ilTorinese

Carabinieri e Gruppi Ricerca Ecologica: accordo operativo

E’ stato sottoscritto un protocollo d‘intesa tra l’Arma dei Carabinieri, rappresentata dal Comandante del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, Gen. C. A. Antonio Pietro MARZO, ed i Gruppi Ricerca Ecologica E.T.S., storica associazione di protezione ambientale nata nel 1978 e riconosciuta dal Ministero della Transizione Ecologica, nella persona del Presidente nazionale Carlo DE FALCO.

Grande la soddisfazione all’interno dell’associazione ambientalista: «l’organizzazione di attività formative reciproche nelle materie di interesse comune e lo sviluppo di sinergie per la valorizzazione delle aree naturali protette, saranno altri ambiti operativi con cui intenderemo collaborare attivamente con l’Arma dei Carabinieri», ha affermato il Presidente nazionale Carlo De Falco. «Anche al di fuori delle casistiche individuate nel Protocollo, in presenza di convergenti interessi istituzionali e della possibilità di sviluppare ulteriori sinergie, – afferma Ivan Gallon, Commissario per il G.R.E. Piemonte – ci siamo reciprocamente impegnati a fornire reciproca collaborazione al fine di perseguire e realizzare l’interesse della collettività in tutto il territorio regionale». I Gruppi di Ricerca Ecologica sul territorio piemontese sono particolarmente attivi a Torino e provincia e nella Provincia di Alessandria. Due gli elementi determinanti alla base di questo storico accordo. Da un lato i compiti istituzionali dell’ARMA DEI CARABINIERI, quale forza militare di polizia a competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza, così come definiti nel Codice dell’Ordinamento Militare, nonché i peculiari compiti nel settore della tutela dell’ambiente. Dall’altro le finalità dell’Associazione di protezione ambientale “GRUPPI RICERCA ECOLOGICA” quale organizzazione impegnata sin dal 1978 per la valorizzazione e la tutela dell’ambiente tramite la ricerca delle cause dirette ed indirette del progressivo disfacimento degli ecosistemi, la difesa l’ambiente da tutte le degradazioni e dagli attacchi distruttivi da chiunque perpetrati, la denuncia di ogni scelta di produzione e di consumo errate che, incidendo nel precario equilibrio ecologico perché inquinanti e nocive, attentano alla sopravvivenza delle specie animali e vegetali. Nella consapevolezza che la conservazione dell’ambiente richiede sinergie tra istituzioni e associazioni per tutelare un patrimonio che è parte fondamentale dell’identità nazionale, Arma dei Carabinieri e GRE hanno pertanto deciso di disciplinare una collaborazione triennale, nei fatti già attiva da anni in forza delle attività operativa di tutela del territorio da parte delle decine di volontari dei GRE. Ed infatti le aree prevalenti di collaborazione saranno iniziative per la salvaguardia del territorio e il rispetto della normativa a tutela dell’ambiente, anche tramite attività di monitoraggio informativo in coordinazione tra le Parti. Ma anche la promozione di attività di ricerca e approfondimento sulle tematiche ambientali e lo svolgimento di attività congiunte di studio, ricerca, monitoraggio, divulgazione ed educazione ambientale per il rispetto della legalità e per la conoscenza del patrimonio naturale e della biodiversità, in particolare a favore dei giovani, nonché per la conservazione delle specie animali e vegetali e degli habitat di interesse comunitario, con particolare riferimento alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) ed ai Siti di Interesse Comunitario (SIC) all’interno delle Riserve Naturali Statali amministrate dai Reparti Carabinieri Biodiversità.

 

Per informazioni: gredelegazioneprovinciatorino@gmail.com

 

 

Manca un mese al campionato europeo di baseball

Mancano 30 giorni all’inizio del Campionato Europeo di Baseball, che dal 12 al 19 settembre che si disputerà ad Avigliana, a Settimo Torinese ed a Torino.

