ilTorinese

Prodotti del territorio, un brindisi con il generale Figliuolo

Il Generale Figliuolo a Sestriere per inaugurare la mostra sui giochi olimpici e paralimpici: brindisi alla campagna Covid con i prodotti del territorio a cura di Confagricoltura Torino e Cascine Piemontesi

 

Prima degli impegni di oggi a Torino il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’Emergenza Covid-19, ieri (25 luglio) è stato a Sestriere, per l’inaugurazione della mostra sui XX Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali.

Il generale Figliuolo e le autorità hanno visitato Casa Eccellenze di Sestriere, dove hanno potuto degustare le specialità enogastronomiche proposte da Confagricoltura Torino in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, il Consorzio Cascine Piemontesi e l’Associazione Qualitaly.

Tra i prodotti i vini Erbaluce di Caluso docg, Langhe Arneis, il Crudo di Cuneo e il Castelmagno dop, la torta con le Nocciole Piemonte Igp e una ricca selezione di mieli del Piemonte.

Insieme al sindaco di Sestriere Gianni Poncet e a personaggi del mondo dello sport e delle istituzioni, tra i quali la presidente del Comitato promotore di Torino 2006 Evelina Christillin, il campione dello sci Piero Gros e il presidente dell’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea, Maurizio Beria d’Argentina, il generale di corpo d’armata ha fatto un appello a intensificare le vaccinazioni, fondamentali anche per il rilancio dell’attività turistica.

Nel fine settimana a Sestriere Confagricoltura Torino e Cascine Piemontesi sono stati partner del Comune alpino nell’inaugurazione della pista di atletica delle montagne olimpiche e alla premiazione della Coppa di golf.

Agli ospiti sono stati proposti alcuni piatti della tradizione cucinati con le specialità enogastronomiche del territorio.

 

Rossi – Valle (Pd): Caso Garavelli: non si accreditano piazze No vax

Serve maggiore responsabilità. La presenza del primario di Malattie Infettive di Novara, Pietro Luigi Garavelli, alla manifestazione “no pass” di Alessandria lascia perplessi e preoccupa.

Anche se il suo intento è stato di carattere “informativo”, come dichiara agli organi di stampa, la scelta della modalità non è stata certamente felice, ma sono soprattutto alcuni messaggi che preoccupano, perché in contrasto con le indicazioni delle istituzioni sanitarie e della comunità scientifica. Apprendiamo dai media, infatti, che il dott. Garavelli avrebbe espresso dubbi sulla vaccinazione per gli under 40 e promosso l’uso di idrossiclorochina e monoclonali, nonostante questi ultimi siano sperimentali e sulla prima l’AIFA dichiara che non ci sono evidenze sull’efficacia, pertanto la esclude dall’uso ospedaliero e ne prevede, in casi eccezionali, l’uso off label solo per i casi meno gravi. 
Invitiamo il dottor Garavelli ad esporre le sue tesi all’interno della comunità scientifica e a confrontarsi con i propri colleghi attraverso studi, ricerche e dibattiti tra operatori sanitari. E’ in quel contesto che le tesi vengono accreditate o confutate, e non in piazza. Per ora, prendiamo atto che le sue non sono sufficientemente corroborate.
Nel momento in cui occorre uno sforzo collettivo per portare a termine la campagna vaccinale e rilanciare tutte le pratiche di tutela e protezione personale, i dipendenti della sanità pubblica devono mantenere comportamenti ed atteggiamenti di massima responsabilità, e non alimentare confusione.
Apprendiamo inoltre, sempre dagli organi di stampa, che il dottor Garavelli da tempo sarebbe assente dalle corsie dell’ospedale di Novara per ragioni di salute, che però non gli hanno impedito però di essere in piazza a manifestare le sue tesi. Ci auguriamo sia nelle condizioni di tornare presto al lavoro per dare una mano ai tanti colleghi impegnati nella lotta al Covid e nell’abbattimento delle liste d’attesa.

Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione Sanità

Daniele Valle – Coordinatore Gruppo di Lavoro Covid

Omaggio al grande Fred Buscaglione

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100 anni di Fred Buscaglione: martedì 27 luglio al Bunker di Torino l’omaggio dell’Accademia dei Folli

Spettacolo di musica-teatro.

