ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Deborah Ellis “Sotto il burqa” -Bur Rizzoli- euro 11,00

Questo libro è scritto dalla canadese 61enne Deborah Ellis, molto attiva sul fronte dell’impegno sociale e oggi anche assistente sociale a Toronto. Femminista e pacifista convinta, fin dall’età di 17 anni ha lavorato in varie zone del pianeta (tra le quali l’Africa) e vissuto un’esperienza decisamente importante in un campo per rifugiati afghani in Pakistan. Da lì e dai racconti delle donne afghane scampate all’orrore dei talebani nasce questo libro che insieme ai successivi “Il viaggio di Parvana” e “Città di fango” forma la “Trilogia del burka”.
Sono nati come libri per ragazzi ma nulla vieta agli adulti di leggerli, perché in modo diretto e chiarissimo fa luce su una realtà drammatica che noi occidentali nati in paesi democratici neanche riusciamo a immaginare.
Con una scrittura lineare ed incisiva racconta la stentata e difficilissima vita delle donne sotto il regime talebano che vieta loro praticamente ogni libertà.

Parvana è una bimba di soli 11 anni, la sua famiglia ha perso tutto sotto i bombardamenti ed ora è ridotta a vivere nell’ombra e nella calura di una sola stanza.
La mamma era redattrice in una radio di Kabul e sotto il regime dei talebani è stata licenziata. Adesso vive col marito e 4 figli in una manciata di metri quadri.
Parvana e il padre procurano il magro sostentamento della famiglia andando al mercato a vendere le poche cose rimaste.
Una vita di stenti e povertà assoluta, che per le donne è ancora più amara. Non possono uscire da sole e devono comunque nascondersi dalla testa ai piedi sotto l’odiato burka che impedisce loro persino di camminare vedendo dove mettono i piedi.

Poi un giorno le milizie irrompono nella stanza e portano via con la forza e le percosse il padre. Senza di lui che poteva andare al mercato la famiglia non sa come sopravvivere.
Poi ecco lo stratagemma: a Parvana tagliano i capelli, la trasformano in un ragazzino e la vestono con i panni del fratello adolescente che era saltato in aria su una mina antiuomo. E’ la svolta che la dice lunga sulla situazione estrema delle donne afghane. Parvana diventa un cugino arrivato da fuori e può girare a volto scoperto, perché diventa solo un altro ragazzo per strada.
E’ così che incontra una compagna di scuola (i talebani le hanno chiuse tutte) che ha avuto la sua stessa idea. Le due ragazze camuffate da maschi ora possono andare al mercato, vendere e trafficare anche nel recupero di ossa umane che fruttano parecchi soldini. Ed è un’altra amara pagina dell’oppressione e della miseria che il regime talebano porta con sé.

 

Adania Shibli “Un dettaglio minore” -La nave di Teseo- euro 17,00

L’autrice è nata in Palestina nel 1974 ed ha al suo attivo romanzi, racconti, saggi ed opere teatrali. Ha vinto premi importanti ed è stata finalista al National Book Award 2020 e all’International Man Booker Prize 2021.
In questo breve romanzo racconta la storia di una donna di Ramallah che cerca di fare luce sull’omicidio di un’ adolescente beduina nel deserto del Negev.
L’episodio risale al lontano 1949, durante la guerra contro i paesi arabi confinanti che accompagnò la nascita d’Israele. Conflitto che i palestinesi chiamarono Nakba e causò l’esodo e l’espulsione di circa 700. 000 persone. Gli israeliani la celebrano come Guerra d’indipendenza.
Il 13 agosto di quell’anno alcuni soldati delle Forze di difesa israeliane attaccarono un accampamento di beduini nel deserto, uccisero uomini e dromedari, ad eccezione di una ragazza «…raggomitolata come uno scarafaggio nel suo abito nero». La catturano, il capitano la violenta e poi la passa ai suoi soldati offrendo loro «l’opportunità di divertirsi con lei».
A turno la stuprano per giorni, poi le sparano e la seppelliscono nella sabbia.

Quello stesso giorno, 25 anni dopo, il 13 agosto del 1974, su quello stesso suolo nasce Shibli, che ai giorni nostri è diventata una donna della diaspora ed una ricercatrice ossessionata da quel brutale omicidio. Decide di voler dare voce a quella vittima dimenticata, che era stata abusata e infine annullata nel mare di sabbia che è diventato la sua tomba.

Il racconto viaggia su due piani: da un lato la narrazione del comandante che ha condotto l’aberrante azione e dall’altro la voce della giovane donna che legge del misfatto su un giornale e non si dà pace finché non restituisce una voce alla vittima.
Per capire il titolo occorre sapere che fino a pochi anni fa gli stupri di guerra erano considerati dettagli minori….

