ilTorinese

Viabilità: da Città metropolitana quasi un milione ai Comuni per la messa in sicurezza delle strade

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Il 2024 porta 945mila euro di contributi da parte della Città metropolitana di Torino a diversi Comuni che devono condurre a termine progetti sulla viabilità provinciale: si tratta di 10 Comuni che avevano già ottenuto un cofinanziamento per progetti di messa in sicurezza sulla viabilità provinciale, progetti non realizzati per l’impennata dei prezzi dovuta al caro materiali.

Ne beneficeranno i Comuni di Villar Pellice, Busano, Sparone, San Maurizio Canavese, San Carlo Canavese, Bussoleno, Chiomonte, Foglizzo, Lanzo Torinese e Robassomero.
Già nel corso del 2023 la Città metropolitana era intervenuta destinando altri 400mila euro a due Comuni, Nole e Scalenghe, e all’Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, anche loro in difficoltà a concludere gli interventi già finanziati.
“È un risultato che dimostra l’utilità del confronto diretto e puntuale con il territorio, elaborato grazie agli incontri settimanali con i Sindaci e ai sopralluoghi che abbiamo effettuato con il nostro  personale tecnico, che ringrazio” commenta il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo.
È stato positivo il bilancio 2023  di “Viabilità, Comuni in linea”, l’appuntamento settimanale dedicato ai Sindaci del territorio dal vicesindaco Suppo per ascoltare e confrontarsi sui temi della viabilità. Una scelta per restituire priorità all’ascolto del territorio su tematiche complesse, che necessitano di particolare attenzione: gli incontri sono stati 44 in totale (10 in più rispetto al 2022), cui si sono aggiunti 5 sopralluoghi sul territorio.

Nelle foto, i Sindaci di Lanzo, Bussoleno, Busano e San Carlo Canavese.

Proseguono i controlli al mercato di Bardonecchia

 

Proseguono a Bardonecchia i controlli congiunti della Polizia Locale e della Guardia di Finanza, avviati nei mesi scorsi, mirati alla tutela dei consumatori e dei lavoratori nel mercato cittadino.

Diverse le violazioni riscontrate: dalla mancata esposizione dei prezzi al non inquadramento di alcuni lavoratori, a scontrini fiscali non emessi.

 

Muore a 47 anni stroncato da malore mentre gioca a calcio

Sconcerto e dolore  a Cuorgne’ per la morte di Alberto Bersano stroncato ieri da un malore improvviso mentre stava giocando a calcio a 5 a Salassa. Sul campo di calcio sono giunte due equipe del 118 ma non è stato possibile salvare il 47enne, molto conosciuto in zona.

In autostrada muore 21enne, quattro feriti. Uno grave al Cto

Un ragazzo è deceduto e  quattro sono rimasti feriti ieri sull’autostrada A7, tra Isola del Cantone e Vignole Borbera, nell’Alessandrino in direzione Milano. Si è ribaltato un furgone per cause da verificare. Due dei feriti sono in gravi condizioni.
Uno è stato trasportato  in elicottero al Cto, gli altri negli ospedali di Novi e Genova.

“Carlo Mollino. Paesaggi inclinati” In mostra al Forte di Bard

Il  fotografo italo-tedesco Armin Linke racconta l’opera del grande architetto torinese

Fino al 18 febbraio

Bard (Aosta)