Appuntamento alle 21.30, ingresso 15€.

In occasione del centenario della nascita di Fred Buscaglione, martedì 27 luglio l’Accademia dei Folli rende omaggio al cantautore torinese con Fred dal whiskey facile, un ritratto tracciato dalle cinque più importanti donne della sua vita. Tutte interpretate dalla stessa attrice, queste cinque donne si avvicendano sul palco dove il fantasma di Fred aleggia ancora, e fa le due cose che gli riuscivano meglio: cantare e bere. Non necessariamente in quest’ordine.

L’appuntamento è alle 21.30 sul palco del Bunker di via Niccolò Paganini.

 

Strani funerali, quelli di Fred Buscaglione. Gente che urlava, che cantava, che si spintonava per stringere la mano a questo o a quel personaggio famoso. Tutto molto poco sabaudo. E d’altra parte Fred, pur essendo nato e cresciuto a Torino, non era esattamente un campione dell’understatement. Per dire: tre giorni prima, a Roma, quando si schiantò contro un camion alle sei del mattino, era a bordo di una Ford Thunderbird rosa.

Tra la gente che torna a casa dal funerale ci sono cinque donne, e tutte loro hanno qualcosa da dire su Fred, tutte loro pretendono di averlo capito meglio delle altre. Per Ernestina, sua madre, Fred non era Fred ma Ferdinando, era ancora il bambino che suonava il piano – da dio – nell’androne del palazzo dove lei faceva la portinaia.

Anna, invece, da dietro il bancone del suo bar lo chiamava Ferdi, gli preparava dei cocktail che lui stesso le aveva insegnato e poi se ne andava a passeggiare con lui ai Murazzi, prima che il successo lo travolgesse e lo portasse lontano, a Roma.

Anita, che a Roma sta per diventare una diva, lo chiamava Fred, ma solo per farlo innervosire – Fred era il nome che usavano i fan. Si erano incontrati sul set di una pubblicità, pochi mesi prima che lei si tuffasse in una fontana dicendo Marcello, come here.

Fatima, che Fred l’aveva sposato e poi mollato per gelosia, lo chiamava Nando fin dai tempi del loro primo appuntamento, in una Lugano piena di neve, dove avevano raggiunto l’albergo a bordo di una slitta trainata da due cavalli.

E la quinta donna? Beh, non è proprio una donna, benché Fred l’abbia sempre trattata con infinita dolcezza. D’altronde solo lei, la Ford Thunderbird rosa che Fred definiva “Criminalmente bella”, soltanto lei può raccontare cosa accadde negli ultimi istanti della breve e sfolgorante vita di Fred Buscaglione.

Ingresso 15€, ridotto 6€ per i minori di 10 anni.

 

FRED DAL WHISKEY FACILE
martedì 27 luglio

Bunker – area esterna

Via Niccolò Paganini 0/200, Torino

ore 21.30

 

con

Giovanna Rossi

Carlo Roncaglia

 

e con

Andrea Cauduro chitarra

Enrico De Lotto contrabbasso

Diego Mascherpa fiati

Matteo Pagliardi batteria

 

testi Veronica Buscarini, Matteo Faccio, Sabrina Quaranta, Fosca Salmaso, Giorgio Scalia

dramturg Emiliano Poddi

arrangiamenti Accademia dei Folli

regia Carlo Roncaglia

 

 

Biglietti

In prevendita
intero €12 + diritti | ridotto sotto i 10 anni €4 + diritti
Prevendita online su www.oooh.events

In cassa
intero €15 | ridotto sotto i 10 anni € 6

Prenotazione obbligatoria ai seguenti recapiti
prenotazioni@accademiadeifolli.com
tel/whatsapp +39 345 6778879
www.accademiadeifolli.com

Torinese in vacanza in Liguria annega nel mare mosso

Aevva 45 anni,  di Moncalieri, l’uomo di origine romena annegato in mare ieri a Savona.

Si era immerso nella zona della foce del torrente Letimbro. Il mare mosso ha messo in difficoltà il nuotatore e lo ha spinto verso Ponente dove è annegato.