Kate Grenville “Una stanza fatta di foglie” -Neri Pozza- euro 18,00

La Grenville è una delle più famose e acclamate scrittrici australiane, diventata famosa con il successo del suo primo romanzo “Il fiume segreto” nel 2005, considerato un classico della letteratura contemporanea.
Questo libro inizia con il ritrovamento in una storica casa di Sydney di una scatola di latta che contiene le memorie di Elizabeth MacArthur, moglie di uno dei primi coloni e padre dell’industria della lana australiana, che diventò -anche grazie al supporto della moglie- l’uomo più ricco e potente del Nuovo Galles del Sud.

Elizabeth Veale era nata nel 1766 da un agricoltore di un piccolo villaggio del Devon, e fu accolta e cresciuta dal pastore ricevendo un’educazione simile a quella della sua quasi contemporanea e illustre Jane Austin.
Nel 1788, giovanissima, accetta di sposare l’arido sottoufficiale John Macarthur; uomo a tratti sgradevole, totalmente privo di attrattive e fascino, per nulla delicato e sensibile, piuttosto dominato da una brama di ricchezza e potere.
Lei lo descrive così: «Mio marito era incauto, impulsivo, incostante, capace di ingannare se stesso, freddo, distaccato, egoista….un uomo dalle opinioni pericolosamente squilibrate».

Eppure Elizabeth abbraccia la sua nuova vita accanto a quest’uomo. Esistenza che diventa ancora più complicata quando il marito viene spedito nella colonia penale del Nuovo Galles del Sud, e vi approda con la moglie e il primogenito Edward ancora in fasce.
Elizabeth si trova catapultata dall’altra parte del mondo, sola e alle prese non solo con un marito prevaricatore e disattento, ma anche con una realtà fatta di galeotti, una comunità grezza e violenta.
Ed il romanzo è anche l’affascinante cronaca della nascita dell’Australia popolata dai delinquenti che l’Europa vi scaricava.

La nostra eroina scopre di avere forza interiore da vendere e riesce a sopravvivere a una vita che sembrerebbe destinata all’anonimato e alla solitudine. La molla per fare uno scatto di vitalità è nell’incontro con un ufficiale colto e solitario; il signor Dawes, al quale Elizabeth chiede di impartirle lezioni di astronomia.
Così una volta alla settimana, con costanza i due si incontrano nella capanna di lui che costruisce un rudimentale planetario per meglio farle capire la meraviglia ed il mistero del cosmo.
Mr Dawes riesce ad arrivare al nucleo più intimo del cuore e dell’anima di Elizabeth; i due si intendono alla perfezione e lui la guida anche alla scoperta della botanica.

Da queste lezioni fatte di intesa ed entusiasmo il passo corre veloce nella direzione di una storia d’amore e scoperta intima reciproca. I due amanti si incontrano nel luogo affascinante e segreto di lui, una stanza fatta di foglie e riparata dal resto del mondo; lì al rumore dello sciabordio dell’acqua della baia i due si amano pur sapendo di non avere un futuro.
Di più non vi racconto e lascio a voi scoprire in pagine meravigliose la nascita di un nuovo affascinante paese, l’Australia….

 

Ira Levin “Un bacio prima di morire” -Big Sur- euro 18,00

Ira Levin, nato a New York nel 1929 e morto nel 2007, è stato un grande romanziere e drammaturgo; tra le sue opere anche “Rosemary’s Baby” e “I ragazzi venuti dal Brasile”.
“Un bacio prima di morire” è il suo primo romanzo pubblicato nel 1953, subito di grande successo tanto da aver ispirato anche due film.

Levin ha imbastito una storia dal sapore hitchcockiano, di grande suspense, che ruota intorno a un arrampicatore sociale totalmente privo di scrupoli. Cresciuto da una madre che lo ha sempre osannato, gli ha concesso tutto e tutto perdonato, rendendolo un egocentrico narcisista borderline che aspira solo a una vita di lussi e privilegi e per raggiungerla non disdegna l’omicidio, anzi più omicidi.

Il protagonista ha l’animo di un demone sotto le mentite spoglie di un giovane di bell’aspetto; in realtà è un astuto manipolatore che intuisce i punti deboli delle sue vittime e colpisce senza pietà.
Siamo in ambiente universitario nell’America degli anni 40 e 50 del 900, e Dorothy, la figlia più giovane di un magnate del rame, Leo Kingship, si innamora perdutamente di un compagno di università qualche anno più grande di lei.
Tutto sembra filare liscio ma quando lei rimane incinta e rischia di venire diseredata dal padre ecco che i piani matrimoniali del giovane diabolico cambiano e virano sull’omicidio. Ma senza anticiparvi troppo, i delitti saranno più di uno e ad essere colpita sarà sempre la ricca famiglia newyorkese.

