, Zegna, Merlo, Amazon, Reale Mutua, Lavazza, BasicNet e Fondazione Compagnia di San Paolo. Domani partirà anche l’Api di Torino.

L’obiettivo nei prossimi giorni è di arrivare a 5 mila somministrazioni quotidiane in queste realtà partite come start up, che coinvolgono oltre 100mila lavoratori.

In generale in Piemonte sono più di 700 le aziende idonee a diventare punti vaccinali (su oltre 1200 candidature).

“Siamo felici di questa partenza che ci vede tra le prime Regioni in Italia a dare il via da oggi alla vaccinazione in azienda – sottolineano il presidente della Regione Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, insieme all’assessore alle Attività Produttive Andrea Tronzano e al Lavoro Elena Chiorino -. Il tessuto produttivo del Piemonte si conferma non solo tra i migliori del Paese, ma anche uno di quelli con maggiore etica, impegno per la collettività e attaccamento al territorio. Di questo sostegno che viene dato dai nostri imprenditori a tutta la comunità siamo molto grati. Consapevoli che vincerà la sfida della ripartenza chi prima avrà vaccinato e messo in sicurezza i suoi cittadini”.

Il bollettino Covid di giovedì 3 giugno

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 219 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 16 dopo test antigenico), pari a 2.0 % di 10.814 tamponi eseguiti, di cui 5.760 antigenici. Dei 219 nuovi casi, gli asintomatici sono 97 (44,3%).

I casi sono così ripartiti: 25 screening, 146 contatti di caso, 48 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 24 scolastico, 193 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 364.920 così suddivisi su base provinciale: 29.407 Alessandria, 17.412 Asti, 11.462 Biella, 52.664 Cuneo, 28.058 Novara, 195.333 Torino, 13.646 Vercelli, 12.931 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.494 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.513 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 75 (– 4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 513 (– 29 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3798

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.997125 (+ 10.814 rispetto a ieri), di cui 1.652086 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.650

Sono 3 decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.650 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 710 Asti, 431 Biella, 1.445 Cuneo, 939 Novara, 5.569 Torino, 521 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

348.884 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 348.884 (+393 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 27.608 Alessandria, 16.568 Asti, 10.781 Biella, 50.580 Cuneo, 26.798 Novara, 187.401 Torino, 12.895 Vercelli, 12.434 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.414 extraregione e 2.405 in fase di definizione.

Il curioso caso (piemontese) di Benjamin Button

IL LEGAME TRA I RUGGENTI ANNI VENTI DI FRANCIS SCOTT FITGZERALD E L’ITALIA (E TORINO) DELLA FINE DI BELLE EPOQUE IN UN BEL LIBRO DI PATRIZIA DEABATE

Volume vincitore Acqui Inedito del Premio Acqui Storia Ora è in corsa per la selezione al prestigioso Premio Viareggio

