ilTorinese

Al via l’edizione 2025 di MITO SETTEMBREMUSICA con il concerto al Lingotto

Al via a Torino l’edizione 2025 di MITO SETTEMBREMUSICA con il concerto di mercoledì 3 settembre prossimo, all’Auditorium  Giovanni Agnelli del Lingotto, all’interno del percorso “Mitja e gli altri”. Verranno eseguiti il Valzer n. 2 dalla Suite per orchestra di varietà di Sergej Rachmaninov, il Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 di Sergej Rachmaninov e di Pëtr Il’ič Caikovskij la Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 detta “Patetica”. A eseguirli l’Orchestra Filarmonica della Scala, fondata dai musicisti scaligeri con Claudio Abbado nel 1982.  Dirigerà  il maestro Myung- Whun Chung, al pianoforte il pianista giapponese Mao Fujita, nato a Tokyo.

La lunga e straordinaria attività musicale  di Myung-Whung Chung è segnata dalla nomina  a direttore emerito della Filarmonica della Scala di Milano dal 2023, è primo direttore ospite principale in assoluto della Staatskapelle di Dresda, direttore musicale onorario della Tokyo Philarmonic Orchestra e dell’Orchestre Philarmonique de Radio France di Parigi.
È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Commandeur de la Légion d’Honneur del governo francese, commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia  e grande ufficiale al merito della Repubblica italiana del governo italiano. Gli sono, tra l’altro, state consegnate le chiavi della città di Venezia.
Mao Fujita nel 2017 ha vinto il primo premio al concorso Clara Haskil in Svizzera, ottenendo anche il Premio del Pubblico, il Prix Modern Times e il Prix Coup de Coeur, evento che lo ha portato all’attenzione della comunità musicale internazionale. Nel 2019 è  anche stato medaglia d’argento al Concorso Cajkovskij di Mosca.

La Suite per Orchestra Jazz n. 2 ( The Second Waltz) è una composizione di Sostakoviĉ risalente al 1938 e nacque per la neonata  Orchestra Jazz Nazionale Sovietica, coordinata da Wiktor Knuschewitzki. Fu eseguita per la prima volta il 28 novembre 1938  a Leningrado.  Causa le vicessitidini della seconda guerra mondiale, la partitura della suite andò perduta, ma una sua riduzione per pianoforte fu riscoperta nel 1999 da Manashir Yakubov.
Il concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 risulta il più popolare  ed eseguito dei quattro concerti per pianoforte del compositore russo Rachmaminov, nonché uno dei concerti per pianoforte più famosi di tutti i tempi. Venne composto tra il 1900 e il 1901.
La Sinfonia n. 6 in si  minore op. 74 detta ‘Patetica’ di Cajkovskij rappresenta la sua ultima Sinfonia e venne eseguita per la prima volta nove giorni prima della sua scomparsa, il 16 ottobre del calendario Giuliano del 1893 a San Pietroburgo. Per le tematiche presenti all’interno della stessa, la bellezza dei temi, la maturità compositiva  e il pathos che domina la Sinfonia, può essere considerata uno dei brani più significativi del compositore russo.

Mara Martellotta

Ultimi giorni: “Adapted Sceneries” al MAO per non dimenticare la “Tienanmen coreana”

La tradizionale pittura di paesaggio coreana si confronta con la “modernità” e la memoria ancora viva dei fatti del “18 maggio ‘80”

Fino al 7 settembre

“Scenari adattati”. Ovvero il passaggio dalla delicata, sacrale bellezza artistica del paesaggio alla rivendicazione del farsi, la pittura, atto di ricerca e memoria legata alla storica tragicità di spietate, mai del tutto sopite, dittature. “Adapted Sceneries”: di qui il titolo dato alla mostra programmata fino a domenica 7 settembre prossimo, al secondo piano delle “Collezioni permanenti” e nell’area espositiva “t-space” al piano terra del “MAO” di Torino. Organizzata dal “Museo” di via San Domenico in collaborazione  con il coreano “Gwangju Museum of Art”, la rassegna é dedicata alla più storica “pittura di paesaggio coreana” (sansuhwa) affiancata ad opere di più stretta “attualità” (storica ed artistica), insieme ad altre ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio” ovvero alla rivolta popolare scoppiata il 18 maggio 1980 nel centro di Gwangju (la “Tienanmen coreana”) in Corea del Sud contro la dittatura di Chun Doo-hwan con scontri, davanti alla “Chonnam National University” che portarono a migliaia di vittime fra studenti, professori e comuni cittadini. Nel 1997 i presidenti Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo vennero processati e condannati per il “massacro” di Gwangju, insieme ad altri 17 imputati e, in seguito, graziati. Nel 2002 venne creato un cimitero nazionale per le vittime e il 18 maggio fu dichiarato “Giornata Nazionale di Commemorazione”.