 

Indagine Covid, Rossi-Valle (Pd): un punto di partenza per migliorare la sanità

Indagine sull’emergenza Covid-19: mercoledì le relazioni all’esame dell’aula 

Rossi-Valle (Pd): “Il documento racconta le lacune nella gestione della pandemia ma può essere il punto di partenza per riconoscere le criticità e migliorare il sistema sanitario regionale”

“L’indagine sull’emergenza Covid presentata oggi in Commissione Sanità, che sarà sottoposta all’attenzione del Consiglio Regionale mercoledì prossimo, deve essere uno strumento utile per migliorare il sistema sanitario piemontese nel suo complesso e non farci trovare impreparati a future emergenze”. E’ questa la premessa del vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi , e del coordinatore del Gruppo di Lavoro sull’emergenza Covid, Daniele Valle , alla sintesi del lavoro svolto da partire dal luglio 2020. 
“Un anno di indagine ci ha consentito di evidenziare lacune e ritardi nell’affrontare una situazione certamente del tutto nuova ma che avrebbe richiesto risposte più tempestive e strutturate” aggiungono i rappresentanti Dem riportando alcune delle criticità “pensiamo alle evidenti carenze relative alla catena di comando, alle politiche di tracciamento, ma anche al ritardo negli interventi sulle RSA, o all’incertezza nella scelta e nella gestione delle strutture covid, senza dimenticare il problema delle assunzioni tardive”. 
“Tutti elementi, confermati dal confronto con operatori sanitari, sindacati e utenti, che derivano da una catena di comando ridondante e farraginosa che ha tenuto con fatica il controllo della situazione” commentano Rossi e Valle.
“In particolare, lo ribadiamo, il tema del personale è centrale: la scelta di non sostituire le cessazioni di personale assunto a tempo indeterminato, se non parzialmente e con assunzioni a tempo determinato, getta un’ombra inquietante sulla capacità del nostro sistema di recuperare i ritardi sulle liste d’attesa” concludono i consiglieri. 
La commissione odierna è stata anche l’occasione per rilanciare la richiesta di un’informativa urgente sulla missione 6, dedicata alla sanità, del PNRR in Piemonte, considerata la scadenza imminente del 31 dicembre. “Il consiglio regionale – dichiara Rossi – è la sede deputata alla programmazione sanitaria, tanto più di fronte alla disponibilità di risorse importanti e ad azioni innovative che cambieranno la sanità regionale. Nessuno pensi di portare in aula decisioni assunte altrove solo per una ratifica formale”.

 

 

Sole, divertimento e sport alla Gran Fondo di Alassio

Temperatura tipicamente estiva per l’ultima prova del circuito Gran Trofeo Gs Alpi che nella prossima stagione si terrà domenica 13 marzo. Paolo Castelnovo conquista la prima vittoria stagionale ai piedi del Santuario di Nostra Signora della Guardia, la tedesca Rausch vince tra le donne alla sua prima partecipazione.

Alassio (Savona) – Alassio regala in ogni stagione, emozioni difficili da dimenticare. La conferma arriva dai 532 iscritti alla Granfondo Internazionale Alassio, che seppur in un contesto temporale diverso rispetto a quello tradizionale, ha offerto agli appassionati di questa disciplina l’opportunità di chiudere questa travagliata stagione caratterizzata dalla pandemia, all’insegna del divertimento e delle temperature tipicamente estive che hanno favorito anche la presenza di familiari e accompagnatori.
Un amore che continua ormai da otto anni, tra la città degli Innamorati, del Muretto (istallazione d’arte in continua evoluzione ideata da Mario Berrino insieme allo scrittore Ernest Hemingway) e l’evento granfondistico voluto dal Gs Alpi e inserito nel programma del circuito Gran Trofeo GsAlpi, che nella prossima stagione si terrà domenica 13 marzo 2022.

Castelnovo iscrive per la terza volta il suo nome nell’albo d’oro della manifestazione. Il ciclista milanese Paolo Castelnovo (Team MP Filtri) ha conquistato ai piedi del Santuario di Nostra Signora della Guardia la sua prima vittoria stagionale. Nel finale ha forzato il ritmo raggiungendo Andrea Pisetta (Team Sildom Garda), che aveva allungato in precedenza, precedendo al traguardo il francese Jérémy Millo (Ospedaletti Bicisport) e Andrea Pisetta (Team SildomGarda).
Tra le donne si aggiudica il successo la tedesca Christina Rausch (Carina Brao Cafè), una delle regine di questa attività, che partecipava per la prima volta alla Granfondo Internazionale Alassio ed è riuscita ad imporsi con autorità davanti a Sabrina De Marchi (Vivi Mydoping) e Matilde De Sciora (Rodman Azimut Squadra Corse).
Mentre per quel che riguarda il percorso corto, 65 chilometri, a conquistare il prestigioso traguardo è Giacomo Giordano (Centro Coordinamento Ciclismo Cuneo) che regola in volata Fabio Fadini (Team Morotti) e Gilles Tagliapietra.
Successo femminile per Luisa Isonni (Boario) che precede Ylenia Fazzone (Rodman Azimut Squadra Corse) e Selene Colombi (2R Bike Store).

