Ieri un centinaio di lavoratori ‘No Green Pass’ di Gtt, Gruppo Torinese Trasporti, e Avio, con il movimento ‘Piazze Italiane’, gruppo che protesta contro l’obbligo di certificazione, hanno manifestato di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino. I lavoratori chiedono di rimuovere quella che definiscono “ingiustizia e discriminazione”, per poter tornare a lavorare.
Le castagne di piccolo calibro? Diventano farina
Nasce una nuova filiera in Valle di Susa
Bruzolo (Torino)
Snobbarle o minimizzarne la qualità perché piccole? Non sia mai. Frutto per eccellenza delle tavole autunnali, i calibri più piccoli delle castagne non andranno più sprecati, ma diventeranno buona farina. Nasce infatti in Valle di Susa una nuova filiera per andare a rispondere ad una concreta esigenza di numerosi castanicoltori, che, da tempo, lamentano un mercato poco attento alle castagne e ai marroni di piccolo calibro, sottopagandoli, in primo luogo. Capofila dell’iniziativa è il “Mulino Valsusa” – che ha sede in un Mulino dell’ ‘800 recuperato a Bruzolo, l’unico antico Mulino della Valle tornato in funzione – che, dopo vari progetti avviati coinvolgendo gli agricoltori del luogo per tornare a coltivare zone montane e pre montane abbandonate con antiche varietà di grani, guarda ora al frutto del castagno, coinvolgendo, anche in questo caso, produttori locali. “Torniamo a fare qualcosa – spiega Massimiliano Spigolon, anima del Mulino – che è nella storia della Valle di Susa e dell’Italia: produrre farina con calibri piccoli, una farina che si realizzava 150 anni fa e che sarà macinata a pietra, seguendo un’esigenza specifica espressa dal territorio”.
“Per farla – prosegue Spigolon – si è dovuto studiare, approfondire e riscoprire con i proprietari dei castagneti metodologie per essiccare e sbucciare le castagne, avviando così una nuova filiera di trasformazione. I produttori conferiranno al Mulino che trasformerà tutto in farina: l’idea è tutelare al massimo il territorio e, quindi, non saranno ‘accettate’ castagne di altre zone, realizzando un prodotto ‘cento per cento Valle Susa’. Un prodotto antico ma anche nuovo, carico di profumi e di sapori, dal tipico color nocciola: frutto di un nuovo modello di sostenibilità e sviluppo rivolto alla Valle, ma che sicuramente potrà essere emulato in altre zone del Piemonte e dell’Italia”.
Scomparsa per decenni dalle cucine italiane, la farina di castagne è ricca di fibre, proteine e vitamine, aiuta la flora batterica intestinale, combatte il colesterolo. Si utilizza per preparare svariate torte e biscotti, il celebre castagnaccio, ma anche crespelle, pasta fresca e gnocchi, frittelle e pancake, creme, panini. Quale dunque l’obiettivo, a medio e a lungo termine? “Quello ovviamente di estendere e far crescere la filiera – conclude Spigolon – coinvolgendo il più possibile i produttori della nostra Valle”.
g.m.
Record di visite a Palazzo Arsenale
L’Esercito Italiano alla X edizione delle giornate Fai d’autunno
Il 20 ottobre scorso, nell’ambito delle attività celebrative per il Centenario del Milite Ignoto (1921 – 2021), che culmineranno il 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate in una cerimonia solenne presso l’altare della Patria, 42 siti delle Forze Armate, su tutto il territorio Nazionale, normalmente non accessibili ai cittadini, di particolare pregio storico-culturale e particolarmente rappresentativi dei valori, delle tradizioni e delle memorie del mondo militare, sono stati aperti al pubblico.
In occasione delle Giornate Nazionali FAI d’Autunno, nelle date di sabato 16 e domenica 17 ottobre 2021, il pubblico ha avuto la possibilità di visitare Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito che rappresenta uno dei più imponenti edifici torinesi, unica testimonianza del complesso infrastrutturale del “Regio Arsenale” di cui costituiva il cuore e la cui erezione settecentesca, ispirata a planimetrie juvarriane, si è protratta a lungo. Una volta Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, oggi Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Un luogo profondamente legato alla città di Torino, importante bene storico-artistico, patrimonio della tradizione e della storia piemontese.
