ilTorinese

Schianto in auto contro un cancello, muore 19enne

Era residente ad Alba il 19enne che  è morto in un incidente d’auto avvenuto la scorsa notte sul rettilineo di via generale Ardoino, a Diano Marina

In ospedale quattro ragazzi che viaggiavano sullo stesso veicolo, una Fiat Punto: sono rimasti feriti in modo più o meno grave e sono stati portati in “codice rosso” in ospedale.

La vittima si trovava al volante e ha perso il controllo andando a sbattere contro il cancello di una officina meccanica.

 

Il bollettino Covid di sabato 24 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 161 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 29dopo test antigenico), pari allo 0,7% di 24.198 tamponi eseguiti, di cui 18.483 antigenici. Dei 161 nuovi casi gli asintomatici sono 53 (32,9%).

I casi sono così ripartiti: 23 screening, 90 contatti di caso, 48 con indagine in corso, 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 1 importato dall’estero.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 368.527 così suddivisi su base provinciale: 29.770 Alessandria, 17.552 Asti, 11.567 Biella, 53.204 Cuneo, 28.468 Novara, 197.119 Torino, 13.787 Vercelli, 13.019 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.513 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.528 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 54 (+7 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1464.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.809.123 (+24.198 rispetto a ieri), di cui 1.863.962 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.699

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale rimane quindi 11.699 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.591 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

355.307 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 355.307 (+54 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.041 Alessandria, 16.797 Asti, 11.064 Biella, 51.517 Cuneo, 27.378 Novara, 190.826 Torino, 13.207 Vercelli, 12.621 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.442 extraregione e 2.414 in fase di definizione.

Vaccini, l’effetto Green Pass moltiplica le adesioni a Torino e in Piemonte

Sono state oltre 20 mila nella sola giornata di ieri (dato alle ore 18) le nuove adesioni alla campagna vaccinale, il doppio rispetto alla media quotidiana dei giorni precedenti.

“Crediamo nella libertà della vaccinazione – ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -, ma a chi manifesta contro il vaccino chiediamo di avere la mente aperta per valutare i risultati della vaccinazione. La prova arriva dalle nostre terapie intensive, perché delle tre persone attualmente ricoverate nessuna è vaccinata”.

Sul Green Pass il presidente Cirio ha poi sottolineato di aver fatto presente al Governo la difficoltà di applicazione per i bar e i ristoranti: “Non possiamo pretendere che i titolari diventino dei sanzionatori e il controllo non deve diventare l’ennesima incombenza a loro carico”.

DA LUNEDÌ ACCESSO DIRETTO AGLI HUB PER I 12-19ENNI

Le ragazze ed i ragazzi di tutto il Piemonte che hanno tra 12 e 19 anni da lunedì 26 luglio potranno farsi vaccinare con accesso diretto anche senza preadesione nei centri elencati in https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2021-07/hub_piemonte_accesso_diretto.xls

Dal momento che il vaccino attualmente autorizzato per la fascia 12-18 anni è Pfizer (nelle scorse ore l’Ema ha approvato anche l’uso del vaccino Moderna per la fascia 12-17 anni), prima di recarsi presso un hub per l’accesso diretto è importante verificare che sia in fase di somministrazione quel giorno presso il centro vaccinale scelto uno dei vaccini autorizzati per l’età interessata.

La vaccinazione con accesso diretto sarà garantita compatibilmente con le disponibilità delle dosi e sarà consentita sia a chi non ha ancora aderito alla campagna vaccinale sia a chi si è gia registrato sul portale www.IlPiemontetivaccina.it Per questi ultimi non sarà necessario cancellare la prenotazione/adesione, in quanto sarà il sistema a farlo in automatico dopo l’avvenuta vaccinazione.

I minorenni dovranno essere accompagnati da un genitore/tutore munito di autocertificazione di responsabilità genitoriale e consenso alla vaccinazione. L’autocertificazione e il consenso, unitamente alla copia di un documento di identità valido, dovranno essere consegnati per entrambi i genitori, oppure per il tutore, oppure unitamente alla dichiarazione di famiglia monogenitore.

Tav, un’altra notte di scontri. Autostrada chiusa per ore

Sassi  e petardi  contro la polizia  che ha risposto con lacrimogeni, nella notte a San Didero

Un corteo  di manifestanti no Tav è entrato nell’autostrada Torino Bardonecchia, chiusa alcune ore per precauzione.

L’assalto al cantiere, verso mezzanotte, secondo gli investigatori è stato organizzato dal centro sociale Askatasuna.

I manifestanti protestano contro la realizzazione del nuovo autoporto.

Estate a Dinosaurs park

Continua il viaggio nel tempo alla scoperta dei giganti della terra, a pochi passi da Torino.

“DINOSAURS PARK” che ha registrato dalla sua apertura il 12 giugno, in poco più di un mese, oltre 25.000 visitatori da tutto il Piemonte.

La mostra outdoor per tutta la famiglia vedrà l’inserimento nel percorso di nuovi appuntamenti e approfondimenti, gratuiti per il pubblico. Un ulteriore motivo di visita e svago per chi rimarrà a Torino nei mesi estivi. E dal primo agosto apertura straordinaria anche nella giornata di martedì (prevendite aperte per i martedì da lunedì 26 luglio alle ore 18).