Il gustoso pasta party e la ricca premiazione finale hanno decretato la chiusura dell’impegnativa stagione organizzativa per il Gs Alpi guidato da Vittorio Mevio: “La Granfondo Internazionale Alassio per i motivi che tutti conosciamo è stata quest’anno spostata a fine ottobre, mentre il prossimo anno tornerà alla seconda domenica di marzo. Nonostante la pandemia siamo riusciti, grazie anche al supporto dell’amministrazione comunale, a dare una continuità a questa manifestazione che si è svolta anche lo scorso anno.

Questa ottava edizione che ha segnato la chiusura della stagione, si è svolta in uno straordinario contesto paesaggistico come quello di Alassio e della terra ligure che ha regalato ai partecipanti due giornate di sole e addirittura per i più temerari l’opportunità di fare il bagno. Ho visto numerosi accompagnatori e familiari al seguito dei ciclisti e questo non può che farmi piacere, perché la nostra manifestazione permette di scoprire una straordinaria realtà turistica che può essere vissuta tutto l’anno”.
• Ora si inizia a lavorare per la nuova stagione?
“Veramente ho iniziato già da qualche settimana a preparare la stagione 2022 – evidenzia Mevio – sarà una stagione ricca di novità, chiaramente nella speranza che la pandemia ci permetta di tornare a pedalare senza timori. Vi invito a continuare a seguirci attraverso il nostro sito e i social”.

“Cittadini con Dante”, Lattes si aggiudica premio europeo

L’OSCAR EUROPEO DEI MATERIALI EDUCATIVI PREMIA UN LIBRO DI TESTO ITALIANO

Lattes Editori si aggiudica il prestigioso Premio BELMA 2021, con il suo “Cittadini con Dante”:  un classico come punto di riferimento per discutere temi e sfide di oggi

Anche i libri di testo scolastici hanno il loro premio internazionale. Si chiama BELMA (Best European Learning Materials Awards), viene assegnato in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte e celebra ogni anno i migliori materiali educativi d’Europa. Quest’anno tra i premiati c’è anche l’Italia, con il Premio Speciale della Giuria assegnato alla Casa Editrice Lattes per il suo Cittadini con Dante, un testo per la scuola media scritto dalle professoresse Enrica Lavazza, Maria Acanfora, Silvia Fraboni e Anna Jacod.

Il Premio è stato assegnato nel tardo pomeriggio di ieri e il libro, scelto tra materiali educativi di alta qualità provenienti da tutta Europa, ha vinto poiché “offre una prospettiva originale su temi contemporanei di educazione civica, usando la Divina Commedia di Dante come base per stimolare alla riflessione e affrontare questioni attuali”; e ancora “mette in relazione i testi con temi e sfide odierne, ricorrendo spesso a fonti originali e offre proposte concrete di riflessione e dibattito”.

Questo Premio arriva durante la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l’iniziativa nata nel 2001 e giunta quest’anno alla XXI edizione, in programma dal 18 al 24 ottobre, che quest’anno ha come tema “Dante, l’italiano”.

L’idea alla base di Cittadini con Dante è quella di svolgere con la classe dei percorsi interdisciplinari di educazione civica tra letteratura, storia e arte, a partire dalla vita e dalle opere di Dante Alighieri, di cui quest’anno ricorre il 700° anniversario della morte. Così, ad esempio, l’esilio del Poeta da Firenze apre un percorso che conduce fino al confino fascista e alla vicenda di Altiero Spinelli a Ventotene, dove prese forma l’idea dell’Europa unita. La figura di Francesca da Rimini, che compare nel Canto V dell’Inferno, permette di affrontare il delicato tema del femminicidio. Partendo poi da Costanza d’Altavilla, regina di Sicilia, che troviamo nel Canto III del Paradiso, si sviluppa il tema delle donne in politica, arrivando alle suffragette e alle Madri della Costituzione italiana.
La pubblicazione del libro era stata accompagnata in primavera da una serie di webinar su questi temi, tenuti dalle autrici del testo e seguiti da migliaia di insegnanti. L’entusiasmo mostrato in quell’occasione dai docenti ha suggerito a Lattes l’idea di candidare il libro di testo ai BELMA.