Il corpo ormai senza vita è stato visto da due surfisti che hanno fatto scattare i soccorsi.

C’è il bando per la rottamazione di stufe e caldaie a biomassa

Qualità dell’aria

Il bando, aperto  il 20 luglio, è destinato ai cittadini piemontesi. L’Assessore Marnati: “L’obiettivo è quello di contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a incrementare l’efficienza energetica”. La misura ha una copertura di 8 milioni 961mila euro.

Otto milioni e 961mila euro per la concessione di contributi a fondo perduto ai cittadini residenti in Piemonte, per la rottamazione di vecchi generatori a biomassa e l’acquisto di nuovi, certificati e innovativi.

“Obiettivo del bando – spiega l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – è quello di contribuire al miglioramento della qualità dell’aria e all’incremento dell’efficienza energetica. Il bando rientra nell’ambito delle misure previste dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria ed è in linea con l’accordo di programma sottoscritto con le altre regioni del Bacino Padano proprio per contrastare le emissioni in atmosfera di impianti a biomassa legnosa ormai vecchi”.

La misura ha una copertura finanziaria garantita da risorse della Regione Piemonte e del Ministero della Transizione Ecologica.

Il bando è stato aperto il 20 luglio. Beneficiari i cittadini residenti in Piemonte che hanno ottenuto l’attestazione di contributo da “Conto termico” al momento della presentazione della domanda; sono ammessi al contributo gli interventi che prevedono la rottamazione di stufe e termocamini o caldaie, per riscaldamento domestico, a biomassa legnosa che hanno una potenza al focolare inferiore a 35 kWt e la loro sostituzione con nuovi generatori caratterizzati da basse emissioni e alta efficienza.

In particolare, è previsto un contributo di 1500 euro per l’acquisto di stufe e termocamini appartenenti alla classe 5 Stelle, 3000 euro per l’acquisto di caldaie, appartenenti sempre alla classe 5 Stelle. Il contributo, a fondo perduto, verrà riconosciuto, fino all’esaurimento delle risorse disponibili, in aggiunta al finanziamento conseguito con il “Conto termico”.

Ulteriori informazioni sono reperibili ai seguente link:

https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/sostituzione-generatori-alimentati-biomassa-legnosa

https://www.finpiemonte.it/bandi/dettaglio-bando/sostituzione-generatori-biomassa-legnosa

Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 9 di martedì 20 luglio 2021

 

Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy

Il “Museo Diocesano” di Susa espone una quarantina di opere del poliedrico artista borgognone

Dal 10 luglio al 10 ottobre Susa (Torino)

Fu pittore, miniatore, ma anche maestro vetraio nonché autore di disegni per ricami. Artista quanto mai poliedrico e itinerante, a lungo attivo in Piemonte, Antoine de Lonhy viene documentato per la prima volta nel 1446 in Borgogna e la sua morte si colloca nel 1490 nel ducato di Savoia. Dall’identità sconosciuta, messa in luce solo in anni relativamente recenti, grazie a lavori di ricerca condotti in parallelo da vari studiosi, de Lonhy era in precedenza indicato con diversi nomi convenzionali: dal “Maestro delle Ore di Saluzzo”, da un manoscritto miniato oggi conservato alla “British Library”, al “Maestro della Trinità di Torino” , da uno dei suoi principali dipinti custodito a “Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica” di Torino. E proprio in stretta complementarietà fra “Palazzo Madama” ed il “Museo Diocesano” di Susa è stata concepita ed organizzata (con il sostegno della Compagnia di San Paolo, la sponsorizzazione tecnica della Società Reale Mutua di Assicurazioni e il contributo della Città di Susa) la mostra “Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”, ospitata nel Museo segusino dal 10 luglio al 10 ottobre e a “Palazzo Madama” dal prossimo 23 settembre al 9 gennaio 2022. Non casuale la scelta della sede valsusina, ma motivata dal legame particolarmente stretto che l’artista di origine e formazione borgognona (a contatto soprattutto con la pittura fiamminga di Jan Van Eyck e di Rogier van der Weyden) ebbe con la Valle di Susa. L’unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti residente nel 1462 ad Avigliana. Per non dire delle molteplici testimonianze dell’attività di de Lonhy legate alla Valle (come un frammentario polittico della “Sabauda” di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana e presente in mostra così come gli affreschi dell’abbazia della Novalesa) o della sua bottega con tanto di stretti seguaci, di cui si conserva il polittico oggi presso la Parrocchiale della Novalesa e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno).