I visitatori accolti dai giovani volontari del FAI hanno seguito un percorso che si è snodato tra le sale auliche dell’edificio. In particolare hanno avuto modo di apprezzare il Padiglione della Gran Scala realizzato nel 1778, il modellino originale ligneo di Palazzo Arsenale, riproduzione fedele, in scala 1:87, eseguito nel 1736 da artigiani della Compagnia Maestranze del Battaglione di Artiglieria, il Piano Nobile con il corridoio che, per la sua imponenza e la sua proiezione verticale, ha offerto un effetto suggestivo, la Biblioteca Monumentale, scrigno che custodisce circa 12000 volumi dal 1483 al 1829 – tra cui quattro incunaboli e un centinaio di cinquecentine, la Sala dei Comandanti sulle cui pareti sono disposti i ritratti ad olio dei Comandanti dell’istituto di Formazione Militare dal 1816 a oggi, il salone delle armi con i cimeli, mobili e arredi, uno stendardo con l’ “Arme del Re” in prezioso ricamo, donato da Vittorio Emanuele III ad un Corso d’Accademia e da questo affidato in custodia alla Scuola, i busti in bronzo di personalità politiche e militari risorgimentali tra cui Camillo Benso Conte di Cavour ed il Generale e Ministro Alfonso Ferrero della Marmora.
Nella due giorni di apertura straordinaria al pubblico, il prestigioso Palazzo Arsenale ha registrato circa 1.150 visitatori, il cui ingresso è stato organizzato e regolamentato in piccoli gruppi con orari di visita prestabiliti e su prenotazione, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alla diffusione del CoViD-19.
Un nuovo inizio per la sinistra italiana?
Elezioni amministrative 2021
DI GIAN GIACOMO MIGONE
Proviamo a chiederci le ragioni dei pochi che hanno votato, determinando la vittoria dei candidati del PD, con relativi alleati, nelle principali città italiane. Potrebbe essere un modo per comprendere quelle dei non votanti il cui numero crescente viene giustamente indicato come sintomo di cattiva salute della nostra democrazia. Potrebbe anche scaturirne qualche indicazione affinché i pur comprensibili festeggiamenti a sinistra non risultino effimeri.
In primo luogo vi sono i fedelissimi, coloro che partecipano direttamente alla vita del partito di centro – sinistra e che ne votano le candidature. Tanti ex comunisti che votano per candidati per lo più ex democristiani, sempre nel nome della Ditta. Sono un numero decrescente, pur sufficiente a contribuire ad altrettante vittorie amministrative. A costoro vanno aggiunti i fedelissimi dei partitini di sinistra, le Ditte minori, che in questa occasione, nel secondo o anche al primo turno, scelgono, talvolta negoziano, quello che ritengono il male minore. Nei casi in cui sono stati concordati candidati comuni, si sono allineati una frazione di votanti M5S.
Vi sono poi i voti di cittadini, indipendenti di sinistra e non, per una moltitudine di ragioni più o meno insoddisfatti della qualità delle forze politiche organizzate, dei candidati – non occorre usare l’*, tutti maschi! – e dei loro programmi, che hanno deciso di ingurgitare la minestra che veniva loro propinata.
In questa occasione – favorita, non dimentichiamolo, dalla legge elettorale che in sede di ballottaggio costringe ad una scelta netta – queste due categorie di elettori di centro – sinistra nel segreto dell’urna hanno deciso di convergere. Sarebbe importante comprendere il perché. Sottopongo a chi legge alcune ragioni convergenti. E’ da studiare l’importante e virtuosa eccezione di Savona laddove la convergenza è stata esplicita e preventiva.
Chiunque abbia modo di confrontarsi con l’umanità circostante, non importa se di città o di paese, avverte immediatamente un rifiuto adirato e/o rassegnato non soltanto dei partiti, ma della politica in quanto tale. Chi ha fatto l’esperienza di porgere un volantino, non importa per quale causa virtuosa, se lo è visto per lo più rifiutare come si trattasse di materiale osceno. Le spiegazioni sono tante – non ultima la modalità con cui i media trattano la politica, illuminandone gli aspetti deteriori – ma il risultato è quello di una crescente fragilità delle istituzioni di cui un numero, che ci auguriamo crescente, di cittadini democratici sentono il dovere di farsi carico.
