ilTorinese

Quando gli artisti interpretano “la mossa del cavallo”

La mostra sino al 29 agosto, nella Chiesa di Santa Croce ad Avigliana

“La mossa del cavallo” – anche titolo caro ai molti lettori di Andrea Camilleri – è la mostra che racchiude per l’intera estate (fino al 29 agosto, presso la Chiesa di Santa Croce, in piazza Conte Rosso ad Avigliana, orario d’apertura sabato e domenica dalle 16 alle 20) le opere – una sessantina – di ceramisti, scultori, pittori e artisti del vetro – trentasette in tutto – che hanno a tema il quadrupede già al centro, sin dall’Età della Pietra, delle tante decorazioni rinvenute sulle pareti delle caverne in Europa e non soltanto. Luigi Castagna e Giuliana Cusino, che l’hanno curata nel panorama della galleria “Arte per Voi”, sempre più interessata a riprendersi il tempo perduto a causa della pandemia, in un proliferare incessante di appuntamenti artistici, hanno dato incarico di illustrare il tema, piccolo se vogliamo, ristretto e contenuto, ma pronto a dilatarsi senza ostacoli, ai tanti artisti convocati secondo le tecniche, le preziosità, i materiali, gli influssi, gli umori, le occasioni. Al centro la scultura di Piero Della Betta, termine di riferimento di una ideale scacchiera.

Nel presentare la mostra, Donatella Avanzo parla, a proposito del soggetto, di “eleganza, fierezza, libertà”, termini che riportano alla mente un lungo percorso pittorico e scultoreo che ha attraversato i secoli. Termini della memoria, appropriati; ma la mostra non è soltanto classicismo, il continuare a percorrere strade più o meno antiche. Certo le opere di Alfredo Ciocca (“Chiare e fresche acque”, un olio datato 2016), di Elena Monaco (“Spezzare la frusta”, 2010, con la sempre riconosciuta perfezione del disegno dell’artista, radici nel cuneese e cresciuta con personali slanci alla scuola di invidiabili maestri, da Saroni a Calandri, da Menzio a Gatti), di Ines Daniela Bertolino (“Caval ‘d brôns”), di Sergio Unia (il gesto tragico della “Caduta”) virano verso i canoni classici, nobilitandoli; forse, nel lungo elenco dei partecipanti, sono questa volta lo humour sparso dagli artisti qua e là e il gioco delle sperimentazioni con nuovi materiali quasi a imporsi, guardando al cavallo con occhio moderno, bizzarro, disincantato, fatto di allegria contagiosa.

Gli esempi della ceramica raku allineano le opere di Nadia Brunori e di Giuliana Cusino (i recenti “Nato dal sangue di Medusa” e “Creatura di purezza, libertà e tenerezza”), Francesco Di Martino usa terracotte e smalti, Giancarlo Laurenti anche per questo sghembo quanto emozionante “Ronzino” continua ad affidarsi ai legni e alle resine, Guglielmo Marthyn rivisita spiritosamente l’inganno dei Greci a Troia o estrae da qualche fumetto il suo “Cavaliere bellicoso” (entrambi grès decorati con ossidi e smalti). Lo sberleffo maggiore, il messaggio contro ogni regola, la risata più sonora e allo stesso tempo amara appartengono a Massimo Voghera che si è ricordato di Enzo Jannacci e del suo “Ho visto un re”, costruito con argilla, ossidi, smalti e ottone ci riporta al successo (ricordate? “pianger fa male al re fa male al ricco e al cardinale diventan tristi se noi piangiam”) di una canzone e al graffio di un’epoca.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Ines Daniela Bertolino, “Caval ‘d bröns”, 2021, tecnica mista su tela, cm 200 x 98;

Giuliana Cusino, “Creatura di purezza libertà e tenerezza”, 2021, ceramica raku su tavola, cm 90 x 38;

Giancarlo Laurenti, “Il ronzino”, 2021, legno assemblato con resine, cm 40 x 30 x 20;

Massimo Voghera, “Ho visto un re”, 2019, Argilla semirefrattaria, ossidi, smalti e ottone, cm 39 x 35 x 14

Venaria, 800 mila euro per i lavori pubblici

Il 28 giugno ultimo scorso, la Giunta comunale, su proposta dell’Assessore Di Bella, ha approvato un  piano di manutenzione urbana che si propone  di risolvere molte delle criticità storiche della Città di Venaria Reale. Lavori che i cittadini aspettavano da tempo, finanziati con una cifra importante che sfiora gli 800 mila euro.