C’è un sottile filo rosso che collega i ruggenti anni Venti, epoca in cui gli
Stati Uniti vivevano l’età del jazz, ben descritta da Francis Scott Fitzgerald
e l’Italia (ed in particolare il Piemonte) degli anni Dieci del Novecento ed il
suo mondo letterario, poetico e cinematografico, poi spazzati via
dall’”inutile strage’ rappresentata dalla prima guerra mondiale. Il
collegamento l’ha scoperto Patrizia Deabate in una documentata ricerca che
le ha fruttato la palma di vincitore ‘Acqui Inedito nel Premio Acqui Storia’
2019, diventata poi il libro ‘Il misterioso caso del Benjamin Button da
Torino a Hollywood – Nino Oxilia il fratello segreto di Francis Scott
Fitzgerald’ edito nel novembre 2020 per il Centro Studi Piemontesi. Tutto
è partito da una pellicola, ‘Il curioso caso di Benjamin Button’, del 2008,
interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchet, liberamente tratto da un racconto
di Fitgerald contenuto nella raccolta di novelle sulla ‘Età del jazz’. E’ la
storia di un uomo che nasce vecchio per poi ringiovanire, vivendo così una
vita al contrario. A Patrizia Deabate è saltato immediatamente all’occhio il
parallelo con Giulio Gianelli, poeta torinese crepuscolare dall’intenso
spirito religioso che nel 1911 pubblicò, in anticipo su Fitzgerald, ‘Storia di
Pipino nato vecchio e morto bambino’. Di qui la domanda se sia stata
quest’ultima opera ad ispirare Fitzgerald e l’incontro con un altro
crepuscolare torinese, Nino Oxilia, giornalista, scrittore, poeta e regista.
Anch’egli ha in comune con Gianelli il trasferimento a Roma e una morte
precoce: Gianelli si spense nel 1914 nella Capitale per un attacco di tisi,
Oxilia, dopo aver ottenuto fama come autore teatrale e regista
cinematografico e l’amore di Maria Jacobini una delle grandi dive del
cinema dell’anteguerra, perderà la vita come combattente sul Monte
Tomba, mentre partecipava alla linea di difesa del Monte Grappa. Nel suo
saggio Patrizia Deabate, sottolinea che Nino Oxilia sarebbe stato un
riferimento costante per Fitzgerald che in tre dei suoi 5 romanzi avrebbe
inserito un personaggio ‘Dick’, come alter ego dello scrittore torinese. Le
350 pagine dell’opera della studiosa albese, oltre allo sviluppo della tesi sul
parallelismo tra le due sponde dell’Atlantico, offrono anche lo spaccato su
un mondo che ormai la grande storia tende a dimenticare, sull’epoca del
cinema muto, quando le dive italiane (prima tra tutte Maria Jacobini) erano
popolarissime al di là dell’Oceano, su figure di poeti e letterati che
altrimenti cadrebbero nell’obblio. Il tutto si articola grazie ad una
conoscenza approfondita della materia e ad un’attenta comparazione delle
fonti. Nel 2014 ha curato la nuova edizione dei Canti Brevi di Nino Oxilia,
nel 2016 per l’Associazione Italiana di Ricerche di Storia del Cinema ha
pubblicato il primo saggio critico sul film ‘Addio Giovinezza’, tratto
dall’opera dello stesso Oxilia. Come il Centro Studi Piemontesi è poi
beneficiaria di un fondo di documentazione su Nino Oxilia donato
dall’avvocato e slavista Piero Cazzola.
Abbiamo voluto approfondire alcune tematiche del libro direttamente con
l’autrice.
Come e quando è nata l’idea di questo libro ?
Nel 2013 anche se c’era già in precedenza l’idea ma non l’avevo ancora
sviluppata, essendo stato distribuito in Italia nel 2009 ‘Il curioso caso di
Benjamin Button’, del regista David Fincher. Il punto di partenza è stato il
paragone sulla vita al contrario di Pipino, il protagonista dell’opera di
Gianelli. Poi, dall’analisi dei testi di Francis Scott Fitzgerald con quelli di
Oxilia e le vicende della sua vita sembra che questi ne abbia letto i testi.
Quali sono i punti di contatto tra i due autori ?
C’è una somiglianza anche nelle sfaccettature delle opere che è
impressionante. Le pagine dei critici dei due autori, poi utilizzano spesso le
stesse parole. I punti di contatto sono indiretti. Ad esempio la pellicola
‘Giovanna d’Arco’, nella quale sono racchiusi due miti per Fitzgerald,
quello della donna moderna e di Santa Romana Chiesa. La pellicola che
aveva come protagonista la diva Maria Jacobini, prodotta a Torino nel 1913
venne diretta da Ubaldo Maria Del Colle coadiuvato da Nino Oxilia. Un
legame passa anche, sempre indiretto, con il Vaticano: Fitzgerald era
cattolico e la Jacobini apparteneva alla nobiltà ‘nera’ romana, vicina alle
gerarchie vaticane, tanto da avere un legame di parentela con Papa
Benedetto XV.
Perché Nino Oxilia che fu all’epoca un protagonista della vita letteraria è
così poco conosciuto ?
Sicuramente nell’Italia Repubblicana ha scontato la glorificazione che ne
aveva fatto il fascismo che lo aveva esaltato come precursore, anche se
fascista non era. Era, però, partito volontario per la Grande Guerra e caduto
al fronte. Inoltre scrisse l’inno goliardico ‘Il commiato’ nel 1909, musicato
da Giuseppe Blanc, una parte del quale, opportunamente modificato,
sarebbe diventato ‘Giovinezza’. Le sue poesie sono state poco studiate
anche perché spesso incomplete, la raccolta è postuma, ci sono dei testi
mutilati.
Anche il cinema muto italiano sembra quasi condannato ad una ‘damnatio
memoriae ….
Si e con esso le dive degli anni Dieci. Anche in questo caso il fascismo fece
la sua parte. Il mito vent’anni dopo era passato di moda, il cinema muto era
visto come un qualcosa di ridicolo. Mussolini diede anche ordine di
distruggere scene e costumi di Cabiria. E in ogni caso non va dimenticato
che gusti e mode passano.
Guido Gozzano e Giulio Gianelli vissero entrambi nella stessa epoca, ma il
primo è molto più conosciuto del secondo, perché ?
Probabilmente già all’epoca in cui visse la poesia e l’opera di Gianelli
riflettevano maggiormente il riflesso della sua vita dedita agli altri, quasi in
aurea di santità, Gozzano viene studiato considerando forse una maggiore
universalità della sua poesia.
Che ruolo ha il futurismo nel suo libro ?
Ha un ruolo fondamentale perché i tre pilastri di Fitzgerald erano: Sacra
Romana Chiesa, il decadentismo e Gabriele D’Annunzio e l’avanguardia
futurista con Filippo Tommaso Marinetti. Ho ripreso alcuni studi su Mina
Loy, amante di Martinetti e precursore e diffusore dell’idea futurista nei
Paesi Anglosassoni.
Qual è il suo prossimo progetto letterario ?
Per il momento l’auspicio è che il libro venga selezionato per la rosa del
Premio Viareggio. Sarebbe davvero un bel traguardo.
Massimo Iaretti