 

Curata da Vittorio Natale, l’esposizione al “Museo Diocesano” è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private che, da una parte, focalizzano lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e la Valle d’Aosta – dove nella collegiata di Sant’Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant – mentre dall’altra evidenziano l’influenza esercitata da Antoine de Lonhy (attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona, prima di approdare nel ducato sabaudo) su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Ecco il perché dell’articolazione della mostra in cinque sezioni che conducono il visitatore in un percorso di alto interesse storico-culturale che si avvia con le “aperture europee della Valle di Susa” e il suo naturale scambio con i territori oltralpini (documentato, fra le varie opere, da una rara “Madonna” allattante in pietra calcarea di un artista borgognone databile intorno al 1430) per proseguire con la narrazione dei “legami fra de Lonhy e la Valle d’Aosta”, rappresentati in particolare – ma non solo – dai numerosi elementi dipinti e scolpiti che componevano il grandioso “altare” della Collegiata di Sant’Orso ad Aosta, oggi dispersi in varie sedi.

 

A seguire, le testimonianze del concreto influsso esercitato da de Lonhy scultore (con quel suo particolare modo di “panneggiare, soffice e voluminoso”) su artisti sabaudi come il cosiddetto “Maestro del Compianto di Chivasso” o nord-europei come il “Maestro della Madonna delle nevi” e, in genere, su alcuni grandi pittori del Ducato di Savoia: da Martino Spanzotti (suggestiva la serie dei quattro elementi di predella, prestati da un importante istituto bancario svizzero e presentati in mostra per la prima volta al pubblico) all’astigiano Gandolfino da Roreto, rappresentato da opere giovanili come una “Annunciata”, parte di uno sportello di altare proveniente da Genova e una “Maddalena” di collezione privata. A chiudere il percorso espositivo il privilegiato rapporto dell’artista con la Valle di Susa: dai frammenti di intonaco affrescato (recuperati in scavi archeologici) eseguiti per Giorgio Provana e provenienti dal Museo della Novalesa, alla “Pala di Sant’Agostino”, prestata da un generoso colleziosta privato. Certo è che alla fine del Quattrocento Antoine de Lonhy con la sua bottega doveva aver segnato profondamente la Valle, come testimoniano ancora un affresco staccato con la “Pietà” appartenente a Palazzo Madama, di cui si discute il riferimento ad Antoine o a uno stretto seguace, ma anche opere di artisti ancora anonimi, come l’autore di un “Breviario” miniato proveniente dalla Sacra di San Michele della Chiusa appartenente alla Biblioteca Nazionale di Torino.

Gianni Milani

“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”
Museo Diocesano, via Mazzini 1, Susa (Torino); te. 0122/622640 o www.centroculturalediocesano.it
Fino al 10 ottobre
Orari: dal mart. al sab. 10/12,30 – 14,30/18: dom. e lun. solo pomeriggio

Nelle foto
– “Madonna di Avigliana”, scultore borgognone, fine sec. XV
– Antoine de Lonhy: “Santa Maria Maddalena”, dipinto su tavola di pioppo, ca. 1485
– “Breviario di San Michele della Chiusa”, seconda metà del sec. XV

 

Rosso Ferrari

Casale Monferrato si è tinta di rosso domenica mattina con la prima iniziativa organizzata dalla neonata Scuderia Ferrari Club, sorta nella città di Sant’Evasio appena qualche mese fa.

Una ventina di rosse vetture di Maranello con il cavallino rampante hanno percorso le vie della città arrivando poi al punto di incontro di fronte al Lungo Po. E tra i partecipanti c’era anche il pilota della categoria Gran Turismo, Luca Demarchi. Il delegato regionale delle Scuderie Ferrari Club del Piemonte (8 in Piemonte) e presidente di quella di Alessandria, Franco Giuliani ha espresso tutta la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento anticipando che il 5 settembre prossimo ne verrà organizzato uno a Valenza per ricordare Sergio Cassano, già sindaco di Valenza e ferrarista doc per tutta la vita oltre che fondatore del Club Italia Ferrari.