La World Baseball Softball Confederation, la Baseball Europe Confederation, la Federazione Italiana Baseball Softball, la Regione Piemonte, le Città di Torino, di Avigliana di Settimo Torinese e tutti i membri coinvolti, nonostante la pandemia da COVID-19, stanno lavorando alacremente per la migliore riuscita dell’evento, rispettando i protocolli sanitari e di sicurezza, attuando il Decreto Legge entrato in vigore in Italia il 6/8/2021 che regolamenta l’ingresso col Green Pass degli spettatori nelle manifestazioni sportive.
In questo periodo tutte le 16 squadre nazionali qualificate ad EuroBaseball2021 hanno calendarizzato diverse amichevoli preparatorie, al fine di farsi trovare nella migliore condizione possibile all’importante appuntamento continentale.
I diamanti di Avigliana, Settimo Torinese e Torino si stanno rifacendo il look, siamo sicuri che l’appuntamento piemontese rimarrà a lungo nei ricordi degli sportivi e degli amanti del baseball.

Nei prossimi giorni verranno quindi messi in vendita i biglietti, il circuito incaricato ha avviato la procedura di inserimento e manca davvero poco alla possibilità di acquisto dei titoli d’ingresso.

Nel campo coltivavano marijuana. I carabinieri ne sequestrano 5 chili

Torino, 13 agosto. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare la produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri hanno arrestato due pusher.
A Lauriano, nell’hinterland torinese, i militari della Compagnia di Chivasso hanno bloccato un pensionato di 61 anni che in un campo attiguo alla propria abitazione aveva allestito una piccola coltivazione di cannabis composta di 10 piante. Una successiva perquisizione nella casa dell’uomo ha consentito di rinvenire, all’interno di un frigorifero, 4,5 Kg. di marijuana già confezionata, oltre a materiale per la preparazione delle dosi di stupefacente e ad un bilancino di precisione.
In Val di Chy (TO) analoga sorte è toccata a un 39enne nella cui abitazione i militari della Stazione di Valchiusa (TO) hanno recuperato 52 grammi di marijuana, 230 grammi di trinciato della stessa sostanza stupefacente e dei rami di cannabis in essicazione, oltre a materiale per l’allestimento di una serra casalinga. Sono state anche trovate 4 piante coltivate nel giardino di pertinenza della casa.

Il Muro della vergogna 1961/1989

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni 

Il Muro di Berlino incominciò ad essere costruito tra il 12 e il 13 agosto 1961 ed oggi resta una pagina di storia dimenticata perché il crollo del comunismo sovietico portò nel 1989 all’abbattimento del muro della vergogna, com’era definito dai democratici.

Io ricordo quell’estate, non avevo ancora quattordici anni e non dimentico le parole severe di condanna di mio padre che per la prima volta mi parlò di comunismo, descrivendomi- avendola visitata di persona – cosa fosse l’URSS e la RDT. Avevo fatto l’ esame di terza media nel giugno 1961 e avevo per conto mio studiato anche la storia contemporanea che non c’era nel libro che finiva con il fascismo e conoscevo le conseguenze devastanti della seconda guerra mondiale che portò la Germania ad essere divisa in due, certo non senza fondate motivazioni perché il mostro del Nazismo avevano sconvolto l’Europa e minacciato da vicino il mondo libero ,per non parlare dello sterminio di 6 milioni di ebrei. Ma i cittadini tedeschi dell’Est non meritavano di passare dalla dittatura hitleriana a quella staliniana. Per impedire il libero passaggio tra le due Germanie, quella comunista e quella democratica, la prima eresse un muro di 156 chilometri alto 3,6 metri. Secondo i comunisti tedeschi che beffardamente definirono la loro repubblica “democratica“  il Muro era in funzione “antifascista “ per impedire alle spie occidentali di entrare a Berlino Est. In effetti venne costruito per inibire il libero passaggio tra le due Germanie e la fuga da una condizione di vita intollerabile ,se paragonata a quella dei tedeschi dell’Ovest malgrado le conseguenze della guerra perduta. La Germania dell’Est era uno Stato satellite dell’URSS, governata con sistemi dispotici, come tutti i Paesi oltre la Cortina di ferro. Il Muro divise per 28 anni le due Berlino e provocò disastri. Più di centomila berlinesi cercarono la fuga nella vera Germania democratica, quella che aveva per capitale Bonn. Furono molte centinaia i morti durante il tentativo di fuga, uccisi dalla polizia, affogati o caduti in incidenti mortali, come, rara avis, ci ricorda oggi il socialista Ugo Finetti.