E’ innegabile che il moltiplicarsi di presenze violente, culminanti nella devastazione della sede nazionale della CGIL alla vigilia del voto, ha acuito questo senso di urgenza e anche di identità democratica, costituzionale, antifascista. Il sindacato, pur con le sue pecche, ha saputo cogliere e rappresentare questo momento che potrebbe costituire una svolta in un modo di sentire collettivo. I cinquecentomila di Piazza San Giovanni, i milioni che anche da lontano hanno ascoltato, in primo luogo, le parole di Landini, si sono sentiti rappresentati da esse. Non capitava da molto tempo. Va anche riconosciuto che la presenza di esponenti politici, da Letta a Conte, ha contribuito allo spirito unitario del momento.
Resta la consapevolezza che quanto conquistato in questi giorni deve resistere alla prova dei fatti. La cronaca politica locale e nazionale può facilmente logorare e sbriciolare quanto conseguito in queste giornate di un autunno non proprio caldo. Soprattutto, come disse Mao, viviamo tempi interessanti, in cui rivolgimenti ma anche contraddizioni colossali sembrano irrimediabilmente fuori dalla nostra portata, anche se permeano la nostra quotidianità.
Questa tappa elettorale, e quanto l’ha preceduta, forse presenta l’occasione per un nuovo inizio per la sinistra italiana. Per cogliere l’occasione, i vincenti di oggi dovranno interpretare i bisogni anche di coloro che non vi hanno partecipato. Non basteranno le schermaglie all’interno di una maggioranza parlamentare ridondante che di fatto delega i propri poteri anche costituzionali ad un esecutivo paternalista, soprattutto ligio ai poteri forti che governano il pianeta. Occorreranno analisi puntuali con obiettivi precisi, coerenti con i bisogni di una maggioranza sociale di fatto esautorata, oltre che con una visione largamente prefigurata nella nostra Costituzione. Stimoli utili, anche di linguaggio, provengono dalla sinistra del partito democratico degli Stati Uniti, guidata da Bernie Sanders. In una situazione non dissimile da quella italiana – siamo in una fase trasformativa che accomuna larga parte dell’Occidente – nemmeno per un istante essa rinuncia a denunciare le contraddizioni profonde che dividono il paese e a negoziare, nella situazione data, quanto è possibile ottenere di obiettivi esplicitamente dichiarati.
DA OGGI PRENOTAZIONE SUL PORTALE ILPIEMONTETIVACCINA.IT PER LE TERZE DOSI DELLA FASCIA 60-79 ANNI
Per ottimizzare i tempi ed evitare le code, da oggi tutti i cittadini di età compresa tra i 60 e i 79 anni che hanno già completato il percorso vaccinale da almeno 6 mesi (ad eccezione dei soggetti affetti da patologie gravi) hanno la possibilità di prenotare un appuntamento per la dose addizionale, la cosiddetta “terza dose”, attraverso il portale www.ilPiemontetivaccina.it (è possibile selezionare e scegliere sia giorno e ora per la somministrazione della dose aggiuntiva che l’hub in cui recarsi).
Resta sempre valida, fino al 31 ottobre, anche la possibilità di accesso diretto agli hub vaccinali.
I 60-79enni che finora in Piemonte hanno concluso il ciclo vaccinale sono oltre 680 mila. Di questi, 164 mila potranno accedere alla terza dose già tra ottobre e novembre, avendo ricevuto l’ultima dose da almeno 6 mesi come previsto dalle disposizioni ministeriali.
RICHIAMO PER JOHNSON&JOHNSON
Coloro che rientrano in una delle categorie autorizzate ad oggi per la dose “booster” di vaccino antiCovid, la cosiddetta “terza dose”, e hanno ricevuto il monodose Johnson&Johnson da almeno 6 mesi riceveranno il richiamo con Pfizer. Si tratta in particolare degli over60. Per le altre fasce d’età vaccinate con J&J si attendono invece al momento le indicazioni da parte dell’autorità sanitaria nazionale.
DOPO 40 MILA VACCINI IL VALENTINO VA IN STAND BY COME HUB VACCINALE E RESTA PRONTO IN CONFIGURAZIONE OSPEDALIERA
Alla luce dell’avanzamento della campagna vaccinale, che ad oggi vede meno la necessità di specifici Open day e visto anche l’abbassamento delle temperature che implicherebbe un elevato costo di riscaldamento, l’hub del Valentino di Torino viene messo in stand by come centro vaccinale e resta pronto in configurazione ospedaliera, qualora dovesse essere necessario (al momento in Piemonte si conferma una bassa occupazione dei posti letto per Covid e la situazione è sotto controllo, per cui ci si augura che questa ipotesi non debba verificarsi).
