ilTorinese

Il marsupio che odora di cannabis tradisce lo spacciatore

Arrestato ventenne di cittadinanza marocchina

Lo hanno visto la scorsa domenica sera interloquire in modo sospetto con un altro soggetto nei pressi di piazza Baldissera. I due, alla vista della pattuglia di polizia si dividevano velocemente; gli agenti del Commissariato Centro riuscivano a raggiungere il ventenne in via Cecchi ed a sottoporlo a un controllo, anche dal momento che emanava un forte odore di cannabis. Nel suo marsupio, i poliziotti rinvenivano un frammento di hashish, altri due nelle sue tasche, ed infine un tocco solido all’interno dei pantaloni. Complessivamente, il panetto ed i frammenti superano i 100 grammi di hashish. Il ventenne, di nazionalità marocchina e regolarmente residente in Italia, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Cerca più di una scusa per evitare il controllo. Arrestato per spaccio

Venerdì sera, poco prima delle 21.30 i motociclisti delle Pegaso percorrendo corso Moncalieri notano due persone dietro un furgone e decidono di controllarle. Uno dei due sin da subito si mostra insofferente e si finge ubriaco per evitare il controllo. Quando gli agenti continuano nel loro intento di sottoporlo a controllo, il giovane, un diciannovenne italiano, si allontana ogni qual volta gli agenti tentano di perquisirlo all’altezza dell’inguine. Il diciannovenne asserisce anche di avere dolore a causa di un intervento chirurgico. Vistosi ormai alle corde, il giovane in un ultimo tentativo con un movimento sospetto, non passato inosservato agli agenti, cerca di disfarsi di un piccolo astuccio. Gli agenti lo recuperano trovando al suo interno 8 pezzi di hashish.

Il ragazzo ha con sé anche 210 euro in contanti e un quaderno con degli appunti riguardanti la contabilità e la quantità di sostanza stupefacente venduta. Riscontri dell’attività di spaccio condotta, foto e chat, vengono trovati anche sul cellulare in suo possesso. Nel corso della perquisizione domiciliare, gli agenti della Squadra Volante nell’armadio della sua stanza da letto trovano altro stupefacente e il materiale per il confezionamento delle dosi. Complessivamente gli agenti sequestrano quasi 48 grammi di hashish.

Per il diciannovenne scatta l’arresto per la detenzione della sostanza stupefacente, poi convalidato con la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G

Latte, Cia: le proposte degli agricoltori

Cia Agricoltori italiani del Piemonte, attraverso il suo presidente regionale Gabriele Carenini, esprime soddisfazione per l’esito dell’incontro svoltosi al Ministero delle Politiche agricole per affrontare l’emergenza del settore lattiero-caseario.

«Diamo atto al ministro Stefano Patuanelli di essere partito con il piede giusto – osserva il presidente Carenini -, portando al Tavolo tutti i componenti della Filiera, compresa la Grande distribuzione organizzata. Gli allevatori si trovano di fronte ad aumenti dei costi insostenibili, sia sul piano dell’energia che su quello delle materie prime per l’alimentazione degli animali. Parliamo di rialzi fino al 30 e al 50 per cento che non possono più trovare alcun margine di copertura. C’è la necessità di arrivare velocemente a una revisione condivisa del prezzo del latte alla stalla, garantendo una corretta remunerazione ai produttori e un’equa distribuzione del valore tra tutti gli attori della catena lattiero-casearia».

Dal Tavolo ministeriale, che nelle dichiarazioni d’intento dovrebbe essere istituzionalizzato e reso permanente, si attende il raggiungimento di un protocollo d’intesa che fornisca la cornice di riferimento per le trattative sul prezzo del latte.

«E’ molto positivo che produttori, industriali e grande distribuzione si trovino finalmente allo stesso Tavolo – commenta Guido Coda Zabetta, delegato di Cia Agricoltori italiani del Piemonte per il settore latte -, l’aspetto della remunerazione in questo momento è di vitale importanza per la sopravvivenza delle aziende. Dopo di che, occorre cogliere l’opportunità del Tavolo per costruire insieme strategie di lungo periodo a sostegno del settore, tenendo conto dei nuovi modelli di sostenibilità che tutti evocano, ma che alla prova dei fatti faticano a trovare applicazione pratica. Bisogna che gli allevatori giungano preparati ai confronti istituzionali, documentando in dettaglio non solo i costi di produzione, ma anche il valore della frammentazione delle aziende sul territorio. In questi anni, hanno chiuso migliaia di stalle, eppure la produzione di latte è aumentata. Vuol dire che c’è stata una concentrazione nelle zone dove i costi sono minori. Tutto ciò avviene a scapito delle aree marginali, avviate a un progressivo spopolamento e abbandono, con grave danno per la tutela dell’ambiente. E’ fondamentale che su questo la politica batta un colpo, mettendo tutti nelle condizioni di produrre ad armi pari. A quel punto, il prezzo verrà da sé e lo farà il mercato».

 

Cambia la regola del fuorigioco?