Ci fu anche gente che si suicidò quando venne scoperta perché la Polizia della RDT era particolarmente efferata. Un vero stato di polizia nel cuore dell’Europa. La devastazione economica della Germania dell’Est creò gravi problemi anche per la riunificazione tedesca dopo il 1989.Va ricordato che il presidente americano Kennedy che non va affatto mitizzato perché commise tanti errori, andò nel 1963 in visita in Germania e disse la celebre frase : ”Io sono berlinese“, solidarizzando con i cittadini dell’Est che si vedevano violati i diritti più elementari. L’Occidente non si mosse come non si era mosso per l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956. Gli equilibri internazionali erano più importanti della libertà dei Berlinesi. Vale però la pena di sottolineare la follia di costruire un muro per impedire la fuga dall’inferno comunista. Di fronte ad essa il PCI di Togliatti tacque ,anzi fu solidale con la RDT .Basta rileggere i titoli e gli articoli dell’ “Unità“ di quei giorni di Ferragosto in cui quasi tutti pensavano a divertirsi in vacanza. Io ero a Bordighera e in Corso Italia vidi alcuni giovani che distribuivano dei volantini di condanna.

Mi venne spontaneo dar loro una mano : fu il mio battesimo alla politica. Nel 2019 andai a Berlino per ricevere un riconoscimento e ricordo la tristezza di quella città che aveva aggiunto alla tragedia nazista quella comunista e non si era ancora ripresa .La grande Berlino prussiana era stata cancellata e la Porta di Brandeburgo appariva un reperto archeologico. Inutilmente pensai alla Germania di Kant  di Ficthe, di Hegel, di Nietzsche, di Beethoven, dei grandi storici e filologi. Restava solo il fantasma di un Marx che mi appariva il primo tradito. La sua utopia libertaria ed egualitaria diventò un regime sanguinario in cui veniva calpestata la dignità stessa delle persone. Non furono giorni piacevoli di vacanza. Ma vidi in ogni dove i fantasmi delle due dittature, nazista e comunista, che dominarono il ‘900. Una tragedia agghiacciante di cui il muro resta una delle testimonianze più ignobili e intollerabili.

Toro: Goldaniga in arrivo. Juve: Locatelli trattativa in chiusura

Proseguono intensi gli allenamenti per granata e bianconeri:s’avvicina il campionato ma prima ci sono i 32esimi di finale della Coppa Italia per il Toro, a Torino domenica sera ore 21 contro la Cremonese.È sempre calciomercato, mancano 19 giorni alla chiusura fissata per il 31 agosto.

Con la cessione di Lyanco al Betis Siviglia arriverà il centrale difensivo del Sassuolo Goldaniga.Sempre aperta la pista che porta al trequartista Messias dal Crotone per 8 milioni + 1 di bonus a fronte di una richiesta di 11.In casa bianconera si guarda con ottimismo alla chiusura dell’affare Locatelli con il Sassuolo per 35 milioni subito,la richiesta era di 40.Per altri acquisti bisognerà prima cedere gli esuberi,davvero tanti,sia nel Toro che alla Juve.