Un estroso genio dell’architettura. E un genio indiscusso della fotografia ambientale. Signori miei, che accoppiata di gran lusso nella Sala dell’“Opera Mortai” al valdostano “Forte di Bard” che, in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa (27 agosto, 1973) di Carlo Mollino, icona dell’architettura novecentesca (ma anche fantasioso e bizzarro designer, fotografo e scrittore), a lui dedica una mostra fotografica, curata dall’architetto e studioso milanese Luciano Bolzoni, con immagini assolutamente singolari realizzate dal celebre fotografo e regista italo-tedesco (origini meneghine, ma da tempo residente a Berlino) Armin Linke. Il percorso espositivo traccia un’ampia panoramica, fino al 18 febbraio 2024, del lavoro di Mollino attraverso scatti datati fra il 2006 e il 2023 e prosegue nel tentativo ( da Linke mai abbandonato e, ancora una volta, ben riuscito) di esplorare, attraverso le immagini, le relazioni esistenti fra l’uomo e le graduali, incisive trasformazioni che il progredire della “tecnologia” porta negli ambienti e nel mondo in cui viviamo. “La mostra – da nota stampa – parte dall’idea che la fotografia è indagine e quindi le architetture di Mollino costituiscono un’importante raccolta di dati e annotazioni in grado di leggere un territorio. Linke riflette sulla profonda idea della fotografia come momento per leggere la trasformazione della realtà. Sotto questo punto di vista, gli atteggiamenti di lettura dell’esistente da parte dell’architetto e del fotografo coincidono”. Così come gli sguardi “inclinati” e i paesaggi “inclinati” dei due, atti a meglio inquadrare il prodotto architettonico all’interno del paesaggio e a valutarne, prima (per l’architetto) e dopo (per il fotografo), le inevitabili – accettabili o dirompenti – trasformazioni.

Il tutto per certificare quella funzione sociale del “costruir bene”, soprattutto nel paesaggio alpino, propria di Mollino e della sua rigorosa attenzione al processo costruttivo, pur se sempre piacevolmente attratto da “un’ idea non statica della tradizione che in lui diviene fiume rigoglioso e generatore di nuova vita”. Estrosa eccentricità, di cui sempre mostrano segni inconfondibili le sue opere. Di architettura e di design. E la sua stessa vita, “adrenalinica” e perfino un tantino “spericolata”, come ben sa chi ebbe modo di conoscerlo. Mollino fu, infatti, uomo amante di originali hobbies e attività sportive legate soprattutto alla “velocità”,  quali lo sci (fu anche maestro di sci e, nel dopoguerra presidente della “CoScuMa”- Commissione delle Scuole e dei Maestri di sci”, nonché della “F.I.S.I.”), l’acrobazia aeronautica e le corse automobilistiche con futuristici prototipi da gara. Uomo profondamente legato alla montagna (anche se nel ’30, ancora prima di laurearsi, progettò la “Casa per Vacanza” a Forte dei Marmi) uomo delle Alpi, sciatore e costruttore di funivie e di residenze per la villeggiatura, per Mollino le Alpi sono state soprattutto la Valle d’Aosta, regione che iniziò a frequentare già a partire dagli anni Venti, studiando all’inizio gli edifici tradizionali e successivamente costruendo la “Casa del Sole” e la funivia del “Furggen” di Breuil-Cervinia (ben documentate in mostra nei potenti scatti di Linke), la “Casa Capriata” di Gressoney-Saint-Jean (poi ricostruita), il “Rascard Garelli” di Ayas, la “Casa Olivero” di La Thuile e la “Casa Collettiva” di Aosta. La Vallée, ma non solo. A lui si deve anche, in Alta Valsusa, nel 1946-’47, lo “Chalet – Slittovia” del Lago Nero sopra Sauze d’Oulz, oggetto nel 2001 di un radicale intervento di restauro, dopo decenni di abbandono e vandalismi. Anche la sua Torino, ovviamente, beneficiò del suo ingegno, con opere di cui ancor oggi possiamo godere dell’imponente e singolare bellezza. Suo, nel dopoguerra e in collaborazione con Umberto Mastroianni, il primo Premio al Concorso per il “Monumento ai Caduti per la Libertà” (noto anche come “Monumento al Partigiano”) collocato nel “Campo della Gloria” del Cimitero Generale di Torino. Nel ’52 progettò l’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” (oggetto nel 2006 di un controverso restauro) seguito da altri importanti progetti, fino ad arrivare agli ultimi anni della carriera, quando fra il ’65 ed il ’73 firmò i suoi due più importanti edifici: il Palazzo della “Camera di Commercio” in via San Francesco da Paola e il nuovo “Teatro Regio”, ricostruito dopo il rovinoso incendio del ’36 ed inaugurato nel ’73. Mezzo secolo di attività, ricostruito al “Forte di Bard”, anche attraverso una sezione documentale leggibile in modo dinamico e che trasforma il visitatore in scopritore di documenti originali, componendo così un racconto in grado di restituire la linearità del percorso artistico di Mollino.