Massimo Iaretti

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Fabio Genovesi “Il calamaro gigante” -Feltrinelli- euro 14,00

E’ dai tempi delle elementari che Fabio Genovesi covava l’idea di scrivere questo libro: da quando la maestra chiese di disegnare l’animale preferito e lui tratteggiò un calamaro gigante, suscitando l’ilarità dei compagni che lanciarono oggetti vari di cancelleria contro di lui e il suo disegno.
Aneddoto divertente che prelude a 141 pagine dedicate all’animale che contiene inchiostro nero e lucido, molto più che un fantastico parto della fantasia dello scrittore toscano.
Genovesi imbastisce la sua vera storia e quella delle persone che nei secoli hanno creduto nella sua esistenza, l’hanno cercato o incontrato di persona.
Il romanzo è anche un inno al mare, che è al centro del mondo, occupa i tre quarti del pianeta che chiamiamo terra, ma che sarebbe più onesto chiamare mare.
Di lui «..non sappiamo nulla» è l’incipit del libro che smaschera subito la nostra ignoranza; perché anche se pensiamo di conoscerlo, in realtà ne vediamo solo la superficie. La verità è che più della metà del mare ha fondali profondi oltre 3000 metri… e forse conosciamo meglio la superficie di Venere che non le immense meraviglie subacquee.
Genovesi ci incanta con le storie di antiche navi; come l ‘Alecton che un secolo e mezzo fa avvistò una cosa immensa come l’orizzonte, anzi «… è proprio l’orizzonte intero. Smisurata e scura, affiora e sparisce, affiora e sparisce».
Il capitano Bouyer e i 66 uomini dell’equipaggio, che erano anche militari, si avvicinarono alla misteriosa “cosa” e la presero a cannonate. Ma lei sparì, per poi spuntare di nuovo e infine avvolgere la nave.
«E’ molle, immensa, e forse ingoierà la nave come ha ingoiato le palle di cannone, le fucilate e ora gli arpioni, che le passano attraverso, ci spariscono dentro e chissà dove finiscono».
Il resto sono pagine che testimoniano avvistamenti di polpi giganti, ritrovamenti affascinanti di reperti preistorici. Storie di pescatori ed esploratori, pericoli scampati dai marinai di tutte le epoche, avvistamenti di simil-calamari lunghi anche 17 metri, da una parte all’altra del mondo, da Terranova alla Nuova Zelanda.
Un libro destinato ad affascinare non solo chi ama il mare, perché passando per un autobiografismo leggero, veleggia verso piccole dosi di leggenda, diventa metafora dell’avventura, dell’invenzione, dell’attrazione per il nuovo e l’inspiegabile.

Melissa Da Costa “I quaderni botanici di Madame Lucie” – Rizzoli- euro 18,00

Questo è il secondo romanzo della scrittrice francese, che nella vita è anche addetta alla comunicazione in ambito energetico e climatico.
Protagonista è la 30enne Amande Luzin, distrutta dalla morte improvvisa dell’amato marito Benjamin -col quale aveva vissuto 4 anni di profondo amore- e dalla traumatica perdita -all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza- della bambina che aspettavano e che avrebbe dovuto chiamarsi Manon.
Due lutti devastanti che spingono Amande a rifugiarsi lontana da tutto e da tutti in una casa sperduta nella campagna dell’Auvergne.

Si chiude al buio e rifugge luce e qualsiasi contatto umano; perché solo così, in questa sorta di rifugio, a poco a poco inizia ad elaborare il lutto che ha schiantato la sua anima e la sua vita.
Poi qualcosa accade ed ha del prodigioso.
Nella casa che era di Lucie -anziana signora morta qualche anno prima, ereditata e affittata dalla figlia- Amande trova i calendari in cui la padrona di casa aveva accuratamene annotato tempi e metodi per rendere rigoglioso il giardino ….e molto altro.
Madame Hugues, con calligrafia arrotondata ed elegante, aveva riempito 10 anni di calendari e della sua vita. Appunti e indicazioni semplici, come l’arare il terreno, quando e cosa seminare, e anche alcune ricette per preparare torte e marmellate.