Mostra, dunque, su cui riflettere, non solo come suggestivo, poetico “spaccato” artistico di un’arte le cui origini risalgono al periodo cosiddetto “Goguryeo” (37 a. C. – 668 d. C.) e tipicamente caratterizzata nel corso dei secoli, fino ai primi del Novecento – con il declino del “buddismo” e la diffusione del “confucianesimo” – dai “colori brillanti” e dalle “linee fluide”, riattate in epoca moderna in minuti contrasti di bianco e nero, da cui emergono astratte visioni di figure umane e animali captate in un certosino gioco di realtà e pura fantasia, ma anche in pagine narrative che ancora vogliono essere documento storico di denuncia e vitale espressione e domanda di quotidiana libertà sociale per cui combattere e resistere fino alle estreme conseguenze.

L’evento espositivo rientra nell’ambito del progetto “Cultural City Gwangju 2025” e dell’accordo di collaborazione tra la “Città di Gwangju” e la “Città di Torino” sottoscritto nel 2024.“Adapted Sceneries” offre dunque un’opportunità significativa “per far conoscere – sottolineano i curatori Ik YunHyeokjin Lee e per il ‘Museo’ torinese Davide Quadrio (direttore) e Anna Musini – la tradizione artistica e la storia di Gwangju e della regione di Jeollanam-do al pubblico italiano attraverso la collaborazione con il ‘MAO’ di Torino, città che si distingue per la sua vivacità culturale e che, come Gwangju, soprannominata la ‘Città dell’Arte’, valorizza la cultura come elemento chiave della sua identità”.

L’itinerario espositivo offre dunque inizialmente  uno sguardo approfondito sulla “pittura Namjonghwa” (“Scuola di pittura del Sud”), un genere fondamentale nella storia dell’arte coreana, insieme però a “reinterpretazioni contemporanee” della pittura più tradizionale. Tra le opere esposte, quelle di Heo Ryeon (soprannominato “Peonia” per il frequente reiterarsi della profumatissima “pianta” nei suoi dipinti), Heo Baekryeon e Heo Hangmyeon sottolineano la “sensibilità estetica della pittura coreana classica”, mentre i lavori di Lee SunbokHeo DalyongHong Sungmin e Kim Hoseok (con quel minuto lavoro grafico di “The History of the Gwangju Democratic Uprising 2” dove il caos segnico di una sorta di “nuvola antropomorfa” racconta, a ben guardare, la durezza della rivolta e della sofferenza popolare) mostrano l’evoluzione del linguaggio pittorico, attraverso un riavvicinato dialogo fra tradizione e modernità. Uno spazio particolare viene dato proprio alle opere ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio”, movimento quasi del tutto sconosciuto in Europa. Attraverso queste opere e alcuni importanti materiali d’archivio forniti grazie al supporto di “5.18 Democracy Moviment Archives” e “The May 18 Foundation”, il pubblico potrà approfondire le testimonianza drammatiche di questo momento storico cruciale per la Corea, “non solo ammirandone la bellezza del panorama artistico, ma anche comprendendone il valore e il significato sia in relazione alla storia moderna, sia allo scenario culturale globale”.

Gianni Milani

“Adapted Sceneries”

“MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 7 settembre

Orari: mart.- dom. 10/18; lunedì chiuso

Nelle foto: Parte allestimento (Ph.Studio Gonella); Heo Baekryeon “Painting of Bronze Vessels and Flowering Plants”, 1950 circa; Heo Hangmyeon “View of Baekyangsa Temple”, 1942; Kim Hoseok “The History of the Gwangju Demomocratic Uprising 2”, 2000

Aggressione a giovane calciatore del Volpiano: la condanna del Sindaco Panichelli

Durante una partita di calcio disputata a Collegno tra il Carmagnola e il Volpiano, un genitore della squadra avversaria ha aggredito con violenza il portiere tredicenne del Volpiano, provocandogli un trauma allo zigomo e al malleolo. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno identificato l’aggressore.