“Può sembrare sorprendente che a ottenere questo riconoscimento sia un libro di testo tutto sommato tradizionale nella forma” racconta Simone Lattes, amministratore delegato della Casa editrice. “Cittadini con Dante non ha effetti speciali; niente percorsi multimediali, esercizi interattivi o tecnologie d’avanguardia. Ci sono solo l’originalità della proposta e la chiarezza espositiva. Un lavoro congiunto tra le nostre ottime autrici e la nostra redazione. A dimostrazione del fatto che, anche nell’età del digitale, la qualità dei materiali didattici è data prima di tutto dal contenuto.”

I BELMA Awards sono assegnati in collaborazione con la Fiera del Libro di Francoforte, IARTEM (International Association for Research on Textbooks and Educational Media) e European Educational Publishers Group.

La Casa Editrice Lattes è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell’odierna Libreria Luxemburg, aprì la Libreria Lattes di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti. Oggi la Casa Editrice è guidata dalla quinta generazione della famiglia.

Rete Demetra a Ecomondo 2021

LA FORZA DEL NETWORK AL SERVIZIO DELL’AMBIENTE

Alla fiera internazionale riminese in programma dal 26 al 29 ottobre ci sarà anche il progetto industriale nato dal connubio fra ‘TSG Italia’, ‘E.L.A. Srl’, ‘S.A.O.Srl’, ‘i.Geo Sas’, ‘EcosoilSrl, Etica, Gea Consulting e ‘Gruppo Marazzato’.

A ‘Ecomondo 2021’, la principale Fiera europea punto di riferimento per circular & green economy, approda anche ‘Demetra’, la rete d’imprese fondata nel 2020, in piena pandemia, da un network di partners industriali ciascuno con un rodato know-how capace di offrire il meglio dell’esperienza e delle tecnologie operative per la risoluzione funzionale di qualsivoglia esigenza ambientale.

Nata dal connubio fra ‘TSG Italia’, ‘E.L.A. Srl’, ‘S.A.O.Srl’, ‘i.Geo Sas’, ‘Ecosoil Srl’, Etica e Gea Consulting e ‘Gruppo Marazzato’, (presente in fiera anche con un proprio spazio completamente rinnovato per l’occasione), può contare anche sul prezioso apporto costante di due valenti ContractManager dedicati, Stefano Passarino (Gea Consulting) e Rino Fucci (Etica) promotori del progetto Demetra e con funzione di indirizzo, sviluppo commerciale e supervisione delle prestazioni, affiancati da Andrea Giorgiani, Project Manager con esperienza pluriennale nel settore.

Un progetto innovativo ed efficace, il cui scopo è l’accrescimento della capacità innovativa e competitiva nel settore dei servizi ambientali.

Un team di professionisti che opera nell’ambito della progettazione e dell’ingegneria in ambito ambientale con le relative attività inerenti le indagini preliminari ambientali, geotecniche e geofisiche, supervisione, monitoraggio, fornitura edinstallazione di nuovi impianti, prove di tenuta e bonifica di serbatoi, decommissiong e gestione rifiuti.

​“Rete Demetra sbarca per la seconda volta a ‘Ecomondo’, ma per la prima in presenza con un proprio stand fisico dopo la partecipazione solamente digitale legata al secondo lockdown del2020. Siamo onorati di prendere parte all’evento che costituisce il punto di snodo principale per la nostra attività. Un momento importante di aggregazione, conoscenza reciproca e valorizzazione delle relazioni funzionali con partners e clienti al fine di presentare al meglio tutto il potenziale di ‘Rete Demetra’. E stringendo altresì nuove sinergie utili allo sviluppo del nostro progetto corale d’impresa”, dichiara entusiasta Rino Fucci.

Obiettivo è promuovere la multisciplinarietà alla base della nostra rete, valorizzandola nell’insieme e singolarmente al fine di accendere i riflettori sulle potenzialità intrinseche del gruppo di lavoro che abbiamo costituito. Per offrire all’utenza un servizio sempre migliore e crescente in termini di qualità e quantità in tutti i singoli ambiti di competenza ambientale tra cui la bonifica di siti contaminati, gestione completa del ciclo e filiera dei rifiuti, smaltimento amianto, bonifica, diagnostica e relining serbatoi, analisi di matrice ambientale e soluzioni chiavi in mano per il decommissioning alle bonifiche ambientali, con particolare riferimento al mondo ‘oil e molto altro ancora”, chiosa soddisfatto Stefano Passarino.

Tutte le informazioni disponibili sul sito www.retedemetra.it.