Dichiara il sindaco Fabio Giulivi «Con questo importante piano non risolviamo tutti i problemi della Città, ma sicuramente continuiamo a dare risposte concrete alle segnalazioni dei cittadini. Gli altri interventi saranno oggetto di un nuovo piano di lavori che stiamo completando. Infine, dopo la riqualificazione della Passerella Mazzini, riconsegnata alla Città circa una settimana fa, comunico che è imminente l’apertura della passerella di via Filzi, che collega, con sovrappasso sulla ferrovia Torino-Ceres, corso Garibaldi. Per una Venaria Reale più bella, più vivibile e più sicura». Il progetto prevede sostanziali interventi di manutenzione straordinaria della pavimentazione stradale sia veicolare sia pedonale, che interesseranno gran parte del territorio comunale, abbinati ad interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche, la realizzazione di attraversamenti pedonali protetti e quant’altro necessario al fine di agevolare l’uso in sicurezza delle strade da parte di pedoni, ciclisti, autoveicoli e mezzi pesanti. Giuseppe Di Bella, assessore ai Lavori Pubblici «Un impegno sulla nostra città che non si vedeva da tempo. Come promesso in campagna elettorale, stiamo passando alla fase operativa. E per questo voglio ringraziare anche gli Uffici comunali, dalla dirigenza ai funzionari, alle squadre sul campo, che hanno saputo rispondere celermente alla richieste dell’Amministrazione. Inoltre, questa prima fase di lavori, sarà seguita da un altro progetto di interventi, della portata di circa 500mila euro. Tanti sono i tasselli che stiamo andando a mettere nei tanti luoghi della Città, una Venaria che sta cambiando».

Un ampio progetto di riqualificazione del territorio cittadino, quindi, che prevede opere di diversa dimensione. «Anche le piccole manutenzioni possono contribuire a migliorare la qualità della vita del cittadino e dei turisti che sempre più frequentano la nostra Città» – afferma l’assessore alle Manutenzioni, Quartieri e Recupero periferie, Marco Scavone.

Di seguito se ne riportano brevemente i contenuti:

  • realizzazione nuova caditoia in via Sauro angolo via Zanellato;
  • ripristino pavimentazione a servizio del parcheggio in via Rossini/via Zanellato e il parcheggio in via Silva/via Zanellato;
  • ripristino in via San Marchese, delle pavimentazioni in porfido ammalorate sia degli attraversamenti pedonali e sia delle aree spartitraffico;
  • ripristino porzione di muratura lesionata del ponte Castellamonte, (intervento da realizzarsi in un secondo momento secondo l’art. 106 del D. Lgs 50/16 s.m.i. in quanto finanziato con il ribasso d’asta);
  • ripristino percorsi pedonali in via G. Leopardi;

segue

  • realizzazione nuove caditoie presso rotatoria di via Druento/via Petrarca, ripristino caditoia presso parcheggio Beleno;
  • ripristino attraversamento pedonale in via XX Settembre e ripristino pavimentazioni in porfido in piazza Cavour;
  • ripristino/asfaltatura pavimentazioni bituminose in c.so Garibaldi;
  • asfaltatura via Carducci;
  • ripristino pavimentazione lignea nei pressi di via Mazzini e ripristino passerelle in legno ammalorate in Corona Verde;
  • ripristino/asfaltatura pavimentazioni bituminose in via Druento (tratto iniziale oltre il parcheggio);
  • ripristino marciapiedi pedonali in via Mosele e realizzazione nuovo percorso pedonale in via Druento al fine di agevolare anche la raccolta dei rifiuti soldi urbani;
  • ripristino/asfaltatura pavimentazione bituminosa in via Grassi (intervento da realizzarsi in un secondo momento secondo l’art. 106 del D. Lgs 50/16 s.m.e i. in quanto finanziato con il ribasso d’asta);
  • ripristino/asfaltatura pavimentazione bituminosa in viale Buridani tratto da c.so Matteotti a via L. da Vinci;
  • ripristino marciapiedi pedonali nelle vie Marconi e Medici del Vascello;
  • lavori di allacciamento fontanelle esistenti, site nei parchi Raffaello Sanzio e Magellano;
  • ripristino/asfaltatura pavimentazione bituminosa in via Boglione;
  • completamento asfaltatura in c.so Machiavelli, sino alla rotatoria con Via Guarini;
  • ripristino pavimentazione bituminosa con posa di telo strutturale nel tratto di c.so Garibaldi prospicente il Cimitero di Altessano;
  • realizzazione nuovo attraversamento pedonale rialzato in c.so Puccini;
  • ripristino/potenziamento rete smaltimento acque meteoriche in via Scodeggio;
  • realizzazione nuova rotatoria in c.so Machiavelli, all’intersezione con svincolo della Tangenziale Nord, (intervento da realizzarsi in un secondo momento secondo l’art. 106 del D. Lgs 50/16 s.m.i. in quanto finanziato con il ribasso d’asta );
  • ricostruzione ponticello in legno nel percorso di accesso al Centro Polivalente Iqbal Masih di via Amati;
  • ripristino soletta a protezione canale demaniale in via Mascia Quirino;
  • realizzazione nuovo attraversamento pedonale rialzato in via L. da Vinci;
  • ripristino marciapiedi pedonali in via Paganini;
  • ripristino pensilina del percorso pedonale a servizio del sottopasso Motrassino;
  • ripristino passerella in legno insistente nel percorso ciclo pedonale adiacente il torrente Ceronda.