Il Sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, condanna con fermezza l’accaduto: “È un fatto molto grave soprattutto perché perpetrato da un adulto nei confronti di un ragazzo. Lo sport è rispetto delle regole e, soprattutto, dell’avversario, quindi atti di violenza non dovrebbero mai entrare sul campo di gioco. Per questo non posso che esprimere la mia solidarietà al giovane calciatore, alla sua famiglia e alla squadra del Volpiano.”

Il primo cittadino aggiunge: “Già spiace se episodi simili avvengono tra ragazzi, o sugli spalti tra genitori, ma che un adulto arrivi ad aggredire un minorenne è un fatto ancora più grave e poco edificante. Lo sport deve essere occasione di aggregazione e benessere, mai di divisione o di violenza.”

L’Amministrazione comunale esprime quindi la propria vicinanza al giovane atleta, ai suoi familiari e alla società sportiva, ribadendo con forza il valore educativo e sociale dello sport.

La ragazza dei lupi

La mia vita selvaggia fra i lupi italiani

Molto interessante il saggio di Mia Canestrini, giovane ‘lupologa’ italiana, sia per professione, che per indole personale.

In un non lunghissimo testo, con il tratto veloce e conciso di chi sa comunicare, c’è tutto sulla sua vita, il contatto con la natura e un’infanzia passata in un paradiso ambientale come l’appennino tosco-emiliano.

E’ un’esistenza già segnata dalla sua infanzia, anni verdi con le orecchie già accarezzate da storie di lupi, avvistamenti, pericoli, leggende, paura e fascinazione. Si tratta di tratti ancora infantili e in seguito adolescenziali, che tracceranno però solchi profondi sulla sua vita di adulta.

Nel volume c’è infatti molto sulla vita di una ragazza intelligente, avventurosa, colta e capace, quanto della realtà di un animale immaginifico come il lupo, da sempre lontano e vicino di vita con noi umani, con le sue realtà e le fantasie sulla sua supposta ferocia.

Iscritta alla facoltà di Scienze Naturali e poi specializzata in Conservazione della biodiversità animale, Mia passa oltre dieci anni principalmente nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano con il ruolo di Tecnico per i progetti LIFE dell’Unione Europea, la salvaguardia dei lupi e loro coesistenza con le persone che vivono su alpi e appennini.

Con il coinvolgimento emotivo di un romanzo, viene tracciata la sua vita operativa in mezzo a boschi e montagne, seguendo gli spostamenti dei branchi, ricercando resti escrementizi dei lupi da gestire in laboratori attrezzati per mapparne alimentazione, età e malattie; e poi cuccioli da salvare, adulti da curare, verifiche sui danni da predazione.

Con minuziosità, il libro della Canestrini pubblica foto sulle tante fototrappole posizionate sui passaggi di esemplari solitari e branchi, commentando gli appostamenti di volontari e del personale addetto, gli incontri con pastori (spesso vittime economiche delle predazioni) e le operazioni congiunte con i Carabinieri Verdi, verifiche sui resti di razzie su animali domestici, in un ritmo di scrittura affascinante e per niente cattedratico.

Questo libro interessa poi un pubblico non solo residente nei luoghi citati dal libro. Infatti i branchi, inizialmente partiti da est, oltre che scendere sull’appennino, si sono moltiplicati e spostati – lentamente ma progressivamente – verso occidente, arrivando in Val di Susa, Chisone, e la vicina Francia alpina.

Il lupo assurge sempre di più, perciò, a presenza nuovamente globale.

Dietro questi dati statistici, soggiace inoltre la parte più filosofica e archetipica della figura di questo meraviglioso animale (per l’autrice, di un sacro valore esistenziale), da noi temuto, spesso amato, sempre rispettato.

Sono, queste, pagine fitte di incontri e collaborazioni entusiasmanti con le tante persone che hanno interagito con l’autrice per lunghi anni, fino a che .. come in una moderna fiaba, i lupi le hanno fatto trovare l’amore.