All’interno del Parco Chico Mendes di Borgaro Torinese oltre 7.000 metri quadri di area verde
protetta in cui conoscere tutti i segreti dei dinosauri delle diverse ere.
Ventidue dinosauri a grandezza naturale, con ricostruzioni degli habitat in cui sono vissuti.
Faccia a faccia con il cattivissimo Tyrannosaurus Rex, con l’erbivoro Triceratops, con il
maestoso Brachiosaurus: i dinosauri respirano, si muovono, sono vivi, grazie alla tecnologia
animatronica. Il team di esperti ha lavorato alla creazione di ogni singolo dinosauro
considerando i minimi dettagli. Pannelli illustrati ed informativi spiegano la storia dei dominatori
della terra di milioni di anni fa con un linguaggio semplice, di facile comprensione ed
apprendimento per tutti. Per imparare divertendosi, in compagnia dello staff dei Dino Rangers
del parco.

Sono presenti nel percorso due tensostrutture: la prima a spiegare i fossili e la seconda ad
analizzare i meteoriti e la teoria più accreditata sull’estinzione dei dinosauri.
Nell’area scavi a fine percorso i bambini diventano provetti paleontologi, alla ricerca di fossili
ed ossa di dinosauro.

Accanto agli scavi spazio al gioco con divertimenti per i bambini, con area fun e ristoro, per
trascorrere momenti spensierati e rilassanti, in compagnia di tanti nuovi piccoli amici.
Nel percorso possibilità di immortalare i momenti più divertenti nella preistoria con l’hashtag
#DINOSAURSPARK, taggando la pagina Instagram del parco @dinosaurs.park
Il tutto sempre nel rispetto del regolamento anti Covid19, per la tutela dei visitatori del parco.
Per vivere a pieno un’esperienza speciale, in libertà, ma senza alcun rischio.

“DINOSAURS PARK” si fregia di nuovi appuntamenti interattivi per i più piccini, gratuiti per i
visitatori presenti in mostra e fino ad esaurimento posti disponibili, sempre nel rispetto delle
normative anti-Covid su capienze e contingentamento del pubblico.

LABORATORIO DIDATTICO A CURA DI ENPA
A partire da giovedì 22 luglio e a seguire per tutti i giovedì fino al 9 settembre incluso, alle ore
11, incontro con lo staff di ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, la più antica e grande
associazione animalista italiana, che festeggia quest’anno i 150 anni di attività.
Accanto all’area scavi si terranno dei laboratori interattivi di zooantropologia didattica, che
propongono la valorizzazione della relazione bambino-animale, per ottenere benefici di ordine
educativo, didattico e rieducativo.
Tra gli obiettivi della zooantropologia didattica: costruire una buona predisposizione verso
l’animale, avvicinare i bambini alla natura, conoscere il modo di percepire il comportamento e
le modalità comunicative e cognitive degli animali, favorire il corretto rapporto tra uomo e
animale, porre le basi della conoscenza etologica della specie, responsabilizzare i più piccoli
verso gli animali e la società, migliorare l’integrazione della classe, del gruppo e la
partecipazione all’attività didattica.

LETTURE e MERENDA CON IL T-REX
Ogni venerdì a partire dal 23 luglio, alle ore 11, sempre nell’area scavi, letture interattive con
lo staff di N.I.D.A. onlus, sui testi della casa editrice Sassi Junior, per spiegare, conoscere ed
esplorare il mondo dei dinosauri. Si spiegherà cos’è la pangea, come si formano i fossili, le
ere, i periodi e tutti i dinosauri carnivori, erbivori, abitanti dell’aria e dell’acqua.
Durante le letture i bimbi potranno decidere se consumare una gustosa merenda, acquistabile
direttamente al chiosco bar presente nell’area ristoro e scegliendo tra merenda dolce e
merenda salata, al prezzo speciale di cinque euro.
Entrambi gli approfondimenti sono fortemente indicati per gruppi e centri estivi che potranno
chiedere maggiori informazioni scrivendo all’indirizzo dedicato info@dinosaurspark.it.
20 luglio 2021

DINOSAURS STORIES
Appuntamento speciale, in collaborazione con Dimensione Eventi, nei fine settimana di 7 – 8
agosto; 28 – 29 agosto; 4 – 5 settembre.
Tre volte al giorno, alle 14.30, alle 15.30 e alle 16.30, sempre nell’area scavi, venti minuti
imperdibili con le “DINOSAURS STORIES” in compagnia di Davide Allena che narrerà storie
curiose sui dinosauri, accompagnandole con piccole dimostrazioni di magia.
MASCOTTE DINO
Tutti i sabato e le domenica mattina infine sarà possibile incontrare la mascotte del parco,
DINO, a spasso tra il pubblico con il suo dino ranger, per tanti selfie ricordo con grandi e piccini.

CURIOSITA’

L’AMORE PER I DINOSAURI RENDE I BAMBINI PIU’ INTELLIGENTI.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Development Psycology”, i bambini ad un’età
molto piccola sviluppano un interesse intenso nei confronti dei dinosauri, ponendo domande
dettagliate ai genitori e passando ore a giocare con giocattoli a forma di dinosauro,
disegnandoli poi in un momento successivo.
Ampliando un interesse concettuale elaborato, i bambini imparano ad informarsi,
immedesimarsi e ricercare, sviluppando la capacità importantissima di processare le
informazioni. Diventando consumatori attivi e non passivi delle nozioni che ricevono, come un
primo step al futuro metodo di studio scolastico.
La gara a sapere di più e a spiegare, anche ai genitori, aumenta il lessico dei bambini e la loro
autostima, rendendoli autorevoli in maniera positiva e aiutandoli nella vita futura. Perché i
bambini con un interesse così forte in età infantile risultano poi essere più intelligenti della
media quando più grandi.