Vincenzo Grassano

I teatri torinesi: Teatro Colosseo

Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

6 I teatri torinesi: Teatro Colosseo

Come si suol dire “c’è sempre una prima volta”, e in genere è vero, quello specifico momento non si scorda mai.
Questo articolo inizia così, con il felicissimo ricordo del primo concerto a cui sono andata.
Erano i tempi delle scuole medie, quando i papà devono accompagnarti in giro e poi venire a riprenderti, quando le amiche e compagne di banco condividono con noi emozioni, sogni ed esperienze, quando la possibilità di conquistare il ragazzo di terza – o addirittura delle superiori – è la stessa che uscire con la propria “star” del cuore: nulla.
Chissà se la mia amichetta dell’epoca lo rammenta ancora? Il fragore della folla, la felicità di cercare i posti a sedere, le luci che si spengono, gli occhi azzurri di Nek che lampeggiano nel buio come i fari dietro le quinte.
Le canzoni gridate a squarciagola sono ancora oggi fotografie stampate e gelosamente conservate nel mio album dei ricordi, testimonianze di vita, rimembranze dal sapore “vintage”, prova dell’esistenza di un’epoca priva di “social network”, quando stampare era un rito importante e costoso, non solo una moda lanciata dalle “app” più in voga del momento.
Utilizzando l’ “escamotage” stilistico della metafora, la vicenda del Teatro Colosseo è paragonabile ad una raccolta in nuce di stati d’animo, meraviglie, applausi, flash e luci dei cellulari, una specie di collezione appena iniziata che si spera possa ampliarsi ancora per moltissimo tempo.

Il Colosseo è infatti uno dei teatri più recenti del capoluogo piemontese; esso sorge nel rumoroso quartiere di San Salvario, vicino al rigoglioso Parco del Valentino. La struttura, risalente alla fine degli anni Sessanta, è compresa in un signorile palazzo decorato di via Madama Cristina 71, mentre l’accesso tondeggiante fa angolo con via Bidone.
Eppure, nonostante la giovane età, il Colosseo è annoverato tra i più importanti teatri torinesi, questo perché chi si è occcupato di gestire il teatro ha sempre dimostrato grande abilità nell’organizzare non solo spettacoli di prosa, ma anche “performance” di personaggi di fama, conferenze e concerti di artisti italiani ed internazionali.
Conosciuto soprattutto nel frangente musicale, il Colosseo è una sorta di tappa obbligata di varie “tournée” di cantanti contemporanei e tutt’oggi si conferma come uno dei palchi maggiormente frequentati da personalità assai note.
Quando viene edificata, la struttura è pensata per ospitare una palestra di pelota, dopo qualche tempo però la sua funzione muta e diviene sala cinematografica; è tuttavia necessario attendere gli anni Ottanta affinché gli spazi siano definitivamente adibiti ad ospitare rappresentazioni teatrali.
Questo ultimo cambiamento si deve al siciliano Francesco Spoto, fondatore, proprietario dello stabile, ed effettivo “papà” del teatro.
Francesco è originario di Lentini, a sedici anni giunge a Torino e da quel momento in poi dedica anima e corpo alla città sabauda. Nel 1981 compra l’edificio che avrebbe preso il nome di “Colosseo”, pian piano, grazie al suo atteggiamento sicuro e forte, l’imprenditore rende la struttura un punto nevralgico dell’intrattenimento torinese, dando vita ad un vero e proprio teatro moderno.

Egli finanzia, sul finire degli anni Ottanta, il primo spettacolo teatrale del celebre trio Lopez Solenghi Marchesini. In tale occasione, Spoto, dotato di evidente acume imprenditoriale, paga in anticipo i tre artisti con ben tre settimane di tutto esaurito, ancora prima che questi finissero di scrivere la sceneggiatura dell’esibizione. La buona fede e il fiuto di Francesco risultano ben riposti, il successo dello “show” supera di gran lunga le aspettative, tanto da vincere il Biglietto d’Oro (1987) per il maggior incasso teatrale dell’anno.
Ad oggi il teatro rimarca la sua importanza con una capienza decisamente notevole, di circa 1.503 persone; all’interno la struttura presenta un’ampia sala, adibita a contenere il pubblico, puntellata di poltroncine in velluto rosso e suddivisa in due settori, Platea e Galleria.
L’esterno è altresì al passo con i tempi: impattanti murales colpiscono lo sguardo e testimoniano la realtà della “street art” torinese.
Per sottolineare la centralità del teatro nella scena della città subalpina, non posso a questo punto esimermi dall’accennare a qualche nome di alcuni degli artisti più illustri che si sono esibiti proprio su questo palco.
Per quel che riguarda il contesto musicale, è giusto ricordare Domenico Modugno, Lucio Dalla, Angelo Branduardi e Gianna Nannini. Non meno importanti sono gli artisti internazionali passati di qui, tra cui lo statunitense Barry White, che si esibisce a Torino nel 1990, o ancora, sempre nello stesso periodo, Joen Baez e Gloria Gaynor.
In tempi decisamente più recenti il teatro ospita l’italo-albanese Ermal Meta, che nel 2018 decide di chiudere proprio qui, davanti al pubblico del Colosseo, il suo tour “Vietato Morire” basato sulla omonima canzone con cui ha vinto il “Premio della Critica Mia Martini 2017”.