FERRUCCIO CAPRA QUARELLI

Mia Canestrini, LA RAGAZZA DEI LUPI, La mia vita selvaggia tra i lupi italiani, Piemme editore, 220 pagine

Coop, “Dona la spesa per la scuola”

In 61 punti vendita Nova Coop si svolge la raccolta annuale di materiali didattici e di cancelleria in favore di studenti e famiglie bisognose realizzata insieme ad associazioni e onlus del territorio.

Sul territorio torinese, in programma 5 punti di raccolta a Torino e attività in altre 23 città

Dal 28 agosto al 06 novembre, la settima edizione di ‘Coop per la Scuola’ offre invece agli istituti scolastici la possibilità di ricevere gratuitamente materiali didattici e di cancelleria grazie alla raccolta e devoluzione di buoni scuola distribuiti con la spesa. Possono aderire tutte le scuole piemontesi, pubbliche o paritarie. Nell’ultima edizione 3185 istituti piemontesi hanno ottenuto premi dal valore complessivo di oltre mezzo milione di euro

Sabato 6 settembre, nei negozi Nova Coop di Piemonte e alta Lombardia, si tiene la raccolta straordinaria di materiali didattici e articoli di cancelleria “Dona la Spesa per la Scuola”. Come ogni anno, l’iniziativa viene realizzata in stretta collaborazione con le onlus e le realtà locali del terzo settore a cui sono devoluti i prodotti raccolti perché siano consegnati a famiglie in condizione di bisogno economico, come aiuto diretto in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico.

Per tutta la giornata soci e consumatori potranno acquistare materiali didattici e di cancelleria che intendono donare e consegnarli, all’uscita, ad associazioni di volontariato e realtà benefiche del territorio che li destineranno alle famiglie bisognose. I volontari potranno anche dare indicazioni sull’elenco dei prodotti maggiormente necessari da reperire.

Secondo i dati Istat più recenti (luglio 2025) in Italia più di un minore sotto i 16 anni su 4 (il 26,7%) è a rischio povertà o esclusione sociale e l’accesso a percorsi educativi è fortemente influenzato dal titolo di studio dei genitori: un minore su due (51,8%) i cui genitori hanno al massimo la licenza media è a rischio povertà o esclusione sociale, una probabilità che scende significativamente se i genitori hanno conseguito un titolo d’istruzione superiore. Complessivamente, le famiglie con minori in povertà assoluta sono quasi 748.000 (il 12,4%) e sostenere l’offerta educativa fin dalla prima infanzia è un modo per prevenire che la povertà materiale si trasformi in povertà educativa.

A partire dal 28 agosto e fino al 06 novembre torna anche l’iniziativa Coop per la Scuola, giunta alla settima edizione nazionale. In tutti i negozi Nova Coop e sul sito coopshop.it, per ogni 15 euro di spesa effettuata si riceve un buono scuola che può essere consegnato a uno degli istituti iscritti al programma o donato direttamente attraverso l’App, disponibile sia per i sistemi Ios che Android. I Soci Coop hanno inoltre la possibilità di trasformare i punti Socio Coop in buoni scuola (50 punti=5 buoni; 100 punti=12 buoni). Al termine della campagna le scuole del territorio potranno usarli per richiedere gratuitamente, oltre 100 tipologie di premi, adatti a tutti i gradi scolastici. Quest’anno, per la prima volta, saranno inserite a catalogo anche attrezzature per il videomaking e premi esperienziali a tema cinema. Inoltre, i gruppi classe potranno partecipare al concorsorealizzato in partnership con il Giffoni Film Festival Cibo e clima – siamo i registi del nostro futuro, attraverso il quale studenti e insegnanti diverranno autori, sceneggiatori e registi, per raccontare come le scelte quotidiane legate al cibo influenzano il clima.

Nella passata edizione sono state 3185 le scuole piemontesi che hanno aderito a Coop per la Scuola, ottenendo 6420 premi per un valore complessivo di circa 505 mila euro.

Per maggiori informazioni o per iscrivere la propria scuola: www.coopperlascuola.it.