‘Rete Demetra’ si trova in Fiera a ‘Ecomondo 2021’ al Padiglione C1 – Stand 005.

Intanto in Cina accade qualcosa di nuovo

A cura di www.lineaitaliapiemonte.it

La crescita cinese continua ma ci sono preoccupanti scricchiolii, il sistema sta mostrando debolezze alle quali Xi pare reagire con un graduale ritorno alla vecchia politica maoista imperniata sullo statalismo esasperato e sul controllo maniacale della popolazione. Ma, per la prima volta, è stato costretto a fare marcia indietro. La sua stella comincia ad appannarsi?

 

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/10/24/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/intanto-in-cina-accade-qualcosa-di-nuovo-di-marco-corrini.html

Non più un giocattolo, Nora prende consapevolezza di sé

Casa di bambola” di Ibsen ha inaugurato la stagione dello Stabile, repliche sino al 31 ottobre

Pare esserci un settimo personaggio in questa ibseniana “Casa di bambola”, modernamente intesa e messa in scena (l’autore la scrisse durante un soggiorno ad Amalfi, nel 1879), diretta da Filippo Dini, con cui il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale ha inaugurato – con autentico e meritato successo – la propria stagione. Un simbolismo di troppo, quell’albero che viene a sostituirsi ad un più comune albero di Natale, il pino delle nostre infanzie, colorato di addobbi, e che affonda le proprie radici nel salotto di casa Helmer per alzarsi verso il cielo. È al centro della bella scena che il regista ha richiesto a Laura Benzi, bella e piena di tonalità bianche, di luci pronte ad accendersi per le feste, di una felicità senza pensieri che sarà presto appannata. Ma è un albero che per l’intera rappresentazione finisce col rivelarsi ingombrante, superfluo, con la pretesa di rispecchiarsi nelle parole veterotestamentarie (“dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare”), recitate all’inizio dai coniugi travestiti a mo’ di marionette, parole che gettano un velo scuro tra l’uomo e la donna. Insuperabile: e quanto lo sia, senza tentativi di ravvicinamenti, Dini ce lo mostra chiaramente, nella posizione distanziata in cui pone Nora e Torvald nella confessione di lei del finale.

È l’unica nota che ci pare stonata di un’edizione calibrata, innovativa, dove non si vuole in primo luogo sbandierare quel manifesto del femminismo – la ribellione della protagonista, la porta sbattuta, l’abbandono della casa e dei figli – caro a tanti registi, quanto piuttosto un’analisi sincera e approfondita del rapporto uomo/donna. Un rapporto che per Nora già inizia nella casa del padre, falsato, che sempre l’ha trattata come una bambina, rapporto che è continuato con e dopo il matrimonio con Thorvald. Un matrimonio felice in apparenza, una condizione economica invidiabile, ancor più adesso che lui è divenuto direttore della banca in cui lavora, la vita quotidiana dettata da un ritmo frenetico, che coinvolge tutti e che si ispessisce in un periodo che vede compere e preparativi e pacchetti piovere tra le pareti di casa. Nell’aria festosa del Natale s’allarga però una macchia scura, il ricatto dell’impiegato Krogstad, che Thorvald vorrebbe licenziare per far posto ad una vecchia amica di famiglia, al quale un tempo Nora, tacendo ogni cosa al marito e falsificando la firma paterna, aveva richiesto una ingente somma. Il denaro era stato restituito ma l’aguzzino non cede, se non verrà cancellato il suo licenziamento, racconterà tutto quanto. Nel momento culmine dello spettacolo, Dini affida alla danza sfrenata di Nora, una tarantella agitata in un costume rosso fuoco, tappa dei preparativi delle festività, il segnale della consapevolezza e della ribellione, la presa di coscienza della donna nei confronti del lungo comportamento del marito nei suoi confronti, quel suo averla considerata sempre una bambola, un giocatolo di cui servirsi. Non è questo soltanto il momento più elettrizzante ma è il momento più alto della interpretazione di Deniz Özdogan, costruita nel corso della serata per piccoli e grandi tocchi in tutto il proprio infantilismo e nella più completa vacuità, nell’accettazione di uno status che le figure maschili le hanno negli anni costruito e imposto. Scatta la ricerca di una vera identità, la volontà di una autentica affermazione, capisce che è arrivato il momento di costruire la “sua” Nora e l’attrice imbocca il nuovo percorso con una invidiabile sicurezza. Una grande prova. Dini le sta al fianco, quasi con leggera ritrosia nella prima parte, poi prepotentemente afferrando nell’atto conclusivo il suo Thorvald, pronto a salvare il proprio matrimonio e non accorgendosi come sia irrimediabilmente distrutto. Lo vivrà, solo, nel pensiero dei figli.