GIORNI E ORARI DI APERTURA

A grande richiesta del pubblico la
mostra apre anche il martedì nei mesi
di agosto e settembre.

La mostra sarà aperta, dal primo agosto,
nei seguenti orari:
MART – VEN 10.00 – 19.00
SAB – DOM 10.00 – 20.00
LUN chiuso
Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora prima
dell’orario di chiusura.

Tutte le novità sulla mostra, in tempo
reale, saranno tempestivamente
comunicate sui canali ufficiali della
mostra:

sito www.dinosaurspark.it
FB @ /dinosaursparktorino
IG@ dinosaurs.park
20 luglio 2021

PREZZI BIGLIETTI

Intero: 12 €
Ridotto generico (over 65, under 12*
, partner convenzionati, studenti universitari): 8 €
Ridotto gruppi/centri estivi (10 persone): 6 €
*I bambini al di sotto dei 6 anni entrano gratuitamente.
Abbonamento adulto: 36 €
Abbonamento ridotto: 24 €
L’abbonamento prevede l’ingresso illimitato per tutto il periodo di apertura della mostra,
previa verifica della disponibilità. Si richiede per tanto prenotazione telefonica 24 ore prima
per week-end e giorni festivi.

MODALITÀ ACQUISTO BIGLIETTI

Per evitare code al botteghino e facilitare gli ingressi del pubblico è possibile acquistare il
biglietto direttamente sul sito della mostra www.dinosaurspark.it senza alcun costo di
prevendita aggiuntivo. Per ulteriori informazioni/prenotazioni gruppi è possibile contattare la biglietteria
all’indirizzo e-mail info@dinosaurspark.it o al numero 375/5915832.

“L’orto fascista” Romanzo / 5

ERNESTO MASINA

L’Orto Fascista

Romanzo

PIETRO MACCHIONE EDITORE

 

In copertina:
Breno, Piazza Generale Ronchi, già Piazza del Mercato, fotografia d’epoca.

 

XIV

Aveva parlato ai bambini e loro avevano accettato con entusiasmo. Il gioco e l’avventura li intrigava. Avevano eseguito le indicazioni del farmacista e si erano incontrati con il Russì. Preso il pacchetto di concime, lo avevano appoggiato in fondo al sacco da montagna e lo avevano ricoperto con delle foglie di fico e, sopra, quattro o cinque porcini che avevano raccolto.
Presa la strada per il paese, scesa la via S. Antonio, supera- to il “crusal”, erano giunti in piazza Mercato. Poi, giù verso il fiume, erano arrivati al gabbiotto dell’Orto Fascista.
Ernesto, che era diventato un po’ il sostituto della maestra nella conduzione dei lavori e aveva la chiave del lucchetto, aprì la porticina.
Estrassero il pacchetto di concime dallo zaino e stavano per riporlo nel gabbiotto quando furono bloccati da quattro braccia robuste e ricoperte da una camicia nera. I proprietari delle braccia si impossessarono del pacchetto e tenendo ciascuno con una mano il collo di uno dei ragazzini, li costrinsero a seguirli sino alla Casa del Fa- scio, ove aveva sede il comando della Brigata Muti.
Qui i due ragazzi vennero legati strettamente ciascuno ad una sedia, in attesa che qualcuno cominciasse l’interrogatorio.
Furono preparati pinze per strappare le unghie, ferri da arroventare per marchiare chissà dove i ragazzi, spilloni per poter continuare le torture.
Di fronte a Ernesto e Mario, pure lui legato strettamente ad una sedia, vi era il Temperini, un Temperini tutto tremante ed ansimante.
Era sicuro che i suoi compagni di prigionia, sotto tortura, avrebbero spifferato tutto ai fascisti e lui sarebbe finito in un bel casino. Avrebbero sicuramente iniziato a torturarlo per conoscere il nome dei suoi complici, e lui sapeva di essere un vigliacco e di non sopportare il dolore. Li avrebbe denunciati e sarebbe passato alla storia co- me un traditore. Purtroppo, per chissà quanto tempo, qualcuno avrebbe ricordato la storia di quel fetente di farmacista che aveva, con le sue pretese da rivoluzionario, incasinato il paese e con la sua vigliaccheria mandato al patibolo almeno due dei più onesti e valorosi paesani.

Si guardò ancora in giro per illudersi di avere una possibilità di fuga. Le due finestrelle che illuminavano a sten- to la piccola stanza erano ad almeno tre metri dal pavimento. La porta era in pesante legno con una serratura a quattro mandate. Improvvisamente vi fu un forte rumore, come se qualcuno picchiasse violentemente contro la porta, e il farmacista pensò che stessero arrivando i suoi aguzzini. Il bussare continuò sempre più violento sino a quando, finalmente, il Temperini si svegliò dall’incubo, bagnato completamente di sudore.
Si alzò dal lettino, che era stato messo nel retro della farmacia per le notti di turno, si mise la vestaglia e si diresse verso il portoncino d’ingresso con le gambe che mal lo sostenevano. Aveva la bocca amara e la testa che gli doleva. Riusciva a tenere a malapena gli occhi aperti: quasi fosse reduce da una notte di grandi bevute. Aprì lo spioncino e per poco non gli venne una sincope: al di là della porta un viso arcinoto, quello dell’Hauptmann Reserve Franz. Questi guardò il viso terreo del farmacista con una strana espressione, poi tentò di sorridere e indicò al Temperini il gonfiore che aveva sotto la guancia destra. “Come dite voi? Scesso? Io molto dolore, non dormire. Possibile cachet? Scusare per disturbo. Grazie”. Aveva parlato tutto d’un fiato come se avesse preparato il discorso in anticipo scegliendo con cura tra le poche parole di italiano che conosceva.
Il farmacista non si scostava dalla porta, non riusciva proprio a comandare le gambe. Non sapeva come fare. Poi raccolse tutte le sue forze, fece un mezzo sorriso al tedesco, andò al banco, aprì un cassetto, prese una manciata di cachets e li mise in un sacchettino di carta. Ritornò alla porta e, attraverso lo spioncino, passò il sacchetto al tedesco.
“Gratis” disse con un altro mezzo sorriso, richiuse lo spioncino e andò a sedersi sulla sedia più vicina. Non aveva mai conosciuto il terrore ma adesso sapeva cosa fosse: si sentiva vuoto dentro, senza capacità di ragiona- mento né di difesa, incapace di muovere gambe e braccia mentre una paura angosciante lo avvolgeva tutto e lo faceva tremare e sudare.
Ma come avevano potuto pensare, lui ed il Russì, di coinvolgere in un fatto tanto grave dei bambini! Usarli, mettendoli in pericolo per raggiungere i loro scopi. Di una sola cosa ora era sicuro: mai e poi mai i bambini sarebbero stati coinvolti, anche a costo di abbandonare l’idea o di litigare con il suo amico.