Sul territorio metropolitano di Torino “Dona la Spesa per la Scuola”coinvolgerà i seguenti punti vendita e associazioni:

Alpignano, presso il supermercato Coop con i volontari del Gruppo Volontariato Vincenziano SS. Annunziata di Alpignano;
Avigliana, presso il superstore Coop con i volontari di CE.I.M Avigliana;
Beinasco presso l’ipercoop con i volontari della Caritas di Beinasco
Borgaro T.Se presso il supermercato Coop con i volontari della Caritas di Borgaro;
Caluso presso il supermercato Coop con i volontari dell’AVULSS di Caluso;
Carmagnola presso il supermercato Coop con i volontari del Centro di Ascolto Il Samaritano – Caritas di Carmagnola;
Chieri presso l’ipercoop con i volontari di “Insieme per gli altri odv”
Chivasso presso il supermercato Coopcon i volontari dell’Associazione PUNTO A CAPO Chivasso
Ciriè presso l’ipercoopcon i volontari della Caritas di Ciriè
Collegno presso il supermercato Coop di via Roma e l’ipercoop di Piazza Paradiso con i volontari del Centro Ascolto P.G. Frassati di Collegno;
Cuorgnè presso l’ipercoop con i volontari dell’Associazione Mastropietro
Giaveno presso il superstore Coop con i volontari della Caritas Volontariato Giaveno;
Ivrea presso il superstore Coopcon i volontari della Caritas di Ivrea;
Nichelino presso il supermercato Coopcon i volontari della Caritas Interparrocchiale di Nichelino;
Orbassano presso il supermercato Coop con i volontari del Gruppo Volontariato Vincenziano di Orbassano;
Pinasca presso il supermercato Coop con Caritas Valli Chisone e Germanasca e insegnanti delle scuole di Perosa e valli;
Pinerolo presso l’ipercoop con i volontari del C.E.A. Centro Ecumenico d’Ascolto – Emporio Solidale “Una goccia”
Piossasco presso il supermercato Coopcon i volontari dell’associazione “A Piossasco nessuno resta solo”;
Rivoli presso il superstore Coop con i volontari del CdA – Centro di Ascolto;
San Mauro Torinese presso il supermercato Coop con i volontari di San Vincenzo di San Mauro;
Settimo Torinese presso il supermercato Coop con i volontari della Caritas di Settimo Torinese;
Strambino presso il supermercato Coop con l’Istituto Comprensivo di Strambino;
Susa presso il supermercato Coop con la Comunità mamma – bambino “Il Mandorlo”;
A Torino: presso il supermercato Coop di Corso Belgio con i volontari della Parrocchia San Giulio D’Orta, S. Croce, SS Gesù; presso il supermercato Coop di Corso Molise con i volontari della Parrocchia Santa Caterina da Siena – Gruppo San Vincenzo; presso il superstore Coop di Via Botticelli con i volontari della Parrocchia Resurrezione del Nostro Signore; presso il superstore Coop di Corso Novara con i volontari dell’Associazione Generazioni Migranti; presso l’ipercoop di Parco Dora Con i volontari del Sermig Arsenale della Pace.

Ozmo per i 2050 anni di Aosta

In occasione del 2050° anniversario della fondazione di Aosta, il pioniere della street art italiana ha ideato una serie di opere murali che traducono in linguaggio contemporaneo la complessità storica, archeologica, geografica e culturale della città.

 

Il primo lavoro, dipinto sulla parete della Scuola Primaria “Giovanni Pezzoli”, avrà come soggetto la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano.

Martedì 2 settembre alle ore 14.30, il contesto urbano di Aosta accoglie una operazione artistica di grande profilo.

 

Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi (Pontedera, PI, 1975) pioniere della street art italiana, artista conosciuto e apprezzato a livello internazionale, ha ideato una serie di opere murali, capaci di tradurre in linguaggio contemporaneo la complessità storica, geografica e culturale della città, che saranno ospitate sulle pareti di alcuni edifici particolarmente significativi, all’interno del tessuto cittadino di Aosta.

 

L’iniziativa, promossa e sostenuta dal Comune di Aosta, s’inserisce nel novero delle manifestazioni di AOSTAE 2025, il palinsesto di eventi organizzato per celebrare il 2050° anniversario della fondazione del capoluogo aostano.

 

Per la prima volta in Italia, un tale progetto è stato affidato a un unico artista che per l’occasione ha creato un itinerario di murali, inizialmente limitato a due pareti, ma che si svilupperà in un futuro prossimo in altri spazi, con lavori che dialogano con il patrimonio identitario di Aosta: il paesaggio alpino (natura), la memoria di epoca preistorica (passato), la condizione di frontiera (identità).