Ufficio Stampa
Vittorio Billera

Occhio! Gli effetti collaterali del Covid sull’apparato oculare

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

Il dottor Cornelio Paolo Feira ci spiega come proteggere i nostri occhi da fastidiose congiuntiviti e prevenire patologie più serie.

 

E’ vero, siamo stanchi di sentir parlare di pandemia, ora vogliamo senz’altro goderci l’estate, le vacanze e un po’ di serenità dopo mesi di chiusure e preoccupazioni, vogliamo voltare pagina, parlare d’altro, leggere buone novelle e cercare di dimenticare. Tuttavia alcune conseguenze di questo virus , che speriamo ci lasci presto, si sono manifestate e continuano a farlo, non perché siano direttamente legate ad esso ma, al contrario, come conseguenza di alcune misure che sono state adottate, naturalmente per tutelare la nostra salute, che hanno procurato tuttavia diversi effetti collaterali. Una attenzione maggiore e qualche semplice, ma determinante, accorgimento possono risultare utili a proteggere una parte essenziale del nostro corpo, la nostra finestra sul mondo, la bussola che ci permette di orientarci, vedere, guardare, percepire, scrutare, distinguere, osservare, contemplare e non solo: i nostri occhi.
Il dottor Cornelio Paolo Feira, oculista a Torino, ci racconta cosa è accaduto ( e tuttora accade) al nostro apparato visivo a causa dei dispositivi di protezione utilizzati durante questi mesi di lockdown e come i globi oculari si siano dovuti adattare a nuove e spesso stressanti abitudini.

3 domande al dottor Cornelio Paolo Feira

Dottor Feira quali sono gli effetti prodotti dall’utilizzo prolungato delle mascherine?
L’apparato oculare non è stato interessato direttamente dal virus, non ci sono evidenze che confermino che ci sia un legame di trasmissione infettivo lineare, quello che è accaduto invece è di tipo collaterale. L’utilizzo prolungato della mascherina infatti, uno schermo protettivo che produce un micro ambiente caldo-umido favorevole per batteri, virus e miceti, può essere la causa di congiuntiviti e cheratocongiuntiviti dovute al flusso d’aria della respirazione che si dirige verso le palpebre e gli occhi. Inoltre i punti di contatto della mascherina con il viso possono essere causa di herpes e dermatiti; si dovrebbe cambiare la mascherina ogni 2 o 3 ore, ma comunque non si risolverebbe del tutto il problema.

Quali sono gli altri inconvenienti che questa pandemia sta procurando al nostro sistema visivo?
Lavoro e didattica a distanza hanno causato un’impennata delle ore di applicazione ai dispositivi digitali con conseguente aumento dell’esposizione alla luce blu-viola dannosa per la retina e per il cristallino. Trascorrere ore davanti ad uno schermo per lavorare o seguire lezioni e studiare può creare, secondo diversi studi scientifici, lesioni alla vista a causa dell’alta capacità di penetrazione oculare che questo tipo di luce artificiale a led possiede .
L’utilizzo prolungato di cellulari, tablet e computer che costringe , inoltre, ad una continua messa a fuoco tra lo schermo e l’ambiente esterno, può causare effetti deleteri anche sul ciclo sonno-veglia con conseguenti fenomeni di insonnia.

Quali accorgimenti possiamo adottare per evitare spiacevoli conseguenze di salute legate ai nostri occhi e migliorare la vita del nostro apparato oculare?

Sicuramente fare delle pause durante le nostre sessioni di studio e di lavoro davanti allo schermo e limitare le nostre attività sui dispositivi digitali. Ogni 20/30 minuti bisognerebbe alzarsi e farne 5 di pausa proiettando lo sguardo verso grandi distanze, il nostro occhio è infatti strutturato per una visione da lontano. Un altro consiglio importante è di utilizzare lenti, sia correttive che neutre, con trattamento per la luce blu mentre per curare infiammazione e secchezza si possono utilizzare delle lacrime artificiali in collirio ( in gran parte a base di acido ialuronico). Ovviamente sarebbe meglio essere sotto controllo di uno specialista che può consigliare il rimedio più adatto ad ogni caso specifico.
In generale comunque bisognerebbe evitare di utilizzare luci a led ed adoperare il meno possibile i dispositivi tecnologici avvalendosi magari di schermi protettivi; infine sarebbe ottimale leggere, studiare o lavorare utilizzando supporti cartacei . Non dimentichiamoci che gli occhi sono una parte del nostro corpo molto importante, la nostra guida e il nostro varco sul mondo, trattiamoli bene, non trascuriamoli!

 

Il tramonto della “cultura della mediazione”

La cosiddetta “cultura della mediazione” è, storicamente, uno dei caposaldi costitutivi del cattolicesimo politico italiano.