 

XV

Un milite della Muti aveva iniziato a frequentare alla sera il bar Monte Grappa. Abitualmente si sedeva ad un tavolino, ordinava da bere e cercava di attaccare discorso con qualcuno degli avventori. Quasi sempre con scarso successo. I clienti non riuscivano a capire questa assidua presenza in un luogo a lui ostile e temevano che il milite avesse avuto ordine di tenere le orecchie bene aperte e cercare di carpire qualche
notizia compromettente. Una sera, dopo aver bevuto più del solito, e forse per cercare di attirare un po’ di attenzione, chiese al proprietario se tra i clienti fosse presente il Russì. Ricevuta risposta negativa soggiunse: “E fa bene a non farsi vedere troppo in giro. Lo teniamo sotto controllo e se lo becchiamo ad aiutare quegli stronzi di partigiani lo facciamo fuori”.
Il gelo cadde nel locale. Tutti avevano, o avevano avuto, rapporti col Russì. Tutti lo stimavano. Conoscendone il carattere e le idee politiche erano quasi sicuri che lui, se ne avesse avuta occasione, avrebbe aiutato chi stava lottando contro i tedeschi ed il Regime fascista. Il Russì fu immediatamente avvisato e se si spaventò non lo diede a vedere. Pregò chi gli aveva portato la notizia, un amico fidato, di avvisare il farmacista che aveva urgente bisogno di parlargli e di farsi trovare, se poteva, verso le 16 dal tabaccaio. Doveva assolutamente sembrare un incontro occasionale.
Dopo il sogno, il Temperini aveva preteso dal Russì, e questi aveva accettato subito, che i due ragazzi non sarebbero stati coinvolti. In effetti, anche lui ci aveva già pensato ed era giunto alla conclusione che se fosse successo qualche cosa al Mario e all’Ernesto, si sarebbero sentiti dei vermi e sarebbero stati emarginati da tutti gli abitanti del paese.
– Come ho fatto a pensare una cosa così folle? – si era detto. Al farmacista aveva promesso che si sarebbe interessato personalmente del trasporto dell’esplosivo in paese appena avesse trovato un luogo sicuro dove nasconderlo. Quando si incontrarono, anche il Temperini sapeva già quanto era stato detto dal milite.
“Non posso più farlo io” aveva detto il Russì senza preamboli. “Se mi stanno alla calcagna mi beccano subito. Purtroppo, caro amico, ci sono poche alternative. Deve farlo lei. Vedrà che organizzeremo in modo che non ci siano pericoli. Ci pensi e mi faccia sapere se accetta.” E se ne andò.

 