Per quel che riguarda la recitazione, il 2013 è un anno particolarmente fortunato, poiché due figure emblematiche della scena italiana riempiono con i loro monologhi la sala del teatro e il cuore degli spettatori. Nell’aprile di quell’anno Gigi Proietti propone “C’è gente stasera?”, titolazione che prende ironicamente spunto dalla più tipica e temuta domanda di ogni teatrante; nel dicembre sempre 2013 il premio Nobel Dario Fo debutta con “In fuga dal Senato”, spettacolo attraverso cui porta avanti le battaglie sociali della moglie Franca Rame.
Permettetemi ora una minuscola divagazione proprio su quest’ultimo aspetto.
Ho già avuto modo di esporre il mio personale punto di vista sul mondo dell’arte e dello spettacolo, credo fermamente che queste dimensioni debbano sopravvire al tempo, alle mode e alle abitudini, a tutti i costi, poiché “L’arte è una bugia che ci fa realizzare la verità” (Picasso).
Scopo del teatro non è solamente quello di intrattenere, al contrario ciò a cui assistiamo deve portarci a pensare, ragionare, deve scuoterci dentro e renderci ancora più attenti alle complessità del mondo in cui viviamo.
Lo spettacolo è di certo anche critica, statira, denuncia.
Dario Fo, in quell’occasione in particolare, propone una “performance” complessa, una miscela di letture, idealismo e voglia di rivincita sociale, tutto basato sull’omonimo testo autobiografico della moglie, che racconta in quelle pagine la sua breve ma sentita esperienza come senatrice tra il 2006 e il 2008.
Si ride e si scherza, con le parole di Fo, ancora udibili da qualche parte su youtube, ma si riflette anche, allora forse più facilmente di oggi, poichè con la scusa del “politicamente corretto” la censura dilaga, zittendo anche chi ha fatto della parola il suo mestiere.
Per fortuna, ora non rimane in silenzio il Colosseo, che riparte dopo il traumatico periodo di chiusura pandemica, con un calendario ricco di appuntamenti, di ospiti e celebrità.
“Largo ai giovani” dunque, che questa esortazione valga in senso lato, per persone, edifici e gestioni; va da sé, il confronto con le esperienze dei colossi storici è assai difficoltoso, ma tra un Regio e un Carignano, ricordiamoci di far qualche volta visita anche al moderno e “sbarbato” Colosseo.

Alessia Cagnotto

 

Magliano: “Regio Itinerante da quattro anni in crisi”

“I piccoli Comuni rischiano di dover rinunciare a ospitare concerti di alto livello”

Alla Giunta Regionale, che sul progetto ha sempre messo fondi, va bene così? L’iniziativa è ancora sostenuta, anche dal punto di vista finanziario, dalla Regione Piemonte? Il trend negativo è iniziato nel 2018, ben prima, dunque, della pandemia: con un’interpellanza porterò nuovamente il tema a Palazzo Lascaris per chiedere come la Regione intenda verificare la gestione dell’attività da parte del Commissario Straordinario, sia per quanto riguarda la stagione in corso sia per le stagioni future. I costi dei singoli concerti sono aumentati fino a cinque volte negli ultimi anni.

La Regione ha sempre messo a disposizione risorse per garantire, con “Il Regio Itinerante”, la capillare diffusione della cultura di qualità sull’intero territorio piemontese senza costi eccessivi: a questa Giunta interessa ancora sostenere questa iniziativa? Lo sta ancora facendo? Se sì, non può esimersi dal far emergere la propria posizione politica e dal dettare le proprie priorità. Se no, ci aspettiamo che espliciti puntualmente le ragioni della scelta.