E proprio attorno alla “cultura della mediazione”, per dirla con il
grande storico cattolico democratico, Pietro Scoppola, noi abbiamo potuto registrare le qualità e
le capacità delle classi dirigenti del passato. Nello specifico, della classi dirigenti di governo. Non
a caso fu proprio la Democrazia Cristiana, in particolare le componenti interne riconducibili alla
sinistra democristiana, a farsi protagonista e artefice di questa modalità concreta del far politica
nel costruire, di volta in volta, la miglior sintesi possibile per il bene del paese.

Certo, la “cultura della mediazione” è figlia di una concezione politica che respinge alla radice
qualsiasi forma di radicalizzazione del confronto; è estranea alla tesi della criminalizzazione
dell’avversario, cioè del nemico politico; non prevede la delegittimazione morale e politica
dell’interlocutore e, soprattutto, cerca sempre la miglior sintesi politica possibile non attraverso un
compromesso al ribasso ma, semmai, con una “mediazione alta”, appunto.

Ecco, questa modalità concreta di ricercare le ragioni di una convergenza, pur senza alcuna
deviazione consociativa o, peggio ancora, trasformistica, è la conseguenza di una precisa cultura
poltiica. Non a caso, i grandi statisti democratici cristiani del passato, e non solo, non praticavano
questa prassi per conservare il solo potere o per ridicolizzare l’avversario politico di turno. Al
contrario, era la strada migliore per la ricerca di una convergenza politica e parlamentare che
restava l’obiettivo finale della stessa azione politica. Anche in stagioni dove la contrapposizione
politica e parlamentare era all’ordine del giorno e caratterizzava il confronto tra i vari partiti.

Ora, che cosa resta di tutto ciò nell’attuale contesto politico italiano? Certo, siamo ancora –
speriamo per poco, comunque sia, – in una stagione politica dominata dal populismo, dal
trasformismo e dall’opportunismo politico e parlamentare. È persin inutile ricordare che in contesti
del genere la “cultura della mediazione” resta un corpo del tutto estraneo se non addirittura un
oggettivo impedimento da radere al suolo per poter declinare concretamente l’azione politica. E,
non a caso, l’ideologia grillina, ora condivisa e sposata dal nuovo corso del Partito democratico di
Letta, non prevede questa prassi nella gestione politica complessiva. I totem ideologici di quel
partito, il movimento 5 stelle appunto, ormai li conosciamo talmente bene che non è granché
credibile la tesi di rimuoverli saltuariamente dal confronto politico quotidiano. “Dall’uno vale uno”
alla ridicolizzazione politica del passato, dalla contestazione a tutte le culture politiche alternative
al populismo alla demagogia e alla deriva antiparlamentare, da una spregiudicata anti politica alla
violenza verbale. Dal “vaffa day” in poi. È ovvio che la “cultura della mediazione” in un quadro del
genere non abbia diritto di cittadinanza. Il tutto aggravato da una voglia, persin violenta – almeno
a livello verbale – di delegittimare definitivamente ed irreversibilmente l’avversario politico in
qualsiasi modo e con qualsiasi strumento. E, su questo versante, la specificità culturale di un
grande patrimonio politico del passato – quello del cattolicesimo popolare e democratico,
appunto – non può che essere sacrificato sull’altare delle nuove mode.

Se, però, non stupiscono affatto il comportamento e la prassi dei 5 stelle – un partito estraneo ed
esterno alla cultura politica e parlamentare delle tradizionali forze politiche del nostro paese –
quello che incuriosisce è il cosiddetto “nuovo corso” di quei partiti, a cominciare dal Pd e da chi
lo rappresenta, che hanno fatto della distruzione della “cultura della mediazione” quasi la loro
ragion d’essere. Forse in virtù del fatto che per stringere un’alleanza storica, organica e strutturale
con i 5 stelle non si può che assecondarne la loro cultura e il loro concreto modo d’essere. Un
elemento, questo, talmente evidente e palpabile che non merita ulteriori commenti. E la vicenda
politica, parlamentare e legislativa dell’ormai famosissima “legge Zan” non è che la plateale
sintesi di questa impostazione. Al punto che la ricerca di una mediazione, o di un accordo, o di un
confronto viene visto e percepito quasi come un attentato alla attuale dialettica politica e
parlamentare. E quindi da respingere senza esitazione al mittente. E questo al di là delle posizioni
di Renzi che, come noto e ormai scontato, sono sempre e solo del tutto strumentali, estranee e
lontane dal merito della questione. Ma questo è un altro paio di maniche.
Spiace rilevare, infine, che anche su questo versante emerge una grave carenza della presenza
pubblica dei cattolici democratici e popolari. Un motivo in più, quindi, per accelerare le ragioni
della presenza di quest’area culturale nella concreta dialettica politica italiana.