XVI

Il piano sembrava ben pensato. Martin Bascià aveva accettato di diventare uno dei protagonisti nella preparazione dell’attentato. Una mattina, all’alba, aveva raggiunto l’Orto Fascista e, accertatosi che nessuno lo vedesse, si era avvicinato alla piccola costruzione ove erano riposti gli attrezzi e aveva allentato le viti che sostenevano le pia- strine del catenaccio in modo che potessero essere rimosse a mani nude. Attaccato l’asino al carretto, aveva carica- to sul pianale una sedia rotta, una poltrona sfondata e qualche altro oggetto, tanto per far scena. Era quindi partito verso Pescarzo sulla strada che passava davanti alla chiesa di S. Maurizio. Pochi metri prima di trovarsi all’al-ezza della chiesa aveva fermato l’asino e si era chinato vicino alla ruota di sinistra del carretto, come a verificare se vi fossero problemi. In effetti aveva rimosso il forcellone che teneva la ruota ancorata al mozzo. Incitò l’asino e riprese la marcia ma, come aveva previsto, dopo pochi metri la ruota si staccò dal mozzo ed il carretto si inclinò sino a toccare terra con il fondo della sponda sinistra. Martin si mise ad urlare, fu una vera e propria sceneggiata. Imprecava e bestemmiava contro la mala sorte. Alle sue imprecazioni arrivarono di corsa tre uomini che, ben celati dagli alberi del vicino bosco, non aspettavano che quel segnale per fingere di arrivare in luogo solo per caso. Discusse con loro per qualche minuto, si caricò la ruota sulle spalle, prese un martello, salì i tre scalini antistanti il portico della chiesa, appoggiò la ruota sul lastricato e con il martello fece finta di ridare forma al cerchio che ricopriva il telaio in legno. Martellò, si fermò per riposarsi, parlò con i soccorritori che intanto stavano vuotando il pianale del carretto, diede altre due martellate e quindi sparì dietro il muretto del portico, sollevò il piastrellone che gli era stato indicato, si mise tre candelotti di dinamite sotto la giacca – uno in più può sempre servire, ce ne sono tanti! – rimise a posto il piastrellone, diede altri due inutili colpi al cerchio di ferro e scese gli scalini ritornando al mezzo. I tre aiutanti sollevarono la sponda del carretto e Martino rimise a posto la ruota ed il mollettone che la teneva ancorata al mozzo. Si rivolse ai tre uomini che lo avevano aiutato, prese dalla tasca il portafoglio, mimò di volerli pagare e loro rifiutarono; allora prese da un sacchetto che teneva legato ad una delle stanghe tre bottiglie di vino e le diede ai soc- corritori. Grandi sorrisi, ringraziamenti e pacche sulle spalle, i tre se ne andarono. Neppure loro si erano accorti di quello che aveva fatto Martin Bascià sotto il portico della chiesa. Rimasero perplessi e curiosi sulle ragioni della stranissima richiesta ricevuta.
– Quel Martin Bascià è veramente un po’ matto – pensa- rono e forse lo dissero tra loro. Lui, fischiettando, riprese il suo andare. Quando arrivò alle porte del paese si imbatté nel Temperini. Grandi saluti, il farmacista offrì una sigaretta, appese la giacca da cacciatore sul carro, si appoggiarono alla sponda e iniziarono a chiacchierare. Mentre parlavano Martino si aggirava intorno al carro simulando di mettere a posto le cose che trasportava, spostò anche la giacca del farmaci- sta facendola cadere, volutamente, a terra. Si chinò prontamente a raccoglierla. Mentre si trovava piegato mise i tre candelotti nella tasca posteriore della giacca, quella nella quale il cacciatore abitualmente ripone la selvaggina catturata, sfruttando il fatto che metà visuale era coperta dal carro, un quarto dal Temperini e l’altro qua to dalla sua schiena. Si scusò con il farmacista togliendo con leggeri colpi di mano quel poco di polvere che la giacca aveva raccolto dal terreno e quindi la porse al proprietario. Si salutarono con grande effusione e con gran- di sorrisi da parte di Martin che, ovviamente, era molto soddisfatto per come erano andate le cose.

Il farmacista invece aveva la bocca secca ed amarognola, un forte senso di nausea gli saliva dallo stomaco, le gambe, si accorse, non lo sorreggevano bene. Si incamminò verso la farmacia. Ad ogni angolo di strada si guardava in giro con fare circospetto temendo di vedere una coppia di tedeschi o una squadraccia della Muti a sbarrargli la strada. Giunto nei pressi della chiesa, ormai a poche centinaia di metri dalla farmacia, udì il rombo della vetturetta tedesca arrivargli alle spalle. Credette di svenire, ma appoggiandosi al muro che rasentava, riuscì a mantenersi in equilibrio. La vettura lo superò ma dopo qualche metro si fermò bruscamente. Dalla portiera destra scese l’Haupmann Reserve che gli andò incontro. Ormai stava succedendo l’irreparabile, si vedeva già ben- dato vicino al muro ove sarebbe stato fucilato. Invece sul viso del tedesco si aprì un grande sorriso.
“Caro dottore!” disse con la sua voce potente. “Grazie per suoi medicinali. Finita subito tortura di dolore. Io guarito. Grazie. Io spero di poter ricambiare” e battendo i tacchi e sollevando il braccio disteso urlò “Heil Hitler!” Senza attendere risposta – ma il Temperini non sarebbe riuscito a proferire parola mancandogli l’aria – si girò e risalì sulla macchina che si allontanò velocemente. “Tortura, ricambiare…” queste parole rimasero a lungo nella mente del farmacista. Con profondo raccapriccio il Temperini si rese conto di essersela fatta addosso. Non entrò in farmacia ma salì direttamente alla propria abita- zione. Prese della biancheria pulita dal cassettone della camera, un paio di pantaloni dall’armadio e delle pantofole. Si chiuse in bagno, si tolse con attenzione i pantaloni per non sporcarsi ulteriormente. Sfilò le mutande e le gettò direttamente nel gabinetto. Si vergognava con sé stesso per quanto era accaduto ma, in fondo in fondo, era anche sod- disfatto: aveva compiuto il primo atto eroico della sua vita. Pensando però che non era finita e che la seconda parte della missione sarebbe stata più pericolosa, gli venne un forte conato di vomito e cominciò a sudare freddo. Come era stata bella la sua vita da farmacista riverito e rispettato da tutti. Perché mai si era messo in testa, lui così accomodante con tutti, che non aveva mai avuto un litigio, ma neppure una vera discussione con nessuno, di fare il rivoluzionario? Pensava di sentirsi rinfrancato dalla presenza di quei tre candelotti di dinamite in tasca, forte, pronto a dare una svolta alla vita della valle, una lezione ai tedeschi invasori, una prova di forza che sarebbe pas- sata alla storia ed invece si sentiva incapace anche di comandare al proprio corpo.
Quella sera stessa avrebbe portato a termine il suo compito e poi che andasse come a Dio sarebbe piaciuto. Lui la sua parte l’aveva fatta ed era, forse la più pericolosa. Finì di lavarsi, fece a pezzi i pantaloni con la forbice che si trovava sulla specchiera e li gettò nello scarico. Non avrebbe saputo spiegare l’accaduto senza vergognarsi e senza dover dare spiegazioni.
Rivestitosi si recò al bar. Aveva bisogno di bere qualcosa di forte anche se al suo stomaco non avrebbe giovato. Nell’attraversare piazza S. Antonio ed entrando nel bar gli sembrò che gli sguardi che attirava fossero di ammi-razione ed i saluti che riceveva più ossequiosi e riverenti del solito. Che in giro si sapesse già dell’atto coraggioso compiuto e di quanto altro ancora doveva coraggiosa- mente affrontare.