Gianni Milani

“Carlo Mollino. Paesaggi inclinati” – Fotografie di Armin Linke

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www,fortedibard.it

Fino al 18 febbraio 2024

Orari: feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso

Nelle foto di Armin Linke: “Funivia del Furggen”, Breuil-Cervinia, 2006; “Casa del Sole”, Breuil-Cervinia, 2009; “Teatro Regio”, Torino, 2011.

“Luci d’inverno”, il sentimento dei russi per la neve

Alla galleria Pirra, sino al 21 gennaio

Una finestra, con gli stretti legni grigiazzurri che la separano in riquadri, un davanzale e una stanza che s’immagina allegra di presenze umane, divani e poltrone, il samovar sul tavolo apparecchiato.  Al di là, gli alberi spogli e carichi di neve, lo spiazzo davanti tutto imbiancato, sul fondo lo spicchio di una casa. La divisione netta tra due mondi, il dentro e il fuori, il tepore e il freddo che sembra addormentare ogni cosa. gli uomini e gli oggetti di fronte all’ovatta che li circonda. È l’immagine principe della mostra “Luci d’inverno”, ospitata nella galleria Pirra di corso Vittorio Emanuele II 82 sino al 21 gennaio prossimo, è il “Giardino invernale” di Maya Kopitzeva, artista russa scomparsa nel 2005, una degli esponenti di quel post-impressionismo che trovò i massimi traguardi nelle scuole di Mosca e di San Pietroburgo.


Realismo e poesia si mescolano in ognuna delle tele esposte, soprattutto in esterno, lo sguardo su una dimensione di sogno che quei pittori, la maggior parte scomparsa all’inizio del nuovo millennio, conoscevano assai bene, per amore, per convivenza, per il piacere di riprendere, con l’aiuto di una ineccepibile tecnica, con gli ampi quanto concreti colpi di spatola, la luce che cade sulle distese bianchissime o le ombre leggere che ne possono nascere, disseminate qua e là. La neve che, per tutto il mondo russo, nei tanti aspetti della sua arte, dalla musica alla letteratura, è intesa come “preludio della rinascita”, in un attimo prolungato di attesa, in un invito a soffermarsi nei nuovi ritmi calibrati nello scorrere lento delle giornate, a esprimere nuovi sentimenti davanti a quelle luci che si vengono a formare e di cui in nessuna altra stagione dell’anno l’uomo – l’artista – potrebbe godere. E allora è un generale intrecciarsi di rami, di cortecce che resistono o che si slabbrano, si sfaldano, di villaggi addormentati e dove rare sono le figure che s’intravedono, i fiumi gelati e i covoni come messi a riposare, i ricami del sole che a tratti riesce a introdursi tra gli alberi, tra i cespugli, tra le pieghe dei terreni.


Pirra, che da decenni mostra con orgoglio quelle immagini, allinea i nomi di Gleb Savinov, di Boris Lavrenko, del sempre superbo Georgij Moroz, di Leonid Vaichlia e di altri, e della Kopitzeva appunto. Forse la cifra che più ci immaginiamo fuoriuscire dalle tele è un senso di “adagio”, di riposo, di malinconia anche, che tutto avvolge, anche quella “Giornata di sole” di Nadezhda Vorobieva, riempita di bambini che giocano in un giardino pubblico imbiancato, avvolti in cappotti e cuffie colorate e guanti, una lunga panchina dove attenta vigila una madre su una culla gialla posta in pieno sole, anche sulla “Giornata” sembra posarsi un velo di attesa, di un sole di maggior calore. E un senso di quiete che accompagna quell’attesa, che s’intravvede nel “Villaggio” di Lavrenko, o nel “Ruscello d’inverno” di Moroz, nelle distese e nei silenzi che popolano i panorami del “Giorno invernale” di Dmitrij Kosmin e degli alberi solitari, leggeri fantasmi nella distesa bianca, di Vaichlia. “Indipendentemente da ciò che raffigurano, le opere esposte si propongono come scenografie del pensiero, in cui la natura diventa il rispecchiamento degli stati d’animo e delle riflessioni di colui che guarda”, dicono i responsabili della mostra: è l’invito rivolto al visitatore ad “entrare” nel quadro, a scoprirne le componenti più nascosto, a vedere oltre quegli alberi e quei raggi di sole indeboliti che cosa si nasconda, che cosa si voglia esprimere attraverso lo sguardo dell’artista, di più intimo, di più interiore, di più legato ai personali sentimenti di ciascuno.