Giorgio Merlo

Conferenza sulle fiabe del Novecento con Laura Pompeo e Paolo Battistel

Si terrà martedì sera 13 luglio alle ore 18.30 presso la Piazzetta Antonicelli, nella nuova area pedonale antistante il Polo del ‘900, all’interno della rassegna letteraria “BookStop” organizzata dal centro culturale Polo del ‘900, una conferenza dal titolo: Le fiabe alle porte del Novecento. Da Calvino a Yeats fino all’alba della censura.

 

Ospite della serata lo scrittore, saggista e mitologo Paolo Battistel che riprendendo il suo ultimo libro La vera origine delle fiabe. Gli ultimi frammenti di un mondo perduto (Uno Editori) dialogherà sul tema delle fiabe e della loro importanza nella modernità con l’assessore alla cultura di Moncalieri Laura Pompeo.

Che cosa sono le fiabe? Perché queste antiche narrazioni sono così importanti per la modernità?

Prendendo in esame i principali autori che hanno ripreso le fiabe nel Novecento si analizzeranno l’origine e l’uso letterario che ne è stato fatto nel Secolo breve, teso ossessivamente tra avanguardie e censura.

Le fiabe, che la società moderna ha rinchiuso a forza nella stanza dei bambini, sono molto più antiche di quello che possiamo lontanamente immaginare e nascondono un volto segreto: sono ciò che rimane di antichi miti precristiani diffusi in Europa durante l’antichità e il Medioevo.

Sopravvissute agli stessi popoli che le avevano generate, le fiabe vennero censurate ed epurate dalla cultura borghese benpensante trasformandole in “semplici” racconti per l’infanzia. Dopo la rinascita all’epoca del Romanticismo le fiabe riprendono vita anche nella modernità con premi Nobel come Calvino, Yeats e Hesse che riplasmano per il nostro tempo queste antiche narrazioni ascoltate un tempo intorno a un fuoco nelle fredde notti d’inverno. Le fiabe ci incantano perché ritroviamo in esse i frammenti della nostra stessa anima, frammenti che ritenevamo perduti e che si risvegliano appena iniziamo a leggere “C’era una volta…”.

Bookstop è un ciclo di incontri informali organizzati dagli archivisti e dai bibliotecari del Polo del ‘900 in cui proposte letterarie e di valorizzazione del patrimonio si alternano a momenti di riflessione sui temi della contemporaneità all’interno del programma che il Polo propone nell’ambito del progetto poloteca in collaborazione con le Biblioteche Civiche Torinesi.

L’incontro è su prenotazione al sito www. polodel900.it nella sezione dedicata al ciclo Bookstop.

Paolo Battistel, laureato in filosofia con tesi in mitologia, è profondo conoscitore dei miti e delle leggende precristiane. Vanta numerose collaborazioni con testate giornalistiche e trasmissioni televisive nazionali e locali. Ha scritto una raccolta di fiabe occitane dal titolo Lu Barban, il diavolo e le streghe e un saggio di storia locale dal titolo Il mistero della Roccaforte dei Rosacroce. Ha pubblicato tre saggi d’argomento mitologico: Il sangue di CainoI figli di Lucifero e Il dio cornuto. Ha scritto inoltre il saggio letterario J.R.R. Tolkien, il lungo sentiero tra ombra e luce. Il suo ultimo libro è: La vera origine delle fiabe. Gli ultimi frammenti di un mondo perduto. Vive e lavora a Torino come scrittore, docente ed editor.

Laura Pompeo, laureata in lettere classiche, ha lavorato quindici anni come archeologa in vari siti d’Italia, d’Europa e del Medio Oriente. Specializzata in Museografia e in Gestione e Comunicazione dei Beni culturali ha maturato esperienze specifiche nel settore della valorizzazione dei beni e delle attività culturali attraverso molte collaborazioni, dall’arte antica a quella contemporanea. È socia dell’icom. Ricopre il ruolo di Assessore (al secondo mandato) della città di Moncalieri con deleghe a Cultura, Turismo, Pari Opportunità e Relazioni Internazionali. È presidente del Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (sbam). È Vicepresidente dell’Assemblea costituente della Riserva della Biosfera Collina Po-Mab (unesco) e Consigliere dell’Ente di gestione della Comunità delle Aree Protette del Po piemontese.

Per informazioni:

Polo del ‘900

[ Polo del ‘900 ]

Tel. 011.0883200

e-mail: reception@polodel900.it

Via del Carmine 14 – Torino

Magliano: “Il fallimento di Appendino sul tema della disabilità è totale”


Tre anni per dotarsi di un Disability Manager, mesi e mesi per mettere a sua disposizione un ufficio e una struttura, casi su casi nei quali, invece di coinvolgerlo, l’Amministrazione l’ha scavalcato o escluso.