Questo gli permise, anche se sapeva che in effetti doveva essere solo una sua illusione, di sentirsi rinfrancato. Ma se tutto fosse andato come programmato, allora sì, sarebbe passato alla storia tra i brenesi illustri. E allora gli sguardi di ammirazione, gli ossequi e le scappellate ci sarebbero state davvero.
Passò tutto il pomeriggio al bar, dormicchiando, chiacchierando con qualche avventore, facendo un solitario dietro l’altro e affidando la riuscita o meno del gioco a una risposta di come sarebbe andata a termine la sua missione. Quando il solitario riusciva, attraversava momenti di allegria, il successivo non riusciva e ricadeva nella paura, e così via.
Quando vide, attraverso i vetri del bar, che si stava abbassando la serranda della farmacia, rincasò. Si sedette a tavola e senza scambiare parola con la figlia e con la cameriera, mangiò la minestrina che gli servivano, un pezzo di formaggio e una pera che proveniva dal suo “brolo”. Finì il suo bicchiere di vino, si alzò, comunicò alle due donne “Io esco” e se ne andò.
Dall’istante in cui si era infilato la giacca con i tre candelotti nella tasca posteriore a quando era rientrato in far- macia, dopo aver lasciato l’esplosivo nel gabbiotto del- l’Orto Fascista, il Temperini non si ricordava nulla. Ave- va agito come un automa. Non ricordava di aver attraversato la piazza mercato, di aver incontrato qualcuno lungo il suo percorso, di aver messo i candelotti nel gabbiotto, di essere ritornato sui suoi passi. Niente. Aveva annullato quei momenti della sua vita come se non li avesse vissuti. Forse, in effetti il suo corpo aveva camminato, portato i candelotti, rimosso le viti della porticina del piccolo ripa- ro degli attrezzi, depositato i candelotti, richiuso la porticina, risistemate le viti, ripercorso la strada, rientrato in farmacia mentre la sua mente, anestetizzata dal terrore, si era rifiutata di partecipare e di registrare quanto avveniva. In fin dei conti meglio così. Non aveva sofferto.

 

XVII

Era stata una lunga giornata passata in mezzo ai boschi, sotto la pioggia, alla ricerca di un deposito di armi segnalato da una lettera anonima. C’erano ancora degli italiani che professavano lo spionaggio, vigliacca- mente, senza esporsi ma per facilitare l’egemonia delle forze occupanti, nonostante queste apparissero sempre più spietate. Quale sarebbe stato il futuro dell’Italia traditrice se le forze armate tedesche avessero avuto, insperatamente, il sopravvento finale nella guerra in corso?
Quella di serva del nazismo? Questo si chiedevano. Tuttavia nulla era stato trovato, anche se le ricerche, effettuate insieme a diversi membri della Brigata Muti, erano state meticolose e il posto controllato fosse sicura- mente quello indicato dalla segnalazione.
Invece i tedeschi erano rientrati all’albergo che li ospitava stanchi, bagnati e delusi. Qualcuno aveva anche sospettato che la lettera fosse stata uno scherzo e questa possibilità li aveva notevolmente innervositi. Franz, il Comandante, e Bernd, dopo essersi scaldati con un fornellino che funzionava con pastiglie Meta, una tazza di quella brodaglia che si continuava a chiamare caffè solo per abitudine, si erano spogliati e avevano steso le loro divise su una corda tesa tra i due letti. Chissà perché quando due uomini si trovano soli in una stanza seminudi, tra di loro si creano una certa intimità e una predisposizione a lasciarsi andare alle confidenze. Quando Bernd confidò al suo Comandante che era riuscito a conoscere una ragazza italiana che si era invaghita di lui – che in effetti era un gran bel ragazzo con uno smagliante sorriso a 32 denti bianchissimi – Franz prese al volo l’occasione per accennare ai suoi progetti.

Lo fece con estrema cautela, ma Bernd si appassionò immediatamente all’argomento. Anche lui provava un gran- de affetto verso il suo capo, affetto e riconoscenza per come era trattato. Anticipandolo, si dichiarò più che disponibile, qualora ve ne fosse l’occasione, a lasciare libera la stanza anche per una notte intera.
“Un posto per dormire da qualche parte in albergo lo trovo sempre. E lei sa che io posso dormire anche per terra” disse infervorandosi tutto. Franz, allora, spiegò quali erano i suoi progetti, raccontando le avances che aveva fatto a Benedetta, che le aveva accettate dimostrandosi ben disposta ad un incontro che, sicuramente, non sarebbe stato solamente romantico. La cosa si sarebbe potuta concretizzare al più presto, continuò il Comandante, ma era da scartare il fatto che Bernd occupasse un qualche luogo dell’albergo. Avrebbe sicuramente destato la curiosità di chi ne fosse venuto a conoscenza. “Non rimane che la macchina” disse Franz, “se non hai nulla in contrario”. “Assolutamente no!” rispose Bernd. “Ma desidero, Her Komandant, che questa mia partecipazione sia un atto di dovuta riconoscenza per il trattamento che Ella mi ha sempre riservato” continuò trattenendo, a stento, il desiderio improvviso che gli era venuto di abbracciare il suo capo. Si vede che anche i duri soldati tedeschi sono capaci, a volte, di dimostrare un briciolo di tenerezza. Quella notte Franz sognò sua moglie nelle sembianze di Benedetta, nuda, tra le sue braccia che gli sorrideva e gli diceva “Ti amo” mentre prendeva tra le mani il suo membro eretto. Alla mattina, con estremo imbarazzo, trovò le lenzuola ancora umide e sporche del suo liquido seminale. Dapprima ne fu inorridito – cosa avrebbe pensato Benedetta vedendo le macchie nel rifare il letto? – Ma poi gli venne da sorridere con nostalgia. Una cosa del genere non gli era più successa dai tempi della sua gioventù. E a Benedetta poteva quasi sembrare un richiamo d’amore e, comunque, la prova della sua ancora intatta virilità.