 

L’operazione non è quindi un murale monumentale isolato, ma una regia diffusa che invita lo spettatore a ricomporre i frammenti in un racconto unitario. Ogni parete, pensata in una sorta di proiezione maieutica, non introduce un messaggio esterno, ma fa emergere ciò che già esiste in forma latente nel paesaggio urbano e nella comunità che lo abita.

 

“Nell’anno delle celebrazioni per i 2050 anni della nostra città, Aosta si specchia svelando un suo volto antico e nuovo, trasformando muri in portali nei quali ci immergiamo scoprendo storie che parlano di noi – sottolinea Samuele Tedesco, assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Aosta. Gli interventi di Ozmo, artista internazionale, ci dimostrano che Aosta in questi anni ha saputo rinnovarsi senza paura nei suoi linguaggi e nelle sue forme, senza nostalgia, ma con profondo coraggio. Il Giano, Dio dei Passaggi, diventa dunque un monito per ribadire che le soglie non servono per restare fermi, ma per andare oltre e proseguire nel cammino, nella scoperta di nuove visioni”.

 

“Questo progetto murale – afferma Ozmo – si sviluppa in alcuni luoghi distinti della città, che corrispondono a soglie simboliche che riportano a macrotemi come la natura, l’origine e la storia della città e la sua identità”.

 

Il primo murale è collocato sulla parete della Scuola Primaria “Giovanni Pezzoli” (via Parigi 137), il cui edificio si affaccia direttamente sulla Strada Statale 26, che ripercorre il tracciato della Via delle Gallie romana, segnando un confine simbolico tra Aosta antica – con Porta Praetoria, il criptoportico e l’assetto urbano romano – e la città moderna che si sviluppa lungo nuovi assi e infrastrutture.

 

Il soggetto del murale è la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano, solitamente riprodotto come un busto con due volti che osservano in direzioni opposte.

 

Il Giano di Ozmo volge lo sguardo verso la viabilità e verso il complesso scolastico, a significare quanto la figura mitologica non si presenti solo come nume della strada, ma anche iniziatore e protettore del percorso formativo individuale. Giano diventa così una figura di sintesi tra stratificazione urbana e formazione personale, tra infrastruttura antica e individuo in costante divenire.

 

Il secondo sarà posto sul muro della Scuola Cerlogne, in corso Saint Martin de Corléans, nelle vicinanze di una delle più antiche testimonianze simbolico-spirituali d’Europa, ovvero l’area megalitica di Aosta che conserva la stele antropomorfa risalente al terzo millennio a.C., esposta in permanenza al MegaMuseo – Museo Archeologico Contemporaneo, che sorge proprio di fronte al complesso didattico.

 

Proprio questa stele, che si presenterà con una veste che ricorda un personaggio dei fumetti, diventerà ponte tra le varie epoche, lasciando emergere echi di un passato remoto, con trame capaci di connettere i bambini di oggi con le radici preistoriche della città.

L’800° anniversario del legame di Castiglione Falletto con i Falletti

CON L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE REGINA ELENA ODV

Sabato 30 agosto 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato a Castiglione Falletto (CN) una commemorazione dell’800° anniversario del legame del Comune con la famiglia Falletti.
Hanno concesso il patrocinio all’evento: il Consiglio Regionale del Piemonte, la Provincia di Cuneo e il Comune di Castiglione Falletto.
Nel 1225 la Marchesa Alasia del Monferrato, reggente al trono del Marchesato di Saluzzo per il nipote il Marchese Manfredo III, concesse questo feudo a Bertoldo Falletti. Castiglione rappresentava infatti un unicum: era un’isola del Marchesato di Saluzzo nelle Langhe.