Due esempi tra tutti: il suo mancato coinvolgimento nella redazione del nuovo bando di gara per il Servizio di Trasporto Comunale per Persone con Disabilità (Lepore ha appreso la notizia dai giornali) e nella stesura del cronoprogramma relativo all’abbattimento delle barriere architettoniche (tema sul quale non si registrano passi avanti da due anni a questa parte). Non stupisce, date le premesse, che Torino continui a essere una città nella quale il diritto alla mobilità e il diritto allo studio per le persone con disabilità non sono garantiti, nella quale le barriere architettoniche non vengono abbattute, nella quale neppure le sedute del Consiglio Comunale sono sottotitolate e tradotte in LIS. Il mandato di Lepore è scaduto il 20 giugno: ora la Città resterà di nuovo per mesi senza un Disability Manager, perché il nuovo bando non è stato predisposto per tempo. Avevamo l’occasione di avere a nostra disposizione un Disability Manager come Lepore – che ringrazio sentitamente per la professionalità, la capacità e la dedizione gratuitamente profuse e che ha fatto un lavoro semplicemente straordinario nonostante tutte le difficoltà – e questa Giunta l’ha sfruttata malissimo.

Occasione sprecata. Il Disability Manager c’era, ma la Giunta ha fatto il più delle volte come se non esistesse. Clamoroso un esempio tra tutti: il mancato coinvolgimento dell’Avvocato Lepore in fase di stesura del capitolato di gara per il Servizio di Trasporto per Persone con Disabilità. “Ho appreso la notizia dai giornali” denuncia lo stesso Lepore in Commissione. Come se l’attuale gestione del Servizio non facesse registrare continuamente mezzi non sufficienti per numero e affidabilità, disservizi, corse saltate o in ritardo e tutti gli altri problemi che abbiamo visto in questi anni. Come se il parere del Disability Manager, sul tema, non servisse. Anche sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche, come lo stesso Lepore ha denunciato, non un passo avanti è stato fatto in due anni: mancano le risorse e manca il personale. Eppure, nella stesura del cronoprogramma per i prossimi abbattimenti, il Disability Manager non è stato coinvolto: idem come sopra.

Servivano tempestività e continuità, abbiamo avuto lentezza e interruzioni: per identificare questa figura la Giunta ci ha messo tre anni, per dotarla dei mezzi per lavorare con efficacia mesi, poi l’ha coinvolta a singhiozzo. E adesso che il mandato di Lepore è terminato (senza che nel frattempo, peraltro, si sia trovato il modo di garantirgli rimborsi: in pratica, per servire la Città Lepore ha speso di tasca propria), staremo altri mesi senza Disability Manager.

Con queste premesse, che i problemi siano ancora tantissimi è una conseguenza quasi naturale. La sostanziale assenza di sanzioni ai danni di chi utilizza incautamente o abbandona in maniera non consona biciclette e monopattini in affitto rende ancora questi mezzi un pericolo e un intralcio per le persone con disabilità. Mancano ancora i sottotitoli (nonché la traduzione in Lingua dei Segni) per le sedute del Consiglio Comunale. Sul fronte delle 75 assunzioni promesse di persone con disabilità, siamo fermi al 10% dell’obiettivo.

Ringrazio sentitamente l’Avvocato Lepore per il lavoro svolto in questo biennio: un lavoro semplicemente straordinario, portato avanti sottraendo gratuitamente tempo e risorse alla propria professione, alla propria famiglia, nonostante tutte le difficoltà e nonostante una politica troppo spesso sorda o non collaborativa.

Anche sul fronte dei diritti delle persone con disabilità, ci auguriamo davvero in una prossima Amministrazione migliore di questa.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.

L’allarme degli artigiani: “Rischio di gelata sulla fragile ripresa” Escalation dei costi delle materie prime

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Escalation costi materie prime (ai massimi degli ultimi 20 anni) mette sotto pressione in particolare 8 settori: Costruzioni, Metallurgia, Legno, Gomma e materie plastiche, Mobili, Autoveicoli, Prodotti in metallo e Apparecchiature elettriche ed elettroniche. Chiediamo pertanto un intervento urgente e risolutivo da parte del Governo a tutela delle imprese coinvolte dal vistoso rincaro delle materie prime.”

Enzo Tanino (Presidente Confartigianato Edilizia Piemonte): “L’aumento senza precedenti dei costi delle materie per l’edilizia con la conseguente difficoltà di approvvigionamento, rischia di bloccare tanti cantieri con gravi ripercussioni economiche, sociali e sull’attuazione del Pnrr, mettendo a rischio gli interventi riguardanti il 110%.”

Allarme rosso sul rincaro delle materie prime, i cui costi sono andati alle stelle. Anche le imprese artigiane del Piemonte ne stanno subendo le durissime conseguenze che mettono a rischio la competitività e la definitiva ripartenza in questa fase ancora complessa di convivenza con la pandemia.