L’aumento della quota a carico degli Enti (la cifra a componente è aumentata fino a cinque volte) ha contribuito ad abbattere la domanda di appuntamenti da parte del territorio. Se la Giunta crede, come crediamo noi come Moderati, che questa iniziativa diffusa sia un valore in sé (d’altra parte è per sostenere questa tipologia di progetto che la Regione mette risorse), si muova perché a pandemia finita il calendario torni ai livelli pre-crisi. Qual è il vero interesse da parte della Giunta nei confronti del “Regio Itinerante”? Lo scopriremo senza tema di smentite alla fine della pandemia, quando non sarà più possibile appellarsi alla pandemia stessa per giustificare il crollo verticale nel numero di appuntamenti organizzati. Il calo è iniziato nel 2018: ben prima dell’emergenza. Se il progetto è al centro delle preoccupazioni della Regione Piemonte, la Giunta non potrà esimersi dal fornire indicazioni programmatiche e strategiche. Con la mia nuova interpellanza sul tema, dopo quella già discussa lo scorso aprile, chiederò alla Giunta come si intenda verificare e approfondire la gestione da parte del Commissario Straordinario dell’attività del “Regio Itinerante” e i relativi costi dei concerti presentati agli Enti del territorio, non solo per la “stagione concertistica Estate 2021”, ma anche per le stagioni future.

“Il Regio Itinerante” è da anni, e auspichiamo continui a essere in futuro, un imprescindibile punto di riferimento delle politiche culturali regionali: ha permesso di organizzare, dal 1998 in avanti, quasi 1.400 concerti, per la maggior parte a ingresso gratuito e realizzati in tutto il territorio regionale, dai capoluoghi di provincia alle più remote zone collinari e di montagna, presso teatri, chiese, castelli, auditorium.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

La Grande Miniera di Serbariu e il Museo del Carbone in Sardegna

VIAGGIO IN SARDEGNA Carbonia: un’altra tappa fondamentale per chi si trova a viaggiare nella meravigliosa Terra Sarda:qui c’è la grande miniera di Serbariu con il museo del Carbone.

Un viaggio culturale stupendo che fa tornare indietro nel tempo:guide preparate che raccontano la vita durissima dei minatori,le particolarità tecniche dei vari macchinari usati per l’estrazione del carbone.La nascita della città di Carbonia,di chiara impronta fascista, con case per le maestranze, alberghi per operai, cinema e spaccio. I minatori, che lavoravano 24 ore su 24 divisi su tre turni,con un salario sufficiente per mantenere la famiglia e pagare le tasse ma con un elevato rischio di morte.
Vennero assunti fino a 18mila operai per estrarre il prezioso minerale.
La miniera di Serbariu è stata attiva dal 1937 al 1964,venne chiusa ufficialmente nel 1971.I lavori di recupero presero il via nel 2002.
Finalmente il 3 novembre 2006 la Grande Miniera di Serbariu ha riaperto alla presenza degli alti rappresentati della politica nazionale, del sindaco e di tutta la popolazione di Carbonia.Tutto come un film,col finale perfetto.

Vincenzo Grassano

Nel giro di pochi giorni malviventi recidivi

Avevano tentato lo scorso giovedì di introdursi all’interno di un appartamento di via Malone ove vive un‘anziana. I due cittadini marocchini, di 30 e 33 anni, aiutandosi con un piede di porco, erano quasi riusciti ad aprire la porta dell’alloggio, ma le urla di un condomino li avevano messi in fuga. Di lì a poco, una Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale aveva tratto in arresto i due complici, sequestrando a loro carico la spranga e due cacciaviti.

Pochi giorni più tardi uno dei due, il trentenne, che ha numerosi precedenti di polizia specifici, si è reso responsabile, unitamente ad un altro connazionale e ad una terza persona, di un furto pluriaggravato ai danni di una pasticceria del quartiere Regio Parco. Sono le prime ore di domenica mattina, i tre attendono che nessuno passi nelle vicinanze: due di loro alzano e mantengono sollevata una delle saracinesche dell’esercizio commerciale, mentre il trentenne si introduce velocemente all’interno e con violenza strappa il registratore di cassa, arraffando 400 € circa.