 

(continua…)

 

 

 

Autostrade, Costanzo: rischio stallo sulle concessioni

“Quanto sta succedendo in Piemonte sul tema delle concessioni autostradali, e dunque della sicurezza delle nostre tratte e della loro gestione, è francamente allarmante. 

Il Ministero dei Trasporti aveva cercato un nuovo concessionario con un bando di gara per le concessioni delle tratte autostradali A21 Torino-Alessandria-Piacenza, A5 Torino-Ivrea-Quincinetto, oltre che per la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, la diramazione Torino-Pinerolo.
Il concessionario uscente Astm attraverso la controllata Salt, ha partecipato alle gare ed è risultato il miglior offerente, ma è stato escluso dal bando per mancanza della certificazione da costruttore.
L’esclusione è stata confermata prima dal Tar del Lazio e poi Consiglio di Stato, ma ora il rischio è il blocco totale del Nord-Ovest. Per molti dei soggetti coinvolti la gestione in concessione di tratte vitali per la circolazione del Piemonte sembra essere soprattutto questione di business, ma non possiamo permettere che i cantieri restino chiusi per beghe di potere e di quattrini”. Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (L’Alternativa C’è).

Investe un ciclista e scappa: pirata della strada rintracciato

Era alla Stazione carabinieri mentre denunciava un (falso) incidente: <<Ho investito un cinghiale>>

I Carabinieri della Compagnia di Ivrea hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica un giovane automobilista, 25enne, residente a Piverone, poiché ritenuto responsabile di fuga e omissione di soccorso, lesioni e falso ideologico, in relazione a un incidente stradale avvenuto poche ore prima a Ivrea. In particolare, la scorsa notte, il giovane conducente ha investito con la propria macchina un ciclista di 63 anni, in prossimità della Casa Circondariale di Ivrea.
Anziché prestargli soccorso e chiamare il 112, il 25enne è fuggito.
Altri automobilisti hanno segnalato l’uomo a terra.
Gli immediati accertamenti condotti dal Nucleo Radiomobile dei Carabinieri della Compagnia di Ivrea hanno consentito, anche grazie alle immagini di videosorveglianza presenti in quell’area e alle prime indicazioni formulate da alcuni cittadini, di individuare la macchina del pirata della strada. Il proprietario è stato rintracciato in una Stazione carabinieri mentre denunciava (falsamente e per coprire il vero motivo dei danni) un incidente con un cinghiale che gli aveva causato gravi danni alla sua macchina. Le parti della carrozzeria recuperate sul luogo dell’incidente sono risultate perfettamente compatibili con i danni riscontrati sull’auto del 25enne, che messo di fronte alle proprie responsabilità ha confessato di aver travolto il ciclista e di essere fuggito per paura di essere sottoposto a un eventuale accertamento etilometrico.
La vittima, originaria di Burolo, è ancora ricoverata in Ospedale a Ivrea, in prognosi riservata.

Fondi cultura, domande al via

Aperte  le istanze per accedere ai fondi dedicati alle attività culturali prodotte da aziende Associazioni, Enti No profit e Amministrazioni pubbliche

L’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio: «Segnale di vitalità per mantenere alto lo standard di qualità dell’offerta piemontese»

Sportello attivo fino al 15 settembre: oltre 7 milioni la dotazione del bando

 

E’ aperto lo sportello per accedere ai fondi regionali della cultura. La dotazione finanziaria di oltre 7 milioni di euro servirà a sostenere la produzione di spettacoli, concerti, festival e attività ricreative. I sostegni sono rivolti a soggetti privati/No profit come associazioni, fondazioni ma anche imprese e amministrazioni pubbliche: le domande potranno essere presentate fino al 15 settembre 2021. Le indicazioni per accedere ai finanziamenti sono pubblicate nella sezione bandi della Regione all’indirizzo https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/programmi-promozione-attivita-culturali-patrimonio-linguistico-dello-spettacolo-avviso-pubblico-0

«In questa fase delicata – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio – è importante consegnare un’impronta di vitalità a chi è stato duramente colpito durante la pandemia. L’offerta culturale piemontese è un’eccellenza e deve mantenere inalterati i propri standard di qualità. Abbiamo l’ambizione di non cedere di fronte alle avversità e anzi di rilanciare l’azione a sostegno di tutto settore per accrescere il ventaglio delle proposte per divulgare il sapere».

Per l’anno 2021 è previsto un unico bando che comprende tutte le istanze relative alla promozione delle attività culturali, del patrimonio linguistico e dello spettacolo: 5.700.000 di euro andranno a favore di soggetti privati/No profit (enti non lucrativi di diritto privato, quali, a titolo esemplificativo non esaustivo, associazioni, fondazioni); 500.000 a favore di Pubbliche Amministrazioni; 840.000,00 a favore di imprese.