Attraverso l’hub del Valentino dal 4 giugno ad oggi, in 21 weekend di attività, oltre all’Open day della vigilia di Ferragosto, sono state vaccinate quasi 40 mila persone, grazie al supporto dell’AOU Città della Salute di Torino e dell’Asl Città di Torino.
SITUAZIONE NEGLI AEROPORTI
Per fare il punto sulla situazione negli aeroporti piemontesi e valutare eventuali criticità, soprattutto per gli arrivi dai Paesi in cui si riscontra al momento un incremento importante del contagio, verrà convocata nei prossimi giorni una riunione straordinaria da parte della Regione Piemonte con tutti gli interlocutori coinvolti.
CODICE DELLA STRADA
Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.
Sulle corsie per la sosta di emergenza, si può circolare solo ed esclusivamente per arrestarsi o riprendere la marcia e invece su quelle di variazione di velocità solo per entrare o uscire dalla carreggiata. Il comma 15 dell’articolo 3 del Codice della strada definisce la corsia di emergenza in questo modo: ”Corsia adiacente alla carreggiata, destinata alle soste di emergenza, al transito dei veicoli di soccorso ed, eccezionalmente, al movimento dei pedoni nel casi in cui sia ammessa la circolazione degli stessi”.
Gli automobilisti che utilizzano la corsia di emergenza per superare ingorghi o code, commettono una violazione molto grave. C’è però un’eccezione: nel caso di ingorghi autostradali, si può utilizzare la corsia di emergenza ma solo per raggiungere la più vicina uscita autostradale se questa dista meno di 500 metri (art. 176 comma 4).
E’ vietato fermarsi o sostare nella corsia di emergenza, a meno che non ci si trovi in una situazione di emergenza dovuta al malessere di un passeggero oppure a un guasto del veicolo. In questo caso il mezzo deve essere spostato velocemente sulla corsia d’emergenza o sulla prima piazzola nel senso di marcia, evitando ovviamente di ingombrare le corsie. (art. 176 comma 5).
Se il guasto dell’auto rende impossibile spostare il veicolo sulla corsia di emergenza o sulla piazzola di sosta o se queste manchino, bisogna apporre l’apposito segnale mobile di pericolo almeno a 100 metri.
In caso di sosta forzata, secondo le nuove normative, è vietato scendere dal veicolo senza aver prima indossato i prescritti giubbini segnaletici omologati con marchio CE.
La piccola umanità di Carlo D’Oria
A Palazzo Madama, sino al 12 dicembre
Carlo D’Oria, scultore torinese, con una formazione artistica presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, lavorando su differenti materiali – il ferro, il marmo, la pietra, l’acciaio o la terracotta -, da anni ha posto il nucleo della sua produzione sul concetto di umanità, sulla fragilità dell’uomo, sulla sua unicità come pure sulla moltitudine, in una cifra stilistica ormai ben riconoscibile. Riducendo allo spasimo la forma, procede per linee, per percorsi lineari attraverso l’essenzialità, costruisce un nuovo universo popolato di forme minime (le lunghe processioni dei suoi “omini”), prosciugate, rimpicciolite, rese prive di ogni elemento superfluo: ma forme vitali, che richiedono una pronta riflessione a chi le guarda, specchio di una umanità confusa, dolente e schiacciata dal peso della società.
Nell’ambito di Art Site Fest 2021, D’Oria presenta (sino al 12 dicembre) in cima allo scalone d’ingresso di Palazzo Madama, “Sentinelle”, con l’apporto critico del direttore artistico Domenico Maria Papa. Affidandosi alla “prossimità”, a quel fattore umano, insostituibile e irrinunciabile, che per troppi mesi ci è stato negato. Ovvero quel bisogno di legami, di vicinanza, di abbracci, di contatti fisici che unisce gli individui, che li fa crescere, che li spinge all’ottimismo, che coinvolge altresì il progredire della cultura. Sagome, a riprodurre prepotentemente figure umane, linee ritmate che pur non toccandosi formano allo stesso tempo un tutt’uno nello spazio e nella sontuosità dei marmi inventati da Juvarra. Sentinelle che stanno ad esprimere il dovere che l’uomo ha ad essere vigile su quanto ci lega uno all’altro, un insieme che, con forme altezze curvature diverse – D’Oria guarda nella propria estrema modernità, in questo oggi ridotto a linee e a pura essenzialità, al passato e cita per certi “atteggiamenti” della sua opera il “Pensatore” di Rodin -, paiono stare lì, tutte insieme, per discutere su qualcosa da fare. Forme che spingono a pensare, ad agire, a progredire, quindi ancora una volta a sottolineare il senso forte di comunità.