 “Sulle speranze di ripresa economica delle piccole imprese -denuncia il Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Giorgio Felici– incombe il continuo rialzo dei prezzi delle materie prime, ai massimi degli ultimi 20 anni. Il nostro ufficio studi ha rilevato che ad aprile 2021 gli aumenti dei prezzi delle commodities non energetiche sono stati del +33,4% rispetto ad un anno prima, con un’accelerazione dei rincari che a marzo di quest’anno si attestavano al +24% rispetto allo stesso mese del 2020. Un’impennata che può provocare un effetto dirompente sui costi sopportati dalle piccole imprese manifatturiere piemontesi per l’acquisto di beni necessari alla produzione.”

Nel dettaglio, l’aumento dei prezzi delle materie prime sta colpendo il comparto delle costruzioni e i settori manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche ed elettroniche. I rincari maggiori si registrano per i metalli di base con +65,7% tra marzo 2020 e marzo 2021. Particolari tensioni per minerale di ferro con rincari annui del +88,1%, seguito da stagno (+77%), rame (+73,4%) e cobalto (+68,4%). E ancora zinco (+46,7%), nickel (+38,5%), alluminio (+36,0%), molibdeno (+32,4%).

Allarme anche sul fronte delle materie prime energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 aumentano addirittura del 93,6% su base annua.

Numerosi fattori stanno sostenendo la fiammata dei prezzi delle commodities, in primis la ripresa della produzione mondiale. In parallelo, le catene produttive globali non sono riuscite a riorganizzarsi dopo lo shock Covid-19: l’offerta rarefatta per alcuni produttori si intreccia con difficoltà nella logistica delle merci (il blocco del Canale di Suez di fine marzo ed oggi la variante Delta del Covid che blocca tre porti cinesi con migliaia di container che non possono partire) allungando i tempi consegna. Scarseggiano materie prime necessarie per la produzione di beni che è cresciuta a seguito dell’emergenza sanitaria.

 “Quello che ci preoccupa di più di una fase di super inflazione -afferma Felici– è l’impatto ‘negativo’ che può avere sulla positività di alcuni segnali congiunturali che stavano contraddistinguendo la fase economica dei primi mesi del 2021.”

“Quanto dureranno queste fiammate di prezzi e quanto incideranno sull’aumento dell’inflazione non è prevedibile oggi -sostiene Enzo Tanino, Presidente Confartigianato edilizia Piemonte– ma è invece facile prevedere un aumento per il consumatore dei prezzi dei beni di più largo consumo a partire dal prossimo autunno. Inoltre c’è un ‘problema edilizia’ che Confartigianato Imprese ha sottoposto al Governo: l’aumento senza precedenti dei costi delle materie per il settore con la conseguente difficoltà di approvvigionamento, rischia di bloccare tanti cantieri, compresi quelli del 110%, con gravi ripercussioni economiche, sociali e sull’attuazione del Pnrr.”

“Chiediamo pertanto -conclude Felici– un intervento urgente e risolutivo da parte del Governo a tutela delle imprese coinvolte dal vistoso rincaro delle materie prime. Leggiamo a mezzo stampa che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile sta preparando un testo che dovrebbe prevedere una compensazione in caso di incrementi attorno al 10% degli approvvigionamenti. Chiediamo quindi che queste misure siano immediate per non vanificare i primi segnali di ripresa.”

Scienza in tempura. Un menù di esperimenti che saziano la curiosità

Un menù di esperimenti che saziano la curiosità, senza appesantire!

Martedì 13 luglio ore 21- Orti Generali – Str. Castello di Mirafiori, 38/15 – Torino

L’estate è tutta da scoprire con Settimane della Scienza e il fitto calendario di attività diffuse su tutto il territorio piemontese che è ormai entrato nel vivo.

Scienza in tempura. Un menù di esperimenti che saziano la curiosità, senza appesantire! è il titolo del laboratorio – spettacolo in programma martedì 13 luglio alle ore 21.  È possibile cucinare un uovo senza scaldarlo, far cambiare colore ad alcune verdure o surgelare in pochi secondi del prezzemolo? Dall’azoto allo zenzero, uno stupefacente e gustoso percorso tra scienza e alimentazione, nutrienti e additivi alimentari, farine infuocate e frutti ghiacciati. Esperimenti e dimostrazioni vi mostreranno la scienza nascosta degli alimenti: cucinare non è mai stato così divertente!

 

L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria.