All’entrare in funzione dell’antifurto dell’esercizio commerciale, i ladri fuggono precipitosamente, imboccando via Messina. Due verranno raggiunti in corso Palermo da personale della Squadra Volante; il terzo riesce ad allontanarsi in bicicletta. La refurtiva è stata recuperata e riconsegnata ai legittimi proprietari.                    I due fermati sono il trentenne che era stato scarcerato da poche ore ed un suo connazionale di 32 anni, anch’egli con numerosi precedenti di polizia. Sono stati arrestati per furto pluriaggravato in concorso.

 

 

 

 

Torino: effettua dei testa coda, ubriaco, nei pressi di un contingente della Polizia

 Venticinquenne albanese denunciato nel quartiere San Donato

 

Non si è reso conto di avere a qualche decina di metri un mezzo della Polizia di Stato con a bordo personale che da lì a poco avrebbe iniziato un servizio di controllo straordinario del territorio. E così il giovane, un venticinquenne albanese con numerosi pregiudizi di polizia, ha effettuato diversi testa coda con la sua auto nel parcheggio del Parco Dora situato all’intersezione stradale fra Corso Svizzera e via Borgaro. Personale del Comm.to San Donato in servizio di Volante giungeva celermente sul posto e poneva fine alle manovre del giovane, chiedendogli di esibire la patente. Peccato però che lo stesso ne fosse sprovvisto, in quanto mai conseguita. Inoltre, era evidente che lo stesso versasse in stato di ubriachezza, confermato dagli accertamenti svolti con etilometro.

Pertanto, gli operatori provvedevano al fermo ed al sequestro amministrativo del veicolo ed a sanzionare l’uomo per guida senza patente ed in stato di ebbrezza. Infine, in considerazione dell’atteggiamento particolarmente aggressivo e molesto mantenuto dal venticinquenne durante tutto l’arco del controllo, sfociato anche in frasi oltraggiose nei confronti dei poliziotti intervenuti, l’uomo è anche stato denunciato per ubriachezza molesta, oltraggio a P.U. e  per resistenza.

La vera storia delle Olimpiadi di Tokyo 2021

Tutti abbiamo seguito con palpitante attenzione le settimane di gare olimpiche a Tokyo, abbiamo ascoltato i commenti delle imprese azzurre, abbiamo letto centinaia di pagine di cronache, conosciamo (o crediamo di conoscere) tutto quanto avvenuto su pedane, piste, stadi, piscine… E invece…

Invece non conoscete la vera storia di questo evento, descritta dagli atleti stessi, con i loro nomi. Una storia che questo giornale vi offre in anteprima assoluta; siate grati al direttore ed all’autore!