Comunità che ben si riconosce in “Ingranaggi” del 2010, opera posta all’interno del Giardino Botanico Medievale del castello, l’uomo e l’umanità tutta come parte di un meccanismo, in una continua marcia, pronti a riaffermare con forza che “se non riusciamo a far comunità resteremo sempre delle individualità e diventeremo degli ingranaggi in disuso, dei rottami pronti a essere distrutti”.
“Sentinelle” non è il solo intervento pensato da D’Oria per Art Site Fest. Per la Palazzina di Caccia di Stupinigi ha progettato “Titani”, dove i possenti protagonisti tentano di trovare un equilibrio e un dialogo con l’architettura settecentesca; e davvero interessante sarà ritrovarsi di fronte a quanto l’artista inventerà nella seconda metà di novembre all’interno dell’area archeologica della Basilica paleocristiana, posta alla base della Nuvola Lavazza.
Elio Rabbione
Nelle prime due immagini “Sentinelle”, nelle altre due “Ingranaggi”
Export distretti, il Piemonte recupera
Le esportazioni dei distretti industriali piemontesi sono aumentate del 21% nei primi sei mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 (+27,6% la media nazionale).
Uno scenario condizionato dalle difficoltà del comparto Moda. I distretti piemontesi, tutti eccetto il Riso di Vercelli, sono in crescita rispetto al primo semestre 2020 e 8 distretti su 12 hanno già superato i livelli di export dei primi sei mesi del 2019. Il distretto aerospaziale resta importante punto di riferimento internazionale per i progetti del settore.
Macai, azienda italiana che effettua servizio di spesa online, ha aperto il suo primo dark store a Torino, in zona centro storico.
Il modello di Macai si basa sulla presenza capillare di dark stores (supermercati a tutti gli
effetti, ma chiusi al pubblico) nei centri cittadini, tramite i quali porta la spesa a casa delle
persone entro 30 minuti.
La consegna viene effettuata da una squadra di rider, che arriva a casa dei clienti con
biciclette o motorini elettrici.
Il primo dark store torinese permetterà a Macai di raggiungere clienti nelle zone di Cenisia,
Cit-Turin, San Paolo, Quadrilatero, Crocetta, Santa Rita, San Salvario, Borgo Filadelfia
e il centro storico.
La seconda apertura, prevista per inizio dicembre, completerà la copertura del comune di
Torino.
Gli utenti possono scaricare l’app gratuita Macai da App Store e Google Play Store, e creare
il proprio carrello virtuale tra oltre 3.000 prodotti: frutta, verdura, gelato, pasta, detersivi e
tutto ciò che troverebbero in un tradizionale supermercato.
Nei prossimi mesi l’offerta salirà fino a 7.500 prodotti, per garantire una scelta sempre più
vasta ai propri clienti e per posizionarsi come un vero e proprio supermercato, ma con i
vantaggi dell’online.
Questo nuovo modo di fare la spesa mira a ridurre l’inquinamento dovuto agli spostamenti in
auto e nei mezzi pubblici, a far risparmiare tempo prezioso ai clienti e a promuovere prodotti
nuovi e del territorio.
La consegna in 30 minuti conclude un servizio innovativo che mette al proprio centro la
soddisfazione dei cittadini.
Macai è nata a maggio 2021, ed è attualmente presente a Milano e Torino. Nei prossimi
mesi si espanderà in tutto il nord Italia, e successivamente nel centro e sud.
Dal 2022 aprirà i primi dark stores anche all’estero, in paesi del sud, centro ed est Europa.