Con essi, si pone in risalto in maniera ottima la rabbia di Andrea di Casa come Krogstad, come le prove di Orietta Notari, Eva Cambiale e Fulvio Pepe. Un vero successo, sottolineato al termine dagli applausi finali di un pubblico ahimè non troppo numeroso in una delle repliche cui abbiamo assistito. Uno spettacolo che meriterebbe certo un seguito maggiore. Ultima settimana di repliche.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Vittime e incidenti sul lavoro legati al Covid, Piemonte quarto in Italia

MORTI SUL LAVORO PER COVID IN ITALIA: LA MAPPA DELLE REGIONI PIU’ A RISCHIO IN 21 MESI DI PANDEMIA. LE “ZONE ROSSE” RIMANGONO LOMBARDIA, CAMPANIA, LIGURIA, ABRUZZO, MOLISE E PUGLIA.

 

SONO 762 LE VITTIME SUL LAVORO PER COVID DA GENNAIO 2020 A SETTEMBRE 2021. + 2 % RISPETTO AL MONITORAGGIO DI AGOSTO 2021. SONO INVECE 181.636 LE DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO LEGATE AL CORONAVIRUS IN ITALIA. CRESCIUTE DELLO 0,9 % DA FINE AGOSTO (1.644 CASI IN PIÙ).

 

La geografia dell’emergenza Covid sul lavoro rimane pressoché invariata: Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo, Puglia e Molise sono le zone rosse del Paese, ovvero quelle con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata, in 21 mesi di pandemia.

 

È questo il primo e più significativo risultato che emerge nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Un’elaborazione dettagliata quella realizzata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che vede ancora una volta il rischio di mortalità meno elevato in Trentino Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana, Calabria e Veneto (vedi tabelle allegate).

 

E, ancora una volta, il Veneto che anche dopo 21 mesi di emergenza sanitaria risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati. Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 33,3, il Veneto fa registrate un indice di 15,6. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (43,8) e Lazio (34,6). Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise (75,7), Campania (60,7), Abruzzo (53,2) e Liguria (46,6) Puglia (44,2).

 

I NUMERI DELLE VITTIME REGIONE PER REGIONE.

Da gennaio 2020 a settembre 2021 si contano 762 decessi. Nel mese di settembre si sono registrate 15 vittime del Covid, facendo rilevare un incremento della mortalità pari al 2%.

“Importante sottolineare, come precisato dall’Inail, che di questi 15 casi, solo 2 decessi sono relativi a settembre, mentre gli altri rientrano nella casistica dei mesi passati – precisa Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – Questo a testimonianza del fatto che le vaccinazioni, il comportamento sempre più consapevole dei lavoratori e il diffuso utilizzo dei dispositivi di protezione, hanno contribuito certamente in modo efficace al calo dei contagi e dei decessi”.

 

Intanto spetta ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid con il 25,6% delle denunce (193 decessi), seguita da: Campania (98 decessi), Lazio (81 decessi), Piemonte (59), Puglia (54), Emilia Romagna (49 decessi), Sicilia (43), Veneto (33), Liguria (28 decessi), Abruzzo (26), Toscana (25), Marche (21), Friuli Venezia Giulia (10), Umbria (9), Molise, Calabria e Sardegna (8), Provincia autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano (2).

Gli uomini rappresentano oltre l’82,9% delle vittime. La fascia d’età maggiormente colpita è quella che va dai 50 ai 64 anni con il 71,8% dei casi di morte.

 

Sul fronte della mortalità per settore, l’88% delle denunce di morti sul lavoro per Covid appartiene all’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva continua ad emergere il triste primato del settore Sanità e Assistenza Sociale con il 22,7% delle denunce con esito mortale; seguono con il 13,1% il settore Trasporti e Magazzinaggi e con il 11,6% dei casi le Attività Manifatturiere (lavorazione prodotti chimici, farmaceutica, stampa, ind. alimentare…); con il 10,5% invece si trova il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi), con il 10,1% quello del Commercio e con il 7% quello delle Costruzioni.

 

In 21 mesi di pandemia e di emergenza, insieme ai settori più coinvolti per numero di morti e infortuni, si consolidano anche i dati sul podio delle professioni più colpite, che sono e rimangono le stesse anche a fine settembre 2021.

 

Al primo posto gli impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (con il 10,2% dei decessi sul lavoro per Covid), al secondo posto i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) con il 9,8% dei casi totali. Seguono conduttori di veicoli a motore (8%), i medici (5,2%). E ancora: operatori sociosanitari (3,9%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (3,3%).