Il calcio è uno sport antico ma in continua evoluzione.Sempre attento ai tempi in cui si pratica, alle richieste degli addetti ai lavori e dei tifosi.L’estate scorsa è stata appena rivista  la direttiva sul fallo di mano, per le prossime stagioni si sta valutando la possibilità di modificare la regola del fuorigioco.

la FIFA ha chiesto al presidente della FIGC Gabriele Gravina,la possibilità di tornare al concetto di ‘luce’ legato alla regola del fuorigioco,  mantenendo l’utilizzo degli strumenti tecnologici attualmente in uso. L’idea della FIFA sarebbe quella di stabilire una minima distanza,denominata ‘luce’tra i corpi dell’ultimo difensore e dell’attaccante più avanzato, entro la quale sarebbe possibile stabilire con correttezza il fuorigioco e di conseguenza decidere la possibilità di convalidare il gol.La fase di sperimentazione avrà luogo in Italia nel campionato nazionale Under 18.È un vero e proprio ritorno al passato per quanto riguarda la regola più discussa del gioco del calcio:infatti questa normativa è stata in vigore fino al 2005.
Cambiare ora significa restituire più spettacolo al gioco del calcio.
Non è sbagliato tornare sui propri passi,anzi è un segnale di grande maturità.

Vincenzo Grassano

Grimaldi (LUV-SE): “In circoscrizione ci sono eletti che si definiscono ‘camerati'”

Elezioni amministrative: Meloni si scandalizza perché i fascisti sono fascisti?”

Meloni è scandalizzatissima per il reportage di Fanpage, in cui esponenti illustri del suo partito si sperticano in motteggi fascisti e si vantano di percepire denaro in nero? Pensate che la candidata al Consiglio comunale di Fratelli d’Italia che a Roma ha preso più preferenze è Rachele Mussolini, nipote di Benito, e i neoeletti consiglieri di circoscrizione a Torino si autodefiniscono ‘camerati’” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi ed esponente di Sinistra Ecologista Marco Grimaldi, alludendo al post del neoconsigliere della circoscrizione 6 Massimo Robella, che ringrazia i “tanti camerati” che gli hanno dato una mano durante la campagna.

Robella non è certo l’unico: basterebbe fare un giro sulle bacheche degli eletti e dei nominati in Regione. Il complotto contro Fratelli d’Italia continua” – prosegue Grimaldi. – “Cara Meloni, risparmiati 100 ore di girato: il fascista basta non candidarlo. O basta non esserlo”.

Trovato morto nel suo letto ragazzo di 17 anni

È stata disposta l’autopsia per il ragazzo trovato morto nel letto della sua stanza. Il giovane, 17 anni, è stato trovato privo di  vita lunedì notte dai genitori nell’abitazione di famiglia  sulle colline di Ivrea. I soccorritori del 118 non hanno potuto fare nulla, se non constatare il decesso. Si ipotizza che la causa sia un malore fatale, la procura di Ivrea ha disposto l’autopsia. Le indagini sono affidate al commissariato di Ivrea. Il padre del ragazzo è un poliziotto.

Sorpresa, a Torino rispetto alle comunali 2016 il centro destra avanza il centro sinistra arretra

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Un esame un po’ più approfondito del voto a Torino sorprende chi si limita a guardare le percentuali e non i voti reali presi dalle coalizioni e dai partiti. Naturalmente non cambia chi è in testa , ma questi dati dovrebbero essere attentamente presi in considerazione per capire le tendenze politiche.

Di Ibis

Il confronto è fra le lezioni comunali del 2016 e quelle del 2021
Partiamo alle coalizioni.
Lorusso e la sua colazione di centro sinistra perdono 20 mila voti rispetto a Fassino nel 2016 : da 160 mila gli elettori scendono a 140 mila .
Il centro destra con Damilano ha una forte avanzata : da poco più di 70 mila voti nel 2016 ( con tre liste separate ) a oltre a 124 mila voti.
I 5 stelle crollano e perdono 90 mila elettori : Appendino aveva ottenuto 118 mila voti, Sganga ne ha poco più di 28mila
E ora guardiamo dentro le colazioni, ai partiti:
Il Pd scende da 106.818 voti nel 2016 a 85.860 nel 2021 ( più o meno gli stessi voti , circa 15 mila , hanno ottenuto le liste civiche per Fassino e per Lorusso )
Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia) ha una forte avanzata, raccoglie 31.490 voti , nel 2016 ne aveva ottenuti 5.259
La Lega sale a 29.593 , nel 2016 ne aveva ottenuti 20.769
Forza Italia ha più o meno i voti dell’altra volta: 15.951 contro i 16.684 nel 2016
Forte l’affermazione della lista Damilano –Torino Bellissima che ottiene 35.658 voti .
Come detto , crollano i 5 Stelle passando da 107.680 voti di lista nel 2016 a 24.058, nel 2021 .
Su tutto resta il dato molto negativo dell’astensionismo: per la prima volta dal dopoguerra sono più i torinesi che non sono andati a votare rispetto a quelli che si sono recati alle urne. Ha votato solo il 48, 07 degli aventi diritto . Il non voto raggiunge il massimo nella zona Nord della città: solo il 42, 90 % i votanti in Barriera di Milano, 43, 46% quelli alle Vallette e Madonna di Campagna.
Tutte le forze politiche dovrebbero riflettere: chi vincerà avrà al massimo la fiducia del 25% dell’elettorato totale.