La commemorazione dell’800° anniversario di questo importante atto, che segnò la storia del Comune langarolo, si è tenuta nella Chiesa Confraternita dei Disciplinanti ed è stata aperta dai saluti del Sindaco Piero Eirale e di Christian Rocco, Consigliere Comunale di Novello.
Dario Destefanis, Consigliere Comunale delegato agli eventi e autore di eccellenti libri storici sul territorio, nel suo magistrale intervento ha raccontato la storia dei Falletti a Castiglione: la loro presenza nel Comune è attestata a partire da metà Trecento, quando diedero al maniero le sue forme quasi attuali. Furono sempre vicini alla comunità nei momenti di necessità, prestando denaro e facendoselo restituire in grano o vino.
L’ultimo loro esponente fu Alessandro, che si spense nel 1709 a Bra a casa del nipote Giovanni Tommaso Brizio, lasciandogli in eredità il Castello di Castiglione Falletto e tutte le proprietà a condizione che lui e i suoi discendenti prendessero il cognome Brizio Falletti.
I Brizio Falletti, tutt’oggi esistenti, cedettero il maniero castiglionese ai Conti Patrizio di Scagnello, i quali nel 1871 lo alienarono a loro volta ai Vassallo di Dogliani.
Lo scrivente ha fatto scoprire al pubblico la storia del Marchesato di Saluzzo e dei suoi sovrani: nel 1142, diciassette anni dopo la morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, gli otto figli avuti dalla seconda moglie Agnese di Vermandois si spartirono i possedimenti paterni: Manfredo fu il capostipite dei Marchesi di Saluzzo, il cui territorio aveva come confini le Alpi e i fiumi Po e Stura di Demonte. Alla sua morte nel 1175 gli succedette il figlio Manfredo II, che fu il primo sovrano saluzzese a venire qualificato ufficialmente come tale. Egli prima del 1173 sposò Alasia del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V. Dalla loro unione nacquero cinque figli, tra i quali l’erede al trono Bonifacio, che premorì al padre. Al decesso di Manfredo II nel 1215 il trono passò quindi al nipote Manfredo III, di appena undici anni, nato dall’unione tra il sopraccitato Bonifacio e Maria di Torres. Ad esercitare la reggenza fu la Marchesa Alasia, la quale rimase accanto al nipote fino alla sua morte avvenuta nel 1232. Ella seppe creare una solida alleanza tra i Marchesati di Saluzzo e del Monferrato, fu protettrice e sostenitrice dei trovatori, compositori ed esecutori della poesia lirica occitana e nel 1225, come spiegato dal Consigliere Destefanis, concesse il feudo di Castiglione a Bertoldo Falletti. Concordò inoltre con il Conte di Savoia Tommaso I le nozze di suo nipote con Beatrice, primogenita del futuro Conte di Savoia Amedeo IV, che vennero celebrate nel 1235.
Il suo discendente il Marchese di Saluzzo Ludovico II, dalla seconda consorte Margherita di Foix- Candale ebbe cinque figli: quattro di loro furono gli ultimi sovrani del piccolo Stato Piemontese. Alla sua morte nel 1504 gli succedette il primogenito Michele Antonio, sotto la reggenza della madre. Quando egli si spense nel 1528 la corona passò al fratello Giovanni, inviso dalla mamma perché era filo imperiale e si opponeva all’influenza che la Francia esercitava sul marchesato dal 1375. Proprio per questo, dopo appena sette mesi, Giovanni venne deposto dal Re di Francia Francesco I, il quale era stato fomentato dalla Marchesa Margherita! Il trono andò quindi al fratello minore Francesco, molto più malleabile. Il destino volle però che quest’ultimo si stancò ben presto di una madre così invadente, il cui unico obiettivo era quello di continuare ad esercitare il potere e la costrinse così a tornare nella sua terra natale, dove si spense nel 1536. Alla morte l’anno seguente di Francesco, divenne marchese suo fratello minore Gabriele, Vescovo di Aire, il quale posò l’abito talare per cingere una corona ormai solo più formale, in quanto i francesi avevano occupato il marchesato. Le sue nozze con Maddalena di Annebault celebrate il 10 dicembre 1544 nella Cappella marchionale di Revello rappresentarono “il canto del cigno” del Marchesato di Saluzzo. Gli invasori il 23 febbraio 1548, dopo aver accusato Gabriele di cospirazioni filo imperiali, lo rinchiusero nella fortezza di Pinerolo, città dove egli morì il 29 luglio seguente dopo aver mangiato un melone, molto probabilmente fatto avvelenare proprio dai francesi, i quali annessero il Marchesato di Saluzzo. Questo territorio venne occupato nel 1588 dal Duca di Savoia Carlo Emanuele I e diventò sabaudo con il Trattato di Lione del 1601.
Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha quindi conferito uno speciale attestato di benemerenza al Comune di Castiglione Falletto, a Gianni Boffa, ad Alfio Cavallotto e al Consigliere Destefanis.
Successivamente Alfio Cavallotto, contitolare della Tenuta Cavallotto e comproprietario del castello con la famiglia Reviglio della Venaria, quest’ultima erede dei Vassallo di Dogliani, ha ospitato i presenti sulla terrazza del maniero per un brindisi con vista mozzafiato sulle Langhe. Egli ha spiegato l’intervento di ristrutturazione che sta interessando l’edificio, illustrando i rifacimenti già terminati, come quelli riguardanti le scuderie e le cucine medievali militari e quelli ancora in corso, tra i quali quello riguardante la torre centrale. Una volta terminati i lavori il castello verrà aperto al pubblico.
Alla cerimonia l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv è stata rappresentata dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale e dal Fiduciario di Chivasso Silvano Borca con la consorte.
Tra i presenti: Piero Eirale, Sindaco di Castiglione Falletto; Dario Destefanis, Consigliere Comunale delegato agli eventi; Christian Rocco, Consigliere Comunale di Novello; Don Antonello Pelisseri, Parroco di Castiglione Falletto e Alfio Cavallotto, comproprietario del maniero.
La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza dei rievocatori “La Gente di Nichilinum del medioevo”, impersonata dal Gruppo Storico Conte Occelli.