Partenza da Roma (preferita a MILAN) con sorvolo dell’ISOLA di Rodi (abitata dai RODINI) e via verso il Giappone, paese dei NESPOLI in fiore che crescono in paesini e BORGHINI sperduti.
Nella delegazione che accompagna gli atleti ci sono vari personaggi: un BOTTARO (che porta il Prosecco in un FRIGO per festeggiare le vittorie), un imprenditore della seta comasco con alcuni preziosi BACOSI da seta per l’imperatore ed un contadino con alcuni CIPRESSA per l’imperatrice che adora pregare all’ombra di questi alberi (noi italiani siamo delle VOLPI, ci arruffianiamo tutti…). C’è anche Maria Teresa RUTA per le telecronache. L’acqua della spedizione è stata offerta dalle Terme di BOARI.
Alla cerimonia d’apertura, bellissima la sfilata di CENTOFANTI allineati in fila per quattro a formare una QUADARELLA. Pubblico scarsissimo causa COVID, tutti fuori dallo stadio per restare vivi e vegeti (anzi, VIVIANI e vegetariani…). Qualche irriducibile ha cercato di guardare da un BUSA’ della serratura ma è stato arrestato.
E finalmente le gare!
Nella lotta CONYEDO ha battuto un atleta FIAMINGO ed ha ringraziato il santo patrono della sua città, SANTANDREA.
Nel tiro con l’arco il nostro campione ha fatto sempre CENTRACCHIO con le sue frecce. Nonostante la vittoria è rimasto modesto, quando gli han fatto i complimenti ha detto: “Non sono mica CECCON, ci vedo benissimo e miro bene, tendendo l’arco con le TITA della mano destra!”
Nel salto in alto il nostro atleta si RIZZA in vetta con grande agilità, il suo salto sembra il volo DELL’AQUILA verso il cielo, con la sua ZAZZERI di capelli al vento.
Nel canottaggio bravi gli equipaggi che remavano ritmando il grido “Op, op, op, OPPO!”
Sfortunato invece il nostro campione nel salto in LONGO. Pare abbia avuto un malore DURANTI la gara: “Purtroppo non MIRESSI in piedi…”. Ha vinto uno svizzero nato in un paesino del lago DI COSTANZO.
E niente medaglie per la pallanuoto; gli atleti sono stati puniti con l’obbligo di restare seduti VICINO al BURDISSO della piscina a guardare gli altri.
Eroe dell’atletica JACOBS, che di nome si chiama Marcell perché nato in USA dove le vocali finali non le scrivono; infatti i suoi fratelli si chiamano Filipp e Giusepp…
Nell’ippica poca gloria, i cavalli sembravano dormire CONSONNI profondi. E nonostante siano stati CURATOLI dal veterinario, non si sono svegliati. Ha vinto uno spagnolo proveniente dalla NAVARRIA, dove fin da piccoli i bambini MONTANO a cavallo.
Grandi vittorie nel ciclismo dove siamo fortissimi: avremmo vinto anche correndo con un elefante sulla GANNA della bicicletta…
Nella staffetta 4×100 gli italiani hanno beffato gli inglesi in “zona CESARINI”, che ci sono rimasti DESALU, piangendo sul BORDIGNON della pista. Ora STANO ingoiando il rospo nel garGAROZZO.
Per distrarsi, alla sera musica italiana; molto richiesto “Ci vuole un fiore” di Sergio ERRIGO, un ritornello che resta nella TESTA di tutti. E poi uno “spaghetti western”; il preferito è Per un pugno di dollari, con al scena finale ed il grido “Al cuore, Ramon!”; ma siccome a Tokyo c’era solo la versione doppiata in cinese, il grido era: “Al cuole, LAMON!”. In alternativa, un filmetto con Lino BANTI o con gli indimenticabili ZANNI e Pinotto. Prima di dormire, una bella TORTU di (SA)MELE ed un bel bicchiere di vin SANTUCCIO per prendere sonno.
All’arrivo a Roma, grandi premi per tutti, con un sacchetto con tanti MAR(tin)ENGHI ! La banda suonava l’inno di Mameli al ritmo di TAMBERI speciali della Sardegna (suonati dal mitico “Tamberino sardo” ricordato dal De Amicis…). E per i vincitori, un regalo strabiliante: una FERRARI rossa fiammante con un biglietto del presidente del CONI: “Ti LODO per i tuoi splendidi risultati!”. Altri tempi quando gli atleti erano dilettanti e si accontentavano di una PATTA sulle spalle da parte dell’allenatore…
PS Scusate amici PALMISANO, PALTRINIERI, PIZZOLATO, BATINI,CASTALDO, GIUFFRIDA, MAURELLI E MOGUREAN, ma avete dei cognomi talmente unici che non si riesce a piazzarvi da nessuna parte… Ma anche voi avete scritto la storia di queste fantastiche Olimpiadi di Tokyo! GRAZIE.

Chi volesse saperne di più sui vari paesi partecipanti ai Giochi, sulle vere specialità sportive e sui profili degli atleti italiani può utilmente leggere il fondamentale libro ABC DELLE OLIMPIADI DI TOKYO, di Gianluigi De Marchi, reperibile su Amazon libri o contattando l’autore alla mail
demarketing2008@libero.it

Gianluigi De Marchi