Elio Rabbione

Nelle immagini, “Giardino invernale” di Maya Kopitzeva (olio, 1975), Georgij Moroz, “Oche d’inverno” (olio, 2006) e Nadezhda Vorobieva, “Giornata di sole” (olio, 1968).

Racconta all’amica i maltrattamenti subiti. Lei chiama i carabinieri e fa arrestare il compagno

Un 44enne di Moncalieri  è finito in manette dopo che la sua compagna aveva raccontato  ad un’amica, durante una telefonata, i maltrattamenti  da parte del fidanzato. L’amica ha chiamato i carabinieri, spiegando le confindenze della donna. Una pattuglia si è recata a casa della coppia con la quale  vive anche un bimbo di 7 anni avuto dalla donna con un precedente compagno e, verificati i maltrattamenti continui i militari hanno arrestato l’uomo.

Saldi e area bimbi al Torino Outlet Village

Con l’inizio dei saldi inaugura a Torino Outlet Village una nova area dedicata ai più piccoli e ai loro genitori che trasformerà il tempo trascorso al Village in un momento di festa per tutti.

Lo shopping diventa un affare di famiglia: mamma e papà fanno acquisti negli oltre 80 negozi del Village – Armani, Tod’s, Hogan, Victoria’s Secret, Michael Kors, Nike, Adidas, Roberto Cavalli e molti altri – mentre i più piccoli si divertono con gli animatori della Kids Area, uno spazio sicuro e a misura di bambino che concilia giochi, laboratori e divertimento.

La Kids Area è composta dalla Playground, 300 mq interamente dedicati ai bimbi dai 3 ai 10 anni che possono immergersi in una vera e propria giungla fatta di tappetoni, scivoli e giochi, dove arrampicarsi, correre, saltare. Il tutto sotto l’attenta supervisione del personale specializzato del Torino Outlet Village che accudisce i piccoli ospiti e anima i pomeriggi con tante attività e laboratori – come la calza della Befana personalizzata che i bambini potranno realizzare in occasione del weekend dell’Epifania – mentre mamma e papà potranno muoversi liberamente nella promenade del Torino Outlet Village lunga 290 metri, alla ricerca delle occasioni dei migliori brand fashion.

Proprio accanto al Playground sorge la nuova Nursery, un’area di 50 mq tutta dedicata ai bambini tra gli 0 e 3 anni. Lo spazio permette ai piccoli ospiti di giocare in totale libertà e comprende un’area dedicata al cambio del pannolino e all’allattamento in modo da fornire privacy e tranquillità alle neomamme.

Ogni anno sono migliaia le famiglie che scelgono di trascorrere parte del proprio tempo libero a Torino Outlet Village” – dice Luca Frigeri, direttore di Torino Outlet Village – “Abbiamo perciò voluto dedicare loro un’intera area, offrendo così la possibilità di vivere un’esperienza divertente ed appagante sia ai grandi che ai più piccoli. La Nursery e la Playground si inseriscono nel piano di investimenti che porterà, entro il 2025, all’apertura di circa 60 nuovi negozi nell’area shopping per offrire ai clienti un’esperienza sempre più ricca di offerte e di intrattenimento”.

Shopping e intrattenimento rendono Torino Outlet Village una meta per tutti, un punto di riferimento che attira clienti da tutto il nord Italia e che diventa, in particolare in questo periodo, una destinazione davvero imperdibile grazie ai vantaggiosi saldi che vengono applicati dai negozi sui prezzi outlet già scontati. Ulteriori sconti quindi su prezzi già scontati per poter acquistare prodotti di qualità dei marchi più famosi senza perdere di vista il portafogli.

Torino Outlet Village offre ai clienti, oltre ai più rinomati brand internazionali con prezzi scontati tutto l’anno, anche numerosi punti ristoro, un Info Point multilingue a disposizione per qualsiasi informazione e il servizio “hands free shopping” per fare acquisti senza l’ingombro di borse e pacchetti che possono essere lasciati gratuitamente nell’area dedicata e ritirati a fine giornata.