Per prenotazioni: prenotazioni@fondazionemirafiori.it

Per info: tel: 011 6825390 / 011 8394913 – mail: info@fondazionemirafiori.itsettimane@centroscienza.it

Ruba borse e abiti di pregio da un’auto: arrestato dalla polizia a cavallo

Arrestato dalla Polizia in centro città 

 

Con ogni probabilità, si era appostato in via Amendola in attesa che un’autovettura lussuosa parcheggiasse, nella speranza di trovare all’interno beni di valore da asportare. L’uomo, un trentenne di origini tunisine, armato di un martelletto in ferro con testa esagonale, si avvedeva in effetti dell’arrivo di un’auto di lusso con targa straniera e dopo che gli occupanti si allontanavano per fare una passeggiata, infrangeva con l‘arnese il deflettore posteriore dell’auto, ne apriva lo sportello e, reclinati i sedili, accedeva al vano bagagli prelevando alcuni shopper contenenti scarpe, camicie e borse di lusso acquistati quella mattina dal proprietario dell’auto. Tutto ciò veniva, però, nitidamente visto da una coppia di fidanzati che stava  cercando parcheggio in zona; la donna decideva di seguire il cittadino tunisino mentre il marito contattava il 112 NUE fornendo la posizione del ladro. Personale del Reparto a Cavallo di rientro dal Parco del Valentino, sentita la nota via radio, interveniva immediatamente raggiungendo la coppia e il fuggitivo, che intanto aveva raggiunto via San Francesco d’Assisi, con le mani ancora occupate dagli shopper contenenti i capi di abbigliamento rubati. Nonostante l’alt intimato all’uomo, quest’ultimo si dava alla fuga per alcune decine di metri, ma veniva definitivamente fermato dal poliziotto in via Conte Rosso, dopo aver tentato di colpirlo con calci e pugni. L’uomo, irregolare sul territorio nazionale, è stato arrestato per furto pluriaggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Tutta la merce, il  cui valore economico complessivo ammonta a  circa 800 €, è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario.

Nuova struttura didattica per la scuola Sergio Tofano

La Scuola di Teatro Sergio Tofano, di nota tradizione torinese, presenta una rinnovata struttura didattica a partire dall’anno accademico 2021/22

 

Nuove e rinnovate offerte didattiche si presentano a partire dall’anno accademico 2021/22 nella scuola torinese di teatro Sergio Tofano, che fa parte del progetto formativo della Compagnia della Parola onlus, diretta dal regista Luca Lazzareschi.

La Compagnia della Parola rappresenta un ente di cui la Scuola di teatro Sergio Tofano costituisce un progetto integrante dal 2011, finanziato da questa stessa formazione culturale. La scuola persegue l’obiettivo di avvicinare i giovani al mondo del teatro, attraverso la disciplina interiore e comportamentale e ancheattraverso un ricco bagaglio di tecniche espressive e strumenti culturali orientati alla formazione critica. Due i suoi principali ambiti didattici, un percorso accademico, articolato in tre anni, di cui i primi due propedeutici e il terzo di pratico, e un percorso ordinario. Il percorso accademico consiste in un vero e proprio corso di perfezionamento,  che conduce a una verifica pubblica. L’accesso a questo terzo anno avviene subordinatamente al rilascio di un diploma conseguito al termine del secondo anno propedeutico.

Le attività della scuola di teatro Sergio Tofano si svolgono nella sede di via San Pio V 33, di fronte al parco del Valentino. Le attività didattiche annuali hanno luogo lungo l’arco di nove mesi, articolati in tre trimestri, al termine di ciascuno dei quali è previsto un momento di valutazione della preparazione raggiunta dall’allievo /a da parte del collegio degli insegnanti.

L’attività formativa è completata da corsi di formazione teatrali rivolti a ragazzi suddivisi in due fasce di età,  dai 5 ai 10 anni e dagli 11 ai 15. È  anche presente un percorso ordinario di formazione teatrale, aperto a tutti e della durata triennale, cui fa seguito un ulteriore anno di approfondimento e perfezionamento, capaci di consentire un approccio alle arti sceniche per chi desideri un approccio culturale, senza rinunciare ai propri impegni di studio e lavoro.

Il corpo docente della scuola è costituito da professionisti specializzati nelle proprie aree didattiche, cui sono affidati i diversi ambiti disciplinari: Roberto Alpi, Roberta Bacciolo, Gisella Bein, Antonio Bertusi,  Luciano Cravino, Paola D’Arienzo, Roberta Fornier, Alberto Gozzi, Luca Lazzareschi, Simona Nasi, Fabrizio Portalupi, Lino Spadaro e Luisa Trompetto, cui si aggiungono diversi collaboratori, tra cui anche Eugenio Allegri, Sergio Ariotti, Laura Marinoni, Isabella Lagattolla, Paolo Musio, Paola Roman, Daniele Salvo, Simone Toni, Beppe Tosco.

Luca Lazzareschi, direttore della scuola di Teatro Sergio Tofano, è reduce dalle fatiche dello spettacolo andato in scena dall’ 8al 10 luglio scorso al Festival di Spoleto e intitolato “Dante Alighieri. Inferno: la prima giornata”, in cui, nel ruolo di Dante, hainterpretato sette canti della Divina Commedia, insieme a Massimo De Francovich, affiancato da Manuela Mandracchia e Fausto Cabra, per la regia di Piero Maccarinelli.

Mara Martellotta 

La segreteria della scuola, che ha sede in via San Pio V 33, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20.

Tel 011/884679

Informazioni: info@scuolateatrosergiotofano.it