Madame Lucie conosceva tutto dei ritmi della natura, della terra e della luna che la governa silenziosamente e il suo lascito finirà per avere una sorta di potere terapeutico su Amande e il suo strazio.
Immersa in un dolore senza fondo, nel più assoluto silenzio e isolamento, Amande aspetta, impara, legge le indicazioni della precedente inquilina e inizia a seguirle.

A poco a poco – tra immersione nella natura, ricordi di Ben e della loro magnifica storia, timidi contatti con i suoceri e accettazione della gravidanza della cognata- Amande impara a convivere con la perdita e, a piccoli passi e piccole semine, riesce ad assorbire il devastante dolore, e si riapre alla vita.

Un bellissimo racconto dell’anima che tocca corde profonde in ognuno di noi…e ci svela come coltivare la terra offra col tempo l’appiglio per riparare le ferite inferte dalla vita e dal destino.

 

Aldo Cazzullo “Le italiane” – Solferino- euro 18,00

Lo scrittore, inviato ed editorialista del “Corriere della sera”, in questo libro ci racconta l’italico paese salvato dalle donne e compone una carrellata di nomi eccellenti che hanno segnato pagine importanti della storia del nostro paese. Stato che è ancora maschilista sullo sfondo di un’Europa che invece alle donne ha offerto incarichi al vertice: la Merkel a capo del governo tedesco, Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea e Christine Lagarde della Banca Centrale
In Italia siamo lontani da queste mete, ma ciò non toglie che anche noi abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora le nostre eccellenze.
Convinto che siano le donne a custodire l’identità italiana, Cazzullo ripercorre le vite di donne di spicco. A partire dalle centenarie Rita Levi Montalcini e Franca Valeri, Franca Ciampi e Marida Recchi; donne di cui riassume esistenze e gesta. Ma è affascinato anche dalla sorprendente longevità di nonnine straniere che hanno spento 122 candeline come la francese Jeanne Calment, o119 come l’americana Sarah Knauss….primati ai quali nessun uomo si è ancora mai avvicinato.

Poi scorrono le imprese di giovani coraggiose e dalla tempra d’acciaio, come Bebe Vio mai arresasi all’infermità; le olimpioniche tra cui Valentina Vezzali e Federica Pellegrini; e ancora il fenomeno Chiara Ferragni che -piaccia o meno- si è inventata un lavoro che non c’era diventando una sorta di idolo dalla vita fiabesca a cui si ispirano frotte di followers.
Non dimentica le attrici: da Monica Bellucci a Laura Morante e Vittoria Puccini, passando per Stefania Sandrelli ed altre icone che ha conosciuto e intervistato. Racconta anche le cantanti, le donne di potere e sante ed eroine in ordine sparso.
Tra le pagine più interessanti, quelle dedicate a donne che si sono mosse brillantemente nel mondo della cultura, con intelligenza e lungimiranza.
Da Inge Feltrinelli, la cui vita incredibile ha attraversato la tragedia della morte violenta del marito, ma le ha anche messo lungo la strada incontri unici. Con geni come Gabriel García Márquez, con leader come Fidel Castro e l’affascinante presidente americano John F.Kennedy che fotografò dopo essersi imbucata a una festa.
La scommessa editoriale vinta da un’altra donna fenomenale, la siciliana Elvira Sellerio. E gli aneddoti fanno luce anche sulle vite di scrittrici, tra le quali, Dacia Maraini e Fernanda Pivano che tradusse e fece conoscere in Italia i massimi scrittori della Beat Generation e fu amica di Ernest Hemingway.