Contatti:
Informazioni generali e collaborazioni: info@macaiapp.com
Supporto per gli ordini: supporto@macaiapp.com
Scopri dove consegniamo: https://macaiapp.com/info.html#dove-consegniamo
https://macaiapp.com
Teatro Comunità 2021
LE SORELLE
Biografie teatrali
da Tre Sorelle di Anton Čechov
Un viaggio ai confini del testo attraverso i vissuti delle/degli interpreti
Regia di Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini
con la collaborazione di Céline Schlotter
Una co-produzione internazionale Associazione Choròs, Torino
Université Paris 8, ARTA e Théâtre du Soleil, Parigi
dal 27 al 31 ottobre 2021, ore 21
Teatro Marchesa, corso Vercelli 141, Torino
Con Le Sorelle, L’Associazione Choròs – TeatroComunità 2021 ha ricevuto quest’anno il riconoscimento di “Progetto Speciale” dal MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo.
L’Associazione Choròs arriva al “Progetto Speciale” da un lungo viaggio teatrale nei territori che nel 2011 l’ha portata in Barriera di Milano a Torino, all’interno della cornice del Teatro Marchesa, luogo in cui poter esplorare le potenzialità della propria metodologia: il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine nella creazione teatrale attraverso il racconto biografico.
Oggi, questo importante riconoscimento, si accompagna a un ulteriore sviluppo a livello internazionale: Le sorelle è infatti una co-produzione nata dalla collaborazione con Università Paris 8, Associazione ARTA e Théâtre du Soleil di Parigi. A seguito dello stage condotto da Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini nell’ottobre 2019 a Parigi e nel gennaio 2020 a Torino, è stato avviato un processo di ricerca con un gruppo di giovani artisti italiani, francesi ed europei che vede finalmente il suo debutto ufficiale a Torino.
Il gruppo di lavoro, partito a gennaio 2020, prevedeva la possibilità di sviluppare il progetto in una serie di tappe, tra Torino e Parigi, durante il corso dell’anno artistico 2020-21. Fino al lockdown e al blocco delle attività artistico-teatrali dal marzo 2020. In quei mesi, nonostante il Teatro Marchesa fosse chiuso, e i partecipanti fossero in isolamento forzato, l’Associazione ha continuato a lavorare al progetto. Nonappena è stato possibile, sono ripartiti i laboratori virtuali con un intenso lavoro condotto nei luoghi della quarantena.
A ciascun partecipante è stato chiesto di scrivere storie, racconti, lettere rivolte a una persona prescelta. Scritti capaci di evocare la condizione di vita in cui ci siamo trovate/i in questi mesi. Le lettere, editate e rielaborate drammaturgicamente, sono diventate eredità-prodotto di un lavoro intenso lungo l’arco di tre mesi.
Un patrimonio drammaturgico e teatrale – le “Biografie Teatrali” – che s’intreccia in profondità con il testo di Čechov, annullando le distanze. In questa mescolanza e fluidità testuale il flusso di parole diventa un “unicum” in cui diventa impossibile riconoscere le parole delle attrici e degli attori da quelle di Čechov.
La drammaturgia è un lungo viaggio insieme in una periferia dell’esistenza sospesa tra sogno, speranza, momenti di felicità e disillusioni. Il passaggio continuo tra italiano e francese rende ancora più intenso ed incalzante il ritmo della scrittura scenica. L’apparente assertività di Olga, la passione delegata all’amore di Masa, l’illusione di un futuro felice di Irina, le visioni di Versinin risuonano nei racconti e nelle immagini delle persone in scena. Queste svelano, attraverso e insieme al testo di Čechov, i propri desideri e i sogni di un altrove possibile.
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TeatroComunità 2021
Le Sorelle
Biografie Teatrali
Da Tre Sorelle di Anton Čechov
Un viaggio ai confini del testo attraverso i vissuti delle/degli interpreti
Regia di Maria Grazia Agricola e Duccio Bellugi Vannuccini
Con la collaborazione di Céline Schlotter
In scena e autori Marianna Barbaro, Marie Beau, Isabelle Baron, Olivier Becker, Sara Cesaretti, Alba Galbusera, Federica Gamba, Gabriella Inglese, Olivia Kryger, Antonio Ruggiero, Céline Schlotter, Antonio Verdini
Contributo musicale Ali Ghasemi
Disegno luci Cristian Perria con la collaborazione di Francesco Serra
Riprese video Andrea Deaglio Mu produzioni audiovisive
Fotografie Gaetano Toldonato
Co-produzione Associazione Choròs, Torino
Université Paris 8, ARTA e Théâtre du Soleil, Parigi
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INGRESSO 10 euro // ridotto 7 euro
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
infochoroscomunita@gmail.com
345 1445550 // 346 9509347
www.choroscomunita.com