 

I NUMERI DEGLI INFORTUNI

Le denunce di infortunio totali legate al contagio COVID19 da gennaio 2020 settembre 2021 sono 181.636. L’incremento registrato a fine settembre rispetto a fine agosto è dello 0,9% (1.644 infortuni in più, di cui però solo 596 riferibili a settembre, i restanti casi invece sono a ricondurre ai mesi precedenti del 2021 e addirittura del 2020). L’incidenza delle denunce di infortunio rilevate nel mese di settembre dall’inizio della pandemia è dello 0,3%.

 

Le donne le più contagiate degli uomini: sono quasi il 70% del totale. La fascia d’età maggiormente coinvolta è quella tra i 50 e i 64 anni.

Anche per le denunce di infortunio, così come visto per i decessi, è l’Industria e Servizi il macrosettore più colpito con il 96,9% dei casi. Così accade anche per il settore più coinvolto nell’emergenza, ovvero quello della “Sanità e Assistenza Sociale” che fa registrare anche dopo 21 mesi di pandemia (quindi a fine settembre 2021) il più elevato numero di denunce (il 65,1% del totale). A seguire troviamo: il settore dell’Amministrazione Pubblica (vale a dire: attività degli organismi preposti alla Sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali) con il 9,2% delle denunce; il settore dei Servizi di Vigilanza, Attività di Pulizia, Fornitura di Personale (4,4% delle denunce); Trasporto e Magazzinaggio (3,8%) e le Attività Manifatturiere (3,1% delle denunce).

 

Nella classifica delle professioni, poi, si confermano anche a fine settembre 2021 in cima alla graduatoria i tecnici della salute con il 37,4% delle denunce di infortuni. Sono loro i lavoratori che hanno subito maggiormente le conseguenze della pandemia. Seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con il 18,2% delle denunce; dai medici (8,5%), e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 6,9%. E ancora dal 4,7% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 4,6% di impiegati amministrativi; dal 2,3% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

 

Sempre la Lombardia in testa alla graduatoria delle denunce di infortunio legate al Covid con il 25,2% del totale nazionale. Seguono: Piemonte 13%, Veneto 10,6%, Emilia Romagna 8,4%, Lazio 6,7%, Campania 5,9%, Toscana 5,4%, Liguria (3,9%), Puglia 3,8%, Sicilia 3,2%, Friuli Venezia Giulia 2,5%, Marche 2,4%, Provincia Autonoma di Trento, Abruzzo, Provincia Autonoma di Bolzano e Sardegna 1,6%, Umbria e Calabria 0,8%, Valle D’Aosta e Basilicata 0,5% e Molise 0,3%.

 

 

Torino, 120 assunzioni di Poste Italiane

In provincia di Torino, Poste Italiane  da inizio anno ha effettuato 120 assunzioni che si sommano ai 188 inserimenti del 2020.

Di queste, 52 risorse state selezionate dal mercato e andranno a rafforzare l’organico degli Uffici Postali della provincia di Torino, tra operatori di sportello e specialisti consulenti finanziari, mentre altri 68 sono state inserite nella filiera logistico postale, avendo già lavorato in passato con Poste Italiane come portalettere o addetti allo smistamento con uno o più contratti a tempo determinato e per una durata complessiva di almeno 9 mesi.

Tra le nuove risorse assunte da Poste Italiane in provincia di Torino uno  di loro è Domenico Gallo, attualmente in servizio presso il Centro di Distribuzione di Corso Tazzoli.

“ Ho trentacinque anni e finalmente posso fare dei progetti per il futuro” ci dice Domenico “ arrivo da esperienze da autotrasportatore, idraulico e imbianchino ma quando finalmente è arrivata questa occasione non ci potevo credere.”

E poi continua a raccontare “Ho sempre lavorato con contratti a tempo determinato, ma ora finalmente posso fare progetti e alla mattina mi sveglio felice”

Il piano di stabilizzazioni delle risorse destinatarie di precedenti contratti a tempo determinato con Poste Italiane segue gli accordi sindacali del 13 giugno 2018, dell’8 marzo e del 18 luglio 2019 nonché le successive intese in materia e, in particolare, quella del 22 dicembre 2020 che ha previsto 250 stabilizzazioni totali distribuite in 44 province in tutta Italia. Tali stabilizzazioni, infatti, si aggiungono alle 144 stabilizzazioni già effettuate lo scorso anno in provincia di Torino.

Le politiche attive concordate con le Organizzazioni Sindacali contribuiscono a realizzare in modo efficace le strategie delineate nel piano industriale “2024 Sustain & Innovate”, in particolare per quanto riguarda la nuova organizzazione del recapito, con l’obiettivo di trasformazione da operatore incentrato sulla corrispondenza tradizionale a primario player del crescente mercato dei pacchi e leader nel segmento B2C.