Camilla Läckberg “Il gioco della notte” -Einaudi- euro 14,00

Al centro dell’ultimo libro della giallista svedese, sempre in cima alle classifiche, questa volta ci sono 4 adolescenti parecchio problematici e …pericolosi.
La storia è ambientata durante una festa di Capodanno a Stoccolma, nel quartiere più lussuoso della città che vanta ville magnifiche.
Un ambiente dorato nel quale sono cresciuti Liv, Max, Martina e Anton, che stanno festeggiando a casa di Max; mentre nella villa accanto i loro genitori si lasciano andare ad alcol ed eccessi vari.
Quello che immortala qui la scrittrice è un mondo di ricchi privilegi, ma anche noia, sballo, desiderio di emozioni forti e brivido. E dietro i lustrini e i discorsi vuoti si apre il baratro della decadenza morale di una classe sociale che brilla quanto ad apparenza, ma dietro le quinte nasconde l’incapacità di relazione autentiche.

E’ con un fine scandaglio psicologico che la Läckberg imbastisce una trama in continuo crescendo di suspence.
Max è il leader del gruppo, figlio di un ricco banchiere, è fidanzato con la popolare e desiderata Martina, bella, bionda, e popolare sui social.
Poi c’è Anton che vive all’ombra di Max, ed è innamorato di Liv, che a sua volta è l’appendice della più brillante Martina.
Hanno tutta la vita davanti, ma ognuno di loro cova qualche segreto dietro le apparenze; uno è il più terribile di tutti, quello che ha profondamente danneggiato Liv.

La serata festaiola inizia con giochi banali per ammazzare il tempo, alcol, scommesse e qualche cattiveria. Poi dopo numerosi shottini il gioco “Obbligo o verità” fa virare l’atmosfera. Tutto cambia quando Liv lascia andare gli argini e racconta agli amici il buco nero della sua vita.
E’ l’inizio di una sorta di resa di conti in cui questi giovani, cresciuti nel lusso materiale, ma nel deserto affettivo, svelano i tristi retroscena delle loro vite.
Emerge, potente e corrosivo, tutto il loro odio per quei genitori vuoti e disattenti che si beano delle loro aziende, delle macchine, dei viaggi e spettegolano su quelli che ritengono dei falliti.
In realtà tra questi adulti ci sono familiari violenti o complici della violenza, altri alcolizzati, altri ancora
dediti a tradimenti coniugali, e poi bancarotte e debiti abissali. E da queste rivelazioni scatta l’idea di un finale che lascio a voi scoprire.

Tenta di rapinare pizzaiolo, arrestato dalla Squadra Volante

Lo scorso giovedì sera, una cittadina rumena si è recata in una pizzeria in corso Grosseto e, in attesa che la raggiungesse il fidanzato, prendeva dal banco frigo una bottiglia di birra, uscendo all’esterno per consumarla. Un dipendente della pizzeria, che la conosce, e che sapeva che la donna vantava un debito di alcuni euro per pregresse consumazioni non pagate, lì per lì non diceva nulla convinto che avrebbe saldato il debito successivamente. Poco dopo, giungeva sul luogo il fidanzato della donna, suo connazionale. I due avevano una discussione all’esterno del locale, al termine della quale l’uomo infrangeva per terra la bottiglia di birra che la fidanzata stava consumando. La donna, a quel punto, entrava nuovamente nel locale chiedendo un’altra birra. Il dipendente, avendo avuto disposizioni di non fare credito per cifre superiori ai 10 €, negava  l’ulteriore consumazione senza prima pagare; a quel punto, veniva aggredito verbalmente dalla donna e fisicamente dall’uomo, che tirava fuori un coltello nascosto sotto la maglietta e lo minacciava di dargli quanto desiderato, senza pagare. La vittima tentava di contrastare l’aggressore, allontanando con le mani il coltello dal viso. Grazie all’arrivo di un passante che, notato l’accaduto, segnalava i fatti al 112 NUE, la coppia desisteva, allontanandosi. Il personale intervenuto recuperava per terra, e sequestrava, il coltello utilizzato per la tentata rapina, rintracciando la coppia pochi minuti dopo nel loro appartamento; l’uomo, di 31 anni, con numerosi precedenti di polizia, è stato arrestato per tentata rapina. Entrambi sono stati, inoltre, denunciati per furto di energia elettrica in concorso, avendo manomesso il contatore della luce di casa al fine di ottenere energia senza pagarla.