http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/conscom/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2021/amministrative/sindaco/citta/
http://www.comune.torino.it/elezioni/2016/amministrative/conscom/citta/

 

Confindustria sostiene la Regione per ottenere la fabbrica di microchip

Manifattura, aerospazio e innovazione i temi discussi nell’incontro a Torino tra i Presidenti della Regione Piemonte e di Confindustria nazionale

Il rilancio in chiave industriale di Torino e del Piemonte, con particolare riguardo alla manifattura e all’aerospazio, sono i temi affrontati dai Presidenti della Regione Piemonte Alberto Cirio e di Confindustria nazionale Carlo Bonomi nel corso di un incontro avuto  nel palazzo della Giunta.

In particolare, il Presidente della Regione ha chiesto e ottenuto dal Presidente di Confindustria il sostegno alla candidatura del territorio quale sede di una delle tre fabbriche di microprocessori che Intel intende realizzare in Europa. Il Piemonte viene ritenuta anche da Confindustria l’area italiana più adatta per la presenza di una produzione manifatturiera che supporta una serie di filiere dove il territorio è storicamente forte. La stessa convergenza di opinioni ha riguardato la realizzazione di una gigafactory per produrre batterie per le auto elettriche a Scarmagno.

Il Presidente di Confindustria ha inoltre sottolineato che non accade spesso che un Presidente di Regione chieda di ragionare di politica industriale guardando al futuro, a conferma di quell’importanza di lavorare insieme lanciata durante la recente Assemblea nazionale.

I due Presidenti hanno infine condiviso l’opportunità di estendere alle piccole e medie imprese aerospaziali gli aiuti oggi esistenti per questo settore.

Eutanasia, il valore della scelta referendaria

La raccolta di firme per il referendum sull’eutanasia ha registrato un primo, straordinario successo.

Il quesito, estremamente importante su un tema enormemente sensibile e per natura stessa divisivo, ha conquistato una parte del dibattito pubblico. Eppure, più che del merito, si sta discutendo soprattutto dei nuovi strumenti con cui da luglio è possibile raccogliere le sottoscrizioni. Il fatto di aver superato il milione di firme, doppiando largamente le 500 mila necessarie,  è di per se una notizia sulla quale riflettere anche se ( come nel caso della richiesta referendaria sulla cannabis) per il momento si parla più della necessità di riformare il sistema di consultazione piuttosto che del merito della questione sulla quale i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi. Non che il tema sia secondario, tutt’altro, ma ci saranno altre occasioni per dibattere se e come rendere rivedere il meccanismo referendario, la soglia delle firme, le modalità di raccolta. Per quanto concerne il merito penso che siano maturi i tempi in cui si debba avere la libertà di decidere sulla propria morte. Firmando la richiesta referendaria in molti hanno fatto leva sulla consapevolezza che si tratta di una battaglia di civiltà e di libertà. Il testo prevede una parziale abrogazione dell’art. 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che impedisce la realizzazione di ciò che comunemente si intende per “eutanasia attiva” (sul modello olandese o belga). Da qui discende la volontà di far riconoscere la piena libertà di autodeterminazione e di scelta della persona malata, affinché possa decidere consapevolmente di voler porre fine alle proprie sofferenze. Un primo passo di civiltà è stato compiuto grazie all’approvazione della Legge 219/2017 che riconosce il valore del testamento biologico. Dalla sua entrata in vigore una persona può decidere anche per quando fosse impossibilitata a comunicare le sue scelte su quali siano i trattamenti sanitari a cui non vorrà sottoporsi, sulla volontà di interrompere trattamenti in corso e evitare accanimento terapeutico, con la garanzia di ottenere cure palliative e sedazione. Il passo successivo e ulteriore, riguarda la scelta posta al centro dell’iniziativa referendaria. Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada e in molti degli stati che compongono gli Stati Uniti d’America. Di fronte ai ritardi del Parlamento che ha continuato a rimandare la riforma necessaria, il referendum è diventato l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia e, comunque, dibattere e scegliere su un tema rilevante a prescindere da come la si possa pensare, nel rispetto di ogni opinione. Non stupisce nemmeno l’atteggiamento dei partiti, i dubbi, i tanti tentennamenti del Pd e di altri, i no secchi di buona parte della destra, le scelte più nette e favorevoli della galassia di sinistra. Spesso le classi politiche sono molto meno sensibili, aperte e responsabili – e la storia dei grandi referendum del passato è lì a dimostrarlo – di quanto lo siano milioni di cittadini, animati da sensibilità sociali, etiche e culturali ben più profonde e mature (e meno condizionate da calcoli di parte) di chi dovrebbe rappresentarli nelle sedi deputate a compiere scelte importanti come lo sono le assemblee legislative.

Marco Travaglini