ANDREA CARNINO

Calciomercato 2025 chiuso: Juve e Toro, obiettivi diversi

 

Si è chiusa la sessione estiva 2025. La Juventus ha puntato su rinforzi mirati e riscatti strategici, confermando ambizioni immediate e continuità nel progetto tecnico.
Il Torino ha invece avviato una mini-rivoluzione, con molte uscite e nuovi innesti funzionali, puntando su sostenibilità e ricambio generazionale.
Ora tocca al campo dire se le scelte pagheranno.
Acquisti Juventus:
Joao Mario
David
Zhegrova
Openda
Acquisti Torino
Anjorin
Ismajli
Israel
Ngonge
Aboukhlal
Simeone
Asllani
Nkounkhou

Enzo Grassano

Disagi nei collegamenti transalpini e sul traforo del Bianco. Interrogazione di Conticelli (PD)

“Dal 2 settembre al 12 dicembre 2025 il traforo del Monte Bianco resterà chiuso per i cantieri di manutenzione straordinaria, nell’ambito di un programma che potrebbe prevedere analoghe interruzioni per tre mesi l’anno sino al 2050. Questa condizione corre il pesante rischio di mettere il Piemonte in una condizione di pesante svantaggio nella competitività del sistema produttivo piemontese e la continuità dei traffici. Per questo porteró la questione in Commissione Trasporti e intanto con un’interrogazione  ho chiesto alla Giunta di istituire un tavolo permanente con le associazioni d’impresa, le Camere di Commercio e gli enti locali per monitorare e affrontare in maniera coordinata l’emergenza infrastrutturale che coinvolge il Piemonte e l’intero Nord-Ovest”.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd e vicepresidente della commissione Trasporti Nadia Conticelli.
“Il Piemonte non può subire passivamente una situazione che mette a repentaglio lo sviluppo delle filiere industriali e commerciali del territorio; il sistema delle infrastrutture alpine si dimostra fragile e soggetto a chiusure frequenti per manutenzioni, frane e calamità, senza un’adeguata pianificazione alternativa – continua Conticelli – . Dal mondo economico ad esempio è stata ribadita l’urgenza di valutare se procedere al raddoppio del traforo del MonteBianco, poiché un’infrastruttura “monocanna” non è più sostenibile, sia per ragioni di sicurezza che di continuità dei traffici. Ad oggi però non abbiamo alcuna progettualità concreta per evitare l’isolamento della nostra Regione”.
“Il Piemonte risulta inoltre drammaticamente danneggiato dai lavori di riparazione della galleria Les Toules del traforo del Gran San Bernardo, mentre la frana dell’agosto 2023 a Saint-Jean-de-Maurienne tiene ancora chiusa la galleria ferroviaria della linea Torino-Lione, bloccando l’Autostrada Ferroviaria Alpina da quasi due anni. È stata annunciata un paio di mesi fa riapertura dell’Afa ma non abbiamo ancora una data certa – conclude la consigliera Conticelli – La Giunta ascolti l’allarme lanciato dal mondo industriale del territorio e si attivi al più presto per trovare soluzioni che noi sollecitiamo da tempo.”