Il contributo sostiene programmi relativi a uno o più dei seguenti ambiti di attività: spettacolo dal vivo, danza, musica, teatro (professionale e promozione delle attività teatrali), spettacolo di strada e circo contemporaneo, musica popolare tradizionale amatoriale; attività cinematografiche e audiovisive; attività espositive relative ad arti plastiche e visive; attività di divulgazione culturale, intesa come convegni, seminari, festival culturali, divulgazione scientifica e culturale; rievocazioni e carnevali storici; formazione musicale pre-accademica; perfezionamento musicale post-accademico e perfezionamento nelle altre discipline dello spettacolo; educazione delle persone adulte; patrimonio linguistico e culturale del Piemonte.

Prove di guida sicura per i giovani volontari Anpas

Un’esperienza significativa quella vissuta da 18 volontarie e volontari del Gruppo giovani di Anpas Piemonte che sabato 17 luglio, presso la pista prove del Cnh Industrial Village di Torino, hanno seguito il corso di guida in sicurezza di otto ore tenuto dagli istruttori della Scuola guida per conducenti mezzi di soccorso “Luigi Vigna – Ilario Naretto” di Anpas Croce Verde Torino.

Le ragazze e i ragazzi del Gruppo giovani di Anpas Piemonte coinvolti nel corso svolgono servizio di volontariato presso le Pubbliche Assistenze Anpas Croce Bianca Orbassano, Croce Verde Vinovo, Croce Bianca Volpianese, Croce Verde Bricherasio e Croce Verde Bagnolo.

 

«Questa prima edizione del corso di guida in sicurezza per i giovani di Anpas Piemonte è stata una bella esperienza che spero si possa ripetere negli anni – ha commentato Massimiliano Manzini, direttore Scuola guida per conducenti mezzi di soccorso “Luigi Vigna – Ilario Naretto” di Anpas Croce Verde Torino a margine del corso – Abbiamo dato loro nozioni su quelle che sono le normative del Codice della strada, sulla guida sotto l’effetto di alcool e droghe, sulla stanchezza alla guida, molti incidenti sono infatti causati anche da colpi di sonno; e poi abbiamo fornito utili informazioni sui comportamenti di guida sicura approfonditi nella parte pratica del corso insieme agli istruttori: la frenata di emergenza, la retromarcia, l’esercizio a otto per imparare a usare correttamente lo sterzo, il freno e l’acceleratore; lo slalom tra birilli a distanza molto ravvicinata. Vorrei ringraziare tutte quelle associazioni che hanno fornito gli automezzi di supporto al corso: la Croce Verde Rivoli che ha messo a disposizione l’ambulanza, la Croce Bianca di Orbassano, la Croce Verde di Bricherasio, la Croce Verde di Pinerolo, la Croce Verde di Bagnolo Piemonte per aver fornito gli automezzi utilizzati durante le prove pratiche su pista e Anpas Sociale che ha messo a disposizione gli automezzi per la parte logistica e per alcune prove. Ringraziamo Cnh Industrial Village di Torino per aver concesso l’utilizzo della pista prove».

 

Lorenzo Badami, Istruttore della Scuola guida per conducenti mezzi di soccorso “Luigi Vigna – Ilario Naretto” di Anpas Croce Verde Torino: «Seguire una persona fresca di patente in un corso di guida sicura per certi versi è più facile, perché eventuali difetti nella guida non sono sedimentati come possono esserlo in coloro che guidano da tanto tempo, quindi eventuali errori possono essere corretti più agevolmente. Dalla mia esperienza la difficoltà più comune riscontrata è il riallineare in modo corretto il volante dopo una sterzata e l’errore più frequente è il non accertarsi che il passeggero abbia allacciato la cintura di sicurezza, ricordarlo spetta al conducente che deve preoccuparsi della sicurezza di tutti a bordo dell’automezzo. Molto apprezzate sono state le spiegazioni su come dosare bene l’acceleratore, su come evitare sobbalzi e scossoni».

 

«A questo corso – spiega Samantha Ferrari, responsabile Gruppo giovani Anpas Piemonte – hanno partecipato ragazze e ragazzi di 18 e 20 anni neopatentati. L’obiettivo era di far conoscere le corrette tecniche di guida in sicurezza e far acquisire loro maggiore consapevolezza dei rischi. Sono molto contenta della buona riuscita dell’iniziativa, ho avuto dei riscontri positivi da parte dei ragazzi. Vedere i loro visi entusiasti per questa giornata è stato splendido. Cercheremo di organizzare, se possibile, altri momenti di formazione sulla guida in sicurezza per dare la possibilità anche agli altri ragazzi che compongono il Gruppo di vivere questa esperienza e migliorare le proprie competenze di guida, utili sia per lo svolgimento di eventuali servizi in associazione sia per il loro percorso di vita. Ringrazio per la collaborazione e disponibilità la Scuola guida per conducenti mezzi di soccorso “Luigi Vigna – Ilario Naretto” di Anpas Croce Verde Torino e Cnh Industrial Village di Torino per l’ospitalità».

 

L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 82 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 10.301 (di cui 3.986 donne), 5.509 soci, 595 dipendenti, di cui 64 amministrativi che, con 433 autoambulanze, 220 automezzi per il trasporto disabili, 260 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 4 imbarcazioni, svolgono annualmente 493.795 servizi con una percorrenza complessiva di 16.035.424 chilometri.